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INTERROGAZIONE.

Die Tierser Cabriobahn sorgt bereits seit einigen Monaten für Aufsehen. Am 23. November erfolgte nun das Urteil der Dienststellenkonferenz. Ein wichtiger Punkt: Das überschüssige und nicht genehmigte Bauvolumen muss nicht abgerissen werden. Für die Sanierung zählen auch Teile, die projektkonform errichtet worden waren. Landesrätin Hochgruber Kuenzer erklärte in der Tageszeitung „Dolomiten“, das Urteil der Dienststellenkonferenz würde auf staatlichem Recht (das Variantenprojekte vorsieht) basieren. Laut neuem Raumordnungsgesetz des Landes sind Varianten zur Sanierung widerrechtlicher Projekte hingegen nicht möglich. Doch die Landesrätin sagte, „das Land hat im Bereich der Raumordnung keine primäre Zuständigkeit. So greift das staatliche Baurecht […]” („Dolomiten“, 24. 11. 2022). Diese Interpretation wirft Fragen auf. Denn das Land hat eine Webseite, auf der die Kompetenzen der Autonomie erklärt werden und wo man folgendes liest: “Competenze primarie: I settori nei quali la Provincia ha competenze primarie possono essere regolati con provvedimenti legislativi propri. La Provincia ha competenza primaria, tra l’altro, in settori come la toponomastica (con l’obbligo della bilinguità), l’urbanistica o l’assunzione diretta di servizi pubblici. Le competenze primarie spettano solo alle regioni e alle province a statuto speciale“. Beruht diese Webseite des Landes also auf falschen Informationen?

Daher richten wir folgende Fragen an die Landesregierung:

  1. Hat Südtirol primäre Zuständigkeit bei der Raumordnung oder nicht?
  2. Falls die primäre Zuständigkeit entgegen diverser Medienberichte zur Causa Tiers doch da ist: Aus welchem Grund wurde nicht das Gesetz „Raum und Landschaft“ als Grundlage für die Sanierung der Tierser Seilbahn herangezogen?
  3. Welche Teile des Projektes der Cabriobahn in Tiers wurden für die Sanierung herangezogen?
  4. Wie viel Prozent der Sanierung betreffen das außerplanmäßige Projekt, wie viele das ursprünglich genehmigte Projekt?
  5. Was bedeutet „dauerhafte und stabile Verschließung“?
    1. Ist es theoretisch möglich, diese „dauerhafte und stabile Verschließung“ rückgängig zu machen?
    2. Wie möchte die Landesregierung garantieren, dass die dauerhafte und stabile Verschließung auch wirklich „dauerhaft“ bleibt?
  6. Mit wie vielen öffentlichen Beiträgen wurde die Tierser Seilbahn finanziert?
  7. Werden diese Beiträge angesichts der stattgefundenen Ereignisse neu berechnet?
    1. Falls ja, wie seht die definitive Beitragsfinanzierung aus?
    2. Falls ja, orientiert sich die neue Beitragssumme am Ausmaß der unrechtmäßigen Bautätigkeit?
    3. Falls nein, mit welcher Begründung?

 

Bozen, 28.11.2022

Landtagsabgeordnete

Riccardo Dello Sbarba

Brigitte Foppa

Hanspeter Staffler

 

MOZIONE.

Un terzo del cibo delle refezioni scolastiche finisce nella spazzatura. Questo è lo sconcertante risultato di uno studio del 2018 che ha coinvolto diverse mense in tre regioni italiane. Si tratta del cosiddetto “Progetto Reduce” del Ministero dell’ambiente, che si è posto l’obiettivo di quantificare lo spreco alimentare in Italia. La provincia di Bolzano non ha partecipato a questo studio, ma si può ipotizzare che qui da noi la situazione non sia molto diversa. Un aspetto del problema è certamente da ricercare nella logistica. Per i gestori delle mense, che spesso devono sfamare centinaia di alunni e alunne, è più pratico servire un intero menù preconfezionato. Per i bambini e gli/le adolescenti, invece, i menu preconfezionati sono spesso controproducenti: infatti in questo modo si ritrovano nel piatto pietanze che non avrebbero mai scelto, oppure porzioni troppo abbondanti. Di conseguenza, gran parte del cibo finisce nella spazzatura.

