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INTERROGAZIONE.

In occasione della discussione della legge omnibus 2022 si è molto discusso di capacità ricettiva e numero di letti nel settore turistico. La legge prevede la fissazione di un limite massimo di letti per ogni struttura ricettiva, che corrisponderà – a scelta della struttura stessa – o al numero di letti previsto dalla licenza in vigore, o al numero di ospiti in un giorno preciso dell’anno 2019, lo stesso a scelta della struttura. Nel dibattito sono emersi diversi dati, anche contrastanti: quelli delle licenze, i dati sui letti delle statistiche Astat, le statistiche sui pernottamenti. Sarebbe importante fare chiarezza per avere un quadro più preciso sulle conseguenze derivanti dalla applicazione della legge.

Si chiede alla giunta provinciale:

  1. SUI DATI SUL NUMERO DI LETTI DIFFUSI PERIODICAMENTE DALL’ASTAT (ultimo dato di 234.420 letti al maggio 2022):
    1. Qual è la fonte di questi dati, i criteri per la loro raccolta e il percorso che fanno tra la fonte primaria e la sintesi che ne fa l’Astat?
    2. Si chiede di spiegare qual è il punto di origine del dato sui letti (distinguendo se necessario per categoria di esercizi sia alberghieri che extra alberghieri), quali tipi di letti sono compresi in questi dati (solo quelli scritti in licenza? anche i letti provvisori che vengono utilizzati al bisogno? anche i letti occupati da ospiti che sono esenti da tassa di soggiorno? o che altro?) chi comunica a chi tali dati, ai vari livelli della procedura di raccolta, infine come l’Astat tratta e organizza questi dati.
  1. SUL NUMERO DI LETTI CHE COMPARE NELLA LICENZA:
    1. Quale valore giuridico ha questo numero? Deve essere tassativamente sempre rispettato, oppure no? Se no, in che senso?
    2. Si tratta, ovviamente intendendo le licenze in vigore fino ad oggi, di un limite massimo, di una cifra media, o di una cifra indicativa?
    3. Quale relazione con i letti definiti in licenza hanno i letti aggiuntivi che compaiono provvisoriamente in certi giorni della stagione turistica?
    4. Per ogni struttura ricettiva, vengono messi a confronto i dati sul numero degli ospiti giornalieri e il numero di letti previsto in licenza? Se gli ospiti presenti sono più numerosi dei letti previsti in licenza, come viene valutata questa eccedenza di ospiti e quali eventuali conseguenze comporta?
    5. Ci sono tipologie di ospiti che possono essere legittimamente sistemati in letti che non sono previsti in licenza? Se sì, quali sono queste tipologie?
    6. Chi rilascia la licenza col numero di letti? E chi deve controllarne il rispetto?
    7. Quante violazioni della licenza sono state rilevate negli ultimi 10 anni in provincia di Bolzano, quante riguardavano il numero di letti e quali conseguenze hanno avuto queste rilevazioni? Si chiede il dato totale e se possibile scomposto per comprensorio turistico.
  1. SUL NUMERO DEI PERNOTTAMENTI:
    1. Qual è la fonte di questi dati, i criteri per la loro raccolta e il percorso che fanno tra la fonte primaria e la sintesi che ne fa la Provincia e/o l’Astat? Si chiede di spiegare nel dettaglio qual è il punto di origine del dato sui pernottamenti (distinguendo se necessario per categoria di esercizi sia alberghieri che extra alberghieri) chi comunica a chi tali dati, ai vari livelli della procedura di raccolta, infine come la Provincia e/o l’Astat trattano e organizzano questi dati.
    2. Quali pernottamenti sono compresi in questi dati? Tutti i pernottamenti di chiunque abbia pernottato in una struttura ricettiva? Oppure ci sono pernottamenti di categorie di ospiti che non vengono considerati? In questo caso, quali tipi di pernottamenti non vengono considerati e perché?
  1. SUI PERNOTTAMENTI DELL’ANNO 2019:
    1. Esistono dati scorporati per giorno relativi a questo anno?
    2. Se sì, quali sono stati i singoli 10 giorni con più alto numero di pernottamenti nell’anno 2019?
    3. In ciascuno di questi 10 giorni record (vedi risposta precedente), quanti pernottamenti sono stati registrati in Alto Adige in totale e per comprensorio turistico?

Bolzano, 29.07.2022

Cons. prov.

