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MOZIONE.

Le api e gli insetti sono parte dell’ecosistema

Tutti, anche i bambini, conoscono le api, gli operosi insetti che producono miele! Tutti, anche i bambini, sanno che le api non si limitano a produrre il tanto amato miele, ma che la loro instancabile attività di impollinazione consente un’abbondante produzione di frutti e un buon raccolto.

Molti però non sanno che da noi, oltre alle api da miele, vivono anche centinaia di specie di api selvatiche. Queste api selvatiche sono solitarie e hanno il loro nido nei muri a secco, nelle siepi, nella necromassa o legno morto e nel terreno, dove riescono anche a moltiplicarsi.

Senza che ce ne accorgiamo, svolgono un lavoro incredibile, perché impollinano un numero di fiori equivalente alle loro sorelle più famose, le api da miele. Tuttavia, non conoscendole, distruggiamo ogni giorno i luoghi in cui le api selvatiche si annidano: i muri a secco sono sostituiti da muri in cemento, le siepi vengono sradicate, il legno morto viene rimosso, il terreno viene sigillato e i pesticidi minacciano la loro esistenza.

Lo stesso vale per tutti gli insetti: questi animaletti sono un segno della biodiversità e negli ecosistemi hanno un ruolo importante. In Europa, e sicuramente anche in Alto Adige, la popolazione degli insetti si sta riducendo quantitativamente ma anche qualitativamente. La morìa delle api e degli insetti è un dato scientificamente provato e anche le cause della riduzione sono ormai note.

Senza che ce ne accorgiamo, api e insetti lavorano alacremente

Le api e gli insetti non si limitano a impollinare le nostre piante coltivate favorendo un buon raccolto, ma provvedono pure all’impollinazione della maggior parte delle piante selvatiche, vale a dire della flora locale: senza insetti niente impollinazione, senza impollinazione niente frutti e senza frutti niente crescita. E ciò può anche portare all’estinzione delle piante selvatiche.

Gli insetti rappresentano però anche la base nutrizionale di altre specie animali come i pesci, gli anfibi, gli uccelli e i mammiferi. Se viene a mancare loro l’alimentazione, queste popolazioni si riducono. La drastica riduzione di numerose specie di uccelli è così anche dovuta alla mancanza di insetti per il loro nutrimento.

Gli insetti sono importanti per lo smaltimento di materiale organico, contribuiscono alla fertilità del terreno e tengono sotto controllo gli organismi nocivi. Senza gli insetti arriveremmo a uno sconvolgimento dei processi naturali e gli ecosistemi  andrebbero in crisi.

Le cause della riduzione di api e insetti

All’origine della morìa di insetti vi sono varie cause:

  • la scomparsa di habitat tipici per gli insetti, tra cui per esempio i muri a secco, i mucchi di pietrame, il legno morto oppure i terreni a maggese;
  • la scomparsa di prati magri a utilizzo estensivo e ricchi di fiori nonché di prati umidi e torbiere;
  • la scomparsa di piccoli habitat come prati aridi, giardini rustici, siepi e piccoli corsi d’acqua;
  • la frammentazione in microhabitat che per esempio poi restano isolati in mezzo a zone di agricoltura intensiva;
  • l’utilizzo di pesticidi nelle aree trattate, in quanto risulta tossico per gli insetti utili come le api da miele o quelle selvatiche e i sirfidi;
  • i pesticidi dispersi nelle aree non trattate (effetto deriva) che si ripercuotono negativamente sullo sviluppo delle popolazioni di insetti, per esempio sulle farfalle;
  • l’inquinamento luminoso;
  • il cambiamento climatico.

Anche noi abbiamo il dovere di fare qualcosa
È quindi nostro compito pensare alle api e a tutti gli insetti, proteggere il loro habitat e sostenere la biodiversità. Tutti possiamo contribuire iniziando a casa sul nostro davanzale o balcone, nel nostro giardino oppure nelle attività agricole. La salute e il benessere di api e insetti dipendono da noi!

Gli obiettivi dell’intervento a tutela di api e insetti
I tre obiettivi seguenti sono essenziali per la nostra provincia e dovrebbero essere monitorati con l’ausilio di indicatori:

  1. bisogna preservare gli habitat esistenti che forniscono riparo e nutrimento agli insetti; le misure che portano alla distruzione dell’habitat come l’eccessiva concimazione con liquame oppure gli interventi cosiddetti bagatellari nel paesaggio agricolo vanno rivisti quanto prima; bisogna migliorare le condizioni di vita degli insetti, e soprattutto delle specie inserite nelle Liste Rosse come minacciate di estinzione;
  2. bisogna aumentare la biomassa degli insetti affinché possano svolgere le loro funzioni.

