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È il momento di rinnovare la promessa dell’Europa

Un voto per i Verdi è un voto per il cambiamento. È un voto per non perdere/rinunciare all’Europa, ma per farla diventare la promessa che era: un’unione non di interessi egoistici, ma di responsabilità condivisa. Un’unione che non favorisca guadagni finanziari per pochi, ma il progresso economico e sociale per tutti. Un’unione che guidi il mondo, proteggendo le persone e il pianeta.

È ora il momento di rispettare quella promessa. È ora il momento di cambiare.

Siamo un movimento davvero europeo, unito dalla nostra visione, dalla nostra missione e dalla nostra passione. Dall’Irlanda alla Georgia, dalla Norvegia a Malta, lottiamo per la dignità umana, la sostenibilità, l’uguaglianza, la pace e la solidarietà. Lo facciamo nei parlamenti e per le strade. Oggi, però, delle forze potenti cercano di portarci indietro. Da un lato, dei nuovi gruppi usano tattiche aggressive e la tentazione dell’odio per ingannare e irrompere nelle stanze del potere. Dall’altro, i politici dello status quo non riescono a mettere in atto un vero cambiamento in un periodo storico che richiederebbe azioni ambiziose.

Il Regno Unito ha deciso di lasciare l’Unione e altre forze vogliono indebolirla. L’autoritarismo, il razzismo, il neoliberismo, il terrorismo e le guerre nei Paesi vicini, ognuno a proprio modo, hanno eroso il senso di sicurezza per molti europei.

La crisi finanziaria e le politiche di austerità hanno lasciato milioni di persone in povertà, mentre le grandi multinazionali eludono le tasse. Le persone in fuga da guerre e persecuzioni hanno smascherato i governi nazionali che si rifiutano di aiutarle, mentre l’Europa nel suo insieme è più ricca che mai. La crisi climatica rischia di abbattere rapidamente le fondamenta stesse della nostra civiltà.

Il futuro dell’Europa è in pericolo. È ora il momento di cambiare.

Ora più che mai abbiamo bisogno di agire. Dobbiamo costruire un’Europa democratica e inclusiva, socialmente giusta e sostenibile dal punto di vista ambientale. Abbiamo bisogno di un’economia che serva le generazioni attuali quanto quelle future. Abbiamo bisogno di un’Europa che si assuma una responsabilità globale e non lasci indietro nessuno.

Nel mondo globalizzato di oggi, nessun Paese è abbastanza grande per affrontare da solo i problemi. Possiamo riprendere il controllo solo lavorando insieme e guardando al futuro, non costruendo muri e ripiegandoci nel passato. Siamo guidati dagli obiettivi di sviluppo sostenibile, che forniscono una roadmap per tutti i Paesi.

L’Unione europea è lungi dall’essere perfetta ma può essere una forza potente al servizio del bene. Possiamo costruire sui risultati raggiunti e cambiare ciò che non ha funzionato. Lavorando insieme, l’Europa può ridurre la povertà e creare posti di lavoro, affrontare la crisi climatica e ripristinare la nostra natura, combattere la discriminazione e difendere la libertà.Sappiamo che costruire questa Europa non sarà facile. I vecchi partiti dello status quo resistono da tempo alle richieste di riforme progressiste. Ma noi  ci impegniamo a lavorare duramente ogni giorno con persone, organizzazioni e movimenti che lottano per il cambiamento in tutto il continente, sostenuti da un numero crescente di europei. Il futuro è Verde.Nel corso degli anni, il nostro lavoro continuo ha prodotto molti successi. Quando i Verdi hanno svolto un ruolo guida, l’Europa ha compiuto passi importanti investendo nelle energie rinnovabili, tutelando la privacy delle persone online, migliorando il riciclaggio dei rifiuti e vietando i pesticidi nocivi. Grazie alla leadership dei Verdi, l’Europa sta adottando politiche a difesa dei whistleblower, che divulgano informazioni nell’interesse pubblico, intervenendo contro governi autoritari, vietando plastiche inutili e combattendo l’evasione fiscale dei grandi gruppi, solo per citare qualche esempio.Un voto per i Verdi fa davvero la differenza. Ma resta ancora molto lavoro da fare.Vogliamo un’Europa in cui i giovani non debbano più lottare per trovare posti di lavoro dignitosi; in cui le donne non siano discriminate sul lavoro; in cui i proprietari di piccole imprese non soffrano la concorrenza fiscale sleale da parte delle grandi società. Dove i genitori non debbano preoccuparsi dell’esposizione dei figli a sostanze chimiche dannose; i giornalisti di essere messi a tacere da potenti interessi; e le persone transessuali di essere vittime di violenza per strada. Dove gli anziani non vivano in estrema povertà e la gente non anneghi nel Mediterraneo. Dove gli animali non vengano più maltrattati nelle industrie e le antiche foreste trasformate in legname per un profitto nel breve periodo.Ma non possiamo farcela da soli. Unisciti a noi e alla nostra passione per un futuro giusto e sostenibile.È il momento di rinnovare la promessa dell’Europa.

Lasciare in eredità ai bambini e ai giovani un pianeta pulito e sicuro

Vogliamo che l’Europa guidi il mondo in una giusta transizione verso società sostenibili. Rendere la nostra economia più ecologica è un’opportunità storica per creare posti di lavoro e migliorare la qualità della vita, assicurandoci che nessuno sia lasciato indietro. La crisi climatica, la distruzione della natura e l’uso eccessivo di risorse minacciano le fondamenta del nostro benessere e della nostra ricchezza, persino la nostra sicurezza. Il progresso umano può avvenire solo all’interno dei confini del pianeta.

La sostenibilità ambientale non è un lusso, è una necessità. Con il calo della biodiversità, l’aria inquinata e l’accelerazione della crisi climatica, l’Europa deve fare molto di più, molto più velocemente, in tutti i campi. Abbiamo l’obbligo di preservare l’ambiente, per le persone oggi come per i nostri figli domani. Dobbiamo garantire che tutti coloro che erediteranno il pianeta siano rappresentati.

Azioni per il clima. L’Europa deve avere un ruolo guida nelle azioni per il clima e rendere l’accordo di Parigi una realtà. Vogliamo che l’UE adotti ogni misura possibile per limitare l’aumento della temperatura a 1,5 gradi al di sopra dei livelli preindustriali. Chiediamo una legge europea sul clima, con bilanci di carbonio vincolanti che riducano le emissioni di almeno il 55% entro il 2030 e che costruiscano un’economia a zero emissioni nette. La legislazione deve includere il ripristino di pozzi naturali di carbonio nelle foreste e nel suolo.Per fare da guida, l’Europa deve incrementare i finanziamenti internazionali per il clima. Se i Paesi chiave al di fuori dell’UE si rifiutano di limitare le emissioni, si possono introdurre adeguamenti fiscali alle frontiere per garantire parità di condizioni per i lavoratori e le imprese europei. Vogliamo un prezzo minimo considerevole sul carbonio nel sistema di scambio delle quote di emissioni.

