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INTERROGAZIONE.

Il 16 giugno 2020 il Corriere dell’Alto Adige ha riportato in prima pagina una vicenda che, se fosse confermata, getterebbe una luce inquietante sulla scuola e sul diritto di ogni docente a insegnare e giudicare in piena autonomia, senza interferenze soprattutto da parte dei suoi superiori.
Sotto il titolo “Voti ritoccati per il figlio” il quotidiano riferisce che un consiglio di classe in una scuola media di Bolzano sarebbe stato riconvocato, a scrutini già fatti e pagelle già consegnate, poiché il Sovrintendente Vincenzo Gullotta sarebbe intervenuto chiedendo di rivedere in voti in due materie nella pagella del suo stesso figlio. Così nella seconda seduta del consiglio di classe un sei e un sette sarebbero diventati due otto. Il tutto con il voto del consiglio di classe e in una delle due materie col voto contrario dell’insegnante titolare.
Il preside, riferisce il quotidiano, sembra negare la vicenda, e ce ne rallegriamo! Ma l’articolo è molto circostanziato (riferisce addirittura che la media dei voti in una delle materie portate a 8 sarebbe stata di 6, 17) per non avere bisogno di un chiarimento ufficiale e documentato. Infatti la storia, proprio nei giorni di fine anno scolastico, ha fatto preoccupare molte e molti docenti sulla propria autonomia nell’esercizio del loro fondamentale e delicato mestiere di formatori ed educatori. Risalire alla verità dei fatti, del resto, non dovrebbe essere difficile, poiché, se la scuola in due consigli di una stessa classe ha emesso due diverse pagelle per lo stesso alunno, una traccia ne dovrebbe essere rimasta agli atti.

Si chiede dunque:

  1. Corrisponde al vero quanto riferito il 16 giugno 2020 dal Corriere dell’Alto Adige sotto il titolo “Voti ritoccati per il figlio”? Se non corrisponde al vero, qual è la versione autentica dei fatti e quali dimostrazioni può darne l’assessore?
  2. In particolare, è vero che i voti in due materie del figlio del Sovrintendente scolastico sono stati modificati in una seconda convocazione del consiglio di classe? Se sì, qual è la motivazione addotta per tale modifica?
  3. Accade di frequente che un consiglio di classe si riunisca per una seconda seduta di scrutini per modificare una pagella? E’ previsto dalla normativa una procedura del genere? Se sì, da quale normativa è previsto e quale procedura deve essere seguita? La scuola in questione ha seguito tale procedura?
  4. Risulta che il Sovrintendente si sia messo in contatto con la scuola in questione, con insegnanti o col preside comunque sia, per chiedere una modifica o una verifica dei voti del figlio? Se non risulta, il consiglio di classe si sarebbe convocato “motu proprio”? E per quale motivo?
  5. Se invece risulta che il Sovrintendente abbia contattato la scuola e questa abbia convocato un nuovo consiglio di classe per modificare la pagella, un simile intervento di una famiglia sulla scuola è consentito dalla normativa in vigore? Se non è consentito, quali provvedimenti intende prendere – o ha già preso – l’assessorato per ripristinare il rispetto delle norme? Se la vicenda vedesse protagonista il Sovrintendente, ciò non costituirebbe per l’assessorato motivo aggravante e di ulteriori decisioni?
  6. Se invece è consentito, da quale normativa e qual è la procedura prevista? A noi infatti risulta che se una famiglia vuole contestare una pagella l’unica strada sia il ricorso, strada accidentata e difficile che in pochi percorrono. Esiste invece l’alternativa di un intervento diretto e per le vie brevi? Se sì, quale procedura deve essere seguita? E nel caso in questione è stata seguita?
  7. Se è consentito che una famiglia chieda direttamente alla scuola di cambiare i voti in pagella del figlio e che la scuola riconvochi lo scrutinio, che cosa intende fare l’assessorato affinché questa possibilità non resti a conoscenza del solo Sovrintendente scolastico? Intende l’assessorato fare una vera e proprio campagna di informazione sul diritto di ogni famiglia alla possibilità di contestare i voti in pagella alla fine dell’anno scolastico e sul dovere della scuola di eventualmente riconvocare gli scrutini ove tale contestazione non sia palesemente arbitraria, indipendentemente da chi la fa?

Bolzano, 16 giugno 2020

Cons. prov.
Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa
Hanspeter Staffler

COMUNICATO STAMPA.

