Home2021 (Page 24)

COMUNICATO STAMPA.

Nella sua ultima seduta la Giunta provinciale ha approvato i piani di performance per il triennio 2021-23. L’allegato B della delibera riguarda il bilancio di genere. Con questo si intende l’istituzione e la messa in opera all’interno dei bilanci pubblici di provvedimenti che abbiano l’obiettivo di ottenere una reale parità di genere.

Il bilancio di genere (gender budgeting) è stato inserito già nel 2006 dalla Giunta provinciale come parte integrante della strategia di Gender Mainstreaming. Quindici anni sono tanti. In un periodo di tempo così si potrebbero avviare una quantità infinita di misure. Ma soprattutto sarebbe possibile almeno riuscire a capire cosa significa pensare il bilancio provinciale in un modo che tenga conto del genere.

Purtroppo non è il caso dell’Alto Adige. Il suddetto allegato B mostra che la spesa direttamente destinata alla promozione della parità di genere ammonta a 189.500 € per il 2021. Per il 2022 e il 2023 saranno 209.500 €. Ciò significa che lo 0,003% del bilancio totale, cioè 3 centomillesimi, sarà utilizzato per misure di parità di genere in Provincia di Bolzano. Tra il 2021 e il 2023 non è previsto nessun investimento.

“Si potrebbe pensare quindi che con il Recovery fund, che di fatto è riservato agli investimenti, si sia provveduto a migliorare questa situazione” afferma la consigliera Foppa che in proposito ha scritto un’interrogazione. In una prima versione, l’Alto Adige ha presentato allo Stato 47 progetti, il cui volume totale ammonta a 2,4 miliardi di Euro. Come è noto, al centro del piano c’è il Dispositivo per la ripresa e la resilienza (Reconstruction and Resilience Facility (RRF)) e una delle sei “missioni” è la “Giustizia sociale e territoriale, la parità di genere”. In questa missione troviamo circa 1/10 dei fondi richiesti. La Provincia ha presentato 3 progetti:

  • Edilizia sociale (1 progetto – risanamento e realizzazione di appartamenti sociali – 21 milioni di Euro)
  • Scuola e formazione professionale (4 progetti, tra cui la Casa per la formazione continua, risanamento energetico di studentati e scuole private, misure edilizie per la formazione professionale, formazione digitale in zone periferiche, tot. 172 milioni)
  • Campagna Brand Südtirol/Alto Adige (1 progetto – creazione di un marchio – 77 milioni di Euro).

„Cosa c’entra tutto questo con la parità di genere?“ ha chiesto la consigliera Foppa al Presidente e assessore competente Kompatscher. La risposta è stata piuttosto imbarazzata. Beh certo si spera che tutto vada a favore sia degli uomini che delle donne. “Una cosa sono i  progetti per la promozione della parità uomo-donna, un’altra sono progetti che portano avanti l’intera società” ha dichiarato il Presidente.

Conclusione: le donne continuano a essere incluse “gratis”, per così dire. Gli spaventosi dati sul tasso di disoccupazione femminile e lo svantaggio nella retribuzione (- 17% rispetto agli uomini) confermano che è urgente osservare con uno sguardo specifico la questione della parità di genere (è questo che si intende infatti per vero gender budgeting). E senza soldi non funziona!

 

 

 

BZ, 19.04.2021

Cons. Prov.

Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba
Hanspeter Staffler

VOTO.

Il 4 novembre 2020 l’Assemblea della Camera ha approvato il testo unificato delle proposte di legge AAC. 107, 569, 868, 2171 e 2255, volto a contrastare le discriminazioni fondate sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità. Il provvedimento interviene in particolare sul Codice penale per ampliare l’ambito di applicazione dei delitti contro l’uguaglianza (articoli 604-bis e 604-ter c.p.) così da punire le condotte discriminatorie e di istigazione alla discriminazione, le condotte violente e di provocazione alla violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità. Dopo l’approvazione della Camera, il provvedimento è passato all’esame del Senato, dove trova maggiori difficoltà ad essere trattato. Già in passato proposte di leggi su questa e analoghe materie, pur approvate da un ramo del Parlamento o dalle commissioni legislative competenti, sono alla fine state condotte nel vicolo cieco che non porta mai alla trattazione e all’approvazione in aula. Sarebbe davvero un peccato perdere di nuovo l’occasione per dotare l’Italia di una legge moderna, come già altri paesi hanno fatto.

