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La Bassa Atesina non può diventare vittima del turismo dei rifiuti. Già in cifre i conti non tornano nell’intenzione dell’imprenditore Santini. Le imprese sudtirolesi non producono 95.000 tonnellate di rifiuti non riciclabili necessari per sfruttare al massimo il gassificatore progettato a Cortaccia, e neanche nel prossimo futuro questa cifra verrà raggiunta. Importare una tale quantità di rifiuti significa un aumento del traffico di tir sulla A22 di almeno 100 unità al giorno. Sarebbe molto più importante basarsi sul principio di responsabilità e individuare un adeguato utilizzo (come il riciclo) lì dove i rifiuti vengono prodotti.

Durante l’audizione pubblica di venerdì 4 maggio 2018 presso la sede dell’impresa, dove è stato presentato il progetto, sono emerse alcune insensatezze. La produzione finale di energia e calore della gassificazione dei rifiuti è solo una piccola parte. La maggior parte sono gas che vengono liberati nell’atmosfera e che peggioreranno il cambiamento climatico. Un’altra parte è calore non utilizzabile di 30 a 35°C che, al contrario di quanto affermato dai tecnici, avrà sicuramente delle conseguenze sul microclima. Il tema dell’inquinamento idrico non è stato proprio affrontato ma in compenso è stato proposta una serra (!). L’altezza dell’edificio è stata addolcita: la parte più alta non sarà solo di 28 metri, bensì di 45. Una presa in giro per la Bassa Atesina? Un fisico ha paragonato l’impianto ad un reattore che grazie alla pressione riesce a trasformare i rifiuti in gas. Un ingegnere ha provato a calcolare in che modo il prodotto finale giustifichi l’utilizzo di energia necessario alla sua produzione. Anche a lui non tornavano i conti.

Ancora più pericolosi sono i prodotti che si formano durante il complesso processo nella prima fase della gassificazione. Guasti e imprevisti dell’impianto avrebbero delle conseguenze catastrofiche per tutto il territorio della Bassa.

Chiediamo di fermare il turismo dei rifiuti. L’Alto Adige e soprattutto la Bassa Atesina non meritano di diventare la pattumiera di altre regioni!

Marlene Pernstich, Portavoce Oltradige Bassa Atesina dei Verdi Grüne Vërc

Caldaro, 08/05/2018

Con questa mozione chiediamo l’istitizione di un/a garante per i detenuti, così come già avvenuto in Trentino. Parliamo però anche di persone che vivono in strutture come case di cura e per anziani, centri di accoglienza o di riabilitazione. Per queste persone chiediamo l’introduzione del “controllo preventivo dei diritti umani” secondo l’esempio austriaco.

Emendamento sostitutivo della mozione n. 790/17.

La mozione n. 790/17 è così sostituita:

 

MOZIONE

Diritti civili: garantirne il rispetto in ogni condizione e istituzione

Esistono condizioni in cui le persone subiscono limitazioni alla propria autodeterminazione. La più radicale è il carcere, dove la privazione della libertà è legata a una condanna penale e dove va garantito che la pena serva davvero, come dice la Costituzione, alla riabilitazione.
Ma esistono anche altre istituzioni dove la persona vive limitazioni della propria autodeterminazione: per esempio le case di riposo, le strutture per lungodegenti, gli ospedali, gli istituti di accoglienza per tossicodipendenti, e così via. Anche in queste istituzioni va garantito il massimo rispetto della dignità della persona, della sua libertà, dei suoi diritti umani.
In Austria tutte queste istituzioni sono affidate alla sorveglianza di figure garanti, istituite per legge e tra loro strettamente coordinate.  In Italia il/la „Garante per i detenuti“ è una figura autonoma.
In Alto Adige/Südtirol la figura del Garante dei detenuti va ancora istituita, mentre la Difesa civica non ha quelle competenze e poteri (per es. ispettivi) che analoghe figure di garanzia hanno nella vicina Austria.
La Provincia di Bolzano, grazie alla sua autonomia, potrebbe unire le buone pratiche d’Italia e Austria per garantire il rispetto, in ogni istituzione e condizione, dei diritti civili.

1. Garante dei detenuti e delle detenute

Il tema della giustizia, della pena e delle sue modalità di esecuzione riguarda anche le istituzioni dell’autonomia. Tutte le ricerche nazionali e internazionali dimostrano che la prevenzione dei reati e la riduzione delle recidive, così importanti per migliorare il clima sociale e la convivenza civile, sono intimamente collegate al trattamento del/della colpevole nella fase della detenzione, alla possibilità di una sua rieducazione attraverso la formazione e il lavoro.

La legislazione vigente offre alla Provincia autonoma la possibilità di istituire la figura del/della  Garante dei detenuti, che esiste già in diverse regioni e province (con fonte normativa di riferimento nel D.L. 146/2013, art. 7, convertito con L. 10/2014). La Provincia autonoma di Trento l’ha istituito di recente con legge provinciale.

Considerando la prossima costruzione del nuovo carcere, anche per la nostra Provincia questa figura è molto importante e può essere trovata una soluzione adatta a rispettare le peculiarità dell’Alto Adige/Südtirol.

Tale istituto avrebbe il compito di sovrintendere all’esecuzione della pena dal punto di vista del territorio, alle modalità della sua esecuzione, e all’attuazione dei principi costituzionali di cui all’art. 27, 3° comma, Costituzione: “Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”.

2. Controllo preventivo dei diritti umani in altre strutture in cui le persone vivono una condizione di libertà limitata.

In Austria dal 1 luglio 2012 la Difesa civica è deputata anche alla tutela e all’incentivazione dei diritti umani nella Repubblica austriaca. “Insieme a sei Commissioni regionali – si legge nel sito Volksanwaltschaft.gv.at – la Difesa civica controlla tutte le strutture in cui avviene una privazione o una limitazione delle libertà personale, come ad esempio gli istituti penitenziari, ma anche le case di cura. Il controllo si estende anche a istituzioni e programmi dedicati a persone diversamente abili e simili. (…) L’incarico costituzionale per la tutela dei diritti umani come “meccanismo di prevenzione nazionale” si basa su due importanti atti giuridici delle Nazioni Unite. Da un lato l’ “OPCAT” (il Protocollo opzionale contro la tortura o altre punizioni crudeli, disumane o degradanti) e dall’altro la Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità.”

In Austria per il controllo preventivo dei diritti umani in simili strutture la Difesa civica nomina una commissione che effettua regolarmente delle visite in istituti penitenziari, caserme, istituti psichiatrici, case di cura e di riposo, case di accoglienza per minorenni, centri per persone con disabilità.

Come ci ha riferito il Difensore civico austriaco, Dr. Günther Kräuter, nel corso di una conferenza organizzata in agosto 2016 in Consiglio provinciale, durante queste visite sono state constatate spesso delle lesioni dei diritti umani. Allo stesso tempo, il solo fatto che venivano svolte queste visite e scritte poi relazioni su quanto osservato ha comportato una maggiore presa di coscienza della problematica e quindi un miglioramento generale della situazione. Questo anche grazie alla possibilità da parte delle Commissioni di portare delle proposte migliorative e di sviluppare così un dialogo tra strutture e Difesa civica.

Tutto ciò considerato,
il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano impegna la Giunta provinciale

  1. A predisporre un disegno di legge per istituire un Garante dei detenuti per la Provincia autonoma di Bolzano, competente per il carcere di Bolzano;
  2. A individuare in collaborazione con la Difesa civica misure giuridiche adeguate per realizzare il controllo preventivo del rispetto dei diritti umani in tutte le altre strutture in cui le persone vivono in una condizione che limita la loro piena libertà personale.

Consiglieri provinciali

Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa
Hans Heiss

La stagione per le motociclette è iniziata anche in Alto Adige: la polizia ha lanciato una campagna per il controllo della velocità per porre un limite alla roboante velocità di certi motociclisti, per assicurare la loro incolumità fisica e per ridurre i rischi del traffico stradale. Gli incidenti mortali degli ultimi giorni offrono senza dubbio un’occasione per richiamare l’attenzione sul problema.

Accanto ai motivi di sicurezza stradale, l’ondata di motociclisti/e è da limitare anche per proteggere abitanti e habitat lungo le strade dei passi. Perché per le persone che vivono in queste zone, così come per chi vuole godersi il relax e la natura, non c’è modo di evitare il rumore roboante; e anche per il mondo animale, tanto che perfino i lupi se ne stanno alla larga.

Lo sviluppo dell’inquinamento acustico, prevedibile a ogni stagione, deve essere contrastato con lo stesso impegno investito nella sicurezza. Nonostante da anni, insieme e tante persone coinvolte, facciamo presente questo problema e chiediamo soluzioni mirate di lungo raggio, Provincia e polizia stradale non sono ancora riuscite a elaborare delle politiche che vadano oltre a leggere e temporanee iniezioni sedative.

Sopra al “Genussland Südtirol” per l’estate incombe un’insopportabile cappa di rumore che non può più essere accettata.

Cons. prov.

Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba
Hans Heiss

Bolzano, 03/05/2018

I giovani verdi del Sudtirolo con la la loro azione fotografica, alla quale possono partecipare tutti, rispondono con umorismo ed ironia ai manifesti della della Südtiroler Freiheit in cui viene chiesto che i bambini tedeschi abbiano la priorità nell’iscrizione alle scuole dell’infanzia tedesche (“Vorrang für Deutsche Kinder in Deutschen Kindergärten”).

Noi giovani verdi comprendiamo il desiderio di alcuni genitori che vogliono far crescere i propri figli in un ambiente linguistico tedesco per farli apprendere la lingua al meglio fin dalla prima infanzia; tuttavia siamo del parere che la separazione etnica forzata all’interno delle scuole materne non sia, per la popolazione altoatesina nel suo complesso, la giusta strada da intraprendere. La richiesta di separazione o di “priorità” verso qualcuno, genera infatti inevitabilmente divisione all’interno della società.

Al contrario, noi desideriamo che vengano create finalmente delle offerte di formazione plurilingue in tutto l’Alto Adige. Anche solo il fatto che molti bambini la cui lingua madre non è il tedesco frequentino asili tedeschi, mostra che da parte dei genitori viene percepito un forte bisogno di dare ai propri figli una formazione multilingue.

L’offerta supplementare di un asilo plurilingue può dunque anche assicurare che venga rispettato il desiderio di alcuni genitori di mandare i propri figli in una scuola materna a maggioranza tedesca.

Un certo equilibrio linguistico all’interno dei gruppi può avere senso ed in alcuni casi anche promuovere l’inclusione e l’acquisizione del linguaggio, ma esso rimarca soltanto un aspetto della compito educativo affidato alle scuole d’infanzia. Così anziché la “separazione” noi giovani verdi sosteniamo misure come:

 

  • il miglioramento dell’offerta degli asili attraverso personale specializzato di entrambi i gruppi linguistici, • l’offerta di un supporto linguistico adeguato fatto di consulenza ed accompagnamento linguistico per tutte le famiglie, • la creazione di offerte formative e di supporto per tutto il personale delle scuole materne da parte di professionisti formati nel campo dell’acquisizione linguistica (della prima- seconda- e terza lingua),
  • la creazione di scuole materne plurilingui per tutto l’Alto Adige.

 

In un Alto Adige che sta nel cuore dell’Europa, i giovani verdi sono sia per la promozione linguistica individuale nella propria lingua madre, sia per la convivenza tra i gruppi linguistici, l’integrazione e la promozione del plurilinguismo, a partire dalle scuole d’infanzia.

Sì alla richiesta di audizione delle associazioni sociali.

Oggi, 26 aprile, la seconda commissione legislativa dovrà discutere il disegno di legge n. 155/18 “Agricoltura sociale”. È stato ideato da Maria Hochgruber Kuenzer, ma verrà presentato dall’assessore Schuler. Un altro segno dell’aria che tira nell’ala contadina della SVP.

Il concetto dell’”Agricoltura sociale” sottintende varie attività da poter svolgere in un maso oltre quelle agricole; tali attività, almeno in teoria, dovrebbero favorire i gruppi socialmente svantaggiati. Si tratta di prestazioni di assistenza sociale per cui le aziende agricole dovrebbero ricevere, secondo la nuova legge, dei rimborsi, dei sussidi e dei sostegni dalla mano pubblica.

L’approccio interdisciplinare su cui si fonde la legge è positivo. Certamente, questi diversi sistemi terapeutici possono giovare a qualche paziente.

Nonostante questo, secondo noi il disegno di legge ha parecchi limiti che proveremo a migliorare con i nostri 21 emendamenti in commissione.
Il punto più problematico è che il disegno di legge è più orientato alle esigenze del mondo agricolo che non di quello sociale. Così come è pensato in questo momento va a favore dei/lle contadini/e portando a loro un reddito extra. Ne è prova il fatto che il nuovo settore dell’”Agricoltura sociale” verrà diretto dall’ufficio “Agricoltura”. Nel nuovo Comitato provinciale su men 9 componenti, sarà solo presente uno/a rappresentante del Sociale e uno/a della Sanità. Le categorie dei mestieri sociali, delle cooperative sociali, delle associazioni di autoaiuto e dei servizi sociali pubblici sono stati “dimenticati”.

Tuttavia i “masi dell’agricoltura sociale” verranno messi alla pari con gli operatori dei servizi sociali e sanitari. Ciò porterà a uno squilibrio eclatante e ingiusto! Un maso è un maso e lo rimane. Se un’azienda agricola offrisse dei servizi in ambito sociale, dovrebbe avere una presenza forte di standard sociali e di qualifiche adatte, ma questo il disegno di legge non lo garantisce. Di conseguenza la professionalità dei mestieri sociali verrà bypassata.
Un altro punto che è stato “dimenticato” è il mondo italiano della nostra provincia. L’agricoltura è soprattutto “nelle mani tedesche” e ci sta, ma una grande parte dei/lle utenti proverranno anche dal mondo italiano. Questo fatto sottolinea ancora una volta come la Provincia pensi al ceto contadino e non ai/lle bisognosi/e.

Per questi motivi il disegno di legge non ci sembra maturo. Sia la Federazione per il Sociale e per la Sanità che l’Associazione Provinciale delle Professioni Sociali hanno chiesto un’audizione alla commissione legislativa. In più, anche le voci dei servizi sociali locali e le aziende sanitarie dovrebbero esprimersi. Chiediamo che ciò vada fatto al più presto, per dare ascolto anche a coloro che durante la stesura della legge sono rimasti nella parte di mondo che il mondo contadino non riesce a vedere.

Consiglieri provinciali

Brigitte Foppa, Riccardo Dello Sbarba, Hans Heiss

Bolzano, 26/04/2018

Il 21 aprile 2018 l’Assemblea provinciale dei Verdi ha definito e avviato il percorso verso le elezioni provinciali. Partecipazione, trasparenza, chiaro posizionamento sui temi e convergenza tra persone e programma sono gli indicatori.

La storia (non) si ripete: i Verdi del Sudtirolo ad ogni tornata elettorale hanno scelto una strada diversa per definire programma e lista. Da questo punto di vista il partito verde è rimasto fedele alla sua vocazione di movimento. E anche questa volta, in preparazione delle prossime elezioni provinciali, non è diverso e tentiamo di interpretare al meglio lo spirito dei tempi in continuo cambiamento.

Il programma 2018 verrà scritto a più mani sulla base di eventi pubblici, che già si stanno susseguendo, organizzati dai gruppi di lavoro interni al partito. Fin’ora abbiamo discusso di pianificazione territoriale, futuro dell’agricoltura, politica giovanile. A breve sarà il turno di politica dei trasporti, sostenibilità digitale e giustizia sociale. Entro il prossimo agosto vogliamo avere pronto un programma per un Alto Adige/Südtirol orientato a e capace di futuro.

Il successo di una elezione vive di persone che si mettono in gioco e a disposizione. I Verdi sono sulla buona strada anche questa volta nella ricerca di candidate e candidati credibili, validi, che rappresentino al meglio tutti gli ambiti della nostra società. Con questo compito l’assemblea provinciale ha investito un gruppo di cinque garanti, Karl Tragust, Hans Heiss, Erica Fassa, Patrizia Trincanato e Tila Mair, che hanno l’incarico di accompagnare e guidare il processo della composizione della lista da una posizione indipendente.

Un processo vivo: seguiranno due ulteriori assemblee provinciali, durante le quali i membri verdi approveranno la lista proposta dai/lle garanti, una prima volta a giugno e una seconda a inizio settembre. È di nuovo giunto il tempo di valorizzare quelle forme della politica che possono essere vissute, accanto alle modalità digitali, anche attraverso la discussione e il confronto personale.

L’apertura verso l’esterno è questa volta una novità particolare: nel 2013 le primarie erano limitate a un gruppo di 30 persone che si erano proposte; questa volta sarà possibile, attraverso una piattaforma internet, nominare delle persone non predefinite che ciascuno/a riterrebbe auspicabile vedere in un ipotetico team in Consiglio provinciale.

Questa fase delle nomine si terrà probabilmente nella seconda metà di maggio e i risultati verranno integrati nel lavoro di definizione della lista guidato dal gruppo di garanti. In questo modo sperimentiamo una delle forme deliberative usate nei processi partecipativi.

L’Assemblea del 21 aprile ha anche eletto una parte del Coordinamento provinciale.

Toni Ladurner, Carla Leverato, Hannes Obermair, Rosina Ruatti, Josef Pfattner, Silvia Simoni, Matthias Schwarz, Pascal Vullo e Felix von Wohlgemuth sono stati elette/i come delegate/i dell’Assemblea nel Coordinamento provinciale. Insieme ai/lle mandatari/e eletti/e, i/le co-portavoce dei gruppi di lavoro tematici e locali, questo team nel cuore del partito farà fronte alle elezioni provinciali 2018 – e metterà a disposizione cuore, testa e coraggio per un rinnovamento ecologico ed equo in Alto Adige/Südtirol.

Brigitte Foppa e Tobias Planer, Co-portavoce provinciali
Karl Tragust, Hans Heiss, Erica Fassa, Patrizia Trincanato, Tila Mair, Garanti per le elezioni provinciali 2018

Bolzano, 20/04/2018

Mentre  il governo tirolese chiede un limite massimo per il trasporto pesante e cerca una garanzia giuridica da parte dell’UE, in Alto Adige manca ancora una strategia d’insieme per la limitazione dei transiti. Chiediamo che l’Alto Adige aderisca alla richiesta dei vicini.

Richieste chiare! Alla Transport Research Arena di Vienna il Tirolo ha richiesto ancora una volta un limite per il transito di TIR sull’asse del Brennero. Un milione deve essere assolutamente il limite massimo. Il Tirolo dà così un segnale importante.

I numeri parlano chiaro anche da questa parte del Brennero. Da poco abbiamo presentato dati e cifre molto preoccupanti nel corso di una conferenza stampa. Come si può vedere dalla tabella, siamo ben oltre il “milione” richiesto dal Tirolo.

La discussione sul limite massimo per la nostra provincia è tanto fastidiosa quanto urgentemente necessaria, soprattutto quando si parla di transiti, qualità dell’aria e così di salute delle cittadine e dei cittadini.

BZ, 17.04.2018

Brigitte Foppa, Riccardo Dello Sbarba, Hans Heiss

Alto Adige – Südtirol 2021: per andare all’esposizione “CasaClima” alla Fiera di Bolzano compro il biglietto d’entrata a Dobbiaco, Innsbruck, Malles o Trento e salto sul treno. Il biglietto d’ingresso vale infatti anche come biglietto per i mezzi di trasporto pubblici. A mia disposizione ci sono treni speciali che mi portano direttamente fino all’ingresso della fiera. E sulle strade c’è meno traffico e più posti liberi nei parcheggi.” Sarebbero questi alcuni effetti del “Kombiticket” (un biglietto combinato per grandi eventi) secondo quanto spiegato da Pascal Vullo nel suo articolo su Salto e non è solo un sogno, in altre città e regioni europee è già realtà.

Quali sono le caratteristiche principali di questo “biglietto combinato”?

  • Il Kombiticket unisce il biglietto d’ingresso a una grande manifestazione con l’utilizzo dei mezzi di trasporto pubblici per arrivarci.
  • Il Kombiticket è valido sia per l’andata che per il ritorno in un arco di tempo limitato.
  • Le informazioni sul suo multiuso sono esplicitate sul biglietto e spesso rimarcate al momento dell’acquisto.

Deboli segnali di vita dalla Giunta sulla qualità dell’aria e sull’esplosione del traffico di transito. Urge una strategia complessiva per la diminuzione del traffico e incentivi per una mobilità ecosostenibile.

  • La Giunta reagisce con poca convinzione ai dati allarmanti sulla qualità dell’aria e all’esplosione del traffico di transito
  • Il traffico di transito deve essere ridotto in modo drastico
  • La politica dei trasporti della Giunta provinciale non risolve il traffico di transito (si veda la lista delle contraddizioni)
  • Al primo posto deve stare la salute delle persone

Di recente l’Agenzia per l’ambiente ha reso pubblici i dati sulla “qualità” dell’aria. Dopo anni di indolente passività e indifferenza nei confronti di valori preoccupanti delle emissioni di NOx soprattutto a Bolzano, Merano, Egna e Bressanone e sembra esserci ora un tiepido risveglio. Alla conclusione della sua carriera politica (e forse con l’obiettivo di una resa dei conti interna) l’assessore Theiner ha mandato per una volta qualche segnale di vita sul tema delle emissioni nocive e ha addirittura annunciato delle “misure concrete”. L’unico provvedimento di cui si discute è la possibilità di un divieto di transito per la autovetture diesel in singoli Comuni per il prossimo inverno. L’unico vantaggio di questo dibattito, che è stato subito strumentalizzato dai populisti di destra che si sono spacciati come unici difensori dei poveri “automobilisti imbrogliati”, è stato quello di risvegliare un minimo di consapevolezza verso il pericolo delle emissioni di NOx.
Nel complesso la reazione dell’assessore è risultata al solito essere a dir poco scoraggiata – e l’attenzione sul traffico individuale interno distoglie dal vero problema.

Eppure basterebbe guardare al Tirolo. La valanga di traffico che attraversa le Alpi è ormai da anni nel dibattito pubblico e punto fisso dell’agenda politica tirolese. Misure come limiti di velocità (limite dei 100km/h), divieto di transito settoriale e ora anche il blocco del traffico alternato sono state messe in atto con successo del governo nero-verde. Quaggiù ci si è comportati invece come se il vento da sud soffiasse via tutti i gas nocivi. Quando gli ambientalisti parlano apertamente dei pericoli crescenti per la salute vengono additati come retrogradi ostacolatori del progresso e della modernità. Il ricorso del Dachverband al TAR del Lazio è stato ignorato dall’opinione pubblica, proprio come le misure decise dal Consiglio provinciale e dall’Assemblea congiunta tra Bolzano, Trento e Innsbruck per una riduzione delle emissioni nocive. Questi provvedimenti vengono derisi dalla maggior parte dei rappresentanti politici e da gran parte dell’opinione pubblica vengono considerati come innocue “tigri di carta”, nonostante siano stati discussi con serietà e impegno.

Esempi:

Bisognerebbe per prima cosa essere d’accordo sul principio di base: il traffico di transito deve essere ridotto. E invece la posizione della giunta in proposito è estremamente contraddittoria:

Contraddizione numero 1: la terza corsia

Si finisce a parlare regolarmente della terza corsia dell’autostrada, di recente è successo a Natale 2017. La terza corsia dinamica è già realtà nella parte meridionale della provincia. Ma addirittura il presidente dell‘A22 Pardatscher ha ammesso che comporta solo nuovi colli di bottiglia a nord di Bolzano e a Trento. Le/gli utenti si chiedono semplicemente come questa cosa possa convivere con i divieti di transito.

Contraddizione numero 2: Il trasporto pubblico locale non risolve il problema dei transiti

I progressi, soprattutto le intenzioni annunciate per il trasporto pubblico locale sono da riconoscere. Ma questi puntano solo alla conversione della mobilità locale. L’autostrada del Brennero resta il più grande fattore di traffico della Provincia. L’effetto calamita della A22, dato dalla combinazione fatale di pedaggi a basso costo in Italia e carburanti a basso costo in Austria, è ormai noto e ha fatto sì che nel frattempo 16 milioni di veicoli passino annualmente lungo l’autobrennero. E la tendenza è in costante crescita.

Contraddizione numero 3: Nemmeno deviando il traffico si risolve il problema

Le risposte alle nostre interrogazioni lo dimostrano chiaramente: nuove tangenziali producono nuovo traffico. Nella Bassa Atesina il traffico è notevolmente aumentato dopo la realizzazione delle tangenziali. Il traffico pesante è aumentato in modo particolarmente evidente. E allo stesso tempo anche il traffico sulla A22 è aumentato.
Altrettanto poco risolutorie sono altre misure di deviazione come incanalare l‘autostrada in un tunnel. A livello più ampio, anche le tanto richieste di deviazione attraverso altri passi alpini porterebbero sì sollievo alla popolazione locale, ma sposterebbero il disagio su altri territori. Si otterrebbe però per lo meno una suddivisione più giusta del peso senza accollare all’asse del Brennero e alla sua popolazione il carico maggiore dell’ondata di traffico.

Contraddizione numero 4: il BBT offrirà una soluzione solo parziale

Il tunnel di base del Brennero, tanto decantato come soluzione al problema, trasferirà non prima di nove anni una parte del trasporto merci su rotaia, per una parte della tratta – forse.
Ultimamente gli stessi camionisti hanno chiesto di ridurre le attese verso la capacità risolutoria del BBT, cosa che dovrebbe fa riflettere. Ad ogni modo il problema dei transiti rimarrà a carico dei restanti 85 km dell’asse del Brennero. Anche i sostenitori del BBT ammettono che il BBT potrà funzionare solo se accompagnato da adeguate politiche sui trasporti. Finora, eccetto l‘evocazione dell‘Eurovignetta da parte del Presidente Kompatscher, di queste misure non se ne sono viste. E ancora non si vedono nemmeno lontanamente le colonne portanti del progetto BBT, come i progetti di realizzazione delle tratte d’accesso, la tangenziale di Bolzano o la tratta attraverso la Bassa Atesina – a nove anni prima dell’annunciata apertura anche non c’è prospettiva per il tratto di traffico più densamente popolato.

Contraddizione numero 5: il triste ruolo della RoLa

Alla presentazione degli allarmanti dati sull’NOx l’assessore Theiner ha annunciato il potenziamento dell’autostrada ferroviaria (RoLa). Sono parole vuote visto che da anni la RoLa è in fase discendente e nel frattempo solo 0,5% del traffico pesante avviene su rotaia (18.000 di 3,6 milioni di TIR) e soprattutto visto che non si vede traccia di soluzione per il terminal delle merci richiesto anche dagli spedizionieri.

Contraddizione numero 6: l’incomprensibile acquisto di autobus diesel  

Il catalogo dei provvedimenti per la riduzione dell’NOx del 2011 prevedeva tra le altre cose il rinnovo del parco rotabile del trasporto pubblico locale. La delibera con cui la Giunta ha deciso l’acquisto di 124 autobus diesel per un valore di 38 milioni, alla luce del fatto che anche autoveicoli Euro6 nella realtà emettono troppi NOx, risulta incomprensibile e incoerente.

Contraddizione numero 7: la Giunta ha a disposizione dati e fatti  

Dalle dichiarazioni delle ripartizioni provinciali emerge che delle soluzioni sono necessarie e possibili.

  • Nelle considerazioni finali del “Programma per la riduzione dell’inquinamento da NO2” si affermava già nel 2011, che “per poter ottenere il raggiungimento del valore limite dell’NO2 (40 μg/m³) entro il 2015 sono necessarie riduzioni delle emissioni autostradali dell’ordine  del  40 – 50%. Tale obiettivo non appare raggiungibile senza una riduzione dei volumi di traffico”.
  • Nella risposta alla nostra interrogazione sulla RoLa l’assessore Mussner afferma che con l’impiego delle RoLa si potrebbe ottenere una riduzione del 10% della concentrazione di NO2 (con 1.400 TIR al giorno, che corrisponde sulla carta al carico massimo).
  • Lo studio EURAC (Marzo 2017) sui costi esterni del trasporto merci mostra che i costi a carico della collettività, intesi come effetti sul clima globale, sul clima locale, l’inquinamento acustico, rischio di infortuni e di ingorghi sulla strada, per tonnellata di merci trasportate su gomma sono 3-400 volte più elevati rispetto a quelli del trasporto su rotaia.

Più contraddittorio di così è difficile. Al contempo non dovrebbero esserci dubbi sulle priorità da dare: al primo posto deve stare la salute delle cittadine e dei cittadini che abitano, vivono e respirano lungo l’asse del Brennero. Ci aspettiamo che la Giunta, oltre a indifferenza ed enunciazioni provocatorie, proponga una strategia complessiva per la riduzione del traffico di transito, in coordinamento con altre regioni alpine e che a livello locale e sovraregionale punti con decisione alla riduzione del traffico su gomma.

Bolzano, 10 aprile 2017

Allegati:
Mozioni del Gruppo Verde che verranno discussi dal Consiglio provinciale di aprile:
1. Proposta di introduzione di un sistema di Tutor sull’autostrada del Brennero
2. Proposta per la riduzione del bollo auto per autoveicoli che emettono meno gas serra

La travolgente crescita del turismo in Alto Adige ci sta davanti agli occhi: nel 2017 si sono avuti circa 32,4 milioni di pernottamenti e 7,4 Milioni di turisti. Certo, non arrivaiamo ai 47 milioni di pernottamenti del vicino Tirolo, tuttavia il Sudtirolo è una delle mete turistiche più gettonate dell’intero arco alpino. In solo 10 anni i pernottamenti sono cresciuti di 5 milioni: nel 2007 erano infatti 27,4 milioni.

Questa crescita è stata per lungo tempo accompagnata da un modesto aumento di strutture e letti. Ma dal 2016 vi è stata una vera e propria esplosione: più alberghi e più grandi, e in aggiunta un notevole aumento di posti letto.

Solo nella stagione 2016/17 si è raggiunto i 260.00 metri cubi di nuova volumetria costruita: più dfi quanto è stato costruito per la edilizia sociale dal 2007 ad oggi! E la corsa continua anche nel 2018, come dimostra gli esempi che oggi portiamo.

L’aumento dei letti mostra tendenze simili. La legge urbanistica fissa un tetto massimo di 229.088 letti in strutture ricettive su scala provinciale. Questo obbiettivo, fissato nel 1997, non è stato raggiunto per lungo tempo. Ancora nel 2006 i letti totali erano 216.326. Negli ultimi tempi però si è accelerato: in un solo anno si è avuto ujn aumento di ca. 4000 letti, per un totale di 223.987 che ci porta in vista del tetto massimo fissato.

Le conseguenze di questo sviluppo – a parte un effetto positivo sulla congiuntura economica e sull’occupazione – sono chiare:

  • Peggioramento della qualità della vita e del traffico. Il boom del turismo e l’affollamento di ospiti sono un peso crescente e intasano le vie di transito. I sentieri, i centri storici, le osterie e le strade sono piene non solo nell’alta stagione. Il peso sulla natura e l’ambiente è evidente.
  • Il boom edilizio nel turismo sconvolge il paesaggio. Le tante strutture alberghiere in formato gigante somigliano a stabilimenti industriali nella loro funzione di “fabbriche di servizi” – ma al contrario dei capannoni industriali sorgono nei punti più belli e visibili della provincia.
  • Gli esercizi familiari sono sotto pressione. L’aumento di letti favorisce le grandi imprese, mentre le imprese familiari, così tipiche del Sudtirolo, vengono marginalizzate o addirittura messe fuori mercato. Ma il gigantismo rende fragili: in situazioni di crisi il rischio è la svendita a società sovranazionali oppure la trasformazione in appartamenti e seconde case.
  • Manca la forza lavoro? Negli ultimi mesi si è registra di nuovo una carenza di personale, e questo rischia di infiammare di nuovo la corsa ad accaparrarsi le collaboratrici e i collaboratori più qualificati.

Noi Verdi negli ultimi mesi abbiamo documentato dimensioni, estensione e architettura di alcune imponenti strutture alberghiere in diverse zone della provincia e non possiamo che essere preoccupati di queste costruzioni che vengono autorizzate velocemente e senza problemi, semplicemente approfittando le maglie larghe della legislazione urbanistica.

Un esempio: l’Hotel Weinegg di Cornaiano. Questo albergotto di ben 72 letti ha ottenuto, grazie al piano attuativo, il permesso di ampliare il suo volume da 17.200 a 35.000 metri cubi – quasi un raddoppio. Ma non bastava. Con una seconda autorizzazione il volume alla fine del 2017 è stato ulteriormente aumentato di altri 10.500 metri cubi, con la motivazione che un albergo a cinque stelle necessita di ampi spazi. Il fatto che tra breve la nazionale tedesca verrà al Weinegg a prepararsi per i campionati mondiali di Mosca non è una coincidenza – ha contribuito notevolmente a velocizzare tutte le procedure di autorizzazione.

Conclusione: nelle dolci colline dei vigneti di Cornaiano nasce un complesso che modifica in modo permanente il paesaggio – e non in meglio!

Il Weinegg è solo un esempio di una serie di nuovi complessi alberghieri enormi che rapidamente sorgono ovunque, oltre a veri e propri villaggi turistici. Tanto che non siamo più solo noi Verdi a chiedere di fermare o perlomento rallentare questa evoluzione.

Ecco le nostre proposte:

  • No a ulteriori “Programmi di sviluppo turistico” e revisione dei “Programmi” già stilati, specie nei Comuni ad alta densità turistica.
  • Mantenimento del numero massimo totale di letti come stabilito e suo inserimento nel nuovo disegno di legge Territorio e Paesaggio (che non lo prevede più).

Chiediamo:

  • di prevedere, nella nuova legge Territorio e Paesaggio, che le nuove costruzioni ad uso turistico possano essere realizzate solo all’interno del perimetro insediativo;
  • di non prevedere le cosiddette „zone a destinazione particolare“ nel disegno di legge (art. 33) e di fissare delle precise direttive e chiari limiti a tutti gli ampliamenti previsti; nessuna deroga nei piani urbanistici!
  • che venga istituito un tavolo specifico in cui associazioni di categoria, parti sociali, ricerca e associazioni ambientaliste possano discutere a fondo delle prospettive e del futuro del turismo in Alto Adige.

Non è possibile andare avanti con questo turismo „avanti tutta“, che rischia di stravolgere il carattere del Sudtirolo, il suo paesaggio e la natura, ma anche la sua società e il suo mercato del lavoro.

Hans Heiss
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba

Bolzano, 09.03.2018