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ORDINE DEL GIORNO ai disegni di legge provinciale Nr. 119/22, Nr. 120/22 und Nr. 121/22.

Il 3 dicembre 2022 si è svolto a Bolzano un convegno sul tema della mobilità indipendente per tutte le persone. In quell’occasione è stato ribadito con forza che il diritto di spostarsi in modo autonomo e indipendente da un luogo all’altro rientra tra i diritti umani. L’articolo 9 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità stabilisce quanto segue: “Al fine di consentire alle persone con disabilità di vivere in maniera indipendente e di partecipare pienamente a tutti gli aspetti della vita, gli Stati Parti adottano misure adeguate a garantire alle persone con disabilità, su base di uguaglianza con gli altri, l’accesso all’ambiente fisico, ai trasporti, all’informazione e alla comunicazione, compresi i sistemi e le tecnologie di informazione e comunicazione, e ad altre attrezzature e servizi aperti o forniti al pubblico, sia nelle aree urbane che in quelle rurali. Queste misure, che includono l’identificazione e l’eliminazione di ostacoli e barriere all’accessibilità, si applicano, tra l’altro:

  1. a edifici, viabilità, trasporti e altre strutture interne ed esterne, comprese scuole, alloggi, strutture sanitarie e luoghi di lavoro;
  2. ai servizi di informazione, comunicazione e altri, compresi i servizi informatici e quelli di emergenza.”

L’articolo 20 impegna a facilitare la mobilità personale delle persone con disabilità nei modi e nei tempi da loro scelti e a costi accessibili.

In Alto Adige già da parecchio tempo si lavora per ottemperare a queste direttive, ad esempio per quanto riguarda l’accessibilità delle ferrovie. I treni della SAD sono in gran parte quasi privi di barriere e i nuovi autobus dovrebbero avere i pianali ribassati. Anche le stazioni ferroviarie della Venosta e della Pusteria sono per lo più dotate di marciapiedi rialzati per consentire a chi è in sedia a rotelle, o necessita di altri ausili, di salire e scendere autonomamente. Naturalmente queste migliorie sono utili anche alle persone senza disabilità poiché evitano di dover superare dislivelli eccessivi.

Una grave eccezione in questo panorama, come confermato durante il convegno del 3 dicembre 2022, è la stazione ferroviaria di Bolzano. La più importante stazione ferroviaria della provincia ad oggi è accessibile solo in minima parte alle persone con disabilità. In particolare, i marciapiedi molto bassi rendono impossibile la salita e la discesa. Ma anche per quanto riguarda le informazioni e le altre attrezzature, la stazione ferroviaria di Bolzano è una pecora nera nel campo dell’accessibilità.

Il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano invita la Giunta provinciale, con riferimento all’attuazione dei disegni di legge provinciale n. 119/2022, n. 120/2022 e n. 121/2022,

  1. ad avviare tutte le misure necessarie per rimuovere le barriere architettoniche dalla stazione ferroviaria di Bolzano.
  2. a coinvolgere ampiamente la Consulta per le persone con disabilità nella progettazione e nell’attuazione.

Bozen, 07.12.2022

Cons. prov.
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba
Hanspeter Staffler

ORDINE DEL GIORNO DDL 119/2022 ,120/2022, 121/2022.

La tragica morte di un giovane diciannovenne di origini egiziane in un riparo di fortuna a Bolzano Sud ha scosso le coscienze dell’intera popolazione altoatesina. Associazioni di volontariato, Diocesi, Caritas, autorità istituzionali ai vari livelli e tante persone della società civile hanno lanciato un appello urgente: non si può morire di freddo nel ricco Sudtirolo. Il sindaco di Bolzano, città più colpita di altre dal dramma dei senza tetto, ha chiesto solidarietà e condivisione. Tutti questi appelli non possono restare senza risposta. La Provincia si è mossa cercando soluzioni di emergenza, ma serve uno sforzo maggiore e misure permanenti, perché l’inverno viene ogni anno e non possiamo farci sorprendere ogni volta da fenomeni ampiamente prevedibili.

I bisogni sono diversi e ad ognuno va data una risposta adatta. Le persone che si rivolgono alla mensa della Caritas per un pasto caldo, ha riferito la direttrice Beatrix Mairhofer, sono passate in poche settimane da 130 a 400. A molte di queste oltre a un pasto, manca anche un letto. Questa la dimensione del fenomeno.