È una legge di cui (purtroppo) il nostro Paese ha bisogno. Troppo spesso persone vengono aggredite, insultate e addirittura picchiate, non per aver fatto qualcosa, ma semplicemente per via dell’essere di un determinato sesso o genere, per il loro orientamento sessuale, per via della loro identità di genere o addirittura per il fatto di avere una disabilità.

Fino a trent’anni fa l’omosessualità era registrata come malattia mentale dall’OMS. Il tasso di omofobia in Italia è paragonabile a quello dei Paesi più autoritari e discriminatori.

Di una legge contro l’omofobia in Italia si parla da ben 23 anni. E a parte il caso dell’Emilia-Romagna, che si è dotata di un provvedimento regionale, il Paese è ancora indietro rispetto al resto d’Europa. Siamo uno degli ultimi Paesi europei a non avere una legge di questo tipo.

L’emergenza sanitaria ha reso il tema più urgente, perché anche in questo campo ha fatto aumentare le violenze in generale e in famiglia in particolare. Secondo Gay Help Line tra il 2019 e il 2020 il dato sulle violenze e gli abusi è aumentato del 9%. Il dato durante l’emergenza Covid-19 è cresciuto sino al 40% per gli adolescenti.

Anche in Alto Adige si verificano episodi di violenze e atteggiamenti intolleranti nei confronti di persone e coppie gay, dall’altra parte la stessa Provincia di Bolzano e alcuni comuni dell’Alto Adige sono diventati membri della rete antidiscriminazioni RE.A.DY e questo li rende sensibili e attivi rispetto a queste situazioni problematiche. Anche per rafforzare questo impegno delle nostre istituzioni locali è oggi indispensabile avere un chiaro quadro legislativo anche a livello statale.

Pertanto,
Il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano
invita pertanto il Parlamento italiano:

A dare alla Repubblica italiana una legge volta a contrastare efficacemente le discriminazioni fondate sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità, portando a termine celermente la trattazione del disegno di legge “Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità” già approvato alla Camera dei Deputati e che adesso deve essere messo il prima possibile all’ordine del giorno del Senato della Repubblica.

 

Bozano, 19.04.2021

Cons. prov.
Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa
Hanspeter Staffler

INTERROGAZIONE.

Rispondendo alla nostra interrogazione n. 1328/21 l’assessore competente, alla risposta n. 3, ha scritto:

Il criterio base per la determinazione della tariffa da riconoscere alle strutture private per l’erogazione di prestazioni di specialistica ambulatoriale e quindi anche per le visite specialistiche è quello del costo standard, a cui si aggiungono il nomenclatore tariffario nazionale (DM 18.10.2012) e i tariffari delle altre Regioni (art. 8-sexies del DLGS n. 502 del 30 dicembre 1992 e s. m. e i).

Con riferimento particolare alle visite si deve tenere anche conto del fatto che fino a 36,15 euro la tariffa corrisponde al pagamento del ticket da parte dei pazienti non esenti. Pertanto la tariffa è sempre stata mantenuta all’interno del range 25 euro – 36,15 euro (dal 2019 pari a 36,15 euro) per garantire un accesso equo ai cittadini e conforme con quanto applicato dalle altre Regioni/Province Autonome. La tariffa, avendo effetto sul ticket, non corrisponde sempre ai costi effettivamente sostenuti dalle strutture erogatrici: dall’ultima rilevazione anno 2018 il costo standard totale di una visita specialistica ambulatoriale risulta essere di euro 32,30 nelle strutture private (case di cura convenzionate) e di euro 61,20 nella struttura pubblica (Azienda sanitaria).

Ringraziando per la risposta alla nostra interrogazione, chiediamo ulteriori informazioni sia su questo che su altri punti.

 Si chiede quindi alla Giunta provinciale:

  1. La frase “tariffa da riconoscere alle strutture private per l’erogazione di prestazioni di specialistica ambulatoriale e quindi anche per le visite specialistiche” significa che tale tariffa equivale alla somma che la sanità privata riceve per la corrispondente prestazione e che il privato per tale prestazione non riceve un centesimo in più rispetto a questa “tariffa riconosciuta”?
  2. Come incidono “il nomenclatore tariffario nazionale (DM 18.10.2012) e i tariffari delle altre Regioni (art. 8-sexies del DLGS n. 502 del 30 dicembre 1992 e s. m. e i)” nel calcolo della “tariffa da riconoscere alle strutture private”?
  3. Per essere concreti: a quanto ammonta attualmente la “tariffa riconosciuta alle strutture private” nelle branche specialistiche indicate nella citata risposta, cioè dermatologia, cardiologia, oculistica, reumatologia? Se il calcolo è composto da diverse componenti (vedi risposta alla precedente domanda), si chiede di indicate l’ammontare delle singole componenti per ogni branca specialistica.
  4. Tenendo conto che “fino a 36,15 euro la tariffa corrisponde al pagamento del ticket da parte dei pazienti non esenti e che pertanto la tariffa è sempre stata mantenuta all’interno del range 25 euro – 36,15 euro”, questo significa che il pagamento del ticket copre la totalità o quasi della tariffa riconosciuta al privato? E come funziona il sistema: che il paziente per il servizio del privato paga il ticket all’Azienda sanitaria e poi la Provincia rimborsa al privato la “tariffa riconosciuta”, oppure il ticket va subito al privato e poi tra privato e pubblico viene calcolato l’eventuale conguaglio?
  5. Il punto più importante è però questo: “dall’ultima rilevazione anno 2018 il costo standard totale di una visita specialistica ambulatoriale risulta essere di euro 32,30 nelle strutture private (case di cura convenzionate) e di euro 61,20 nella struttura pubblica (Azienda sanitaria)”. Su questo, una prima domanda: come sono stati calcolati questi costi standard? Cioè, questi sono stati calcolati per prestazioni strettamente equivalenti, cioè considerando in entrambi i settori la singola e strettamente identica prestazione? (e non, per esempio, i costi globali dei reparti o simili, poiché in questo caso il privato potrebbe coprire solo una parte – magari la meno onerosa – delle prestazioni possibili, mentre il pubblico è obbligato a coprire tutte le possibili prestazioni di quella branca specialistica e dunque anche quelle più onerose…)
  6. Se il calcolo è stato fatto tra identiche prestazioni, da cosa dipende questa notevole differenza nei costi standard nel pubblico e nel privato?
  7. La differenza dei costi standard significa che il privato è più efficiente, o che cura peggio del pubblico, o che cosa?
  8. I maggiori costi del pubblico vengono considerati conseguenza necessaria per il tipo di servizio che il pubblico deve offrire per garantire il diritto universale alla salute oppure il servizio pubblico ha ampi margini di miglioramento? In questo secondo caso, ha la Provincia un progetto per questo miglioramento e se sì quali e in quali tempi?
  9. Dall’anno 2020 alla sanità privata è stato chiesto anche di accogliere pazienti affetti da Covid 19 che non potevano essere ricoverati nelle strutture pubbliche. Si chiede per l’anno 2020 e 2021 – naturalmente per il periodo in cui sono disponibili i dati richiesti:
    • Quanti sono stati questi ricoveri di pazienti Covid presso strutture private convenzionate?
    • A quante giornate complessive hanno corrisposto?
    • Qual era (o è) la “tariffa riconosciuta” dalla Provincia per ogni giorno di ricovero?
    • Quanto è stato speso in tutto per questi ricoveri nella sanità privata?
  10. Quanto è stato speso dalla Provincia nello stesso periodo di cui alla risposta precedente per visite specialistiche e prestazioni diagnostico-strumentali nelle strutture private convenzionate?
  11. Oltre ai ricoveri di pazienti Covid 19, è stato chiesto alle strutture private di ricoverare in convenzione pazienti affetti da altri tipi di patologie, e se sì, quanti, per quante giornate complessive, a quale “tariffa riconosciuta” e per quale spesa totale? Si richiedono i dati riferiti allo stesso periodo indicato nelle risposte alle domande 9 e 10, o in mancanza per il periodo di cui i dati sono disponibili.

 

BZ,16.04.2021

Cons. prov.
Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa
Hanspeter Staffler

 

Qui potete scaricare la risposta della giunta.

INTERROGAZIONE SU TEMI DI ATTUALITÀ.

Tra il 2018 e il 2019 la Guardia di Finanza effettuò controlli all’inceneritore di Bolzano per verificare eventuali violazioni delle prescrizioni contenute nell’autorizzazione, sanzionate ai sensi dell’art. 256 del Decreto leg. N. 152/2006 (reati ambientali). In particolare, furono acquisiti documenti sui movimenti di rifiuti accettati dall’impianto per accertare se fossero state superate le quantità autorizzate. Ricordiamo che, secondo la normativa vigente, se il reato pur accertato non ha prodotto sensibile danno ambientale, viene proposta la derubricazione del reato in sanzione amministrativa che, se pagata, interrompe il giudizio. La commissione del reato comunque resta.