A Ravenna, sulla base di questa analisi dei rifiuti, è stata introdotta la cosiddetta “io non spreco-bag”. Così, ad esempio, i ragazzi/le ragazze possono portarsi a casa dalle mense delle scuole elementari e medie pane, frutta (che, secondo lo studio di cui sopra, è il cibo che finisce più spesso nella spazzatura) o merendine confezionate. Si tratta di iniziative già praticate altrove. ma in modo tutt’altro che capillare e molto spesso solo su iniziativa del personale docente, di cucina e di supporto. Un’altra soluzione analoga, che consente di prendere tre piccioni con una fava, sarebbe quella di mettere a disposizione degli alunni e delle alunne durante la pausa del mattino la frutta e altri avanzi del giorno prima. In questo modo le famiglie non dovrebbero più preoccuparsi della merenda per i loro figli e figlie, che riceverebbero a scuola uno spuntino sano, evitando così lo spreco di cibo. Infatti, stando a quanto scrive Foodinsider (un’associazione di esperte ed esperti italiani che monitora le mense scolastiche e la loro qualità), lo spreco nelle refezioni scolastiche è spesso dovuto al fatto che i genitori, sapendo che i figli non mangiano volentieri in mensa, danno loro da portare a scuola merende esageratamente abbondanti. Così i bambini spesso arrivano in mensa con scarso appetito e di conseguenza mangiano poco o niente. Insomma, il gatto si morde la coda.

Riconoscere che lo spreco alimentare è un problema e fare qualcosa per evitarlo è già un primo passo. Perché non si tratta di un problema solamente sociale, ma anche climatico. Secondo Foodinsider, i rifiuti alimentari sono responsabili dell’8% delle emissioni di gas serra. Non per niente il dimezzamento dello spreco alimentare entro il 2030 è uno dei 17 “Obiettivi di Sviluppo Sostenibile” delle Nazioni Unite che anche la Provincia di Bolzano si è impegnata a raggiungere

Su richiesta del Gruppo Verde la Giunta provinciale ha confermato che la Provincia di Bolzano non ha ancora sfruttato appieno il suo potenziale di riduzione degli sprechi alimentari. Tale potenziale è evidente soprattutto per quanto riguarda le mense scolastiche, nelle quali gran parte dei rifiuti potrebbe essere evitata. La Giunta provinciale ha dichiarato che per ridurre gli sprechi alimentari occorrono dati, di cui la Provincia attualmente non dispone. Un primo passo per ottenere più dati consisterebbe nella cosiddetta analisi dei rifiuti presso le mense scolastiche. Lo studio citato in apertura, che ha interessato tre regioni italiane, ha condotto proprio un’analisi di questo tipo. Solo quando sapremo di più sui rifiuti, su dove vengono prodotti (in cucina o nel piatto), su quali alimenti vengono buttati via di più, ecc., potremo intraprendere azioni adeguate per affrontare il problema.

Nelle sue “Linee di indirizzo rivolte agli enti gestori di mense scolastiche, aziendali, ospedaliere, sociali e di comunità, al fine di prevenire e ridurre lo spreco connesso alla somministrazione degli alimenti”, il Ministero della salute afferma che tra i criteri di aggiudicazione dei servizi di refezione può essere prevista anche la lotta allo spreco alimentare. Ciò è possibile già dal 2017. Da allora, nell’assegnazione dei servizi di mensa si tiene conto anche di aspetti qualitativi e non solo economici. Si tratta di un ulteriore passo avanti verso la riduzione degli sprechi alimentari nelle mense scolastiche. Chiedendo ai gestori di dotarsi di un piano per evitare gli sprechi e attribuendo a tale aspetto un’importanza fondamentale, si potrebbe contribuire a ridurre la spaventosa quantità di rifiuti nelle mense.

