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COMUNICATO STAMPA.

La pandemia covid ci tiene sotto scacco ed è necessario unire tutte le forze per superare questa crisi che è insieme sanitaria, economica e sociale. Le altre crisi, come quella climatica e della biodiversità sono finite in secondo piano nella percezione dell’opinione pubblica, ma in realtà ci accompagneranno ancora a lungo, anche dopo la fine della pandemia, e per questo non possiamo permetterci di perderle di vista. Ce lo ricorda la Giornata per la tutela delle specie che si celebra mercoledì 3 marzo.

Da parecchi anni esperte ed esperti affermano che la tutela delle specie non è assolutamente funzionante in Alto Adige. Esiste certo una legge per la protezione di piante e animali selvatici che però di fatto viene regolarmente ignorata dalla giunta. Un triste esempio si è verificato due anni fa a Olang, dove con la concessione edilizia del sindaco è stata drenata una preziosa zona umida distruggendola. Nonostante gli uffici responsabili fossero stati informati per tempo non hanno impedito la distruzione di piante e animali rari. In questo modo non può funzionare bene una efficace tutela delle specie!

Turismo, boom edilizio e agricoltura intensiva mettono a serio rischio le specie selvatiche. A causa di pesticidi chimico-sintetici la quantità di insetti e api selvatiche sta diminuendo drasticamente. Anche l’ape da miele è in pericolo in Alto Adige, molti alveari sono talmente indeboliti dai pesticidi che altri fattori di stress come freddo, umidità e il parassita della verroa li stanno distruggendo.

“La tutela delle specie non è un lusso – afferma il Consigliere provinciale Hanspeter Staffler – ma l’intento di garantire ad animali e piante il pieno diritto a vivere in un ambiente sano.” Nell’agenda politica dei Verdi la tutela delle specie è in posizione prioritaria.
Tre sono le leve da attivare per più protezione delle specie di flora e fauna: una migliore applicazione della legge per la tutela della natura, una maggiore sensibilizzazione di cittadini e cittadine e pratiche agricole più ecologiche.

Bolzano, 02/03/2021

MOZIONE.

La Giunta provinciale intende fornire aiuti considerevoli a sostegno di singoli settori dell’economia altoatesina. Si parla di un ordine di grandezza di 500 milioni di euro per ammortizzare gli effetti
della crisi secondo l’esempio di Paesi quali Germania e Austria ovvero di singoli Länder. Gli aiuti sono diretti a compensare almeno parzialmente le perdite di fatturato e gli scarsi aiuti statali nonché ad ammortizzare le perdite di retribuzione.

Secondo le associazioni imprenditoriali, le somme andrebbero destinate per ca. 375 milioni di euro al turismo, per ca. 271 milioni di euro al commercio e per 220 milioni di euro all’artigianato, e verrebbero assegnate alle imprese colpite le cui perdite di fatturato superano un determinato importo. Anche se la Provincia non arriverà agli 866 milioni di euro richiesti, con i 500 milioni di euro previsti gli aiuti raggiungeranno comunque proporzioni considerevoli.

In linea di principio vanno apprezzati i consistenti aiuti alle imprese in generale e a quelle turistiche in particolare, ma a condizione che venga tenuta nell’adeguata e giusta considerazione la situazione dei lavoratori e delle lavoratrici dipendenti che si trovano in cassa integrazione o sono disoccupati. Gli aiuti concessi con denaro pubblico andrebbero vincolati a determinate condizioni volte a migliorare a lungo termine la situazione dei lavoratori e delle lavoratrici.

Oltre alle difficoltà che il turismo sta attraversando a causa della pandemia, si deve prestare particolare attenzione ai risvolti sociali per questo settore, specialmente per quanto riguarda i dipendenti stagionali. I lavoratori e le lavoratici stagionali che per via della crisi non trovano lavoro e finora hanno percepito l’indennità di disoccupazione ora si ritrovano senza garanzie finanziarie.