Si chiede alla Giunta provinciale:

  1. Come si è conclusa la vicenda dei citati controlli all’inceneritore di Bolzano?
  2. È stato costatato un reato e se sì, quale?
  3. Ci sono stati provvedimenti sanzionatori?
  4. Se c’è stata sanzione, a quanto ammontava e chi l’ha pagata?
  5. Ci sono stati provvedimenti nei confronti di eventuali persone responsabili? se sì, quali? se no, perché?

Cons. prov.
Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa
Hanspeter Staffler

COMUNICATO STAMPA.

Il Consiglio provinciale ha iniziato oggi la trattazione di due mozioni relative al tema le mestruazioni non sono un lusso. Purtroppo il tempo non ha permesso, né la discussione, né la votazione finale. Se ne riparlerà a maggio.
Una cosa normale come le mestruazioni non dovrebbe essere un lusso. Il ciclo mestruale è un processo fisiologico che accompagna ogni donna per molti anni nell’arco della sua vita. Invece costa, e ce ne accorgiamo ogni mese facendo la spesa. Gli assorbenti igienici sono costosi. In Italia, come in molti altri paesi, sono ancora soggetti all’aliquota IVA massima, nel nostro caso del 22%. A livello nazionale si sta cercando di rimediare, ma la strada da intraprendere è incerta.

Un delle due mozioni è stata portata da Brigitte Foppa con la proposta di mettere a disposizione gratuitamente assorbenti in tutte le scuole e in altri edifici pubblici. L’altra mozione per l’abolizione della cosiddetta Tampontax è stata portata da Sandro Repetto (PD). Entrambe le mozioni sono state modificate su proposta della SVP, la quale propone che gli assorbenti vengano messi a disposizione gratuitamente solo nell’ambito di progetti pilota delle scuole medie. “Lavoreremo nelle prossime settimane per tenere alta l’attenzione su questo tema – commenta Brigitte Foppa – nella sua vita, una donna spende in media più di 2.000 euro per questi prodotti. Per molte donne, soprattutto per quelle più giovani, si tratta di una spesa considerevole. È importante che gli assorbenti vengano messi a disposizione nei luoghi pubblici e non siano più considerati un prodotto di lusso”.

 

 

Bolzano, 15.04.2021

Cons. prov.
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba
Hanspeter Staffler

INTERROGAZIONE SU TEMI DI ATTUALITÀ.

Risulta che nel 2019 e 2020 il conferimento all’inceneritore di rifiuti provenienti dalla provincia di Bolzano abbia subito interruzioni. In alcune di queste occasioni risulta che sia stata aperta in via d’urgenza la discarica di Sacco a Fortezza per depositare rifiuti che non potevano essere conferiti all’inceneritore. La causa del blocco starebbe nel fatto che l’accordo stipulato con la vicina Provincia di Trento prevederebbe l’obbligo di accettare le quantità concordate di rifiuti trentini (circa 15.000 tonnellate) anche se questo satura l’impianto e blocca i conferimenti altoatesini. Per un impianto che ha per legge come primo scopo quello di chiudere il ciclo dei rifiuti provinciali è un’assurdità!

Si chiede alla Giunta provinciale:

  1. È vero che nel 2019 e 2020 il conferimento all’inceneritore di rifiuti provenienti dalla provincia di Bolzano ha subito interruzioni? Se sì, in quali periodi e per quali quantità?
  2. Che cosa è stato fatto dei rifiuti non conferiti? È vero che tutto o in parte sono finiti nella discarica di Sacco? Se sì, per quali periodi e quantità? E il resto dov’è finito?
  3. È vero che il conferimento è stato bloccato perché l’inceneritore era “saturato” da rifiuti da Trento, che c’era l’obbligo di accettare? Se sì, ciò è previsto da accordi/contratti e quali?
  4. Che cosa intende fare la Provincia per risolvere il problema?

Cons. prov.
Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa
Hanspeter Staffler

INTERROGAZIONE.

Con la Delibera Giunta Provinciale n.1377 del 18.12.2018 “Avvio del procedimento per l’approvazione del piano e del regolamento del Parco Nazionale dello Stelvio – prima adozione” è stato avviato il lavoro di elaborazione e approvazione del piano e regolamento del Parco, accompagnato da processi di partecipazione e raccolta delle osservazioni. La procedura è stata avviata secondo le procedure riservate a un Piano di settore prov.le, secondo la LP 13/97, art. 12.

Tuttavia, ci arrivano notizie sia dal territorio provinciale, sia dalle altre regioni coinvolte dal Parco, che si starebbe pensando di annullare l’iter fin qui seguito, annullando/revocando la stessa delibera 1377/2018 per riavviare da capo il processo. Queste notizie creano insicurezza e vanno chiarite. Per questo presentiamo questa interrogazione, consapevoli che al momento della risposta la Giunta potrebbe avere già deciso in merito. In questo caso, le domande vanno intese ovviamente rivolte alla decisione presa e alle sue ragioni e modalità.

Si chiede alla Giunta provinciale:

  1. Sono confermate le notizie (o la decisione già presa al momento di rispondere a questa interrogazione) circa la volontà di annullare o revocare la delibera 1377/2018 e ricominciare su nuove basi il procedimento di approvazione del Piano e regolamento del Parco dello Stelvio, oppure la proposta di piano è confermata e si continua a lavorare sulla base della citata delibera?
  2. Se c’è la volontà (o già la decisione) di annullare o revocare la citata delibera e/o la procedura, quali ne sono le ragioni? Ci sono state difficoltà col Ministero, oppure con l’altra Regione o Provincia autonoma su qualche aspetto di contenuto o di procedura? E se si, quale?
  3. Nell’ipotesi di avviare su nuove basi la procedura, quali saranno le diversità con la procedura già avviata nel 2018? In particolare, si proporrà una nuova versione del piano e del regolamento, oppure si tratterà di cambiamenti nella procedura, o entrambe? Si prega di indicare sommariamente gli elementi di novità/modifica rispetto a quanto avviato con la delibera del 2018.
  4. Se la procedura ricomincerà con una nuova delibera, ciò avverrà sempre sulla base della vecchia legge urbanistica oppure della nuova legge “Territorio e Paesaggio”? Nel secondo caso, quale sarà la differenza tra le procedure?
  5. Se la procedura ricomincerà con una nuova delibera, che fine faranno le osservazioni finora presentate? Saranno archiviate oppure trasferite nella nuova procedura, a condizione che siano pertinenti?
  6. Se la procedura avviata con delibera 1377/2018 viene invece confermata, a che punto è? E quando prevede la Giunta che essa possa concludersi?
  7. È previsto che ogni provincia autonoma/regione abbia un proprio piano e regolamento, o è prevista una parte comune? Se sì, quale?
  8. Se la procedura avviata con delibera 1377/2018 viene invece confermata, sono state pubblicate da qualche parte le osservazioni pervenute? Sono state già valutate e se sì, con quale risultato? E questo risultato è pubblicato e consultabile e se sì, dove?

 

BZ, 14.04.2021

 

Cons. prov.

Riccardo Dello Sbarba

Brigitte Foppa

Hanspeter Staffler

COMUNICATO STAMPA.

Sono piccole, ma la loro azione ha effetti grandi sulla vita della terra. L’ape da miele gode già di grande simpatia. Sua cugina, l’ape selvatica, è meno conosciuta, eppure ne esistono centinaia di tipi. Vive nei muretti a secco, nel legno morto e nel terreno. Qui trova l’habitat giusto per riprodursi e dà un contributo inestimabile alla qualità della nostra vita e di tutto il nostro ecosistema.

Oggi in Consiglio provinciale, grazie a una mozione presentata dal Gruppo Verde, si è discusso su come in futuro possiamo migliorare la tutela di questi piccoli-grandi esseri. La mozione, primo firmatario Hanspeter Staffler, prevedeva dei provvedimenti legislativi per la protezione degli insetti e dei loro habitat. “Una casa è stabile solo se le sue fondamenta sono sane. Lo stesso vale anche per l’ecosistema degli animali: senza le fondamenta degli insetti è destinato a collassare” è stato l’appello di Hanspeter Staffler rivolto all’aula.

Anche se la mozione è stata bocciata con 16 voti favorevoli e 18 contrari, il nostro instancabile impegno a favore di api e insetti non si fermerà.

Cons. prov.
Hanspeter Staffler
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba

COMUNICATO STAMPA.

Panico
Paura
Crisi esistenziale
Pensieri di suicidio
Crisi depressive
Traumi
Stress
Burnout
Mobbing
Crisi d‘astinenza
Aggressione
Inasprimento di una crisi di coppia
Conflitto
Solitudine
Lutto
Perdita
Sovraffaticamento

Sono tutti esempi per una possibile emergenza psicologica, che potrebbe colpire ognuna/o di noi. Ieri, l’ex ministro austriaco alla salute Anschober ha affermato che “non dobbiamo mai vergognarci per una malattia”. È quindi importante condurre un dibattito politico e sociale su infermità e crisi. Lo abbiamo fatto oggi in Consiglio provinciale. Ne è stata occasione la mozione Verde per un “Pronto soccorso psicologico” in cui veniva proposto un presidio psicologico all’interno del pronto soccorso 24 ore su 24 attivo tutto l’anno.

L’ordine degli psicologi si era espresso a favore della proposta. “C’è bisogno di un servizio a bassa soglia, una porta sempre aperta a cui ci si possa rivolgere quando ci si trova in un’emergenza psicologica – e di solito se ne ha bisogno proprio durante la notte o nel fine settimana” commenta la prima firmataria Foppa.
Molte consigliere e molti consiglieri hanno espresso il loro parere favorevole. Dopo un anno di pandemia c’è grande comprensione su questi temi. La proposta è stata bocciata con 16 voti favorevoli e 17 contrari.

Bolzano, 14.04.2021

Cons. prov.
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba
Hanspeter Staffler

INTERROGAZIONE.

Da tempo il nostro territorio ha il problema dello smaltimento fanghi da depurazione. Finora abbiamo un solo impianto che assorbe solo 1/3 del totale di circa 60.000 tonnellate all’anno di fanghi da trattare e smaltire. Si trova a San Lorenzo di Sebato e tratta circa 20/25.000 tonnellate all’anno. Il resto dei fanghi viene “esportato” verso altre regioni, soprattutto la Lombardia. Una soluzione che non può essere prolungata a lungo: da un lato le regioni tendono a ridurre sempre di più, fino a chiudere del tutto, la disponibilità a trattare rifiuti non loro. Dall’altro i prezzi di questi trattamenti diventano sempre più alti (in poco tempo sono più che raddoppiati).

Per risolvere questo problema rendendo l’Alto Adige autonomo nel trattamento di questi fanghi, la Provincia ha da tempo elaborato fino agli ultimi dettagli il progetto di essiccazione e incenerimento a San Lorenzo di Sebato, ampliando le capacità dell’attuale impianto. Resta il problema di reperire i finanziamenti necessari.

Ci risulta che, nelle more del progetto della Provincia, la società Ecocenter (partecipata per il 10% dalla stessa Provincia, il 44% dal comune di Bolzano e il 46% di altri 96 comuni e comprensori) ha avanzato la proposta di essiccare una parte dei fanghi (circa i 2/3) a Bolzano in un impianto da realizzare nel sito dell’ex inceneritore una volta che esso sia stato demolito e il terreno bonificato. Da lì poi il materiale verrebbe comunque trasferito di nuovo a Sal Lorenzo per il definitivo smaltimento. Questa proposta, tuttavia, non risulta in linea con i programmi della Provincia, e neppure con gli stessi accordi stipulati tra Provincia e Comune di Bolzano al momento di costruzione del nuovo inceneritore, che prevedevano una equa distribuzione territoriale degli impianti necessari a chiudere il ciclo dei rifiuti in Alto Adige, con l’assegnazione alla Pusteria del compito relativo all’intero ciclo di smaltimento dei fanghi. Che questo ciclo non venga spezzettato e che invece si concentrino in un solo punto sia l’essiccazione che l’incenerimento dei fanghi, appare almeno a prima vista la scelta più sensata.

Si chiede alla Giunta provinciale:

  1. È stata valutata la proposta Ecocenter nei suoi diversi aspetti:
    • la tempistica di realizzazione,
    • i costi,
    • gli impatti ambientali?
  2. Se sì, qual è il risultato di questa valutazione?
  3. È stata fatta una comparazione dei vantaggi e degli svantaggi della proposta di Ecocenter rispetto al progetto della Provincia di concentrare essiccazione e incenerimento entrambi a Sal Lorenzo di Sebato?
  4. Se sì, qual è il risultato di questa comparazione?
  5. Intende la Provincia mantenere il proprio progetto di smaltimento dei fanghi a San Lorenzo?
  6. Se sì,
    • come intende la Provincia risolvere il problema del finanziamento e
    • quali tempi si prevedono per la sua realizzazione?

 

BZ, 14.04.2021

Cons. prov.
Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa
Hanspeter Staffler

 

Qui potete scaricare la risposta della giunta.