Che assume diverse facce. Da settimane è incrementato il flusso migratorio: l’assessore al sociale del comune di Bolzano parla di una media di 20/30 arrivi al giorno. Alcuni viaggiano da sud verso nord nel tentativo di oltrepassare il Brennero. Altri arrivano dal nord, respinti verso l’Italia, paese della loro prima identificazione, molti arrivano dalla rotta balcanica. Alcune di queste persone sono in transito sul nostro territorio. Dove sostano per un periodo limitato. Altre invece presentano a Bolzano la propria richiesta di protezione e cercano da noi un percorso di integrazione.

I profili di chi dorme in ripari di fortuna sono dunque variegati: senza tetto, anche autoctoni, richiedenti protezione internazionale “fuori quota”, richiedenti protezione che hanno ricevuto il diniego di protezione e sono in fase di ricorso, ma anche persone che hanno ricevuto una protezione umanitaria o l’asilo, ma hanno dovuto lasciare i centri di prima accoglienza senza trovare altra soluzione abitativa, fino a persone che lavorano regolarmente, oppure frequentano corsi di formazione, ma non riescono a trovare (o pagare) un alloggio, o persone con permesso di soggiorno scaduto che non possono rinnovarlo perché non possono indicare un domicilio.

Anche i diritti di cui sono titolari queste persone sono diversificati: alcune che sono arrivate in Alto Adige autonomamente e hanno presentato domanda di protezione avrebbero di fatto diritto a entrare nei CAS (Centri di accoglienza straordinaria) o essere inserite nel SAI (Sistema di accoglienza ed integrazione, ex Sprar) se solo non si limitasse l’accesso alle sole persone inviate dal Ministero attraverso il sistema nazionale. Le strutture della rete SAI sono passate da 6 a 3 in tutta la provincia, e sono necessarie per una rete di accoglienza e integrazione diffusa su tutto il territorio.

Altre persone hanno semplicemente il diritto alla vita, il diritto a non morire di freddo mentre attraversano o sostano nella nostra provincia. Garantire questo elementare diritto è un principio basilare dell’umanità che la Provincia di Bolzano non può negare.

Tra i 17 obbiettivi ONU per lo sviluppo sostenibile, fatti ufficialmente propri dalla Giunta provinciale, ce ne sono almeno 6 che riguardano questa dimensione: il primo, “sconfiggere la povertà”; il secondo, “sconfiggere la fame”, il terzo, “salute e benessere”, il sesto, “acqua pulita e servizi igienico sanitari”, il decimo, “ridurre le disuguaglianze”, il sedicesimo, “pace e giustizia”.

Se non riusciamo a garantire questi obbiettivi per qualche centinaio di persone che con percorsi di fortuna e di violenza arrivano nel nostro territorio, come potremo essere credibili nel perseguire questi obbiettivi su una scala molto più ampia?

Il Sudtirolo ha risorse ed energie, sia istituzionali che volontarie, per rispondere a tutti questi diritti. L’abbiamo dimostrato con l’accoglienza straordinaria delle persone in fuga dalla guerra in Ucraina. In pochi giorni, lo scorso marzo, la Giunta provinciale è stata in grado di istituire una task force, ha mobilitato la protezione civile, ha creato un centro di prima accoglienza davanti alla fiera di Bolzano in un edificio di proprietà della STA, una struttura con servizi igienici e letti di emergenza.

È tragico e assurdo che proprio a poche decine di metri da questa struttura sia morto di freddo pochi giorni fa il diciannovenne egiziano!

Bisogna dunque guardare in faccia la realtà: siamo di fronte a un nuovo flusso continuo di migranti e profughi, la cui competenza spetta allo Stato e alla Provincia. Occorre quindi una maggiore cooperazione tra Stato, Provincia, Comuni, Terzo Settore e volontariato; serve sostegno reciproco e coordinamento delle azioni. Occorre un vero e proprio piano sostenibile per uscire dalla logica emergenziale.

