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MOZIONE.

La mobilità è sempre stata una sfida, anche in tempi senza pandemia. In tutto il mondo le persone devono quotidianamente spostarsi da un punto A a un punto B. Che sia per andare al lavoro o a scuola oppure nel tempo libero, siamo sempre in movimento. Ai problemi logistici nelle grandi città, negli agglomerati urbani e nelle zone industriali si aggiungono sfide dal punto di vista urbanistico e ambientale: prima dell’emergenza coronavirus tutti concordavano (sebbene molte volte solo in linea teorica) sul fatto che il trasporto pubblico fosse da preferire rispetto alla mobilità con mezzi privati. Ove possibile autobus e treno avrebbero dovuto sostituire la propria  automobile.

Poi è arrivata l’emergenza che ha cambiato le carte in tavola. In molti luoghi il trasporto pubblico locale sta riprendendo solo a rilento e con limitazioni. Un esempio famoso sono i bus rossi e a due piani di Londra. Se in tempi “normali” viaggiando a piena capacità vi trovavano posto 85 utenti, dall’inizio dell’emergenza questi autobus non possono trasportare più di 15 persone. In tutto il mondo potremmo trovare centinaia di esempi simili. Tutto ciò comporta delle conseguenze: è  probabile che adesso molti pendolari per lavoro che non possono o vogliono più prendere i mezzi pubblici si sposteranno con la propria automobile. Possiamo immaginare gli effetti catastrofici che questo potrebbe avere per l’ambiente e per il traffico cittadino, ma non solo.

La via per uscire da questa emergenza dovrebbe quindi in ogni caso avere modalità che rispettano il clima e l’ambiente.

Con la bicicletta

Il “bonus bici” previsto da Stato e Provincia è utile in quanto si incoraggiano le cittadine e i cittadini a cambiare le proprie abitudini passando alla bicicletta. La bici elettrica costituirà un ottimo compromesso per molti di coloro che hanno meno ambizioni sportive, per cui bisogna concedere incentivi anche per questo tipo di mezzo. Ciò vale in modo particolare per le bici elettriche usate, le bici trasformate in elettriche, quelle elettriche con parti riciclate e le bici di recupero. Queste biciclette sono ai primi posti nelle graduatorie per quanto riguarda l’ambiente, perché accanto al fatto di essere un mezzo di locomozione sostenibile comportano anche un risparmio di risorse. Inoltre gravano in misura minore sulle casse familiari. Negli incentivi di prossima approvazione non si tiene ancora conto delle bici elettriche usate, delle bici trasformate in elettriche, delle bici elettriche con parti riciclate e delle bici di recupero. E invece sono proprio queste categorie che andrebbero incentivate in quanto in tempi di emergenza coronavirus (oppure soprattutto vista l’emergenza) consentono un utilizzo del-le risorse attento all’ambiente.

A piedi

Il modo più semplice, economico e sano di spostarsi è andare a piedi. Nonostante ciò, i pedoni sono “l’ultima ruota del carro” e la mobilità pedonale è all’ultimo posto della gerarchia dei mezzi di locomozione. Questo si vede a cominciare dallo spazio messo loro a disposizione oppure dalla durata del verde lampeggiante per i pedoni che si accorcia sempre più. Anche i marciapiedi stretti, sui quali spesso si parcheggia pure, sono un chiaro segnale della scarsa importanza che hanno le e gli utenti della strada che si muovono a piedi. E adesso, dove il rispetto della distanza di sicurezza di 1 metro (ovvero di 2 metri) e il distanziamento fisico sono diventati parte della nostra  quotidianità, molti se ne saranno resi conto.

Secondo lo studio “Geht doch”, pubblicato nel 2018 in Germania dall’Agenzia federale dell’ambiente, il 27% delle cittadine e dei cittadini si muove a piedi. A Bolzano andare a piedi è da sempre il modo preferito di spostamento. Il 29% degli abitanti del capoluogo di provincia va a piedi e non si merita certo di essere relegato ai margini della viabilità.

Un primo passo per dare ai pedoni l’importanza che va attribuita a questi utenti della strada nella gestione della mobilità è svolgere una verifica del traffico pedonale. Le cittadine e i cittadini, l’amministrazione e i responsabili politici valutano la situazione del traffico pedonale nell’ambito di un processo partecipativo, in cui si analizzano i punti forti e quelli deboli e si elaborano proposte di miglioramento per rendere gli spostamenti a piedi più attrattivi.

