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Secondo il “Dolomiten” anche il capo di Assoimprenditori ammonisce sull’approvazione di nuove zone turistiche. La Giunta deve assumersi le proprie responsabilità.

La settimana scorsa l’associazione provinciale Heimatpflege e il Dachverband für Natur- und Umweltschutz hanno avvertito che lo sfruttamento turistico del Sudtirolo sta facendo saltare tutti i criteri e ha superato da tempo i limiti della sostenibilità. A sorpresa nel fine settimana anche il quotidiano “Dolomiten” finora sostenitore dello sviluppo turistico, ha aggiunto delle informazioni e ha espresso delle perplessità sull’elevato numero di 46 richieste per nuove aree turistiche o ampliamenti in 30 comuni. Ora si unisce al coro degli ammonitori anche il capo di Assoimprenditori che dichiara „Non esageriamo“, sostenuto da Manfred Pinzger capo del HGV che richiama alla cautela degli operatori turistici.
D’altronde questo sviluppo era prevedibile e il Gruppo Verde aveva ammonito da tempo. Nel corso della discussione sulla nuova legge urbanistica nel 2018 lo avevamo sottolineato in vari modi e con forza: l’ondata edilizia in moto ormai dal 2016 non solo mette sotto pressione il paesaggio e l’ambiente, ma la stessa branca economica che si trova ad affrontare una forte concorrenza interna a caccia di ospiti e di forza lavoro.
Sta ora alla Giunta smorzare gli appetiti – con un deciso stop ed eventuali cambiamenti di legge. L’assessora competente Maria Hochgruber Kuenzer sembra recepire i segnali, ma l’eccessivo sfruttamento in molti punti purtroppo non è più reversibile. Anche se tardivo, un segnale forte da parte della Giunta e dell’amministrazione è necessario, anche per una nuova consapevolezza in tempi di crisi climatica. Parliamo in definitiva del futuro del paesaggio e della qualità di vita del Sudtirolo.

Riccardo dello Sbarba
Brigitte Foppa
Hanspeter Staffler

MOZIONE.

Con il termine 5G si indicano le tecnologie e gli standard di quinta generazione nel campo della telefonia mobile. Tali tecnologie consentono la trasmissione di un volume di dati fino a mille volte superiore a quello attuale. Il numero di dispositivi collegati in rete sarà circa cento volte superiore a quello attuale e il tempo di reazione sarà ridotto a pochi millisecondi. La tecnologia 5G è strettamente collegata al cosiddetto “Internet delle cose” (Internet of Things), che consente l’automazione di molti settori della vita e della produzione grazie alla rete mobile.

Nella telefonia mobile, i campi elettromagnetici ad alta frequenza vengono utilizzati per la trasmissione di dati senza fili. Quanto più ampia è la banda di frequenza utilizzata, tanto maggiore è la quantità di dati che possono essere trasmessi. La rete LTE (4G) utilizza bande da 20 a 50 MHz. La tecnologia 5G, invece, richiede da 20 a 80 (fino a 3,7 GHz) e 200 MHz (a 26 GHz – onde millimetriche), disponibili solo per le frequenze più alte.

Quindi con la tecnologia 5G aumenterà notevolmente l’inquinamento elettromagnetico. Poiché la nuova tecnologia sfrutta frequenze ancora più alte di quelle utilizzate finora, essa ha un raggio di copertura molto più limitato rispetto alle stazioni base attualmente in uso. Pertanto essa non rappresenta una soluzione al ben noto problema delle zone prive di copertura. In compenso aumenterà a dismisura il numero di celle radio necessarie per garantire la copertura. Per questo motivo la Telekom tedesca, che sta testando la tecnologia 5G a Berlino-Schöneberg, sta costruendo 71 nuove stazioni base montate su tralicci in una fascia della lunghezza di soli circa 5 km, che è quella scelta per la sperimentazione. Un’eventuale espansione su larga scala richiederà decine di migliaia di nuove stazioni base.

