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ANFRAGE ZUR AKTUELLEN FRAGESTUNDE.

Derzeit laufen die Bauarbeiten zur Erweiterung des Flughafens Bozen. Im Zuge der Erweiterung werden in diesen Tagen wasserführende Gräben mit Erdmaterial zugeschoben. In zwei kleinen Restgräben tummeln sich noch Gelbbauchunken, Wechselkröten und Grünfrösche, die dem Untergang geweiht sind. Jegliches Leben in den ehemaligen Gräben wurde durch die Erweiterungsarbeiten bereits zerstört.

Daher richten wir folgende Fragen an die Landesregierung:

  1. Warum hat die Landesregierung dem Flugplatzbetreiber die Zerstörung dieser Kleinlebensräume erlaubt?
  2. Warum hat die Landesregierung dem Flugplatzbetreiber nicht einen Umweltbaubegleiter/ eine Umweltbaubegleiterin vorgeschrieben, um Lösungen für die in den Gräben beheimateten Tiere zu finden?
  3. Warum hat die Landesregierung nichts unternommen, um zumindest eine professionelle Umsiedlung der Gelbbauchunken, Wechselkröten und der Grünfrösche als ultima ratio vorzunehmen?

Bozen, 04.05.2021

Landtagsabgeordnete
Hanspeter Staffler
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba

ANFRAGE ZUR AKTUELLEN FRAGESTUNDE.

Die Gemeinde Meran hat am 29.07.2020 der Bevölkerung von Sinich eine Machbarkeitsstudie vorgestellt, worin die Ableitung der oberflächigen Gewässer und der Ausbau des Netzes zur Regenwasserentsorgung beschrieben sind. In Sinich gibt es seit Jahren Probleme mit dem anstehenden Grundwasser, die Ursachen sind laut Studie unter anderem auch die mangelhafte Instandhaltung von Abzugsgräben. Neben dem Bonifizierungskonsortium Passer-Eisackmündung verfügt auch der Landesbetrieb Laimburg über beträchtliches Grundeigentum, welches von Wassergräben durchzogen ist.

Daher richten wir folgende Fragen an die Landesregierung:

  1. Ist es der Landesregierung bekannt, dass die Entwässerung im Meraner Stadtviertel Sinich optimiert werden muss?
  2. Welche Maßnahmen hat die Landesregierung über die Agentur Landesdomäne und den Agrarbetrieb Laimburg auf den eigenen Grundstücken umgesetzt, um zu einer Verbesserung der Entwässerung beizutragen?
  3. Welche weiteren Maßnahmen sind geplant und bis wann? Wird es als notwendig erachtet, bestehende Kanäle wieder in Betrieb zu nehmen bzw. neue Kanäle anzulegen?

Bozen, 03.05.2021

Landtagsabgeordnete
Hanspeter Staffler
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba

 

Hier könnt ihr die Antwort der Landesregierung herunterladen.

ANFRAGE ZUR AKTUELLEN FRAGESTUNDE.

Vor zehn Jahren, Mitte April 2011, wurde die Westumfahrung von Brixen nach langer Planungs- und Vorlaufzeit in Betrieb genommen. Der planerisch, technisch und architektonisch anspruchsvolle Bau mit dem erheblichen Kostenrahmen von ca. 130 Mio. € sollte die Staatstraße durch Brixen und vor allem die Anwohnenden vom Verkehr und den notorischen Staus entlasten und durch den Mittelanschluss (eröffnet 2020) die Zufahrt zum Stadtzentrum ermöglichen. Die im Vorfeld von Verkehrsplanern auf 10.000 PKWs pro Tag prognostizierte Entlastungswirkung ist allerdings ausbaufähig, da nach Zählungen zu Beginn höchstens 5.000 Fahrzeuge den Tunnel befahren. Auch aktuell ist die Auslastung mäßig, sodass es angeraten wäre, eine Verkehrszählung durchzuführen, falls nicht bereits geschehen.

Daher richten wir folgende Fragen an die Landesregierung:

  1. Ist die aktuelle Auslastung der Westumfahrung von Brixen durch tragfähige Verkehrszählungen erhoben worden?
  2. Falls nicht, wird zehn Jahre nach Inbetriebnahme eine solche Zählung, auch im Vergleich zur Staatsstraße ins Auge gefasst?

Bozen, 04.05.2021

Landtagsabgeordnete
Hanspeter Staffler
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba

COMUNICATO STAMPA.