Nelle settimane dopo il #nuovoinizio, l’Alto Adige si è rimesso in moto. Come previsto la cosa si ripercuote anche sui mezzi di trasporto pubblico.

Se da un lato era auspicabile che le/i pendolari ricominciassero a usare i trasporti pubblici, ora però molti di loro si scontrano con autobus e treni dalla capacità ridotta e non sufficiente a far entrare tutti e tutte.

Anche a noi è successo che non fosse possibile salire perché i mezzi erano troppo pieni.

E l’indignazione delle decine di persone rimaste sul binario e alla fermata dell’autobus era davvero grande.

Ci viene anche riferito che sui treni, non solo viene impedito di salire, ma a volte le persone sono anche costrette a scendere.

A volte delle biciclette al seguito impediscono l’accesso ai già pochi posti a sedere.

In Consiglio provinciale il Gruppo Verde ha più volte portato il tema del trasporto pubblico dopo il lockdown. Da parte della Giunta è sempre arrivata la rassicurazione che sarebbe stato un tema che avrebbero trattato con grande attenzione e che si sarebbero fatti grandi sforzi per mantenere l’attrattività del trasporto pubblico in questa fase di riapertura. Tra questi rientra il mantenimento di una quantità sufficiente di posti a sedere da garantire, se necessario, anche tramite autobus o carrozze aggiuntive, dato che a causa delle distanze di sicurezza il numero dei posti a sedere viene giocoforza limitato.

Non è possibile che cittadine e cittadini possano vedere il loro autobus o treno solo mentre si allontana, senza essere potuti salire.

Qui trovate la nostra interrogazione che porremo alla Giunta nella prossima seduta di Consiglio provinciale – nella speranza che nel frattempo questi disservizi vengano risolti.

 

 

BZ, 15.06.2020

Brigitte Foppa
Riccardo dello Sbarba
Hanspeter Staffler

MOZIONE.

L’emergenza da Covid-19 continua a condizionare la nostra quotidianità imponendoci numerose limitazioni e misure di sicurezza. Quando sono utili e contribuiscono a proteggerci, le accettiamo di buon grado, perché la salute resta la cosa più importante. Alcune misure introdotte di recente sono invece sempre più oggetto di critica. Tra queste vi è l’utilizzo di guanti monouso, che con l’emergenza è aumentato vertiginosamente. Con la legge provinciale 8 maggio 2020, n. 4, “Misure di contenimento della diffusione del virus SARSCOV-2 nella fase di ripresa delle attività”, è stato introdotto l’obbligo dei guanti usa e getta nei negozi. Anche se con la delibera della Giunta provinciale n. 410 del 9 giugno 2020 è stato stabilito un leggero allentamento di questo obbligo, restano le perplessità per quanto riguarda l’utilità dei guanti monouso nei supermercati, nelle mense, nei buffet ecc. con o senza coronavirus.

In un comunicato dei primi di maggio il Centro Tutela Consumatori e Utenti, richiamando quanto affermato da alcuni medici della Germania, mette in guardia da questo tipo di protezione monouso in quanto trasmette alla gente “un infondato senso di sicurezza”, aggiungendo che questi guanti possono persino diventare una vera e propria “fucina di germi”.

A inizio giugno l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) sconsigliava dalle sue pagine web l’uso di guanti nei luoghi pubblici, in quanto “può aumentare il rischio di infezione”. Sempre secondo l’OMS in luoghi pubblici come i supermercati basta disinfettarsi le mani.

Il corretto utilizzo di questi guanti è tutt’altro che semplice. Prima e dopo averli infilati bisogna disinfettare le mani. Se le unghie sono troppo lunghe, ci vuole poco a fare dei buchi, e i guanti non coprono più in modo adeguato. Poi togliendoli, è molto facile che la mano non più coperta entri in contatto con il guanto eventualmente contaminato, per cui bisogna assolutamente disinfettare le mani dopo aver tolto i guanti. E chi può garantire che il guanto stesso non sia già contaminato prima dell’uso? Inoltre, un guanto usa e getta resta pulito fino a quando la persona che deve proteggere fa in modo di lasciarlo tale. Ciò significa che se una persona tocca la faccia o una superficie infetta con la mano coperta dal guanto monouso, le conseguenze sono le stesse come averlo fatto senza guanto o probabilmente ancora peggio. Anche l’OMS cita questo come uno dei motivi principali per cui è meglio non indossare i guanti usa e getta.