L’emergenza coronavirus ci ha mostrato che per promuovere la mobilità ciclabile e quella pedonale non servono misure dispendiose in termini di tempo, grandi lavori e ingenti mezzi finanziari. Molte regioni hanno già elaborato progetti di rapida attuazione. Un esempio da citare è Bruxelles, dove chi va in bici o a piedi ha la precedenza, e questo sulla strada, che è a sua completa disposizione, e con il traffico motorizzato limitato a 20 km/h. Così
diventa anche più facile rispettare la distanza di sicurezza attualmente necessaria.

Esempi di questo tipo sono incoraggianti e ci dimostrano che proprio adesso è possibile reinventarci molte cose. Abbiamo l’occasione unica di ridefinire le nostre abitudini, i nostri comportamenti e la nostra mobilità. Le nuove generazioni ci ringrazieranno.

Il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano incarica quindi la Giunta provinciale:

  1. di incentivare la riparazione di biciclette e l’acquisto dell’usato oltre all’acquisto di bici nuove;
  2. di prevedere un contributo speciale per la trasformazione di biciclette in bici elettriche e cargo bike elettriche, cumulabile con altri contributi;
  3. di attuare un progetto di monitoraggio del traffico pedonale in collaborazione con Comuni pilota;
  4. di testare, sempre in collaborazione con Comuni pilota che si dichiarano disponibili, l’introduzione di vie ciclabili e pedonali

 

Consiglieri provinciali
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba

Hanspeter Staffler

COMUNICATO STAMPA.

I diritti sono stati oggi al centro della Prima commissione legislativa. All’ordine del giorno quattro disegni di legge, tre dei Verdi e uno del Presidente Noggler sugli organi di garanzia (Centro antidiscriminazioni, Garante per i detenuti, Consigliera di parità, Difesa civica e Difesa dell’infanzia). In più i Verdi Grüne Vërc ne presentavano uno per il diritto allo studio degli studenti universitari provenienti da fuori UE.

La protesta di ieri delle associazioni antirazziste contro il disegno di legge Noggler ha avuto successo: la Commissione ha deciso di sospendere la trattazione per convocare audizioni con la società civile e con gli organi di garanzia interessati dalla riforma. Noi Verdi Grüne Vërc siamo soddisfatti della decisione di ridare la parola alle associazioni antirazziste e continueremo con i nostri disegni di legge a proporre un Centro antidiscriminazioni degno di questo nome, l’istituzione anche a Bolzano dell’autorità garante per i detenuti, la tutela dei diritti delle persone in condizioni di non piena libertà (ospedali, case di riposo, ecc.) e di allargare le competenze della difesa civica anche ai danni ambientali.

In seguito, la Commissione, su indicazione dell’assessore Achammer, ha bocciato il nostro disegno di legge con cui toglievamo l’obbligo di un anno di residenza, previsto per gli/le studenti universitari provenienti da fuori UE, per poter accedere ai benefici del diritto allo studio. Un ostacolo legato alla residenza non esiste in nessun altro ateneo. Questo vincolo è ingiusto e paradossalmente ostacola l’internazionalizzazione dell’unibz. Eppure fin dagli inizi l’unibz ha avuto come missione proprio quella di essere un ateneo internazionale che richiamasse studenti da tutto il mondo…
Il nostro impegno non si ferma. Vedremo cosa ne dirà l’aula.

BZ, 04/06/2020

INTERROGAZIONE.

Ci sono cose a cui purtroppo ci siamo abituati in questa terra bilingue. Nata per risanare un lungo periodo di ingiustizia, con la pacificazione e la convivenza, la separazione tra gruppi linguistici di alcuni ambiti è man mano diventata sempre più anacronistica. La mancanza di senso diventa palese nel momento in cui bisogna spiegarlo a qualcuno che arriva da fuori. E ancora più difficile diventa quando questa separazione comporta dei trattamenti differenziati e delle ingiustizie. Ci riferiamo nello specifico alla formazione professionale italiana e a quella tedesca.

Nel periodo di lockdown anche tutte le attività di tirocinio legate alle due formazioni sono state bloccate se non annullate, ugualmente da entrambe le parti. In questa fase di riapertura però le direttive dei due assessorati paiono essersi diversificate. Da un Centro d’accoglienza per rifugiati ci viene riportato che i tirocini per alcuni ragazzi concordati prima del lockdown in collaborazione con la formazione italiana non possono riprendere fino a settembre. I tirocini che invece erano stati concordati con la formazione professionale tedesca possono e devono invece ripartire. Molto difficile diventa quindi spiegare a persone provenienti da altri mondi il perché di questo diverso trattamento. In realtà è difficile capirlo anche per noi.