Ambiti di intervento prioritario per la nostra provincia
Sulla base degli obiettivi sopraccitati, per l’Alto Adige si possono individuare cinque ambiti in cui intervenire con priorità. In fase di attuazione ogni singolo ambito può prevedere una o più misure:

  1. tutelare gli habitat degli insetti presenti nel paesaggio agricolo senza scendere a compromessi;
  2. creare nuovi habitat per gli insetti sui balconi, nei giardini, negli spazi pubblici e nel paesaggio agricolo, introducendo anche i relativi incentivi economici;
  3. ridurre ulteriormente l’inquinamento luminoso;
  4. rafforzare, nella nostra provincia, la ricerca sugli insetti, aumentando i relativi finanziamenti;
  5. rafforzare le iniziative di sensibilizzazione e formazione, prevedendo risorse finanziarie a tale scopo.

Proposta di misure sovraordinate per l’intervento a tutela di api e insetti

  • Introdurre norme di legge per una tutela attiva degli habitat di api e insetti e coordinare i contenuti delle leggi sulla tutela della natura, la tutela del paesaggio e l’urbanistica;
  • varare un pacchetto di finanziamenti per una somma equivalente a circa un euro all’anno per ogni abitante, da investire in ricerca, attività di sensibilizzazione e formazione nonché in misure strutturali;
  • ridurre drasticamente l’impiego di pesticidi e l’effetto deriva, e nel contempo sostenere la coltivazione biologica e la graduale ecologizzazione dell’attività agricola;
  • avviare il ripristino degli habitat degli insetti nelle località, nelle zone residenziali, nei giardini, nelle aree pubbliche e nei terreni a maggese;
  • continuare a lavorare per una riduzione dell’inquinamento luminoso e sostenere i Comuni a tal fine;
  • promuovere l’impegno a favore degli insetti in tutti gli ambiti della società.

 

Per questi motivi il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano incarica la Giunta provinciale

  1. di elaborare, entro il 2021, un programma di intervento a tutela di api e insetti;
  2. di introdurre provvedimenti legislativi ai fini di una tutela attiva degli insetti e del loro habitat;
  3. di stanziare fondi aggiuntivi per la ricerca, le attività di sensibilizzazione e formazione nonché per misure strutturali.

BZ, 20.01.2020

Consiglieri provinciali
Hanspeter Staffler
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba

INTERROGAZIONE
Da rigetto ad approvazione, nonostante il parere negativo di tutti gli uffici provinciali; da sentiero escursionistico con bosco alluvionale tutelato a pista per quad, contro il parere dell’assessora all’urbanistica: la delibera della Giunta provinciale n. 947 del 12 novembre 2019 è una delle più singolari che ci sia capitato di leggere.

Partiamo dal titolo. La delibera entra in Giunta con la denominazione: “Comune di San Leonardo in Passiria: Rigetto di una modifica al piano urbanistico comunale – delibera consiliare n. 45 del 02.10.2019 (DGC 476/2018)”. Così la presenta l’assessora all’urbanistica Maria Hochgruber Kuenzer.
Alla fine della Giunta, però, la delibera ha cambiato titolo, che è diventato il seguente: “Comune di San Leonardo in Passiria: Approvazione di una modifica al piano urbanistico comunale – delibera consiliare n. 45 del 02.10.2019 (DGC 476/2018)”. In sostanza, la Giunta ha deciso l’opposto di quanto proposto dall’assessora presentatrice. E la delibera così ribaltata viene approvata con un voto contrario: che sia proprio quello dell’assessora all’urbanistica Maria Hochgruber Kuenzer?
Una cosa così non capita spesso, ma solo in occasioni speciali. Quindi vediamo il merito, l’iter e le motivazioni.

Vediamo il merito della delibera. Si tratta della richiesta, fatta dal Comune di San Leonardo, di inserire nel piano urbanistico comunale la previsione che la strada forestale esistente lungo gli argini del fiume Passirio diventi “zona per impianti per il tempo libero – pista per E-bike (biciclette a pedalata assistita) e quad (quadricicli motorizzati per tempo libero)”. La modifica della destinazione è complicata da alcuni fatti:
1. Si tratta di un sentiero escursionistico lungo il fiume Passirio, per cui la convivenza di persone a piedi con zaino in spalla e quad si presenta problematica.
2. Numerosi tratti sono di proprietà pubblica.
3. La strada attraversa un bosco alluvionale che gode di una tutela giuridica speciale e finora conservato in uno stato naturale non compromesso.
4. Parti del tragitto indispensabili per renderlo percorribile si trovano nel comune di San Martino in Passiria, per cui serve anche un parere positivo dell’Ufficio Tutela delle acque.

