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ANFRAGE ZUR SCHRIFTLICHEN BEANTWORTUNG.

Während der sommerlichen Hitzeperiode im Juli 2022 werden im Vinschgau und im Etschtal Apfelkulturen mit Oberkronenberegnung bewässert. Viele Betriebe haben bereits teilweise oder ganz auf Tropfberegnung umgestellt, einige jedoch halten aus welchen Gründen auch immer an der alten Oberkronenberegnung fest.

Abgesehen davon, dass mit dieser diffusen Beregnungsform nicht nur die Apfelbäume sondern auch die restliche Vegetation bewässert wird, geht eine beträchtliche Menge an Wasser durch die Interzeption der Hagelnetze und der Blattoberfläche verloren.

Kürzlich hat der Südtiroler Fischereiverband auf die prekäre Wasserführung einiger Bäche hingewiesen und unter anderem auch die immer noch weit verbreitete Oberkronenberegnung kritisiert.

Daher richten wir folgende Fragen an die Landesregierung:

  1. Wie verhält sich der Wasserverbrauch zwischen Oberkronen- und Tropfberegnung in einer typischen Apfelkultur?
  2. Verfügt die Landesregierung über Daten, wieviel Hektar Apfelkulturen zurzeit noch durch Oberkronenberegnung bewässert werden?
  3. Falls ja, gibt es Informationen über die geographische Verteilung der Oberkronenberegnung, zum Beispiel bezogen auf Talschaften oder auf Bezirksgemeinschaften?
  4. Wir ersuchen um Aushändigung der Daten und Informationen.

Bozen, 21.07.2022

Landtagsabgeordnete

Hanspeter Staffler

Brigitte Foppa

Riccardo Dello Sbarba

Hier könnt ihr die Antwort der Landesregierung und die Anlagen dazu lesen.

ANFRAGE ZUR SCHRIFTLICHEN BEANTWORTUNG.

Lebensmittelverschwendung ist ein gravierendes Problem in Europa, Südtirol bildet hier keine Ausnahme. Nicht nur in Privathaushalten, sondern auch im öffentlichen Bereich werden viele, zu viele Lebensmittel weggeworfen. Wir wurden auf das Beispiel der Schulmensen aufmerksam, in denen Berichten zufolge besonders viel Abfall anfällt. Dieses Problem hat sich seit Corona und den Hygienevorschriften noch zugespitzt. Teller werden oftmals schon vorportioniert und so bekommen 6-Jährige gleich viel wie 11- oder 14Jährige. Laut „Food-Insider“, einem Zusammenschluss von Expert:innen für Schulverpflegung, gab es alleine in Bologna im Schuljahr 2017/2018 30% Lebensmittelabfall in Mensen. Dies ist eine erschreckende Zahl. Es darf vermutet werden, dass es in Südtirol nicht viel anders aussieht.

In den viel zitierten Nachhaltigkeitszielen der UNO ist die Halbierung der Lebensmittelverschwendung zudem ein zentraler Punkt. Der SDG Tracker des Astat erfasst in Südtirol für das Nachhaltigkeitsziel Nr. 12 („Verantwortungsvolle Konsum- und Produktionsmuster“) statt der von den Vereinten Nationen vorgesehenen 13 Indikatoren lediglich 4. Die Halbierung der Lebensmittelverschwendung gehört nicht dazu.

Daher richten wir folgende Fragen an die Landesregierung:

  1. Wurde in Südtirols Schulmensen in der Vergangenheit eine Müllanalyse durchgeführt und falls ja, zu welchem Ergebnis ist diese gekommen? Wir bitten um Aushändigung.
  2. Gibt es Zahlen, wie viel Lebensmittelabfall in den Schulmensen anfällt?
    1. Wenn ja, bitten wir um deren Aushändigung!
    2. Wird dabei zwischen vermeidbaren und unvermeidbaren Lebensmittelabfällen unterschieden?
    3. Wurden jemals die Ursachen untersucht bzw. ist dies geplant?
  3. Gibt es Zahlen, die zwischen den Abfällen, die in der Küche anfallen (z. B. Überproduktion) und solchen, die auf den Tellern zurückbleiben, unterscheiden? Falls ja, bitten wir um deren Aushändigung!
  4. Spenden Mensen noch genießbare Speisen- und Lebensmittelüberschüsse zu karitativen Zwecken an schenkende Organisationen (Landesgesetz Nr. 2 vom 13. März 2018)?
    1. Gibt es Zahlen dazu?
    2. Falls dies nicht geschieht, aus welchem Grund wird das Gesetz nicht angewandt?
  5. Hat sich die Landesregierung mit dem Problem Lebensmittelabfall in Mensen befasst? Was gedenkt sie dagegen zu unternehmen?
  6. Aus welchem Grund erfasst der SDG-Tracker des Astat den Indikator Nr. 12.3 (Die Erreichung einer weltweiten Halbierung der Lebensmittelabfälle bis 2030 pro Kopf im Handel und auf Konsumenteneben) des Nachhaltigkeitsziels Nr. 12 der UNO nicht?
    1. Aus welchem Grund werden beim Ziel Nr. 12 lediglich 4 von insgesamt 13 Indikatoren erfasst?
    2. Welche Agenda hat sich die Landesregierung zum Nachhaltigkeitsziel der Eindämmung von Lebensmittelverschwendung gesetzt? Wir bitten um die Aushändigung der geplanten Vorgehensweise bis 2030 mit den konkret messbaren Zielen!

Bozen, 25.07.2022

Landtagsabgeordnete

Brigitte Foppa

Riccardo Dello Sbarba

Hanspeter Staffler

ANFRAGE ZUR SCHRIFTLICHEN BEANTWORTUNG.

Hubschrauberrundflüge zu touristischen Zwecken sind in Südtirol genau geregelt. Dies bedeutet aber nicht, dass es deshalb wenig von der Sorte gibt. Auch jetzt im Sommer berichten uns Bürger:innen landauf landab von Vergnügungsflügen, die im Rahmen von Festen und dergleichen angeboten werden. Von der Lärmbelastung abgesehen sind solche Flüge immer auch eine große Umweltbelastung, die es wo immer möglich zu vermeiden gilt.

Daher richten wir folgende Fragen an die Landesregierung:

  1. Wie haben sich die touristischen Hubschrauber-Rundflüge in den letzten fünf Jahren entwickelt? Wir bitten um die Aushändigung konkreter Zahlen.
  2. Gibt es innerhalb der Landesregierung ein Bestreben, diese einzudämmen? Wenn ja, wie und wann? Falls nein, warum nicht?

Bozen, 27.07.2022

Landtagsabgeordnete

Brigitte Foppa

Riccardo Dello Sbarba

Hanspeter Staffler

ORDINE DEL GIORNO N. 20 al disegno di legge provinciale n. 114/22

È secco, troppo secco. La siccità sta mettendo in crisi tutta l’Europa. Mentre in Grecia, Spagna e Francia dilagano gli incendi boschivi, l’Italia sta affrontando un lungo periodo di caldo e siccità. L’Alto Adige ha lo stesso problema, anche se qui la situazione è migliore rispetto al resto d’Italia e d’Europa. Tuttavia, ciò non cambia molto, poiché anche in alcuni luoghi della nostra provincia l’acqua potabile dev’essere portata dai vigili del fuoco. Le organizzazioni ambientaliste, l’agricoltura e molti altri lanciano l’allarme.

Quando si parla di scarsità d’acqua, generalmente si suppone che siano diminuite le precipitazioni. Ma non è questo il caso. Se si confrontano i dati sulle precipitazioni in Alto Adige degli ultimi 100 anni, ci si accorge subito che sono rimaste più o meno allo stesso livello (vedi “Open Data Alto Adige”). Il problema è un altro, ovvero la loro intensità e la loro distribuzione, come suggeriscono diversi studi sull’evoluzione del clima nell’arco alpino e recentemente anche uno studio del 2022 condotto da MeteoSvizzera, l’Istituto Centrale di Meteorologia e Geodinamica dell’Austria (ZAMG) e Meteo-France, che descrive una tendenza in aumento del volume delle precipitazioni giornaliere e prevede inoltre meno precipitazioni in estate e più in primavera, autunno e inverno. Concretamente, ciò significa che in estate potremmo trovarci di fronte a prolungati periodi di siccità. Il problema delle grandi quantità di precipitazioni in un breve arco di tempo è che il terreno non riesce ad assorbirle in modo ottimale e quindi sono spesso “vane”. Per la natura è meglio una goccia costante rispetto a precipitazioni intense in un breve lasso di tempo.