 

Tutto ciò considerato, si chiede alla Giunta Provinciale:

  1. In questa fase post-lockdown, qual è la strategia della formazione professionale italiana per quello che riguarda i tirocini? E qual è quella della formazione professionale tedesca?
  2. L’assessore competente per il lavoro è a conoscenza di questa diversità di comportamento e strategia? Se sì, che cosa ne pensa dal punto di vista degli interessi del mondo del lavoro?
  3. Perché le due formazioni professionali perseguono strategie e direttive diverse? E con quali obiettivi?
  4. Si stanno facendo dei passi per coordinare, se non armonizzare, determinati processi e strategie nelle due formazioni professionali? Se sì, come si ha in mente di farlo e quando? Se no, perché no?

Bolzano, 28 maggio 2020

Cons. prov.
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba
Hanspeter Staffler

INTERROGAZIONE SU TEMI DI ATTUALITA’.

Arti e spettacolo hanno molto sofferto dell’emergenza Covid19. Per rimediare, la Giunta intende investire 1 mil. € per progetti che possano essere messi in scena o presentati (circa 2000 € per 500 progetti). Ciò è inadeguato: 1) gli artisti e le artiste sono di più; 2) dietro un artista sul palco ci sono altre persone che lavorano; 3) occorre sostenere non “prodotti”, ma persone bloccate dal lockdown, come per altre categorie.

Si chiede:

  1. Quali sostegni prevede la Giunta per artiste e artisti che non hanno avuto la possibilità di lavorare?
  2. Qual è la platea degli aventi diritto ai sostegni della Giunta e quale il loro numero complessivo?
  3. Poiché dietro ogni artista sul palco ci sono altre persone che lavorano (tecnica, costumi, scene, musica…), prevede la Giunta di sostenere anche queste persone del campo artistico e come?
  4. Prevede la Giunta sostegni, e quali, anche per giovani che hanno concluso la propria formazione in campo artistico e non hanno potuto avere occasioni di lavoro per il lockdown?
  5. Non ritiene la Giunta che la soluzione per le tante persone attive in campo artistico dovrebbe essere un “reddito di emergenza” per il periodo di forzata inattività causa Coronavirus?

Bolzano, 29 maggio 2020

Cons. prov.
Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa
Hanspeter Staffler

GREEN MEETING POINT.

Come già sperimentato nel mese di maggio, anche in questa settimana di Consiglio provinciale abbiamo dedicato il dialogo del Green meeting point all’attualità politica.
Giovedì 11 maggio, in conclusione all’ultima giornata di seduta, i Consiglieri provinciali Verdi Brigitte, Riccardo e Hanspeter si sono connessi direttamente dal Consiglio provinciale e ci hanno racconterato che cosa è successo in aula, l’atmosfera, il confronto. Commenti, domande e considerazioni ci sono più che mai preziose per arricchire il lavoro e l’impegno Verde in sede parlamentare.

Come raccolto del nostro Green meeting point potete legger la nostra News dal Consiglio provinciale.

Il progetto Green Meeting Point viene accompagnato della cooperativa sociale Blufink, che, alla fine di ogni dialogo, riassume nel “raccolto” gli input, le domande e i commenti emersi.

 

COMUNICATO STAMPA.

I Verdi del Tirolo e dell’Alto Adige si schierano oggi insieme per una gestione comune a livello europeo della crisi Corona, in cui è inclusa l’alta priorità da dare al ripristino della libertà di viaggiare e di muoversi oltre i confini. “Per noi è chiaro che i confini tra Tirolo e Alto Adige devono essere riaperti il prima possibile. Ogni giorno innumerevoli persone in Tirolo e in Alto Adige soffrono per i motivi più diversi a causa della chiusura delle frontiere: perché non possono fare visita alla loro famiglia, o perché non gli è più permesso fare una gita nel fine settimana, oppure perché non riescono a raggiungere le infrastrutture più vicine. Sembra ben assurdo constatare che l’Austria voglia attirare turisti stranieri nelle sue località, senza però prendere in considerazione l’apertura dei confini verso l’Italia. Nemmeno in tempi di Corona l’Europa unita può cadere nel dimenticatoio” sostengono all’unisono Brigitte Foppa e il portavoce per l’Europa dei Verdi tirolesi Michael Mingler.
Al contempo, i Verdi da una e dall’altra parte del Brennero si ribellano contro una gara al populismo. “Per prima cosa dobbiamo mettere davanti a tutto la tutela della salute e l’arginamento del virus. È un dato di fatto che in Italia ci siano regioni ancora sensibili e instabili come la Lombardia e il Piemonte. Sembra che soprattutto la Lombardia non si riprenderà così velocemente, vista la presenza tutt’ora di focolai d’infezione. Dobbiamo osservare come si svilupperanno le cose” affermano Foppa e Mingler chiedendo una riapertura dei confini condizionata.