Ma pesano anche parecchio le conseguenze per l’ambiente. Negli ultimi anni la nostra società ha faticato non poco per raggiungere un consenso minimo ed evitare dove possibile l’utilizzo di prodotti monouso. All’interno dell’UE oggetti in plastica monouso come cannucce e piatti saranno ben presto banditi. Non abbiamo quindi bisogno di ulteriori montagne di rifiuti per una presunta protezione che con tutta probabilità non è poi neanche tale, in quanto non è in grado di proteggerci dalla malattia e dai germi in generale.

Il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano incarica quindi la Giunta provinciale

  1. di cancellare dalla legge provinciale n. 4/2020 l’obbligo di utilizzo dei guanti usa e getta e di continuare a sensibilizzare la popolazione sull’importanza di lavarsi le mani, disinfettarsi e mantenere le distanze di sicurezza;
  2. a considerare le conseguenze ambientali e climatiche di tutte le misure che verranno prese nel quadro dell’emergenza coronavirus.

BZ, 11.06.2020

Consiglieri provinciali
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba
Hanspeter Staffler

NEWS DAL CONSIGLIO PROVINCIALE.

Il Consiglio provinciale si è riunito questo mese dal 9 all’11 giugno. Una seduta in cui si è iniziato a parlare anche di altri temi che non fossero strettamente legati al covid-19. L’ombra del virus e della pandemia continua però a essere ancora molto presente e le inchieste su mascherine e concessione degli autobus rendono l’atmosfera estremamente tesa e aggressiva.

La seduta è iniziata con la relazione del Comitato provinciale per le comunicazioni. Riccardo ha tuonato dando voce a quanto il Presidente del Comitato Turk non aveva nemmeno nominato: “In Alto Adige c’è una situazione anomala su cui non possiamo chiudere gli occhi. La casa editrice Athesia ha di fatto il monopolio della carta stampata, può così dettare i temi alla politica e può anche determinare le carriere dei politici. Non è possibile assistere a tutto questo senza una reazione”. Brigitte ha poi sottolineato la deriva sessista dei commenti online: “Siamo arrivati al punto, che se una persona denuncia il sessismo, viene presa a bastonate con un’intensità tre volte più violenta”. Per questo riteniamo che il Comitato per le comunicazioni debba attivarsi, con il supporto di tutte le parti politiche. Staremo a vedere se nel prossimo futuro accadrà qualche cosa.

Nella parte dedicata alla minoranza, il Gruppo Verde ha voluto portare due mozioni dedicate alla mobilità sostenibile del futuro. Purtroppo, la Giunta non ha voluto approvare nessuna delle nostre proposte. A quanto pare hanno già pensato a rafforzare il trasporto pubblico. Però un abbonamento forfettario a favore dei pendolari non lo vogliono fare e nemmeno investire nel car-sharing sembra essere nelle priorità di questa Giunta. “Stiamo a vedere come intendono gestire la battaglia per la mobilità sostenibile e frenare così il ritorno all’uso esclusivo delle auto private!” ha commentato Riccardo alla fine del dibattito.

La mozione per una pianificazione delle nostre città a misura di pedone e di bicicletta, con incentivi non solo per l’acquisto, ma anche per le riparazioni delle bici e di altri mezzi non inquinanti, presentata come ordine del giorno alla legge sul Debito fuori bilancio in trattazione, non è stata nemmeno presa in considerazione. Ma non solo, un articolo contenuto nella legge, che prevedeva appunto degli incentivi per l’acquisto delle biciclette, è stato bocciato dalla stessa SVP che lo aveva proposto. “Solo noi, 5*, PD abbiamo votato a favore… A quanto pare la maggioranza ha le idee un po’ confuse su come sostenere e rinforzare la mobilità alternativa e sostenibile” ha constatato amareggiato Hanspeter.

Nella legge sul Debito fuori bilancio la Giunta portava un ennesimo emendamento alla “povera” legge sull’urbanistica “Territorio e paesaggio”. Il nostro gruppo ne ha approfittato per sottolineare la posizione dei Verdi su questa legge, nata vecchia prima ancora di essere entrata in vigore: “La legge è fallita! Prendiamone atto, mettiamola agli atti e facciamone una degna di questo nome”.