Anche il già citato preconfezionamento dei pasti è svantaggioso sotto diversi punti di vista, soprattutto per il fatto che bambini di 6 e 11 anni ricevono esattamente la stessa quantità di cibo. È evidente che all’interno di questa fascia d’età ci sono grandi differenze per quanto riguarda il fabbisogno calorico. Già il solo fatto che i bambini possano scegliere cosa e quanto mangiare ridurrebbe di molto lo spreco di cibo. Insomma, nella nostra provincia ci sono ancora margini di miglioramento. Tuttavia, anche altrove è già stato dimostrato come si potrebbe fare e quali misure sarebbero utili. Ora non ci resta che affrontare il problema.

Per questi motivi il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano incarica la Giunta provinciale

  1. di effettuare un’analisi esterna dei rifiuti nelle mense scolastiche della provincia di Bolzano, distinta per le seguenti aree:
  2. DOVE vengono prodotti gli avanzi o i rifiuti (in cucina o nel piatto?);
  3. QUALI prodotti o pietanze finiscono maggiormente nei rifiuti;
  4. QUALI QUANTITATIVI di generi alimentari o pietanze vengono buttati via (distinguendo tra sprechi alimentari evitabili e non evitabili);
  5. di integrare nei criteri di gara per la gestione delle mense scolastiche una strategia contro lo spreco alimentare e di tenerne obbligatoriamente conto nel processo di selezione;
  6. di adoperarsi affinché i gestori delle mense scolastiche rinuncino ai menù preconfezionati e permettano agli alunni e alle alunne di scegliere da soli le pietanze;
  7. di adoperarsi affinché i gestori delle mense scolastiche diano agli alunni e alle alunne da portare a casa la frutta, il pane e gli spuntini confezionati avanzati o li mettano a disposizione come merenda per la pausa mattutina del giorno successivo.

Bolzano, 30.11.2023

f.to consiglieri provinciali

Brigitte Foppa

Riccardo Dello Sbarba

Hanspeter Staffler

COMUNICATO STAMPA.

Da oltre un decennio l’Alto Adige aspetta una riforma seria e radicale dell’edilizia abitativa. Da anni la Giunta promette di farla. Quest’anno sembrava la volta buona e invece l’occasione è stata mancata. Un fatto ancora più triste e grave, visti i tempi di crisi e la situazione abitativa sempre più tragica nella nostra provincia. Questa settimana va in discussione in Consiglio provinciale la legge 116/22 che dovrebbe riformare l’edilizia agevolata della nostra provincia.

Nella relazione di minoranza, Brigitte Foppa spiega molto bene che cosa è successo in questo processo di riforma, che cosa è stato ottenuto e che cosa manca. Qui elenchiamo brevemente solo alcuni punti salienti.

La casa è un problema sempre più grave nella nostra provincia. Un po’ ovunque, ma soprattutto nel capoluogo di Bolzano, trovare alloggi in affitto è difficilissimo e i prezzi sono esorbitanti. Secondo l’ASTAT, il 41% delle uscite delle famiglie finisce nella casa (e questo prima della crisi energetica in atto).

Sembrava che quest’anno sarebbe stata la volta buona e che finalmente si mettesse mano come si deve alle norme che regolano l’edilizia abitativa sociale e agevolata. Invece i risultati sono stati:

  1. scorporare dalla legge sull’edilizia abitativa n.13/1998 la parte relativa all’edilizia pubblica e sociale (50 articoli) creando una legge propria (la “legge IPES”, n.5/22) molto poco convincente
  2. lasciare in piedi la legge-colosso del 1998 per la parte relativa all’edilizia agevolata, apportando con il disegno di legge firmato da Renzler n.116/22 cambiamenti solo su piccole parti o settori marginali

Tra una fase e l’altra abbiamo anche assistito a cose “curiose”, come il tentativo di rendere impossibile un confronto serio e costruttivo all’interno della 4° commissione legislativa, quando quest’estate l’assessora Deeg ha provato a riformare questa materia così complessa con un solo articolo di 53 commi (!) inserito nella legge omnibus. E per non farci mancare nulla il tutto è stato contornato da conflitti e spaccature all’interno della SVP, partendo dallo scandalo Vallazza, fino all’atto finale quando il Presidente Kompatscher ha negato sorprendentemente la copertura finanziaria della legge che andrà in discussione in aula questa settimana.