Energia. Non un solo euro dei contribuenti dovrebbe andare a finanziare i combustibili fossili. Si possono reinvestire fondi disinvestiti dall’energia fossile in soluzioni sostenibili, quali l’efficienza energetica, i treni transfrontalieri e l’agricoltura sostenibile.Per raggiungere gli obiettivi sul clima, l’Europa deve eliminare gradualmente il carbone entro il 2030 e altri combustibili fossili, compreso il gas, il prima possibile. Il nucleare e il fracking non hanno alcun ruolo nel futuro dell’energia pulita.Vogliamo rendere l’efficienza energetica e il risparmio energetico la priorità principale, affrontando al contempo la povertà energetica. Se effettuata correttamente, la transizione verso un consumo di energie rinnovabili al 100% abbatterà l’inquinamento, creerà posti di lavoro e aumenterà la nostra indipendenza energetica, permettendo al contempo ai cittadini di svolgere un ruolo più attivo.

Trasporti. Per costruire un sistema di trasporti sostenibile occorre investire nelle ferrovie, affinché colleghino Paesi e regioni europei tramite treni più accessibili e convenienti, compresi treni veloci e notturni. Nel complesso, trasporti pubblici più presenti e una riduzione della necessità di trasporto, possono essere una soluzione alla congestione del traffico e all’inquinamento in tutta Europa. Il trasporto merci può essere dirottato su rotaia o sulle vie navigabili esistenti, senza ulteriori danni ambientali. Camion, furgoni, treni, navi e aerei dovranno diventare veicoli a zero emissioni.I finanziamenti ai trasporti sostenibili possono essere trovati sottraendoli alle sovvenzioni ai viaggi aerei con l’introduzione di una tassa europea sui voli, l’IVA europea sui biglietti e la fine dell’esenzione sul cherosene per gli aerei, sostenendo al contempo aree remote come le isole che non hanno altri mezzi di trasporto. La tassazione dei voli e del trasporto su strada secondo il principio “chi inquina paga” renderebbe più equa la competizione tra le varie modalità di trasporto.Dopo il 2030 in Europa non si dovrebbero più vendere auto nuove a carburanti fossili. L’Unione dovrebbe sostenere la creazione di zone a bassa emissione nelle città in tutta Europa e promuovere gli spostamenti in bicicletta e a piedi. Per avere un ruolo, i biocarburanti devono avere una bassa impronta di carbonio e non devono competere con la produzione alimentare o causare perdite di biodiversità.

Ambiente e protezione della natura. Un’azione decisa per l’ambiente può migliorare la vita di milioni di europei. Oggi l’inquinamento atmosferico da solo causa ogni anno oltre 400.000 morti premature nell’UE e provoca un peggioramento della qualità della vita di altri milioni.Fissare limiti più stretti sull’inquinamento significa proteggere l’aria che respiriamo. Il passaggio a un’agricoltura sostenibile rende l’acqua che beviamo più pulita. Vietare sostanze chimiche pericolose aiuta a prevenire i problemi di salute. Le soluzioni pulite hanno un mercato globale in rapida crescita, con relativi posti di lavoro e salari.Per tutelare la nostra preziosa natura, vogliamo espandere le aree protette in modo significativo, assicurarci che includano gli ecosistemi chiave e garantire che la protezione funzioni davvero. Una maggiore ambizione deve essere accompagnata da maggiori finanziamenti. L’UE dovrebbe essere protagonista nel far rispettare le misure di base per avere ambienti sani. Le infrastrutture e gli altri progetti finanziati con denaro pubblico europeo non dovrebbero mettere in pericolo la biodiversità, ma piuttosto aiutare a salvarla e ripristinarla a livello globale.Chiediamo che il disboscamento insostenibile e illegale sia rintracciato meglio e sanzionato più duramente. L’UE ha bisogno di strumenti più efficaci per affrontare la deforestazione relativa ai prodotti alimentari importati e ad altri prodotti. E i suoli europei devono essere protetti dal degrado e risanati, anche per aumentare la loro capacità di trattenere scarse risorse idriche.Vogliamo estendere le aree marine protette al 20% dei nostri mari. I controlli delle emissioni di zolfo prodotte dalla navigazione devono essere estesi a tutte le coste e gli olii combustibili pesanti vanno vietati nelle regioni artiche e antartiche.

Economia circolare. La nostra attuale economia si basa sul ciclo seguente: si prendono le risorse dalla natura, si fabbricano prodotti, si usano e si buttano via. Questo modello lineare deve essere sostituito da un’economia circolare, che crea più valore utilizzando meno risorse, assicurandosi al contempo che ciò non comporti l’utilizzo di sostanze più pericolose. Invece di consumare continuamente più risorse, dobbiamo consumare in modo più intelligente e con moderazione.

Vogliamo che i prodotti durino più a lungo, che siano facilmente riparabili e che si aumenti la durata delle garanzie per combattere l’obsolescenza programmata. Andrebbe impedito alle aziende di buttar via cibo commestibile tra i rifiuti. Le materie plastiche non riciclabili devono essere tassate o vietate, vanno sviluppate alternative sostenibili e occorre aumentare gli obiettivi di riciclaggio e riutilizzo. Chiediamo inoltre limiti rigorosi all’esportazione di rifiuti e l’introduzione di tasse sull’estrazione e l’importazione di materie prime.

Agricoltura, cibo e animali. Il modo in cui produciamo e consumiamo cibo ha una grande influenza sulla nostra salute, l’ambiente e gli animali. Vogliamo riformare la Politica agricola comune europea per passare dall’agricoltura industriale e gli organismi geneticamente modificati (OGM) a forme di agricoltura sostenibile, come le soluzioni biologiche e agro-ecologiche. L’agricoltura sostenibile aiuta a ridurre le emissioni, salvare le api, rivitalizzare le aree rurali e mantenere sicuri i nostri alimenti. Per proteggere i terreni agricoli, dobbiamo fermare con urgenza l’espansione urbana.

Vogliamo reindirizzare i sussidi agricoli verso l’agricoltura sostenibile, con condizioni eque e basate sui risultati. Pesticidi nocivi come il glifosato dovrebbero essere vietati. Le norme sul commercio dovrebbero consentire agli Stati membri di compensare i produttori nazionali per i costi aggiuntivi dovuti a norme più severe in materia di ambiente, protezione degli animali o di salute pubblica. Per compiere scelte informate, le persone hanno bisogno di sapere cosa contiene il cibo, da dove viene e come è stato prodotto. Vogliamo ridurre il consumo di carne a favore di una alimentazione basata sui vegetali, più sana e sostenibile.

La pesca in Europa deve avvenire entro limiti sostenibili. La chiusura stagionale della pesca che consente il ripristino degli stock ittici dovrebbe essere rispettata da tutti gli Stati membri. La pesca illegale va fermata e il pesce importato deve soddisfare gli standard di conservazione europei.

Vogliamo porre fine alla pesca a strascico di fondo e ad altre forme particolarmente distruttive di pesca industriale e limitare l’impatto della pesca a contatto di fondo sugli ecosistemi.

Gli animali hanno il diritto di vivere liberi da maltrattamenti, motivo per il quale chiediamo il divieto di allevamento di animali da pelliccia, di trasporto di animali vivi su lunghe distanze e di test su animali. Agli animali nelle fattorie dovrebbe essere garantito il diritto di comportarsi in modo naturale. Nessun denaro pubblico dovrebbe andare alla zootecnia industriale.

Giustizia ambientale. Alla base dell’azione per la sostenibilità vi è il rafforzamento della legislazione ambientale e una sua migliore applicazione a tutti i livelli, comprese azioni legali contro coloro che la violano. Occorre garantire il diritto all’informazione e migliorare l’accesso alla giustizia ambientale per i cittadini e le organizzazioni della società civile. L’UE deve produrre un nuovo e ambizioso programma di azione ambientale. Chiediamo anche di istituire un tribunale internazionale per l’ambiente per affrontare le violazioni più gravi del diritto ambientale internazionale.

La tutela l’ambiente è anche una questione sociale. I danni ambientali colpiscono spesso in modo sproporzionato coloro che sono già in difficoltà, come le comunità a basso reddito e i Paesi poveri, per non parlare delle generazioni future. Le grandi opere devono essere avviate solo dopo adeguate consultazioni con le popolazioni locali. Sosteniamo la giustizia ambientale.

La transizione verso un’economia verde non avverrà da un giorno all’altro e non sarà sempre facile. I lavoratori e le regioni hanno bisogno di una transizione giusta verso mezzi di sussistenza sostenibili. Andrebbe istituito un piano europeo speciale per finanziare la riqualificazione e il passaggio a nuovi posti di lavoro, che fornisca sicurezza sociale e mitighi le insicurezze.

Prosperità condivisa in un’economia equa e un’unione basata sulla solidarietà

Vogliamo costruire un’Europa sociale con un’economia sostenibile e  giustizia fiscale. Tutti in Europa dovrebbero avere il diritto a un reddito decente e a servizi pubblici di base. Dobbiamo riformare il sistema economico in modo che funzioni per le persone e rispetti i limiti del pianeta. Un Green New Deal destinerebbe miliardi di euro a investimenti e innovazione sostenibili. Condividendo i benefici dell’economia possiamo coinvolgere tutti.

Decenni di cooperazione europea sono riusciti a costruire un’unione economica. Ora dobbiamo fare il passo successivo e fare in modo che l’UE sia al servizio di tutti. Dobbiamo assicurarci che la giustizia sociale sia posta al centro della nostra Unione; abbiamo bisogno di costruire un’Europa davvero sociale.

Povertà. Oggi una persona su quattro in Europa vive a rischio di povertà ed esclusione sociale, compresi 25 milioni di bambini: è inaccettabile. Quando l’Europa nel suo insieme è più ricca che mai, tutti meritano uno standard di vita decente.

Ridurre la povertà e affrontare le disuguaglianze deve essere il fondamento di tutte le politiche economiche e sociali. Rifiutiamo le misure di austerità che hanno portato all’aumento della povertà e al peggioramento dei servizi pubblici.

Diritti sociali. Per rendere il Pilastro europeo dei diritti sociali una realtà, chiediamo di introdurre una legislazione europea per garantire regimi di reddito minimo adeguati in tutti i Paesi europei. Questo livello adeguato di sostegno sociale sarebbe fornito dagli Stati membri a tutti coloro che sono privi di altre fonti di reddito, tenendo conto degli standard di vita locali e delle differenze nei sistemi nazionali e mirando a una protezione equivalente per tutti i cittadini. Gli standard esistenti non possono essere abbassati. Siamo anche convinti che siano necessarie visioni audaci, che potrebbero essere supportate da studi e test su un reddito di base universale.

L’Europa deve garantire a tutti i diritti sociali essenziali, come l’accesso all’assistenza sanitaria, all’alloggio e all’istruzione. Gli investimenti pubblici in alloggi sociali, economici ed efficienti sotto il profilo energetico dovrebbero essere sostenuti da fondi europei. Dobbiamo adottare un approccio europeo nei confronti della politica di edilizia popolare e proteggere dallo sfruttamento gli affittuari di immobili.

Salute. L’UE dovrebbe spingere gli Stati membri a conseguire una copertura sanitaria universale, ridurre le disuguaglianze sanitarie e garantire l’accesso ai farmaci. Dobbiamo concentrarci maggiormente sulla prevenzione dei problemi di salute fisica e mentale, non solo sul loro trattamento.

La politica sulle droghe deve basarsi su prove, non pregiudizi. I Paesi europei dovrebbero riformare le politiche sulle droghe per aiutare, non punire, le persone che soffrono di abuso di sostanze.

Inclusione e coesione. L’Europa non dovrebbe lasciare indietro nessuno, che si tratti di regioni remote o scarsamente popolate o gruppi di persone vulnerabili. Vogliamo rafforzare la coesione territoriale riducendo le disparità regionali, sia all’interno dei confini nazionali che tra gli Stati membri, offrendo alle persone pari opportunità indipendentemente da dove siano nati o vivano.

L’Europa deve assumere un ruolo guida nell’attuazione della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, sia all’interno dell’UE che a livello mondiale. Vogliamo rendere accessibili infrastrutture, trasporti e comunicazioni. Le persone con disabilità devono essere incluse nelle decisioni che li riguardano, compreso il pieno accesso al voto.

Lavoro. Il lavoro può fornire reddito, comunità e uno scopo nella vita. Per creare posti di lavoro di qualità e relativa formazione per chi è in cerca di opportunità lavorative, è necessario un ampio ventaglio di misure da parte delle imprese come della società, dalla riqualificazione e il miglioramento delle competenze al sostegno all’imprenditorialità sociale e alla creazione di piccole imprese.

I diritti del lavoro per tutti sono il fondamento di una società prospera e inclusiva. Sosteniamo il diritto dei lavoratori di organizzarsi nei sindacati, nonché la contrattazione collettiva, il dialogo sociale e la partecipazione dei lavoratori.

L’Europa deve permettere e tutelare il movimento transfrontaliero dei lavoratori in modo che le persone non si perdano in sistemi sociali frammentati a livello nazionale. Un numero di previdenza sociale europeo e un migliore riconoscimento delle professioni faciliterebbero il lavoro negli altri Paesi. Vogliamo proteggere i diritti dei lavoratori migranti e combattere tutte le forme di sfruttamento del lavoro e il lavoro forzato in Europa.

Circa una persona su dieci che ha un lavoro è a rischio di povertà in Europa. Vogliamo aggiornare le norme sul lavoro e i regimi di welfare, in modo che riconoscano la natura mutevole del lavoro, proteggendo anche i lavoratori autonomi e i lavoratori della gig e della platform economy. Una soluzione potrebbe essere un’assicurazione di disoccupazione per l’eurozona, aperta anche ad altri che desiderino partecipare, che garantisca una copertura di base, integrata da indennità di disoccupazione nazionali.

La vita lavorativa deve essere sicura, sana ed equa. Lo stress lavorativo è una delle cause principali dei giorni di lavoro persi e del malessere dei lavoratori. Per questo motivo chiediamo che si affrontino meglio i rischi per la salute psicosociale nella legislazione dell’UE. La riduzione e la ridistribuzione degli orari di lavoro dovrebbero essere rese più facili e seguire i desideri dei lavoratori, ad esempio quando i genitori rientrano dal congedo parentale. Vogliamo anche che tutti i Paesi garantiscano un congedo di malattia retribuito per i lavoratori.

Istruzione, ricerca e cultura. L’istruzione è uno strumento che consente alle persone di migliorare la propria vita, comprendere il mondo e impegnarsi nella società. È anche un investimento per il futuro, in quanto le persone istruite e qualificate sono alla base di un’economia vivace e di una democrazia funzionante. Vogliamo rendere l’Europa leader mondiale nell’istruzione e nella ricerca.

La nostra visione a lungo termine è un’istruzione gratuita e accessibile a tutti per ridurre le disuguaglianze. L’istruzione dovrebbe permettere di sviluppare le competenze necessarie nell’economia verde dell’informazione. Tutti dovrebbero avere l’opportunità di accedere all’apprendimento permanente e di cambiare carriera.

L’Europa ha bisogno di far leva sulle conoscenze e sulla scienza. Vogliamo aumentare considerevolmente i finanziamenti indipendenti per ricerca e innovazione per affrontare le grandi sfide della società, dopo il successo del programma Orizzonte 2020.

Chiediamo inoltre che si moltiplichino i finanziamenti europei per gli scambi studenteschi. Il programma di scambio Erasmus+ va ampliato e rafforzato per consentire alle persone di ogni estrazione di lavorare, formarsi o studiare in un altro Paese.

Un settore artistico e  culturale vivace è importante sia di per sé che come fonte di benessere, lavoro e reddito. Sosteniamo la diversità culturale, la libertà artistica e l’accesso alla cultura per tutti.

Riconosciamo che le molteplici identità che abbiamo in tutta Europa svolgono un ruolo importante nella difesa della democrazia. Gli investimenti in cultura possono permettere di creare nuove connessioni e tradizioni, avvicinare le comunità e rafforzare un senso di appartenenza. Crediamo che l’accesso alla cultura sia un diritto umano. A livello UE esistono numerose iniziative in campo culturale, come ad esempio Europa Creativa, per le quali andrebbe incrementato il budget.

Giovani. Anni dopo la crisi finanziaria, i giovani europei continuano a dover affrontare una serie di sfide. In alcuni Paesi, la disoccupazione giovanile raggiunge ancora il 40%. Molti avvertono una comprensibile ansia per il futuro, di fronte all’inerzia dei politici dello status quo.

Stiamo dalla parte dei giovani, per costruire società in cui hanno pieno accesso alla protezione e ai diritti sociali, come l’alloggio, l’istruzione e la partecipazione politica. La nostra proposta sul reddito minimo garantirebbe anche una migliore sicurezza sociale per i giovani. Chiediamo posti di lavoro di qualità, un divieto di retribuzioni per giovani discriminatorie e un’adeguata retribuzione per i tirocini.

La Garanzia europea per i giovani, che promette occupazione giovanile, formazione continua, un apprendistato o uno stage entro quattro mesi dalla fine dell’istruzione, deve essere attuata in modo molto più efficace. La Garanzia per i giovani dovrebbe essere resa obbligatoria in tutti gli Stati membri e il suo obiettivo primario dovrebbe essere di garantire un’occupazione stabile, retribuita e di qualità. Finanziamenti sufficienti per il settore del volontariato del Corpo europeo di solidarietà offrirebbero ai giovani l’opportunità e i mezzi finanziari per sviluppare i propri progetti di volontariato.

Anziani. La proporzione di persone anziane sta aumentando rapidamente. Quando le giuste condizioni lo permettono, gli europei anziani hanno molto da offrire, dall’esperienza sul lavoro al volontariato nella società civile, che dovrebbero portare a un qualche tipo di riconoscimento. Nessuno dovrebbe vivere in povertà perché è andato in pensione.

Anche i lavoratori senior devono avere il diritto all’apprendimento permanente. Le persone dovrebbero poter andare in pensione in modo flessibile, ad esempio combinando orari di lavoro ridotti e pensioni part-time. Dobbiamo combattere i pregiudizi e le discriminazioni contro i lavoratori in età avanzata.

Economia. Per soddisfare i bisogni di tutti pur rimanendo entro i limiti ambientali del pianeta, dobbiamo aggiornare il nostro sistema economico. Il passaggio a un’economia  circolare a emissioni zero offre opportunità significative sia per le persone che per l’ambiente.

Cogliere le opportunità della digitalizzazione, dell’intelligenza artificiale e della robotizzazione – affrontando al contempo le sfide e i rischi relativi – può rafforzare l’economia europea. I lavoratori che devono affrontare questa transizione dovrebbero essere sostenuti per adattarsi alla situazione in evoluzione.

Esiste anche un grande potenziale nell’economia equa, sociale, collaborativa e assistenziale. Nuove forme di economia possono combinare la redditività con l’inclusione sociale e la governance democratica. La regolamentazione europea dovrebbe agevolare strumenti alternativi, come le cooperative, il crowdfunding e l’imprenditoria sociale.

Tutti dovrebbero avere accesso a risorse condivise, dette anche “beni comuni”, come aria pulita e acqua, Internet o conoscenza. Le comunità in tutta Europa andrebbero incoraggiate a sviluppare alternative sostenibili e accessibili rispetto agli attuali ruoli dominanti dell’economia di mercato e delle sue lobby.

Il prodotto interno lordo, da solo, è inadeguato come misura del progresso economico. Vogliamo affiancarvi parametri alternativi che riflettono le preoccupazioni sociali e ambientali.

Industria e mercati. Il settore manifatturiero è un motore economico chiave nell’UE, che produce oltre 100 milioni di posti di lavoro diretti e indiretti. La politica industriale verde è rivolta all’innovazione e alle soluzioni intelligenti, per rendere i prodotti e i processi più efficienti sotto il profilo energetico e delle risorse.

Completare il mercato unico può portare occupazione e prosperità, se sono accompagnati da ambiziose regole comuni per proteggere le norme lavoro, i diritti dei consumatori e i servizi pubblici. Esiste un potenziale particolarmente ampio e non ancora sfruttato nel settore digitale e in altri servizi, garantendo al contempo servizi e diritti sociali a lavoratori e consumatori. La globalizzazione ha creato multinazionali che si sottraggono ai controlli e ai contrappesi nazionali. Chiediamo un’autorità europea efficace e indipendente per la vigilanza del settore digitale al fine di controllare e limitare il potere di mercato delle grandi società.

Le piccole e medie imprese (PMI) costituiscono la spina dorsale dell’economia europea. Ci impegniamo a incoraggiare più persone a diventare imprenditori e a sostenere quelli esistenti, in particolare le imprenditrici, le imprese familiari e i migranti. Una regolamentazione più intelligente dovrebbe garantire alle PMI una competizione equa con le grandi imprese e la regolamentazione sulla concorrenza va riformata di conseguenza. Le università dovrebbero essere incoraggiate a lavorare a stretto contatto con le PMI per esplorare le innovazioni. È inoltre importante che l’UE protegga i posti di lavoro e le attività europee contro il dumping sleale delle importazioni e contro la delocalizzazione. Non va permesso agli investimenti esteri diretti provenienti da paesi terzi di minare la sicurezza e l’ordine pubblico.

Appalti pubblici più sostenibili possono essere una forza trainante per rendere l’economia più ecologica. Vogliamo un uso più sistematico di criteri sociali, ambientali e di commercio equo quando gli enti pubblici acquistano prodotti e servizi.

Commercio. I trattati commerciali finora proposti – come CETA, TTIP e TISA – hanno gravi difetti. Frutto di negoziati segreti, hanno trascurato le preoccupazioni sui diritti sociali, i servizi pubblici e l’ambiente. In particolare, rifiutiamo i diritti di risoluzione delle controversie privilegiati per gli investitori, che minano la democrazia.

Continueremo a lavorare per politiche aperte ed equosolidali, a condizione che siano basate su regole internazionali, processi trasparenti e che migliorino – non compromettano – i diritti dei lavoratori, degli agricoltori e dei consumatori, il benessere degli animali e la tutela della salute e dell’ambiente. Preferiamo progressi nell’ambito degli accordi dell’OMC e multilaterali rispetto agli accordi commerciali bilaterali. L’accordo di Parigi, le regole internazionali sulle norme del lavoro e gli obiettivi di sviluppo sostenibile devono costituire la base dei trattati commerciali.

L’Europa deve assicurarsi che le aziende rispettino standard elevati, sia all’interno, sia all’esterno dell’UE. L’Unione e gli Stati membri devono introdurre regole per attuare i principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani e garantire alle persone l’accesso alla giustizia quando le aziende violano queste regole. I Paesi dovrebbero anche lavorare per conseguire un trattato internazionale efficace che abbia lo stesso effetto. Alle multinazionali dovrebbe essere richiesto di esercitare la dovuta diligenza in tutta la filiera produttiva, per assicurarsi che la loro attività non violi i diritti umani o lo sviluppo sostenibile.

Tasse. La tassazione può essere un efficace strumento di equità e sostenibilità. Auspichiamo una riforma fiscale ecologica: tassare di più quel che vogliamo diminuire (uso delle risorse e inquinamento) e tassare di meno quel che vogliamo aumentare (posti di lavoro). L’Europa dovrebbe chiedere agli Stati membri di aumentare le tasse sui combustibili fossili e prendere in considerazione le tasse ambientali a livello europeo, ad esempio su voli e materie plastiche.

Troppo spesso, i poveri devono pagare tasse proporzionalmente più alte rispetto ai ricchi e i piccoli imprenditori più delle grandi società. L’Europa deve evitare gli stratagemmi che consentono ai soggetti facoltosi di eludere le tasse, promuovendo così l’equità fiscale e contribuendo a finanziare i tanto necessari investimenti pubblici.

È particolarmente importante combattere le frodi fiscali e il riciclaggio di denaro che contribuiscono a finanziare la criminalità organizzata. Chiediamo il miglioramento delle norme antiriciclaggio e il rafforzamento dei poteri di indagine europei.

Per promuovere la giustizia fiscale, l’Europa deve adottare misure più forti per chiudere i paradisi fiscali, combattere l’evasione e l’elusione fiscale, sia all’esterno, sia all’interno dell’Unione. Una maggiore armonizzazione su quanto è tassato e come, come una solida base imponibile comune e consolidata per le persone giuridiche (CCCTB) da imporre alle grandi imprese e un’aliquota minima dell’imposta sulle persone giuridiche, ridurrebbe la concorrenza dannosa tra gli Stati membri. Oltre a impegnarsi per questo quadro comune, gli Stati membri dovrebbero conservare la capacità di affrontare gli svantaggi intrinsechi delle loro economie. I benefici derivanti dalla riduzione dell’elusione fiscale dovrebbero a loro volta essere utilizzati anche per gli investimenti europei al fine di ridurre le disuguaglianze sociali e sostenere le comunità svantaggiate e periferiche. L’obbligo per le società multinazionali di segnalare pubblicamente dove pagano le tasse deve essere rafforzato.

La tassazione deve essere adatta alla nostra economia globalizzata. Dobbiamo introdurre misure più severe per combattere la manipolazione del mercato, la speculazione abusiva e l’insider trading e migliorare la trasparenza sui mercati finanziari. Proponiamo un’imposta sulle transazioni finanziarie per limitare la speculazione e finanziare investimenti sostenibili. L’Europa deve trovare anche un modo equo e funzionale per tassare i servizi digitali e gestire le criptovalute.

Mercati finanziari e investimenti. Per garantire la stabilità finanziaria e prevenire crisi future, dobbiamo affrontare i rischi sistemici e impedire alle istituzioni finanziarie di diventare troppo grandi per fallire. Le banche necessitano di requisiti patrimoniali più stringenti e le attività bancarie cruciali per l’economia reale devono essere separate dal trading. L’Europa ha bisogno di una regolamentazione finanziaria più severa per garantire che il settore finanziario contribuisca appieno a un’economia resiliente e sostenibile.

Le regole economiche europee devono incoraggiare, non ostacolare, gli investimenti sociali responsabili. Migliorare l’assistenza all’infanzia, l’istruzione di base e la formazione dei lavoratori e garantire alloggi a prezzi accessibili contribuirà ad aumentare l’occupazione e a ridurre le disuguaglianze sociali. A tutti dovrebbe essere garantito l’accesso ai servizi finanziari di base.

La necessaria transizione verso un’economia sostenibile richiederà grandi investimenti. Proponiamo un Green New Deal considerevole per finanziare e sfruttare gli investimenti in settori quali collegamenti ferroviari transfrontalieri, energie rinnovabili, innovazione sostenibile e transizione giusta, in particolare negli Stati membri più poveri.

Potere delle persone e rispetto reciproco in un’Europa diversificata e femminista

L’Europa è un’unione costruita su valori condivisi. L’UE deve lottare per la parità di diritti per tutti e contro ogni discriminazione. Tutti dovrebbero avere il diritto di essere chi vogliono essere, credere in cosa vogliono credere e amare chi vogliono amare. Vogliamo costruire un’unione femminista e inclusiva, che promuova l’uguaglianza di genere, i diritti umani, la democrazia e la diversità. L’Europa deve essere una voce globale forte per la solidarietà, lo sviluppo umano e la pace.

La democrazia, lo stato di diritto e i diritti umani sono sempre più minacciati, sia all’interno dell’Europa, sia a livello internazionale. In questi tempi difficili, l’Europa può essere un faro di speranza. L’Unione deve svolgere un ruolo più centrale nella difesa e nel consolidamento delle fondamenta delle società aperte. Vogliamo una democrazia vivace a tutti i livelli: locale, regionale, nazionale, europea e internazionale.

Democrazia e diritti civili. Vogliamo sostenere la società civile nella difesa e nel consolidamento della democrazia, dello stato di diritto e dei diritti umani. L’Europa deve anche aumentare la capacità di difesa dalle interferenze esterne, come i tentativi di influenzare le elezioni, diffondere disinformazione e alimentare l’odio. Tuttavia, tali misure non dovrebbero portare all’indebolimento di altri diritti.

La democrazia può funzionare solo quando è sostenuta da libertà di espressione e media indipendenti. Vogliamo aumentare il sostegno al giornalismo investigativo e difendere i giornalisti sotto minaccia. I whistleblower, le persone che divulgano informazioni nell’interesse pubblico, devono essere protetti con forza.

In un mondo sempre più digitale, proteggere la libertà e i diritti umani online è sempre più importante. Difendiamo la neutralità della rete – il principio che tutti i dati devono essere trattati allo stesso modo – come base per un Internet aperto. Le norme europee sulla protezione dei dati introdotte di recente devono essere pienamente attuate. Fin dall’inizio, le impostazioni di base dovrebbero essere impostate in modo da fornire la migliore protezione e sicurezza dei dati possibili. La comunicazione elettronica deve essere crittografata end-to-end. Rifiutiamo in modo risoluto qualsiasi tipo di conservazione dei dati senza causa.

La tutela della dignità umana richiede che vengano definiti dei limiti alla delega agli algoritmi di importanti decisioni riguardanti le nostre vite. Gli esseri umani dovrebbero avere il controllo del funzionamento di algoritmi e robot. Gli algoritmi devono essere aperti all’esame pubblico e privi di discriminazioni. L’Europa deve svolgere un ruolo più importante nella definizione delle regole internazionali.

Proponiamo di fissare l’età per votare e candidarsi a sedici anni per le elezioni europee. Ciò darebbe ai giovani una voce più forte nelle decisioni che forgiano il nostro futuro comune. Chiediamo anche di migliorare l’educazione civica dentro e fuori la scuola.

Trasparenza e partecipazione. Vogliamo aumentare in modo radicale la trasparenza delle istituzioni europee, compresa la Banca centrale europea. I cittadini hanno il diritto di sapere come vengono prese le decisioni e come vengono spesi i loro soldi. Tutte le posizioni prese dagli Stati membri in seno al Consiglio vanno rese pubbliche. Vogliamo una tracciabilità obbligatoria dell’iter legislativo per le leggi UE, un registro vincolante delle lobby per tutte le istituzioni dell’UE e la chiusura delle “porte girevoli” tra politica e grandi imprese attraverso periodi di riflessione. Queste regole etiche e di trasparenza dovrebbero essere controllate da un organismo indipendente a livello UE. Le decisioni devono essere presa sulla base delle migliori prove disponibili e di una consultazione autentica con le parti interessate.

L’Iniziativa dei cittadini europei (ICE) è un meccanismo virtuoso per coinvolgere le persone nei processi decisionali europei. Tuttavia, non si è riusciti a mantenerne appieno le promesse a causa di ostacoli burocratici e di scarso sostegno politico da parte della Commissione europea. Le procedure andrebbero semplificate e dovrebbe essere possibile per i cittadini proporre una riforma dei trattati dell’UE. Anche le regole devono essere migliorate, in modo che le iniziative ottengano una risposta e conducano a un’azione concreta.

Femminismo e parità di genere. Al ritmo attuale verso la parità di genere in Europa, ci vorrebbero ancora 70 anni per raggiungere la parità salariale, 40 anni per una condivisione equa del lavoro domestico e 20 anni per un’equa rappresentanza in politica. Non vogliamo aspettare così a lungo.

La parità di genere è al centro delle politiche Verdi. Vogliamo leggi efficaci sulla parità salariale per uno stesso lavoro. Poiché le donne in Europa fanno ancora circa due terzi del lavoro non retribuito a casa, il congedo parentale deve essere allungato e distribuito in modo più equo tra i genitori. Vogliamo offrire una migliore protezione per le lavoratrici gestanti. Chiediamo anche un reale miglioramento dell’assistenza all’infanzia che sia di alta qualità, accessibile e abbordabile.

Le quote di genere nei consigli di amministrazione delle grandi aziende e la parità nei comitati esecutivi delle istituzioni dell’UE contribuirebbero a rappresentare meglio le donne nei processi decisionali. Per ottenere la parità in Europa, le persone di diverso sesso devono trarre gli stessi vantaggi dal bilancio dell’UE.

Lottiamo per l’emancipazione e l’autodeterminazione delle donne. Gli europei hanno ancora un accesso spaventosamente ineguale alla salute e ai diritti sessuali e riproduttivi. Vogliamo garantire assistenza sanitaria e servizi sessuali e riproduttivi gratuiti e accessibili, di buona qualità e sicuri per tutti, compreso l’aborto. Il diritto delle donne a decidere sull’aborto deve essere rafforzato, soprattutto dove è particolarmente limitato. Le informazioni sulla contraccezione e l’aborto dovrebbero essere prontamente disponibili in tutti i Paesi[1].

L’Europa deve combattere con risolutezza la violenza di genere. Tutti i Paesi europei devono ratificare la Convenzione di Istanbul in modo prioritario.

Diversità. Siamo orgogliosi che l’Europa sia varia e colorata. Condanniamo fermamente e combattiamo ogni tipo di discriminazione e i reati d’odio sulla base – ma non solo – del genere e dell’identità sessuale, della classe, dell’etnia e delle loro intersezioni. Vogliamo che tutte le politiche e i servizi riconoscano la vera diversità delle persone e delle loro famiglie e il contributo che apportano alle nostre società.

Le persone appartenenti a minoranze sessuali e di genere (LGBTIQ*) dovrebbero godere di pari diritti in tutta Europa. Le relazioni tra coppie omosessuali e le loro famiglie vanno riconosciute in modo equo e la libertà di movimento delle famiglie arcobaleno va garantita. Le persone dovrebbero avere il diritto di determinare la propria identità ed espressione di genere, incluso l’accesso al riconoscimento legale di genere. Rifiutiamo con forza la sterilizzazione forzata delle persone transessuali.

Migrazione e rifugiati. Le persone si sono sempre spostate per vari motivi e sempre lo faranno. Dobbiamo assicurarci che tutti i migranti siano trattati con dignità e considerazione per i diritti umani fondamentali. Costruire muri non è un’opzione, né lo è permettere che il Mediterraneo diventi una fossa comune. Quando i migranti appena arrivati ​​trovano un posto nelle nostre società, possono contribuire sia alla nostra economia, sia alla nostra cultura.

È urgente trovare un’alternativa equa all’attuale sistema di Dublino, che lascia agli Stati membri di confine la responsabilità dei rifugiati. Stiamo lavorando alla definizione di standard e regole comuni per la mobilità dei lavoratori e la migrazione e per condividere la responsabilità equamente tra i Paesi, in uno spirito di solidarietà. I controlli di frontiera devono garantire che le persone in difficoltà possano effettivamente registrare una richiesta di asilo, incluso l’accesso alle procedure di asilo, nel rispetto dello stato di diritto. Devono essere registrati e distribuiti in modo equo tra gli Stati membri dell’UE. Devono essere presi in considerazione i legami familiari dei richiedenti asilo e altri legami significativi con uno Stato membro. Vogliamo anche introdurre il reinsediamento e i visti umanitari per i rifugiati nei Paesi terzi.

Vogliamo che l’Unione sostenga Paesi, regioni e città che accolgono un’ampia fetta di rifugiati o migranti. Aiutare i richiedenti asilo non dovrebbe mai essere criminalizzato; al contrario, l’UE dovrebbe sostenere le azioni di soccorso. Le persone non devono andare in prigione semplicemente per aver chiesto asilo. Ai richiedenti asilo dovrebbe essere garantito l’accesso all’aiuto legale.

Il Parlamento europeo dovrebbe passare al vaglio democratico l’attuazione dei controlli alle frontiere, gli accordi formali e informali con i Paesi terzi e le politiche in materia di asilo e migrazione. Rifiutiamo qualsiasi piano che crei centri controllati o piattaforme di sbarco regionali al di fuori dell’UE.

L’Europa deve stabilire canali legali e sicuri per la migrazione. Dobbiamo anche migliorare nell’offrire opportunità alle persone appena arrivate. Riconoscere le competenze apprese nel Paese di origine, fornire formazione linguistica e combattere il razzismo può facilitare l’integrazione dei nuovi arrivati ​​nel mercato del lavoro. Alla base di tutte le azioni c’è il rispetto per la diversità, le diverse culture e lingue. Gli accordi con i Paesi di transito dovrebbero essere rivisti per garantire un’adeguata protezione dei diritti umani e degli impegni internazionali dell’UE.

Solidarietà internazionale. L’Europa ha sempre sostenuto il multilateralismo e continuerà a farlo. Abbiamo la responsabilità di difendere i nostri valori a livello internazionale: una piattaforma naturale a tal fine sono le Nazioni Unite. L’Europa dovrebbe sia difendere l’ONU dagli attacchi sia chiedere riforme, anche rafforzandone la trasparenza, la responsabilità e l’efficacia.

L’Europa deve aumentare i fondi allo sviluppo internazionale e all’azione umanitaria. Gli Stati membri dovrebbero destinare almeno lo 0,7% della loro economia al sostegno di persone bisognose all’estero, con una forte enfasi sui Paesi più poveri e sulle persone più vulnerabili.

Gli Obiettivi di sviluppo sostenibile forniscono un buon modello per le attività UE anche in paesi terzi. Vogliamo coordinare meglio il lavoro di sviluppo internazionale tra l’UE e gli Stati membri, evitando duplicazioni e riducendo lo spreco di risorse.

Attualmente, molte politiche dell’UE minano il buon lavoro che l’Unione sta svolgendo nel campo dello sviluppo internazionale. Invece, le politiche in merito a commercio, pesca e migrazione, per esempio, devono sostenere gli obiettivi di sviluppo e sostenibilità, spesso indicati come coerenza delle politiche. In tal modo, affronteremo anche le cause profonde della migrazione forzata.

L’Europa ha interesse e responsabilità particolari rispetto ai Paesi vicini, sia a est che a sud. Stiamo lavorando per rendere possibile l’adesione dei Paesi dei Balcani occidentali, sulla base dei valori europei. Vogliamo anche approfondire la cooperazione con i partner orientali. Per noi, promuovere standard elevati di democrazia, stato di diritto e diritti umani è una priorità per la cooperazione e l’aiuto finanziario.

Pace e sicurezza. L’Unione europea è essenzialmente un progetto di pace: aiutare a mantenere la pace è un ruolo naturale per l’Europa nel mondo.

La sicurezza umana è molto più che assenza di violenza. L’Europa deve affrontare le diverse sfide sulla sicurezza che abbiamo davanti, dalla disinformazione e la dipendenza dall’energia provenienti da Paesi ostili, alla criminalità organizzata e alle condizioni meteorologiche estreme alimentate dal cambiamento climatico. Ridurre le disuguaglianze, proteggere l’ambiente e rafforzare la democrazia sono modi sostenibili per affrontare le cause profonde delle minacce violente e riuscire a costruire società resilienti.

L’Europa deve essere molto più attiva nel trovare soluzioni pacifiche ai conflitti armati, nel nostro vicinato come altrove. Vogliamo investire in maniera massiccia nella prevenzione civile dei conflitti, nella mediazione, nella riconciliazione e nel mantenimento della pace. Affrontare le cause profonde dei conflitti è più facile, più economico e più umano che affrontarne le conseguenze. Ci opponiamo al reindirizzamento dei fondi europei a scopi militari. La sicurezza e la stabilità durature non si possono costruire con le armi.

Chiediamo di fermare le esportazioni di armi a dittatori e parti belligeranti. L’Europa dovrebbe lavorare attivamente per il disarmo internazionale, incluso il divieto di armi nucleari e robot programmati per uccidere.

I Paesi dell’UE hanno l’obbligo di aiutare e assistere gli Stati membri vittime di aggressione armata. Per mantenere la pace, l’Europa ha anche bisogno di una politica comune di sicurezza e difesa. La difesa può essere più efficace e meno costosa se mettiamo in comune e condividiamo le risorse e coordiniamo gli sforzi degli Stati membri a livello europeo.

L’Europa deve reagire con forza ai crimini contro l’umanità. Tuttavia, gli interventi militari non possono che costituire l’ultima risorsa. Qualsiasi azione militare congiunta deve basarsi su una strategia politica a lungo termine, essere conforme al diritto internazionale e ricevere l’approvazione del Parlamento europeo.

La libertà dalla violenza è anche un diritto fondamentale all’interno dell’Europa. L’UE e le autorità nazionali devono lavorare insieme di più e meglio per prevenire e combattere il terrorismo. L’Unione può fornire finanziamenti per combattere la radicalizzazione, mentre norme più rigide su armi e munizioni possono ridurre la violenza armata.

Unione sempre più stretta: riformare l’UE per prepararsi per il futuro

L’Unione europea ha bisogno di un aggiornamento. Ci impegniamo a rendere l’UE più trasparente, democratica, efficace ed efficiente. Lavoriamo per riformare istituzioni e strutture per costruire un’Unione più solida, che possa riavvicinarsi ai cittadini. Vogliamo costruire un’Europa più forte, che risponda al suo pieno potenziale per migliorare la vita delle persone e affrontare tutte le sfide che il futuro potrebbe portare.

Futuro dell’Europa. L’UE si deve sviluppare in una piena democrazia sovranazionale in cui le decisioni pubbliche siano prese in modo trasparente da rappresentanti eletti e politicamente responsabili. L’opposizione di una manciata di Stati membri non dovrebbe impedire alla grande maggioranza di avanzare. Questo è il motivo per cui il requisito dell’unanimità dovrebbe in generale essere sostituito da una normale procedura legislativa e da una cooperazione rafforzata semplificata. Il Parlamento europeo deve avere il potere di avviare un iter legislativo e di utilizzare i diritti di codecisione e controllo in tutti i settori.