Vogliono investire sul dialogo e non su messe in scena mediatiche. “Il Ministero della salute austriaco sa benissimo che l’apertura delle frontiere è un tema che sta molto a cuore sia alla popolazione del Nord Tirolo sia a quella altoatesina. Siamo fiduciosi e chiediamo che venga trovata presto una soluzione positiva in cui vengano conciliate sia la libertà di movimento che la tutela della salute” concludono entrambi i politici Verdi, mostrando unità, anche in questa occasione. “Nell’Euregio restiamo senz’altro strettamente congiunti. E a ogni modo, in un paio di settimane, ci rivedremo personalmente”.

Michael Mingler – Landtagsabgeordneter – DIE GRÜNEN TIROL
Brigitte Foppa – Consigliera provinciale – Verdi Grüne Vërc

Nella foto: Michael Mingler e Brigitte Foppa durante la Seduta congiunta delle assemblee legislative della Provincia autonoma di Bolzano, del Tirolo e della Provincia autonoma di Trento

COMMENTO DI HANSPETER STAFFLER.

Mercoledì 27 maggio 2020 è stata una giornata particolare per l’UE: la Presidente della Commissione UE Ursula von der Leyen ha presentato il suo piano per il rilancio. Un pacchetto di 750 miliardi di Euro, di cui 500 Miliardi dovrebbero essere sovvenzioni e 250 miliardi prestiti praticamente a tasso 0.

Dopo mesi di tiramolla, potrebbe essere la svolta per l’Europa. Inizialmente erano Italia e Spagna a insistere per strumenti finanziari di solidarietà, mentre molti Paesi del nord Europa si rivelavano essere freddamente indifferenti, tanto da far temere una spaccatura irreparabile dell’Europa.

E di nuovo è stata Angela Merkel a prendere in mano il timone. All’inizio ha seguito silenziosa il dibattito tra Paesi del Nord e Paesi del Sud. Nel suo Paese, mentre i vertici della CDU/CSU si esprimevano con forza contro strumenti finanziari di solidarietà, la Cancelliera taceva. Mentre le trattative fallivano a livello europeo, la Cancelliera ha continuato a tacere.

Poi però la situazione si è sbloccata: dopo che Ursula von der Leyen si è scusata con l’Italia per l’atteggiamento titubante dell’UE, la Cancelliera Merkel e il Presidente francese Macron si sono uniti per elaborare una proposta comune: 500 miliardi di Euro di sovvenzioni per i Paesi maggiormente colpiti.

Questa proposta ha provocato la reazione di Paesi più dubbiosi e volti al risparmio, come Austria, Danimarca, Paesi Bassi e Svezia che si sono dichiarati contrari. L’UE ha reagito mercoledì con 750 Miliardi di Euro di Recovery Fund. I mastri del risparmio non si sono mostrati contenti, ma pare che potrebbero cambiare idea.

La cosa più bella dal punto di vista Verde è che l’UE non immetterà questi fondi per un mero rilancio, ma per il Green Deal europeo. È una cosa fantastica e ci dà speranza per la tutela del clima e della natura.

L’Italia dovrebbe ricevere presumibilmente 172 miliardi di Euro e con questa iniezione d’ossigeno potrebbe ripartire. Anche per l’Alto Adige/Südtirol ci saranno fondi e quindi non avremo più scuse: i tempi saranno finalmente maturi per lanciare la svolta ecologica: agricoltura, turismo e mobilità devono diventare più ecologiche, sociali e regionali. Le basi sono state poste mercoledì scorso.

Hanspeter Staffler

Il Consiglio Comunale di Bressanone ha deciso di affidare parte dell’incarico per la progettazione del giardino vescovile ad André Heller per 1,2 milioni €.

“Questa allocazione di fondi nel bel mezzo della situazione pandemica eccezionale non solo è discutibile, ma significa anche creare un hotspot turistico nel mezzo del centro città e quindi negare alle*ai cittadin* un giardino libero e aperto. Vogliamo una città vivibile o dare nuova linfa al turismo di massa? Nell’imminente crisi economica dovremmo dedicare le nostre risorse alla lotta contro le cause e gli effetti della pandemia. Un ripensamento del turismo può andarci di pari passo, come ha dimostrato il Giardino dei Cappuccini a Merano”, afferma Leonie Wimmer, attivista del gruppo locale Bressanone degli Young Greens Southtyrol.

