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Il 3 dicembre si celebra la Giornata internazionale delle persone con disabilità. Per questo, gli Young Greens Southtyrol (YGS) hanno dedicato ieri il loro Young Green Meeting Point (YGMP) con due espert* dalla Germania sotto il motto “#StartUpInclusion” all’importante tema dell’inclusione.

“Bensì siamo diventati una società con molte persone diverse, ma non tutt* abbiamo lo spazio e le opportunità che dovremmo avere. Le persone con disabilità continuano a lottare con le barriere quotidiane, a prescindere dal fatto che le*i loro prossim* le notino o meno “, ricorda Arjun Pfaffstaller, attivista YGS con disabilità visiva.

Tali barriere quotidiane assumono molte forme: Le fermate sopraelevate impediscono alle*agli utenti su sedia a rotelle e alle persone con mobilità ridotta di salire. Un linguaggio complicato impedisce alle persone con disabilità cognitiva di ottenere informazioni.

Anche il modo in cui intratteniamo rapporti può creare barriere: “Troppo spesso le persone che non rientrano nei nostri schemi predefiniti le mettiamo fuori gioco, in parte involontariamente e in parte per comodità. Questo accade spesso con persone le cui disabilità non sono visibili, ma il cui comportamento non passa inosservato”, afferma Alex Guglielmo, co-portavoce degli YGS e portatore di apparecchi acustici. “In questi casi spesso basta un “Come stai? Di cosa hai bisogno?” in un minuto calmo.

Nonostante un sistema scolastico largamente inclusivo e leggi sull’inclusione collaudate in Italia, c’è ancora molto lavoro da fare sul tema dell’inclusione: “Inclusione significa avere un pensiero creativo che non deve mai fermarsi. Dobbiamo ripensare l’inclusione ogni giorno e reinventarla a seconda della situazione. Questo è l’unico modo per creare un facile accesso alla società per tutt*”, afferma Pfaffstaller.

“L’inclusione non deve più essere una questione di cui si parla solamente quando tutto va bene, se la prendiamo sul serio. Il pensiero inclusivo deve diventare un principio cardine che influenza ogni decisione. La pandemia ci ha mostrato quanto fragili possano essere le promesse e gli sforzi. Infatti, non è passato molto tempo da quando Masatsch ha dovuto chiudere”, ricorda Guglielmo.

“Nel complesso, essere inclusiv* significa la disponibilità di tutt* noi a pensare oltre, a progettare in modo più differenziato ed a pianificare più in grande rispetto allo stato precedente, purtroppo abituale e non inclusivo. Per fare questo, abbiamo bisogno della consapevolezza delle*dei nostri prossim* con disabilità e della volontà di renderl* completamente visibili”, sintetizza Pfaffstaller.

INTERROGAZIONE.

Durante la trattazione in aula della nostra interrogazione su temi d’attualità n. 8/12/20-XVI, “Hotel Post a Dobbiaco: salvare la facciata?”, c’è stata la possibilità di porre alla assessora competente Hochgruber Kuenzer una seconda domanda a voce.

La domanda – riportata agli atti del Consiglio -era la seguente:

DELLO SBARBA (Grüne Fraktion – Gruppo verde – Grupa vërda): “Grazie presidente! Vorrei porre una domanda ulteriore. Adesso purtroppo siamo alle briciole della facciata e dell’edificio, allora guardiamo un po’avanti. Le vorrei fare una domanda sulla prospettiva di quell’area, perché io vedo non solo il brutto che avanza in quell’area, ma anche una gigantesca operazione immobiliare, con enormi profitti per il privato che la fa, questa è la verità. Noi abbiamo notizie che già con la vendita di una piccola parte del nuovo edificio si va oltre il costo d’acquisto, che era circa 1.800.000 euro. Quindi adesso noi, con una serie di decisioni pubbliche, abbiamo consentito a un privato di fare enormi profitti. Io voglio sapere da Lei, assessora, che cosa di quell’operazione viene al pubblico, perché appunto questa operazione è stata fatta grazie a decisioni pubbliche e autorizzazioni pubbliche, quindi che cosa viene al pubblico, sia in termini di valore, sia in termini di beneficio per il pubblico interesse? Cosa c’è di pubblico interesse nell’aver distrutto quell’Hotel e nel ricostruire al suo posto un enorme edificio?”

