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ANFRAGE ZUR AKTUELLEN FRAGESTUNDE.

Medienberichten zufolge will Südtirol die staatliche Linie, wonach im kommenden Schuljahr Sport in den 5. Klassen der Grundschulen von Lehrpersonen unterrichtet werden soll, die Sport an einer Uni studiert haben, nicht mittragen. Begründung: Man mache schon viel auf dem Gebiet, Sport sei schon jetzt Priorität in den Grundschulen, es gebe Zusatzausbildungen für Lehrpersonen. Diese Sicht der Dinge hat nur teilweise Konsens in den Schulen. Es gibt auch Stimmen, die anmerken, Südtirol habe Aufholbedarf beim Sportunterricht für die Jüngsten, und es tue gut, den Sportunterricht den dafür Ausgebildeten zu überlassen – zumal angesichts des Lehrermangels in den Grundschulen.

Daher richten wir folgende Fragen an die Landesregierung:

1. Wie ist hierzu die Stellungnahme der Landesregierung? Was ist das Vorhaben hierzu?
2. Wurde die Aufwertung des Sportunterrichts auf 2 Einheiten pro Woche (netto) in allen Grundschulen des Landes umgesetzt?
3. Was gilt grundsätzlich in der Grundschule als „Sportunterricht“?

Bozen, 23.05.2022

Landtagsabgeordnete
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba
Hanspeter Staffler

Hier könnt ihr die Antwort des Landesrat und die Zusatzfrage nachlesen.

COMUNICATO STAMPA.

In una dichiarazione congiunta, tutti i rappresentanti dell’opposizione in Consiglio provinciale invitano la popolazione a recarsi alle urne domenica prossima, 29 maggio, e a votare NO: NO alla limitazione della partecipazione delle cittadine e dei cittadini.

La legge sulla democrazia diretta, partecipazione e formazione politica ha ormai tre anni. È stata approvata alla fine dell’ultima legislatura nel 2018 ed è il risultato di un lungo processo di partecipazione tra i cittadini, le cittadine, la maggioranza e l’opposizione. Questa legge è un’importante conquista per la democrazia in Alto Adige. Nel caso però dovesse passare la linea della maggioranza SVP-Lega Salvini-Forza Italia, potrebbe venire indebolita in parti essenziali. Per evitare che ciò accada, l’opposizione in Consiglio provinciale è unita nel chiedere che il 29 maggio si voti NO.

 

Quattro motivi importanti per dire NO:

  1. NO all’abolizione del referendum confermativo sulle leggi provinciali

I cittadini devono avere la possibilità di votare sull’entrata in vigore o meno di una legge approvata in Consiglio provinciale. Nel 2018 siamo riusciti a inserire nella legge questa importante possibilità di democrazia diretta. Rimuoverlo ora, ancor prima che sia stato applicato una volta, sarebbe una grave perdita per la democrazia.

  1. NO al controllo partitico dell’Ufficio per la formazione politica

La formazione politica deve essere libera e sovrapartitica. Se vince il SÌ, l’Ufficio per la formazione politica sarà di fatto subordinato alla presidenza del Consiglio provinciale che attualmente è composto da cinque membri della maggioranza e da un solo membro dell’opposizione. L’indipendenza non può essere garantita in questo modo.

  1. NO, perché l’informazione sui referendum deve essere equilibrata

Non appena viene indetto un referendum, la popolazione deve essere informata. In futuro avremo difficilmente un’informazione equilibrata: i grandi partiti avranno più spazio di quelli più piccoli.

  1. NO, perché i consigli delle cittadine e dei cittadini devono rimanere indipendenti

Nella legge attuale, il Consiglio dei cittadini viene descritto molto chiaramente e l’Ufficio per la formazione politica è responsabile della sua gestione. L’indipendenza verrebbe meno se il Consiglio dei cittadini fosse prima definito dalla Presidenza del Consiglio provinciale.

Le forze di minoranza sono convinte che la democrazia diretta e la partecipazione in Alto Adige debbano essere rafforzate e ampliate. Tornare indietro rispetto ai progressi che sono stati raggiunti è sbagliato. La nostra democrazia merita varietà, possibilità di scelta e di dire la propria da parte delle cittadine e dei cittadini.

Per rafforzare la democrazia diretta e impedire una limitazione dei diritti dei cittadini, domenica è quindi importante votare NO.