Riccardo Dello Sbarba

Brigitte Foppa

Hanspeter Staffler

COMUNICATO STAMPA.

Assestamento del bilancio: Il gruppo Verde ha colto l’occasione per affrontare gli effetti del cambiamento climatico, soprattutto in estate.

In un ordine del giorno sulla legge di assestamento del bilancio, i Verdi hanno chiesto che i dati sul flusso minimo vitale dei corsi d’acqua siano resi trasparenti e direttamente accessibili. Considerando la sempre più grave carenza d’acqua, verrà elaborato un piano d’azione che preveda strategie sull’adattamento alle mutate condizioni idriche in Alto Adige. “Il deperimento dei nostri torrenti e fiumi non può essere semplicemente accettato come una soluzione alla carenza idrica”, afferma il primo firmatario Hanspeter Staffler. “Siamo sodisfatti che la giunta abbia colto l’importanza della problematica e abbia accettato il nostro ordine del giorno”.

In un’altra proposta il gruppo Verde chiedeva l’introduzione del verde verticale in Alto Adige. Superfici come pilastri di cemento o pareti di casa possono essere rinverdite per contribuire a migliorare la qualità dell’aria e il raffreddamento. Tuttavia, questa mozione non è stata accettata dalla maggioranza. Il gruppo Verde ha ritirato la mozione che verrà riproposta presto.

“Riteniamo molto positivo che la giunta abbia almeno accettato la mozione per monitorare meglio il deflusso minimo vitale. Affrontare il cambiamento climatico e le sue conseguenze per l’Alto Adige è fondamentale e bisogna passare ai fatti”, dicono i Verdi con soddisfazione.

BZ, 28/07/2022

Cons. Prov.

Hanspeter Staffler

Brigitte Foppa

Riccardo Dello Sbarba

ANFRAGE ZUR SCHRIFTLICHEN BEANTWORTUNG.

In den vergangenen Jahren hat landesweit die Anzahl von Saunalandschaften und Schwimmbecken sei es in Tourismusbetrieben als auch im privaten Bereich enorm zugenommen. Entsprechend ist auch der Trinkwasserbedarf in vielen Gemeinden deutlich gestiegen, sodass es bereits in der Vergangenheit immer wieder zu Trinkwasserknappheit gekommen ist.

Bei der derzeitigen Hitze- und Dürreperiode verstärkt sich die Wasserknappheit im Allgemeinen und die Trinkwasserknappheit im Speziellen, was Meldungen aus dem ganzen Land bestätigen.

Der erhöhte Wasserbedarf für Freizeit- und Tourismusanlagen verschärft die Trinkwasserknappheit für die Bevölkerung, was angesichts der zurzeit herrschenden und der zukünftigen extremen Wetterlagen nicht hingenommen werden kann.

Daher richten wir folgende Fragen an die Landesregierung:

  1. Wie hoch ist der durchschnittliche Wasserbedarf pro Tag und in Südtirol ansässiger Person? Wir ersuchen um eine Übersicht der Jahre 2011 bis 2021.
  2. Wie hoch ist der durchschnittliche Wasserbedarf pro Tag und Tourist:in? Wir ersuchen um eine Übersicht der Jahre 2011 bis 2021.
  3. Wie hoch ist der Wasserbedarf für Sauna- und Schwimmanlagen in Tourismusbetrieben? Wir ersuchen um eine Gegenüberstellung zum Trink- und Gebrauchswasser des Jahres 2019 bezogen auf die Tourismusbetriebe.
  4. Wie hoch ist der Wasserbedarf für Sauna- und Schwimmanlagen im privaten Bereich? Wir ersuchen um eine Gegenüberstellung zum Trink- und Gebrauchswasser des Jahres 2019 bezogen auf den privaten Bereich.
  5. Gibt es Konzepte, eine sparsamere Wassernutzung für Freizeit- und Tourismusanlagen mit höheren Gebühren oder ähnlichen Maßnahmen zu steuern?

Bozen, 21.07.2022

Landtagsabgeordnete

Hanspeter Staffler

Brigitte Foppa

Riccardo Dello Sbarba

Qui la risposta dell’assessore.

ANFRAGE ZUR SCHRIFTLICHEN BEANTWORTUNG.

Während der sommerlichen Hitzeperiode im Juli 2022 werden im Vinschgau und im Etschtal Apfelkulturen mit Oberkronenberegnung bewässert. Viele Betriebe haben bereits teilweise oder ganz auf Tropfberegnung umgestellt, einige jedoch halten aus welchen Gründen auch immer an der alten Oberkronenberegnung fest.