Anche se sembra che a Roma si stia profilando una soluzione, sono necessarie delle compensazioni anche da parte della Provincia. A medio termine servono misure di sostegno stabili affinché anche i lavoratori e le lavoratrici stagionali possano pianificare con certezza.

Si deve in ogni caso puntare a contratti della durata di un anno. Attualmente è consuetudine che, terminata la stagione, le ferie residue e le ore libere accumulate vengano liquidate, e grazie
all’indennità di disoccupazione i lavoratori e le lavoratrici dipendenti fanno fronte al periodo che intercorre fino alla stagione seguente.

I periodi di fermo vengono quindi coperti da tutti i contribuenti e le contribuenti attraverso il trasferimento di un’enorme mole di contributi al settore turistico. A breve e medio termine, si deve puntare a una ristrutturazione del settore turistico: si dovrebbe ad esempio prendere in considerazione un’apposita cassa per il turismo, sulla scorta della Cassa Edile, finanziata dal settore turistico, affinché la copertura economica dei periodi di fermo non vada a gravare su altri settori e non debba essere finanziata da questi ultimi. In tal modo si sgraverebbero gli altri settori alleviando l’attuale pressione sul sistema sociale.

Per questi motivi il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano incarica la Giunta provinciale

  1. di vincolare lo sviluppo di un pacchetto di aiuti a chiare condizioni in favore dei collaboratori e delle collaboratrici del settore turistico;
  2. di promuovere il passaggio dai contratti stagionali a quelli annuali;
  3. di predisporre l’introduzione di un’apposita cassa per il settore turistico sul modello della Cassa Edile

Bolzano, 02.03.2021

Consiglieri provinciali
Hanspeter Staffler
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba

INTERROGAZIONE SU TEMI DI ATTUALITÀ.

I media riferiscono che 150 persone hanno inviato alla Provincia una lettera sul reclutamento degli insegnanti di musica, lamentando anche disparità di trattamento con chi a Innsbruck frequenta l’IGP.

Si chiede alla Giunta provinciale:

  1. In Alto Adige si ottiene l’abilitazione all’insegnamento di musica dopo 5 anni di Conservatorio e una formazione didattica di altri 2 anni, attualmente sospesa. Quando e come verrà riattivata questa formazione? Intanto esiste un percorso alternativo per chi vuole insegnare?
  2. Sarebbe possibile modificare il corso di diploma di strumento presso il Conservatorio, includendo nel quinquennio anche la parte obbligatoria di formazione didattico-pedagogica?
  3. Potrebbe questo nuovo percorso formativo diventare direttamente abilitante, riducendo i tempi d’accesso a incarichi a tempo indeterminato da 7 (5+2) a 5 anni, costituendo così un’alternativa ai due anni di “formazione abilitante” o ai consueti concorsi a cattedra?
  4. Un diplomato del corso IGP di Innsbruck (di 4 anni) riceve l’abilitazione all’insegnamento in Alto Adige o questa persona deve frequentare i 2 anni di formazione aggiuntiva in didattica?
  5. In Austria i diplomati IGP possono insegnare solo nelle scuole di musica private. In Alto Adige anche nella scuola dell’obbligo. Per quale motivo la Provincia “conferisce” loro questa abilitazione e quale fondamento legale ha questa cosa?

Bolzano, 2 marzo 2021

Cons. prov.
Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa
Hanspeter Staffler

INTERROGAZIONE SU TEMI DI ATTUALITÀ.