L’attuazione del 5G “minaccia di provocare effetti gravi e irreversibili sugli esseri umani”. Così si legge in un appello sottoscritto – alla data di questa mozione – da 100.091 firmatari di 187 nazioni, nel quale medici e scienziati, fra cui Ernst-Ulrich von Weizsäcker, biologo tedesco noto per il suo lungo impegno in politica a favore della causa ambientalista, mettono in guardia dall’espansione della tecnologia 5G.
Nell’appello si fa notare che non è ancora noto con certezza se la tecnologia mobile di trasmissione dati comporti rischi per la salute, ma che non lo si può nemmeno escludere. Vi sono state inoltre segnalazioni di persone che avrebbero subito danni alla salute in seguito all’installazione di antenne 5G nelle vicinanze delle loro abitazioni, ad esempio a Basilea o a Berlino.

In vista dell’espansione della rete 5G, la Commissione Europea ha invitato ciascuno Stato membro a dotare una città del nuovo standard; per l’Italia è stata scelta Torino. Tuttavia, i valori limite vigenti in Italia sono “troppo bassi” e “dovrebbero” quindi essere innalzati. Nel frattempo il Belgio e la Svizzera hanno bloccato analoghi progetti in attesa di ottenere garanzie di sicurezza da fonti indipendenti.

Anche nella nostra regione pare che diversi comuni siano in procinto di installare la nuova rete. L’AgCom (Autorità per le Garanzie delle Comunicazioni), con delibera n. 231/18/CONS, ha stabilito che 120 comuni italiani sono tenuti a consentire la realizzazione di nuove stazioni base sul loro territorio. Per la nostra regione, nella delibera AgCom figurano quattro comuni del Trentino (Valfloriana, Sover, Castel Condino e Terragnolo). Allo stesso tempo, tuttavia, circolano voci secondo cui anche nella nostra provincia sono previsti alcuni comuni pilota 5G; ad esempio, Fastweb prevede di installare 2.000 stazioni base a Bolzano. Dalla risposta alla nostra interrogazione consiliare n. 316/19 risulta che finora (all’8 luglio 2019) non sono pervenute richieste di installazione di stazioni base per la rete 5G in provincia di Bolzano e tanto meno ne sono state installate. Per contro, i media riportano che i lavori per la realizzazione delle stazioni base 5G a Bolzano dovrebbero iniziare già nel luglio 2019.

La Provincia ha la competenza in materia di realizzazione di nuovi siti per impianti ricetrasmittenti, che necessitano dell’approvazione da parte dell’Agenzia provinciale per l’ambiente e la tutela del clima, ai sensi della L.P. 18 marzo 2002, n. 6, nonché del decreto del presidente della Provincia del 13 novembre 2013, n. 36. Su richiesta del consigliere provinciale Masè, la Provincia di Trento ha tenuto un convegno per discutere le possibili conseguenze delle tecnologie 5G, analogamente a quanto accaduto in provincia di Bolzano il 29 aprile 2015 su richiesta di diversi consiglieri provinciali.

Pertanto si incarica il Consiglio provinciale

di organizzare al più presto un convegno nel corso del quale esperti ed esperte illustrino nel dettaglio gli aspetti tecnici, sanitari, economici e giuridici della tecnologia 5G, i suoi effetti e le eventuali
possibilità di tutela, per poi passare la parola alla Giunta provinciale affinché prenda posizione in merito a eventuali progetti in questo settore.

Tale manifestazione andrà concordata in seno al collegio dei capigruppo. Per quanto riguarda la scelta dei relatori e delle relatrici, dovranno essere coinvolti il Centro tutela consumatori e varie strutture pubbliche al fine di garantire un’informazione la più oggettiva e ampia possibile.

Bolzano, 25.07.2019

Capigruppo dell’opposizione

Brigitte Foppa

Andreas Leiter Reber

Sandro Repetto

Diego Nicolini

Paul Köllensperger

Sven Knoll

Gerhard Lanz

L’intera opposizione ha presentato oggi in Consiglio provinciale due ordini del giorno per portare all’attenzione della maggioranza la difficile situazione dei dipendenti pubblici. Per i dipendenti del servizio pubblico l’opposizione chiede la compensazione della perdita del potere d’acquisto di più del 10% e la loro compartecipazione allo sviluppo economico positivo verificatosi dal 2015. Purtroppo abbiamo dovuto constatare che la Giunta manca di consapevolezza riguardo la situazione degli stipendi delle persone nel pubblico impiego.

“Grazie al ricco bilancio provinciale è arrivato il momento di porre le basi per il futuro del pubblico impiego e quindi dell’intera collettività” sottolinea Hanspeter Staffler, primo firmatario dell’ordine del giorno n. 4 sulla compartecipazione dei dipendenti pubblici allo sviluppo dell’economia sudtirolese dal 2015.

La richiesta: verificare se nella vendita ai privati si possa configurare un danno erariale. 

L’esposto – spedito ieri pomeriggio – ricostruisce tutta la vicenda attraverso le risposte ufficiali della Giunta a nostre interrogazioni, l’analisi del bando di gara, la verifica precisa del valore di ABD iscritto nel bilancio provinciale. E pone domande sulla congruità del prezzo di vendita.

Qui il testo completo dell’esposto e la documentazione allegata.

Allegati:

  1. Aeroporto di Bz trasferito alla Provincia. Interrogazione, risposta.
  2. Vendita delle quote ABD – il prezzo. Interrogazione, risposta, domanda aggiuntiva interrogante.
  3. ABD: 32 milioni valgono zero? Interrogazione attualmente senza risposta.
  4. ABD – quanto vale nel bilancio della Provincia? Interrogazione, risposta, domanda aggiuntiva interrogante.
  5. Spese per l’aeroporto. Interrogazione, risposta.
  6. ABD Holding a New Energy Power. Interrogazione attualmente senza risposta.

Il giorno successivo alla consegna dell’esposto, la Giunta ci ha inviato una delle risposte ancora mancanti:

  • ABD: 32 milioni valgono zero? Risposta

Tutte le colleghe e i colleghi consiglieri di madrelingua tedesca si sono uniti nel ricorso contro la decisione dell’Ordine dei Medici e Dentisti (delibera nr. 9/2019) di escludere dall’Ordine dei medici che non abbiano conoscenza della lingua italiana. Il ricorso al TAR sarà presentato ai sensi dell’art. 92 dello Statuto di autonomia, che prevede che i consiglieri di un gruppo linguistico possono presentare ricorso contro atti amministrativi qualora vedano lesi i diritti di persone appartenenti allo stesso gruppo.
Come consiglieri di madrelingua italiana non possiamo firmare questo ricorso ma ci teniamo a ribadire che ne condividiamo lo spirito. La salvaguardia dei diritti delle minoranze è un diritto di tutte le persone e nella nostra terra, una base dell’autonomia e della convivenza – valori che difendiamo insieme alle colleghe e ai colleghi di madrelingua tedesca.
Facciamo questa dichiarazione anche perché vogliamo che la questione nella sua gravità venga considerata per quello che è, evitando facili strumentalizzazioni etniche. Di queste l’Alto Adige Südtirol ne ha già viste abbastanza.

Bolzano, 24.07.2019

Riccardo Dello Sbarba, Gruppo Verde
Sandro Repetto, Partito Democratico

La Quarta commissione legislativa del Consiglio provinciale guidata dalla SVP ha bocciato oggi il disegno di legge dei Verdi “Tutela del clima, limitazione del traffico aereo e trasferimento alla Provincia dell’aeroporto di Bolzano”. La proposta di legge prevedeva di rilevare la proprietà dell’aeroporto secondo il decreto statale n. 201/2015 e nel caso di concessione dell’azienda a privati, di limitare il traffico aereo, di non prolungare la pista e di costituire un comitato d’intesa che coordinasse e sorvegliasse le attività dell’aeroporto.

“Il nostro disegno di legge dà reale esecuzione alla volontà della popolazione espressa con il referendum del 2016” dichiara Riccardo Dello Sbarba (oggi assente per motivi di salute). Il risultato del voto da parte del gruppo SVP lascia in un certo modo perplessi, visto che Locher, Renzler e Vallazza in una prima fase della trattazione si erano espressi chiaramente a favore. Ieri il partito deve essere intervenuto con chiaro piglio disciplinare – seguendo la linea delle dichiarazioni degli ultimi giorni da parte del Presidente Kompatscher. È evidente infatti che ripetere ostinatamente che con la vendita dell’aeroporto si dà seguito „punto per punto“ (Kompatscher) al risultato referendario del 2016 è solo una tattica difensiva. Il Presidente sa benissimo che il 70% della popolazione ha votato no non solo per dire no al finanziamento pubblico, ma per dire no a tutto il suo progetto di sviluppo – compreso il numero di passeggeri, i tempi di volo e la classificazione dell’aeroporto. E anche se Kompatscher negli ultimi giorni se l’è presa con i Verdi, noi continueremo a dire che il risultato di una consultazione popolare si può manipolare oppure ridimensionare, ma che questo tipo di operazione può avere effetti enormi sulla credibilità politica di una giunta.