Abgesehen davon, dass mit dieser diffusen Beregnungsform nicht nur die Apfelbäume sondern auch die restliche Vegetation bewässert wird, geht eine beträchtliche Menge an Wasser durch die Interzeption der Hagelnetze und der Blattoberfläche verloren.

Kürzlich hat der Südtiroler Fischereiverband auf die prekäre Wasserführung einiger Bäche hingewiesen und unter anderem auch die immer noch weit verbreitete Oberkronenberegnung kritisiert.

Daher richten wir folgende Fragen an die Landesregierung:

  1. Wie verhält sich der Wasserverbrauch zwischen Oberkronen- und Tropfberegnung in einer typischen Apfelkultur?
  2. Verfügt die Landesregierung über Daten, wieviel Hektar Apfelkulturen zurzeit noch durch Oberkronenberegnung bewässert werden?
  3. Falls ja, gibt es Informationen über die geographische Verteilung der Oberkronenberegnung, zum Beispiel bezogen auf Talschaften oder auf Bezirksgemeinschaften?
  4. Wir ersuchen um Aushändigung der Daten und Informationen.

Bozen, 21.07.2022

Landtagsabgeordnete

Hanspeter Staffler

Brigitte Foppa

Riccardo Dello Sbarba

Hier könnt ihr die Antwort der Landesregierung und die Anlagen dazu lesen.

ANFRAGE ZUR SCHRIFTLICHEN BEANTWORTUNG.

Lebensmittelverschwendung ist ein gravierendes Problem in Europa, Südtirol bildet hier keine Ausnahme. Nicht nur in Privathaushalten, sondern auch im öffentlichen Bereich werden viele, zu viele Lebensmittel weggeworfen. Wir wurden auf das Beispiel der Schulmensen aufmerksam, in denen Berichten zufolge besonders viel Abfall anfällt. Dieses Problem hat sich seit Corona und den Hygienevorschriften noch zugespitzt. Teller werden oftmals schon vorportioniert und so bekommen 6-Jährige gleich viel wie 11- oder 14Jährige. Laut „Food-Insider“, einem Zusammenschluss von Expert:innen für Schulverpflegung, gab es alleine in Bologna im Schuljahr 2017/2018 30% Lebensmittelabfall in Mensen. Dies ist eine erschreckende Zahl. Es darf vermutet werden, dass es in Südtirol nicht viel anders aussieht.

In den viel zitierten Nachhaltigkeitszielen der UNO ist die Halbierung der Lebensmittelverschwendung zudem ein zentraler Punkt. Der SDG Tracker des Astat erfasst in Südtirol für das Nachhaltigkeitsziel Nr. 12 („Verantwortungsvolle Konsum- und Produktionsmuster“) statt der von den Vereinten Nationen vorgesehenen 13 Indikatoren lediglich 4. Die Halbierung der Lebensmittelverschwendung gehört nicht dazu.

Daher richten wir folgende Fragen an die Landesregierung:

  1. Wurde in Südtirols Schulmensen in der Vergangenheit eine Müllanalyse durchgeführt und falls ja, zu welchem Ergebnis ist diese gekommen? Wir bitten um Aushändigung.
  2. Gibt es Zahlen, wie viel Lebensmittelabfall in den Schulmensen anfällt?
    1. Wenn ja, bitten wir um deren Aushändigung!
    2. Wird dabei zwischen vermeidbaren und unvermeidbaren Lebensmittelabfällen unterschieden?
    3. Wurden jemals die Ursachen untersucht bzw. ist dies geplant?
  3. Gibt es Zahlen, die zwischen den Abfällen, die in der Küche anfallen (z. B. Überproduktion) und solchen, die auf den Tellern zurückbleiben, unterscheiden? Falls ja, bitten wir um deren Aushändigung!
  4. Spenden Mensen noch genießbare Speisen- und Lebensmittelüberschüsse zu karitativen Zwecken an schenkende Organisationen (Landesgesetz Nr. 2 vom 13. März 2018)?
    1. Gibt es Zahlen dazu?
    2. Falls dies nicht geschieht, aus welchem Grund wird das Gesetz nicht angewandt?
  5. Hat sich die Landesregierung mit dem Problem Lebensmittelabfall in Mensen befasst? Was gedenkt sie dagegen zu unternehmen?
  6. Aus welchem Grund erfasst der SDG-Tracker des Astat den Indikator Nr. 12.3 (Die Erreichung einer weltweiten Halbierung der Lebensmittelabfälle bis 2030 pro Kopf im Handel und auf Konsumenteneben) des Nachhaltigkeitsziels Nr. 12 der UNO nicht?
    1. Aus welchem Grund werden beim Ziel Nr. 12 lediglich 4 von insgesamt 13 Indikatoren erfasst?
    2. Welche Agenda hat sich die Landesregierung zum Nachhaltigkeitsziel der Eindämmung von Lebensmittelverschwendung gesetzt? Wir bitten um die Aushändigung der geplanten Vorgehensweise bis 2030 mit den konkret messbaren Zielen!