Nel Comune di Brennero, in Val di Fleres, frazione Anichen, la Wipptaler Bau vorrebbe aprire una cava chiamata “Lochen”. Il progetto è già stato discusso a fine 2013, ma non è stato realizzato. Nel settembre 2020 è stato presentato il progetto esecutivo al Comune (progetto n. 13132PT), con dimensioni veramente notevoli di 7,5 ha e 280.000 m3. Gli abitanti di Anichen/Fleres a differenza del 2013 non sono stati informati e hanno preso atto della situazione a fatto compiuto, dopo la delibera di approvazione della Commissione edilizia. Adesso il progetto giace nell’ufficio Via. Nella frazione ci si preoccupa della dimensione della cava, il prevedibile aumento di camion e le polveri che minacciano l’agricoltura e in particolare colture biologiche avviate con successo nell’ultimo decennio.

Si chiede alla Giunta provinciale:

  1. Il progetto citato viene trattato secondo la vecchia legge urbanistica, oppure secondo la nuova legge Territorio e Paesaggio n. 9/2018?
  2. E’ conforme alla legge portare avanti un progetto di cava di queste dimensioni e di questo impatto senza prima aver elaborato e approvato un “programma di sviluppo comunale per il territorio e il paesaggio”?

Bolzano, 2 marzo 2021

Cons. prov.
Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa
Hanspeter Staffler

 

Qui potete scaricare la risposta della giunta.

INTERROGAZIONE SU TEMI DI ATTUALITÀ.

In attuazione della mozione n. 67/19, la Giunta provinciale ha incaricato l’Azienda musei provinciali di svolgere un’analisi, effettuata ora dalla Sinloc di Padova. Nei primi incontri ci risulta che l’azienda ha presentato ai suoi interlocutori (per es. la giunta comunale di Bolzano) alcune possibili sedi come il Virgolo, via Museo, il Carcere di Bolzano e un’area in zona castel Mareccio. Non risulta che siano state citate come possibili alternative l’edificio ex INA, o il nuovo polo bibliotecario. Inoltre, non è chiaro come si svolgerà il processo partecipativo previsto dalla mozione (“Il processo decisionale sarà accompagnato da processi partecipativi…”).

Si chiede alla Giunta provinciale:

  1. Quale mandato la Provincia e/o l’Azienda musei provinciali hanno dato alla Sinloc circa i modi con cui condurre l’analisi e circa i contenuti della scelta da effettuare?
  2. In particolare, con quali criteri e soprattutto da chi sono state scelte le alternative di nuova sede, tra cui scegliere, che la Sinloc ha presentato ai soggetti che finora ha consultato?
  3. Che cosa è previsto in ordine ai “processi partecipativi” che dovrebbero accompagnare il processo decisionale? Chi e come è stato e verrà consultato? Ci saranno momenti di ascolto della cittadinanza, e come? E quali momenti partecipati vi avranno un carattere pubblico?
  4. I risultati del lavoro della Sinloc saranno resi pubblici, e come?

Bolzano, 1 marzo 2021

Cons. prov.
Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa
Hanspeter Staffler

INTERROGAZIONE SU TEMI DI ATTUALITÀ.

Nell’articolo 17 della L.p. n. 9 del 2018, Territorio e paesaggio, il comma 5 prevede quanto segue:
“(5) Salvo prescrizioni contrastanti del piano paesaggistico, gli edifici destinati ad abitazioni, esistenti dal 24 ottobre 1973 con una volumetria di almeno 300 m3 all’interno di superfici individuate quali verde agricolo e non appartenenti ad un maso chiuso, possono essere ampliati fino a 1.000 m3.”. Questa formulazione non specifica se i 1000 m³ aggiuntivi siano calcolati solo sopra terra, oppure facendo la somma della cubatura sopra e sotto terra. In una analoga norma che riguarda i masi chiusi, (art. 37 comma 4) la dizione “volumetria complessiva” suggerisce la somma di quanto viene realizzato sia sopra che sotto terra.

Si chiede alla Giunta provinciale:

  1. L’ampliamento di 1000 m³ di cui al comma 5 dell’articolo 17 della L.p. 9/2018 va calcolato solo considerando la nuova cubatura sopra terra (con la cubatura sotto terra esclusa, dunque “libera”), oppure va considerata sia la cubatura in più realizzata sopra terra che quella sotto terra? Oppure valgono altri criteri di calcolo per arrivare ai 1000 m³ e se sì, quali?
  2. In base a quale normativa è stata formulata la risposta alla domanda 1?