Der Landtag fordert daher die Südtiroler Landesregierung auf, in Zusammenhang mit der Umsetzung der Landesgesetzentwürfe Nr. 119/2022, 120/2022 und 121/2022

1.  a istituire un tavolo di lavoro a cui partecipino Provincia, Commissariato del Governo, Comuni, organizzazioni del terzo settore e esperti di accoglienza a livello europeo, per definire e condividere un piano provinciale sostenibile per affrontare la situazione dell’accoglienza delle persone senza fissa dimora e dei richiedenti protezione internazionale presenti sul territorio del­l’Alto Adige;
2.  a garantire anche per il futuro, attraverso la collaborazione tra Stato, Provincia e Comuni una rete di accoglienza all’altezza dei bisogni reali con centri CAS diffusi su tutto il territorio;
3.  a individuare una forma di accoglienza a “bassa soglia” per offrire da subito, considerato l’abbassamento delle temperature, un pasto caldo e un letto a chi sia in transito attraverso il nostro territorio e non sia in grado di provvedervi autonomamente;
4.  a creare un canale di comunicazione sul modello del “Kältetelefon” austriaco, anche affidandolo a un’organizzazione del terzo settore con capacità ed esperienza adeguate, al quale possono rivolgersi tempestivamente le stesse persone in difficoltà, come anche semplici cittadine e cittadini, al fine di soccorrere in modo puntuale chi, senza fissa dimora, rischia la propria vita al gelo.

 

Bozen, 12.12.2022

 Landtagsabgeordnete

Riccardo Dello Sbarba

Brigitte Foppa

Hanspeter Staffler

COMUNICATO STAMPA .

La tragica morte di un giovane diciannovenne di origini egiziane in un riparo di fortuna a Bolzano Sud ha scosso le coscienze dell’intera popolazione altoatesina. Associazioni di volontariato, Diocesi, Caritas, istituzioni ai vari livelli e tante persone della società civile hanno lanciato un appello urgente: non si può morire di freddo nel ricco Sudtirolo. I Verdi Grüne Vërc lo portano all’attenzione del Consiglio provinciale.

In queste settimane siamo di fronte a un nuovo flusso continuo di migranti e profughi, la cui competenza spetta allo Stato e alla Provincia. Per affrontarla al meglio, occorre una maggiore cooperazione tra Stato, Provincia, Comuni, Terzo Settore e volontariato: abbiamo bisogno di un vero e proprio piano sostenibile per uscire dalla logica emergenziale e per affrontare la situazione dell’accoglienza dei richiedenti protezione internazionale presenti sul territorio dell’Alto Adige.

Lo chiediamo alla Giunta provinciale in un ordine del giorno collegato alla Legge di bilancio che discuteremo in Consiglio provinciale questa settimana.

Bolzano, 12/12/2022

Cons. prov.
Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa
Hanspeter Staffler

COMUNICATO STAMPA.

Dal 2014, i dipendenti pubblici altoatesini dei comuni, dell’amministrazione provinciale, degli asili e delle scuole, nonché delle strutture mediche e assistenziali hanno subito una perdita salariale reale di oltre il 15%. “Su un reddito di 1500 euro netti al mese, la perdita ammonta a 225 euro”, spiega il Consigliere provinciale Hanspeter Staffler. C‘è quindi poco da stupirsi se molte persone e famiglie si trovano in difficoltà economiche.

È inaccettabile che la giunta, con un bilancio di 6,7 miliardi di Euro, non voglia prevedere alcun fondo aggiuntivo per i dipendenti del settore pubblico. Per il prossimo anno proponiamo di investire 50 milioni per il contratto collettivo intersettoriale, che consentirebbe di negoziare per il momento una compensazione salariale del 5%. A tale scopo abbiamo presentato un emendamento al bilancio 2023.

“Ma questo deve essere solo un inizio. Nei prossimi anni abbiamo bisogno di aumenti salariali costanti nel servizio pubblico, altrimenti le persone se ne andranno in massa”, conclude Hanspeter Staffler.

Bolzano, 12/12/2022

Cons. prov.
Hanspeter Staffler
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba

COMUNICATO STAMPA.

Bilancio provinciale 2023.