La commissione provinciale dà parere negativo. La richiesta del Comune viene sottoposta alla Commissione provinciale per la natura, il paesaggio e lo sviluppo del territorio, che la esamina il 17 febbraio 2019 e boccia la richiesta di modifica della destinazione della strada forestale. In particolare, durante la seduta:
1. L’ufficio sistemazione bacini montani dà parere negativo.
2. L’Ufficio ecologia del Paesaggio si oppone.
3. La maggioranza della Commissione si oppone.
Dopo la bocciatura, la palla torna al Comune il quale, invece di desistere, insiste.
Il 2 di ottobre del 2019 il Consiglio comunale di San Leonardo in Passiria conferma la richiesta di destinare la strada forestale a pista per E-Bik e quad, aggiungendo la condizione che non potranno essere modificati i sentieri e le strutture esistenti e che per quanto riguarda i tratti di proprietà di terzi “spetta all’interessato ottenere concessioni e diritti d’uso”.
La richiesta così rielaborata torna alla Provincia.

Arriviamo alla seduta della Giunta provinciale del 12 novembre 2019. E’ qui che la delibera entra con proposta di “rigetto” ed esce con la decisione di “approvazione” (con un voto contrario e tutti gli altri favorevoli).
Che cosa ha indotto la Giunta a ribaltare la delibera dell’assessora Hochgruber Kuenzer?
La Giunta evidentemente ha registrato le prescrizioni aggiunte dal comune (divieto di modifica dei sentieri) e ne ha aggiunta un’altra di suo: che i quad in transito sulla strada forestale e nell’area protetta siano convertiti a propulsione elettrica, da subito per i quad da 50 cm3 e entro tre anni per i quad di potenza superiore.
Ma che queste prescrizioni non siano poi così convincenti lo dimostra la considerazione conclusiva, e decisiva, che la Giunta aggiunge nel finale delle motivazioni per l’approvazione. Si tratta della motivazione assai curiosa. Eccola:
“La Giunta provinciale giunge alla conclusione che in fin dei conti si tratta di una scelta discrezionale del Comune quella di accettare che i pedoni, utilizzando tale sentiero (escursionistico) possano essere infastiditi”

Riportiamo anche la versione in lingua tedesca:
„Die Landesregierung kommt zur Überzeugung, dass es letztendlich eine Ermessensentscheidung der Gemeinde sei, zu akzeptieren, dass die Passanten bei der Nutzung des fraglichen (Wander)weges gestört werden könnten”.

Una singolare interpretazione del principio di sussidiarietà: se al Comune va bene che gli escursionisti vengano disturbati dai quad, affari suoi!
Con l’approvazione della delibera, la Giunta provinciale modifica non solo la destinazione della strada nel piano urbanistico, ma anche le norme di attuazione dello stesso piano urbanistico inserendovi la seguente dizione:
“L’area graficamente evidenziata per gli impianti per il tempo libero nella zona della strada forestale Hüttersäge sulle particelle pf 3659/27, 3659/42 e pf 2878 è destinata all’esercizio delle seguenti attività per il tempo libero: Pista per E-bike e quad. Nella sistemazione dell’area dovranno essere rispettate le seguenti prescrizioni:
1. le caratteristiche del terreno devono essere mantenute;
2. su tale area sono vietati qualsiasi movimenti di terreno aggiuntivi;
3. su tale area è vietata qualsiasi edificazione”.
La delibera viene così approvata con un voto contrario.

Chi è l’“interessato”? A questo punto sarebbe interessante sapere a favore di chi è stato fatto questo cambio nel piano urbanistico che trasforma una strada forestale e un bosco alluvionale protetto in un impianto per il tempo libero con pista da quad.
Nella delibera del Consiglio comunale, come detto più sopra, si dice che “spetta all’interessato ottenere concessioni e diritti d’uso”. Si presuppone quindi che l’ammissione di bici elettriche e soprattutto di quad nella strada forestale lungo il Passirio sia stata richiesta da almeno un operatore turistico della valle, il quale poi si dovrà dar da fare per ottenere i permessi di uso che sono necessari a dare vita all’attività in oggetto.
Ci risulta anche he in passato un operatore turistico abbia ottenuto dalla forestale permessi di passaggio con quad e bici elettriche attraverso questo itinerario, ma i permessi erano limitati a determinati giorni e fasce orarie. Se così è, è ipotizzabile che sia lo stesso operatore turisticìo che adesso ha richiesto un cambio urbanistico definitivo per poter randere la strada percorribile in ogni momento.

