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Non si deve più morire di freddo nel ricco Sudtirolo

ORDINE DEL GIORNO DDL 119/2022 ,120/2022, 121/2022.

La tragica morte di un giovane diciannovenne di origini egiziane in un riparo di fortuna a Bolzano Sud ha scosso le coscienze dell’intera popolazione altoatesina. Associazioni di volontariato, Diocesi, Caritas, autorità istituzionali ai vari livelli e tante persone della società civile hanno lanciato un appello urgente: non si può morire di freddo nel ricco Sudtirolo. Il sindaco di Bolzano, città più colpita di altre dal dramma dei senza tetto, ha chiesto solidarietà e condivisione. Tutti questi appelli non possono restare senza risposta. La Provincia si è mossa cercando soluzioni di emergenza, ma serve uno sforzo maggiore e misure permanenti, perché l’inverno viene ogni anno e non possiamo farci sorprendere ogni volta da fenomeni ampiamente prevedibili.

I bisogni sono diversi e ad ognuno va data una risposta adatta. Le persone che si rivolgono alla mensa della Caritas per un pasto caldo, ha riferito la direttrice Beatrix Mairhofer, sono passate in poche settimane da 130 a 400. A molte di queste oltre a un pasto, manca anche un letto. Questa la dimensione del fenomeno.

Che assume diverse facce. Da settimane è incrementato il flusso migratorio: l’assessore al sociale del comune di Bolzano parla di una media di 20/30 arrivi al giorno. Alcuni viaggiano da sud verso nord nel tentativo di oltrepassare il Brennero. Altri arrivano dal nord, respinti verso l’Italia, paese della loro prima identificazione, molti arrivano dalla rotta balcanica. Alcune di queste persone sono in transito sul nostro territorio. Dove sostano per un periodo limitato. Altre invece presentano a Bolzano la propria richiesta di protezione e cercano da noi un percorso di integrazione.

I profili di chi dorme in ripari di fortuna sono dunque variegati: senza tetto, anche autoctoni, richiedenti protezione internazionale “fuori quota”, richiedenti protezione che hanno ricevuto il diniego di protezione e sono in fase di ricorso, ma anche persone che hanno ricevuto una protezione umanitaria o l’asilo, ma hanno dovuto lasciare i centri di prima accoglienza senza trovare altra soluzione abitativa, fino a persone che lavorano regolarmente, oppure frequentano corsi di formazione, ma non riescono a trovare (o pagare) un alloggio, o persone con permesso di soggiorno scaduto che non possono rinnovarlo perché non possono indicare un domicilio.

Anche i diritti di cui sono titolari queste persone sono diversificati: alcune che sono arrivate in Alto Adige autonomamente e hanno presentato domanda di protezione avrebbero di fatto diritto a entrare nei CAS (Centri di accoglienza straordinaria) o essere inserite nel SAI (Sistema di accoglienza ed integrazione, ex Sprar) se solo non si limitasse l’accesso alle sole persone inviate dal Ministero attraverso il sistema nazionale. Le strutture della rete SAI sono passate da 6 a 3 in tutta la provincia, e sono necessarie per una rete di accoglienza e integrazione diffusa su tutto il territorio.

Altre persone hanno semplicemente il diritto alla vita, il diritto a non morire di freddo mentre attraversano o sostano nella nostra provincia. Garantire questo elementare diritto è un principio basilare dell’umanità che la Provincia di Bolzano non può negare.

Tra i 17 obbiettivi ONU per lo sviluppo sostenibile, fatti ufficialmente propri dalla Giunta provinciale, ce ne sono almeno 6 che riguardano questa dimensione: il primo, “sconfiggere la povertà”; il secondo, “sconfiggere la fame”, il terzo, “salute e benessere”, il sesto, “acqua pulita e servizi igienico sanitari”, il decimo, “ridurre le disuguaglianze”, il sedicesimo, “pace e giustizia”.

Se non riusciamo a garantire questi obbiettivi per qualche centinaio di persone che con percorsi di fortuna e di violenza arrivano nel nostro territorio, come potremo essere credibili nel perseguire questi obbiettivi su una scala molto più ampia?

Il Sudtirolo ha risorse ed energie, sia istituzionali che volontarie, per rispondere a tutti questi diritti. L’abbiamo dimostrato con l’accoglienza straordinaria delle persone in fuga dalla guerra in Ucraina. In pochi giorni, lo scorso marzo, la Giunta provinciale è stata in grado di istituire una task force, ha mobilitato la protezione civile, ha creato un centro di prima accoglienza davanti alla fiera di Bolzano in un edificio di proprietà della STA, una struttura con servizi igienici e letti di emergenza.

È tragico e assurdo che proprio a poche decine di metri da questa struttura sia morto di freddo pochi giorni fa il diciannovenne egiziano!

Bisogna dunque guardare in faccia la realtà: siamo di fronte a un nuovo flusso continuo di migranti e profughi, la cui competenza spetta allo Stato e alla Provincia. Occorre quindi una maggiore cooperazione tra Stato, Provincia, Comuni, Terzo Settore e volontariato; serve sostegno reciproco e coordinamento delle azioni. Occorre un vero e proprio piano sostenibile per uscire dalla logica emergenziale.

Der Landtag fordert daher die Südtiroler Landesregierung auf, in Zusammenhang mit der Umsetzung der Landesgesetzentwürfe Nr. 119/2022, 120/2022 und 121/2022

1.  a istituire un tavolo di lavoro a cui partecipino Provincia, Commissariato del Governo, Comuni, organizzazioni del terzo settore e esperti di accoglienza a livello europeo, per definire e condividere un piano provinciale sostenibile per affrontare la situazione dell’accoglienza delle persone senza fissa dimora e dei richiedenti protezione internazionale presenti sul territorio del­l’Alto Adige;
2.  a garantire anche per il futuro, attraverso la collaborazione tra Stato, Provincia e Comuni una rete di accoglienza all’altezza dei bisogni reali con centri CAS diffusi su tutto il territorio;
3.  a individuare una forma di accoglienza a “bassa soglia” per offrire da subito, considerato l’abbassamento delle temperature, un pasto caldo e un letto a chi sia in transito attraverso il nostro territorio e non sia in grado di provvedervi autonomamente;
4.  a creare un canale di comunicazione sul modello del “Kältetelefon” austriaco, anche affidandolo a un’organizzazione del terzo settore con capacità ed esperienza adeguate, al quale possono rivolgersi tempestivamente le stesse persone in difficoltà, come anche semplici cittadine e cittadini, al fine di soccorrere in modo puntuale chi, senza fissa dimora, rischia la propria vita al gelo.

 

Bozen, 12.12.2022

 Landtagsabgeordnete

Riccardo Dello Sbarba

Brigitte Foppa

Hanspeter Staffler

Author: Heidi

Non si può morire d
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