Mercoledì sera, nel foyer del Consiglio c’è stata anche una premiere: Brigitte e Sven Knoll della Süd-Tiroler Freiheit si sono confrontati in un ‚Pro &Contra‘ autogestito sul tema “Autonomia, autodeterminazione, covid19”: anche se si hanno posizioni contrapposte, è possibile avere un dialogo rispettoso e alla pari.

In fondo a questa settimana estremamente faticosa c’è stata la prima audizione della Commissione d’inchiesta sui dispositivi di sicurezza. La Commissione ha deciso di ascoltare subito Christoph Franceschini, il giornalista che per primo ha sollevato la questione. Brigitte si è informata soprattutto sulle modalità dell’incarico dato dall’azienda sanitaria a Oberalp, una vicenda davvero incomprensibile all’interno del “Maskengate”.

Speriamo che il lento ritorno alla quotidianità riporti un po’ di calma e di lucidità anche tra i banchi della politica. Le sfide da affrontare sono ancora molte e dialogo, critica, controllo, assertività e trasparenza saranno di vitale importanza per superarle, tutte e tutti insieme.

Noi continuiamo a monitorare la situazione e a pubblicare le nostre azioni e riflessioni su: www.verdi.bz.it/it/category/it-covid-19/. Se avete bisogno di contattarci, scrivete a [email protected] #NoiResistiamo

 

Brigitte, Riccardo, Hanspeter

COMUNICATO STAMPA.

Mancano tre settimane a luglio, quando la legge “Territorio e paesaggio” del 2018 dovrebbe diventare realtà, ma intanto dilaga l’opposizione alla sua entrata in vigore. In prima linea stavolta non c’è l’opposizione politica, ma professioniste e professionisti e sindache e sindaci del “ventre profondo” della stessa Svp. L’ultimo documento è stato firmato da quasi 500 professioniste e professionisti dell’urbanistica, del paesaggio e dell’architettura – tra cui oltre 50 nominate/i dalla stessa Provincia nelle commissioni edilizie.

Non solo: poche settimane fa è stato inviato alla Giunta provinciale un documento da parte di amministratori e amministratrici di ben 53 comuni, dalla Venosta alla Pusteria, dalla val d’Isarco alla Bassa Atesina fino alle valli ladine – e tra le firme si leggono quelle di 17 sindache e sindaci – che contiene un forte atto d’accusa verso la legge: una adeguata formazione del personale dei comuni non c’è stata, su 27 norme di attuazione ne mancano ancora 17, i portali informatici per la prevista digitalizzazione non sono stati realizzati, dei 7 “comuni pilota” della nuova pianificazione solo uno è riuscito a concludere il lavoro, molte parti della legge sono contraddittorie e infiniti dubbi giuridici espressi dai comuni sono rimasti senza risposta.

Aggiungiamo che la parte sull’edilizia agevolata è un cantiere disastrosamente aperto, che Roma ha impugnato una parte della legge, che la stessa legge ha subito già una vasta modifica ancor prima di entrare in vigore e molte altre sono prevedibili! E’ una legge già vecchia prima di entrare in vigore, che non è all’altezza delle sfide attuali: tutela del clima, tutela della salute, sicurezza alimentare, risparmio di suolo – per citarne solo alcune.

Un rinvio di qualche mese cambia poco: per rimediare ai guai che professioniste/i e amministratrici/tori hanno denunciato serviranno anni, non mesi!

La Giunta provinciale non può adottare il motto: “avanti a tutti i costi”! Perché i costi li pagheranno le cittadine e i cittadini e i Comuni.

Questa legge è fallita e bisogna prenderne atto. Fu varata a forza nel 2018 sapendo che non era ancora “matura” e già allora noi Verdi proponemmo all’assessore Theiner di sospenderne l’approvazione: “Questa legge non dispone del necessario sostegno- scrivemmo nella nostra relazione di minoranza nell’aprile 2018 – non migliora l’urbanistica e coinvolge nel caos dell’urbanistica anche il paesaggio”.

A questo punto il Gruppo Verde propone:

  1. di uscire dall’accanimento terapeutico e accantonare definitivamente questa legge;
  2. per la materia paesaggio lasciare in vigore la legge n. 16 del 1970 “Tutela del paesaggio”, che è buona e sperimentata;
  3. e per l’urbanistica utilizzare tutti gli atti raccolti in questi anni di lavoro per elaborare nell’arco della presente legislatura una riforma organica della “Legge Urbanistica Provinciale” n. 13 del 1997, attualmente ancora in vigore, dando priorità al bene comune, al risparmio di suolo, alla protezione del clima.