Bozen, 25.07.2022

Landtagsabgeordnete

Brigitte Foppa

Riccardo Dello Sbarba

Hanspeter Staffler

ANFRAGE ZUR SCHRIFTLICHEN BEANTWORTUNG.

Hubschrauberrundflüge zu touristischen Zwecken sind in Südtirol genau geregelt. Dies bedeutet aber nicht, dass es deshalb wenig von der Sorte gibt. Auch jetzt im Sommer berichten uns Bürger:innen landauf landab von Vergnügungsflügen, die im Rahmen von Festen und dergleichen angeboten werden. Von der Lärmbelastung abgesehen sind solche Flüge immer auch eine große Umweltbelastung, die es wo immer möglich zu vermeiden gilt.

Daher richten wir folgende Fragen an die Landesregierung:

  1. Wie haben sich die touristischen Hubschrauber-Rundflüge in den letzten fünf Jahren entwickelt? Wir bitten um die Aushändigung konkreter Zahlen.
  2. Gibt es innerhalb der Landesregierung ein Bestreben, diese einzudämmen? Wenn ja, wie und wann? Falls nein, warum nicht?

Bozen, 27.07.2022

Landtagsabgeordnete

Brigitte Foppa

Riccardo Dello Sbarba

Hanspeter Staffler

ORDINE DEL GIORNO N. 20 al disegno di legge provinciale n. 114/22

È secco, troppo secco. La siccità sta mettendo in crisi tutta l’Europa. Mentre in Grecia, Spagna e Francia dilagano gli incendi boschivi, l’Italia sta affrontando un lungo periodo di caldo e siccità. L’Alto Adige ha lo stesso problema, anche se qui la situazione è migliore rispetto al resto d’Italia e d’Europa. Tuttavia, ciò non cambia molto, poiché anche in alcuni luoghi della nostra provincia l’acqua potabile dev’essere portata dai vigili del fuoco. Le organizzazioni ambientaliste, l’agricoltura e molti altri lanciano l’allarme.

Quando si parla di scarsità d’acqua, generalmente si suppone che siano diminuite le precipitazioni. Ma non è questo il caso. Se si confrontano i dati sulle precipitazioni in Alto Adige degli ultimi 100 anni, ci si accorge subito che sono rimaste più o meno allo stesso livello (vedi “Open Data Alto Adige”). Il problema è un altro, ovvero la loro intensità e la loro distribuzione, come suggeriscono diversi studi sull’evoluzione del clima nell’arco alpino e recentemente anche uno studio del 2022 condotto da MeteoSvizzera, l’Istituto Centrale di Meteorologia e Geodinamica dell’Austria (ZAMG) e Meteo-France, che descrive una tendenza in aumento del volume delle precipitazioni giornaliere e prevede inoltre meno precipitazioni in estate e più in primavera, autunno e inverno. Concretamente, ciò significa che in estate potremmo trovarci di fronte a prolungati periodi di siccità. Il problema delle grandi quantità di precipitazioni in un breve arco di tempo è che il terreno non riesce ad assorbirle in modo ottimale e quindi sono spesso “vane”. Per la natura è meglio una goccia costante rispetto a precipitazioni intense in un breve lasso di tempo.

