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Mettiamo in chiaro le cose! Sul futuro dell’aeroporto decidono i cittadini e le cittadine, o no?
terminal flughafenOggi il senatore Berger, alla vecchia maniera, ricorre alla tattica del creare confusione.
Il senatore sostiene che se vince il NO all’ampliamento dell’aeroporto si dovrebbe cercare un nuovo investitore e l’ABD dovrebbe continuare a occuparsi del funzionamento dell’aeroporto. Giustifica così ancora una volta gli investimenti eccessivi e chiaramente inutili finora sostenuti in un aeroporto che è rimasto in deficit e al di sotto di ogni aspettativa.
Ora si butta nel dibattito anche l‘ENAC in qualità di superteste, il quale a detta del senatore anche in caso di un rifiuto da parte della popolazione obbligherebbe la nostra provincia a mantenere in funzione l’aeroporto.
Queste argomentazioni ci stupiscono non poco: stranamente in questo caso sembra che gli ambiti d‘azione dell‘autonomia non valgano quasi nulla, tanto che pare quasi si voglia chiamare Roma in difesa dell’aeroporto.
È stata scritta una legge provinciale sul funzionamento dell‘aeroporto con tanto di condizioni. Questo ci dimostra che possiamo decidere noi i criteri e a questa facoltà ci dobbiamo attenere anche in futuro, argomentando in modo onesto, invece di fomentare paure con scenari di insicurezza.
Il Consiglio provinciale, su iniziativa del Presidente della Provincia, ha posto la decisione definitiva sul futuro dell’aeroporto nelle mani delle cittadine e dei cittadini. Un NO da parte della popolazione significa che la gente non vuole l‘aeroporto in questa forma (e a maggior ragione nemmeno in una forma più grande con ampliamento e aerei più grandi). In questo caso l‘indicazione alla politica sarebbe chiara e compito della Giunta declassare l‘aeroporto, rendendolo poco attraente per un bando.
Rimane infine la domanda del perché si chiede alla popolazione di decidere se in realtà non c‘è alternativa per il futuro dell‘aeroporto. O i cittadini e le cittadine sono stati presi in giro, oppure è in atto un tentativo irragionevole di creare confusione.
Con titoli quali „Sognatori“, „Decisioni di pancia“, „Favola della buona notte“ si continuano a offendere i cittadini e le cittadine e la loro capacità decisionale, mentre allo stesso tempo si richiede una discussione obiettiva. Dura essere più contraddittori.
Gruppo Verde in Consiglio provinciale
Gruppo Verde in Consiglio provinciale

L’ampliamento dell’aeroporto sotto la lente della Convenzione delle Alpi

Flughafen Landebahn Blick Burggrafenamt
Da quando è cominciata la discussione sul progetto di ampliamento dell’aeroporto è stata ripetutamente citata la Convenzione delle Alpi. Le persone critiche verso questo progetto si sono chieste giustamente se questo trattato internazionale consenta o meno l’ulteriore ampliamento dell’aeroporto. Partendo da questo dubbio, il Gruppo Verde in Consiglio provinciale ha chiesto un parere in merito alla CIPRA Austria. Lunedì 8 maggio il “servizio giuridico” della CIPRA ci ha consegnato il proprio parere scritto.

In sintesi, la CIPRA afferma che: “L’impatto complessivo del progetto per l’ampliamento dell’aeroporto appare in ogni caso in forte attrito (in einem starken Spannungsverhältnis) con gli obiettivi del Protocollo trasporti della Convenzione delle Alpi”.