BZ, 10/6/2020

Cons. Prov.
Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa
Hanspeter Staffler

COMUNICATO STAMPA.

La Corte dei Conti europea, con la sua critica agli incentivi per l’agricoltura della UE e alla carenza di effetti positivi sulla biodiversità, ha toccato un punto molto dolente. Da decenni l’UE cerca di spingere e sostenere pratiche agricole più attente all’ambiente e alla natura. Purtroppo i miglioramenti non sono particolarmente visibili.
Anzi, secondo diversi studi non sembra esserci nessun cambiamento: la moria di api e insetti aumenta con rapidità, ogni anno scompaiono specie di uccelli, piccoli habitat naturali vengono seccati, riempiti, abbattuti. L’utilizzo di pesticidi chimici ha sicuramente il suo ruolo per l’impoverimento della biodiversità.
Nonostante questi fatti, ci sono ancora politici conservatori che cercano di minimizzare la sparizione di intere specie, ben documentata nel Rapporto mondiale sulla biodiversità 2019. L’Europarlamentare Herbert Dorfmann rimprovera la Corte dei conti europea di esagerare, la qual cosa sembra piuttosto cinica, vista la situazione drammatica.
Per fortuna la Commissione europea prende invece sul serio le critiche della Corte die Conti e intende prendere provvedimenti migliori per la strategia sulla biodiversità 2030. “”Ogni anno per la tutela della biodiversità dovrebbero essere versati a livello europeo 20 miliardi di Euro. Alla nostra Provincia ne dovrebbero arrivare diversi milioni all’anno per una svolta ecologica che tarda ad arrivare“ commenta Hanspeter Staffler, Consigliere provinciale dei Verdi.
Tutti coloro che lavorano e utilizzano la terra, da ora in poi si devono impegnare per mettere in opera tutte quelle misure utili alla tutela delle specie animali e vegetali viventi. Per l’agricoltura, la Commissione UE prevede che circa il 10% della superficie coltivata debba essere messa a disposizione per superfici di compensazione ecologica. “Ora la politica agraria sudtirolese si deve ripensare, perché questa prescrizione è una vera sfida per un territorio come il nostro, impiegato in buona parte alla coltivazione di frutta” sottolinea Hanspeter Staffler.

BZ, 10.06.2020

COMUNICATO STAMPA.

Le misure di sicurezza adottate per tutelare la popolazione dal virus covid19 stanno mettendo a dura prova la politica, l’economia e l’intera società. Tanti ambiti rischiano di tornare indietro di decenni. Le regressioni più evidenti e pericolose le vediamo in ambito ambientale. In primo piano c’è la mobilità: per rispettare le regole di distanziamento, i mezzi pubblici sono costretti a limitare la capienza e vengono guardati con sospetto; le nostre strade non sono adeguate a far sì che pedoni e ciclisti riescano a mantenere le distanze minime necessarie; la maggior parte dei marciapiedi è troppo stretta. Il grande rischio è che le persone tornino a fare uso esclusivo dell’auto privata, con tutte le conseguenze di congestionamento del traffico, di inquinamento e di emissioni dannose per il clima.

Noi Verdi Grüne Verc riteniamo che questa crisi debba essere vissuta come occasione. Vogliamo contribuire a far sì che non si torni indietro, ma che anzi riusciamo a fare insieme un salto verso il futuro. Nella seduta di Consiglio provinciale di giugno verranno trattate due mozioni verdi dedicate alla mobilità. Per prima cosa proponiamo che i mezzi pubblici vengano resi più attraenti, con tariffe più allettanti. Un abbonamento annuale a prezzo forfettario potrebbe essere una strada. Poi chiediamo che le strade delle nostre città vengano pensate e pianificate dal punto di vista dei pedoni e delle biciclette, che fino a oggi sono stati invece trattati quasi come un intralcio alla mobilità stradale. Infine, tutti i mezzi di mobilità sostenibile alternativi devono essere sostenuti, sia nell’acquisto, sia al momento delle riparazioni. Riparare, riciclare, riusare – le colonne portanti dell’agire sostenibile valgono anche per la mobilità. Verso il futuro si va meglio a piedi!

 

BZ, 09.06.2020

Cons. Prov.
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba
Hanspeter Staffler

INTERROGAZIONE.