Bolzano, 24 febbraio 2021

Cons. prov.
Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa
Hanspeter Staffler

MOZIONE.

Chiunque può accedere a Internet e usare i mezzi di comunicazione social per lanciare messaggi, esprimere la propria opinione, raccontare storie, lanciare iniziative e proprio questo è il bello della rete. Purtroppo però ancora troppe persone sono poco consapevoli dell’effetto che un messaggio espresso in rete può provocare. E a volte gli effetti sono vere e proprie ondate di violenza. Seppur a parole, seppur filtrata da uno schermo, chi subisce questi attacchi vive un’esperienza di vera violenza fisica.

Bisogna dire basta e fare di tutto per creare uno scudo difensivo efficace a protezione di ogni persona che viene offesa, discriminata, attaccata sulla rete.

Ogni persona può essere vittima di questo odio, tuttavia esso colpisce di più donne e ragazze e contro di loro la violenza assume immancabilmente i caratteri del sessismo. Soprattutto le donne esposte nella sfera pubblica (politiche, giornaliste, docenti, ecc.) quando vengono criticate, vengono molto spesso attaccate sul loro aspetto e sul loro corpo con l’obbiettivo di umiliarle e di zittirle. Lo notiamo tutti i giorni: donne di destra e di sinistra, di qualsiasi professione, se esposte pubblicamente, prima o poi vengono colpite e sbeffeggiate per il loro aspetto fisico. Se poi osano prendere posizione su temi sensibili come diritti di genere, migranti, rifugiati e minoranze linguistiche o religiose, gli attacchi diventano sempre più violenti e sessisti. I social media sono il mezzo più rapido e meno controllato su cui questi attacchi vengono lanciati e diffusi. Sappiamo che anche tutte le donne presenti nel nostro Consiglio provinciale ne hanno fatto prima o poi esperienza sulla loro pelle e a tutte loro esprimiamo la nostra solidarietà.

Nel 2020 Amnesty International Italia ha reso pubblici i risultati di una ricerca chiamata Barometro dell’odio – Sessismo da tastiera. La ricerca è stata svolta tra novembre e dicembre 2019 e ha preso in analisi i contenuti relativi a 20 personalità note, 10 donne e 10 uomini, valutando complessivamente 42.143 commenti. Dall’analisi è emerso che il 14% dei commenti risulta essere offensivo, discriminatorio o hate speech. Quando però il tema oggetto della discussione è “donne e diritti di genere” l’incidenza dei commenti offensivi sale al 29%.

Le donne vengono attaccate più spesso, rispetto agli uomini e uno su tre di questi attacchi risulta essere di carattere sessista. Negli attacchi personali alle donne il tasso di hate speech è del 2,5%, mentre per gli uomini è del 1,6 per cento. Se si tratta di personaggi promotori dei diritti delle persone Lgbt, i commenti di odio sfiorano il 40%.

Il tema è quindi di attualità e sempre più pressante. In Alto Adige esistono progetti nelle scuole, coadiuvate da centri specialistici come il Forum Prävention, contro il cyberbullismo e per l’uso consapevole dei social media. Tuttavia, la scuola non può fare tutto e ogni progetto scolastico può moltiplicare la sua efficacia solo se al suo esterno si affermano il ripudio della violenza e una cultura del dialogo. Serve quindi un intervento a largo raggio nella società e nella pubblica opinione e qui la Provincia trova il suo spazio di azione.  Le persone offese non vanno lasciate sole e la stessa Provincia ha la possibilità di promuovere azioni per prevenire l’odio e scoraggiarlo, per promuovere una cultura del dialogo, per creare un ambiente solidale e protettivo, per diffondere esempi di solidarietà, non violenza e coraggio civile, per motivare uomini (questi particolarmente importanti, poiché le vittime in maggioranza sono donne!) e donne a fare da testimoni contro l’odio e il sessismo.