Prevedere le precipitazioni è tuttavia difficile, e lo ammette senza mezzi termini anche la comunità scientifica. Tuttavia, diversi lavori scientifici degli ultimi anni vanno a sostegno dello scenario descritto sopra. Ora, però, c’è un secondo fattore importante su cui la scienza è ampiamente d’accordo: l’andamento delle temperature: non solo le nostre estati stanno diventando più calde, ma le temperature sono aumentate durante tutto l’anno. Per la siccità, tuttavia, sono decisivi i mesi estivi, perché secondo il Rapporto sul clima-Alto Adige 2018, dagli anni ‘60 le temperature medie annuali in Alto Adige sono aumentate di 1,5 gradi. Con riferimento allo stesso periodo, anche Bolzano e Bressanone hanno registrato un aumento delle temperature estive di tre gradi. Se le previsioni sulla diminuzione delle precipitazioni nel periodo estivo sono corrette, questo, insieme all’aumento delle temperature tra giugno e settembre, è il nodo cruciale della questione.

Ciò è preoccupante, perché proprio in estate la natura ha bisogno di molta (e costante) pioggia. Se non piove e fa anche molto caldo, è difficile compensare la siccità che ne consegue. Insieme, questi fattori fanno sì che l’acqua sia sempre più scarsa.

In Alto Adige, alcune associazioni hanno recentemente lanciato l’allarme: i nostri torrenti si stanno prosciugando. Da un lato, ciò è riconducibile ai fenomeni descritti in precedenza, dall’altro ad altri fattori quali gli aumentati consumi di acqua e il recente inverno poco nevoso. Un ulteriore e importante problema è rappresentato dal fatto che spesso le eccessive derivazioni per uso agricolo nuocciono ai corsi d’acqua. Vi è motivo di ritenere che la portata residua dell’acqua non venga sempre rispettata rigorosamente (vedi “L’agricoltura è troppo assetata” | Salto.bz). La portata residua (deflusso minimo vitale) è la quantità d’acqua minima necessaria per la vita in un corso d’acqua. Se non viene rispettata,  si rischiano gravi conseguenze per la flora e la fauna. La riduzione unilaterale della portata residua è quindi estremamente pericolosa.

Secondo l’Associazione pescatori dell’Alto Adige controllare la portata residua è tutt’altro che facile. Questo perché è laborioso richiedere i dati che non è possibile consultare ad hoc online. Cambiare questo stato di cose non comporterebbe grandi sforzi, ma agevolerebbe molto il controllo dei nostri corsi d’acqua.

Stiamo tutti soffrendo per l’attuale siccità. Purtroppo, possiamo prevedere che questo fenomeno si ripeterà. È ovvio che anche l’agricoltura necessita dell’acqua per la produzione alimentare, ma se i nostri fiumi e torrenti vengono sfruttati sempre di più sarà un danno per tutti. Per questo motivo, difenderli è un interesse generale. Un primo e importante passo verso un’ampia tutela è la possibilità di svolgere controlli, e ciò deve essere reso possibile a bassa soglia.

Per questi motivi il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano incarica la Giunta provinciale di provvedere entro al massimo 12 mesi dalla deliberazione

  1. a rendere tutti gli indicatori e i dati rilevanti dal punto di vista ambientale sulle concessioni idriche accessibili al pubblico e visualizzabili in modo trasparente e in tempo reale su una piattaforma digitale in linea con gli Open Data Standard;
  2. a pubblicare annualmente i dati sul numero dei controlli eseguiti dalle autorità competenti e sul rispetto della portata delle derivazioni idriche in Alto Adige;
  3. a elaborare un piano d’azione che tenga conto del mutato andamento delle precipitazioni in Alto Adige e che individui delle strategie per adeguarvisi;
  4. a predisporre i mezzi finanziari a tal fine necessari nell’assestamento di bilancio.

Bolzano, 26/07/2022

Consiglieri provinciali

Hanspeter Staffler

Brigitte Foppa

Riccardo Dello Sbarba

 

MOZIONE.

Viviamo in tempi caldi, nel senso letterale della parola. Ormai anche la nostra provincia è interessata da eventi meteorologici estremi. Mesi di siccità si alternano a piogge torrenziali che causano situazioni di emergenza. Inoltre le temperature sono in aumento. Le estati sono sempre più calde. Stando al Rapporto sul clima Alto Adige 2018, dagli anni ’60 la temperatura nella nostra provincia è aumentata complessivamente di 1,5 gradi centigradi. A Bolzano e Bressanone, dagli anni ’60 la temperatura estiva è addirittura aumentata di 3 gradi. Insomma, la calura estiva nelle città è diventata un problema anche dal punto di vista sanitario, per le persone anziane, ma non solo. Spesso nemmeno nelle ore serali arriva un po’ di refrigerio, dato che le cosiddette “notti tropicali” sono in costante aumento. Questo fenomeno ci accompagnerà nei prossimi anni a causa dei cambiamenti climatici. Questo scenario su larga scala può essere contrastato soltanto con interventi di grande portata. La drastica riduzione delle emissioni di gas serra, la produzione di energia da fonti alternative, ecc., devono entrare a far parte dell’agenda politica.