Nella delibera Nr. 638 del 23.07.2019 Assistenza a persone affette da disturbi dello spettro autistico in Alto Adige la Giunta Provinciale ha deliberato di incaricare l’Azienda sanitaria a procedere con l’attuazione e l’implementazione del piano provinciale per l’assistenza a persone affette da disturbi dello spettro autistico.

Nell’Allegato A, a cui si riferisce la delibera di cui sopra, vengono riportati gli obiettivi e le fasi attuative del piano. Di tale elencazione riportiamo di seguito gli screenshot.

Si chiede pertanto:

    1. Quali punti degli obiettivi e delle fasi attuative sono stati raggiunti e implementati fino a oggi?
    2. È stato incaricato un project manager?
    3. Sono state implementate delle équipe specialistiche nei comprensori?
    4. Sono stati nominati i rappresentanti nel team di riferimento provinciale?
    5. Sono state definite le risorse umane aggiuntive necessarie al piano di attuazione?
    6. È stato aumentato il personale? Di quanto?
    7. Sono stati sviluppati percorsi di cura e assistenza? Quali?
    8. È stata sviluppata ed espansa la rete di strutture che si occupano di autismo nei comprensori?

Si prega di elencare le persone incaricate, le misure dettagliate e la data di implementazione per ogni singolo punto.

Bolzano, 08.06.2020

Cons. prov.
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba
Hanspeter Staffler

INTERROGAZIONE.

A maggio 2020 il Deputato Vittorio Sgarbi si è trattenuto in Alto Adige. Accanto alle sue solite provocazioni e ai soliti insulti, ha detto anche la sua riguardo all’assessore Bessone. In un video si vede Bessone ridere compiaciuto, mentre l‘“onorevole“ lo definisce “grande chiavatore”.

In seguito alla visita una giovane giornalista ha criticato l’episodio e le esternazioni di Sgarbi su un mezzo di informazione online. E anche su questo Sgarbi ha detto la sua, insultando a più riprese l’autrice dell’articolo.

Ciò considerato chiediamo alla Giunta provinciale, in particolar modo al Presidente Kompatscher e all’assessore Bessone:

  1. Che posizione avete rispetto alle dichiarazioni di Vittorio Sgarbi?
  2. È accettabile per la Giunta avere un assessore che si lascia definire in pubblico “grande chiavatore”?
  3. L’assessore Bessone ha intenzione di distanziarsi da tali dichiarazioni?

BZ, 08.06.2020

Cons. prov.
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba
Hanspeter Staffler

COMUNICATO STAMPA.

Leggiamo sui media che al Lago di Caldaro sta succedendo quello che abbiamo sempre temuto e denunciato. L’accesso pubblico al lago è stato chiuso “per evitare gli affollamenti di massa”. Invece gli accessi a pagamento sono stati aperti.
Qual è la situazione?
L’accesso libero alle acque del lago è possibile solo grazie a una misera scaletta che porta dal porto nel lago. Il passaggio è stato sempre tenuto molto piccolo per renderlo meno attrattivo possibile. Così per i bagnanti e gli ospiti era più semplice servirsi delle strutture a pagamento. Nei primi giorni dopo la fine del lockdown, il piccolo spazio intorno a questo accesso pubblico si è riempito in un attimo di bagnanti – e così è stato chiuso con grande rapidità per eccessivo assembramento. Che ora però venga dato il via libera all’apertura degli accessi a pagamento è un’amara ironia.
Perché da sempre noi Verdi e i/le rappresentanti della Dorfliste Kaltern Caldaro chiediamo che l’accesso libero al lago venga ampliato e che vengano aggiunti altri passaggi per raggiungere l’acqua. Purtroppo, sempre senza successo, nonostante il Consiglio provinciale si sia espresso a favore della nostra proposta. Per tale proposta facciamo riferimento alla Legge di tutela della natura, la quale nell’art. 2 (Diritto al godimento della natura ed alla ricreazione) prevede che: “Chiunque ha diritto al godimento delle bellezze naturali e alla ricreazione nell’ambiente naturale”.
Questo dovrebbe valere anche per il nostro lago più grande, anche in tempi di Covid. Non può succedere che a causa del Corona-virus, il diritto a godere della natura spetti ora solo a coloro che se lo possono permettere.

Montagna, Caldaro, 08.06.2020

Brigitte Foppa, Consigliera provinciale delle Bassa Atesina
Marlene Pernstich, Co-portavoce die Verdi Grüne Vërc e Consigliera comunale di Caldaro