Prevedere le precipitazioni è tuttavia difficile, e lo ammette senza mezzi termini anche la comunità scientifica. Tuttavia, diversi lavori scientifici degli ultimi anni vanno a sostegno dello scenario descritto sopra. Ora, però, c’è un secondo fattore importante su cui la scienza è ampiamente d’accordo: l’andamento delle temperature: non solo le nostre estati stanno diventando più calde, ma le temperature sono aumentate durante tutto l’anno. Per la siccità, tuttavia, sono decisivi i mesi estivi, perché secondo il Rapporto sul clima-Alto Adige 2018, dagli anni ‘60 le temperature medie annuali in Alto Adige sono aumentate di 1,5 gradi. Con riferimento allo stesso periodo, anche Bolzano e Bressanone hanno registrato un aumento delle temperature estive di tre gradi. Se le previsioni sulla diminuzione delle precipitazioni nel periodo estivo sono corrette, questo, insieme all’aumento delle temperature tra giugno e settembre, è il nodo cruciale della questione.

Ciò è preoccupante, perché proprio in estate la natura ha bisogno di molta (e costante) pioggia. Se non piove e fa anche molto caldo, è difficile compensare la siccità che ne consegue. Insieme, questi fattori fanno sì che l’acqua sia sempre più scarsa.

In Alto Adige, alcune associazioni hanno recentemente lanciato l’allarme: i nostri torrenti si stanno prosciugando. Da un lato, ciò è riconducibile ai fenomeni descritti in precedenza, dall’altro ad altri fattori quali gli aumentati consumi di acqua e il recente inverno poco nevoso. Un ulteriore e importante problema è rappresentato dal fatto che spesso le eccessive derivazioni per uso agricolo nuocciono ai corsi d’acqua. Vi è motivo di ritenere che la portata residua dell’acqua non venga sempre rispettata rigorosamente (vedi “L’agricoltura è troppo assetata” | Salto.bz). La portata residua (deflusso minimo vitale) è la quantità d’acqua minima necessaria per la vita in un corso d’acqua. Se non viene rispettata,  si rischiano gravi conseguenze per la flora e la fauna. La riduzione unilaterale della portata residua è quindi estremamente pericolosa.

Secondo l’Associazione pescatori dell’Alto Adige controllare la portata residua è tutt’altro che facile. Questo perché è laborioso richiedere i dati che non è possibile consultare ad hoc online. Cambiare questo stato di cose non comporterebbe grandi sforzi, ma agevolerebbe molto il controllo dei nostri corsi d’acqua.

Stiamo tutti soffrendo per l’attuale siccità. Purtroppo, possiamo prevedere che questo fenomeno si ripeterà. È ovvio che anche l’agricoltura necessita dell’acqua per la produzione alimentare, ma se i nostri fiumi e torrenti vengono sfruttati sempre di più sarà un danno per tutti. Per questo motivo, difenderli è un interesse generale. Un primo e importante passo verso un’ampia tutela è la possibilità di svolgere controlli, e ciò deve essere reso possibile a bassa soglia.

Per questi motivi il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano incarica la Giunta provinciale di provvedere entro al massimo 12 mesi dalla deliberazione

  1. a rendere tutti gli indicatori e i dati rilevanti dal punto di vista ambientale sulle concessioni idriche accessibili al pubblico e visualizzabili in modo trasparente e in tempo reale su una piattaforma digitale in linea con gli Open Data Standard;
  2. a pubblicare annualmente i dati sul numero dei controlli eseguiti dalle autorità competenti e sul rispetto della portata delle derivazioni idriche in Alto Adige;
  3. a elaborare un piano d’azione che tenga conto del mutato andamento delle precipitazioni in Alto Adige e che individui delle strategie per adeguarvisi;
  4. a predisporre i mezzi finanziari a tal fine necessari nell’assestamento di bilancio.

Bolzano, 26/07/2022

Consiglieri provinciali

Hanspeter Staffler

Brigitte Foppa

Riccardo Dello Sbarba

 

MOZIONE.

Viviamo in tempi caldi, nel senso letterale della parola. Ormai anche la nostra provincia è interessata da eventi meteorologici estremi. Mesi di siccità si alternano a piogge torrenziali che causano situazioni di emergenza. Inoltre le temperature sono in aumento. Le estati sono sempre più calde. Stando al Rapporto sul clima Alto Adige 2018, dagli anni ’60 la temperatura nella nostra provincia è aumentata complessivamente di 1,5 gradi centigradi. A Bolzano e Bressanone, dagli anni ’60 la temperatura estiva è addirittura aumentata di 3 gradi. Insomma, la calura estiva nelle città è diventata un problema anche dal punto di vista sanitario, per le persone anziane, ma non solo. Spesso nemmeno nelle ore serali arriva un po’ di refrigerio, dato che le cosiddette “notti tropicali” sono in costante aumento. Questo fenomeno ci accompagnerà nei prossimi anni a causa dei cambiamenti climatici. Questo scenario su larga scala può essere contrastato soltanto con interventi di grande portata. La drastica riduzione delle emissioni di gas serra, la produzione di energia da fonti alternative, ecc., devono entrare a far parte dell’agenda politica.

Parallelamente, è necessario sviluppare programmi che tengano conto della necessità di adattarsi al riscaldamento globale e affrontino questo problema. È necessario far fronte ai disagi che ci attendono e che già si stanno manifestando sia su larga scala che “nel piccolo”.

Un intervento in tal senso è rappresentato dall’inverdimento delle città. Le piante svolgono una funzione rinfrescante sull’ambiente circostante. Inoltre esse migliorano la qualità dell’aria, anche se  questo effetto positivo non funziona in modo così semplice e immediato come spesso si crede. In ogni caso, l’inverdimento dei centri urbani ha un duplice effetto positivo. Se poi consideriamo anche l’aspetto estetico ed emotivo, possiamo parlare di un triplice effetto.

Quando pensiamo al verde, immaginiamo innanzitutto il classico tipo di verde orizzontale: parchi, giardini, prati, boschi, ecc. sono di fondamentale importanza e garantiscono una migliore qualità della vita alla popolazione che usufruisce delle oasi verdi della città. Da questo punto di vista, se si mettono a confronto le principali città europee, si notano subito delle grandi differenze: ad esempio, secondo il World City Culture Forum, più del 45% della superficie di Vienna è costituito da spazi verdi pubblici, mentre Parigi ha meno del 10% di parchi e giardini pubblici e Istanbul solo il 2% (dati del 2013 e 2014).

Nei centri urbani della nostra provincia non mancano gli spazi verdi pubblici. Secondo il piano del verde del Comune di Bolzano, ad esempio, due terzi della superficie del capoluogo sono costituiti da zone verdi che vanno salvaguardate. Infatti la trasformazione dei terreni agricoli in zone edificabili rischia di provocare una crescente impermeabilizzazione del suolo. In breve, ciò significa che gli spazi verdi all’interno della città vanno tutelati e ampliati. Lo stesso vale, in misura analoga, anche per altri grandi Comuni della provincia di Bolzano. Questo perché le valli alpine sono particolarmente esposte alla diffusione degli inquinanti atmosferici. La provincia di Bolzano presenta pertanto un’elevata concentrazione di ossidi di azoto, polveri, monossido di carbonio, ecc. (fonte: Azienda sanitaria dell’Alto Adige). Ciò significa che il verde non è mai abbastanza per mitigare gli effetti nocivi dei gas di scarico in combinazione con le temperature elevate.

Per diffondere il più possibile il verde in città, si possono utilizzare non solo le superfici orizzontali, ma anche quelle verticali. Così è stato fatto a Città del Messico. Questa gigantesca metropoli è da anni alle prese con il traffico, che causa disagi alla popolazione. Per questo motivo, nel 2016, è stato avviato il progetto “Via Verde”. Un architetto ha avuto l’idea di inverdire con piante particolari i pilastri di cemento che sostengono la circonvallazione della città. Queste piante dovrebbero filtrare l’aria e neutralizzare in particolare i gas di scarico. L’obiettivo era quello di inverdire 1.000 pilastri di cemento per una superficie totale di 60.000 metri quadrati. Il progetto è stato attuato e il risultato è stato un miglioramento anche dal punto di vista estetico.