Tutto ciò considerato, il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano impegna la Giunta provinciale:

  1.  A realizzare – in stretta collaborazione con i diversi soggetti interessati, come ad esempio il comitato per le pari opportunità, rappresentanti dei media, comitato provinciale per le comunicazioni, artisti e artiste, persone attive per i diritti umani, Università di Bolzano, consulta degli studenti, consulta dei genitori, associazioni impegnate per i diritti e il rispetto, enti e centri di competenza e così via – una campagna di sensibilizzazione per una comunicazione rispettosa e non violenta, contro l’odio e la violenza sessista sul web.
  2. A coinvolgere, dal mondo della politica, della cultura, del giornalismo, dell’arte, uomini (soprattutto) e donne, disposti a rendersi testimonial per una tale campagna di sensibilizzazione.
  3. A diffondere la campagna di sensibilizzazione per una comunicazione rispettosa e non violenta, contro l’odio e la violenza sessista sul web su tutti i mezzi di comunicazione disponibili sul territorio provinciale (giornali, testate online, TV, radio, socialmedia, ecc.)

 

BZ, 15.02.2021

Cons. prov.

Riccardo Dello Sbarba

Brigitte Foppa

Hanspeter Staffler

COMUNICATO STAMPA.

Lunedì 15 febbraio 2021 si è tenuta la seduta straordinaria di Consiglio provinciale. Al centro del dibattito c’era una mozione presentata dall’opposizione per ottenere un maggiore coinvolgimento del Consiglio provinciale nelle decisioni della Giunta per gestire la pandemia. Dopo un dibattito acceso e a momenti surreale (accompagnato dalla protesta della gente in piazza) la maggioranza ha accolto la proposta.

Vedremo se questa misura contribuirà a trovare dei provvedimenti più efficaci e soprattutto accettati e sostenuti dalla popolazione. “Il nostro vero nemico è il virus. Solo insieme, attenendoci alle misure di precauzione e investendo in una comunicazione chiara e coerente riusciremo a vincerlo” lo abbiamo ribadito con forza nel corso del dibattito.

Per prima cosa: comunichiamo chiaramente i criteri con cui vengono decisi i provvedimenti. Sono criteri europei? Sono quelli che si usano a Roma? O abbiamo i nostri propri criteri? Importante è capirlo – e spiegarlo.

Abbiamo istituito una commissione di esperti a livello provinciale: usiamola bene. Da quello che ci è dato sapere, finora il loro contributo nella presa delle decisioni della Giunta è stato ininfluente. Abbiamo investito soldi e speranze in questa commissione. Perché le indicazioni di esperte e di esperti possono essere decisive, non solo per l’individuazione delle misure più corrette, ma soprattutto per poterle spiegare alle cittadine e ai cittadini.

Ammettiamo i nostri errori. La Giunta ha fatto tanti errori. La situazione eccezionale rende più che umano fare errori. L’importante è ammetterlo e imparare da questi. Vedremo se un maggiore coinvolgimento del Consiglio porterà dei miglioramenti in questo senso.

Basta illudere le persone. Secondo noi l’errore da non ripetere assolutamente è quello di illudere e dare alle persone false speranze. Per guardare al futuro, abbiamo bisogno di realtà, anche se fa male. Perché è solo sulla realtà che si possono fare progetti, non sulle illusioni.

Il “Sonderweg” dell’Alto Adige è fallito. Iniziamo da qui: facciamo un bagno di umiltà, guardiamo a chi ha fatto meglio, impariamo, facciamo rete con altre regioni, a Nord e a Sud, e guardiamo avanti.

#noicisiamo

BZ, 16.2.2021

I Consiglieri provinciali Verdi

INTERROGAZIONE SU TEMI DI ATTUALITÀ.