Atri punti confermano i dubbi dei critici dell’ampliamento dell’aeroporto:

  1. Il potenziamento del trasporto aereo è in contraddizione con il principale obiettivo del Protocollo trasporti di diminuire le emissioni dannose e di spostare i trasporti su rotaia.
  2. In base all’articolo 12 del Protocollo trasporti della Convenzione delle Alpi, il potenziamento dell’aeroporto di Bolzano va considerato “significativo” per l’aumento dell’impatto ambientale e acustico e rientra tra quegli interventi che vanno possibilmente evitati o limitati, valutando con attenzione se esistano alternative più ecocompatibili.
  3. Le possibili alternative devono essere analizzate con la stessa accuratezza con cui è stato valutato l’ampliamento dell’aeroporto. Va valutata in primo luogo la possibilità di potenziare i collegamenti via treno con gli aeroporti già esistenti nelle vicinanze e più in generale le possibilità di migliorare la mobilità attraverso il potenziamento del sistema di trasporto pubblico. Questi interventi devono avere la priorità su ogni “significativo ampliamento” dell’aeroporto.
  4. Nella legge provinciale, così come nel piano di sviluppo, non vengono presi in considerazione gli aspetti legati alla tutela dell’ambiente e della salute, come invece previsto dal Protocollo trasporti. Contro possibili rischi per salute e sicurezza, vista anche la posizione topografica particolare, occorre applicare il criterio di precauzione, che impone di intervenire anche in caso di remota possibilità di rischio.
  5. Per progetti infrastrutturali di questo rilievo, il Protocollo trasporti prevede l’obbligo di “verifiche di opportunità”, “valutazioni d’impatto ambientale” e “analisi dei rischi” da effettuale PRIMA dell’approvazione del progetto. Tutte queste verifiche ancora oggi mancano.
  6. Nel Protocollo trasporti valgono i principi della “internalizzazione dei costi” e del “chi inquina paga”: dunque vanno verificati tutti i costi, da quelli ambientali ai danni economici (anche per i privati e l’economia del territorio circostante) e vanno messi a carico di chi usa l’infrastruttura.
  7. Gli Stati confinanti devono essere consultati su simili progetti per i possibili effetti sul loro territorio, in questo caso Austria e Germania; cosa che non è stata fatta.
  8. L’ampliamento dell’aeroporto mette a dura prova anche il rispetto del “Protocollo sul turismo” della Convenzione, che impegna a un turismo sostenibile. Un aumento di turisti di sempre più breve permanenza contrasta con tale obiettivo.

Tutte queste valutazioni mancano sia nella legge sull’aeroporto, sia nel “progetto di sviluppo”, che partono unicamente dall’esigenza di “far funzionare” economicamente la struttura.
La Convenzione delle Alpi è un trattato internazionale entrato nella legislazione dei singoli Stati che l’hanno ratificato. In Italia il protocollo trasporti è entrato in vigore il 7 maggio 2013. Il rispetto di impegni e obiettivi della Convenzione delle Alpi riguarda anche la Provincia di Bolzano, in quanto parte di uno Stato firmatario e dell’Unione europea.
Per questo, chiediamo alla Giunta Provinciale di integrare le valutazioni richieste dal Protocollo Trasporti nella futura Valutazione di Impatto Ambientale e di tenere conto di tutto questo anche nelle procedure previste dopo la consultazione popolare del 12 giugno.
Invero sarebbe stato molto meglio agire fin dall’inizio nel pieno rispetto della Convenzione delle Alpi. Solo attraverso la quotidiana applicazione dei principi di questo fondamentale trattato per la tutela dell’area alpina e di chi ci abita, l’Alto Adige potrà meritarsi davvero il titolo di “Regione del clima”.
Bolzano, 10.05.2016
Gruppo Verde in Consiglio provinciale
Il parere della CIPRA Austria:
[gview file=”http://www.verdi.bz.it/wp-content/uploads/2016/05/Endversion_StellungnahmeRSS_FlughafenBozen_12042016.pdf”]