Del progetto si è parlato molto e in termini positivi nei media. Ma non sono nemmeno mancate le critiche. Ad esempio, il britannico Guardian ha fatto notare che il verde verticale non sostituisce i parchi, i boschi e le aree verdi con la loro funzione ricreativa. Sempre in chiave critica, va inoltre sottolineato che la trasformazione della CO2 in ossigeno è un processo molto complesso, che non tutti i tipi di piante sono in grado di svolgere, come invece sostengono i gestori del progetto “Via Verde”. Questo per dire che il “verde verticale” non deve in alcun modo essere inteso come un sostituto del “verde orizzontale”. Si tratta piuttosto di un ulteriore ausilio che non può e non deve mai sostituirsi al verde primario, cioè agli alberi, ai parchi, ecc.

Anche la provincia di Bolzano potrebbe beneficiare degli effetti positivi che ne derivano: infatti la nostra provincia è attraversata da un’autostrada interregionale e da una superstrada, oltre che da numerose strade statali e da varie altre arterie urbane ad alta densità di traffico. Per questo motivo l’Alto Adige è un territorio che si presta particolarmente bene all’inverdimento verticale. Ne beneficerebbero soprattutto gli abitanti dei centri urbani. Infatti le città risentono in modo particolare dei gas di scarico e delle alte temperature in estate. I Comuni minori sono spesso protetti da boschi e parchi facilmente accessibili, che fungono da zone ricreative. Inoltre, nei paesini e nelle valli ad alta quota il calore non si accumula come nei centri urbani situati a valle. Il verde verticale potrebbe quindi essere una buona soluzione soprattutto per i maggiori centri della provincia.

Per questi motivi il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano incarica la Giunta provinciale

  1. di avviare un progetto pilota che preveda l’inverdimento di pilastri e muri di cemento in prossimità di strade ad alta densità di traffico, sul modello di Città del Messico, in collaborazione con i Comuni interessati di Bolzano, Merano, Bressanone, Vipiteno, Brunico e Laives;
  2. di utilizzare, per l’inverdimento, soprattutto piante adatte a migliorare la qualità dell’aria;

Bolzano, 26/07/2022

Consiglieri provinciali

Brigitte Foppa

Hanspeter Staffler

Riccardo Dello Sbarba

COMUNICATO STAMPA.

L’assestamento di bilancio è gravemente squilibrato: favoriti sono i contributi per l’economia (35 milioni), il turismo (14 milioni), l’agricoltura, la viabilità rurale (70 milioni) e la costruzione di strade e funivie (50 milioni).

La dotazione per l’edilizia abitativa è stata aumentata (23 milioni), il che però corrisponde all’incirca all’attuale tasso di inflazione nel settore edilizio, di conseguenza la costruzione di nuovi alloggi sociali sarà minimale.

Un boccone amaro per il consiglio provinciale è l’aumento del fondo di riserva per la giunta che avrà a disposizione un totale di 250 milioni. Questi flussi di denaro non saranno tracciabili per il consiglio stesso. La destinazione di questi fondi è sconosciuta: sarà lo sviluppo economico, il turismo, la costruzione di strade o anche il sociale?

E ancora una volta, i e le dipendenti pubblici, insegnanti, gli infermieri/e e i dipendenti provinciali e comunali vengono lasciati con a bocca asciutta. Per l’ennesima volta si è persa l’occasione per stanziare fondi per i contratti collettivi.

“Tutto sommato, la tendenza favorevole alle imprese del governo Kompatscher viene proseguita, sanità e sociale sono coperti, ma i e le dipendenti pubblici/che non ricevono alcuna compensazione finanziaria per la perdita di salario reale che hanno subito”, affermano i consiglieri provinciali dei Verdi.

 

BZ, 27.07.2022

Cons. prov.
Hanspeter Staffler
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba

ANFRAGE ZUR SCHRIFTLICHEN BEANTWORTUNG.