“La strategia delle SVP per il futuro ci appare ad ogni modo misera, improvvisata e ingenua”, così la componente della commissione Brigitte Foppa. Si vuole cercare il dialogo con gli acquirenti privati. “Ma nessun privato rinuncerebbe alle opzioni acquistate per fare un affare in perdita. Per noi della Bassa Atesina e della conca bolzanina non è una soluzione”, continua Foppa. Particolarmente interessante è il cambiamento radicale della posizione degli esponenti SVP in commissione legislativa. “Partiti da tigri, atterrati da scendiletto” – questo vecchio detto politico sembra essere particolarmente calzante per i “ribelli di un giorno” della Volkspartei.

Risultato della votazione: 3 sì (Foppa, Nicolini, Ploner), 4 no (Ladurner, Vallazza, Locher, Renzler).

Bolzano, 23.07.2019

Cons. Prov.
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba
Hanspeter Staffler

Nell’ultima settimana di luglio verrà discusso l’assestamento del bilancio di previsione. Per i Verdi questa è un’occasione per presentare sotto forma di ordini del giorno due richieste relative a due degli obiettivi principali verdi di questa legislatura: il clima e il lavoro.

  • Emergenza climatica

Dopo mesi in cui a livello mondiale i giovani hanno scosso e sensibilizzato l’opinione pubblica sul clima le discussioni si sono trasformate in provvedimenti. Uno dei temi è “l’emergenza climatica”. L’emergenza verrà dichiarata a tutti i livelli da numerose amministrazioni locali dimostrando in modo drastico e realistico che il momento per prendere provvedimenti è ampiamente superato. In Austria il Vorarlberg è stato il primo Land a dichiarare l’emergenza climatica. In Italia l’Alto Adige potrebbe essere il precursore, poiché finora vi sono state reazioni solo da parte di amministrazioni comunali (Varese, Torino, Siracusa, Lucca, Napoli, Milano, Acri), ma non a livello regionale o statale: il 5 luglio scorso il Senato ha respinto una proposta relativa a quest’emergenza. Nel maggio 2019 il gruppo verde ha presentato una mozione in cui si chiedeva alla Giunta Provinciale di accogliere le richieste del movimento Fridays-for-Future e di dichiarare lo stato di emergenza climatica. Per non perdere ulteriormente tempo la proposta relativa viene anticipata e presentata contestualmente alla discussione dell’assestamento del bilancio di previsione. In questo modo l’Alto Adige viene sollecitato ad ammettere che non c’è più tempo da perder se si vuole ancora riuscire a contrastare il riscaldamento climatico. Al “centro della questione c’è il clima, ma ci sono anche le persone” ribadisce Brigitte Foppa che ha presentato per prima la mozione. Bisogna assolutamente tenere conto dei rifugiati climatici e delle vittime di catastrofi. I provvedimenti sono inderogabili.

L’Alto Adige si è occupato già per tempo della tutela del clima. Tuttavia il Piano clima 2050 elaborato nel 2011 è troppo poco ambizioso. È necessario provvedere almeno all’adeguamento del piano a quelli che sono gli obiettivi dell’accordo di Parigi e alla definizione di un nuovo pacchetto di misure che tenga conto dell’emergenza climatica e in particolare del consumo di energia, della riduzione dei rifiuti e della mobilità sostenibile. Anche i Comuni devono essere costretti a prendere provvedimenti. La tutela del clima richiede la volontà di cambiare e l’impegno a tutti i livelli. “Dobbiamo questo alle generazioni future” dichiara Brigitte Foppa.