La Giunta ha approvato il disboscamento di un piccolo bosco ripariale di frassini nel Comune di Chienes. Il mondo di esperti e ambientalisti è indignato e a ragione.

Si tratta infatti di 5000 m² di bosco ripariale di frassini strettamente tutelato sia della Direttiva Habitat europea che dalla Legge provinciale per la protezione della natura. Dal punto di vista dell’UE, i boschi di frassini sono un “habitat prioritario” che deve essere protetto in maniera particolare da Stati e Regioni.

Anche la Legge per la tutela della natura della Provincia dà delle indicazioni molto chiare in proposito e vieta per principio il disboscamento delle foreste ripariali. Fino a 60 anni fa, c’erano ancora bellissime aree di boschi ripariali di frassino in tutta la provincia, la maggior parte delle quali ha dovuto far posto a terreni agricoli. Quando alla fine del 2010 è stata approvata la legge provinciale per la tutela della natura, c’è stato un sospiro di sollievo: finalmente, questi habitat rimanenti sarebbero stati protetti.

Ma a quanto pare ci siamo sbagliati. “Non riusciamo proprio a capire come sia possibile che la Giunta permetta la distruzione di questi habitat rari e tutelati” commenta il Consigliere provinciale Hanspeter Staffler.

Con una interrogazione il Gruppo Verde vuole sapere perché sia stato approvato il disboscamento di questo bosco ripariale, nonostante i vincoli posti sia a livello europeo che a livello provinciale.

Dobbiamo fare tutto il possibile per salvare questo prezioso habitat naturale dalla distruzione.

Bolzano, 4/5/2021

 

Cons. prov.

Hanspeter Staffler
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba

ANFRAGE ZUR AKTUELLEN FRAGESTUNDE.

Mit Beschluss der Landesregierung Nr. 1141/17.12.2019 wurde die Umwidmung von 5.160 m² Wald in Landwirtschaftsgebiet genehmigt, obwohl die zuständige Kommission für die Umwidmung von Wald, landwirtschaftlichem Grün, bestockter Wiese und Weide mit Beschluss Nr. 28/19 vom 8.3.2019 ein negatives Gutachten erlassen hatte.

Auf den betroffenen Grundparzellen 491/5 und 513/1 der K.G. St. Sigmund wächst heute ein Erlen-Eschen-Auenwald, dessen Rodung laut Art. 17, Absatz 1 des Landesgesetzes vom 12. Mai 2010, Nr. 6 verboten ist. In der Europäischen FFH-Richtlinie wird dieser Wald als „prioritärer Lebensraumtyp 91E0 * Auen-Wälder mit Alnus glutinosa und Fraxinus excelsior” beschrieben. Im zitierten Beschluss der Landesregierung wurden diese wesentlichen Gesetzesbestimmungen nicht berücksichtig.

Daher richten wir folgende Fragen an die Landesregierung:

  1. Ist der Landesregierung bekannt, dass ihr Beschluss Nr. 1141/17.12.2019 weder die FFH-Richtlinie noch das Landesgesetz vom 12. Mai 2010, Nr. 6 berücksichtigt?
  2. Ist der Landesregierung bekannt, dass die Rodung der genannten Grundparzellen gegen die FFH-Richtlinie und gegen Art. 17 des Landesgesetzes vom 12. Mai 2010 verstößt?
  3. Ist die Landesregierung gewillt, den zitierten Beschluss auf dem Selbstschutzwege zu annullieren, da wesentliche rechtliche Bestimmungen nicht berücksichtig wurden?

Bozen, 03.05.2021

Landtagsabgeordnete
Hanspeter Staffler
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba

 

Hier könnt ihr die Antwort der Landesregierung herunterladen.

Questa pandemia non solo porta con sé grandi sfide sociali ed economiche, ma solleva anche molte questioni etiche. Questioni come la vaccinazione o i test antigenici obbligatori, oppure il cosiddetto “green pass”, stanno causando accese discussioni anche all’interno delle famiglie.

In una atmosfera esasperata dalle ripetute chiusure, dalla disperazione, dalle paure per il futuro e dai conflitti mediatici di un intero anno di Covid-19, una discussione oggettiva su questi temi, basata sul rispetto e la considerazione reciproca sembra essere sempre più difficile.