Jüngst hat die Grüne Fraktion im Landtag eine Anfrage mit dem Titel „Weggeworfene Milchprodukte“ (54-07-2022) gestellt. In der Antwort hat der zuständige Landesrat uns mitgeteilt, dass er hierzu keine Zahlen gebe. In Zeiten, in denen Lebensmittelverschwendung zu einem immer größeren Problem wird, verwundert diese Antwort doch einigermaßen. Noch dazu wo wir in Südtirol ein Gesetz haben, das Lebensmittelverschwendung eindämmen will (LG 2018, Nr. 2) und das laut Aussagen des Landesrates nicht umgesetzt wird.

Daher richten wir folgende Fragen an die Landesregierung:

  1. Besteht das Bestreben, sich um genauere Daten zu den weggeworfenen Milchprodukten in Südtirols Milchhöfen zu bemühen?
    1. Falls ja, in welcher Form, falls nein, warum nicht?
  2. Sind im Zusammenhang mit dem LG 2018, Nr. für die Zukunft Maßnahmen zur Umsetzung geplant?
    1. Falls ja, welche und welchen Zeitrahmen hat man sich gesteckt?

Bozen, 26.07.2022

Landtagsabgeordnete

Brigitte Foppa

Riccardo Dello Sbarba

Hanspeter Staffler

Hier könnt ihr die Antwort der Landesregierung herunterladen.

ANFRAGE ZUR SCHRIFTLICHEN BEANTWORTUNG.

Am Schneeberg zwischen dem Passeier- und dem Ridnauntal wurde in knapp einem Jahrtausend Silber, Blei und Zink abgebaut. Das Gebiet erstreckt sich von Maiern in Ridnaun, durch das Lazzachertal hoch zur Schneebergscharte und hinüber ins Passeier zum Abbaugebiet des Schneeberges mit der Knappensiedlung St. Martin am Schneeberg. Im Jahre 1985 wurde der Bergbau im Schneeberg endgültig eingestellt und auf Beschluss der Südtiroler Landesregierung wurden die Anlagen des gesamten Bergwerkes Schneeberg zum Museum ausgebaut und als Teil des Landesbergbaumuseums der Öffentlichkeit zugänglich gemacht. Berichten zufolge wurden die Aufräumarbeiten am Schneeberg nicht fertiggestellt. So finden sich in den Wiesen beispielsweise Drähte, Seile, Eisenteile oder Ähnliches. Dies ist besonders für die Viehwirtschaft am Schneeberg ein großes Problem, da sich die Kühe an den Drähten verletzen.

Daher richten wir folgende Fragen an die Landesregierung:

  1. Wie sieht die derzeitige Situation am Schneeberg im Bezug auf herumliegende Überreste des aufgelassenen Bergwerks aus? Wir bitten um Auskunft über den Stand der Dinge.
  2. Ist der Südtiroler Landesregierung bewusst, dass er hier ein Problem gibt, und was gedenkt sie dagegen zu unternehmen?
  3. Warum wurden nach Schließung des Bergwerkes die Aufräumarbeiten nicht fertiggestellt? Denkt man dies nachzuholen?
  4. Kommt es aufgrund der Überreste aus dem Bergwerk zu Verletzungen von Mensch und Tier? Wie viel Fälle sind der Landesregierung bekannt?

Bozen, 25.07.2022

Landtagsabgeordnete

Hanspeter Staffler

Brigitte Foppa

Riccardo Dello Sbarba

COMUNICATO STAMPA.

La legge sul “limite ai letti turistici” arriva la prossima settimana in aula. Per noi Verdi è fondamentale la trasparenza e una legge senza eccezioni a gogò e privilegi di lobby. Perché l’obbiettivo è un turismo sostenibile ed equo per ospiti e residenti – e anche per chi di turismo vive! Nulla di più, ma anche nulla di meno.

 

  1. COSA PREVEDE LA LEGGE SCHULER E COSA È SUCCESSO IN 2 COMMISSIONE

Con l’intento di fissare un “Limite massimo” (“Obergrenze”) alla capacità ricettiva del turismo in Alto Adige, la legge presentata da Schuler all’interno dell’Omnibus prevedeva:

Una nuova procedura di autorizzazione per fissare un limite massimo alla capacità ricettiva.

Il limite massimo di posti letto veniva fissato cominciando da ogni singola impresa turistica: o sulla base della licenza, o, a scelta dell’impresa, in base al numero di ospiti effettivamente presenti nella struttura in un giorno a scelta dell’anno-record 2019.

La Provincia esaminava la richiesta del numero dei letti alla luce dei criteri fissati dalle norme di attuazione alla legge e in base a questi decide sul contingente assegnato ad ogni impresa turistica.

Il limite comunale era dato dalla somma del numero massimo di letti delle imprese turistiche nel comune. Il limite provinciale dalla somma del numero massino di letti per comune.

Attraverso questa procedura veniva assegnato un CONTINGENTE MASSIMO in termini di turisti ospitabili e letti utilizzabili. Entro fine 2022 questo contingente viene trascritto in una nuova licenza.

La 2. Commissione ha bocciato questa proposta col voto dei componenti dell’ala contadina sia della Svp (Locher e Vallazza) che dell’opposizione (Leiter Reber e Faistnauer). La legge approvata dalla commissione prevede semplicemente la compitazione di una statistica su quanti letti ci siano in Sudtirolo e rimanda a un secondo momento la valutazione se e come serva un limite.

 

  1. LA POSIZIONE DEI VERDI E L’EMENDAMENTO CONCORDATO CON SCHULER

Per i Verdi il punto più critico sono le norme di attuazione a cui rimanda la legge: è da queste che dipenderà infatti se il limite sarà efficace ed equo, oppure se – tra ricatti di lobby ed eccezioni a gogò – si avrà una moltiplicazione di letti. Le norme di attuazione non possono essere delegate solo alla Giunta provinciale, chiedendo al consiglio di firmare una cambiale in bianco.

Per questo abbiamo chiesto che venga previsto in legge che le norme di attuazione siano sottoposte al parere obbligatorio del Consiglio provinciale, che consente un dibattito pubblico e trasparente. L’assessore Schuler e l’assessora Hochgruber Kuenzer hanno accettato queste proposte di modifica, ma esse sono state respinte dal voto congiunto della identica Bauernfraktion: Locher, Vallazza, L. Reber E Faistnauer.

IL GRUPPO VERDE HA IMMEDIATAMENTE RIPRESENTATO GLI STESSI EMENDAMENTI PER L’AULA. Vedremo quale sarà la proposta della maggioranza e da qui decideremo il nostro voto.

 

  1. IL RISCHIO: DI DEROGA IN DEROGA, I LETTI SI MOLTIPLICANO

Da quanto anticipato dai media, ma anche da Schuler in commissione, il rischio è che di compromesso in compromesso la legge che doveva fissare un limite massimo ai posti letto si trasformi nel suo opposto: in una legge per la moltiplicazione dei posti letto.

 

ECCO ALCUNE DELLE ECCEZIONI DI CUI SI PARLA:

  1. Vengono riconosciuti tutti i “diritti acquisiti” per la realizzazione di nuovi letti, anche diritti vecchi di anni (non c’è limite) ma mai realizzati: si tratta di 10.000 letti in più, subito!
  2. È prevista la concessione di un “anticipo” di 8.000 nuovi letti da elargire, di cui 7.000 a disposizione dei comuni e 1.000 della Provincia. Da restituire in dieci anni: chi ci crede?
  1. Gli ospiti fino a 14 anni sono esclusi da qualsiasi limite, non vengono neanche contati per il contingente. Qui c’è margine per un’ulteriore “moltiplicazione” dei letti.
  1. È previsto un “regolamento transitorio” che apre le porte a nuove richieste di autorizzazione. Del resto, è già in corso un assalto ai comuni per comunicare l’inizio di nuove attività. In 6 mesi sono spuntati oltre 5.000 letti in più, di cui oltre 4.000 Airbnb, affittacamere e agriturismi (vedi Astat).
  1. Deroghe per gli agriturismi: con le eccezioni prospettate (masi a frutteto e vigneto da 1,5 a 6 ettari e TUTTI i masi di allevamento e foraggio), solo una piccolissima parte degli agriturismi verrà sottoposta al limite.
  1. Centri storici: nessun limite ai letti per gli esercizi ricettivi che si trovano in questi 1024 ettari (ex zone A). E’ scomparsa l’esclusione delle città a “tensione abitativa”, come Bolzano o Merano: tutti liberi anche qui!
  1. Letti dismessi: ci doveva essere un principio di redistribuzione solidale, col 50% che la Provincia avrebbe assegnato alle aree deboli. Adesso pare che solo 5% il vada alla Provincia e il 95% resta nei comuni. Vince la logica del più forte.

 

Se tutte le eccezioni venissero davvero inserite nei regolamenti attuativi, il numero di letti – oggi di 234.420 – rischierebbe di saltare in alto, oltre i 250.000 e forse toccare i 270.000! Per questo le eccezioni e le deroghe ci preoccupano: segnerebbero il fallimento dell’operazione “turismo sostenibile” della giunta provinciale.

 

  1. CONCLUSIONE: SERVE UNA BUONA LEGGE

Noi Verdi siamo stati i primi a proporre la discussione sui pericoli dell’”Eccesso di turismo” in Alto Adige e la necessità di un limite. Per questo non vogliono che questo primo tentativo, pur parziale, fallisca.

Ci siamo impegnati in commissione, e ci impegneremo in aula, per una legge efficace, equa e lungimirante.

 

BZ, 22.07.2022

Cons. prov.

Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa
Hanspeter Staffler

 

Qui la relazione di minoranza.

ANFRAGE ZUR SCHRIFTLICHEN BEANTWORTUNG.

Sonnenenergie zu nutzen ist nicht nur klimafreundlich, sondern auch ein Schritt in Richtung Unabhängigkeit von Öl- und Gaslieferungen. Deshalb testen derzeit Pilotprojekte in Italien und Deutschland die Idee, Photovoltaik-Module zwischen Eisenbahnschienen zu verbauen. Diese Herangehensweise schlägt somit mehrere Fliegen mit einer Klappe: Einerseits dienen die Eisenbahnschienen dadurch nicht mehr nur den Zügen selbst, sondern es kann zugleich Energie aus erneuerbaren Quellen gewonnen werden. Das Besondere daran ist aber, dass keine zusätzlichen Flächen für die Erzeugung von erneuerbaren Energien versiegelt werden müssen. Das ist wichtig, weil die Bodenversiegelung ein großes Problem darstellt und jegliche unnötige Versiegelung vermieden werden soll. Das Verbauen der Photovoltaik-Module an den Eisenbahnschienen würde somit nicht nur einen großen Schritt in Richtung Klimaneutralität bedeuten, sondern durch den Ausbau erneuerbarer Energien auch einen wichtigen Beitrag zur Energieautonomie leisten.

Daher richten wir folgende Fragen an die Landesregierung:

  1. Welche konkreten Initiativen hat die Landesregierung zwecks verstärkter Nutzung von öffentlichen Photovoltaik-Anlagen zur Stromerzeugung in Südtirol bislang gesetzt?
  2. Zu welchen Erkenntnissen ist die Landesregierung im Rahmen des etwaigen Betriebs vorgenannter Anlagen (z.B. Hebung weiterer Potentiale, Skalierbarkeit bestehender Anlagen) gekommen?
  3. Welche Initiativen möchte Die Landesregierung zukünftig setzen?
  4. Wie viel Strom wird zurzeit in Südtirol durch öffentliche Photovoltaikanlagen gewonnen?
    1. Was macht das anteilig an der gesamten Stromproduktion im Land aus?
  5. Wurden bereits Studien o.Ä. zur Erhebung des Ausbau- und/oder Neuinstallationspotentials von öffentlichen PV-Anlagen in Südtirol durchgeführt?
    1. Falls ja, wie groß ist deren Ausbaupotential (umfassend den Verweis, auf welchen Flächen Potential besteht)?
  6. Wurde in der Vergangenheit bereits geprüft, inwieweit das Bahnnetz für die Stromgewinnung mittels Photovoltaikanlagen verwendet werden könnte, und zu welchen Ergebnissen ist man gekommen?

Bozen, 21.07.2022

Landtagsabgeordnete

Brigitte Foppa

Hanspeter Staffler

Riccardo Dello Sbarba

Hier könnt ihr die Antwort der Landesregierung herunterladen.