Parallelamente, è necessario sviluppare programmi che tengano conto della necessità di adattarsi al riscaldamento globale e affrontino questo problema. È necessario far fronte ai disagi che ci attendono e che già si stanno manifestando sia su larga scala che “nel piccolo”.

Un intervento in tal senso è rappresentato dall’inverdimento delle città. Le piante svolgono una funzione rinfrescante sull’ambiente circostante. Inoltre esse migliorano la qualità dell’aria, anche se  questo effetto positivo non funziona in modo così semplice e immediato come spesso si crede. In ogni caso, l’inverdimento dei centri urbani ha un duplice effetto positivo. Se poi consideriamo anche l’aspetto estetico ed emotivo, possiamo parlare di un triplice effetto.

Quando pensiamo al verde, immaginiamo innanzitutto il classico tipo di verde orizzontale: parchi, giardini, prati, boschi, ecc. sono di fondamentale importanza e garantiscono una migliore qualità della vita alla popolazione che usufruisce delle oasi verdi della città. Da questo punto di vista, se si mettono a confronto le principali città europee, si notano subito delle grandi differenze: ad esempio, secondo il World City Culture Forum, più del 45% della superficie di Vienna è costituito da spazi verdi pubblici, mentre Parigi ha meno del 10% di parchi e giardini pubblici e Istanbul solo il 2% (dati del 2013 e 2014).

Nei centri urbani della nostra provincia non mancano gli spazi verdi pubblici. Secondo il piano del verde del Comune di Bolzano, ad esempio, due terzi della superficie del capoluogo sono costituiti da zone verdi che vanno salvaguardate. Infatti la trasformazione dei terreni agricoli in zone edificabili rischia di provocare una crescente impermeabilizzazione del suolo. In breve, ciò significa che gli spazi verdi all’interno della città vanno tutelati e ampliati. Lo stesso vale, in misura analoga, anche per altri grandi Comuni della provincia di Bolzano. Questo perché le valli alpine sono particolarmente esposte alla diffusione degli inquinanti atmosferici. La provincia di Bolzano presenta pertanto un’elevata concentrazione di ossidi di azoto, polveri, monossido di carbonio, ecc. (fonte: Azienda sanitaria dell’Alto Adige). Ciò significa che il verde non è mai abbastanza per mitigare gli effetti nocivi dei gas di scarico in combinazione con le temperature elevate.

Per diffondere il più possibile il verde in città, si possono utilizzare non solo le superfici orizzontali, ma anche quelle verticali. Così è stato fatto a Città del Messico. Questa gigantesca metropoli è da anni alle prese con il traffico, che causa disagi alla popolazione. Per questo motivo, nel 2016, è stato avviato il progetto “Via Verde”. Un architetto ha avuto l’idea di inverdire con piante particolari i pilastri di cemento che sostengono la circonvallazione della città. Queste piante dovrebbero filtrare l’aria e neutralizzare in particolare i gas di scarico. L’obiettivo era quello di inverdire 1.000 pilastri di cemento per una superficie totale di 60.000 metri quadrati. Il progetto è stato attuato e il risultato è stato un miglioramento anche dal punto di vista estetico.

Del progetto si è parlato molto e in termini positivi nei media. Ma non sono nemmeno mancate le critiche. Ad esempio, il britannico Guardian ha fatto notare che il verde verticale non sostituisce i parchi, i boschi e le aree verdi con la loro funzione ricreativa. Sempre in chiave critica, va inoltre sottolineato che la trasformazione della CO2 in ossigeno è un processo molto complesso, che non tutti i tipi di piante sono in grado di svolgere, come invece sostengono i gestori del progetto “Via Verde”. Questo per dire che il “verde verticale” non deve in alcun modo essere inteso come un sostituto del “verde orizzontale”. Si tratta piuttosto di un ulteriore ausilio che non può e non deve mai sostituirsi al verde primario, cioè agli alberi, ai parchi, ecc.

