HomeItalianoQuel che maso è, maso rimane. I dubbi dei Verdi sulla proposta di legge sull’“agricoltura sociale”.

Quel che maso è, maso rimane. I dubbi dei Verdi sulla proposta di legge sull’“agricoltura sociale”.

Sì alla richiesta di audizione delle associazioni sociali.

Oggi, 26 aprile, la seconda commissione legislativa dovrà discutere il disegno di legge n. 155/18 “Agricoltura sociale”. È stato ideato da Maria Hochgruber Kuenzer, ma verrà presentato dall’assessore Schuler. Un altro segno dell’aria che tira nell’ala contadina della SVP.

Il concetto dell’”Agricoltura sociale” sottintende varie attività da poter svolgere in un maso oltre quelle agricole; tali attività, almeno in teoria, dovrebbero favorire i gruppi socialmente svantaggiati. Si tratta di prestazioni di assistenza sociale per cui le aziende agricole dovrebbero ricevere, secondo la nuova legge, dei rimborsi, dei sussidi e dei sostegni dalla mano pubblica.

L’approccio interdisciplinare su cui si fonde la legge è positivo. Certamente, questi diversi sistemi terapeutici possono giovare a qualche paziente.

Nonostante questo, secondo noi il disegno di legge ha parecchi limiti che proveremo a migliorare con i nostri 21 emendamenti in commissione.
Il punto più problematico è che il disegno di legge è più orientato alle esigenze del mondo agricolo che non di quello sociale. Così come è pensato in questo momento va a favore dei/lle contadini/e portando a loro un reddito extra. Ne è prova il fatto che il nuovo settore dell’”Agricoltura sociale” verrà diretto dall’ufficio “Agricoltura”. Nel nuovo Comitato provinciale su men 9 componenti, sarà solo presente uno/a rappresentante del Sociale e uno/a della Sanità. Le categorie dei mestieri sociali, delle cooperative sociali, delle associazioni di autoaiuto e dei servizi sociali pubblici sono stati “dimenticati”.

Tuttavia i “masi dell’agricoltura sociale” verranno messi alla pari con gli operatori dei servizi sociali e sanitari. Ciò porterà a uno squilibrio eclatante e ingiusto! Un maso è un maso e lo rimane. Se un’azienda agricola offrisse dei servizi in ambito sociale, dovrebbe avere una presenza forte di standard sociali e di qualifiche adatte, ma questo il disegno di legge non lo garantisce. Di conseguenza la professionalità dei mestieri sociali verrà bypassata.
Un altro punto che è stato “dimenticato” è il mondo italiano della nostra provincia. L’agricoltura è soprattutto “nelle mani tedesche” e ci sta, ma una grande parte dei/lle utenti proverranno anche dal mondo italiano. Questo fatto sottolinea ancora una volta come la Provincia pensi al ceto contadino e non ai/lle bisognosi/e.

Per questi motivi il disegno di legge non ci sembra maturo. Sia la Federazione per il Sociale e per la Sanità che l’Associazione Provinciale delle Professioni Sociali hanno chiesto un’audizione alla commissione legislativa. In più, anche le voci dei servizi sociali locali e le aziende sanitarie dovrebbero esprimersi. Chiediamo che ciò vada fatto al più presto, per dare ascolto anche a coloro che durante la stesura della legge sono rimasti nella parte di mondo che il mondo contadino non riesce a vedere.

Consiglieri provinciali

Brigitte Foppa, Riccardo Dello Sbarba, Hans Heiss

Bolzano, 26/04/2018

Author: admin

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