 

I rappresentanti della minoranza politica (in ordine alfabetico): Myriam Atz-Tammerle, Riccardo Dello Sbarba, Peter Faistnauer, Brigitte Foppa, Sven Knoll, Paul Köllensperger, Andreas Leiter Reber, Ulli Mair, Diego Nicolini, Alex Ploner, Franz Ploner, Sandro Repetto, Maria Elisabeth Rieder, Hanspeter Staffler, Josef Unterholzner, Alessandro Urzì

COMUNICATO STAMPA.

Il 29 maggio si vota! In ballo c’è la legge sulla democrazia diretta che la maggioranza vuole ridurre in vari punti decisivi. I Verdi Grüne Verc, come gli altri partiti di minoranza in Consiglio provinciale, dicono NO allo scempio voluto dalla coalizione SVP-Lega-Forza Italia e invitano la popolazione a votare NO al quesito referendario.

La maggioranza SVP-Lega Salvini-Forza Italia vuole indebolire la democrazia diretta e la partecipazione delle cittadine e dei cittadini. Votando NO il 29 maggio 2022, resta in vigore la Legge sulla democrazia diretta così come è stata approvata nel 2018. Questa legge innovativa e moderna è stata frutto di un lungo processo partecipativo, che ha visto il coinvolgimento attivo e costante di centinaia di persone.

Tra le altre cose, con questa legge cittadine e cittadini possono convocare i referendum sulle leggi provinciali e chiedere la realizzazione dei Consiglio delle cittadine e dei cittadini su determinati temi. La legge prevede inoltre un Ufficio per la formazione politica indipendente insediato all’interno del Consiglio provinciale e la diffusione di materiale informativo equilibrato sui vari referendum.

Di fatto, la “Legge Noggler” su cui le cittadine e i cittadini sono chiamati a votare a fine maggio abolisce o indebolisce molto tutto ciò.

Per questo il 29 maggio diciamo con forza NO:

  • NO, per salvare il referendum confermativo sulle leggi provinciali
  • NO, perché l‘Ufficio per la formazione politica deve essere indipendente e al di sopra dei partiti
  • NO, perché l‘informazione sui referendum popolari deve essere equilibrata
  • NO, perché i Consigli delle cittadine e dei cittadini devono restare indipendenti.
  • NO, perché tutti i gruppi linguistici vanno tutelati.

Siamo convinti che la democrazia e la partecipazione politica vadano costantemente rafforzate e ampliate, non limitate e indebolite. Una volta si sono fatti passi in avanti importanti, tornare indietro non è mai una buona scelta.

Guardiamo avanti dunque! La nostra democrazia si merita varietà, possibilità di scelta e di dire la propria, anche quando è scomodo.

 

BZ, 20.05.2022

Brigitte Foppa
Felix von Wohlgemuth
Riccardo Dello Sbarba
Hanspeter Staffler

COMUNICATO STAMPA.

Le api da miele e le api selvatiche sono indicatori affidabili della qualità dell’ambiente. Dobbiamo tutelarle.

Da anni apicoltori ed ecologisti denunciano le sofferenze e le difficoltà della api. Le monocolture di mele possono offrire cibo in abbondanza nel breve periodo della fioritura, ma nel periodo successivo, sotto le reti antigrandine, le cose si mettono male per questi preziosi insetti. Questo perché non ci sono né aree di compensazione ecologica come siepi, cumuli di pietre o vecchi alberi, né fiori.

I prati di montagna ricchi di specie sono un Eldorado per le api. Vi crescono molte erbe e graminacee e le api vi trovano nettare e polline per tutta l’estate. Tuttavia, il numero di prati di montagna ricchi di specie in Alto Adige diminuisce ogni anno, lo spargimento dei liquami distrugge le piante sensibili e spesso ne derivano prati monocolore di tarassaco. Il liquame è la fine dei prati fioriti e quindi di innumerevoli api e insetti.

Eppure, si potrebbe fare diversamente. Le linee guida AGRIOS per la frutticoltura integrata prevedono misure di compensazione ecologica sul cinque per cento dei terreni agricoli. Il cinque per cento significa un’area di compensazione di 2000 metri quadrati per un’azienda agricola di medie dimensioni di quattro ettari. Sfortunatamente, questo regolamento ragionevole e sensato viene ignorato dalla stragrande maggioranza delle aziende agricole.

Possiamo fare a meno dei liquami sui prati di montagna. Alcune aziende lattiero-casearie sono passate dal letame liquido a quello solido. Con il concime solido compostato, queste aziende proteggono le falde acquifere dai nitrati e i prati fioriti dalla perdita di biodiversità.