Nel complesso, così com’è stata condotta, la riforma dell’edilizia abitativa è un chiaro esempio di processo politico non riuscito. E da molti è stato descritto come un vero e proprio “parto difficile”.

Tra gli elementi positivi che possiamo elencare citiamo la facilitazione della cancellazione del vincolo sociale che porta a un importante sgravio burocratico; la possibilità da parte della Giunta provinciale, in caso di inerzia da parte di un Comune, di destinare d’ufficio le aree edificabili per l’edilizia agevolata. Il risultato più significativo ottenuto durante il dibattito in commissione è stata la riduzione del punteggio da 23 a 21 punti per avere accesso alle agevolazioni.

Nella direzione sbagliata va invece la creazione di un fondo di garanzia a tutela dei locatari, in caso di mancato pagamento del canone da parte degli inquilini. Secondo noi si dovrebbero sostenere maggiormente gli affittuari che diventano morosi senza colpa, ma non siamo stati ascoltati.

In conclusione: la riforma non c’è stata. La legge resta di difficile comprensione, anche se le agevolazioni saranno più facilmente accessibili. Questo comporterà la necessità di più fondi, ma come tutto questo verrà finanziato non è ancora chiaro. Il problema della casa in Provincia di Bolzano, dove comprare costa troppo e affittare è praticamente impossibile, resta acuto. “Se oggi un alloggio agevolato in una casa a schiera situata in un comune di medie dimensioni costa ben 600.000€, allora sono andate storte parecchie cose in questi anni e non ci sembra proprio che usciremo a breve da questa situazione” conclude Brigitte Foppa, membro della 4° commissione legislativa, che ha seguito il tortuoso e tormentato iter di questa “riforma”.

Bolzano, 29/11/2022

Cons. prov.

Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba
Hanspeter Staffler

ANFRAGE ZUR AKTUELLEN FRAGESTUNDE.

Südtirols Schigebiete benötigen für den Betrieb der Aufstiegsanlagen und der Pistenbeschneiung sehr große Strommengen, die seit Jahren ansteigen. Für die Pistenpräparierung werden dieselbetriebene Pistengeräte (Schneekatzen) eingesetzt, welche erhebliche Treibstoffmengen verbrauchen.

Daher richten wir folgende Fragen an die Landesregierung:

  1. Wieviel „Schneekatzen“ sind auf Südtirols Pisten im Einsatz?
  2. Wieviel Treibstoff benötigen diese Maschinen pro Jahr?
  3. Wird der Treibstoff für die „Schneekatzen“ vom Land oder vom Staat finanziell unterstützt?
  4. Falls ja, wieviel Geldmittel werden für die Treibstoffsubventionierung vom Land und/oder von Staat jährlich an Südtirols Schigebietsbetreiber ausbezahlt?

 

Bozen, 17.11.2021

Landtagsabgeordnete

Hanspeter Staffler

Brigitte Foppa

Riccardo Dello Sbarba

INTERROGAZIONE SU TEMIN D’ATTUALITÀ.

Il 25 ottobre 2022 i vertici di SASA AG hanno incontrato il consiglio comunale di Merano e hanno annunciato di voler convertire circa 150 autobus esistenti a propulsione a idrogeno.