Ci viene riferito da persone che per motivi di celiachia devono alimentarsi con prodotti senza glutine che l’acquisto di tali prodotti pone ancora dei problemi. Ad esempio ci sono farmacie che nonostante ripetute richieste non forniscono un listino prezzi per poter scegliere quali prodotti ordinare. Pretendono che la/il cliente arrivi già con una lista di ordinazioni pronta. C’è poi il problema che presso la grande distribuzione i buoni non sono spendibili e che il negozio più fornito di Bolzano, Glutenfreeworld, presso il quale molti celiaci si riforniscono, vende i prodotti spesso con prezzi superiori del 50% rispetto ai supermercati.
Nel resto d’Italia i buoni si possono spendere anche fuori dalla regione di residenza. In provincia di Bolzano purtroppo non ci sono prodotti freschi senza glutine, (fatta eccezione per Ultner Brot che però fa solo pane e biscotti). In altre parti d’Italia la dieta dei celiaci è molto più varia e sana, in quanto la disponibilità di prodotti freschi come pasta, brioches, pane e derivati è ampia.

Si chiede alla Giunta provinciale:

  1. Quale è la direttiva alle farmacie sulle necessità di trasparenza dei prezzi dei prodotti senza glutine, considerando che buoni per celiaci sono soldi pubblici?
  2. Quali sono le direttive e le prospettive sulla spendibilità dei buoni presso la grande distribuzione, al fine di ottenere prezzi più equi?
  3. Per quali ragioni i buoni per celiaci erogati in Provincia di BZ sono al momento spendibili solo in Provincia?
  4. Quali sono le direttive e le prospettive sulla spendibilità dei buoni fuori Provincia (anche a Trento non si possono spendere)?

BZ, 16.02.2021

Landtagsabgeordnete
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba
Hanspeter Staffler

Qui potete scaricare la risposta della giunta.

COMUNICATO STAMPA.

Nella seduta straordinaria del Consiglio provinciale tenuta oggi, l’opposizione ottiene un importante successo: passa la mozione dell’opposizione unita, cofirmata anche dalla maggioranza, che impegna la Giunta, ed in particolare il Presidente a tenere periodici incontri istituzionali con il collegio dei capigruppo, a condividere regolarmente le informazioni sull’evoluzione della pandemia, a informare in ogni caso prima di assumere decisioni importanti il Consiglio provinciale del contenuto e delle ragioni delle stesse, e di riferire all’inizio di ogni seduta del Consiglio provinciale sull#andamento della pandemia.

La scarsa comunicazione, la mancata trasparenza, le decisioni spesso criticate dagli stessi membri della giunta – tutto questo condito da un vertiginoso espandersi dei contagi in Alto Adige: una situazione insostenibile. Nella giornata odierna si è quindi tenuta su richiesta delle opposizioni una seduta straordinaria del Consiglio provinciale. Dopo un ampio dibattito, maggioranza e opposizione hanno trovato un accordo firmato dai capigruppo di tutte le forze politiche che va a definire la “collaborazione costruttiva” tra le istituzioni per quanto riguarda le misure correlate alla pandemia: periodici incontri istituzionali tra Landeshauptmann e capigruppo, condivisione delle informazioni sull’evoluzione della pandemia all’inizio di ogni seduta del Consiglio provinciale e in ogni caso prima di assumere decisioni importanti. Il Consiglio provinciale torna così a rivestire il ruolo centrale che il nostro statuto gli assegna.
L’accordo raggiunto rappresenta un primo passo importante per ottenere una migliore collaborazione tra maggioranza e opposizione e con la Giunta provinciale. Tuttavia questo accordo non significa che la Giunta non dovrà assumersi le sue responsabilità circa la gestione deficitaria della crisi pandemica vista finora.

Firmato: Le forze di opposizione all’interno del Consiglio provinciale