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ECT, il vertice dell’Euregio ha discusso sulla situazione del traffico di transito e del suo drammatico inasprimento e ha espresso un responso unitario: il carico di traffico pesante sull’autostrada ha superato da tempo i limiti dell’accettabile sia dal punto di vista legale che della salute. La slavina di traffico, sia quello pesante che quello individuale, aumentata ultimamente del 14% deve essere arginata.

Il blocco alternato del traffico e la richiesta di aumento del pedaggio sono solo prime misure. Alla base restano lo stop al traffico deviato e l’introduzione del numero massimo, che finalmente tutti e tre i governatori ritengono necessario – in primo luogo a favore della salute delle persone, ma anche contro il sovraccarico dell’autostrada.

Il vertice sul traffico di transito previsto per il 12 giugno 2018 deve diventare una piattaforma di richieste e proposte a cui dovrebbe aderire anche il nuovo gruppo dirigente della Camera di commercio. E la pressione e la voce delle cittadine e dei cittadini sono irrinunciabili per dare lo slancio necessario. In fin dei conti si tratta della loro salute della qualità di vita della nostra terra.

Il tema dell’alleggerimento del traffico è anche un test per il nuovo governo, il quale si è appena dichiarato “avvocato difensore dei cittadini”. Staremo a vedere se alla fine saranno i cittadini e le cittadine ad avere la meglio, oppure le lobby dei camionisti e del traffico su gomma, oppure se invece prevarrà la solita indifferenza ministeriale che lascia tutto com’è, a discapito di tutte e tutti noi.

Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba
Hans Heiss

Bolzano, 24/5/2018

Conferenza stampa II
DDL n. 151/18 „Territorio e paesaggio”

C’erano una volta… “Territorio e paesaggio”

Nuova legge urbanistica: le ragioni di una bocciatura.

Dopo una maratona durata 9 giorni in commissione legislativa, la nuova legge “Territorio e paesaggio” (151/18) arriva questa settimana in Consiglio provinciale. Riccardo Dello Sbarba nella sua Relazione di minoranza ha descritto il lungo processo legislativo e i nodi essenziali della legge. Conclusione: “L’attuale testo della legge non è affatto migliore della vecchia, al contrario! In certi punti, è perfino peggiore”.

Di seguito elenchiamo i principali difetti per quanto riguarda l’ambiente, il paesaggio, la politica sociale e gli aspetti tecnici della legge, aggiungendo in sintesi le nostre proposte.

Primo difetto: il paesaggio e l’ambiente in pasto alle lobby

Il paesaggio è il grande perdente in questa legge. La legge vigente dal 1970, coi suoi 34 articoli, tutela il paesaggio molto meglio di questo disegno di legge, che dedica al paesaggio solo 7 articoli e lo espone agli interessi delle lobby. Inoltre negli allegati le opere che si possono fare senza alcuna autorizzazione paesaggistica sono addirittura più numerose che nella legge nazionale.

Lo stesso vale per l’uso del suolo: concessioni ed eccezioni aprono innumerevoli scappatoie per un uso insostenibile del suolo, non solo dentro l’area insediabile, ma soprattutto fuori, nel verde agricolo e alpino. E questo sebbene lo scopo dichiarato della legge fosse la tutela del suolo vergine.
Con i nostri emendamenti in aula, cercheremo di difendere il paesaggio, di combattere la dispersione urbanistica e salvaguardare il suolo e il verde. Proponiamo, tra l’altro:

  • che venga mantenuta la tutela delle aree panoramiche e delle zone di protezione intorno ai parchi, eliminata dalla commissione;
  • che venga fissato un limite chiaro per il consumo di suolo (consumo-zero entro il 2050);
  • che vengano ridotti gli interventi “liberi” sul paesaggio;
  • che vengano eliminate le innumerevoli deroghe ed eccezioni.

Sulla reintroduzione del ruolo speciale di Bolzano capoluogo abbiamo presentato emendamenti fin dal giorno dopo la sua cancellazione in commissione.

Secondo difetto: una legge che crea ingiustizia sociale

L’uso del suolo ha conseguenze sociali immediate: chiunque possieda un terreno e possa cambiarne la destinazione a usi più redditizi (da bosco a verde agricolo, e da verde a edificabile), può realizzare enormi profitti. Chi non possiede né casa né terreni diventa più povero. Dalla legge urbanistica dipende anche se domani avremo un Alto Adige più giusto, o più ingiusto.

I lavori della commissione legislativa sono stati dominati da un solo gruppo di interesse: quello contadino. E prima, nelle trattative con la Giunta provinciale, le lobby economiche, in primo luogo il turismo, ma anche l’industria, sono riuscite a ottenere quello che volevano. Quella che avrebbe dovuto essere una legge delle cittadine e dei cittadini, è diventata la legge delle lobby.
Un alloggio a prezzo accessibile resta invece un pio desiderio. Le cose anzi peggioreranno, perché ci saranno meno aree disponibili per l’edilizia agevolata, mentre il famoso prelievo del “plusvalore di pianificazione” è stato ridotto ai minimi termini (con la totale esenzione per le categorie economiche) e l’articolo sugli alloggi a prezzo calmierato è una scatola vuota.

Terzo difetto: nessuna partecipazione

Il coinvolgimento della popolazione e non solo delle lobby è uno dei capisaldi dell’urbanistica contemporaneaMa il disegno di legge dà ancora più potere ai gruppi di interesse, agli investitori e ai proprietari di immobili. In commissione alcuni nostri emendamenti per maggiore trasparenza e informazione sono stati approvati, ma molti altri articoli sono stati peggiorati: ad esempio, le associazioni di tutela di ambiente e paesaggio sono state escluse dall’approvazione dei piani paesaggistici, oppure sono stati dati più poteri al sindaco e alla giunta comunale, togliendoli al consiglio comunale.

Con i nostri emendamenti in aula proporremo il rafforzamento dei processi partecipativi e la definizione di chiare regole per una urbanistica democratica.

Quarto difetto: resta l’incertezza del diritto

Non è stata mantenuta la promessa di presentare i ben 23 regolamenti di attuazione  insieme alla legge. Di conseguenza, il Consiglio provinciale è espropriato della funzione legislativa e nessuno può prevedere oggi quali conseguenze avrà la legge che dovremo approvare. Inoltre, il testo ha subito innumerevoli modifiche (ben 163 della stessa maggioranza nella commissione legislativa!) col risultato di riempirlo di contraddizioni, eccezioni e deroghe. Questa legge continuerà a offrire ampi margini di interpretazione e controversie senza fine.

La nuova legge non elimina la giungla del disordine urbanistico. Una legge così delicata, che mette in gioco interessi pubblici e privati, che distribuisce vantaggi e svantaggi e incide pesantemente  – e nel testo attuale negativamente – sia sull’ambiente che in campo sociale, non dovrebbe essere decisa sotto la pressione delle imminenti elezioni provinciali.
Inoltre, la legge entrerà in vigore solo nel 2020. Non ci risulta che sia mai esistita una legge che è entrata in vigore dopo quasi due anni! E in questo periodo opaco chi potrà cercherà di approfittare di questa transizione per speculare, costruire, ottenere cambi di destinazione e creare fatti compiuti.

Ci chiediamo dunque, se valga la pena approvare ora una legge che andrà in vigore solo nel lontano futuro. Abbiamo tempo per farne una migliore, subito agli inizi della prossima legislatura, con le elezioni alle spalle e non davanti al naso. Il materiale per una buona legge c’è già: le linee guida del 2015 erano positive e molte associazioni hanno portato buone idee in questi 4 anni di lavoro. Riprendiamole, concentrandoci sul bene comune, sulla tutela di natura e paesaggio e su una maggiore giustizia sociale.

Come Gruppo Verde, abbiamo presentato oltre 200 emendamenti per l’aula. Se la legge non cambia nei suoi punti essenziali voteremo contro.

Cons. prov.

Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa
Hans Heiss

Bolzano, 22 maggio 2018

Che il divieto di pubblicità elettorale da parte di associazioni di categoria desse fastidio a singoli partiti o candidate/i della maggioranza lo si sapeva. E oggi si è conclusa la lunga storia della legge regionale che lo sanciva. Con 30 voti contrari e 20 a favore è stato affondato il tentativo dei Verdi di tenerlo in vita.

Dal 1998 un legge regionale vietava la pubblicità elettorale nei 60 giorni precedenti alle elezioni. Poiché non erano previste sanzioni, per decenni tale divieto è stato bellamente ignorato. Con l’indignazione di tante cittadine e cittadini che vedevano in questo una distorsione della democrazia e la cementificazione di interessi particolari.

Nel corso della legislatura, il Gruppo Verde ha fatto suo il tema e ha presentato già nel 2015 un disegno di legge per inserire delle sanzioni. Con nostra grande sorpresa il disegno di legge passò al dibattito articolato in Commissione.

Nel frattempo il Consiglio provinciale ha approvato una nuova legge elettorale provinciale (LP 19 settembre 2017, n. 14). Nel corso dell’allora dibattito sia i Verdi che la Südtiroler Freiheit avevano provato inutilmente a trasferire il divieto di pubblicità elettorale per le elezioni provinciali. La maggioranza SVP-PD reagì quasi offesa e in ogni caso bocciò la proposta.

Purtroppo con la nuova legge elettorale provinciale è decaduta la vecchia legge regionale e così anche il divieto di pubblicità elettorale da parte delle associazioni di categoria.

Ora era rimasta un’unica possibilità per conservare il divieto di pubblicità elettorale nella nostra legislazione: Brigitte Foppa ha così tentato – invano – di salvare il divieto almeno per le elezioni comunali presentando un emendamento in Consiglio regionale.

E oggi è stata presa la decisione finale. La norma tanto mal sopportata non c’è più. La campagna elettorale è aperta. Per alcuni sarà sempre più facile rispetto ad altri.

Brigitte Foppa, Hans Heiss, Riccardo Dello Sbarba

Allegato il risultato della votazione in aula

Bolzano, 16/05/2018

I Verdi Grüne Verc hanno scelto un approccio partecipativo e aperto per la predisposizione della lista in vista delle elezioni provinciali 2018. Il cammino verso le candidature, democratico e vicino alla base, avverrà in tre tappe:

  1.  Un gruppo di garanti accompagna il processo. La prima tappa l’abbiamo già superata: l’Assemblea provinciale del 21 aprile ha scelto il Comitato di garanzia (vedi sotto), il quale ha il compito di visionare le proposte di candidate e candidati, comporre una prima proposta e sottoporla alla prossima Assemblea provinciale.
  2. Le nomine online o in forma scritta costituiscono una base decisionale stabile. La seconda tappa è attualmente in corso: il 16 maggio si apre la possibilità di nominare online una rosa di candidate/i ideali. Fino al 31 maggio 2018 si potranno inviare delle proposte su di un’apposita e sicura piattaforma online, ma anche in altre forme. Potranno partecipare gli/le iscritti/e e tutte le persone interessate che condividono i principi e i valori dei Verdi. Dopo la raccolta delle nomine dalla base, il Comitato di garanzia comporrà una prima proposta di lista, la quale verrà discussa e votata dall’Assemblea provinciale dei Verdi Grüne Verc il 9 giugno 2018. La lista così approvata non sarà ancora definitiva. Ci sarà ancora spazio per candidate e candidati last-minute.
  3. La lista definitiva: la terza e ultima tappa per le candidature si concluderà a fine agosto quando il Comitato di garanzia comporrà la lista definitiva, la quale verrà finalmente discussa e approvata dalla terza Assemblea provinciale il 1 settembre 2018 – all’inizio della fase calda della campagna elettorale.

Da chi è composto il Comitato di garanzia? I garanti che accompagnano il processo sono sei  persone indipendenti e di lunga esperienza: Erica Fassa, Hans Heiss, Maria Laura Lorenzini, Tila Mair, Karl Tragust e Patrizia Trincanato.

Le/i sei “sagge/i” visioneranno tutte le nomine online e contatteranno le persone proposte. Dopo la fase della “democrazia digitale”, in un secondo momento entra in gioco la “base verde”, primi fra tutti i nostri iscritti che hanno diritto di voto alle nostre assemblee provinciali. In ogni assemblea ci sarà la possibilità di iscriversi, senza grandi complicazioni.

Questo processo assicura in egual modo apertura e qualità: iscritte/i e interessate/i portano le loro proposte che poi vengono valutate dal Comitato di garanzia. Da sempre noi Verdi ci impegniamo per la democrazia e più partecipazione – in forme inusuali per il Sudtirolo, ma anche tanto appassionanti.

Bolzano, 16/05/2018

La Bassa Atesina non può diventare vittima del turismo dei rifiuti. Già in cifre i conti non tornano nell’intenzione dell’imprenditore Santini. Le imprese sudtirolesi non producono 95.000 tonnellate di rifiuti non riciclabili necessari per sfruttare al massimo il gassificatore progettato a Cortaccia, e neanche nel prossimo futuro questa cifra verrà raggiunta. Importare una tale quantità di rifiuti significa un aumento del traffico di tir sulla A22 di almeno 100 unità al giorno. Sarebbe molto più importante basarsi sul principio di responsabilità e individuare un adeguato utilizzo (come il riciclo) lì dove i rifiuti vengono prodotti.

Durante l’audizione pubblica di venerdì 4 maggio 2018 presso la sede dell’impresa, dove è stato presentato il progetto, sono emerse alcune insensatezze. La produzione finale di energia e calore della gassificazione dei rifiuti è solo una piccola parte. La maggior parte sono gas che vengono liberati nell’atmosfera e che peggioreranno il cambiamento climatico. Un’altra parte è calore non utilizzabile di 30 a 35°C che, al contrario di quanto affermato dai tecnici, avrà sicuramente delle conseguenze sul microclima. Il tema dell’inquinamento idrico non è stato proprio affrontato ma in compenso è stato proposta una serra (!). L’altezza dell’edificio è stata addolcita: la parte più alta non sarà solo di 28 metri, bensì di 45. Una presa in giro per la Bassa Atesina? Un fisico ha paragonato l’impianto ad un reattore che grazie alla pressione riesce a trasformare i rifiuti in gas. Un ingegnere ha provato a calcolare in che modo il prodotto finale giustifichi l’utilizzo di energia necessario alla sua produzione. Anche a lui non tornavano i conti.

Ancora più pericolosi sono i prodotti che si formano durante il complesso processo nella prima fase della gassificazione. Guasti e imprevisti dell’impianto avrebbero delle conseguenze catastrofiche per tutto il territorio della Bassa.

Chiediamo di fermare il turismo dei rifiuti. L’Alto Adige e soprattutto la Bassa Atesina non meritano di diventare la pattumiera di altre regioni!

Marlene Pernstich, Portavoce Oltradige Bassa Atesina dei Verdi Grüne Vërc

Caldaro, 08/05/2018

Con questa mozione chiediamo l’istitizione di un/a garante per i detenuti, così come già avvenuto in Trentino. Parliamo però anche di persone che vivono in strutture come case di cura e per anziani, centri di accoglienza o di riabilitazione. Per queste persone chiediamo l’introduzione del “controllo preventivo dei diritti umani” secondo l’esempio austriaco.

Emendamento sostitutivo della mozione n. 790/17.

La mozione n. 790/17 è così sostituita:

 

MOZIONE

Diritti civili: garantirne il rispetto in ogni condizione e istituzione

Esistono condizioni in cui le persone subiscono limitazioni alla propria autodeterminazione. La più radicale è il carcere, dove la privazione della libertà è legata a una condanna penale e dove va garantito che la pena serva davvero, come dice la Costituzione, alla riabilitazione.
Ma esistono anche altre istituzioni dove la persona vive limitazioni della propria autodeterminazione: per esempio le case di riposo, le strutture per lungodegenti, gli ospedali, gli istituti di accoglienza per tossicodipendenti, e così via. Anche in queste istituzioni va garantito il massimo rispetto della dignità della persona, della sua libertà, dei suoi diritti umani.
In Austria tutte queste istituzioni sono affidate alla sorveglianza di figure garanti, istituite per legge e tra loro strettamente coordinate.  In Italia il/la „Garante per i detenuti“ è una figura autonoma.
In Alto Adige/Südtirol la figura del Garante dei detenuti va ancora istituita, mentre la Difesa civica non ha quelle competenze e poteri (per es. ispettivi) che analoghe figure di garanzia hanno nella vicina Austria.
La Provincia di Bolzano, grazie alla sua autonomia, potrebbe unire le buone pratiche d’Italia e Austria per garantire il rispetto, in ogni istituzione e condizione, dei diritti civili.

1. Garante dei detenuti e delle detenute

Il tema della giustizia, della pena e delle sue modalità di esecuzione riguarda anche le istituzioni dell’autonomia. Tutte le ricerche nazionali e internazionali dimostrano che la prevenzione dei reati e la riduzione delle recidive, così importanti per migliorare il clima sociale e la convivenza civile, sono intimamente collegate al trattamento del/della colpevole nella fase della detenzione, alla possibilità di una sua rieducazione attraverso la formazione e il lavoro.

La legislazione vigente offre alla Provincia autonoma la possibilità di istituire la figura del/della  Garante dei detenuti, che esiste già in diverse regioni e province (con fonte normativa di riferimento nel D.L. 146/2013, art. 7, convertito con L. 10/2014). La Provincia autonoma di Trento l’ha istituito di recente con legge provinciale.

Considerando la prossima costruzione del nuovo carcere, anche per la nostra Provincia questa figura è molto importante e può essere trovata una soluzione adatta a rispettare le peculiarità dell’Alto Adige/Südtirol.

Tale istituto avrebbe il compito di sovrintendere all’esecuzione della pena dal punto di vista del territorio, alle modalità della sua esecuzione, e all’attuazione dei principi costituzionali di cui all’art. 27, 3° comma, Costituzione: “Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”.

2. Controllo preventivo dei diritti umani in altre strutture in cui le persone vivono una condizione di libertà limitata.

In Austria dal 1 luglio 2012 la Difesa civica è deputata anche alla tutela e all’incentivazione dei diritti umani nella Repubblica austriaca. “Insieme a sei Commissioni regionali – si legge nel sito Volksanwaltschaft.gv.at – la Difesa civica controlla tutte le strutture in cui avviene una privazione o una limitazione delle libertà personale, come ad esempio gli istituti penitenziari, ma anche le case di cura. Il controllo si estende anche a istituzioni e programmi dedicati a persone diversamente abili e simili. (…) L’incarico costituzionale per la tutela dei diritti umani come “meccanismo di prevenzione nazionale” si basa su due importanti atti giuridici delle Nazioni Unite. Da un lato l’ “OPCAT” (il Protocollo opzionale contro la tortura o altre punizioni crudeli, disumane o degradanti) e dall’altro la Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità.”

In Austria per il controllo preventivo dei diritti umani in simili strutture la Difesa civica nomina una commissione che effettua regolarmente delle visite in istituti penitenziari, caserme, istituti psichiatrici, case di cura e di riposo, case di accoglienza per minorenni, centri per persone con disabilità.

Come ci ha riferito il Difensore civico austriaco, Dr. Günther Kräuter, nel corso di una conferenza organizzata in agosto 2016 in Consiglio provinciale, durante queste visite sono state constatate spesso delle lesioni dei diritti umani. Allo stesso tempo, il solo fatto che venivano svolte queste visite e scritte poi relazioni su quanto osservato ha comportato una maggiore presa di coscienza della problematica e quindi un miglioramento generale della situazione. Questo anche grazie alla possibilità da parte delle Commissioni di portare delle proposte migliorative e di sviluppare così un dialogo tra strutture e Difesa civica.

Tutto ciò considerato,
il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano impegna la Giunta provinciale

  1. A predisporre un disegno di legge per istituire un Garante dei detenuti per la Provincia autonoma di Bolzano, competente per il carcere di Bolzano;
  2. A individuare in collaborazione con la Difesa civica misure giuridiche adeguate per realizzare il controllo preventivo del rispetto dei diritti umani in tutte le altre strutture in cui le persone vivono in una condizione che limita la loro piena libertà personale.

Consiglieri provinciali

Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa
Hans Heiss

La stagione per le motociclette è iniziata anche in Alto Adige: la polizia ha lanciato una campagna per il controllo della velocità per porre un limite alla roboante velocità di certi motociclisti, per assicurare la loro incolumità fisica e per ridurre i rischi del traffico stradale. Gli incidenti mortali degli ultimi giorni offrono senza dubbio un’occasione per richiamare l’attenzione sul problema.

Accanto ai motivi di sicurezza stradale, l’ondata di motociclisti/e è da limitare anche per proteggere abitanti e habitat lungo le strade dei passi. Perché per le persone che vivono in queste zone, così come per chi vuole godersi il relax e la natura, non c’è modo di evitare il rumore roboante; e anche per il mondo animale, tanto che perfino i lupi se ne stanno alla larga.

Lo sviluppo dell’inquinamento acustico, prevedibile a ogni stagione, deve essere contrastato con lo stesso impegno investito nella sicurezza. Nonostante da anni, insieme e tante persone coinvolte, facciamo presente questo problema e chiediamo soluzioni mirate di lungo raggio, Provincia e polizia stradale non sono ancora riuscite a elaborare delle politiche che vadano oltre a leggere e temporanee iniezioni sedative.

Sopra al “Genussland Südtirol” per l’estate incombe un’insopportabile cappa di rumore che non può più essere accettata.

Cons. prov.

Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba
Hans Heiss

Bolzano, 03/05/2018

I giovani verdi del Sudtirolo con la la loro azione fotografica, alla quale possono partecipare tutti, rispondono con umorismo ed ironia ai manifesti della della Südtiroler Freiheit in cui viene chiesto che i bambini tedeschi abbiano la priorità nell’iscrizione alle scuole dell’infanzia tedesche (“Vorrang für Deutsche Kinder in Deutschen Kindergärten”).

Noi giovani verdi comprendiamo il desiderio di alcuni genitori che vogliono far crescere i propri figli in un ambiente linguistico tedesco per farli apprendere la lingua al meglio fin dalla prima infanzia; tuttavia siamo del parere che la separazione etnica forzata all’interno delle scuole materne non sia, per la popolazione altoatesina nel suo complesso, la giusta strada da intraprendere. La richiesta di separazione o di “priorità” verso qualcuno, genera infatti inevitabilmente divisione all’interno della società.

Al contrario, noi desideriamo che vengano create finalmente delle offerte di formazione plurilingue in tutto l’Alto Adige. Anche solo il fatto che molti bambini la cui lingua madre non è il tedesco frequentino asili tedeschi, mostra che da parte dei genitori viene percepito un forte bisogno di dare ai propri figli una formazione multilingue.

L’offerta supplementare di un asilo plurilingue può dunque anche assicurare che venga rispettato il desiderio di alcuni genitori di mandare i propri figli in una scuola materna a maggioranza tedesca.

Un certo equilibrio linguistico all’interno dei gruppi può avere senso ed in alcuni casi anche promuovere l’inclusione e l’acquisizione del linguaggio, ma esso rimarca soltanto un aspetto della compito educativo affidato alle scuole d’infanzia. Così anziché la “separazione” noi giovani verdi sosteniamo misure come:

 

  • il miglioramento dell’offerta degli asili attraverso personale specializzato di entrambi i gruppi linguistici, • l’offerta di un supporto linguistico adeguato fatto di consulenza ed accompagnamento linguistico per tutte le famiglie, • la creazione di offerte formative e di supporto per tutto il personale delle scuole materne da parte di professionisti formati nel campo dell’acquisizione linguistica (della prima- seconda- e terza lingua),
  • la creazione di scuole materne plurilingui per tutto l’Alto Adige.

 

In un Alto Adige che sta nel cuore dell’Europa, i giovani verdi sono sia per la promozione linguistica individuale nella propria lingua madre, sia per la convivenza tra i gruppi linguistici, l’integrazione e la promozione del plurilinguismo, a partire dalle scuole d’infanzia.