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L’operazione era stata annunciata in grande stile: la trasformazione di Pensplan Invest in società in house delle due Province autonome avrebbe garantito a Trento e Bolzano “uno strumento finanziario fondamentale per lo sviluppo economico del territorio”, come aveva dichiarato il Presidente Kompatscher.

Ma come è successo anche altre volte, quell’annuncio è finora rimasto lettera morta. Come conferma la risposta dello stesso Kompatscher a una nostra interrogazione, contro tutta l’operazione “Invest in house” è stato presentato un ricorso al Tar e – pur dichiarando ufficialmente che le due cose non sono in connessione – le operazioni di acquisizione di Invest da parte delle due Province “sono tuttora in fase di analisi”. Su che cosa preveda questa “analisi” il Gruppo Verde ha presentato già oggi una ulteriore interrogazione.

Intanto l’ammissione di un blocco dell’operazione contenuta nella risposta odierna di Kompatscher è già interessante.

Qui trovi l’interrogazione.

Interrogazione urgente dei Verdi
A Bolzano chiudono le strutture di accoglienza, quasi 200 persone senza dimora restano per strada, che cosa intende fare la Provincia? Servono strutture di soccorso umanitario. L’idea che “se ne andranno” è una pericolosa illusione. Il gruppo Verde in Consiglio provinciale ha presentato un’interrogazione urgente alla Giunta provinciale, che verrà discussa la prossima settimana durante la sessione dedicata alle “questioni di attualità”.
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Interrogazione su temi di attualità

Cartelli di pericolo pesticidi

Il Piano d’azione nazionale PAN prevede che quando i contadini irrorano pongano ben in vista dei cartelli con cui informano e avvertono chiaramente i/le passanti. Il messaggio deve essere chiaro: “Attenzione! Uso di fitofarmaci” con l’uso del pittogramma adeguato a segnalare il pericolo. Per le superfici pubbliche deve esservi riportata anche la data in cui sarà di nuovo possibile calpestare quel suolo.  Secondo le decisioni prese dalla Giunta, leggiamo dai giornali che il messaggio da esporre, concordato con il Bauernbund, è il seguente: “Fläche möglicherweise mit Pflanzenschutzmittel behandelt – “Campo eventualmente trattato con fitofarmaci”.  L’assessore ha dichiarato che il messaggio deve essere scritto in modo da non spaventare i cittadini e i turisti.

Si chiede:

  1. L’Alto Adige ha competenze per i temi di protezione della salute dei cittadini e delle cittadine?
  2. Il provvedimento in questione riguarda solo l’assessorato all’agricoltura o anche quello alla salute?
  3. Il provvedimento provinciale sembra appianare molto la normativa statale: perché? La Provincia ne ha davvero facoltà? O incorre in qualche sanzione?
  4. È vero che la Giunta ha deciso di non fare uso di pittogrammi per avvertire il/la passante del pericolo? Se questo è il caso, come si intende informare correttamente anche persone che non sono in grado di leggere (ad es. persone analfabete, bambini/e, straniere/i, ecc.)? Se invece non è il caso, quali pittogrammi si intende usare?
  5. Oltre al Bauernbund sono stati coinvolti nella decisione anche altri portatori di interesse, come appunto le associazioni dei consumatori, le associazioni del cicloturismo, ecc.?

Brigitte Foppa, Riccardo Dello Sbarba, Hans Heiss

Bolzano, 22/03/2018

  • La correlazione tra la morte delle api e l‘uso dei pesticidi è stato confermato dallo studio Apistox del 2017
  • Per questo motivo sono state discusse e promesse diverse misure
  • Gli apicoltori continuano a lamentarsi delle derive dei pesticidi sui pollini
  • Il Gruppo Verde vuole sapere se sono adottate delle misure adeguate

Dopo che lo studio Apistox (Febbraio 2017) ha dimostrato la  correlazione tra la morte delle api e l’uso dei pesticidi, il Gruppo verde ora vuole sapere se sono stati presi dei provvedimenti adeguati.

Per rinfrescare la memoria: alla conferenza stampa sullo studio Apistox era stato detto che il principio attivo , Chlorpyrifos-ethyl, sarebbe stato vietato in tutto il Sudtirolo. Oltre a quello era stata espressa l’intenzione di cercare con maggiore impegno delle alternative a insetticidi pericolosi per le api, i quali contengono Neonicotinoide. Allo stesso modo veniva eliminata dal programma AGRIOS la pacciamatura alternata come metodo per la cura del terreno nella frutticoltura. I fiori di campo, che crescono ai piedi delle piante e che attirano le api nei meleti anche dopo la fioritura, devono essere completamente eliminati dagli agricoltori, i quali allo stesso tempo devono creare delle alternative verso cui attirare le api nei periodi meno abbondanti di fiori. Come provvedimento ulteriore, l’assessore LR Schuler aveva accennato alla possibilità di limitare le irrorazioni nei momenti in cui le api non volano, cioè di notte o di primo mattino.

“Numerosi apicoltori e apicoltrici si sono rivolti a noi con serie preoccupazioni riguardo la commercializzazione dei pollini – spiega Brigitte Foppa – e per questo presentiamo l’interrogazione”. Tanti di loro, infatti, temono che le derive siano troppo elevate. Per i pollini la situazione è ancora più difficile che per il miele, poiché praticamente non esistono pollini sudtirolesi in zone frutticole che non siano contaminati.

Pertanto poniamo alla Giunta i seguenti quesiti:

  1. Quali conclusioni tra l’assessore dallo studio Apistox, a un anno dalla la sua pubblicazione?
  2. Esiste ancora in Alto Adige del miele in cui non siano presenti derive da fito“sanitari“?
  3. Come si devono comportare gli apicoltori, che temono le derive nei pollini?
  4. L’assessore è consapevole che non solo le mele vengono impollinate dagli insetti, ma che l’80% della produzione alimentare dipende da loro?
  5. L’agricoltura integrata dell‘Alto Adige può rinunciare a Neonikotinoide e Glifosato? Sono davvero stati tolti dalla circolazione questi principi attivi dopo la pubblicazione dello studio? 
  6. Si sta pensando a delle alternative (dove le api possano trovare fonti per la loro alimentazione nei periodi tra le grandi fioriture) che dovrebbero venire create al più presto possibile? Che cosa è già stato fatto a questo proposito?
  7. È stata ponderata la creazione di aree protette?
  8. Il provvedimento sulla limitazione dell’irrorazione alle fasi della giornata in cui le api non volano è stato attuato?
  9. In quale forma è stata continuata l’attività di ricerca presso la Laimburg, secondo quanto annunciato dal direttore?

In allegato trovate l’interrogazione completa con ulteriori informazioni.

Brigitte Foppa
Hans Heiss
Riccardo Dello Sbarba

Bolzano 14/03/2018

Un diritto di civiltà grazie a una mozione del gruppo verde approvata dal Consiglio provinciale

Chi lo desidera potrà nominare una persone di propria fiducia, anche diversa dai familiari, a cui il personale della sanità potrà rivolgersi per ogni decisione riguardante il trattamento terapeutico e che avrà gli stessi diritti di accesso e visita in caso di ricovero ospedaliero. L’indicazione di questa persona sarà registrata nella cartella sanitaria elettronica e dunque sempre disponibile.

Questo diritto di civiltà entra in Alto Adige grazie alla approvazione da parte del Consiglio provinciale di una mozione dei Verdi, che in questa legislatura si sono particolarmente impegnati nel campo dei diritti civili. L’approvazione della mozione sulla “persona di riferimento” (in allegato) segue di poco l’approvazione di un’altra mozione, sempre dei Verdi, sul “testamento biologico” (vedi: http://www2.landtag-bz.org/documenti_pdf/idap_441779.pdf).

Quest’anno l’8 marzo, la giornata in cui da più di 100 anni si celebrano i diritti delle donne, cade proprio durante la settimana di Consiglio provinciale. Su iniziativa del Gruppo Verde più gruppi consiliari hanno anticipato alcune mozioni con al centro le realtà, i problemi, le preoccupazioni delle donne e verranno discusse questa settimana. Noi verdi ne presentiamo due:

Nella mozione “Odonomastica femminile – donne in piazza” portiamo l’attenzione sulla percezione delle donne nella nostra società e sulla loro invisibilità nella denominazione di strade e piazze – come se solo gli uomini avessero contribuito in modo significativo allo sviluppo storico, sociale, politico e scientifico. Per questo motivo più strade e piazze dovrebbero essere intitolate a donne, in modo da riconoscere pubblicamente l’importanza delle ormai tante personalità femminili e dei loro meriti. A tal fine si chiede di istituire una banca dati con nomi femminili significativi.
Testo completo su: http://www2.landtag-bz.org/documenti_pdf/idap_503309.pdf

La seconda mozione si occupa delle settimane subito dopo il parto/la nascita. Chiediamo tre settimane di paternità obbligatoria per i compagni (e le compagne) delle madri, poiché è proprio nelle prime settimane dopo la gravidanza che la presenza del/la partner può essere di supporto alla fragilità e così alla salute psicologica della madre e del neonato. E le prime settimane sono anche importanti per la relazione tra padre e figlio/a.
Testo completo su: http://www2.landtag-bz.org/documenti_pdf/idap_486986.pdf

Le mozioni delle colleghe sono visualizzabili sul sito del Consiglio provinciale:

Le donne in Consiglio provinciale, nonostante le divergenze politiche, si fanno sentire per i diritti e i problemi delle donne e pensiamo sia molto importante.

Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba
Hans Heiss

Regolarmente la memoria storica di Andreas Hofer viene abusata per interessi di spicciola politica attuale. Non bisogna lasciare il 20 febbraio alle sole forze politiche di destra, le quali da sempre intendono strumentalizzare la data per „testare“ il patriotismo locale. Un simile utilizzo della storia è già interdetto dai fatti storici stessi, alquanto complessi e articolati. Gli anni campali dell 1809/10 non vanno certo ridotti a meri messaggi reazionari.

Quali rappresentanti di LeU-Verdi chiediamo pertanto di volgere lo sguardo al Hofer storico, e contrapponiamo alle sparate „stratosferiche“ dell’odierna manifestazione di Merano alcune considerazioni:

Andreas Hofer rappresenta, nel suo tempo, un movimento popolare „dal basso“, che fu anche una protesta verso il tradimento dei „príncipi“ e della loro politica di gabinetto. Lasciato solo dagli Asburgo, ma anche rifiutando alternative onorevoli e compromessi di pace da parte dei franco-bavaresi, la rivolta tirolese era destinata a fallire sin dall’inizio. Lo slogan „a dio, imperatore e patria“ del monumento meranese, opera di Emanuel Pendl, non può pertanto rendere pienamente giustizia al Hofer storico.

Il monumento stesso fu eretto solo nell’ottobre del 1914, già in piena guerra, e fu da subito funzionale al bellicismo della Grande Guerra, eliminanda dall’immagine ufficiale di Hofer ogni elemento sovversivo o anarchico. Se però si vuole restituire al comandante tirolese il suo reale ruolo storico, bisogna mettere in luce la sua lotta per lo status quo ante in una visione che attesta la piena partecipazione popolare al processo storico. D’altro canto, Hofer rappresenta anche i momenti reazionari e di non compromesso che distinsero la sollevazione tirolese i quali sfociarono in un sanguinoso fallimento.

Pertanto, chi oggi intende strumentalizzare Andreas Hofer per motivi politici d’attualità, per esempio spudoratamente coniugando la sua figura al dibattito sul doppio passaporto, si infischia del reale dato storico e non propone che patetico Agit-prop di bassa lega.

Hannes Obermair, Norbert Lantschner, Laura Polonioli, Vanda Carbone
Candidati di Liberi e Uguali per le Elezioni Politiche

04/03/2018

Care amiche, cari amici, liebe FreundInnen!

Lanciamo Lantschner – Für das andere Südtirol in Rom
Wir brauchen deine Hilfe – Abbiamo bisogno del tuo aiuto!

Nonostante tutti i nostri sforzi, molti nostri elettori e molte elettrici non sanno ancora che domenica esiste un’alternativa concreta alla rappresentanza SVP a Roma. Irritati dall’assurda legge elettorale e dalla “manovra Boschi” molte cittadine e cittadini sudtirolesi hanno ormai rinunciato alla speranza di poter mandare a Roma un altro rappresentante non-SVP.

Non è così! In tutti i collegi dell’Alto Adige/Südtirol e del Trentino, se si mette la croce sul simbolo di “Liberi e Uguali”, il voto va automaticamente al nostro capolista Norbert Lantschner. Norbert ha davvero la possibilità di essere eletto – chiaramente solo se la lista ottiene un buon risultato.

Ti chiediamo quindi di sostenerci attivamente.

Per prima cosa, ti chiediamo di votarci domenica.

In secondo luogo, ci potresti essere decisivo se:

  • inoltri questa e-mail alle tue amicizie e conoscenze
  • condividi sui social media il nostro appello al voto
  • racconti a più persone possibili che esiste una possibilità reale di mandare Norbert a Roma, se mettono la croce sul simbolo rosso di “Liberi e Uguali”.

Solo insieme possiamo riuscire a battere almeno un pochino lo strapotere presente nella nostra Provincia e a offrire una rappresentanza politica diversa a Roma.

Grazie per il sostegno!

Ci vuole un doppio sguardo – questo il motto di Gisella Bassanini, architetta e docente al Politecnico di Milano, che ha tenuto una conferenza a Bolzano su invito delle Donne Verdi.

Tradizionalmente la pianificazione del territorio si basa uno standard, spesso inconsapevolmente “maschile”, perché ancora molti urbanisti, amministratori, membri di giurie, politici ecc. sono uomini.

Moltiplicare lo sguardo vuole dire iniziare a tenere conto delle diverse esigenze delle persone che abitano.

Allora si scopre che donne e uomini hanno altre abitudini, ad esempio per quel che riguarda la mobilità. Spesso gli uomini si muovono in modo “lineare”, ad esempio partono da casa e vanno al lavoro. Le donne invece hanno un movimento “zigzagante”, come lo chiama Bassanini, perché i loro spostamenti includono più tappe. Uomini e donne hanno poi altri orari nell’
uso dello spazio pubblico, hanno altre richieste rispetto alla sicurezza (ad esempio illuminazione o il poter evitare situazioni “da tunnel”), o alle possibilità di incontrarsi.

Una volta aperto lo sguardo sulle diversità, se ne scoprono molte altre. Esempi possono essere le famiglie monogenitoriali, le donne anziane, i single. Tutte situazioni familiari, e sono la stragrande maggioranza, che si discostano dalla visione “standard” di una famiglia fatta da mamma, babbo e due figli. Quindi serve anche una concezione degli alloggi che non abbia un unico standard ma che ne consideri diversi, anche pensando alle esigenze che cambiano nel corso della vita.

È evidente che qui si apre la prospettiva politica.

Infatti l’incontro sull’urbanistica era il primo passo dei Verdi dell’Alto Adige verso il programma elettorale delle Provinciali, che anche stavolta sarà stilato in modo partecipativo e dialettico.

Ma anche i prossimi appuntamenti in Consiglio Provinciale, con le leggi sull’urbanistica, sull’agricoltura sociale e sull’edilizia agevolata daranno occasione per inserire il “doppio sguardo” in una visione, quella tradizionale, che predilige una sola prospettiva: quella del potere.

Molte persone residenti in Bassa Atesina hanno l’impressione di soffocare sempre più nel traffico. Oltre alle diverse infrastrutture inquinanti presenti in zona (autostrada, inceneritore, aeroporto, Safety Park…), ultimamente passano sempre più automezzi sulla statale.

Per molti è forte il sospetto che il fenomeno sia direttamente correlato all’apertura delle circonvallazioni realizzate una dopo l’altra a Ora, Laives e S. Giacomo.

In un primo momento queste opere hanno significato per gli abitanti della Bassa un indubbio respiro di sollievo. E la politica ha festeggiato queste circonvallazioni come un successo e un guadagno per la qualità della vita.

Contemporaneamente però è successo qualcosa di assai deludente: le circonvallazioni hanno fluidificato il traffico nella Bassa Atesina – ed era anche il loro obiettivo – e lo hanno anche facilitato, con la conseguenza che molte persone preferiscono utilizzare la strada statale gratuita invece dell’autostrada in cui bisogna pagare il pedaggio. Ma per quei paesi che non hanno circonvallazione, oppure per i residenti lungo la strada statale, è aumentato il rumore e l’inquinamento vicino a casa propria.

Grazie a una interrogazione del Gruppo Verde abbiamo ora i dati precisi. Questi dimostrano chiaramente quel che provocano le circonvallazioni: un aumento del traffico.

Ora per esempio i veicoli sono aumentati di 1/3 (da 10.424 a 13.774) e i camion sono quasi raddoppiati (da 975 a 1.407) – anche se l’assessore non vede in questo “alcuna univoca tendenza”. (Grafico n.1)

 

Ma questa tendenza la si riconosce, se la si vuol vedere, ad esempio anche a Laives. Nella stazione di controllo di Pineta il numero di veicoli dal 2013 al 2017 è aumentata da 16.680 a 20.772, quello dei camion da 904 a 1.366. (Grafico n.2)

 

A Salorno, invece, dove non c’è circonvallazione, le cifre restano tra il 2013 e il 2017 stabili tra 7.677 e 8.107, sebbene anche qui i camion siano aumentati (da 753 a 995).

La percezione delle persone che vivono lungo queste strade dunque è corretta: il traffico e l’inquinamento sono cresciuti. I valori dell’ossido di azoto a Egna segnano da anni record tragici in Alto Adige, accanto a quelli registrati a S. Pietro Mezzomonte.  Allo stesso tempo assistiamo a vani tentativi di spostare il problema, ad esempio quando si parla della terza corsia dell’autostrada. La domanda comunque resta: che cosa intende fare la Provincia di fronte a questi dati?

La Bassa Atesina ha bisogno di un vertice specifico sul traffico nel quale Giunta, Comuni, Comprensori e organizzazioni ambientaliste sviluppino delle strategie efficaci. Contro il crescente flusso di traffico non aiutano nuovi disimpegni o colpi di spugna, ma una politica dai piccoli passi ben ponderati. Il primo potrebbe essere prendere coscienza della drammaticità della situazione. 

Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba
Hans Heiss

Bolzano, 15/02/2018