“Vogliamo un’agricoltura che promuova le api. Se le api stanno bene, l’ambiente sta bene e se l’ambiente sta bene, le persone stanno bene” afferma Hanspeter Staffler.

La Giornata mondiale delle api, il 20 maggio, è una festa anche per noi umani.

Bolzano, 20/5/2022

 

Cons. prov.
Hanspeter Staffler
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba

COMUNICATO STAMPA

Il Consiglio regionale ha trattato e approvato oggi la mozione co-firmata da Verdi, PD e M5S (primo firmatario Paolo Zanella) per il “Sostegno al Trattato sulla proibizione della Armi nucleari TPNW”.

La guerra scoppiata tra Russia e Ucraina ha fatto tornare di nuovo estremamente attuali i timori per un conflitto su scala mondiale e per il pericolo catastrofico che rappresentano le armi nucleari.

Purtroppo, nonostante gli impegni più e più volte dichiarati da numerosi Stati per un disarmo nucleare totale e globale, negli arsenali di tutto il mondo si trovano ancora oggi circa 13.400 armi nucleari.

Nel 2017 è stato approvato all’ONU il Trattato sulla Proibizione delle Armi nucleari. Il Governo italiano, purtroppo, ancora non lo ha ratificato. Eppure l’adesione al Trattato sarebbe un’azione importante per la promozione del dialogo e della diplomazia e quindi per una pace che non si basi sulla strategia della deterrenza nucleare, ma sul dialogo multilaterale. “Per favorire la pace e il disarmo a livello mondiale, anche un piccolo Consiglio regionale come il nostro può e deve far sentire la sua voce a Roma e nel mondo su questi grandi temi, perché riguardano il presente e il futuro di tutte e tutti. Il disarmo nucleare è un obiettivo che anche l’Italia, che ospita sul proprio suolo ordigni nucleari americani, deve perseguire per costruire la pace” ha commentato Paolo Zanella a fine dibattito.

Il Consiglio regionale del Trentino Alto Adige/Südtirol invita quindi il Governo e il Parlamento italiano ad aderire al Trattato sulla proibizione delle armi nucleari, a portare l’Italia nel consesso degli Stati che si impegnano a favore di un mondo libero da armi nucleari e a partecipare come Stato osservatore alla Prima conferenza degli Stati parte del Trattato che si terrà a breve a Vienna, , come faranno Germania, Norvegia, Svezia e Finlandia, pur essendo stati della NATO o in procinto di diventarlo.

Bolzano, 18/5/2022

Cons. regionali

Paolo Zanella
Riccardo Dello Sbarba
Lucia Coppola
Brigitte Foppa
Hanspeter Staffler

COMUNICATO STAMPA.

Dopo l’escursione a Vienna, la 4° commissione si è riunita ieri per proseguire il dibattito sulla riforma della legge che regolamenta l’edilizia sociale.

L’edilizia pubblica e sociale in Alto Adige è attualmente regolata dalla LP n. 13/1998. In più la Legge provinciale 9/2018 “Territorio e paesaggio” contiene importanti norme sull’edilizia, come la destinazione d’uso del suolo edificabile. Mentre la 4° commissione discute la legge IPES, la Giunta sta lavorando a un’ulteriore riforma della legge Territorio e paesaggio, di cui ancora non si sa nulla. “La legge Territorio e paesaggio è una dei pilastri fondamentali per tutta l’edilizia nella nostra provincia – ha commentato Brigitte Foppa in chiusura di dibattito – come facciamo a discutere la legge sull’edilizia pubblica, senza sapere come evolverà la legge portante sull’urbanistica?” e aggiunge facendo un paragone: “sarebbe come decidere sul proprio appartamento, avendo visto solo i piani della cucina e non quelli di tutta la casa. Impossibile decidere così.”.

Che la riforma sia necessaria è un dato di fatto. Trovare un appartamento in affitto in Alto Adige è praticamente impossibile. In provincia di Bolzano esistono al momento 239.000 alloggi, di cui ca. 29.000 sono disabitati (12%). Il 70% del totale è composto da alloggi di proprietà privata, il 6% è di proprietà dell’IPES (13.400), mentre altri 10.200 vengono affittati a canone provinciale convenzionato. E il dato più tremendo: la spesa mensile media per la casa in Alto Adige Südtirol ammonta al 41% di tutte le spese del budget familiare.

La riforma così come presentata dall’assessora Deeg mostra diverse criticità.