Si chiede quindi alla Giunta provinciale:

  1. Poiché la Giunta provinciale si era impegnata a non assumere decisioni in contrasto con i pareri di commissioni e uffici tecnici, quali sono le motivazioni che hanno portato questa volta la Giunta a ribaltare il parere negativo della Commissione provinciale per la natura, il paesaggio e lo sviluppo del territorio? Esistono ulteriori pareri tecnici, o elementi di valutazione – oltre a quello negativo della Commissione e oltre all’ulteriore richiesta del Comune – di cui la Giunta ha tenuto conto per arrivare al parere positivo?
  2. Chi è il/la componente della Giunta che ha espresso voto contrario?
  3. Se il voto contrario è stato espresso dall’assessora competente per l’urbanistica e il paesaggio, che ha portato in Giunta una iniziale delibera di rigetto, ritiene la Giunta politicamente accettabile una decisione che contraddice proprio la posizione dell’assessora competente, che evidentemente nemmeno alla fine ha cambiato il suo voto negativo al progetto?
  4. Se il voto contrario è quello dell’assessora competente, ritiene quest’ultima politicamente accettabile che la Giunta ribalti la sua proposta di delibera? Perché l’assessora non ha ritirato la delibera, per ricercare una soluzione che lei stessa potesse condividere?
  5. Chi è l’imprenditore turistico, e/o la struttura turistica, che già in passato hanno utilizzato la zona per escursioni in quad e E-bike grazie ad accordi di transito con la Forestale? Che cosa prevedevano questi accordi?
  6. Chi è l’imprenditore turistico, e/o la struttura turistica, che ha fatto richiesta al comune di cambiare il piano urbanistico destinando la zona a “impianti per il tempo libero – pista per E-bike (biciclette a pedalata assistita) e quad (quadricicli motorizzati per tempo libero)”? Comunque sia, a favore di quale imprenditore turistico e/o struttura turistica il Comune ha chiesto la modifica del piano urbanistico?
  7.  Questo imprenditore e/o questa struttura hanno già presentato le istanze necessarie per ottenere l’uso della strada da parte di terzi proprietari? E chi sono questi terzi?
  8.  E’ già iniziato il transito di E-bike e quad sulla strada interessata? Se sì, da quando? Se no, da quando inizierà?
  9. Su quali basi giuridiche o di politica turistica la Giunta provinciale ritiene di poter affermare che “in fin dei conti si tratta di una scelta discrezionale del Comune quella di accettare che i pedoni, utilizzando tale sentiero (escursionistico) possano essere infastiditi”? Non ritiene la Giunta che spetti anche alla Provincia il compito di evitare che escursionisti che percorrono i sentieri della nostra provincia possano essere “infastiditi”, o peggio?

Bolzano, 20 gennaio 2020

Cons. prov.
Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa
Hanspeter Staffler

SI ALLEGA:
1. Delibera della Giunta provinciale n. 947 del 12 novembre 2019
2. Proposta di delibera di rigetto dell’Assessora Hochguber Kuenzer
3. Frontespizio della delibera come presentata in Giunta dalla assessora Hochgruber Kuenzer con proposta di rigetto

 

Qui potete scaricare la risposta della giunta.

ANFRAGE.

Seit dem 1. Januar 2016 sind vier Gesellschaften zu einer einzigen fusioniert: Aus TIS innovation Park, BLS (Business Location Südtirol), SMG (Südtirol Marketing), sowie EOS (Export Organisation Südtirol) wurde die gemeinsame Gesellschaft IDM Südtirol – Alto Adige.
Anfang 2018 wurden dann die bis dahin bestehenden Tourismusverbände durch Destinations-managementeinheiten (DME) ersetzt (mit erheblichen negativen Auswirkungen, auf die bis dahin dort beschäftigen ArbeitnehmerInnen), Anfang 2019 wurden einige IDM-Aufgaben an wieder die NOI AG ausgelagert und jetzt werden DME-Tätigkeiten teilweise zusammengelegt.
Schließlich wurde Ende 2019 von der Landesregierung beschlossen, IDM Südtirol sämtliche Zuständigkeiten im Bereich der Filmförderung zu übertragen.

Mit diesem Zusammenschluss der drei zuvor privatrechtlichen Gesellschaften zu einem Sonderbetrieb des Landes Südtirol veränderte sich die arbeitsrechtliche Situation der Bediensteten teils erheblich. Als öffentliche Angestellte haben sie beispielsweise im Falle einer Entlassung kein Anrecht auf Arbeitslosenunterstützung.

In den letzten Monaten scheint es in Folge einer betrieblichen Reorganisation zu einer erhöhten Anzahl an Entlassungen aus sogenannten „objektiven Gründen“ gekommen zu sein, welche teilweise – nach Anfechtung durch die betroffenen Arbeitnehmerinnen – im Zuge von Schlichtungsverfahren in „einvernehmliche Auflösungen“ umgewandelt wurden.