Si chiede alla Giunta provinciale:

  1. Quale propulsione hanno i 150 autobus esistenti che verranno convertiti ad idrogeno?
  2. Quanto costa la conversione a idrogeno di 150 autobus esistenti?
  3. Chi finanzia questa conversione?
  4. Perché viene scelta la conversione a idrogeno e non a propulsione elettrica a batteria?
  5. Quando avverrà la conversione?
  6. Quali sono i costi di acquisto e di esercizio di un autobus a idrogeno per la SASA?
  7. E quali sono i costi di acquisto e di esercizio di un autobus elettrico a batteria?
  8. Confrontando le ultime due risposte, è sensato puntare sull’idrogeno e non sull’elettrico?
  9. Quanti autobus, distinti per tipo di propulsione, ha attualmente in SASA? Si chiede il numero assoluto per ciascuna propulsione e la percentuale sul totale dei mezzi SASA.
  10. Quanti autobus e con quale tipo di propulsione verranno acquistati per i prossimi anni?
  11. A che prezzo verranno acquistati?
  12. E per quali aree geografiche verranno impiegati?

Bolzano, 14.11.2022

Cons. prov.

Riccardo Dello Sbarba

Brigitte Foppa

Hanspeter Staffler

 

INTERROGAZIONE SU TEMI D’ATTUALITÀ.

In seguito alla audizione del 25 ottobre 2022di Sasa nel consiglio comunale di Merano,

Si chiede alla Giunta provinciale:

  1. SASA intende utilizzare in futuro una parte significativa dei suoi autobus con idrogeno. Dove sarà costruita la stazione di rifornimento a idrogeno a Merano?
  2. Come e da chi verrà finanziata la stazione di rifornimento?
  3. Chi potrà rifornirsi lì? Solo Sasa o anche altri soggetti? E nel secondo caso, chi?
  4. Esiste già uno studio di fattibilità per questa stazione di rifornimento?
  5. Il 25 ottobre 2022, SASA ha affermato che avrebbe chiesto da 3 a 3,5 ettari nell’area delle caserme di Merano per la sua nuova ubicazione e che essa avrebbe avuto i requisiti per l’utilizzo di autobus a impatto zero nel Burgraviato ed in particolare a Merano. La Provincia intende trasferire parte della caserma Rossi alla SASA?
  6. Se sì, è quella parte che è stata recentemente trasferita dallo Stato alla Provincia?
  7. Se no, quale parte della caserma Rossi dovrebbe andare a SASA? E quando?
  8. Quali lavori saranno necessari affinché SASA possa utilizzare questo sito?
  9. Chi gestirà questi lavori? E chi li finanzierà?
  10. La Provincia cederà l’area a SASA gratuitamente o la affitterà?
  11. La Provincia intende conferire detta area in SASA tramite un aumento di capitale?

 

Bolzano, 14.11.2022

Cons. prov.

Riccardo Dello Sbarba

Brigitte Foppa

Hanspeter Staffler

AMFRAGE ZUR AKTUELLEN FRAGESTUNDE.

Die Landesmensa, stets gut besuchter kulinarischer und kollegialer Treffpunkt der Landesbeamt:innen, musste nach Jahrzehnten Tätigkeit die Tore schließen.

Die Räumlichkeiten der Landesmensa waren bis vor Kurzem im Gebäude der ehemaligen Handelskammer untergebracht. Nachdem das Gebäude der Handelskammer auf dem Tauschwege an die Signa-Gruppe ging, wurde der Landesverwaltung auf dem Areal des Waltherparks eine flächengleiche Alternative angeboten, die es aber in Zukunft für den Mensendienst nicht mehr brauchen dürfte.

Daher richten wir folgende Fragen an die Landesregierung:

  1. Warum musste die Landesmensa geschlossen werden?
  2. Was passiert nun mit den Räumlichkeiten, die im Waltherpark für die Landesmensa vorgesehen waren?

 

Bozen, 16.11.2021

Landtagsabgeordnete

Hanspeter Staffler

Brigitte Foppa

Riccardo Dello Sbarba

ANFRAGE ZUR AKTUELLEN FRAGESTUNDE.

Vor mehr als einem Jahr hat Südtirol eine Machbarkeitsstudie für ein so genanntes „Slot-System“ – ein digitales Buchungssystem für LKW entlang der Autobahn – in Auftrag gegeben und die Fertigstellung für Mitte 2022 angekündigt.

Daher richten wir folgende Fragen an die Landesregierung:

  1. An welchem Punkt befindet sich die Ausarbeitung der Machbarkeitsstudie bezüglich des „Slot-Systems“ für LKW auf der Brennerautobahn?
  2. Falls die Studie bereits fertiggestellt wurde: Warum wurde sie noch nicht veröffentlicht?
  3. Wann wird die Machbarkeitsstudie veröffentlicht bzw. vorgestellt werden?
  4. Falls die Studie bereits fertiggestellt wurde: Welches sind die Kernpunkte der Ergebnisse?
  5. Wie steht die italienische Regierung bzw. das Verkehrsministerium zur Idee des Slot-Systems?
  6. Hat die Landesregierung sich darüber schon mit Verkehrsminister Salvini ausgetauscht? Mit welchem Ergebnis? Falls nicht, wann wird es dazu kommen?
  7. Hat die Landesregierung Kenntnis über die Vorschläge von Verkehrsminister Salvini, die er am 5. Dezember in Brüssel bzgl. Transitverkehr auf der Brennerroute einbringen wird?
  8. Welche Pläne hat der neue Verkehrsminister bezüglich Entlastung der Brennerautobahn?

Bozen, 21.11.2022

 

Landtagsabgeordnete

Hanspeter Staffler

Brigitte Foppa

Riccardo Dello Sbarba

Consiglio provinciale: questa settimana il Gruppo Verde porta al voto una mozione sulla caccia. Ogni anno in natura vengono disperse 21.000 tonnellate di munizioni al piombo. Queste causano il saturnismo che colpisce soprattutto gli uccelli predatori, tra questi anche il gipeto e l’aquila reale. La nostra provincia è nell’arco alpino una delle aree più afflitte da questa piaga. Esistono monizioni atossiche per la caccia, già obbligatorie nel Parco dello Stelvio. Nella nostra mozione chiediamo che le munizioni di piombo vengano proibite su tutto il territorio provinciale.

Ogni anno durante le stagioni della caccia vengono disperse in natura 21.000 tonnellate di munizioni al piombo. Questa tipologia di munizione uccide due volte: la prima quando colpisce la preda; la seconda quando viene ingerita da animali che si nutrono di carcasse in cui rimangono anche solo frammenti di piombo, che provocano il saturnismo. Si stima che in Europa cadano vittima di avvelenamento da piombo ca. 1 milione e 300 mila esemplari all’anno, soprattutto uccelli rapaci.

L’allarme piombo per i rapaci è partito proprio da un caso studiato nel 2008 in Alto Adige: un gipeto rilasciato con grandi festeggiamenti in Val Martello e poi ritrovato morto in Svizzera con lo scheletro saturo di piombo. Dopo questo caso, una ricerca realizzata dall’ornitologo Enrico Bassi, responsabile scientifico dei progetti di monitoraggio dell’aquila reale e del gipeto per il Parco Nazionale dello Stelvio, ha dimostrato che la maggior parte dei rapaci contaminati si concentra nel cosiddetto “quadrilatero della morte” tra le province di Bolzano, Trento, Brescia e Sondrio. Quest’area è, insieme all’Austria, l’area più afflitta da saturnismo d’Europa. “A che cosa serve reintrodurre il gipeto, quando questo dopo pochi anni muore avvelenato dalla stessa mano umana che lo ha reintrodotto nel suo habitat naturale?” si chiede il primo firmatario Riccardo Dello Sbarba.

L’alternativa c’è: Munizioni di materiali atossici sono già sul mercato e sono state ampiamente testate, ad esempio nel Parco Nazionale dello Stelvio dove, insieme alle zone umide delle aree Natura 2000, le munizioni al piombo sono vietate. Ma a quanto pare questa restrizione non è sufficiente. La Provincia ha i poteri di estendere questo divieto. La mozione del Gruppo Verde prevede quindi di vietare l’utilizzo di munizioni a piombo su tutto il territorio della provincia di Bolzano. La legge ce lo permette. Cosa stiamo aspettando!?

Bolzano, 28/11/2022

Cons. prov.
Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa
Hanspeter Staffler

COMUNICATO STAMPA.

Il 25 novembre è la giornata internazionale contro la violenza sulle donne. In questo contesto, un tema riguarda quando ha inizio la violenza sessuale. Inizia già col “complimento” gridato dietro a una ragazza che cammina tranquillamente per strada? Il fenomeno del “catcalling” arriva in Consiglio Provinciale questa settimana con una mozione del Gruppo Verde. Ci sarà da discutere.

Con il termine catcalling si indicano tutte le molestie sessuali che avvengono nei luoghi pubblici attraverso allusioni, commenti ad alta voce, fischi o altri suoni di apprezzamento. Per molte donne si tratta di un’esperienza quotidiana. Molte volte il catcalling viene spesso fatto passare per un banale complimento. In verità, tante donne e ragazze si sentono intimidite da questa prassi. E limitate nei loro movimenti quotidiani. Uno studio dell’Istituto di ricerca criminologica della Bassa Sassonia ha rilevato che la maggior parte delle donne interessate è diventata più paurosa dopo un episodio di catcalling: il 40% delle intervistate ha dichiarato di evitare i luoghi pubblici, e l’8% ha addirittura rivisto il proprio abbigliamento.

“Spesso ci si chiede quando inizia la violenza. Inizia già con un complimento? Un fischio per strada? Un “apprezzamento” per gambe, sedere, e seno? Crediamo di sì, e lo confermano statistiche e testimonianze di ragazze che perdono sicurezza di sé e iniziano a scegliere percorsi e vestiti in base a questi comportamenti. Lo spazio pubblico è di tutti e tutte, allo stesso modo. Non esiste che per una donna sia più pericoloso, o anche solo fastidioso, camminare per strada,” afferma con fermezza la prima firmataria della mozione, la consigliera Brigitte Foppa.

Poco tempo fa, il tema era stato sollevato nei social media dalla cantautrice sudtirolese Camilla Cristofoletti, che racconta: “È un tipo di molestia che, secondo me, non ha ancora avuto l’attenzione pubblica necessaria. Mi è capitato di rispondere a un aggressore a voce alta e il risultato è stato che ad avere addosso lo sguardo infastidito dei passanti ero io, non lui. Ricordo di aver pensato che se tutte quelle persone avessero posto il loro sguardo giudicante su di lui, io mi sarei sentita più sicura e lui forse avrebbe cambiato atteggiamento. Una corretta informazione è secondo me un primo passo importante per aumentare la consapevolezza di tutta la società su queste dinamiche.”

La Convenzione di Istanbul classifica la violenza sessuale verbale come violenza di genere, dato che si rivolge soprattutto contro le donne. Il catcalling rientra in questo tipo di violenza, ma a differenza di altri Stati europei, l’Italia non lo ha ancora stato inserito nel Codice penale. Eppure, sarebbe importante succedesse. Il catcalling è infatti al contempo un atto intimidatorio e un gioco di potere che porta al cosiddetto “victim-blaming”, termine che descrive il capovolgimento del ruolo della vittima e del colpevole, secondo il quale sarebbe la vittima ad “essersela cercata”.

Non si tratta di imporre il divieto di flirtare, ma iniziare a parlare di queste dinamiche ci fa capire quanto una donna possa sentirsi diversamente sicura negli spazi pubblici rispetto ai maschi. “Sono certo che gli uomini che si comportano così in fondo sono consapevoli di esercitare un potere” commenta Riccardo Dello Sbarba. Riconoscere che si tratta di una forma di violenza sessuale verbale è il primo passo.  Sensibilizzare, informare e formare dentro e fuori dalle scuole, attraverso campagne di comunicazione e laboratori può portare a una maggiore presa di consapevolezza da parte di tutta la società e allo sviluppo di comportamenti più corretti e rispettosi.

 

Bolzano, 24/11/2022

Cons. prov.
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba
Hanspeter Staffler