  1. Primo fra tutti il grande potere che in futuro verrà dato alla Giunta per regolamentare e determinare i requisiti e i criteri di preferenza per l’assegnazione di abitazioni a canone sociale e a canone sostenibile. Grazie a un emendamento dei Verdi è stato reso possibile il coinvolgimento delle parti sociali e del Consiglio Provinciale.
  2. Il tema del canone d’affitto provinciale per ora è stato ignorato dal dibattito pubblico, eppure secondo noi è uno strumento troppo importante e impattante per essere lasciato alla discussione a porte chiuse della Giunta provinciale. Con una definizione delle tariffe del canone provinciale differenziata rispetto alle zone, si influenza e determina infatti dove le persone andranno a vivere. Per questo è importante farne una riflessione strategica, aperta al dibattito pubblico. Nella legge Deeg però non leggiamo una sola riga al riguardo.
  3. Secondo la nuova legge gli appartamenti IPES saranno dati in affitto per un periodo di tempo limitato e per accederci i vincoli saranno molto più restrittivi (ad esempio le proprietà all’estero dovranno avere prove documentali – questo passo NON è stato cancellato). Questo cambia radicalmente l’impostazione dell’edilizia sociale in Alto Adige e ci chiediamo: secondo l’assessora Deeg quindi l’indigenza è una “condizione temporanea”? Magari! Se fosse davvero così, dovremmo rivedere tutte le politiche sociali e familiari.
  4. Finora, gli appartamenti venivano assegnati a famiglie e persone bisognose; se il loro reddito aumentava, di solito potevano rimanere nell’appartamento, pagando un affitto più alto. Secondo la riforma, in futuro sarà possibile accedere agli alloggi IPES anche per chi ha un reddito meno basso. Questo meccanismo potrebbe anche funzionare, ma solo se si intendesse aumentare il numero di appartamenti, come ci ha insegnato l’esempio di Vienna. Secondo quanto abbiamo visto a Vienna, affinché questo sistema possa funzionare, avremmo bisogno di almeno 55.000 alloggi. Lasciando invece invariata la quantità di appartamenti IPES attualmente esistenti, si rischia una “guerra tra poveri”.

Siamo ancora lontani da una riforma davvero equilibrata e sostenibile. Grazie ai nostri emendamenti le parti sociali hanno ottenuto un maggiore coinvolgimento nell’elaborazione dei criteri d’assegnazione e un:a rappresentante del sindacato più rappresentativo farà parte del Consiglio d’amministrazione dell’IPES.
La legge è stata peggiorata da un emendamento presentato proprio dal consigliere Renzler, che ha insistito sul criterio della proporzionale linguistica per l’assegnazione degli appartamenti IPES. Troviamo siano dei gravi passi indietro. Povertà ed esigenza vengono prima dell’appartenenza linguistica.

Il dibattito proseguirà venerdì mattina.

Bolzano, 17/05/2022

Cons. prov.
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba
Hanspeter Staffler

 

 

 

INTERROGAZIONE SU TEMI D’ATTUALITÀ.

Chi si occupa di integrazione osserva che nella scuola italiana l’offerta di corsi serali per adulti di scuola secondaria di primo grado (fino a conclusione della scuola media) risulta limitata al solo istituto comprensivo Bolzano 3 di Bolzano (per il biennio superiore gli istituti sono 4). La scuola di lingua tedesca, e lo stesso Trentino, hanno un’offerta più ampia e distribuita sul territorio. Offrire corsi in numero adeguato per concludere l’obbligo è un preciso dovere costituzionale.

Si chiede all’assessore alla scuola di lingua italiana:

1. Quanti corsi serali per adulti, in quali istituti e con quanti utenti per corso sono attivi nel presente anno scolastico nella scuola elementare e media di lingua italiana?
2. Negli ultimi 10 anni quanti corsi serali per adulti nella scuola italiana dell’obbligo sono stati istituiti?
3. Con quale procedura avviene l’istituzione di corsi dell’obbligo serali per adulti? Si raccolgono prima le iscrizioni e poi vengono attivati sufficienti corsi, oppure vengono istituiti corsi per un certo numero di utenti e poi si raccolgono iscrizioni finché ci sono posti disponibili?
4. Negli ultimi 10 anni, quante richieste di iscrizione a corsi per adulti nella scuola italiana elementare e media sono state presentate? E sono state tutte soddisfatte con l’attivazione dei relativi corsi?
5. L’assessorato alla scuola italiana, a prescindere dello stretto numero di iscrizioni, ha dati sul potenziale bisogno di corsi serali per adulti nella scuola dell’obbligo? Se si, qual è il quadro?