Es ist unklar, ob hinter der erhöhten Personalfluktuation ein Reorganisationskonzept steht, ob die Gewerkschaften bei Erstellung und Umsetzung dieses Konzeptes beteiligt wurden und welche weiteren Schritte das Management der IDM für die nächsten Monate plant. All dies sorgt für erhebliche Unsicherheiten bei den Bediensteten der IDM Südtirol – Alto Adige und wirft auch arbeitsrechtliche Fragen auf.

Daher richten wir folgende Fragen an die Landesregierung:

  1.  Stimmt es, dass seit 2018 eine Umstrukturierung / Reorganisation bei der IDM in Gange ist?
  2. Wie soll diese Umstrukturierung / Reorganisation konkret ausschauen? Gibt es dazu ein betriebswirtschaftliches Konzept, in welchem auch Entlassungen aus objektiven Gründen bzw. einvernehmliche Auflösungen von Arbeitsverhältnissen vorgesehen sind? Falls ja, möge dieses Konzept der Antwort beigeschlossen werden.
  3.  Stimmt es und wenn ja: Wie viele MitarbeiterInnen wurden seit 2018 bei der IDM aus objektiven Gründen entlassen (mit Angabe des Datums der Entlassung) bzw. wie vielen der betroffenen MitarbeiterInnen wurde eine Entlassungsabsicht im Sinne der gesetzlichen Bestimmungen mitgeteilt? Wie viele MitarbeiterInnen haben diese etwaige Entlassung angefochten (aufgeschlüsselt nach gerichtlicher und außergerichtlicher Anfechtung)? In wie vielen Fällen wurde im Zuge der Entlassung ein Schadenersatz / eine Austrittsentschädigung usw. (mit Angabe der Gesamthöhe sowie der diesbezüglichen Monatsgehälter) bezahlt?
  4. Stimmt es, dass MitarbeiterInnen der IDM bei Entlassungen – auch aus objektiven Gründen – kein Anrecht auf Zahlungen des Arbeitslosengeldes haben?
  5. Stimmt es und wenn ja: Mit wie vielen MitarbeiterInnen wurde seit 2018 eine einvernehmliche Auflösung des Arbeitsverhältnisses vereinbart? (mit Angabe des Datums der einvernehmlichen Auflösung) Wurde im Zuge der einvernehmlichen Auflösung ein Schadenersatz / Austrittsentschädigung usw. bezahlt (mit Angabe der jeweiligen Höhe)?
  6.  Wurden die Gewerkschaften und/oder das Arbeitsinspektorat der Provinz Bozen von den durchgeführten bzw. beabsichtigten Entlassungen in Kenntnis gesetzt (wenn ja, wer und wann)? Sind auf die IDM die gesetzlichen Bestimmungen zu Kollektiventlassungen (Licenziamento collettivo) anwendbar und, falls ja, wurden diese eingehalten?
    Wurden und wenn ja, wie viele MitarbeiterInnen seit 2018 herabgestuft und / oder Gehaltskürzungen mussten hinnehmen?
  7. Wie viele MitarbeiterInnen haben seit 2018 freiwillig gekündigt und wie viele wurden neu eingestellt (aufgeschlüsselt nach kollektivvertraglicher Einstufung des Personals)?
  8. Beabsichtigt die IDM, weitere Entlassungen bzw. einvernehmliche Auflösungen vorzunehmen und wenn ja, wie viele?
  9. Haben die MitarbeiterInnen der IDM die Möglichkeit, über interne Mobilität in andere Sonderbetriebe/In-House-Gesellschaften oder die Landesverwaltung zu wechseln und wenn ja, wurden den von der Reorganisation betroffenen MitarbeiterInnen solche Angebote unterbreitet?

Bozen, 20.01.2020

Landtagsabgeordnete
Brigitte Foppa
Hanspeter Staffler
Riccardo Dello Sbarba

 

Hier könnt ihr die Antwort der Landesregierung herunterladen.

COMUNICATO STAMPA.

La morte di Otto Saurer ci ha colpiti profondamente. Come poche altre persone ha segnato la politica dell’Alto Adige degli ultimi decenni. Guardando sempre al futuro ha gestito soprattutto gli ambiti del sociale e della sanità e nei confronti di noi Verdi è sempre stato bendisposto, anche se ha sempre ammesso sinceramente che l’ecologia non era tra i suoi temi prioritari. Il suo cuore batteva, forte, per il sociale, per la giustizia, per il rispetto di tutte le persone della nostra società, anche e soprattutto per quelle più deboli.
L’apertura, la tenacia, l’umanità e la pazienza con cui affrontava i problemi e proponeva soluzioni sono da esempio per tutte le politiche e i politici. Molti tra noi hanno dei ricordi personali di Otto Saurer, come Arbeitnehmer, come collega in Consiglio provinciale, come Assessore alla formazione, alla salute, come precursore e pioniere della modernità più positiva, come uno dei rari politici che preferiva ascoltare piuttosto che parlare. E molti di noi li ha ascoltati, ognuna, ognuno nel proprio ruolo. Ricordiamo con affetto anche il suo splendido umorismo e la sua risata coinvolgente che veniva dal profondo dell’anima.
Partecipiamo al dolore della famiglia e dei tanti amici e delle tante amiche per questa perdita improvvisa.