Questa situazione viene inasprita dalle decisioni arbitrarie e talvolta persino autoritarie da parte della politica. Queste possono anche essere state inevitabili all’inizio della pandemia, ma oggi – un anno dopo il primo lockdown – dovrebbero e devono essere messe in discussione.

Per noi Verdi Grüne Vërc è di centrale importanza che valori come consenso, partecipazione e solidarietà tornino a essere basi inalterabili delle decisioni politiche. Solo oggettivando la discussione è possibile elaborare approcci praticabili e orientati alla soluzione, che siano condivisi da tutta la società e che ci possano quindi portare al superamento della pandemia.

La nostra posizione su tre punti particolarmente attuali:

Obbligo di vaccinazione per il personale sanitario:

La necessità di una discussione aperta è dimostrata dalla frettolosa introduzione da parte del governo italiano della vaccinazione obbligatoria per il personale sanitario. Un anno fa, il personale sanitario, che ha svolto un lavoro sovrumano per la gestione di questa pandemia, mettendo a rischio la propria salute, è stato applaudito da tutte e tutti senza riserve.

Al contempo le loro ferie sono state cancellate, hanno dovuto fare innumerevoli ore di straordinario – in condizioni di lavoro inimmaginabili. Coloro che lavorano nel servizio sanitario e in strutture sociali hanno perseverato (fino ad ora) e sopportato un notevole stress psicologico. Sono stati sempre presenti per i nostri cari e li hanno tenuti per mano affinché non dovessero morire da soli.

Sono persone professioniste che chiedono a ragione rispetto e riconoscimento del loro lavoro.

In realtà, ora sarebbe il tempo di premiare e alleggerire il personale sanitario. Invece il governo Draghi si sta muovendo nella direzione opposta. Chi decide di non vaccinarsi verrà sospeso e sarà lasciato senza reddito. Le conseguenze di tali sospensioni – soprattutto nel settore dell’assistenza – non sono state prese per nulla in considerazione, ma anche le considerazioni etico-scientifiche sono state spazzate via dal tavolo senza tanti problemi.

Decidere di vaccinarsi dovrebbe essere sempre una decisione volontaria. La vaccinazione obbligatoria è quindi eticamente giustificabile solo se può essere basata su una necessità scientifica chiara e inequivocabile.

Questo però non è proprio il caso finora. Gli studi scientifici fino a oggi provano solamente che una vaccinazione può prevenire decorsi della malattia gravi e mortali. Tuttavia, non è stato ancora chiarito se una vaccinazione assicuri che la persona vaccinata non infetti gli altri – questo vale in particolare per le mutazioni che diventano sempre più frequenti. Finché questo è il caso, l’unico modo per prevenire una possibile infezione è ancora quello di osservare tutte le misure igieniche nelle strutture sanitarie e di cura. Questo è essenziale, soprattutto per proteggere le persone che non possono essere vaccinate.

Proprio questa mancanza di prove scientifiche che la vaccinazione protegga in modo affidabile dalla trasmissione del virus è la ragione per cui anche le persone vaccinate devono continuare a rispettare le regole di protezione e sicurezza. Perché questo non dovrebbe più valere per gli operatori sanitari resta un mistero.

E anche se il vaccino fornisse una protezione completa contro la trasmissione del virus, la vaccinazione obbligatoria dovrebbe essere applicata solo a quei settori in cui si curano pazienti che non possono essere protetti se non vaccinando le persone che li assistono.

Come viene concesso a tutte le cittadine e a tutti i cittadini, anche a chi lavora in strutture sanitarie dovrebbe essere concesso di avere paura delle cure mediche. Molte persone sono sconcertate dalle notizie sugli effetti collaterali che si sono verificati, e questa incertezza deve essere accettata e riconosciuta. Se poi non viene nemmeno concesso di scegliere liberamente con quale vaccino farsi vaccinare, troviamo la vaccinazione obbligatoria un’invasione troppo pesante nell’autodeterminazione delle persone.

Infine, non dobbiamo ignorare anche un altro aspetto importante: studi scientifici hanno dimostrato che l’introduzione della vaccinazione obbligatoria porta sempre a una diminuzione delle vaccinazioni volontarie. Quindi l’intera discussione ha un effetto negativo sulla disponibilità a farsi vaccinare dell’intera popolazione. Quindi, la vaccinazione obbligatoria non funziona nemmeno come strategia di politica sanitaria.

