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Referendum sulla democrazia diretta: NO ai passi indietro!

Domenica 29 maggio 2022 si vota per salvare la democrazia diretta.
La legge sulla democrazia diretta del 2018 va bene così com’è.
Diciamo NO a chi la vuole indebolire!

NO, perché il referendum confermativo sulle leggi provinciali è uno strumento importante

La legge sulla democrazia diretta approvata nel 2018 prevede il referendum confermativo, uno strumento con cui le cittadine e i cittadini possono decidere se una legge provinciale debba entrare in vigore o meno. Può avvenire solo se si riescono a raccogliere 13.000 firme. Come effetto collaterale positivo ha anche quello di motivare i rappresentanti politici a fare leggi buone. È proprio in virtù di questo strumento che il 29 maggio possiamo andare a votare a dire la nostra.

Per chi è al potere è uno strumento scomodo e ora con la riforma su cui si va a votare il 29 maggio lo vogliono abolire.

Il 29 maggio diciamo NO!

NO, perché l’Ufficio per la formazione politica deve essere indipendente e al di sopra dei partiti

Secondo la legge sulla democrazia diretta approvata nel 2018, l’ufficio per la formazione politica e la partecipazione è insediato presso il Consiglio provinciale e viene affiancato da un consiglio d’amministrazione, in cui sono rappresentati tutti i Gruppi presenti in Consiglio provinciale. Questo fa sì che sia un organo super partes al servizio di tutte e tutti… ed è importante che sia così.

La riforma su cui si va a votare il 29 maggio vuole rendere questo ufficio succube della Presidenza del Consiglio provinciale (che NON è super partes) e vuole affidarlo a un’istituzione tecnica, come l’Eurac.

Il 29 maggio diciamo NO!

NO, perché l’informazione sui referendum popolari deve essere equilibrata

La legge sulla democrazia diretta approvata nel 2018 prevede che sia l’Ufficio per la formazione politica a elaborare il materiale informativo relativo a tutti i referendum, dando spazio in egual misura ad entrambe le posizioni. La sua posizione super partes lo rende l’organo più adatto a svolgere tale compito.

La riforma su cui si vota il 29 maggio affida questo delicato compito alla Presidenza del Consiglio provinciale (che NON è super partes).

Il 29 maggio diciamo NO!

NO, perché i Consigli delle cittadine e dei cittadini devono restare indipendenti.

La legge sulla democrazia diretta approvata nel 2018 disciplina nel dettaglio come funziona un Consiglio delle cittadine e dei cittadini. Si svolge su richiesta di 300 persone. Pianificazione e svolgimento vengono affidate all’Ufficio per la formazione politica. Dura un giorno e mezzo ed è composto da 12 persone sorteggiate in modo da rappresentare tutte le fasce di età, i gruppi linguistici e i sessi.

La riforma su cui si vota il 29 maggio smantella tutto questo. Un Consiglio delle cittadine e dei cittadini potrà essere istituito anche dalla Presidenza del Consiglio provinciale, che deciderà di volta in volta come verrà svolto.

Il 29 maggio diciamo NO!

La nostra democrazia si merita varietà, possibilità di scelta e di dire la propria, anche quando è scomodo.

 

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