Brigitte Foppa, Riccardo Dello Sbarba, Hanspeter Staffler, Sepp Kusstatscher, Hans Heiss, Cristina Kury, Florian Kronbichler, Marlene Pernstich, Felix von Wohlgemuth, Karl Tragust, Verena Frei.

INTERROGAZIONE SU TEMI SI ATTUALITA’.

Si legge sulla stampa che il programma di alloggi per il ceto medio varato dalla Giunta provinciale nella legislatura precedente sia dichiarato fallito.

Si chiede:

  1.  Quanti erano gli alloggi per il ceto medio che il programma citato intendeva realizzare e quanti di questi alloggi sono stati realmente realizzati? Si chiede la cifra totale e poi distinta per comune.
  2. Quante domande per alloggi per il ceto medio, in totale e distinti per comuni, sono state presentate nel corso della durata del programma e quante di queste domande sono state poi soddisfatte?
  3. Quali sono le ragioni per cui il programma degli alloggi per il ceto medio è fallito?
  4. Si intende rinunciare all’idea che l’Ipes offra alloggi per il ceto medio, oppure si vuole riformulare il progetto? In questo secondo caso, come?
  5. C’era una definizione esatta di “ceto medio”? Se sì, qual’era e come sarà eventualmente riformulata?

Bolzano, 20 gennaio 2020

Cons. prov.
Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa
Hanspeter Staffler

Qui potete scaricare la risposta della giunta. E la nostra replica.

INTERROGAZIONE SU TEMI SI ATTUALITA’.

Risulta che alla data del 31 agosto 2019 (data in cui la Giunta ha bloccato la possibilità di presentare ulteriori progetti) erano stati già presentati oltre 50 richieste per nuove zone turistiche (2/3) o di ampliamenti di hotel esistenti (1/3) in oltre 30 comuni. Si parla di un consumo di suolo di 35 ettari, pari a 50 campi di calcio.

Si chiede:

  1. In quali comuni – e per quanti posti letto per ciascun comune – sono stati presentati progetti per nuove zone turistiche o di ampliamenti di hotel esistenti?
  2. Quanti letti in più comporterebbe l’approvazione di tali proposte, in totale e suddivisi per comune?
  3. In questi comuni le richieste sono state presentate in seguito alla precedente approvazione di “concetti di sviluppo turistico” oppure a prescindere da tali “concetti”?
  4. Lo stop alla possibilità di presentare progetti oltre il 31 agosto 2019 vale per tutti i 116 comuni dell’Alto Adige o solo per una parte di essi? In questo secondo caso, con quale criterio?
  5. Se lo stop del 31 agosto valeva solo per alcuni comuni, quanti progetti per nuove zone turistiche o di ampliamenti di hotel esistenti sono stati ancora presentati dopo il 31 agosto 2019, per quali comuni e con quale numero di letti in più?

Bolzano, 20 gennaio 2020

Cons. prov.
Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa
Hanspeter Staffler

Qui potete scaricare la risposta della giunta.

INTERROGAZIONE SU TEMI SI ATTUALITA’.
In attesa che entri in vigore la nuova legge “Territorio e paesaggio”, di fronte alle numerose richieste di nuove zone turistiche o di ampliamenti di hotel già arrivate in Provincia (pare più di 50), la Giunta provinciale avrebbe deciso di approvare un criterio di massima per decidere quali approvare e quali no. Il criterio sarebbe quello di approvare progetti adiacenti a aree insediate e respingere i nuovi progetti nel verde. Ma evidentemente questi criteri hanno bisogno di essere supportati da solidi argomenti, per evitare che i dinieghi siano seguiti da una lunga coda di ricorsi e contenziosi.

Si chiede:

  1.  Ha deciso la Giunta i criteri in base ai quali approvare o respingere le domande di nuove zone turistiche o di ampliamenti di hotel esistenti pervenute in Provincia e su cui l’esame è ancora aperto?
  2. Se sì, quali sono questi criteri?
  3. Essi sono già stati applicati ad alcuni dei progetti presentati? Se sì, a quali e con quale esito rispetto alla richiesta originaria?
  4. Se invece la Giunta non ha ancora definito i criteri per esaminare le proposte, quando e come intende farlo?

Bolzano, 20 gennaio 2020

Cons. prov.
Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa
Hanspeter Staffler

Qui potete scaricare la risposta della giunta. E la nostra replica.