Bolzano, 16.05.2022

Cons. prov.
Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa
Hanspeter Staffler

Qui la risposta  dell’assessore e la domanda aggiuntiva del consigliere Dello Sbarba.

Il 17 maggio, giornata internazionale contro l’omofobia, la bi-, l’inter- e la transfobia (IDAHOBIT), persone di tutto il mondo commemorano il 17 maggio 1990, giorno in cui l’omosessualità è stata finalmente rimossa dal codice di diagnosi ICD-10 dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Da allora, ufficialmente non è più considerata una malattia.

In ben 69 paesi le persone sono ancora perseguite sulla base del loro orientamento sessuale e in 11 Paesi sono addirittura minacciate dalla pena di morte. In molti paesi, le autorità statali sono coinvolte nella repressione, negando loro qualsiasi protezione dall’ostilità e dalla violenza.

Anche se negli ultimi decenni nel nostro Paese sono stati raggiunti molti risultati a livello istituzionale per la protezione e la parità di diritti delle persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuali, nella vita quotidiana si riscontrano tutt’ora discriminazioni e persino aggressioni fisiche.

Purtroppo anche in Alto Adige commenti offensivi, esclusione e negazione dei diritti fondamentali sono ancora all’ordine del giorno e in alcuni ambienti sono persino ritenute “accettabili”.

È quindi compito di ognuno di noi non restare in silenzio di fronte alle discriminazioni, ma prendere una posizione chiara, forte e inequivocabile a favore di una società aperta, tollerante e inclusiva, in modo che la prossima generazione non abbia più bisogno di questi giorni di commemorazione.

Felix von Wohlgemuth

Co-portavoce
Verdi Verdi Vërc

 

 

COMUNICATO STAMPA.

In Consiglio provinciale si è discusso oggi di clima. Con due mozioni il Gruppo Verde ha proposto alcuni provvedimenti per accelerare le azioni per raggiungere al più presto gli obiettivi climatici e diminuire le nostre emissioni di CO2. Con un compromesso, la Giunta ha approvato di inserire nel Piano per la protezione del clima la rilevazione del bilancio climatico del settore turistico e di elaborare strategie e misure adeguate per la riduzione delle emissioni di CO2.
La maggioranza SVP-Lega-Forza-Italia ha invece bocciato la mozione per l’ottimizzazione degli impianti di riscaldamento e climatizzazione degli edifici pubblici.
La nostra attenzione per la tutela del clima continua, un passo alla volta.

BZ, 11.05.2022

Cons. prov.
Brigitte Foppa
Hanspeter Staffler
Riccardo Dello Sbarba

BESCHLUSSANTRAG.

La quota di CO2 prodotta in provincia di Bolzano dal settore turistico è elevata: benché allo stato attuale manchino cifre esatte, il Rapporto sul clima 2018 dell’EURAC (p. 33) stima la quota attribuibile alle strutture ricettive intorno al 10% del totale delle emissioni di gas serra. È difficile fare stime precise, ma è probabile che tale quota sia in realtà ben più alta, poiché alle emissioni dirette prodotte dalle strutture turistiche per il riscaldamento, l’illuminazione, la gastronomia, la climatizzazione e il wellness, vanno aggiunte le cifre relative alla “zona grigia” degli spostamenti, del traffico, ecc. Un calcolo approfondito arriverebbe certamente a un valore superiore a quello indicato dal Rapporto sul clima. È quindi evidente che al turismo spetta una fetta di responsabilità per la situazione climatica della nostra provincia.

Le elevate emissioni di CO2 generate dal settore sono dimostrate dalle rilevazioni svolte da un hotel di categoria ****S della nostra provincia, che ha fatto calcolare la propria impronta ecologica. Secondo i calcoli effettuati da un’agenzia per il clima di Monaco di Baviera, le emissioni di biossido di carbonio dell’azienda ammontavano a circa 140 kg per ospite e pernottamento.

Si tratta di un valore estremamente elevato. A titolo di paragone, le circa 7 tonnellate di CO2 emesse annualmente da ogni abitante della provincia di Bolzano corrispondono a un valore giornaliero di circa 20 kg.