  • Adeguamenti delle retribuzioni: carenza di consapevolezza del problema, carenza di volontà politica

Quasi ogni giorno si sente ripetere che in molti settori mancano gli specialisti. Carenza di medici, di personale infermieristico, di insegnanti di scuola materna e soprattutto assenza di interesse per l’impiego pubblico. Non c’è da stupirsi di questo se dal 2010 il personale del settore sanitario, delle case di riposo, delle scuole, degli asili, dell’amministrazione provinciale e comunale deve di fatto accettare una riduzione retributiva superiore al 10 percento.

Secondo la legge l’amministrazione provinciale, in qualità di datrice di lavoro del pubblico impiego, dal 2015 in sede di contrattazione collettiva ha l’obbligo, sia di compensare la perdita di potere d’acquisto dei dipendenti del pubblico impiego sia di consentire loro di beneficiare dello sviluppo economico generale.

Per garantire un adeguato sviluppo del pubblico impiego, della collettività e dell’autonomia provinciale chiediamo l’immediato adeguamento dei salari e degli stipendi al significativo aumento del costo della vita. “Per poter dare attuazione a questa impellente necessità servono sia i mezzi finanziari sia la volontà politica”, così Hanspeter Staffler. Con un bilancio di più di 6 miliardi di Euro non mancano certo i mezzi finanziari, ciò che invece è carente è la volontà politica.

Qui l’ordine del giorno relativo.

Bolzano, 22/07/2019

Consiglieri provinciali

 

Brigitte Foppa

Hanspeter Staffler

Riccardo Dello Sbarba

 

ORDINE DEL GIORNO N. 4 al disegno di legge provinciale n. 25/19

La legge provinciale 19 maggio 2015, n. 6, prevede che in sede di rinnovo dei contratti collettivi si ponga l’accento sulla salvaguardia del potere di acquisto delle retribuzioni, tenendo conto delle tendenze generali dell’economia e del mercato del lavoro nonché delle norme fondamentali delle riforme economico-sociali.

Dal momento che la legge è stata presentata dal primo esecutivo guidato dal presidente della Provincia Kompatscher e approvata dal Consiglio provinciale nel 2015, per quanto concerne lo sviluppo generale dell’economia si fa qui riferimento al periodo 2015-2019. Quali sono stati gli sviluppi in questo quadriennio, quasi quinquennio?

Il prodotto interno lordo è generalmente considerato il parametro sintetico per misurare l’andamento dell’economia. L’istituto statistico provinciale ha confrontato il PIL locale con quello di Italia, Austria e Germania (ASTAT info n. 29, 04/2019). Dal 2010 il nostro PIL tiene il passo con quelli di Austria e Germania. Da ciò si può concludere che l’economia di questa provincia è molto simile a quella dell’Austria e della Germania. Per contro il PIL del resto d’Italia mostra una tendenza nettamente diversa e a sé stante, purtroppo in senso negativo. La nostra economia è quindi chiaramente di stampo mitteleuropeo piuttosto che mediterraneo.

Nel dettaglio, secondo l’ASTAT, nel periodo a cavallo fra la fine del 2014 e l’inizio del 2019 l’economia di questa provincia è cresciuta del 5,2%. Vogliamo mantenere questa percentuale del 5,2%, che corrisponde allo sviluppo generale dell’economia dal 2015, come previsto dalla legge provinciale.

A questo punto occorre richiamare l’attenzione sugli aspetti relativi al mercato del lavoro: i tassi di occupazione e di disoccupazione sono indicatori utilizzati per descrivere il mercato del lavoro di un’economia. Il tasso di occupazione è in costante aumento dagli anni ’90 e sempre più persone sono attive nel mondo del lavoro. Abbiamo quasi raggiunto il tasso di occupazione del 75% raccomandato dall’Unione europea e siamo quindi sullo stesso livello dei nostri vicini di Oltrebrennero. Ben diversa è la situazione se si guarda verso sud, dove il tasso di occupazione è di gran lunga inferiore. Il tasso di occupazione indica che la situazione sul mercato del lavoro locale è positiva.