La risposta dell’assessora è stata la seguente:

HOCHGRUBER KUENZER (Landesrätin für Raumordnung und Landschaftsschutz, Denkmalschutz – SVP): „Das ist natürlich die Frage. Es ist privat, wobei ich nicht glaube, dass es zwischen der Gemeinde und den privaten Besitzern einen Raumordnungsvertrag gibt. In einem solchen wäre ein Benefit für das Gemeinwohl, also für die Gemeinde eventuell möglich, aber ich glaube nicht, dass das der Fall ist. Ich kann mich aber noch genauer informieren. Es ist natürlich ein wunderschöner Platz, aus dem natürlich viel Profit geschlagen werden kann. Es fällt wenig bis gar nichts an die Öffentlichkeit ab, das stimmt. Wie gesagt, ich habe den Raumordnungsvertrag nicht überprüft, ich kann das aber gerne machen. Im neuen Raumordnungsgesetz ist natürlich mit einer Zweckänderung auch eine Abgabe an die Gemeinde vorgesehen“.

[“Questa, ovviamente, è la domanda. È (un edificio) privato, ma non credo che esista una convenzione urbanistica tra il Comune ei proprietari privati. In tal caso sarebbe stato possibile un beneficio per il bene pubblico, cioè per il comune, ma non credo che sia così. Ma posso informarmi ancora meglio. Certo, si tratta di una piazza bellissima, da cui ovviamente si possono trarre molti profitti. Al pubblico tocca poco o nulla, questo è vero. Come ho detto, non ho verificato (se esista) la convenzione urbanistica, ma posso farlo volentieri. Nella nuova legge Territorio e Paesaggio adesso, ovviamente, in presenza di un cambio di destinazione d’uso è prevista anche una cessione di valore al Comune”.

Questo aspetto è molto importante per giudicare l’insieme dell’operazione immobiliare attorno all’ex Hotel Post. Infatti, stipulare una convenzione urbanistica ai sensi dell’articolo 40-bis della vecchia Legge Urbanistica Provinciale (n. 13/1997) era una facoltà e non un obbligo del comune, ma essa avrebbe comportato un beneficio per l’ente pubblico e la popolazione, che senza questa convenzione non è arrivato, lasciando tutto il vantaggio al privato. Fare la convenzione o non farla è dunque una scelta politica rilevante da cui si può giudicare come è stato amministrato un comune.

Per questo desideriamo verificare esattamente come sono andate le cose, se la norma sulla convenzione urbanistica – o qualsiasi altra misura che consentisse un beneficio per il pubblico – potesse in quel momento essere applicata e se, potendolo essere, sia stata applicata oppure no.

Tutto ciò considerato, si chiede alla Giunta provinciale:

  1. All’operazione immobiliare che riguarda l’hotel Post di Dobbiaco, con la sua totale demolizione e ricostruzione di un edificio di altra dimensione e destinazione d’uso, si poteva applicare la norma sulla “convenzione urbanistica” prevista dall’articolo 40-bis della vecchia Legge Urbanistica Provinciale (n. 13/1997)?
  2. Oltre al 40-bis, c’erano altre norme che si potevano applicare a questo caso al fine di far partecipare l’ente pubblico almeno ad una parte dei benefici che l’operazione immobiliare avrebbe generato?
  3. Risulta che all’operazione immobiliare che riguarda l’hotel Post di Dobbiaco sia stata effettivamente applicata la norma sulla “convenzione urbanistica” (art. 40-bis, LP n. 13/1997) o una qualsiasi altra norma, al fine di far partecipare l’ente pubblico almeno ad una parte dei benefici che l’operazione immobiliare avrebbe generato?
  4. Se alla domanda n. 3 la risposta è NO, quali norme sono allora state applicate all’operazione immobiliare che riguarda l’hotel Post di Dobbiaco?
  5. Risulta alla Provincia che nella vicenda urbanistica che riguarda l’ex Post di Dobbiaco sia mai stata considerata, o proposta, l’applicazione delle norme citate nelle domande precedenti, per assicurare all’ente pubblico almeno una parte dei benefici generati dall’intera operazione immobiliare?
  6. Ha un’idea la Provincia di quale plusvalore potrà generare l’intera operazione, una volta conclusa, al privato imprenditore che risulterebbe aver acquisito l’Hotel a un prezzo di € 1.806.500,00?
  7. Quali benefici vengono all’ente pubblico e alla cittadinanza di Dobbiaco dalla suddetta operazione immobiliare, oltre all’allargamento di 6 m. della piazza?
  8. Come giudica la Giunta provinciale il modo in cui le amministrazioni comunali di Dobbiaco, nel corso del tempo, hanno gestito questa vicenda?

 

Bolzano, 30 novembre 2020

Cons. prov.
Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa
Hanspeter Staffler

 

© Fotos: Tageszeitung

COMUNICATO STAMPA.

Oggi 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, il Consiglio provinciale boccia la mozione Verde in cui si proponeva di avviare dei progetti di prevenzione a scuola, coinvolgendo sia maschi che femmine fin dalla più tenera età.

Solo maschi e femmine insieme possono instaurare e far crescere relazioni non violente. Nessuno dei numerosi partecipanti al dibattito ha messo in discussione contenuti e impostazione della proposta. Raramente abbiamo visto così tanti interventi su una mozione in Consiglio provinciale. Ben 17 consiglieri hanno preso la parola per esprimere la propria opinione su questo tema. Tutti si sono sentiti coinvolti. “Gli uomini soprattutto sembrano aver preso coscienza del fatto che si tratta di un problema che li riguarda direttamente. Di questo sono molto soddisfatta, significa che qualcosa sta cambiando. Ma le conclusioni di tutto questo consenso lasciano perplesse. Anche perché il suggerimento per questa mozione veniva proprio dalle dirette coinvolte: le case delle donne” commenta la prima firmataria Brigitte Foppa.

Perché alla fine del dibattito è arrivato il No secco degli assessori alla scuola. Secondo loro nelle scuole si fa già abbastanza.

A questa motivazione e ad altre argomentazioni portate nella discussione diciamo 3 volte NO!

– NO, non è vero che la violenza è sempre colpa di qualcun altro. La violenza di genere riguarda proprio noi ed è importante che queste attività di sensibilizzazione e prevenzione avvengano a scuola, proprio perché a scuola si raggiungono tutti, ragazzi e ragazze di tutte le provenienze sociali e culturali.

– NO, la violenza di genere non è neutrale. Nel femminicidio una donna viene uccisa in quanto donna. Non c’è nulla di neutrale in questo.

– NO al No degli assessori! Non è vero che si fa abbastanza se ci troviamo ancora a discutere di questo triste tema. E in Alto Adige il pericolo di violenza di genere è più alto che nel resto d’Italia.

Quindi NO, non è vero che facciamo abbastanza.

Con un piccolo Sì a questa mozione si sarebbe potuto fare molto. “Siamo delusi e delusa, ma non per questo getteremo la spugna. #NoiResistiamo.”
Allegati i risultati delle votazioni.

Bolzano, 25.11.2020

Cons. prov.
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba
Hanspeter Staffler

Qui potete scaricare il risultato della votazione nominale.

COMUNICATO STAMPA.

Tutti gli anni, il 25 novembre ci ricorda che non sono solo le pari opportunità delle donne a essere un problema. Da decenni le donne lottano per questo. Ma le donne devono lottare purtroppo ancora per le cose essenziali, come il diritto all’integrità fisica. Perché le donne sono quotidianamente vittime della violenza di genere.

Qualcosa deve cambiare, e non possiamo aspettare. Sono necessarie misure concrete. Ma da dove cominciare, ci si può chiedere. Dalla prevenzione e preferibilmente il prima possibile, di questo ne è assolutamente convinto il Gruppo Verde in Consiglio provinciale. Perché il comportamento violento non è una cosa innata, ma viene appreso. Molti bambini sono costretti a vivere la violenza in famiglia; ne vengono indirettamente colpiti quando questa violenza avviene tra un genitore e l’altro. Questi bambini, nella loro vita adulta, avranno tre volte più probabilità di incontrare questo tipo di violenza. Questo fenomeno va contrastato.

“Con una mozione, proponiamo quindi questa settimana in Consiglio provinciale di attivare su tutti i livelli scolastici dei laboratori sulle “relazioni non violente” – dichiara la prima firmataria Brigitte Foppa – e per questi bisogna prevedere un finanziamento fisso”. Fin dai più piccoli si può e si deve lavorare sul tema della risoluzione non violenta dei conflitti. Le esperienze mostrano anche il successo di workshop tenuti con i giovani un po’ più grandi sul tema della violenza nelle relazioni con il/la partner. Per i Verdi è importante che i corsi di prevenzione non si rivolgano solo alle ragazze, ma a entrambi i sessi. “La non violenza è un obiettivo a cui si devono orientare tutti: uomini, donne, ragazze e ragazzi“ ribadiscono unanimi i tre consiglieri del Gruppo Verde.

Infine, in occasione di una seconda importante giornata internazionale che si celebra il 20 novembre – la Giornata dei diritti dei bambini e delle bambine – ricordiamo la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia, che sancisce il diritto a un’educazione senza violenza. Una cosa è chiara: un bambino che non ha mai incontrato violenza fin da piccolo diventerà un adulto per il quale la violenza nei rapporti interpersonali è una parola sconosciuta. Questo è qualcosa per cui vale la pena lottare. E noi per questo ci impegniamo.

Bolzano, 24.11.2020

Cons. prov.
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba
Hanspeter Staffler

CONFERENZA STAMPA.

Il disegno di legge n. 63/2020, “Modifiche alla legge Territorio e paesaggio”, che andrà in aula questa settimana, porta 51 modifiche a 34 articoli della nuova legge urbanistica, il cui testo originario ha subito (comprese queste ultime) la bellezza di 407 modifiche su 107 articoli in soli 2 anni. Un record deleterio per una legge che doveva portare ordine e trasparenza!

L’analisi del Disegno di legge si trova nella relazione di minoranza di Riccardo Dello Sbarba del Gruppo Verde.

Questi i punti più importanti:

  • Commissioni comunali per il territorio e il paesaggio: non basta una donna sola. La legge in vigore prevede almeno un terzo di donne, ma un emendamento approvato in commissione ha sancito che ne basta una sola. Uno scandalo per una terra civile! Per l’aula proponiamo di ripristinare l’“equilibrata presenza”.
  • Turismo insostenibile. Viene eliminato l’obbligo per i comuni di indicare un tetto massimo di posti letto all’interno dei loro piani di sviluppo turistico. Tolto nel 2018 ogni tetto massimo a livello provinciale, era rimasto almeno questo “calmiere comunale” per cercare di evitare l’eccesso di offerta di posti letto. Va mantenuto!
  • La pianificazione comunale viene aggirata. Viene ampliata la possibilità di trasformare il territorio senza fare il “Piano di sviluppo comunale” e saltando così la partecipazione democratica, che erano le grandi novità della nuova legge. Alle attuali scorciatoie, infatti, se ne aggiungono altre: senza piano né partecipazione, un Comune potrà non solo individuare nuove aree edificabili, ma anche realizzare nuove infrastrutture, modificare gli indici urbanistici e le destinazioni d’uso sia dentro che fuori l’area insediata. Si torna alla logica delle varianti! In aula cercheremo di ridurre queste possibilità. Inoltre, facciamo all’assessora Kuenzer una proposta per salvare in extremis la pianificazione: nessuna variante sia più possibile passati 24 mesi senza che il Comune, come prevede la legge, abbia presentato il proprio piano urbanistico.
  • I miglioramenti imposti dalla impugnazione del Governo. Bene su tutela del paesaggio e separazione tra politica e amministrazione. Male, però, che certi principi costituzionali ce li debba ricordare lo Stato!