Moltiplicando il valore di 140 kg per il totale dei pernottamenti in Alto Adige (33 milioni), risulta che le emissioni di CO2 raggiungono il livello impressionante di 4.620.000 tonnellate. Tali emissioni di CO2, tradotte in numero di ospiti, sulla base di un modesto valore medio di 7,5 t/ospite, equivarrebbero a 616.000 persone in più che vivono in provincia per effetto del turismo – cioè più della popolazione totale della provincia, che è di 533.000 abitanti.

Sebbene questa stima possa apparire azzardata, è probabile che in un hotel a 3 o 4 stelle si producano almeno 20-30 kg di emissioni di CO2 per ospite secondo gli standard svizzeri. Ciò corrisponde comunque a una presenza aggiuntiva di più di 100.000 abitanti in Alto Adige causata dal turismo, senza contare le emissioni “grigie”.

Queste stime mostrano l’urgente necessità di rilevare le emissioni di anidride carbonica generate dal turismo in provincia di Bolzano e di ridurle nell’ottica della strategia climatica della Provincia. E questo è esattamente ciò che il suddetto albergatore è riuscito a fare: grazie a risparmi drastici e alla propria produzione di energia, ha ridotto le emissioni del suo hotel da 140 a 10,8 kg, cioè a circa 1/13.

È urgentemente necessario che le aziende altoatesine, d’ora in avanti, rilevino la propria impronta di CO2 e, sulla base di tali rilevazioni, riducano drasticamente le proprie emissioni di anidride carbonica, assumendosi così la propria responsabilità per la salvaguardia del clima, ottimizzando e riducendo i costi e contribuendo a valorizzare il
nostro territorio come meta turistica.

Occorre calcolare le emissioni di CO2 generate dalla gestione dell’azienda (riscaldamento, elettricità, consumo di acqua, rifiuti, cibo, mobilità, lavanderia). Le emissioni calcolate (unità: quanti kg di CO2 per ospite/pernottamento?) andrebbero inquadrate in “classi di efficienza climatica”. Sulla base di queste classi di efficienza, le aziende con ottimi standard climatici dovrebbero poter raggiungere la neutralità climatica attraverso delle compensazioni (per esempio, per la tutela delle foreste pluviali). In Austria e in Svizzera esistono già diversi modelli che la provincia di Bolzano dovrebbe far propri, in modo da assumere una posizione di primo piano fra le destinazioni attente alla salvaguardia del clima. Un tale cambiamento di strategia attirerebbe anche numerosi ospiti sensibili rispetto alla salvaguardia del clima, che arriverebbero con i mezzi di trasporto pubblici e la mobilità dolce anziché con i SUV e altri mezzi nocivi per il clima.

L’imprenditore turistico sopra menzionato invita a seguire il suo esempio: “La decisione di dotarci di un bilancio del clima ha reso tangibili le nostre aspirazioni e ha rappresentato uno stimolo per noi e il nostro team. La nostra ambizione è quella di migliorare costantemente e naturalmente siamo orgogliosi di constatare che il bilancio migliora di anno in anno. Se in provincia di Bolzano riuscissimo a far sì che tutte le aziende predispongano un bilancio di questo tipo, sono convinto che il settore inizierebbe a mettersi in discussione e diventerebbe automaticamente più sostenibile. Sarebbe un’occasione per riposizionarci come destinazione turistica e attrezzarci per affrontare le sfide future.” Non si può che essere d’accordo con questo incoraggiante appello di un albergatore impegnato.

Per questi motivi il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano incarica la Giunta provinciale

  1. di effettuare una rilevazione dettagliata al fine di stabilire come si compone il bilancio di CO2 del settore turistico in provincia di Bolzano e quali sono i valori medi per ospite da considerare in ogni segmento;
  2. di presentare una strategia volta a ridurre questi valori;
  3. di elaborare delle classi di efficienza climatica per il turismo che fungano da base per la certificazione climatica;
  4. di incentivare il conseguimento di determinate classi di efficienza climatica mediante agevolazioni, ad esempio sull’IMI o sull’IRAP;
  5. di sollecitare le aziende ad assumersi volontariamente, entro un termine congruo, l’impegno di certificare e ridurre sistematicamente il proprio consumo di CO2 entro valori limite ben definiti;
  6. di includere nella strategia di marchio dell’IDM e di altri promotori l’impegno a diventare una destinazione rispettosa del clima, al fine di posizionare l’Alto Adige come provincia all’avanguardia in campo climatico.

Bozen, 19.04.2022

 

Landtagsabgeordnete

Brigitte Foppa

Riccardo Dello Sbarba

Hanspeter Staffler