Anche la provincia di Bolzano potrebbe beneficiare degli effetti positivi che ne derivano: infatti la nostra provincia è attraversata da un’autostrada interregionale e da una superstrada, oltre che da numerose strade statali e da varie altre arterie urbane ad alta densità di traffico. Per questo motivo l’Alto Adige è un territorio che si presta particolarmente bene all’inverdimento verticale. Ne beneficerebbero soprattutto gli abitanti dei centri urbani. Infatti le città risentono in modo particolare dei gas di scarico e delle alte temperature in estate. I Comuni minori sono spesso protetti da boschi e parchi facilmente accessibili, che fungono da zone ricreative. Inoltre, nei paesini e nelle valli ad alta quota il calore non si accumula come nei centri urbani situati a valle. Il verde verticale potrebbe quindi essere una buona soluzione soprattutto per i maggiori centri della provincia.

Per questi motivi il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano incarica la Giunta provinciale

  1. di avviare un progetto pilota che preveda l’inverdimento di pilastri e muri di cemento in prossimità di strade ad alta densità di traffico, sul modello di Città del Messico, in collaborazione con i Comuni interessati di Bolzano, Merano, Bressanone, Vipiteno, Brunico e Laives;
  2. di utilizzare, per l’inverdimento, soprattutto piante adatte a migliorare la qualità dell’aria;

Bolzano, 26/07/2022

Consiglieri provinciali

Brigitte Foppa

Hanspeter Staffler

Riccardo Dello Sbarba

COMUNICATO STAMPA.

L’assestamento di bilancio è gravemente squilibrato: favoriti sono i contributi per l’economia (35 milioni), il turismo (14 milioni), l’agricoltura, la viabilità rurale (70 milioni) e la costruzione di strade e funivie (50 milioni).

La dotazione per l’edilizia abitativa è stata aumentata (23 milioni), il che però corrisponde all’incirca all’attuale tasso di inflazione nel settore edilizio, di conseguenza la costruzione di nuovi alloggi sociali sarà minimale.

Un boccone amaro per il consiglio provinciale è l’aumento del fondo di riserva per la giunta che avrà a disposizione un totale di 250 milioni. Questi flussi di denaro non saranno tracciabili per il consiglio stesso. La destinazione di questi fondi è sconosciuta: sarà lo sviluppo economico, il turismo, la costruzione di strade o anche il sociale?

E ancora una volta, i e le dipendenti pubblici, insegnanti, gli infermieri/e e i dipendenti provinciali e comunali vengono lasciati con a bocca asciutta. Per l’ennesima volta si è persa l’occasione per stanziare fondi per i contratti collettivi.

“Tutto sommato, la tendenza favorevole alle imprese del governo Kompatscher viene proseguita, sanità e sociale sono coperti, ma i e le dipendenti pubblici/che non ricevono alcuna compensazione finanziaria per la perdita di salario reale che hanno subito”, affermano i consiglieri provinciali dei Verdi.

 

BZ, 27.07.2022

Cons. prov.
Hanspeter Staffler
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba

ANFRAGE ZUR SCHRIFTLICHEN BEANTWORTUNG.

Jüngst hat die Grüne Fraktion im Landtag eine Anfrage mit dem Titel „Weggeworfene Milchprodukte“ (54-07-2022) gestellt. In der Antwort hat der zuständige Landesrat uns mitgeteilt, dass er hierzu keine Zahlen gebe. In Zeiten, in denen Lebensmittelverschwendung zu einem immer größeren Problem wird, verwundert diese Antwort doch einigermaßen. Noch dazu wo wir in Südtirol ein Gesetz haben, das Lebensmittelverschwendung eindämmen will (LG 2018, Nr. 2) und das laut Aussagen des Landesrates nicht umgesetzt wird.

Daher richten wir folgende Fragen an die Landesregierung:

  1. Besteht das Bestreben, sich um genauere Daten zu den weggeworfenen Milchprodukten in Südtirols Milchhöfen zu bemühen?
    1. Falls ja, in welcher Form, falls nein, warum nicht?
  2. Sind im Zusammenhang mit dem LG 2018, Nr. für die Zukunft Maßnahmen zur Umsetzung geplant?
    1. Falls ja, welche und welchen Zeitrahmen hat man sich gesteckt?

Bozen, 26.07.2022

Landtagsabgeordnete

Brigitte Foppa

Riccardo Dello Sbarba

Hanspeter Staffler

Hier könnt ihr die Antwort der Landesregierung herunterladen.