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COMUNICATO STAMPA.

Per accedere ai sussidi casa coppie sposate e coppie non sposate in teoria hanno gli stessi diritti. Però solo in teoria. Perché alla fine dei conti le coppie sposate hanno sempre alcuni punti in più, e non proprio pochi. Per la precisione 5.

È così dal lontano 1999, quando è stato approvato il regolamento di esecuzione relativo alla legge sull’edilizia agevolata. I primi “matrimoni Durnwalder”, così come venivano chiamati i matrimoni fatti per accedere ai sussidi negli anni 90, stanno per festeggiare le nozze d’argento. Il regolamento è ancora in vigore ed è durato fino a oggi. Nel 2016 è stato sì regolamentato anche quando le situazioni di convivenza sono “simili” a un matrimonio (due persone che hanno figli in comune, se abitano in un’abitazione comune o se dichiarano di voler abitare insieme nell’abitazione oggetto dell’agevolazione dopo il suo acquisto o la sua ultimazione; due persone non vincolate da rapporti di parentela, affinità o adozione, da matrimonio o da un’unione civile, che abitano da almeno due anni in un’abitazione comune; due persone che, pur non abitando in un’abitazione comune, hanno figli minori in comune e non comprovano la cessazione del rapporto familiare), il bonus di 5 punti per i matrimoni tradizionali però è rimasto invariato. La situazione non corrisponde proprio ai tempi, anche per un discorso di pari opportunità. Sempre meno coppie in Alto Adige decidono di sposarsi. Molte persone “osano” unire le loro residenze spesso anni prima del matrimonio. In più ci sono anche coppie che forse vorrebbero sposarsi, ma che non possono – vedi coppie dello stesso sesso.

La legge sull’edilizia sociale aspetta una revisione da anni. Dopo il nulla di Tommasini, sembra non muoversi molto nemmeno con l‘assessora Deeg. La presenza di questo relitto dei vecchi tempi diventa ancora più assurda.

Il Gruppo Verde ha consegnato un’interrogazione alla Giunta che verrà trattata nel tempo dedicato ai temi di attualità della seduta di maggio. Queste le domande:

  1. Che cosa ne pensa la Giunta di questa situazione?
  2. Nell’ambito della riforma della legge sull’edilizia agevolata sussiste l’intenzione di mettere le coppie non sposate sullo stesso piano delle coppie sposate al 100% e di rielaborare il sistema dell’assegnazione dei punteggi?
    a. Se sì, quale sarà l’iter di questo approccio?
    b. Se no, chiediamo una spiegazione dettagliata.
  3. Le coppie dello stesso sesso che non possono sposarsi hanno automaticamente un punteggio peggiore? Come pensa l’assessora di stabilire la parità di diritti?

BZ, 23/04/2021

Cons. prov.
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba
Hanspeter Staffler

COMUNICATO STAMPA.

22 aprile: Giornata della Terra

Da alcuni decenni il 22 aprile si celebra la Giornata della Terra. È un’occasione che ci ricorda i tanti problemi di distruzione ambientale, ma anche le numerose organizzazioni che si impegnano per la tutela dell’ambiente e della natura.

Nonostante da molti anni siamo diventati sempre più concordi sul fatto che la Terra stia soffrendo per gli interventi umani invasivi e violenti, le grandi crisi si sono man mano aggravate. La crisi climatica e quella della biodiversità sono espressione di un comportamento basato sullo sfruttamento delle altre creature viventi.

“Molti provvedimenti e tentativi volti a deviare il sistema economico in una direzione più ecologica sono di fatto falliti” afferma il Consigliere provinciale Hanspeter Staffler. Autorevoli esponenti del mondo della scienza ci ammoniscono da decenni che se continuiamo così roviniamo il nostro pianeta. Ciononostante, lo sfruttamento dei mari, la distruzione delle foreste pluviali e l’avvelenamento del mondo agricolo non hanno mai raggiunto livelli così gravi.

Vediamo giornalmente che rappresentanti politici a livello provinciale e comunale danno troppo spesso la precedenza agli interessi economici: „Che si tratti di funivie o di centrali idroelettriche, che si tratti di cave di ghiaia o di escavazioni in aree agricole, nel nostro territorio natura e paesaggio hanno sempre la peggio” continua Staffler.

Siccome poi le leggi attualmente in vigore sono senza forza bisogna trovare nuove vie: per tutelare veramente la natura e l’ambiente abbiamo bisogno di un tribunale per i diritti della natura che possa punire i governi inadempienti. Purtroppo abbiamo dovuto constatare che misure di sensibilizzazione, formazione e i risultati di tante ricerche vengono puntualmente ignorati da chi deve prendere le decisioni. Solo un tribunale per i diritti della natura può obbligare i Governi a farsi carico e a rispettare ambiente, piante, animali, habitat, ecc.

21.04.2021

Cons. prov.
Hanspeter Staffler
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba

COMUNICATO STAMPA.

Tra grandi difficoltà e tentativi di impedire la discussione da parte del Presidente Paccher, si è parlato oggi in Consiglio regionale dalla “causa Savoi”. Il segretario questore Savoi, ci si ricorderà, dopo il loro passaggio a un altro partito aveva definito “troie” le consigliere regionali Ambrosi e Rossato. In seguito, 16 Consigliere e Consiglieri regionali hanno firmato un documento in cui chiedevano al Presidente le dimissioni di Savoi dall’incarico che ricopre all’interno dell’ufficio di presidenza.

Nel corso del dibattito è stato chiesto più volte a Savoi di prendere posizione e di rassegnare le dimissioni. Molti Consiglieri e molte Consigliere hanno dichiarato espressamente che, dopo le sue esternazioni, la presenza di Savoi in Presidenza, dove rappresenta tutto il Consiglio regionale, non è più accettabile. Savoi ha mantenuto il silenzio a lungo per poi finalmente intervenire alla fine del dibattito, dichiarando di aver compiuto un errore, ma che non pensa assolutamente a dare le dimissioni.

Così la questione è ora in mano alla maggioranza politica. Le Consigliere e i Consiglieri regionali Verdi Foppa, Coppola, Dello Sbarba e Staffler chiedono alla maggioranza, soprattutto alla SVP, di dare un chiaro segnale in occasione del passaggio di presidenza che avverrà nel mese di maggio. Se la maggioranza SVP-Lega dovesse continuare a sostenere Savoi all’interno dell’Ufficio di presidenza, sarebbe una grave dichiarazione su che cosa sia pensabile e dicibile nella nostra Regione. E tutto l’impegno per respingere la violenza e l’odio contro le donne verrebbe vanificato.

 

21.04.2021

 

Cons. Regionali
Brigitte Foppa
Lucia Coppola
Riccardo Dello Sbarba
Hanspeter Staffler

ANFRAGE ZUR SCHRIFTLICHEN BEANTWORTUNG.

Die Welt der Kunst und Kultur ist in der Krise. Kunstschaffende sind von der Pandemie besonders hart getroffen und stehen dennoch nicht im Fokus der Öffentlichkeit. Umso mehr sind sie – auch schon vor dem Notstand – auf öffentliche Gelder angewiesen.

Daher richten wir folgende Fragen an die Landesregierung:

  1. Wieviel Landesgelder für die Förderung der Tätigkeit und für Investitionen (falls erfolgt) wurden an folgende „Städtetheater“ in den vergangenen 10 Jahren ausgezahlt? – Wir bitten um Auflistung nach Jahren, seit 2010.
    a. Teatro Stabile
    b. Carambolage Bozen
    c. Vereinigte Bühnen Bozen
    d. Freies Theater Bozen
    e. Dekadenz in Brixen
    f. Theater in der Altstadt Meran
    g. Stadttheater Meran
    h. Stadttheater Bruneck

Bozen, 21.04.2021

Landtagsabgeordnete
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba
Hanspeter Staffler

INTERROGAZIONE SU TEMI DI ATTUALITÀ.

La Giunta provinciale ha riposto alla nostra interrogazione n. 31/aprile/2021 citando gli aumenti medi previsti dall’ipotesi di riforma del canone provinciale, di recente presentata alle parti sociali. Vorremmo però una risposta precisa sulle città a maggiore tensione abitativa, e in particolare su Bolzano dove il canone provinciale attualmente di circa 6,63 € al m2 verrebbe portato a oltre 9 €. La proiezione presentata alle parti sociali prevede per l’identico appartamento a Bolzano un aumento del 35,5% del canone provinciale (appartamento di 60 m2, dagli attuali 556 € ai futuri 754 €: aumento di 198 €).

Si chiede alla Giunta provinciale:

  1. È esatto che l’ipotesi presentata alle parti sociali prevede un aumento del canone provinciale mensile a Bolzano, dagli attuali 6,63 € al m2, a oltre 9 € al m2?
  2. A quanto ammonterebbe il nuovo canone provinciale a Merano, Bressanone, Brunico, Laives?
  3. Il canone provinciale non dovrebbe tutelare chi ha diritto a una prima casa a prezzi moderati? Che senso ha aumentare il canone proprio nelle città dove i prezzi sono più alti?
  4. Non ritiene la Giunta che il canone provinciale svolga una funzione di moderazione degli affitti offerti sul mercato privato? Non teme che l’aumento scateni una corsa al rialzo degli affitti anche sul mercato privato?

Bolzano, 21 aprile 2021

Cons. prov.
Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa
Hanspeter Staffler

COMUNICATO STAMPA.

Dopo essere stata approvata alla Camera lo scorso novembre, la proposta di legge Zan contro l’omotransfobia è ora bloccata in Senato. Di una legge contro l’omofobia (purtroppo) il nostro Paese ha urgente bisogno. Troppo spesso persone vengono aggredite, insultate e picchiate, non per aver fatto qualcosa, ma solo per essere di un determinato sesso o genere, per il loro orientamento sessuale, per via della loro identità di genere o addirittura per il fatto di avere una disabilità.

Il tasso di omotransfobia in Italia è paragonabile a quello dei Paesi più autoritari e discriminatori. Di una legge che contrasti il fenomeno si parla da ben 23 anni e siamo uno degli ultimi Paesi europei a non avere ancora una legge di questo tipo.

L’emergenza sanitaria ha reso il tema più urgente, perché anche in questo campo ha fatto aumentare le violenze in generale e in famiglia in particolare. Secondo Gay Help Line tra il 2019 e il 2020 il dato sulle violenze e gli abusi è aumentato del 9%. Il dato durante l’emergenza Covid-19 è cresciuto sino al 40% per gli adolescenti. Anche l’Alto Adige non è immune da questo fenomeno e una legge chiara a livello statale è importante per rafforzare l’impegno delle istituzioni locali per contrastare la violenza e l’intolleranza.

I Verdi Grüne Verc ritengono che l’Italia ha bisogno urgentemente di una legge contro l’omofobia. Per questo chiedono che la proposta di legge Zan sia inserita nel calendario dei lavori parlamentari con scadenze certe e la garanzia che, pur consapevoli che spetta al Parlamento il compito di definirne liberamente il testo finale, il dibattito possa arrivare a una conclusione positiva.

Con questo spirito il  Gruppo Verde in Consiglio provinciale ha presentato una mozione che invita il Parlamento italiano a dare finalmente alla Repubblica italiana una legge volta a contrastare efficacemente le discriminazioni fondate sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità.

 

Bolzano, 21.04.2021

 

Cons. prov.

Riccardo Dello Sbarba

Brigitte Foppa

Hanspeter Staffler

Co-portavoce Verdi Grüne Verc

Marlene Pernstich

Felix von Wohlgemuth

 

Più spazi pubblici per bar e ristoranti – ora!

Per tanto, forse troppo, tempo, bar e ristoranti sono rimasti chiusi. Con un incredibile impegno, le nostre imprese e i loro dipendenti stanno lottando contro questa crisi e ora che sono previste aperture graduali, spetta a tutte e tutti noi continuare a sostenerle. Ogni locale che non sopravvive a questa crisi sarà una perdita pesante per tutta la comunità. Le prime aperture presumibilmente saranno possibili solo per le aree esterne e molte attività non hanno grandi terrazze o giardini. Bar e ristorante sono situati spesso nel cuore dei nostri paesi e delle nostre città e già in passato avevano bisogno di ogni metro quadrato per essere competitivi.

Perciò l’appello ai comuni di mettere a disposizione, senza burocrazia e in tempi rapidi, delle superfici supplementari per bar e ristoranti. Anche quelle aree che in “altri” tempi non erano rese agibili. Queste possono essere parcheggi, parchi e gli spazi aperti degli edifici pubblici. Ogni tavolo e ogni sedia in più può essere utile ed è necessaria.

Nello spirito della solidarietà, questi spazi dovrebbero essere messi a disposizione gratuitamente, almeno fino a quando non sarà consentito aprire anche gli spazi interni. Una maggiore disponibilità di spazi aperti è sicuramente d’aiuto per gli esercizi pubblici, ma è anche una misura necessaria in un’ottica più a lungo termine di lotta contro la pandemia.

Felix von Wohlgemuth
Co-Portavoce Verdi Grüne Vërc

 

COMUNICATO STAMPA.

Nella sua ultima seduta la Giunta provinciale ha approvato i piani di performance per il triennio 2021-23. L’allegato B della delibera riguarda il bilancio di genere. Con questo si intende l’istituzione e la messa in opera all’interno dei bilanci pubblici di provvedimenti che abbiano l’obiettivo di ottenere una reale parità di genere.

Il bilancio di genere (gender budgeting) è stato inserito già nel 2006 dalla Giunta provinciale come parte integrante della strategia di Gender Mainstreaming. Quindici anni sono tanti. In un periodo di tempo così si potrebbero avviare una quantità infinita di misure. Ma soprattutto sarebbe possibile almeno riuscire a capire cosa significa pensare il bilancio provinciale in un modo che tenga conto del genere.

Purtroppo non è il caso dell’Alto Adige. Il suddetto allegato B mostra che la spesa direttamente destinata alla promozione della parità di genere ammonta a 189.500 € per il 2021. Per il 2022 e il 2023 saranno 209.500 €. Ciò significa che lo 0,003% del bilancio totale, cioè 3 centomillesimi, sarà utilizzato per misure di parità di genere in Provincia di Bolzano. Tra il 2021 e il 2023 non è previsto nessun investimento.

“Si potrebbe pensare quindi che con il Recovery fund, che di fatto è riservato agli investimenti, si sia provveduto a migliorare questa situazione” afferma la consigliera Foppa che in proposito ha scritto un’interrogazione. In una prima versione, l’Alto Adige ha presentato allo Stato 47 progetti, il cui volume totale ammonta a 2,4 miliardi di Euro. Come è noto, al centro del piano c’è il Dispositivo per la ripresa e la resilienza (Reconstruction and Resilience Facility (RRF)) e una delle sei “missioni” è la “Giustizia sociale e territoriale, la parità di genere”. In questa missione troviamo circa 1/10 dei fondi richiesti. La Provincia ha presentato 3 progetti:

  • Edilizia sociale (1 progetto – risanamento e realizzazione di appartamenti sociali – 21 milioni di Euro)
  • Scuola e formazione professionale (4 progetti, tra cui la Casa per la formazione continua, risanamento energetico di studentati e scuole private, misure edilizie per la formazione professionale, formazione digitale in zone periferiche, tot. 172 milioni)
  • Campagna Brand Südtirol/Alto Adige (1 progetto – creazione di un marchio – 77 milioni di Euro).

„Cosa c’entra tutto questo con la parità di genere?“ ha chiesto la consigliera Foppa al Presidente e assessore competente Kompatscher. La risposta è stata piuttosto imbarazzata. Beh certo si spera che tutto vada a favore sia degli uomini che delle donne. “Una cosa sono i  progetti per la promozione della parità uomo-donna, un’altra sono progetti che portano avanti l’intera società” ha dichiarato il Presidente.

Conclusione: le donne continuano a essere incluse “gratis”, per così dire. Gli spaventosi dati sul tasso di disoccupazione femminile e lo svantaggio nella retribuzione (- 17% rispetto agli uomini) confermano che è urgente osservare con uno sguardo specifico la questione della parità di genere (è questo che si intende infatti per vero gender budgeting). E senza soldi non funziona!

 

 

 

BZ, 19.04.2021

Cons. Prov.

Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba
Hanspeter Staffler

VOTO.

Il 4 novembre 2020 l’Assemblea della Camera ha approvato il testo unificato delle proposte di legge AAC. 107, 569, 868, 2171 e 2255, volto a contrastare le discriminazioni fondate sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità. Il provvedimento interviene in particolare sul Codice penale per ampliare l’ambito di applicazione dei delitti contro l’uguaglianza (articoli 604-bis e 604-ter c.p.) così da punire le condotte discriminatorie e di istigazione alla discriminazione, le condotte violente e di provocazione alla violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità. Dopo l’approvazione della Camera, il provvedimento è passato all’esame del Senato, dove trova maggiori difficoltà ad essere trattato. Già in passato proposte di leggi su questa e analoghe materie, pur approvate da un ramo del Parlamento o dalle commissioni legislative competenti, sono alla fine state condotte nel vicolo cieco che non porta mai alla trattazione e all’approvazione in aula. Sarebbe davvero un peccato perdere di nuovo l’occasione per dotare l’Italia di una legge moderna, come già altri paesi hanno fatto.

È una legge di cui (purtroppo) il nostro Paese ha bisogno. Troppo spesso persone vengono aggredite, insultate e addirittura picchiate, non per aver fatto qualcosa, ma semplicemente per via dell’essere di un determinato sesso o genere, per il loro orientamento sessuale, per via della loro identità di genere o addirittura per il fatto di avere una disabilità.

Fino a trent’anni fa l’omosessualità era registrata come malattia mentale dall’OMS. Il tasso di omofobia in Italia è paragonabile a quello dei Paesi più autoritari e discriminatori.

Di una legge contro l’omofobia in Italia si parla da ben 23 anni. E a parte il caso dell’Emilia-Romagna, che si è dotata di un provvedimento regionale, il Paese è ancora indietro rispetto al resto d’Europa. Siamo uno degli ultimi Paesi europei a non avere una legge di questo tipo.

L’emergenza sanitaria ha reso il tema più urgente, perché anche in questo campo ha fatto aumentare le violenze in generale e in famiglia in particolare. Secondo Gay Help Line tra il 2019 e il 2020 il dato sulle violenze e gli abusi è aumentato del 9%. Il dato durante l’emergenza Covid-19 è cresciuto sino al 40% per gli adolescenti.

Anche in Alto Adige si verificano episodi di violenze e atteggiamenti intolleranti nei confronti di persone e coppie gay, dall’altra parte la stessa Provincia di Bolzano e alcuni comuni dell’Alto Adige sono diventati membri della rete antidiscriminazioni RE.A.DY e questo li rende sensibili e attivi rispetto a queste situazioni problematiche. Anche per rafforzare questo impegno delle nostre istituzioni locali è oggi indispensabile avere un chiaro quadro legislativo anche a livello statale.

Pertanto,
Il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano
invita pertanto il Parlamento italiano:

A dare alla Repubblica italiana una legge volta a contrastare efficacemente le discriminazioni fondate sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità, portando a termine celermente la trattazione del disegno di legge “Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità” già approvato alla Camera dei Deputati e che adesso deve essere messo il prima possibile all’ordine del giorno del Senato della Repubblica.

 

Bozano, 19.04.2021

Cons. prov.
Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa
Hanspeter Staffler

INTERROGAZIONE.

Rispondendo alla nostra interrogazione n. 1328/21 l’assessore competente, alla risposta n. 3, ha scritto:

Il criterio base per la determinazione della tariffa da riconoscere alle strutture private per l’erogazione di prestazioni di specialistica ambulatoriale e quindi anche per le visite specialistiche è quello del costo standard, a cui si aggiungono il nomenclatore tariffario nazionale (DM 18.10.2012) e i tariffari delle altre Regioni (art. 8-sexies del DLGS n. 502 del 30 dicembre 1992 e s. m. e i).

Con riferimento particolare alle visite si deve tenere anche conto del fatto che fino a 36,15 euro la tariffa corrisponde al pagamento del ticket da parte dei pazienti non esenti. Pertanto la tariffa è sempre stata mantenuta all’interno del range 25 euro – 36,15 euro (dal 2019 pari a 36,15 euro) per garantire un accesso equo ai cittadini e conforme con quanto applicato dalle altre Regioni/Province Autonome. La tariffa, avendo effetto sul ticket, non corrisponde sempre ai costi effettivamente sostenuti dalle strutture erogatrici: dall’ultima rilevazione anno 2018 il costo standard totale di una visita specialistica ambulatoriale risulta essere di euro 32,30 nelle strutture private (case di cura convenzionate) e di euro 61,20 nella struttura pubblica (Azienda sanitaria).

Ringraziando per la risposta alla nostra interrogazione, chiediamo ulteriori informazioni sia su questo che su altri punti.

 Si chiede quindi alla Giunta provinciale:

  1. La frase “tariffa da riconoscere alle strutture private per l’erogazione di prestazioni di specialistica ambulatoriale e quindi anche per le visite specialistiche” significa che tale tariffa equivale alla somma che la sanità privata riceve per la corrispondente prestazione e che il privato per tale prestazione non riceve un centesimo in più rispetto a questa “tariffa riconosciuta”?
  2. Come incidono “il nomenclatore tariffario nazionale (DM 18.10.2012) e i tariffari delle altre Regioni (art. 8-sexies del DLGS n. 502 del 30 dicembre 1992 e s. m. e i)” nel calcolo della “tariffa da riconoscere alle strutture private”?
  3. Per essere concreti: a quanto ammonta attualmente la “tariffa riconosciuta alle strutture private” nelle branche specialistiche indicate nella citata risposta, cioè dermatologia, cardiologia, oculistica, reumatologia? Se il calcolo è composto da diverse componenti (vedi risposta alla precedente domanda), si chiede di indicate l’ammontare delle singole componenti per ogni branca specialistica.
  4. Tenendo conto che “fino a 36,15 euro la tariffa corrisponde al pagamento del ticket da parte dei pazienti non esenti e che pertanto la tariffa è sempre stata mantenuta all’interno del range 25 euro – 36,15 euro”, questo significa che il pagamento del ticket copre la totalità o quasi della tariffa riconosciuta al privato? E come funziona il sistema: che il paziente per il servizio del privato paga il ticket all’Azienda sanitaria e poi la Provincia rimborsa al privato la “tariffa riconosciuta”, oppure il ticket va subito al privato e poi tra privato e pubblico viene calcolato l’eventuale conguaglio?
  5. Il punto più importante è però questo: “dall’ultima rilevazione anno 2018 il costo standard totale di una visita specialistica ambulatoriale risulta essere di euro 32,30 nelle strutture private (case di cura convenzionate) e di euro 61,20 nella struttura pubblica (Azienda sanitaria)”. Su questo, una prima domanda: come sono stati calcolati questi costi standard? Cioè, questi sono stati calcolati per prestazioni strettamente equivalenti, cioè considerando in entrambi i settori la singola e strettamente identica prestazione? (e non, per esempio, i costi globali dei reparti o simili, poiché in questo caso il privato potrebbe coprire solo una parte – magari la meno onerosa – delle prestazioni possibili, mentre il pubblico è obbligato a coprire tutte le possibili prestazioni di quella branca specialistica e dunque anche quelle più onerose…)
  6. Se il calcolo è stato fatto tra identiche prestazioni, da cosa dipende questa notevole differenza nei costi standard nel pubblico e nel privato?
  7. La differenza dei costi standard significa che il privato è più efficiente, o che cura peggio del pubblico, o che cosa?
  8. I maggiori costi del pubblico vengono considerati conseguenza necessaria per il tipo di servizio che il pubblico deve offrire per garantire il diritto universale alla salute oppure il servizio pubblico ha ampi margini di miglioramento? In questo secondo caso, ha la Provincia un progetto per questo miglioramento e se sì quali e in quali tempi?
  9. Dall’anno 2020 alla sanità privata è stato chiesto anche di accogliere pazienti affetti da Covid 19 che non potevano essere ricoverati nelle strutture pubbliche. Si chiede per l’anno 2020 e 2021 – naturalmente per il periodo in cui sono disponibili i dati richiesti:
    • Quanti sono stati questi ricoveri di pazienti Covid presso strutture private convenzionate?
    • A quante giornate complessive hanno corrisposto?
    • Qual era (o è) la “tariffa riconosciuta” dalla Provincia per ogni giorno di ricovero?
    • Quanto è stato speso in tutto per questi ricoveri nella sanità privata?
  10. Quanto è stato speso dalla Provincia nello stesso periodo di cui alla risposta precedente per visite specialistiche e prestazioni diagnostico-strumentali nelle strutture private convenzionate?
  11. Oltre ai ricoveri di pazienti Covid 19, è stato chiesto alle strutture private di ricoverare in convenzione pazienti affetti da altri tipi di patologie, e se sì, quanti, per quante giornate complessive, a quale “tariffa riconosciuta” e per quale spesa totale? Si richiedono i dati riferiti allo stesso periodo indicato nelle risposte alle domande 9 e 10, o in mancanza per il periodo di cui i dati sono disponibili.

 

BZ,16.04.2021

Cons. prov.
Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa
Hanspeter Staffler

 

Qui potete scaricare la risposta della giunta.