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Verdi Grüne Vërc
EGP – Member

Dall’autunno 2019 i Verdi Sudtirolesi sono Full Member degli Verdi Europei. (EGP).

Dopo un lungo processo, i Verdi dell’Alto Adige sono stati accolti come membri a pieno titolo nel Partito Verde Europeo (EGP) il 10 novembre 2019, durante il 30° Consiglio EGP a Tampere, in Finlandia. Da tempo, i Verdi dell’Alto Adige cercavano di essere ammessi nel Partito Verde Europeo (EGP), con l’obiettivo di rafforzare la componente europea nella politica dell’Alto Adige, ottenere sostegno internazionale per la propria orientazione politica e affrontare questioni come la politica climatica, la migrazione, la giustizia sociale e l’economia sostenibile oltre i confini stretti dell’Alto Adige, in un contesto transnazionale. Tutto è cominciato con i Giovani Verdi, che nel 2015 avevano instaurato i primi contatti con il Partito Verde Europeo a Lione. In seguito, i Verdi dell’Alto Adige hanno presentato la richiesta di adesione all’EGP. Da allora, le opportunità di scambio si sono costantemente ampliate. Nel 2016, i vertici dell’EGP, con i co-presidenti Reinhard Bütikofer e Monica Frassoni, sono venuti in Alto Adige per una “fact finding mission”. Durante l’estate, è stato organizzato insieme un congresso internazionale a Merano sul turismo e il suo impatto sull’ambiente. Verde da tutta Europa sono venuti a Merano e hanno confermato quanto sia importante la rete internazionale, soprattutto per le questioni ambientali.

Nell’autunno del 2017, i Verdi dell’Alto Adige sono stati accolti come Candidati Membri durante il congresso dell’EGP a Karlstad, in Svezia, e nell’autunno del 2019 sono diventati membri a pieno titolo. Un traguardo e un momento decisivo nella storia dei Verdi dell’Alto Adige, che ormai conta quasi 40 anni, e un chiaro impegno a favore dell’Europa come comunità di idee e valori.

Carta dei Verdi europei

Principi guida del Partito Verde Europeo
Adottata al 2° Congresso del PVE
Ginevra, 13 e 14 ottobre 2006

Chi siamo

I Verdi europei si battono con convinzione per lo sviluppo sostenibile dell’umanità sul pianeta Terra, in una modalità di sviluppo rispettosa dei diritti umani e fondata sui valori della responsabilità ambientale, della libertà, della giustizia, della diversità e della nonviolenza. I movimenti politici verdi sono emersi in Europa in un’epoca in cui il continente era diviso dalla Guerra Fredda e soggetto alle crisi energetiche della metà degli anni Settanta. In quell’epoca si è reso
evidente che il modello di sviluppo economico era insostenibile e sottoponeva il pianeta e i suoi abitanti a gravi pericoli ambientali, sociali ed economici. I partiti politici esistenti non erano in grado di fare fronte a questa sfida.
Noi traiamo la nostra origine da molti movimenti sociali: ambientalisti e attivisti contro il nucleare preoccupati per i danni crescenti arrecati al nostro pianeta; attivisti nonviolenti per la pace intenti a promuovere modi alternativi di risoluzione dei conflitti; femministe impegnate a battersi per un’uguaglianza reale tra donne e uomini; movimenti per la libertà e i diritti umani in lotta contro regimi dittatoriali o autoritari; movimenti di solidarietà del Terzo Mondo fautori della fine del colonialismo e di un rapporto economicamente più equilibrato tra il Nord e il Sud del nostro pianeta; attivisti impegnati nelle campagne contro la povertà e per la giustizia sociale all’interno delle nostre stesse società.
A partire da queste origini, i Verdi europei si sono uniti per formare la propria specifica famiglia politica. Ci schieriamo a favore di un’Europa libera, democratica e sociale all’interno di un mondo pacifico, equo ed ecosostenibile. Difendiamo valori quali la giustizia, i diritti umani e civili, la solidarietà, la sostenibilità e il diritto di ciascun individuo a vivere la propria vita libero dalla paura. I Verdi hanno sostenuto fin dall’inizio che è necessario pensare globalmente e agire localmente. Per sviluppare la cooperazione a livello europeo, un organismo di coordinamento è stato fondato nel 1984 e si è trasformato nel 1993 nella Federazione Europea dei Partiti Verdi. Nel 2004, sottolineando l’obiettivo di una cooperazione più profonda, la Federazione si è trasformata nel Partito Verde
Europeo. I Verdi europei sono parte di un attivissimo movimento verde mondiale.

Principi guida

I principi guida che inquadrano l’azione politica dei partiti membri del Partito Verde Europeo possono essere così delineati:

Responsabilità ambientale

L’assunzione di responsabilità per la nostra biosfera è un caposaldo fondamentale dei valori verdi. La società fa affidamento sulle risorse ecologiche e sulla salute e resilienza del nostro pianeta; sulle nostre spalle ricade, superiore a ogni altro, l’obbligo nei confronti delle generazioni future di proteggere quest’eredità.
Sosteniamo con forza la necessità di non vivere al di sopra dei nostri mezzi dal punto di vista ecologico. Dobbiamo mantenere la biodiversità e combattere il riscaldamento globale attraverso un uso sostenibile di risorse rinnovabili e un’attenta gestione produttiva di quelle non rinnovabili. L’uso responsabile della biodiversità è di importanza critica perché possano essere soddisfatte le necessità alimentari, sanitarie e di altro genere di una popolazione mondiale crescente. Ma al di là di ogni concetto di utilità, i Verdi credono che ciascuna delle diverse specie viventi del nostro pianeta abbia un valore e una bellezza intrinseci e meriti per questo di essere protetta.
Il nostro ciclo europeo di produzione, consumo e commercio contribuisce al perpetuarsi della povertà della maggioranza degli abitanti del pianeta ed è causa di grave degrado ambientale e instabilità climatica. I paesi industrializzati e quelli in via di industrializzazione non possono rimandare ulteriormente gli atti necessari a rispondere a queste sfide. La necessità urgente di modificare questo ciclo richiede inevitabilmente una profonda correzione affinché sia possibile invertire questo dannoso processo di sfruttamento della nostra casa comune.
La sfida politica che ci troviamo davanti è il compito di ristrutturare l’agenda politica globale così che le politiche economiche e commerciali perseguano obiettivi sociali e ambientali e non soltanto indicatori economici. La nostra risposta è lo sviluppo sostenibile, che integra obiettivi ambientali, sociali ed economici a vantaggio di tutti. Lo sviluppo sostenibile può essere ottenuto solo attraverso una collaborazione globale, così da superare le contraddizioni economiche tra i paesi in via di sviluppo, le economie emergenti e il mondo industrializzato. Ciascun cittadino e cittadina del mondo ha un uguale diritto a un’equa parte delle risorse mondiali, così come un uguale dovere di far sì che le generazioni future possano godere degli stessi vantaggi.
I Verdi si sforzano sempre di applicare il principio di precauzione. Non siamo disposti a dare il nostro appoggio a misure che presentino potenziali minacce alla salute umana o al benessere ambientale. Né accetteremo ritardi nell’implementazione di nuove misure precauzionali sulla sola base del fatto che
gli studi scientifici a sostegno non sono sufficientemente numerosi. In qualunque campo — pace, energia, alimentazione e agricoltura, scienze biologiche, trasporti, tecnologia, medicina — le decisioni e le azioni devono perseguire sistematicamente l’opzione meno dannosa.
Per quanto riguarda specificatamente l’energia nucleare, i Verdi sostengono un’Europa libera dal nucleare, per i rischi civili e militari che il nucleare presenta, per gli oneri che esso impone alle generazioni future e per l’apparato di sicurezza che esso richiede. Per i Verdi, la priorità  è mettere a punto fonti di energia alternativa decentrate e rinnovabili.

Libertà attraverso l’autodeterminazione

• Autonomia individuale
Noi Verdi crediamo che tutti gli esseri umani — indipendentemente da sesso, età, orientamento o identità sessuale, origine etnica o disabilità — hanno diritto a compiere le loro scelte personali, a esprimersi liberamente e a plasmare la loro vita come desiderano. Questa libertà non concerne esclusivamente i beni materiali; essa comprende le dimensioni sociali, culturali, intellettuali e spirituali della vita umana.
Questi diritti inalienabili devono essere garantiti dalla legge e insegnati nelle scuole come fondamento delle nostre società. Devono prendere forma concreta attraverso l’attribuzione di potere reale alle persone, attraverso la possibilità di ogni donna e ogni uomo di guadagnare da vivere per sé stessi e per la propria famiglia e, dove necessario, attraverso un sostegno sociale e materiale sufficienti a permettere di vivere una vita dignitosa e di partecipare pienamente alla
società. Laddove questi diritti non siano compiutamente garantiti, noi Verdi ci batteremo per essi, promuovendo la solidarietà, l’istruzione, la cooperazione per lo sviluppo e la protezione dalla violenza, dall’oppressione e la discriminazione.

• Democrazia inclusiva
La nostra fede nella democrazia si fonda sul reciproco riconoscimento di tutti gli individui come uguali. Per incoraggiare il massimo livello di impegno, i processi politici e decisionali devono essere democratici, inclusivi, trasparenti e pienamente accessibili, con modalità comprensibili ai comuni cittadini. I radicali cambiamenti necessari allo sviluppo sostenibile esigono che tutti assumano sulle proprie spalle la comune responsabilità e una giusta parte degli oneri. I
rappresentanti eletti hanno il dovere di consultare i loro rappresentati e di mantenerli pienamente informati nel corso dell’intero processo decisionale.
Dobbiamo sempre pensare globalmente, anche quando agiamo localmente. Per assicurare il massimo livello di coinvolgimento e di beneficio per i cittadini, l’autorità di decidere deve essere attribuita al livello efficace più basso. Viceversa, quando un problema richiede che si intraprenda un’azione a un livello più alto, è necessario tenere conto delle conseguenze per i livelli inferiori e rispettare le divergenze. Gli interessi minoritari devono ricevere adeguata attenzione e tutela.
È nostro impegno rafforzare la democrazia in tutta Europa, a livello locale, regionale, nazionale e sovranazionale. Vogliamo rafforzare la responsabilità delle istituzioni multilaterali.

Estendere la giustizia

Le politiche dei Verdi si basano sul principio di giustizia. Ciò richiede una distribuzione equa dei beni sociali che, a sua volta, esige un’attenzione speciale ai bisogni dei più deboli. L’attenzione verso i più deboli è particolarmente importante a livello mondiale, nel quale l’Europa ha una specifica responsabilità di stimolare la crescita economica nei paesi in via di sviluppo. Poiché dobbiamo affrontare i problemi di un mondo che cambia, la nostra idea di giustizia va ben al di là delle tradizionali politiche di redistribuzione. I Verdi sostengono la giustizia sociale, l’uguaglianza tra i generi, la giustizia tra generazioni e la giustizia a livello globale. Nonostante i conflitti pratici che sorgono tra queste diverse dimensioni della giustizia, esse non devono essere contrapposte l’una all’altra.

• La giustizia sociale assicura che ciascuno abbia accesso a risorse sociali d’importanza vitale:
istruzione, lavoro e partecipazione democratica. È necessario tutelare una possibilità equa di accesso per tutti, di fronte agli squilibri sociali esistenti, tutelandola attraverso salvaguardie istituzionali. L’istruzione è un fattore decisivo per la capacità di ognuno di dare forma alla propria vita. L’uso delle nostre capacità lavorative ci permette di godere il frutto delle nostre abilità e definisce quindi una parte fondamentale della nostra identità. La partecipazione democratica è un requisito fondamentale per il coinvolgimento di ciascuno nella società e per la possibilità di ciascuno di contribuire a darle forma.

• Equità tra i generi.
La giustizia è anche equità tra i generi. Le donne e gli uomini devono godere dello stesso potere di definire il modo in cui la società si svilupperà. Devono inoltre avere la possibilità di vivere la loro vita liberi dalla violenza. Noi Verdi vogliamo sviluppare la cornice istituzionale che garantisce l’uguaglianza delle donne in casa, al lavoro, nelle cariche pubbliche e in altre posizioni d’influenza. Vogliamo facilitare l’armonizzazione della vita familiare con quella professionale per entrambi i generi.

• Giustizia tra le generazioni. Lo slogan “il mondo ci è stato dato in prestito dai nostri figli” è più appropriato oggi di quanto non sia stato mai. Oggi, il futuro dei nostri bambini è in pericolo. Giustizia tra generazioni significa che la generazione più anziana ha l’obbligo di tramandare il nostro patrimonio ambientale, sociale e culturale ai più giovani in modo sostenibile. Essa comprende anche l’obbligo delle generazioni più giovani di prendersi cura della popolazione anziana. È necessario assicurare che tutte le generazioni possano partecipare pienamente nella società.

• Giustizia globale. La giustizia è un nostro punto di riferimento anche a livello internazionale. Poiché l’economia globale mette le persone in collegamento tra loro e aumenta la nostra interdipendenza, questo obbligo morale diventa anche un imperativo pratico. Uno sviluppo sostenibile a livello mondiale e diritti umani universali costituiscono il nucleo della nostra idea di giustizia globale. Essi devono poggiare su un inquadramento istituzionale indipendente, che sia in grado di monitorare la responsabilità sociale delle imprese nel commercio equo. La giustizia richiede solidarietà, non-discriminazione e coinvolgimento civico. La solidarietà contribuisce a formare individui sicuri di sé, dando forza ai cittadini anziché renderli oggetto di paternalismo. Tutte le autorità pubbliche devono lavorare di concerto con i cittadini per creare e difendere quelle istituzioni che rafforzano la solidarietà. Per questo motivo vogliamo anche che si
investa in reti sociali e comunità che, con l’incoraggiamento dello Stato, pratichino il sostegno
reciproco.

Diversità, una condizione indispensabile

La ricchezza delle civiltà, delle società e delle culture si è sviluppata attraverso la diversificazione. Noi stessi Verdi siamo il risultato della fusione di una serie di movimenti sociali, e crediamo che la varietà sia una condizione del successo, se non addirittura della sopravvivenza, in virtualmente ogni campo di attività. La diversità aumenta la capacità di resistenza delle organizzazioni e dei gruppi in ogni circostanza in cui si trovino a far fronte a cambiamenti inattesi. Costituisce una salvaguardia contro l’intolleranza, l’estremismo e il totalitarismo. È inoltre una fonte indispensabile d’ispirazione e rinnovamento.
La diversità umana ha molte dimensioni: di genere, sociale, culturale, spirituale, filosofica, religiosa, linguistica, economica, etnica, sessuale, regionale. Possono esserne portatori individui o gruppi sociali. Consideriamo questa diversità come un bene prezioso. Essa non deve però mai essere usata come pretesto per mettere in questione i diritti universali. Dove delle persone condividono lo stesso spazio limitato, le differenze possono essere facilmente percepite come una minaccia. Anche nella comunità più piccola, i forti tendono ad approfittare del loro ruolo dominante e i deboli si trovano spesso sottoposti a una pressione a conformarsi. La tutela della diversità richiede quindi il riconoscimento, la comprensione reciproca e il rispetto — e, in casi anche troppo frequenti, una protezione attiva.

Nonviolenza

La nonviolenza costituisce una parte fondamentale del retroterra filosofico delle teorie verdi e condiziona il nostro approccio a qualunque problema. Nessuna soluzione duratura a un conflitto tra individui, gruppi sociali o stati può essere imposta attraverso la forza. Un principio verde di base afferma che i mezzi usati per raggiungere l’obiettivo devono essere compatibili con l’obiettivo stesso.
La ricerca politica della giustizia e della pace non può quindi essere condotta attraverso mezzi violenti. La violenza non è soltanto fisica. Le azioni umane e le strutture economiche globali possono privare le persone dei loro diritti umani ed esacerbare l’ingiustizia sociale. La povertà è forse la forma di violenza più insidiosa. Per eliminare la povertà, promuoviamo organismi internazionali che perseguano l’equità economica e mettano al primo posto la vita e la sicurezza delle persone, e regole vincolanti per la tutela dei diritti umani.
Per quanto riguarda i conflitti armati, siamo convinti che il ricorso a forze armate o di polizia come strategia isolata non possa avere successo nel lungo periodo. I Verdi vogliono vedere meno interventi militari e l’implementazione di un concetto di politica estera e di sicurezza basato sulla dimensione civile. Ciò richiede la messa a punto di strumenti potenti per la prevenzione e la gestione civile dei conflitti.
Cionondimeno, i Verdi riconoscono che la comunità internazionale può fare ricorso alla soluzione militare in estrema istanza. Laddove vi sia la minaccia di violenza di massa contro civili, il dispiegamento di forze militari di peacekeeping può essere giustificato in funzione deterrente. Dove si sia constatato il fallimento delle misure preventive, può rendersi necessario un intervento armato. Il ricorso a una soluzione militare deve essere soggetto alle regole del diritto internazionale ed è legittimo solo nel caso che siano soddisfatte le seguenti condizioni:
• l’esistenza di un mandato esplicito del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite;
• l’assoggettamento all’obiettivo primario di un intervento finalizzato a salvare e proteggere
vite attraverso la prevenzione della violenza;
• l’esistenza di una strategia politica che definisca il modo in cui l’intervento militare dovrà
terminare e potrà essere stabilita una situazione pacifica e stabile.

Per riassumere: sviluppo sostenibile

I Verdi riconoscono che i valori della responsabilità ambientale, della libertà, della giustizia, della diversità e della nonviolenza possono essere — e in certa misura sono effettivamente —condivisi da altre famiglie politiche. Ciò che ci definisce come Verdi è il fatto che noi consideriamo questi valori come interdipendenti e inseparabili. Come un tutto unico, essi determinano ogni nostra azione rivolta verso lo sviluppo sostenibile sociale, culturale, ambientale ed economico delle nostre società sul pianeta Terra. Li applichiamo non solo alle nostre politiche esterne, ma anche al nostro comportamento politico e all’organizzazione del nostro stesso partito.
Gli Europei sono stati i pionieri del processo di industrializzazione che si trova alla base di alcuni dei nostri più gravi problemi globali. In quanto cittadini di uno dei più ricchi continenti della Terra, su noi Europei grava grande parte della responsabilità di invertire le tendenze distruttive che questo processo ha generato e di attivare un modello di sviluppo alternativo e sostenibile. La portata delle questioni in gioco è tale che il raggiungimento di questo obiettivo supera le possibilità di qualsiasi in singolo stato.
È quindi necessaria una cooperazione a cui tutta Europa — da Dublino a Tbilisi, da Helsinki a Lisbona, da Ankara a Reykjavik — possa prendere parte.
L’Unione Europea ha una buona possibilità di facilitare questa cooperazione, purché essa:
• rimanga aperta a ulteriori allargamenti;
• si ristrutturi fino a diventare un’istituzione autenticamente democratica;
• riorienti le sue priorità verso un modello di sviluppo ambientalmente e socialmente
sostenibile e
• assuma le sue responsabilità globali, sotto le Nazioni Unite e in cooperazione con altre
istituzioni dal ruolo prezioso come l’OSCE e il Consiglio d’Europa, per un mondo pacifico
e sostenibile.