L’Alto Adige ha una delle quote di investimento più alte della zona UE. Si tratta di quei fondi liberi nel bilancio che sono disponibili per infrastrutture come strade, edifici pubblici, linee ferroviarie, condutture per l’acqua potabile, fognature, ecc. e che quindi stimolano anche l’economia privata. Le quote di investimento risultano sottraendo dal totale del bilancio tutte le spese correnti per istruzione, sanità, assistenza e amministrazione.

Le quote di investimento non dovrebbero essere troppo basse perché questo renderebbe le infrastrutture non funzionali nel tempo, ma d’altra parte non dovrebbero nemmeno essere troppo alte perché ciò rischierebbe di surriscaldare l’economia.

Da anni la giunta provinciale tiene una delle quote di investimento più alte dell’UE: in Alto Adige la regola è di solito del sei per cento del PIL (prodotto interno lordo), spesso anche di più. La media dell’UE è del 3% (vedi tabella allegata).

I miliardi di denaro dei contribuenti altoatesini confluiscono quindi nella costruzione di strade e funivie, nell’industria del turismo o nella costruzione di bacini di innevamento. Da un lato questa scelta va a svantaggio dei dipendenti del servizio pubblico, che oggi guadagnano troppo poco, ma va anche a discapito di tutte le cittadine e i cittadini che usufruiscono di servizi pubblici come la sanità, l’assistenza e l’istruzione.

È urgente ridistribuire questo denaro: via dalle strade e più verso le persone. Il personale delle istituzioni pubbliche educative, sanitarie e assistenziali ne ha bisogno!

Bolzano, 10.12.2022

Cons. prov.

Hanspeter Staffler

Brigitte Foppa

Riccardo Dello Sbarba

INTERROGAZIONE.

Sui media leggiamo in questi giorni che, nonostante le crescenti richieste, i fondi per i progetti di educazione sessuale nelle scuole sono stati tagliati drasticamente. Se queste notizie fossero vere, si tratterebbe di uno sviluppo molto preoccupante, poiché l’educazione sessuale nelle scuole è di grandissima importanza per tutte le fasce d’età. Anche per gli anziani. Infatti, la nuova legge provinciale sull’invecchiamento attivo prevede l’educazione sessuale. Anche queste offerte devono essere finanziate!

Pertanto, chiediamo alla Giunta provinciale:

  1. quali sono stati i recenti tagli ai progetti di educazione sessuale nelle scuole?
  2. perché sono stati effettuati questi tagli?
  3. a quanto ammontava il budget per i progetti di educazione sessuale nelle scuole negli ultimi 5 anni? Chiediamo un elenco per ogni anno.
  4. quali sono le prospettive finanziarie dei progetti di educazione sessuale? C’è l’intenzione di finanziare nuovamente i progetti in futuro?
  5. la legge provinciale del 2022, n. 12 – “Promozione e sostegno dell’invecchiamento attivo in Alto Adige” – prevede anche ” ’offerta e consulenza in materia di sessualità e di educazione sessuale “: Come verranno finanziate queste offerte in futuro?

MOZIONE.

Il Piano clima Alto Adige 2040 parla chiaro: l’Alto Adige deve raggiungere la neutralità climatica entro il 2040. Entro il 2030, le emissioni di CO2 dovranno essere ridotte del 50% rispetto al 2019. Si tratta di obiettivi apprezzabili, ma al contempo molto ambiziosi, e per trasformarli in realtà è necessario puntare contemporaneamente sugli elementi giusti. Un settore importante in questo contesto è quello dell’energia e del calore. Riguardo a quest’ultimo, in Alto Adige c’è ancora del potenziale da sfruttare sotto l’aspetto della tutela ambientale. Contemporaneamente, la nostra provincia ha tutte le carte in regola per mettere in pratica i concetti del rispetto dell’ambiente e del clima, ad esempio con il teleriscaldamento.

Un modello da seguire è la città di Stoccolma, dove secondo i media tedeschi il 98% della rete di teleriscaldamento è alimentato con fonti rinnovabili o riciclate. La città scandinava punta sulle cosiddette pompe di calore di grandi dimensioni, in cui il calore proviene da impianti industriali, acque reflue, centri di elaborazione dati, ecc. Secondo la Commissione europea, la rete di teleriscaldamento esistente nell’UE copre l’11% del fabbisogno, ma il problema è il modo in cui si gestiscono gli impianti. A differenza di Stoccolma, in gran parte dell’UE si utilizzano ancora grandi centrali a gas naturale, carbone o petrolio. Il teleriscaldamento potrebbe rappresentare un alleato per il conseguimento degli obiettivi climatici, ma l’energia deve provenire da fonti meno dannose. La parola chiave è “decarbonizzazione”, ovvero la sostituzione dei combustibili fossili con materiali ecologici.