Il secondo indicatore importante è rappresentato dal tasso di disoccupazione. Nel 2018 esso era pari al 2,9%, e quindi estremamente basso. Esperti ed esperte non fanno che ripetere che il mercato del lavoro della nostra provincia è caratterizzato da una scarsità di manodopera. Molti settori stanno già risentendo di questa situazione e, a lungo termine, sono necessarie misure strutturali per migliorare il mercato del lavoro in termini di offerte di lavoro più interessanti, maggiori opportunità di impiego per persone altamente qualificate o migliori opportunità di carriera. A breve termine sia le aziende che la Provincia autonoma di Bolzano saranno in grado di contrastare questa tendenza soltanto con salari e stipendi più interessanti.

Il settore privato della provincia di Bolzano ha riconosciuto questa necessità ormai da una decina d’anni, a differenza dell’amministrazione provinciale in veste di datore di lavoro. L’indice delle retribuzioni contrattuali orarie descrive l’evoluzione dei salari tra il 2010 e il 2018 nel modo seguente: mentre gli stipendi nel settore privato sono aumentati mediamente del 10,5%, nel pubblico l’aumento è stato solo dello 0,1% (ASTAT: Annuario statistico 2018).

In sintesi, per quanto riguarda la normativa di legge che prevede, tra l’altro, la necessità di tener conto degli sviluppi generali dell’economia e del mercato del lavoro in sede di rinnovo dei contratti collettivi, si può affermare quanto segue: nel periodo da gennaio 2015 a gennaio 2019 l’economia della provincia di Bolzano è cresciuta di oltre il cinque per cento, il tasso di occupazione è elevato e il tasso di disoccupazione è basso. Tutto ciò si traduce in punti di vantaggio ai sensi della legge provinciale 26 maggio 2015, n. 6.

Per effetto del generale sviluppo positivo dell’economia e del mercato del lavoro nel periodo 2015- 2019, si registra un valore aggiunto di oltre il cinque per cento, di cui, ai sensi della legge provinciale n. 6/2015, si deve tener conto in sede di rinnovo dei contratti collettivi.

Pertanto il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano incarica la Giunta provinciale

di far sì che i/le dipendenti della Provincia e degli enti pubblici da essa dipendenti possano beneficiare dello sviluppo generale positivo dell’economia e del mercato del lavoro ai sensi della legge provinciale n. 6/2015 sotto forma di un aumento dello stipendio base proporzionale al valore aggiunto dell’economia provinciale nel periodo 2015-2019.

Bolzano, 18.07.2019

Consiglieri provinciali

Hanspeter Staffler

Brigitte Foppa

Riccardo Dello Sbarba

Paul Köllensperger

Sven Knoll

Andreas Leiter Reber

Diego Nicolini

Sandro Repetto

A Bolzano si parla di nuovo di proibizionismo. È pronta per la prossima settimana la delibera per il Consiglio comunale per vietare la detenzione e il consumo di bevande alcoliche durante le ore notturne con pagamento di una multa dai 50 ai 500 per infrazione.

Per gli young greens southtyrol questa misura va nella direzione sbagliata e non otterrà gli effetti desiderati, è la conferma di una atteggiamento di chiusura e di una tendenza a tabuizzare una cultura giovanile vivace. “Se Bolzano vuole davvero essere una città universitaria e vicina ai giovani deve essere viva e aperta” così Zeno Oberkofler coportavoce degli young greens southtyrol.

Dal sondaggio condotto da YouGov per lo European Council of Foreign Relations si può vedere che la provincia di Bolzano pur essendo la più ricca in Italia è anche quella con il maggior numero di giovani che emigrano all’estero.
Questo dato non è solo causato da fattori economici, ma è anche un fattore culturale. La politica in questo deve riconoscere le sue responsabilità e capire che è necessario un cambiamento di rotta.

È per questo che per gli young greens southtyrol bisogna garantire anziché ostacolare la vita notturna in città.
“Bisogna dare spazio ai giovani per conoscersi, incontrarsi, discutere e fare politica e questo lo si fa anche quando si esce la sera in città.” continua Oberkofler.

“Speriamo che anche gli altri gruppi giovanili e forze politiche che si sono espressi recentemente a favore di una città a misura di giovani, convincano i loro consiglieri in comune ad esprimersi contrari alla delibera.”

gli young greens southtyrol

Bisogna affrontare il problema del caro affitto per i giovani mettendo sul mercato gli appartamenti vuoti. Clima: L’abbassamento degli standard energetici non fa che aumentare le spese.

Gli young greens southtyrol rispondono alle proposte della Junge Generation dell’SVP sul tema dell’abitare, che hanno trattato nella loro clausura (vedi Dolomiten del 30.06.2019). I giovani verdi si chiedono come si possa parlare del tema abitativo senza affrontare il problema della speculazione immobiliare e delle numerose case vuote in provincia e annunciano una campagna di sensibilizzazione per l’autunno.

Circa 15.000 unità abitative sono vuote in Alto Adige. È scritto nero su bianco nel rapporto di ricerca dell’IPL “Abitare 2030” (p.67), che si riferisce ad un’indagine condotta dall’ASTAT nel 2011. Molti di questi appartamenti vuoti non vengono affittati a fini speculativi. Questo fatto insieme all’uso turistico degli spazi abitativi è causa di una scarsa offerta per residenti e studenti e di prezzi elevati.
Il problema sono gli appartamenti sfitti, non gli standard energetici di casa clima!

Le proposte dei giovani verdi sono:

  • Tassare gli appartamenti sfitti, che potrebbero essere affittati, al 10 % del valore di mercato dell’appartamento.
  • Istituire un fondo di garanzia provinciale. I proprietari ricevono una garanzia del 100% per l’entrata dell’affitto ed in cambio, riducono il prezzo di affitto del 20%. L’idea del fondo di garanzia provinciale faceva parte della nuova legge sull’edilizia abitativa della scorsa legislatura, ma purtroppo l’SVP ha preferito non affrontare questo disegno di legge ed occuparsi piuttosto di incentivare l’arrivo dei turisti con una nuova legge sull’urbanistica.
  • Mettere a disposizione gli edifici per progetti di co-housing se sono vuoti da più di 10 anni.

Dare la colpa agli standard ambientali per i prezzi troppo elevati è l’approccio sbagliato che fa ricadere nei vecchi schemi di pensiero. Il conto poi lo paga proprio la “junge Generation” – vale a dire tutti noi giovani, che più tardi dovremo affrontare maggiori spese ed i costi della crisi climatica.
“Gli edifici coprono il 40% del nostro fabbisogno di energia primaria. Le simulazioni del “Modello Energetico Alto Adige 2050” dell’Eurac dimostrano che l’Alto Adige può raggiungere gli obiettivi del piano climatico solo attraverso massicci investimenti nell’efficienza energetica degli edifici. (vedi diapositiva 43) Ecco perché non possiamo permetterci di cedere agli standard per le nuove costruzioni e dobbiamo investire massicciamente nel risanamento degli edifici esistenti”. Così Pascal Vullo, attivista degli young greens southtyrol.

Olivia Kieser, attivista degli young greens southtyrol, ha lanciato per il prossimo autunno una campagna di sensibilizzazione per attirare l’attenzione sulla questione delle case vuote. “Lasceremo un segno per voi in città.”

Gli young greens southtyrol propongono ulteriori misure concrete che mettano al centro la riduzione degli affitti con particolare focus verso i giovani:

  • Limitazione massima dei costi degli affitti.
  • Il modello 35 per 35 sul modello di Innsbruck e Zurigo. Appartamenti in affitto a basso prezzo anche per la classe media. Di questi il 35% riservato alle persone sotto i 35 anni.
  • Contratti di locazione flessibili per le persone al di sotto dei 35 anni: maggiore flessibilità nella durata del contratto e riduzione dei termini di preavviso per inquilini giovani (max. 3 mesi).
  • Aiuti ed incentivi per gli appartamenti condivisi: riduzione dei costi aggiuntivi, dalla tassa di registrazione ai costi di rifiuti, gas, elettricità ed acqua attraverso la creazione di una categoria apposita per questa forma dell’abitare.
  • Un adattamento degli incentivi provinciali in modo che vengano finanziati anche i cosiddetti “Miethaussyndikate” ovvero delle cooperative affittuarie, che acquistano insieme nuove proprietà per gestire lo spazio abitativo come un bene comune per permettere quindi di avere case ed appartamenti a prezzi accessibili.

Pascal Vullo per il gruppo Young Greens Southtyrol

Studio IPL: Abitare 2030

Energiemodell – Südtirol 2050