INTERROGAZIONE

In seguito a risposte a nostre precedenti interrogazioni, abbiamo appreso che per quanto riguarda i costi delle bonifiche dei terreni ex Speedline a Bolzano la stima fatta a suo tempo dalla ditta Arcadis di € 3.491.194 si è rivelata inadeguata poiché una successiva stima fatta dalla ditta INGEA di Verona ha quantificato in € 5.555.468 i costi effettivi, con un aumento di costi pari a € 2.064.274.
Per adesso la Provincia ha stanziato la quota prevista di 3,5 milioni €, che evidentemente non bastano per portare a termine la bonifica.

Nella risposta alla nostra interrogazione n. 299/19 del 18.06.2019, l’assessore alla risposta 1 su chi fosse responsabile degli inquinamenti ci ha comunicato che:

“1. I presunti responsabili dell’inquinamento sono le attività pregresse sul sito vale a dire Speedline e Alluminia. Attualmente la NOI sta svolgendo la bonifica del sito in qualità di proprietario incolpevole e ai sensi dell’art. 253. Comma 4 del d.lgs. 152/2006 ha diritto a rivalersi delle spese nei confronti del responsabile. E in tal senso NOI si è attivata contattando sia Speedline che Aluminia. Entrambe in questa prima fase hanno declinato ogni responsabilità.”

Sul tema di come va avanti la bonifica e chi copre i costi superiori, l’assessore alle risposte n. 7 e 8 ci ha comunicato che:
“7. Il lotto 1 della bonifica Ex-Speedline ha iniziato il 22.05.2018 e durerà presumibilmente fino alla fine del 2019.
8. Il lotto 1 attualmente in corso rimane entro il limite dei costi detratti dal prezzo di vendita dell’areale (3,5 Mio. €). Altri fondi attualmente non sono stati stanziati perché gli ulteriori costi vengono richiesti al responsabile.”

La fine del 2019 è passata e dunque si pone il problema di come procedere con le bonifiche e della loro copertura finanziaria.

Tutto questo premesso,
Si chiede quindi alla Giunta provinciale:

  1.  Si è concluso il primo lotto della bonifica dell’area ex Speedline in corso dal 22.05.2018?
  2. Se non si è concluso, quando è prevista la sua conclusione?
  3. Comunque sia, a conclusione del primo lotto dovranno considerarsi esauriti i fondi messi a disposizione dalla Provincia per l’intera bonifica (3,5 Mio. €)?
  4. Di conseguenza, come intende procedere oltre la Giunta provinciale una volta esauriti i fondi già messi a disposizione? Si interrompe la bonifica in attesa che “il responsabile” copra finanziariamente quanto manca? Oppure va avanti la bonifica e la Giunta provinciale mette intanto as disposizione i fondi necessari, riservandosi di rivalersi sul “responsabile”?
  5.  Intanto, come procedono le trattative con “il responsabile”? Speedline e Alluminia continuano a declinare ogni responsabilità o sono arrivate a più miti consigli?
  6. Se Speedline e Alluminia restano sulla posizione di non riconoscere proprie responsabilità, con quali argomenti sostengono questa posizione?
  7. E la Provincia che cosa può fare per obbligare i responsabili a ottemperare al principio “chi inquina paga”?

Bolzano, 20 gennaio 2020

Cons. prov.
Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa
Hanspeter Staffler

INTERROGAZIONE

I costi delle bonifiche dei terreni ex Speedline a Bolzano stimati inizialmente dalla ditta Arcadis ad € 3.491.194 sono stati poi quantificati dalla ditta INGEA di Verona in € 5.555.468 (+ € 2.064.274).
In seguito a diversi passaggi di proprietà, i terreni sono ora della Provincia autonoma di Bolzano e la bonifica viene gestita da NOI in quanto “proprietario incolpevole” (vedi risposta dell’assessore a nostra interrogazione n. 299/19) che “ha diritto a rivalersi delle spese nei confronti del responsabile. E in tal senso NOI si è attivata contattando sia Speedline che Aluminia”, individuati come responsabili dell’inquinamento dei terreni.
L’assessore chiarisce anche che le due aziende, Aluminia e Speedline, declinano ogni responsabilità e dunque presumibilmente si rifiutano di coprire i maggiori costi. Una sitiuazione incresciosa. Di solito, per evitare simili situazioni, chi compra inserisce nel contratto d’acquisto una clausola di salvaguardia per garantirsi dall’eventualità di maggiori costi di disinquinamento.