Anche l’Alto Adige dispone di alcuni impianti di teleriscaldamento – sono 77 -, la stragrande maggioranza dei quali sfrutta la biomassa, quindi cippato o residui di legno, ma anche rifiuti verdi o legname vecchio. La biomassa è considerata un combustibile neutro dal punto di vista della CO2, perché durante la combustione viene rilasciato solo il quantitativo di CO2 assorbito dalla pianta nel corso del suo ciclo di vita. A questo proposito, è particolarmente importante che il legname provenga da produzioni sostenibili, perché se il materiale è stato trasportato in tutta Europa e si tratta di legno che non avrebbe mai dovuto essere abbattuto, questo a sua volta si ripercuote negativamente sul bilancio di CO2. È quindi necessario considerare l’aspetto della sostenibilità della biomassa che si impiega e farne una condizione per la concessione di incentivi agli impianti di teleriscaldamento

Per questi motivi, il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano incarica la Giunta provinciale

di prevedere incentivi solo per gli impianti di teleriscaldamento che impiegano esclusivamente o prevalentemente legname secondario proveniente da boschi gestiti in modo sostenibile e situati entro un raggio di 500 chilometri.

Bolzano, 05.12.2022

f.to consiglieri provinciali

Brigitte Foppa

Riccardo Dello Sbarba

Hanspeter Staffler

COMUNICATO STAMPA.

Da oltre un decennio l’Alto Adige attende una vera e radicale riforma dell’edilizia abitativa. Per anni la giunta provinciale ha promesso di realizzarla. Quest’anno sembrava che si fosse raggiunto il momento giusto. L’occasione è stata persa. Ciò è ancora più tragico se si considera l’attuale crisi e la drammatica situazione abitativa in Alto Adige. In Consiglio provinciale questa settimana è stato approvato il disegno di legge 116/22, che intende riformare l’edilizia agevolata.

Nel suo intervento in Consiglio provinciale Brigitte Foppa ha evidenziato cosa significhi questa legge per la nostra provincia.

L’abitare è e rimane LA QUESTIONE sociale in Alto Adige. Per i giovani che non riescono ad andarsene da casa, per gli anziani che si preoccupano di come sbarcheranno il lunario in futuro. Per le famiglie che non sanno come pagare i mutui. I soldi non bastano più per l’abitare cioè per la base della vita!

Questa riforma dell’edilizia è arrivata nel pieno dell’emergenza – ma è rimasta più che altro un tentativo di riforma. La domanda di fondo rimane: i problemi citati sono stati risolti ? Fa male dire la verità: purtroppo no. I problemi sono ancora presenti e probabilmente non saranno neppure ridotti da questa riforma.

Conclusione: la riforma non c’è stata. La legge rimane un colosso che può essere compreso solo dagli esperti. I sussidi saranno  accessibili più facilmente, ma non è ancora chiaro come verranno finanziati i costi aggiuntivi. Il problema dell’abitare  in Alto Adige, dove l’acquisto è troppo costoso e l’affitto è praticamente impossibile, rimane acuto. “Se oggi un appartamento sovvenzionato in una casa a schiera in un comune di medie dimensioni costa 700.000 euro, vuol dire che qualcosa non ha funzionato negli ultimi anni – e non sembra che usciremo da questa situazione nel prossimo futuro”, conclude Brigitte Foppa, che ha accompagnato il lungo periodo di gestazione di questa “riforma” nella IV Commissione legislativa.

I Verdi continueranno a vigilare sulla questione degli alloggi e a fare campagna affinché a questo diritto fondamentale venga restituito il senso che merita:  la casa, la prima necessità per una vita dignitosa.

 

Bolzano, 02.12.2022

Cons. prov.

Brigitte Foppa

Riccardo Dello Sbarba

Hanspeter Staffler

COMUNICATO STAMPA.