Ci manca in questa vicenda una posizione chiara da parte della Giunta nei confronti del governo Draghi. Per altre tematiche la Giunta ha sempre fatto sentire la sua voce e ha protestato a volte anche in modo molto efficace. Su questo tema invece l’opposizione da parte dei nostri rappresentanti politici è stata tiepida e silenziosa. Questo non fa che creare pressione sul personale e non farà che peggiorare la situazione.

Test nasali:

L’introduzione di test nasali obbligatori nelle scuole dimostra come un dibattito che si allontana dai fatti serva solo a esacerbare il conflitto piuttosto che a trovare soluzioni valide. È di per sé un progetto pilota sensato per permettere alle scuole di restare aperte per la didattica in presenza. E tutti sappiamo quanto siano state stressanti le lezioni in DAD per bambine/i e i giovani.

Ma proprio perché si tratta di un progetto pilota, i bambini i cui genitori si sono opposti a questi test non avrebbero dovuto essere esclusi dalla scuola. La frequenza scolastica è un diritto costituzionale fondamentale e tale diritto può essere limitato solo sulla base di prove chiare di necessità. E non è affatto dimostrato che un test nasale negativo sia sinonimo di sicurezza.

I test nasali o test rapidi antigenici non sono affatto adatti allo screening delle scuole, delle aziende o dell’intera popolazione. Semplicemente non possono fare quello che noi speriamo che facciano. Secondo un recente studio di revisione della Cochrane Collaboration internazionale indipendente, che ha analizzato gli studi sugli attuali test rapidi, è emerso che questi test individuano solo una media del 58% delle persone infette asintomatiche. Ma anche questo valore è raggiunto solo quando i campioni sono presi professionalmente. E: negli adulti.

Michael Wagner, un microbiologo dell’Università di Vienna, che sta lavorando al terzo round del cosiddetto “studio dei gargarismi” nelle scuole austriache, stima che circa tre quarti degli scolari infetti fino a 14 anni non vengono visti nei test rapidi bisettimanali. Di questi, dice Wagner, “circa il 40% sono infettivi”.

È quindi più che discutibile che l’esclusione dei bambini dalle classi di frequenza a causa di un mancato tamponamento delle narici possa essere giustificata scientificamente.

Green Pass:

Stiamo seguendo con attenzione l’attuale discussione sul cosiddetto Passaporto Verde. Promette un ritorno alla normalità per coloro che hanno ricevuto un vaccino, sono sopravvissuti alla malattia o hanno un test recente negativo. Noi siamo a favore.

In dettaglio, vediamo come problematica l’inaffidabilità e l’accessibilità attualmente solo parziale ai test rapidi, così come la mancanza di disponibilità del vaccino. Infine, bisogna ancora chiarire se e come il passaporto può essere usato da persone con un basso livello di alfabetizzazione digitale – e quali test si applicano anche a casi speciali come le partnership transfrontaliere, o se questo non darà luogo a nuovi problemi.

Un passaporto verde non deve discriminare o svantaggiare in nessuna circostanza. Le parità di opportunità devono essere garantite. Altrimenti, le libertà diventano privilegi.

Stand: 19.04.2021

 

COMUNICATO STAMPA.

Lo avevamo chiesto qualche settimana fa alla Giunta: siamo preparati ad affrontare le conseguenze a lungo termine sulla salute causate dal Coronavirus? I dati sono ancora pochi e incerti, ma secondo uno studio pubblicato ad aprile 2021 da scienziati dell’Università di Colonia e del King’s College di Londra ha rilevato che sei mesi dopo l‘infezione il 10% delle persone che hanno contratto il virus soffre di problemi conseguenti alla malattia (sindrome long covid).
Queste le domande poste alla Giunta: quanti pazienti long covid avremo in Sudtirolo? Ci sono abbastanza posti di riabilitazione? C’è personale sufficiente? Come viene preparato il personale al sopraggiungere di queste problematiche che si possono prolungare così a lungo nel tempo? Quando e come si è occupata di questo tema la commissione di esperti?
Ora ci sono arrivate le risposte. E purtroppo ci sembra di capire che ancora nessuno si sia posto il problema. A Vienna, Innsbruck e Graz sono già attivi dei punti ambulatoriali specializzati in long covid e la richiesta è molto alta. Anche l’Alto Adige deve attrezzarsi al più presto per affrontare al meglio questi problemi a lungo termine. Cosa stiamo aspettando?

BZ, 01.05.2021

Cons. prov.
Hanspeter Staffler
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba