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Il parlamentare europeo Reinhard Bütikofer in ferie in Sudtirolo.
DSC_0374-ÜBERARBEITETIn estate l’Alto Adige/Südtirol è una meta amata da rappresentanti politici di spicco di varia appartenenza. Dopo Merkel, Napolitano & co, in questi giorni ha fatto tappa nella nostra provincia anche un noto politico Verde: Reinhard Bütikofer, co-presidente del Partito Verde europeo e membro del Parlamento Europeo. Dal Parlamento del Land Baden-Württemberg, attraverso il Parlamento federale tedesco, fino alla elezione al Parlamento europeo nel 2014 Bütokofer ha alle spalle una lunga carriera politica i cui inizi risalgono al 1988.
Poco prima della riapertura dei lavori nel Parlamento europeo, Bütikofer si è preso ancora un po’ di tempo per una breve vacanza in Sudtirolo. Nel corso di una piacevole cena in compagnia della signora Renée Krebs e di alcune/i rappresentanti dei Verdi sudtirolesi ha avuto modo di raccontare gli alti e bassi della sua lunga carriera politica. Al centro della conversazione ha tenuto banco la situazione politica europea: Bütikofer ha insistito nella descrizione del ruolo dei Verdi come forza politica che sin dall’inizio ha portato avanti il pensiero di integrazione europea come linea guida per le politiche ambientali, sociali ed economiche.
Il politico europeo ha mostrato però anche interesse nei confronti della politica sudtirolese, a partire dalla questione dei profughi e dalla situazione di Merano di cui hanno portato testimonianza il sindaco Paul Rösch e il Consigliere comunale Toni Ladurner.
I Verdi Altoatesini da qualche tempo stanno portando avanti l’istanza di adesione al Partito dei Verdi europei ed è proprio nel corso di un incontro dei Verdi europei a Utrecht che Brigitte Foppa e la collaboratrice Anna Hupel hanno conosciuto il co-presidente la primavera scorsa. A settembre c’è in programma un incontro ufficiale, con il quale si vuole rafforzare ancora di più il rapporto tra i Verdi Grüne Verc e il Partito verde europeo.
Bolzano/Bozen, 17.08.2016
Brigitte Foppa & Hans Heiss, co-portavoce / Co-Vorsitzende Verdi Grüne Vërc
Foto (da sx von links): Hans Heiss, Brigitte Foppa, Paul Rösch, Reinhard Bütikofer, Renée Krebs, Anton Ladurner

Due anni e mezzo fa ci eravamo presentati alle elezioni provinciali con il motto “Politica pulita, ambiente sano”. Di conseguenza l’impegno del gruppo consiliare e del partito verde nella prima metà della legislatura è stato dedicato fortemente alle tematiche della democrazia e della politica ambientale. E questo è stato riconosciuto, nel tradizionale seminario estivo dei Verdi, dai circa 40 presenti (rappresentanti del Coordinamento Provinciale, ma anche diversi consiglieri comunali e altri interessati). D’altro canto è stata rilevata esplicitamente la debolezza della Giunta Provinciale su questi temi. Proprio per questo l’azione verde in campo ambientale è ancora più necessaria, come è stato sottolineato unanimemente al Seminario. Il punto di approccio sarà la salvaguardia del clima con i tre pilastri della mobilità, della casa e dell’alimentazione. Lavoreremo poi anche sui temi dell’agricoltura sostenibile, della formazione alla sostenibilità e della tutela della natura. Oltre ovviamente a tenere molto bene d’occhio la legge sull’urbanistica che attualmente viene scritta dalla Giunta Provinciale e che per natura è il cardine dello sviluppo del territorio.
Il secondo tema del Seminario erano i costi della politica e i presenti hanno discusso la mozione che il gruppo consiliare ha depositato in Consiglio. Su questo argomento i Verdi giocano all’attacco lavorando in tre direzioni:
– primo punto: separare gli stipendi dei politici dai politici stessi. C’è bisogno di un nuovo “contratto” tra gli elettori e i politici da loro incaricati. La popolazione deve essere consultata, in un processo partecipato, sul giusto stipendio da assegnare e sul valore che vuole dare alla propria rappresentanza.
– secondo: separazione tra retribuzioni dei politici e finanziamento dei partiti. Attualmente i partiti vengono finanziati indirettamente attraverso le consigliere e i consiglieri eletti; i cittadini, di conseguenza, non possono avere voce in capitolo e spesso non hanno neanche le informazioni sulle finanze dei partiti. Si devono cercare le vie per rendere possibile, anche in Alto Adige, un finanziamento pubblico e trasparente, esattamente come in molti altri paesi europei. Così anche gli stipendi dei politici potrebbero essere più modesti e vicini agli stipendi delle altre persone.
– terzo: bisogna sondare le potenzialità dell’autonomia in materia. La convenzione offre un’eccellente occasione per stabilire, nel futuro regolamento della nostra autonomia, che siamo noi altoatesini che vogliamo definire i costi della nostra democrazia. E vogliamo farlo, per quanto possibile, con un processo partecipativo e condiviso tra cittadini e cittadine e i loro rappresentanti, rimediando così alle derive populiste sull’argomento.
In questo modo l’onore della rappresentanza politica potrebbe essere recuperato e rafforzato. Sarebbe un bel passo per uno sviluppo attivo e positivo del Bene Comune che a noi Verdi, da sempre, sta a cuore.
Brigitte Foppa e Hans Heiss, Co-Portavoce Provinciali

Sostenibilità digitale in Alto Adige/Südtirol: Perché gli standard open sono importanti per la democrazia
È stato uno dei temi affrontati nel dialogo estivo “Cloud: Mito, realtà, autonomia” tenutosi venerdì 29 luglio alla Casa Kolping di Bolzano.
gruppenbildÈ stato il primo evento pubblico del nuovo gruppo verde „Digital Sustainability”, a cui hanno partecipanto una quarantina di persone. Il relatore principale Italo Vignoli, fondatore di The Document Foundation, ha fornito una rapida panoramica sulla storia delle open source, delle loro possibilità di utilizzo e dei loro vantaggi rispetto ai prodotti creati e venduti dalle multinazionali i quali tendono a legare gli/le utenti in maniera esclusiva. Nel corso di una discussione molto interessante sono state affrontate le problematiche legate alla sicurezza, al copyright, agli effetti democratici dell’utilizzo dei software, ai confini della trasmissibilità e della trasmissione dei dati. Markus Mittelberger, Corinna Lorenzi e Anton Auer hanno raccontato di esperienze concrete con l’utilizzo di sistemi Cloud o Telegram come piattaforme di comunicazione per la creazione di documenti comuni. I Verdi bolzanini hanno organizzato tutta la campagna elettorale tramite Telegram.
Nel corso della serata si è presentato anche il nuovo gruppo di lavoro verde „Digital Sustainability”. Si tratta del quinto gruppo di lavoro accanto ai quattro già esistenti: Donne, Young Greens, verdECOnomia e social&green. È stato creato intorno alla necessità di creare in modo sostenibile il sistema digitale e nei prossimi mesi si occuperà di democrazia, accessibilità, pari opportunità del mondo digitale.
I criteri più importanti in tal senso sono stati raccolti nel „Manifesto per la sostenibilità digitale in Alto Adige/Südtirol“, presentato all’inizio della serata.
Il manifesto contiene 10 criteri della sostenibilità e 4 obiettivi:
1) Contenuti liberi: è importante sostenere modelli aperti e partecipativi di produzione culturale (ad es. Wikipedia…) affinché contenuti finanziati con soldi pubblici vengano resi liberamente accessibili.
2) Libero accesso al sapere: risultati di ricerche e attività educative finanziate dalla collettività devono essere resi disponibili quali beni di pubblico dominio.
3) Free Open Source Software (FOSS): grazie al software libero e liberamente modificabile è nata una nuova visione dell’informatica quale infrastruttura strategica in grado di legare trasparenza, indipendenza e sicurezza con efficienza dei costi a lungo termine.
4) Standard aperti, come fondamenta dell’interoperabilità e dell’interscambiabilità nelle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, le quali devono essere in grado di unire la sicurezza degli investimenti con la loro sostenibilità.
Nel corso del dialogo estivo dello scorso venerdì è stato sottolineato con forza il significato concreto di questi 4 obiettivi per una strategia della “democrazia digitale” come parte di una democrazia moderna, la quale sarà assolutamente necessaria anche per una Autonomia moderna dell’Alto Adige/Südtirol.
A questo primo evento seguirà un „Dialogo autunnale“, dove si parlerà degli aspetti socio-politici della sostenibilità digitale.
Bolzano, 01.08.2016
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Monaco ha alle spalle una notte di caos e paura. Questo ci tocca. Monaco è la metropoli a noi più vicina geograficamente e molti di noi vi hanno dei legami per motivi di studio, lavoro o parentela.
Noi Verdi del Sudtirolo esprimiamo la nostra solidarietà con gli abitanti di Monaco e il nostro cordoglio ai parenti delle vittime.
I fatti e lo sfondo dell’assassinio di 10 persone verranno chiariti presto, questa è la nostra speranza, e si capirà se è un gesto folle di un singolo o se deve essere inquadrato in una più vasta strategia di terrorismo.
Comunque resta grande lo spavento in tutta Europa. Una crescente tensione e la perdita di solidarietà forse sono i motivi che stanno dietro ad atti del genere. Proprio per questo siamo tenuti a tenere alti i valori di pace, solidarietà e giustizia sociale. L’unica via, forse, per uscire da paura e insicurezza.
Bozen/Bolzano, 23.07.2016
Brigitte Foppa und/e Hans Heiss,
Co-Landesvorsitzende / Co-Portavoce Provinciali