Bilancio provinciale 2023

Pochi giorni fa è stato raggiunto in Austria l’accordo salariale 2023 per il settore pubblico. A partire dal 1° gennaio 2023, i dipendenti pubblici riceveranno un aumento di stipendio del 7,32%. I negoziatori – tra cui il vicecancelliere verde Werner Kogler – sono così riusciti a ottenere un aumento permanente del potere d’acquisto per circa 400.000 dipendenti.

Tra il 2014 e il 2023, le retribuzioni del settore pubblico in Austria sono aumentate di circa il 25%. In confronto, nel ricco e costoso Alto Adige, l’aumento è stato di un misero 6%, e i dipendenti pubblici sudtirolesi sono stati lasciati indietro.

Poiché la Giunta provinciale è il datore di lavoro del servizio pubblico, dovrebbe essere nel suo interesse fornire fondi per le/i dipendenti nei settori dell’istruzione, della sanità, dell’assistenza, della mobilità e amministrativo. Purtroppo però nel bilancio provinciale 2023 c’è un vuoto incolmabile per quanto riguarda il contratto collettivo intersettoriale.

“È del tutto incomprensibile perché la Giunta non faccia di più per i/le propri/e dipendenti”, afferma Hanspeter Staffler. Solo un servizio pubblico ben pagato può fornire dei buoni servizi alla popolazione. Se l’Alto Adige non si impegna subito a creare posti di lavoro interessanti in provincia, nei comuni e nelle scuole, la gente scapperà. “E per evitare che questo accada dobbiamo pare tutto ciò che è umanamente possibile “, spiega Hanspeter Staffler.

Il confronto con l’Austria è molto significativo perché le due economie sono molto simili in termini di economia e mercato del lavoro. Il documento economico e finanziario della provincia di Bolzano mostra la congruenza del PIL di entrambe le aree. L’economia altoatesina fa chiaramente parte dell’area economica dell’Europa centro-alpina e quindi anche i nostri livelli salariali devono corrispondere di più a quelli dell’Austria o della Germania.

 

Bolzano, 02.12.2022

Cons. prov.

Hanspeter Staffler

Brigitte Foppa

Riccardo Dello Sbarba

 

COMUNICATO STAMPA.

Ogni anno ne dobbiamo parlare. Di violenza. Più precisamente, di violenza contro le donne. Perché le donne subiscono violenza ogni giorno. E in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne del 25 novembre se ne ha un’attenzione particolare. Perché è necessario. Perché le donne subiscono violenza. Perché le donne vengono uccise (spesso per mano dei loro partner ed ex partner). Ogni giorno. Anche in Italia, anche in Alto Adige.

Di solito in questo dibattito ci si concentra su dove la spirale di violenza finisce. Quest’anno, il gruppo Verde ha voluto guardare lì dove la violenza inizia. Di solito inizia con le parole. Nella sfera privata, ma anche in quella pubblica. Una forma di questa violenza verbale è il cosiddetto catcalling, ovvero fischi, urla e commenti su donne che attraversano parchi, strade, piazze. Quasi tutte le donne ne fanno esperienza nella loro vita. Il catcalling implica una dimostrazione di potere maschile: nel catcalling c’è l’affermazione – certamente spesso inconscia – che la strada appartiene a loro. Il senso di sicurezza di molte donne e ragazze è disturbato da questa situazione. Le donne e le ragazze si sentono insicure, hanno paura o evitano determinate strade.

Eppure lo spazio pubblico appartiene a tutti, donne e uomini. Il gruppo Verde ha voluto richiamare l’attenzione su questo fenomeno e sensibilizzare l’opinione pubblica.

Dopo una discussione accesa in Consiglio provinciale, quasi tutte e tutti i capigruppo hanno accettato di firmare un emendamento per “riconoscere tutte le forme di violenza verbale/sessuale e di richiamare maggiormente l’attenzione su tali problemi”.

“Questo è un primo passo nella giusta direzione e un segno che l’Alto Adige è pronto a non distogliere lo sguardo. Questo è forse l’inizio di una nuova presa di consapevolezza”, ha dichiarato soddisfatta la prima firmataria Brigitte Foppa.

 

 

Bozen, 01.12.2022

Cons. prov.

Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba
Hanspeter Staffler