Il giardino vescovile dovrebbe essere aperto per tutt* e diventare un posto per rilassarsi, soprattutto in questa calda estate, durante la quale molte persone non avranno la possibilità di andare in vacanza. I 1,2 milioni € sarebbero investiti meglio altrove, ad esempio sostenendo l’arte locale e le persone attiva in campo culturale, che potrebbero pianificare ed accompagnare artisticamente le attività nei giardini vescovili.

Neanche un centesimo per Heller!

COMUNICATO STAMPA.

Ci sono voluti tantissimi anni affinché il pericolo proveniente dagli ossidi d’azoto venisse riconosciuto e ripreso a livello mediatico. Queste emissioni di NOx, prodotte principalmente dal traffico su strada, sono molto pesanti per la salute e mettono a rischio soprattutto le vie respiratorie. Negli ultimi anni, l’osservato speciale numero uno è stato l’asse del Brennero, poiché proprio lungo l’autostrada venivano regolarmente constatati i superamenti dei valori limite. Il pericolo per la popolazione residente lungo l’asse del Brennero è stato un aspetto importante, ma decisive sono state le minacce di sanzioni da parte della UE, affinché la Giunta si decidesse ad attivarsi nel 2018 con l’approvazione di un “Programma per la riduzione dell’inquinamento da NO2 2018-2023”. Con questo programma si puntava a raggiungere entro il 2023 il rispetto del valore minimo definito a 40 microgrammi per metro cubo nella media annuale.

E ora accade proprio quello che noi Verdi temevamo, cioè che la crisi del Corona virus porti la politica a rimettere in coda gli obiettivi ambientali e climatici e a dare la precedenza unicamente all’economia. Lo abbiamo visto con la seduta della Giunta di ieri. Poiché la delibera non è ancora stata pubblicata, possiamo prendere posizione solo sul comunicato stampa della Giunta.

Qui leggiamo che il programma elaborato nel 2018 verrà rielaborato e che le restrizioni, ivi previste e che riguardavano le parti del traffico più inquinanti, verranno procrastinate. “Nei due mesi di lockdown i valori degli ossidi d’azoto sono calati fortemente, a momenti sono arrivati quasi a zero. L’aria, la natura e la salute degli abitanti nelle aree più colpite hanno potuto, per così dire, riprendere fiato. Per i valori medi annuali non ci dobbiamo quindi preoccupare, per il momento. Un’argomentazione comoda, ma per nulla sostenibile” commenta la Consigliera provinciale Brigitte Foppa.

L’assessore all’ “ambiente“ Vettorato ha affermato che dopo il Corona virus “bisogna aiutare le persone”. Per onestà, però, dovrebbe anche aggiungere che questo include proteggere le automobili non la salute della gente.

BZ, 27.05.2020

Cons. prov.
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba
Hanspeter Staffler

È oggi più che mai necessario che l’Europa sia compatta nel seguire e mettere in atto l’accordo raggiunto con il contributo di Francia e Germania per un fondo comune del valore di 500 miliardi a fondo perduto destinato al sostegno degli Stati membri maggiormente colpiti dalla crisi di Covid-19.

Il Recovery Fund è uno strumento fondamentale per uscire dalla crisi e a tal proposito, noi Verdi italiani e Verdi del Sudtirolo/Alto Adige venerdì scorso abbiamo lanciato un appello, condiviso e sottoscritto anche dai Verdi tedeschi, francesi, spagnoli, belgi e lussemburghesi.

L’appello è rivolto ai nostri amici Verdi che sono al governo o all’opposizione nei Paesi cosiddetti rigoristi d’Europa, attualmente contrari al Recovery fund: Austria, Olanda, Finlandia, Svezia e Danimarca.

In queste ultime ore, abbiamo assistito a una presa di posizione molto decisa da parte dei Verdi austriaci che hanno frenato il contro-piano del cancellieri Sebastian Kurz sul Recovery Fund. Anche in Svezia, i Miljöpartiet de gröna sono critici con gli alleati di governo. Ora si tratta di non fare nessun passo indietro e di continuare a esercitare pressione sui governi nazionalisti.

Crediamo che solo con la coesione e la condivisione di traguardi comuni tra tutti gli Stati membri potremo costruire insieme un futuro di benessere, di giustizia climatica e sociale, di lavoro e di salute per le donne e gli uomini di tutta Europa.

Marlene Pernstich e Felix von Wohlgemuth, Co-portavoce Verdi–Grüne–Vërc
Brigitte Foppa, Capogruppo Verdi–Grüne–Vërc in Consiglio Provinciale a Bolzano
Elena Grandi e Matteo Badiali, Co-portavoce dei Verdi-Europa Verde
Angelo Bonelli, coordinatore dell’ esecutivo nazionale dei Verdi-Europa Verde