Siamo convinti che l’UE debba essere tenuta insieme nello stesso assetto. Le istituzioni dell’UE non dovrebbero essere suddivise o replicate. Ci opponiamo alla creazione di nuove istituzioni solo nell’area dell’euro e sosteniamo invece l’istituzione di una commissione speciale per l’eurozona nel Parlamento europeo.

Bisogna compiere ulteriori passi avanti verso “un’Unione sempre più stretta”. Si può fare molto nell’ambito dei trattati attuali: appoggiamo una convenzione parlamentare aperta alla società civile o un’assemblea costituente eletta, con un mandato codeciso dal Parlamento europeo e dai rappresentanti degli Stati membri, che agiscano a maggioranza qualificata. La decisione finale sulle modifiche al trattato dovrebbe essere presa dai cittadini attraverso un referendum in tutta l’Unione europea. Non vogliamo che i veti dei singoli Stati membri blocchino tale decisione.

Sosteniamo un futuro democratico per l’Europa, in cui le specificità regionali e nazionali siano rappresentate in modo paritario all’interesse generale dell’UE. Per questo motivo, chiediamo un sistema nel quale il Parlamento europeo, in rappresentanza dei cittadini dell’UE nel suo complesso ed eletto in parte da liste transnazionali, co-legiferi con una camera che rappresenta gli Stati membri. Le regioni dovrebbero essere rappresentate in un Comitato delle regioni rafforzato.

Budget e politica monetaria. L’UE ha bisogno di un bilancio sostanzialmente più ambizioso ed efficace per adempiere ai suoi compiti, co-deciso dal Parlamento europeo. L’aumento dovrebbe essere finanziato in gran parte da risorse proprie, quali le tasse sull’inquinamento e sull’uso delle risorse. Il bilancio deve inoltre essere integrato da obbligazioni per finanziare progetti di interesse generale. L’Unione potrebbe anche prendere in considerazione il bilancio partecipativo, che consente alle persone di avere voce in capitolo su come viene utilizzata una parte del proprio denaro.

Dopo la Brexit, l’eurozona zonrappresenterà quasi i quattro quinti dei cittadini dell’UE e oltre i quattro quinti dell’economia. Le nostre proposte per il futuro dell’Unione monetaria si applicano ai Paesi dell’eurozona. L’eurozona deve avere una capacità fiscale aperta anche agli Stati membri non appartenenti alla zona euro e i suoi membri devono poter ricorrere a meccanismi di coordinamento e solidarietà. Tali strumenti, come le eurobbligazioni, dovrebbero essere di sostegno a investimenti orientati al futuro e sostenibili ed essere soggetti a criteri sociali ed economici.

Rifiutando le politiche di austerità fallite, vogliamo obiettivi sociali e ambientali su un piano di parità con gli obiettivi di bilancio di un Patto di stabilità e crescita aggiornato e riformulato. Questo Patto dovrebbe inoltre essere integrato da un Patto di sostenibilità e prosperità che definisca obiettivi sociali, economici e ambientali basati su indicatori per l’Unione monetaria europea (UEM) e i suoi Stati membri.

Le strutture intergovernative dell’eurozona, come il Fiscal Compact e il Meccanismo europeo di stabilità (MES), devono essere profondamente riformate e integrate nel quadro giuridico dell’UE con il pieno coinvolgimento del Parlamento europeo. L’Eurogruppo deve diventare un organo ordinario del Consiglio dei Ministri. L’unione bancaria deve essere completata con un sistema UE di assicurazione dei depositi praticabile. Lo statuto della Banca centrale europea deve essere rivisto per consentirle di agire come prestatore di ultima istanza agli Stati membri e fornire un soccorso temporaneo alle crisi dei mercati dei titoli di Stato e promuovere la piena occupazione, oltre alla stabilità dei prezzi. Le condizioni per il soccorso devono essere definite da legislatori democraticamente responsabili ai livelli pertinenti.

Diritti fondamentali e riforma della migrazione. Il campo di applicazione della Carta dei diritti fondamentali dovrebbe essere esteso perché venga applicato direttamente in tutti i settori e negli Stati membri; occorre altresì potenziarne la capacità di difendere efficacemente e individualmente i singoli. Vogliamo che il diritto all’aborto sia introdotto nella Carta dei diritti fondamentali. L’UE deve accelerare l’adesione alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo (CEDU) e gli Stati membri invece alla Procura europea. Le persone e gli enti giuridici dovrebbero avere accesso alla Corte di giustizia europea se direttamente colpiti da una violazione da parte di uno Stato membro o di un’istituzione dell’UE.

L’Unione deve utilizzare strumenti più forti, tra i quali l’adozione di azioni legali, per intervenire quando sono minacciati i valori europei di base. Chiediamo un meccanismo vincolante e completo per monitorare lo stato della democrazia, lo stato di diritto e i diritti fondamentali negli Stati membri. Ciò dovrebbe essere integrato dal dialogo politico, da un intervento rapido in caso di gravi violazioni e, se necessario, da sanzioni adeguate. Laddove lo stato di diritto non è garantito, si possono saltare i governi nazionali per fornire finanziamenti europei direttamente alle amministrazioni e alle organizzazioni locali. Vogliamo stabilire uno strumento dei valori europei per sostenere la società civile e promuovere i valori fondamentali all’interno dell’UE. Vogliamo un controllo istituzionale decisamente migliore sui fondi UE per prevenire la corruzione.

Regolamentazione più intelligente e sviluppo sostenibile. Una regolamentazione migliore e più intelligente può ridurre la burocrazia inutile e rendere la vita più facile. La regolamentazione dovrebbe tenere conto delle diverse capacità delle piccole e medie imprese. Tuttavia, non deve trattarsi di una cortina di fumo per deregolamentare e ridimensionare la protezione necessaria per le persone e l’ambiente.

L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile evidenzia che le sfide che affrontiamo sono universali e interconnesse. Gli Obiettivi di sviluppo sostenibile devono essere attuati in tutte le politiche interne ed esterne dell’UE. L’Unione dovrebbe adottare una strategia di attuazione ad alto livello che identifichi e affronti le lacune nelle politiche attuali.

Care elettrici, cari elettori, le prossime elezioni saranno decisive per il futuro dell’Europa. Vogliamo superare lo status quo e aprire un nuovo capitolo del nostro comune sforzo europeo. Il mondo che ci circonda non si ferma e noi, in Europa, non possiamo permetterci di perdere tempo. I Verdi Europei si impegnano a combattere per le politiche che vi abbiamo qui presentato. Eleggere più deputati Verdi nel Parlamento europeo, provenienti da più Paesi, ci aiuterà a compiere questi passi in avanti.

Invitiamo tutte le cittadine e tutti i cittadini europei a sostenerci in queste battaglie.

[1] Alternattiva Demokratika, Malta, respinge ogni riferimento all’aborto.