Il vittimismo di Ulli Mair è del tutto spropositato.
prissianIl fatto che la Provincia cerchi alloggi per altri 700 richiedenti asilo, ha fatto infuriare la consigliera dei Freiheitlichen Ulli Mair, la quale accusa la giunta di „bypassare“ la popolazione piazzando profughi sotto casa a loro insaputa.
Anche se noi Verdi non siamo i difensori d’ufficio del lavoro della giunta e dell‘assessora Martha Stocker, ricordiamo che i 1000 richiedenti asilo e profughi attualmente accolti sono un numero esiguo e che dopo una prima reazione scettica sono stati accolti molto bene dalla popolazione locale. Altri 700 richiedenti asilo nel corso del 2016 li possiamo reggere, soprattutto se paragonati ai numeri del Land Tirolo che ne deve gestire ca. 7000.
Anche il riferimento alla situazione particolare dell‘Alto Adige/Südtirol con i tre gruppi linguistici è un argomento molto debole: l‘Alto Adige con la presenza di più culture non è un „territorio menomato“ bisognoso di particolare indulgenza, ma una regione consapevole tra le più benestanti in Europa. Se anche in Italia, come criterio per la distribuzione, si prendesse in considerazione la capacità economica oltre che il numero della popolazione (come viene fatto in Austria o in Germania) sarebbero ben altre le cifre di persone da accogliere con cui dovremmo confrontarci.
Ulli Mair sa poi meglio di tutti che la convivenza di più gruppi linguistici non è uno svantaggio, ma un valore aggiunto.
La nostra provincia e le persone che vi abitano non devono essere sovraccaricate nella loro disponibilità all‘accoglienza, ma soprattutto non devono essere mandate in un panico ingiustificato. L‘accoglienza dei profughi ha sì bisogno di una gestione migliore e di una visione più a lungo raggio, ma le grida d‘allarme della destra tedesca non vi danno alcun contributo.
05.05.2016
Brigitte Foppa e Hans Heiss, co-portavoce Verdi Grüne Vërc

Willi Hagl Foppa DelloSbarba Heiss

Georg Willi, Sigi Hagl, Brigitte Foppa, Hans Heiss, Riccardo Dello Sbarba


Rappresentanti politici dei Verdi da Germania, Austria e Italia dicono un chiaro e univoco NO alla chiusura del Passo del Brennero. “Chi chiude il confine al Brennero spacca l’Europa, poiché non esiste altro luogo più simbolico per uno sviluppo unitario europeo qual è il collegamento Nord-Sud attraverso le Alpi” hanno sostenuto giovedì al Brenero Brigitte Foppa, Hans Heiss, Riccardo Dello Sbarba insieme ai portavoce dei Verdi bavaresi e tirolesi Sigi Hagl e Georg Willi. L’incontro transfrontaliero è avvenuto in seguito a una riunione con il sindaco del Comune di Brennero Franz Kompatscher il quale ha spiegato loro gli ultimi sviluppi della situazione.
Grüne Delegation mit BM Kompatscher

La delegazione verde dei tre Stati con Franz Kompatscher, il sindaco del comune di Brennero.


L’Austria si prepara ad avviare controlli accurati lungo il confine per mettere un freno al flusso dei profughi. Se a tal scopo verrà eretta anche una recinzione è una questione ancora aperta. I Verdi altoatesini, tirolesi e bavaresi criticano le intenzioni austriache espresse finora in una dichiarazione comune. Chiedono una soluzione europea con centri di prima accoglienza posizionati negli Stati periferici dell’UE e un sistema di distribuzione equilibrato e solidale dei richiedenti asilo in tutta Europa.
Nel documento viene sottolineato anche il valore economico e sociale dei confini aperti. La libertà di circolazione di cittadini, cittadine, merci, servizi e capitali, da libertà basilare per l’UE è diventato concetto base per tutte le persone. In più un’intera generazione è cresciuta ormai senza conoscere confini. “Un ritorno ai controlli di frontiera, alla chiusura o addirittura a recinzioni sarebbe un passo indietro agli occhi di tutti/e i/le giovani adulti/e che hanno conosciuto solo un’Europa aperta, e anche agli occhi di tutte le altre persone.”
05.05.2016
Brigitte Foppa e Hans Heiss, Coportavoce Verdi Grüne Vërc

Approvata all’unanimità la proposta di legge provinciale del Gruppo Verde. Ora serve una rapida approvazione in Consiglio.

1200px-Hotel_Therme_Meran_2011

Von Imalipusram – Eigenes Werk, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=14771436


Non era mai successo nella storia del Consiglio provinciale, che una proposta di legge in materia di urbanistica avanzata dall’opposizione venisse approvata anche dalla maggioranza. E’ successo oggi nella 2a Commissione legislativa, dove è stato approvato all’unanimità il disegno di legge n. 66/15 „Hotel Terme di Merano“ proposto dal Gruppo Verde.
Il disegno di legge, come ha spiegato il presentatore Riccardo Dello Sbarba, prevede l’eliminazione dell’articolo 128bis della Legge Urbanistica che vincola l’intera area delle Terme di Merano come „zona per impianti pubblici sovracomunali“, quindi di competenza esclusiva della Provincia.
Il 128 bis è il residuo di una infelice vicenda, quando la Provincia si era messa perfino a costruire e gestire un Hotel, quello delle Terme. Con pessimi risultati e un enorme spreco di denaro pubblico.
Adesso questa vicenda è finita con la cessione dell’hotel ai privati. Restava però una cosa da fare: restituire tutta l’area al Comune, che per la zona dell’hotel ha già pronta la variazione di destinazione d’uso in „zona per strutture turistiche“, predisposta e fortemente voluta dalla assessora all´urbanistica Madeleine Rohrer e dallo stesso sindaco Rösch.
Presupposto per concludere il cambio di destinazione: l’eliminazione dell’articolo 128bis e la restituzione della competenza al Comune. E’ quel che ha fatto oggi la 2a Commissione Legislativa, approvando la legge del Gruppo Verde.
Ora il disegno di legge 66/15 passa all’aula. Auspichiamo che i tempi di trattazione di questo disegno di legge di un solo articolo vengano anticipati in modo che la legge possa entrare in vigore prima dell’estate.
Bolzano, 27.04.2016
Gruppo Verde in Consiglio provinciale.
Il disegno di legge 66/15 con la relazione del presentatore

Brennerautobahn_ATProposta verde per la seduta congiunta delle assemblee legislative
Oggi è stata approvata anche una proposta del Gruppo Verde.
La mozione dal titolo “Una strategia comune per l’asse viario del Brennero” chiede

  1. un gruppo di lavoro interregionale, in collaborazione con la Regione Veneto e il Libero Stato della Baviera, che elabori una strategia del traffico per l’asse Monaco-Verona; il gruppo di lavoro deve focalizzarsi sull’armonizzazione
    dei pedaggi nel quadro della direttiva dell’UE sui costi dell’infrastruttura ai fini di una riduzione e del trasferimento dei transiti;
  2. di condurre – nel contesto della strategia per la regione alpina (EUSALP) – delle trattative con i governi dell’Italia, della Germania e dell’Austria, con le regioni interessate e con l’UE, per attuare e concretizzare ulteriori misure come la creazione della Borsa dei transiti alpini;
  3. di adoperarsi affinché gli Stati e le regioni avviino delle trattative con la Commissione europea per modificare la direttiva sui costi dell’infrastruttura in modo da poter introdurre lungo il corridoio del Brennero un pedaggio che, tenendo conto delle condizioni geografiche particolari, porti allo spostamento del traffico dalla gomma alla rotaia; inoltre va creata la possibilità di far rientrare i costi di code e incidenti nel calcolo delle tariffe;
  4. di armonizzare il monitoraggio degli inquinanti lungo tutto l’asse Monaco-Verona prevedendo che sui display, oltre ai valori limite, siano indicati gli attuali livelli di ossidi di azoto e di polveri sottili; inoltre per alcuni tratti va verificata la possibilità di installare dei contatori del traffico che permettano di ottenere dati più precisi così da sensibilizzare maggiormente la popolazione.”

La mozione completa è a disposizione qui.
Bolzano/Trento, 21.04.2016
Consiglieri provinciali e regionali
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba
Hans Heiss

San Giacomo passerà alla Provincia. Roma ha già deciso. Il Landeshauptmann si batta per ottenere il massimo delle competenze!

flughafen terminalCi risiamo. Questa mattina il Presidente Kompatscher ha dichiarato a Rai Südtirol che se il 12 giugno vincerà il NO all’aeroporto, lo scalo tornerà allo stato e la Provincia perderà ogni controllo. Kompatscher per primo sa che questo non è vero.
Lo abbiamo detto più volte, e la stessa Giunta provinciale l’ha confermato rispondendo alla nostra interrogazione n. 1868/16 (vedi allegato), ma forse è utile ripeterlo: l’aeroporto sta passando, in ogni caso, alla Provincia.
Il 2 gennaio 2016 è entrato in vigore il Decreto del Presidente della Repubblica n. 201 sul ”Piano nazionale aeroporti” che stabilisce che: “Gli aeroporti di interesse regionale o locale sono trasferiti alle Regioni. Per Ie Regioni a statuto speciale e Ie Province autonome, il trasferimento è attuato in conformità alle previsioni degli Statuti speciali e delle relative norme di attuazione”.
Quindi: Roma non è più interessata a un aeroporto come quello di Bolzano e ha già deciso di trasferirlo alla Provincia, che dunque non ne perderà mai più il controllo. Se vincerà il no, la Giunta provinciale avrà tutto il potere necessario per rispettare la volontà popolare, per esempio declassando l’aeroporto e poi lanciando un concorso internazionale di idee per decidere come riutilizzare aree ed edifici.
È curioso che, invece di festeggiare questo trasferimento come un’altra conquista dell’autonomia, i favorevoli all’ampliamento dell’aeroporto usino lo spettro dello Stato (o dei privati: vogliamo proprio vedere chi vorrà investire i propri soldi in un aeroporto in deficit permanente, Air Alps docet!) come ricatto contro il libero voto dei cittadini e delle cittadine.
Ora il Presidente Kompatscher deve aprire aprire una trattativa serrata con Roma per ottenere il massimo delle competenze con la necessaria norma di attuazione dello Statuto.
La vittoria del NO non consegna l’aeroporto allo Stato, o ai privati, ma lo restituisce alla provincia e sopratutto alla volontà popolare.
Bolzano, 20.04.2016
Cons. Prov.
Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa
Hans Heiss

Presentazione del disegno di legge 67/15: Diritto al plurilinguismo nel sistema d’istruzione e formazione della Provincia

scuoleDurante gli incontri open-space organizzati nell’ambito della Convenzione sull’autonomia è stata indubbiamente la richiesta più forte dell’ambito tematico “convivenza dei gruppi linguistici in Alto Adige/Südtirol”: un vero sistema scolastico plurilingue è stato indicato come mezzo per una migliore comprensione reciproca linguistica e culturale. I segni e lo spirito del tempo parlano chiaro.
La giunta provinciale fa alcuni passi titubanti affidandosi alle offerte CLIL nelle scuole superiori. Apprezziamo lo sforzo. Sono necessari dei piccoli esperimenti di passaggio e l’opposizione dei conservatori è grande.
Eppure noi Verdi, che da decenni miriamo con convinzione a una società plurilingue, vogliamo fare ancora una volta un passo in più.
Abbiamo così elaborato questo disegno di legge, che in parallelo alla recezione della “Buona scuola” vuole promuovere nel dibattito pubblico anche il desiderio peculiare dei progressisti sudtirolesi di dare spazio a una scuola plurilingue in tutto il sistema d’istruzione e formazione della Provincia. “La buona scuola plurilingue”, così potremmo riassumere questo desiderio. Non sarebbe difficile realizzarlo e nessuno perderebbe alcun diritto.
Heinz von Förster, ricercatore costruttivista e “cibernEtico”, diceva: agisci sempre in modo che il numero delle possibilità di scelta cresca! Vedeva in questo principio anche una causa di felicità. Nel mondo della formazione sudtirolese ci sarebbe posto sufficiente a tal proposito.
Alcuni buoni motivi per il diritto al plurilinguismo nel nostro sistema d’istruzione e formazione.

  • I desideri da parte dei genitori (Convivia, Genitori per il Bilinguismo / Eltern für die Zweisprachigkeit, MixLing) e i risultati dei sondaggi (quelli svolti nel 2008 e nel 2015 dal Comitato provinciale dei genitori nella scuola tedesca svolti tra i/le presidenti delle rappresentanze dei genitori e dei consigli d’istituto, Studio Eurac KOLIPSI– 2009)
  • Dichiarazioni nel Barometro linguistico 2014 (ASTAT)
  • Scarse conoscenze della seconda lingua, spesso lamentate, da parte delle studentesse e degli studenti della scuole superiori.
  • Buona accettazione delle offerte plurilingui provate fino a ora, come ad esempio l’insegnamento CLIL o l’anno scolastico nella seconda lingua “Un anno in L2”.

Basi giuridiche
Il nostro disegno di legge si basa su normative di legge vigenti, che estende e sviluppa ulteriormente:

  • Obiettivo europeo lingua madre +2, Barcellona 2002
  • Legge provinciale del 16 luglio 2008, n. 5, art. 1 e art. 14
  • Legge provinciale del 24 settembre 2010, n. 11, art. 1 e art. 7
  • Statuto d’autonomia, art. 19

Le basi giuridiche già esistenti danno sufficienti indicazioni e costituiscono un mandato per potenziare il plurilinguismo nel sistema d’istruzione e formazione sudtirolese. Il presente disegno di legge costituisce un primo passo in tale direzione.
Un’offerta linguistica più grande che non lede diritti già esistenti
Il nostro disegno di legge integra l’attuale offerta scolastica, solo nel caso questa sia richiesta e se le iscrizioni siano sufficienti (per l’asilo 14, per la scuola 15 iscrizioni), con un percorso plurilingue. Questa offerta aggiuntiva, non obbligatoria, può essere scelta all’asilo, nella scuola primaria e secondaria. Il percorso classico attuale resta invariato (il diritto all’insegnamento nella propria lingua madre non viene toccato).
Il corpo docenti per le classi plurilingui viene composto da insegnanti di entrambi i gruppi linguistici, i quali ricevono una formazione e corsi di aggiornamento specifici.
L’insegnamento delle diverse materie avviene in una delle due lingue della provincia, tedesco o italiano. Per garantire un vocabolario tecnico sufficiente in entrambe le lingue, durante il percorso scolastico, la lingua d’insegnamento viene cambiata. Nel primo ciclo d’istruzione, se il piano della scuola lo prevede, si può sviluppare anche un’offerta plurilingue con alunne e alunni di età diverse. Nella scuola superiore e nelle scuole professionali provinciali, l’indirizzo plurilingue può svolgersi anche in singoli moduli.
L’offerta plurilingue è un arricchimento nel panorama educativo dell’Alto Adige/Südtirol e, come la scuola ladina, potrebbe costituire un laboratorio per nuove forme d’apprendimento e per una convergenza tra culture. Tale offerta ridurrebbe molto la pressione esercitata sulla scuola attuale la quale si trova comunque a dover affrontare una composizione plurilingue delle classi e in più andrebbe anche a tutelare coloro che non intendono avvalersi di un orientamento plurilingue, ma preferiscono attenersi al principio della madrelingua.
Si creerebbe così una situazione vantaggiosa per tutti e tutte.
Il disegno di legge e la relazione
Bolzano, 18.04.2016
Brigitte Foppa, Riccardo Dello Sbarba, Hans Heiss

Für ein entschiedenes und gut begründetes NEIN zum Flughafen!

Mit der Broschüre “Airport free zone” gibt die Grüne Landtagsfraktion den Bürgerinnen und Bürgern für die Volksbefragung über den Bozner Flughafen eine ausführliche Informationsgrundlage an die Hand.
Das Heft präsentiert eine aktualisierte Zusammenfassung des Minderheitenberichts von Riccardo Dello Sbarba und ergänzt ihn mit Grafiken und Tabellen. Abgerundet wird die Broschüre mit einem einleitenden Kommentar von Hans Heiss und einem eindringlichen Wahlruf von Brigitte Foppa.
Seitdem der Landtag die Volksbefragung angekündigt hat, ist viel geschehen. Die Gründe für unser NEIN wurden zwischenzeitlich mehrfach bestätigt.
1. Während der Informationstreffen, die von ABD organisiert wurden, hat die Bevölkerung klar und deutlich zu verstehen gegeben, das sie sich gegen den Flughafenentwicklungsplan ausspricht.
2. Verschiedene Gemeinden des Unterlandes und Überetschs, allen voran ihre BürgermeisterInnen, haben ihr NEIN zum Flughafen erklärt.
3. Der zuständige Fachbeirat der Landesumweltagentur hat das von ABD vorgestellte „Umweltscreening“, das die Gesundheitsrisiken heruntergespielt hat, widerlegt, und entschieden, den Flughafenentwicklungsplan einer echten Umweltverträglichkeitsprüfung (UVP) zu unterziehen. So schreibt Flavio Ruffini, Direktor der Abteilung Umwelt: „Das Projekt könnte aufgrund seiner Beschaffenheit, seines Ausmaßes und seiner Lage einen beträchtlichen Einfluss auf die Umwelt haben.“
4. Eine Vielzahl von ExpertInnen und im Luftverkehr Tätige (zuletzt Niki Lauda) haben bestätigt, dass der Bozner Flughafen für Fluggesellschaften nicht interessant ist. Indessen vermag ABD nicht einmal eine (!) Luftfahrgesellschaft zu benennen, die ein konkretes Interesse angemeldet hätte.
Als Antwort auf den ständig wachsenden Unmut der Bevölkerung versuchen die FlughafenunterstützerInnen Verwirrung zu stiften. So hat ABD-Präsident Michaeler letzte Woche behauptet, dass es „maximal fünf Flüge täglich geben wird“. Diese Aussage widerspricht jedoch dem von ABD selbst aufgestellten Entwicklungsplan.
Um die Behauptung zu widerlegen reicht ein Blick auf die Aussendung der Umweltagentur: „Der Entwicklungsplan sieht im Normalfall ungefähr 40 Flugbewegungen täglich vor, mit größeren Propellermaschinen und Düsenflugzeugen (ausgenommen kleine Sportflieger). An den Hauptflugtagen steigen die Flugbewegungen auf bis zu durchschnittlich circa 50 am Tag. […] Es wird mit einem Anstieg der belastenden Emissionen um 150% bis zu 400% berechnet.“ Und dabei sind die Belastungen durch den Lärm noch gar nicht aufgeführt!
In einem Anfall der Verzweiflung versuchen die FlughafenbefürworterInnen die Menschen mit den angeblichen Folgen des NEIN-Siegs zu erpressen: Sie behaupten, der Flughafen würde ausgeschrieben werden und in die Hände Privater fallen.
Diese Drohung ist leicht von der Hand zu weisen. Denn Rom hat entschieden, den Flughafen an das Land abzugeben und dieses hat, wenn das Nein gewinnt, jegliche rechtliche Befugnis, um den Willen der Bürgerinnen und Bürger umzusetzen.
Der „Nationale Flughafenplan“, der am 27. August von der Regierung Renzi beschlossen wurde, sieht vor, dass der Übergang mittels Durchführungsbestimmung geschieht. Landeshauptmann Kompatscher ist dafür der erste Ansprechpartner und sollte diese daher schnellstmöglich in die Wege leiten.
Die Erreichbarkeit wird durch die Bahn immer besser gewährleistet. Wer wirklich fliegen muss, kann auf ein gut ausgebautes System von Bussen und Zügen zurückgreifen, die Bozen mit den umliegenden Flughäfen verbindet.
Die gesamte Dokumention findet sich im Heft: „Airport free zone“: für ein entschiedenes und gut begründetes NEIN zum Flughafen.

Bozen, 12.04.2016
Grüne Fraktion im Südtiroler Landtag
Riccardo Dello Sbarba, Brigitte Foppa, Hans Heiss

160406_Plakat_70x100_V2-002Il 17 aprile votiamo SI per fermare le trivelle!
Domenica prossima si terrà il referendum nazionale sulle trivellazioni petrolifere e del gas nel Mediterraneo Si deciderà se autorizzare o no il rinnovo delle concessioni esistenti. Chi vota SÌ, si oppone all’articolo della legge di stabilità del governo Renzi che consente il prolungamento delle concessioni fino all’esaurimento dei giacimenti.
Noi Verdi dell’ Alto Adige condividiamo la preoccupazione delle nove regioni e del Comitato che hanno promosso questo referendum e invitiamo a votare e di votare sì, per le seguenti considerazioni:

  1. Il Mar Mediterraneo, in particolare il mare Adriatico, è un mare particolarmente sensibile ed già sottoposto a un utilizzo intenso e rischioso. Un incidente su una piattaforma petrolifera potrebbe portare a uno sversamento di petrolio e causerebbe un disastro ecologico ed economico incomparabile. Quanto prima chiudiamo le trivellazioni, meglio è.
  2. Pozzi di petrolio e di gas sono sempre un intervento pesante per qualsiasi ecosistema. Un certo grado di inquinamento ambientale è conseguenza inevitabile. Le trivellazioni e l’iniezione di aria compressa sconvolgono gli abitato di pesci, mammiferi marini e altre forme di vita marina.
  3. Il mare è uno dei beni comuni e il suo uso dovrebbe anche portare benefici alla comunità. L’Italia, invece, ha le royalties più basse del mondo. Solo il 7% per il petrolio e il 10% per il gas spetta allo Stato per i diritti di sfruttamento. Altrove, questo valore è del 30%. Inoltre vengono concesse ogni anno ingenti franchigie. Questa è un’altra ragione per cui le compagnie petrolifere sono interessate ad avere licenze che durano in eterno, in modo da continuare a godere il più a lungo possibile di queste vantaggiose condizioni.
  4. Petrolio e gas estratti dal Mediterraneo rappresentano una quota piccolissima parte del consumo totale in Italia: 0,8% del consumo totale di petrolio e il 2,1% del consumo di gas proviene dal Mediterraneo. Queste quote non sono decisive per la sicurezza degli approvvigionamenti, al contrario di quanto molti dicono. Una buona politica di risparmio e di efficienza energetica, coniugata con una efficace politica tariffaria potrebbe facilmente compensare queste quote.
  5. Continuare a sfruttare le fonti fossili di energia è una scelta preistorica, e dimostra che l’ostentata modernità del Premier Renzi è puro marketing. Ciò è confermato anche da tutte le misure di Renzi nel settore delle energie rinnovabili. Non per niente l’impegno in questo promettente settore è calato notevolmente negli ultimi anni. E questo settore ha anche un grande potenziale di occupazione!
  6. L’Italia si è impegnata nel 2015 alla conferenza sul clima a Parigi a raggiungere l’obiettivo di non superare un aumento delle temperature di 1,5 gradi a protezione del clima.L’Italia deve dunque impegnarsi nella strada verso la transizione energetica. Scommettere ancora su petrolio e gas, e mettere a rischio il più grande tesoro d’Italia, il “Mare Nostrum”, è l’opposto di una politica climatica.
  7. Infine, andare a votare significa anche reagire al boicottaggio del referendum da parte di Renzi e al suo appello all’astensione.. Ricordiamo il cinico “Andate al mare” alla Craxi e Bossi nel lontano 1991 per il referendum Segni.

A questo disprezzo per le preoccupazioni dei cittadini e dei cittadini e per la tutela della natura e del bene comune, vogliamo opporre un clamoroso SÌ per fermare le trivellazioni.
Il nostro cuore alpino batte anche per il mare.
Montagna, Bressanone, Bolzano, 10.04.2016
Brigitte Foppa, Hans Heiss, Riccardo Dello Sbarba