Pyramide L’auto-eliminazione dei direttori di dipartimento è un chiaro segnale che sono superflui 
Nel congratularci con il Comune di Bolzano per la scelta del nuovo direttore generale Andrea Zeppa vogliamo ribadire i nostri dubbi sul senso dei direttori di dipartimento.
Già a inizio anno in un’interrogazione consiliare („La piramide dorata“) abbiamo sollevato la problematicità dei direttori di dipartimento. Questi ufficialmente hanno la funzione di anello di congiunzione tra politica ed amministrazione. In realtà però si tratta di chiamate esclusivamente politiche e spesso servono per piazzare persone dall’entourage dei partiti di maggioranza. L’effetto-domino dell’abbandono dei direttori, mai visto prima in questà entità (sono già „caduti“ 5 su 8 direttori di dipartimento di questa giunta!) lo conferma in maniera fin troppo evidente.
Secondo noi sono propio superflui. Superflui e cari. Una brava assessora o un bravo assessore deve essere in grado, assistito dal/la referente personale, di interagire con i 4-5 direttori di ripartizione del suo assessorato per gestire la guida politica dell’amministrazione. Ricordiamo i costi: nel 2015 i direttori di dipartimento guadagnarono tra i 76.954,48 Euro (Carmen Plaseller, chiamata nel corso dell‘anno) e 142.716,05 Euro (Valentino Pagani) risp. 158.233,53 Euro (Eros Magnago). A queste cifre vanno aggiunte quelle dei referenti personali (complessive 559.000 Euro nel 2014).
Ciò significa che 23 persone gravano con oltre  2milioni l’anno sulla spesa pubblica. Nel momento che in tutta la provincia c’è un violento dibattito sulle necessarie priorità politiche ed economiche da porre, bisogna urgentemente ridiscutere il senso dei direttori di dipartimento.
La legge sugli incarichi dirigenziali che è in fase di preparazione ne offrirà occasione. La direzione da intraprendere sarebbe certamente quella di rafforzare la posizione dei direttori e delle direttrici d’ufficio. Innovazione, leadership, sviluppo: normalmente nascono lì dove si elaborano i progetti, quindi bisognerebbe puntare con forza sul management medio. Ma temiamo che alla fine saranno proprio rivalutati i piani più alti – dove è più facile e immediato l’intervento politico.
Sarebbe questo, comunque un fatale segno di debolezza – peraltro già testimoniato dai „fuggitivi“ direttori di dipartimento… che, uno dopo l’altro, scappano via dalla sfera d’influenza dei loro capi politici.
 

                                                                                                                                 22.07.2016

Consiglieri provinciali
Brigitte Foppa, Hans Heiss, Riccardo Dello Sbarba

160525_FB_Header_ThemaLa scorsa settimana il Consiglio provinciale è tornato a discutere dell’aeroporto di Bolzano, in connessione con l’articolo 4 dell’assestamento di bilancio, che prevede la cessione o la liquidazione della società ABD. Dai discorsi fatti dal Presidente Kompatscher e da altri sostenitori dell’aeroporto è emersa una interpretazione esclusivamente finanziaria del risultato del referendum.
Si tratta di una interpretazione riduttiva. Il ritiro del finanziamento pubblico era certamente un tema del referendum, ma non l’unico. Il 12 giugno infatti si è votato – dopo 6 mesi di discussione – su una legge che prevedeva il potenziamento dell’aeroporto e la maggioranza schiacciante ha bocciato questo potenziamento. Il fondamentale mandato che la politica ha ricevuto dunque dalle cittadine e dai cittadini e quello di “depotenziare” il più possibile lo scalo bolzanino. Per questo, che la Provincia esca o liquidi ABD non basta: la questione decisiva è cosa si fa dell’aeroporto di Bolzano, prima ancora di decidere chi la fa.
Il sospetto che ci è venuto ascoltando gli interventi di molti fautori dell’aeroporto di Bolzano, è che essi sperino che alla Provincia subentri un gruppo di privati che faccia poi quel potenziamento che, dopo il voto del 12 giugno, la Provincia non può più fare senza perdere la faccia.
A conferma, ci ha preoccupato che la Giunta non abbia accettato la nostra mozione per il ripristino del Piano urbanistico di Laives nella situazione precedente alla modifica d’ufficio della Provincia che rende possibile l’allungamento della pista dagli attuali 1292 metri a 1432 metri, secondo il Masterplan del 2011. Auspichiamo che quando la richiesta arriverà ufficialmente dal comune di Laives, la Giunta la prenderà in più seria considerazione.
Altrimenti davvero verrebbe confermato che il piano B della lobby aeroportuale, dopo la batosta del referendum, è di far fare ai privati quello che la politica non può fare più. Ma con questo “potenziamento tramite privatizzazione” la Giunta provinciale aggirerebbe il risultato del referendum e tradirebbe la volontà di oltre il 70% delle cittadine e dei cittadini.
Non possiamo consentire un tale tradimento. Ci appelliamo a tutte le persone che si sono battute per il No al referendum di restare all’erta e continuare l’impegno.
Il gruppo Verde farà la sua parte come sempre: con decisione e coerenza.
Bolzano, 18 luglio 2016
Cons. prov.
Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa
Hans Heiss

Krankenhaus-Sterzing„Mantenere quel che c’è di buono, avere il coraggio del nuovo“: questo lo slogan elettorale della Svp nel 2013. Si prometteva un nuovo stile in politica, il coinvolgimento di cittadine e cittadini e nel settore sanità “ha priorità il mantenimento e lo sviluppo delle attuali strutture e servizi”.
A metà legislatura di tutto questo è rimasto ben poco. La Svp sembra non più capace di ascoltare e comprendere la voce della popolazione. Noi Verdi abbiamo seguito con attenzione la discussione sulla riforma sanitaria e sulla chiusura del reparto nascita di Vipiteno. Noi riteniamo che su questo argomento è stata fatta una scelta sbagliata, è stata utilizzata una strategia sbagliata (o forse nessuna strategia) e una comunicazione catastrofica.
Per questo non approviamo per nulla la decisione di chiudere il reparto dal 31 ottobre 2016 per diverse ragioni:

I motivi di politica sanitaria

All’inizio della discussione la Giunta provinciale ha portato l’argomento del risparmio. Anche se adesso questo viene negato (vedi il discorso del capogruppo Steger in consiglio provinciale alla fine di giugno) quello del “processo di razionalizzazione è stato il motivo iniziale con cui si è giustificata la chiusura a Vipiteno. “Altrimenti lanciamo l’Azienda sanitaria contro un muro” disse il direttore  Mayr in una audizione in consiglio nel 2015.
Dopo la rivolta della popolazione, che chiese a gran voce di applicare i risparmi ad altre spese davvero inutili (vedi i risultati del referendum sull’aeroporto) allora la Giunta cambiò argomento: il non raggiungimento del numero minimo di 500 nascite e successivamente la mancanza di una copertura 24 ore su 24 del personale specialistico richiesto dal Ministero. E alla fine è arrivato l’argomento della mancanza generale di medici.
L’ospedale di Vipiteno si è impegnato intensamente per risolvere una dopo l’altra tutte le criticità citate: il numero di nascite è stato raggiunto, i criteri di sicurezza e presenza del personale indicati dal Ministero sono stati garantiti.
Quindi, ora resta la domanda: qual’è il senso di chiudere il punto nascita di Vipiteno?
Viene chiuso un reparto attrezzato al meglio, funzionante, amato dall’utenza e gestito in modo innovativo da personale impegnato.
A detta del Presidente della Giunta non ci saranno tagli di personale. Le nascite verranno trasferite a Bressanone, che ha già i suoi problemi strutturali e personali. Non è fuori luogo immaginare che in questa vicenda giochi un ruolo anche l’idea di realizzare strutture sanitarie private.

  I motivi di democrazia e di politica locale

L’eccellente reparto di Vipiteno è stato ultimamente messo in discussione anche da una piccola élite di esperti interna alla Azienda Sanitaria, la cui critica però non trova alcun riflesso nell’opinione della popolazione e soprattutto delle donne. Nessuno mette in discussione l’attrattività esercitata da Vipiteno ben oltre i confini del comprensorio: nel 2015 193 donne di altri comprensori hanno partorito a Vipiteno, una città che ha nell’ospedale e soprattutto nel reparto nascite un importante fattore di identità. Non a caso l’intera valle si è schierata a sua difesa, consiglio comunale compreso.
La Giunta provinciale ha deciso senza tenere conto dell’opinione della popolazione. Questo è un boomerang dal punto di vista democratico e ne soffrirà non solo la Svp ma l’intera politica. Un grosso errore è stata la mancanza di comunicazione con le persone interessate, che l’hanno saputo dai giornali. Alla fine si pensa di poter impedire anche la popolazione si esprima.  Un atteggiamento catastrofico.

I motivi di politica femminile e in particolare la salute delle donne

L’intera discussione sulla “sicurezza” mette in secondo piano la conquista delle donne del diritto  all’autodeterminazione nel parto. Alla nascita, esperienza fondamentale di ogni donna, in questa discussione è stata sottratta la dimensione più profonda e importante e ridotta a standard.
In questo modo si nega non solo i bisogni, ma che l’autentica sicurezza delle donne. La quale sicurezza – come meglio di tutti sanno le donne e le ostetriche – non è garantita solo dalla presenza del personale medico, ma dalla sicurezza nell’informazione, nella libertà di scelta, nel diritto alla individualità, all’assistenza pre e post parto.
La voce delle donne è stata troppo poco ascoltata. La parola, nell’intera discussione, l’hanno avuta soprattutto gli uomini: primari, cosiddetti esperti della sicurezza, e così via, che hanno ancora una volta voluto decidere quel che è il bene delle donne.

Per tutti questi motivi, e per esprimere la nostra solidarietà con l’alta Val d’Isarco e alle persone che lì sono impegnate a difesa del punto nascita, questa sera saremo presenti in silenzio alla manifestazione che si terrà a Vipiteno.

                                                                                                                                                             14.07.2016

Cons. prov.
Brigitte Foppa, Riccardo Dello Sbarba, Hans Heiss

flughafen terminalIl Gruppo Verde ha depositato un Disegno di legge sui poteri della Provincia e un ordine del giorno a salvaguardia dei dipendenti.
Con l’articolo 4 della legge di assestamento di bilancio (nr. 89/16) la Provincia dismette ABD e si ritira dalla gestione diretta dell’aeroporto e dal suo finanziamento. Con questo la Giunta provinciale ritiene di dare attuazione al risultato del referendum del 12 giugno, che ha bocciato il “piano di sviluppo”. Ieri si è dimesso l’intero CDA di ABD.
Chi ha votato il 12 giugno ha però chiesto anche la limitazione dell’attività aeroportuale a Bolzano a difesa della salute della popolazione e dell’ambiente. Questi obbiettivi possono essere garantiti solo se la Provincia ha il potere di decidere sull’utilizzo dell’area aeroportuale e sulle attività che vi si svolgono. Ciò è possibile grazie al nuovo quadro nazionale: il decreto del Presidente della Repubblica n. 201/2015, entrato in vigore il 2 gennaio 2016, trasferisce alla Provincia l’aeroporto. A questo punto la Provincia deve darsi una legge che definisca con precisione tutte le competenze. C’è poi da garantire il futuro dei/delle attuali dipendenti di ABD.
Per questi motivi, oggi il Gruppo Verde ha depositato:

  1. Un disegno di legge provinciale, “Norme sull’aeroporto di Bolzano”, che assegna alla Provincia il potere di assegnare la gestione dell’aeroporto di approvare il piano d’impresa e il contratto di servizio, di determinare tutti gli aspetti delle attività e dei servizi e di esercitare un quotidiano controllo. Nel disegno di legge un ruolo importante hanno i Comuni e la Comunità comprensoriale interessati, che esprimono loro pareri sul contratto di servizio e il piano d’impresa e che devono dare l’intesa sugli orari per l’attività di volo.
  2. Un Ordine del giorno, da discutere questa settimana il collegamento col bilancio di assestamento, per la tutela del personale dipendente di ABD, nelle diverse ipotesi della cessione o della liquidazione.

Con la legge e l’ordine del giorno il Gruppo verde vuole contribuire a una sana “exit strategy” dalla fallimentare storia dell’aeroporto di Bolzano.
Bolzano, 12 luglio 2016
Il disegno di legge e l’ordine del giorno:
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Il Consiglio della Provincia approva due mozioni dei verdi
Gruppo Verde in Consiglio provincialeDa oggi in poi possiamo sperare di vedere riattivate le fontanelle dell’acqua sulle banchine delle stazioni in Alto Adige. Il Consiglio provinciale ha approvato la mozione verde in cui si chiede che la provincia si attivi affinché nelle stazioni gestite dalla provincia vi sia la possibilità di avere dell’acqua potabile gratuita e di sensibilizzare i comuni che hanno in gestione le stazioni ferroviarie affinché installino fontane con acqua potabile gratuita.
Inoltre il primo punto deliberativo della mozione verde “tratta e sfruttamento della prostituzione: conoscere, informare, sensibilizzare” è stata approvata dal Consiglio provinciale. Questo punto della mozione prevede che un’indagine conoscitiva dovrà essere realizzata in collaborazione con la rete di tutte le istituzioni e le associazioni coinvolte nelle attività di contrasto, tenendo conto di tutti i fattori e i soggetti che ne partecipano, compresa la realtà dei clienti. Purtroppo per mettere in azione dei nuovi provvedimenti mirati di sensibilizzazione e di contrasto bisognerà aspettare.
Qui trovate il testo completo della mozione
“Fontane sulle banchine ferroviarie”
“Tratta e sfruttamento della prostituzione: conoscere, informare, sensibilizzare”