Tutto questo premesso,
Si chiede quindi alla Giunta provinciale:

  1. Al momento dell’acquisto dei terreni da parte della Provincia autonoma di Bolzano, nell’anno 2010, nel contratto di acquisto – che prevedeva anche i costi di bonifica quantificati in € 3.491.194, da scontare dal prezzo complessivo – la Provincia aveva inserito una clausola di salvaguardia che la garantisse dall’eventualità che i costi di bonifica si rivelassero superiori a quanto pattuito?
  2. Se nel contratto di acquisto dei terreni ex Speedline non è stata inserita alcuna clausola di salvaguardia, per quale motivo questo è successo, visto che la Provincia era stata già avvertita fin dagli anni ’80 con lettere delle organizzazioni sindacali di operazioni da parte dell’azienda che potevano provocare gravi inquinamenti dei terreni?
  3.  In altri casi di acquisto di terreni industriali dismessi da parte della Provincia, la Provincia stessa ha previsto clausole o procedure di salvaguardia nell’eventualità che i costi di bonifica si rivelassero superiori al previsto? Se sì, quali erano queste clausole o procedure?
  4.  Perché la Provincia non ha fatto una perizia in proprio dell’inquinamento dei terreni, ma l’ha affidata a una ditta esterna, la Arcadis
  5. Chi ha firmato la perizia di Arcadis che quantificava i costi di bonifica a € 3.491.194 ?
  6.  Chi era il titolare per la provincia di Bolzano (e/o il legale rappresentante, e/o il responsabile operativo sul territorio e/o comunque l’interlocutore per la Provincia, e se più persone ricoprivano questi ruoli si chiede il nominativo di ciascuna) all’epoca in cui Arcadis fece la perizia sull’inquinamento dei terreni ex Speedline?
  7. La ditta Arcadis può essere chiamata a responsabilità nella vicenda della crescita dei costi?

Bolzano, 20 gennaio 2020

Cons. prov.
Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa
Hanspeter Staffler

COMUNICATO STAMPA:

Il Consiglio provinciale ha trattato oggi il disegno di legge n. 3/18 presentato dal Gruppo Verde volto a inserire nella nuova legge provinciale un limite massimo di posti letto nelle strutture recettive. Il dibattito in aula ha confermato che il problema esiste e va affrontato. Ma la maggioranza perde l’occasione di approvare le misure concrete contenute della nostra proposta di legge.

Alcune cifre danno l’immagine della dimensione raggiunta dal turismo in Alto Adige:

  • 7,5 milioni di turisti all’anno sono 13 volte la popolazione residente.
  • 230.000 letti: è come se ogni appartamento disponesse di una stanza per i turisti.
  • 20,4 letti per km2 è la densità turistica più alta di tutto l’arco alpino
  • 33 milioni di pernottamenti sono 65 pernottamenti per abitante all’anno.

È un fenomeno che va guardato e gestito nella sua complessità, per il grande impatto che ha sul paesaggio, sullo sviluppo sociale ed economico e soprattutto sulla vivibilità delle nostre città e dei nostri paesi. Nelle zone ad alta intensità turistica, o nei momenti di maggiore affluenza, un numero sempre maggiore di cittadine e cittadini avverte la difficoltà di vivere e in molti casi si leva la protesta contro l’affollamento, i prezzi delle case, il traffico e l’inquinamento.

Nella nostra proposta veniva proposto di reintrodurre anche nella nuova legge urbanistica il numero massimo di letti fissato nella vecchia legge. Inoltre, veniva fissato un termine di durata dei programmi di sviluppo turistico, con un termine oltre il quale i posti letto non realizzati decadono. Infine, venivano cancellate le troppe deroghe e eccezioni ai criteri che la nuova legge urbanistica pone allo sviluppo di nuove zone turistiche, o all’ampliamento di alberghi, poiché le deroghe vanificano le regole e anche la parità di trattamento.

La maggioranza ha bocciato il disegno di legge dei Verdi, ma il dibattito è solo all’inizio. Il Presidente e la Giunta si dichiarano consapevoli della situazione e disposti a elaborare dei criteri per gestire lo sviluppo turistico. I segnali però finora non sono incoraggianti: in un solo anno sono state presentate 50 proposte per nuove zone turistiche o per ampliamento di quelle esistenti, che comporterebbero la cementificazione di oltre 35 ettari di aree verdi, pari a 50 campi di calcio! La Giunta stessa discute su uno stop, ma al contempo proprio quest’anno sono stati eliminati quei limiti al traffico sui passi dolomitici sperimentati negli anni scorsi, in molte località turistiche affitti e prezzi delle case sono ormai insostenibili per famiglie e giovani, le strade sono bloccate dal traffico e i mezzi pubblici sono sovraffollati. “In molte località, soprattutto in determinate stagioni dell’anno, i disagi hanno da tempo superato i benefici e la politica deve dare risposte credibili e rivolte al futuro” commenta il primo firmatario della proposta di legge Riccardo Dello Sbarba.

Noi continueremo a battere il ferro e a ricordare gli impegni di sostenibilità che il Presidente e la Giunta continuano a decantare.