Una domanda finale sulla procedura: può una legge così importante e complessa essere trattata in un Consiglio in videoconferenza? Noi riteniamo di no: sarebbe impossibile una discussione ordinata di articoli ed emendamenti.

Chiediamo dunque che la legge, che tra l’altro non ha nulla di urgente, venga trattata solo se il Consiglio potrà riunirsi di nuovo fisicamente in aula.

BZ, 23/11/2020

Cons. prov.

Riccardo Dello Sbarba

Brigitte Foppa

Hanspeter Staffler

Le Avanzarotte bzw. die Reichen Ritterinnen sind eine Rezepte-Sammlung der Grünen Frauen.

Unsere Mütter und Großmütter waren – aus der Notwendigkeit heraus – wahre Meisterinnen im Wiederverwerten und Recyclen von Resten. Die Lebensmittel waren knapp und die Mäuler zu stopfen viele.

Da queste condizioni sono nate molte ricette creative che, nel 2008, noi Donne Verdi abbiamo iniziato a raccogliere, ammirando lo spirito inventivo delle cuoche e spesso divertendoci a scambiarcele – come si fa da generazioni – con grande arricchimento reciproco.

In diesen Jahren wurde dieses Heft immer wieder überarbeitet, ergänzt und neu aufgelegt: Das letzte mal dieses Jahr, 2020.

Il messaggio che vogliamo dare, non è che le donne devono stare in cucina, anzi. Anche tanti uomini hanno contribuito ad arricchire questa raccolta.

Die Message ist ein ökologischer Mahnruf zu einem achtsamen Umgang mit unseren Ressourcen und zu einem kreativen Umgang mit Überschüssen und Knappheiten.

Sia chiaro, siamo femministe e non ci facciamo rovinare la voglia e il piacere di cucinare bene da nessuno!

Wir sind für das Gute Leben und glauben, dass dies auch in diesem Kochbuch zur Genüge vorhanden ist. Buon appetito!

 

Hier könnt ihr die Reichen Ritterinnen als PDF herunterladen, oder ganz einfach online durchblättern.

Per avere la vostra copia cartacea passate da noi in ufficio, oder besucht unsere Veranstaltungen oder Sprechstunden!

MOZIONE.

Il 25 novembre il mondo si sofferma su un triste fenomeno di cui nel 2020 siamo incredibilmente ancora costretti a parlare. Accade ogni giorno. Stiamo parlando della violenza contro le donne. In Italia il 30% circa delle donne tra i 16 e i 70 anni ha dovuto subire, nel corso della propria vita, almeno una volta una forma di violenza fisica o sessuale, nella maggior parte dei casi per mano del compagno o ex compagno. A ciò si aggiungono forme di violenza psicologica o economica al cui rischio è esposto o è stato esposto almeno una volta nella vita il 23% circa delle donne italiane – e in genere è il compagno o l’ex compagno a metterle in quella situazione. Il 20% delle donne che vivono nella nostra provincia sono già state vittime di stalking. Tutti questi numeri sono già di per sé sconfortanti, ma l’angoscia aumenta se guardiamo ai femminicidi commessi in Italia. Secondo il dizionario Zanichelli per femminicidio s’intende “uccisione o violenza compiuta nei confronti di una donna, specialmente quando il fatto di essere donna costituisce l’elemento scatenante dell’azione criminosa”. In tutta Italia nel 2018 sono stati 133, di cui ben quattro (!) in Alto Adige. Anche nel 2020 sono già due le donne presumibilmente uccise dal marito o da uno stalker.

Affrontando il tema della violenza ci dobbiamo soprattutto confrontare con stereotipi culturali. Questo risulta evidente analizzando una indagine svolta dall’ISTAT su un campione rappresentativo di per-sone e pubblicata nel 2019. Poco meno del 40% degli intervistati concordava sul fatto che una donna sia comunque in grado di evitare un rapporto sessuale se non desidera averlo. Il 24% riteneva che le donne possano provocare la violenza sessuale con il loro modo di vestire (e che quindi se la siano in parte cercata). Il 7% riteneva accettabile, sempre o in alcune circostanze, che un uomo schiaffeggi la sua fidanzata se questa ha fatto la civetta con un altro uomo e il 6% che in un rapporto di coppia sia normale che “ci scappi uno schiaffo di tanto in tanto”.

I comportamenti violenti non sono innati, ma acquisiti. Acquisiti soprattutto sulla base di esperienze. E qui si aggiunge una seconda ricorrenza che si celebra il 20 novembre: la giornata mondiale dei diritti delle bambine e dei bambini. La Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e l’adolescenza sancisce il diritto ad avere un’infanzia tutelata da ogni forma di violenza. I bambini e le bambine non sono in ogni caso direttamente colpiti dalla violenza domestica, ma spesso “vittime collaterali”, se questa violenza è rivolta da un genitore a un altro (in genere la madre). Le conseguenze che ne derivano per i figli vanno dai disturbi del sonno alla depressione e alle manifestazioni di rabbia fino a possibili problemi a livello emotivo e cognitivo che perdurano nel tem-po. Ma soprattutto i bambini che crescono in un contesto di violenza domestica si ritrovano nel cosiddetto ciclo della violenza (quindi con trasmissione intergenerazionale della violenza) e per questi bambini la probabilità di conoscere o dover sopportare loro stessi situazioni di violenza all’interno della loro futura vita di coppia è tre volte più alta.

Questa spirale può essere spezzata, ed è soprattutto compito della società e delle strutture formative. In Europa abbiamo esempi di buone pratiche da seguire come la BIG (Berliner Initiative gegen Gewalt an Frauen), un’associazione del terzo settore nata a Berlino contro la violenza sulle donne. Si rivolge ai bambini e alle bambine delle scuole primarie e agli/alle adolescenti. I suoi workshop hanno lo scopo di insegnare loro fin da piccoli l’importanza dei metodi nonviolenti per risolvere i conflitti. Nel contempo si lavora anche per renderli più forti e sicuri, mostrando loro come fare e come comportarsi in situazioni di violenza all’interno della famiglia e come trovare sostegno. A coloro che so-no un po’ più adulti, BIG offre workshop specifici per sensibilizzare sul tema della violenza nei rapporti di coppia e per aiutare a costruire rapporti caratterizzati dal reciproco rispetto. Anche in altri Paesi ci sono esempi di analoghe iniziative.

L‘aspetto essenziale è che queste offerte sono rivolte sia alle femmine che ai maschi, che poi frequentano i corsi assieme. Questo fatto è importante perché i gruppi in cui c’è un rapporto tra pari danno un sostegno particolare ai bambini e ai giovani. In questo contesto trovare assieme pratiche di nonviolenza e cercare assieme strategie per risolvere problemi sono azioni fondamentali.
Inoltre la ricerca della nonviolenza nei rapporti interpersonali riguarda entrambi i sessi e dovrebbe coinvolgerli allo stesso modo per evitare che un domani si ritrovino loro stessi a vivere in prima persona situazioni di violenza all’interno dei loro rapporti di coppia.

Vogliamo qui evidenziare l’importanza di progetti già esistenti come il workshop “Io dico no” organizzato dalle Case delle donne, con il sostegno della Commissione provinciale per le pari opportunità, per le ragazze a partire dalla terza media. È rivolto particolarmente ed esclusivamente alle ragazze per lavorare con loro, in un contesto protetto, sul tema della violenza contro le donne. Iniziative di questo genere sono importanti ed è giusto organizzarle. La nostra proposta non va quindi in alcun modo intesa come sostituto di questo progetto, ma piuttosto come un suo completamento. Un completamento che dovrebbe diventare un elemento integrante del piano di studi delle scuole di ogni grado, con l’impegno dell’intendenza scolastica a finanziarlo regolarmente.

Ragazze e ragazzi devono essere sensibilizzati allo stesso modo sul tema della violenza per evitare di cadere in questa terribile spirale. Non è mai troppo presto per iniziare il lavoro di prevenzione.
Dalla prima classe e per tutto il periodo della scuola iniziative di questo tipo sono estremamente importanti.

Per questi motivi, il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano incarica la Giunta provinciale

  1. di introdurre in tutti i gradi di scuola offerte adeguate all’età, come workshop, sul tema “relazioni non violente” rivolte in egual modo ai ragazzi e alle ragazze;
  2. di prevedere un finanziamento fisso per questi progetti, ma senza ridurre i fondi attualmente destinati ai progetti per la prevenzione della violenza;
  3. di trattare in modo approfondito e costante il tema della violenza nei confronti di donne e bambine nei programmi di aggiornamento del personale insegnante (comprese le scuole dell’infanzia) e di promuovere con forza tale offerta anche nell’ambito della formazione interna delle scuole.

BZ, 04.11.2020

Consiglieri provinciali
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba
Hanspeter Staffler

MOZIONE.

L’articolo 2 della legge provinciale n. 4 dell’8 maggio 2020 prevede l’istituzione di una commissione di esperti ed esperte con funzione consultiva della Provincia. “Tale commissione – dice la legge – effettua il monitoraggio costante dell’andamento della curva del contagio da virus SARS-COV-2 e propone al Presidente della Provincia, in caso di ripresa del numero dei contagi, ovvero nel caso in cui si evidenzi una linea di tendenza che spinga verso il potenziale rischio di raggiungimento dei limiti di capacità del sistema di prevenzione e cura, l’adozione di idonei provvedimenti”.
Nel maggio 2020 la Giunta provinciale ha nominato la commissione scegliendo esperti ed esperte di fama internazionale accanto a responsabili di vari settori sanitari della Provincia.

I pareri di questa commissione sono fondamentali per orientare e dare fondamento scientifico alle decisioni che deve prendere un organo politico come la Giunta provinciale. Appoggiare le diverse ordinanze sulle misure anti-Covid ad altrettanti pareri della commissione di esperti ed esperte non solo significa dare attuazione alla legge provinciale, ma anche dare alle misure di volta in volta decise il prestigio, il rigore scientifico e la credibilità che servono per convincere cittadine e cittadini che i sacrifici richiesti sono davvero necessari e saranno efficaci per garantire il diritto alla salute della popolazione e la protezione delle persone più deboli.

Per questo motivo, è fondamentale che tali pareri siano di volta in volta messi a disposizione dell’opinione pubblica e siano allegati alle stesse Ordinanze del Presidente della Provincia come loro parte integrante e motivante. Ciò darebbe maggiore trasparenza, autorevolezza e oggettività alle decisioni prese dalla Giunta provinciale e dal Presidente della Provincia.

Per questi motivi, il Consiglio provinciale impegna la Giunta provinciale:

  1. A motivare d’ora in poi ogni nuova Ordinanza del Presidente della Provincia riguardante misure anti Covid 19 con un parere obbligatorio scritto della commissione provinciale di esperti ed esperte istituita ai sensi della legge provinciale n. 4 del 2020.
  2. Ad allegare tali pareri scritti alle rispettive Ordinanze del Presidente della Provincia e a pubblicarli insieme alle Ordinanze stesse sul sito internet della Protezione civile provinciale dedicato alle informazioni sul Coronavirus.

Bolzano, 9 novembre 2020

Cons. prov.
Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa
Hanspeter Staffler

COMUNICATO STAMPA.

Il Gruppo Verde accoglie con soddisfazione la notizia che il TAR ha fermato i lavori di ristrutturazione del Giardino vescovile di Bressanone secondo il progetto dell’artista André Heller. Il tribunale ha accolto quindi il ricorso presentato dall’ordine degli architetti e paesaggisti e ha sospeso la delibera del Comune di Bressanone con cui dava direttamente incarico allo studio viennese “Büro André Heller GmbH” di realizzare il progetto per la ristrutturazione del Giardino vescovile, senza indire un concorso pubblico.

Questa modalità di procedere era stata duramente criticata fin dall‘inizio dai Verdi, ma anche da iniziative civiche. “Ricordiamo che proprio a questo scopo era stata cambiata la legge sugli appalti: nella versione attuale è quindi possibile dare un incarico senza concorso pubblico per opere artistiche ritenute uniche, anche in presenza di valide soluzioni alternative. Nonostante gli sforzi della Giunta comunale di far rientrare questo progetto in tale categoria, il TAR le ha dato torto” commenta soddisfatta Brigitte Foppa. Ai tempi dell’approvazione della legge, Hans Heiss aveva denunciato chiaramente questo passo ad-hoc.

Ora però si muove qualcosa nella questione del Giardino vescovile e si può di nuovo sperare. Proprio in questi tempi risulta sempre più chiaro quanto sia importante avere degli spazi ricreativi aperti per tutte le cittadine e tutti i cittadini collocati nelle vicinanze delle zone residenziali in città. La richiesta è rivolta dunque a chi governa e ad amministratori e amministratrici: “Rendete il Giardino vescovile uno spazio aperto, sostenibile e creato con la partecipazione delle cittadine e dei cittadini di Bressanone” invita la consigliera del Gruppo Verde.

Inoltre, la possibilità di dare un incarico senza indire un concorso pubblicato dovrebbe venire rimossa. A questo proposito il Gruppo Verde ha presentato un disegno di legge che da poco è stato bocciato dalla Commissione legislativa competente.

BZ, 17.11.2020

Cons. prov.
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba
Hanspeter Staffler

EINLADUNG – INVITO Green meeting point.

Gio|Do 19.11.2020 ore 18:00 Uhr

Pünktlich zu Beginn des zweiten Lockdowns geht es auch wieder mit unseren Green Meeting Points los. Die zweite Welle trifft unser Land mit voller Wucht. Die Eindämmung dieser zweiten Welle verlangt der Bevölkerung erneut viele Opfer, Anstrengungen und Einschränkungen ab. Vieles ist noch unklar: Wie sind wir an diesen Punkt gelangt? Warum konnten die Infektionszahlen bei uns so dermaßen in die Höhe schnellen? Am Donnerstag wird der Biostatistiker Markus Falk unseren Green Meeting Point zum Anlass nehmen, um eine Antwort auf diese und andere Fragen zu finden, die ihr ihm vielleicht stellen möchtet.

Wir sehen uns auf Zoom: Donnerstag, 19. November um 18 Uhr.

Con il secondo lockdown, ricominciano i nostri Green meeting point. La nostra provincia sta affrontando su tutti i fronti una seconda ondata di contagi e per contenerli la popolazione è chiamata a sostenere di nuovo altri sforzi e molti sacrifici. Tante sono le domande senza risposta. Tra queste: “Come siamo arrivati a questo punto? Perché da noi i contagi sono cresciuti in modo così vertiginoso?”. Giovedì nel nostro Green meeting point, lo statistico Markus Falk prova a rispondere a queste e ad altre domande che vorrai fargli.

Ci vediamo su Zoom, Giovedì 19 novembre alle ore 18:00.

Lust dazu? Schreib so bald wie möglich an [email protected]
Vuoi partecipare? Allora scrivi al più presto a [email protected]

Sei dabei! Ti aspettiamo!
Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda