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INTERROGAZIONE SU TEMI DI ATTUALITÀ.
Il portale d’informazione Salto.bz ha riferito in data 5 marzo 2019 che per la formazione della giunta provinciale tra Lega e Svp sarebbe stato concordato, oltre al programma ufficiale presentato in Consiglio, un “accordo aggiuntivo” rimasto riservato con diversi punti molto concreti da realizzare nel corso della legislatura, di cui il portale riporta anche un estratto fotografico con tre punti che riportiamo qui.

Si chiede alla Giunta provinciale:

  1. Esiste davvero un “accordo aggiuntivo” di misure per la legislatura concordato tra Svp e Lega e non reso pubblico né illustrato in Consiglio provinciale?
  2. Se sì, chi lo ha firmato, quanti punti contiene e quali sono le misure in esso previste?
  3. Tale “accordo aggiuntivo” è almeno stato consegnato ai consiglieri e alle consigliere che formano la maggioranza politica?
  4. La Giunta provinciale è disponibile – in onore ai principi di trasparenza – a consegnare una copia di tale “accordo aggiuntivo” a ogni consigliere e consigliera provinciale?

Bolzano, 06.03.2019

Cons. prov.
Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa
Hanspeter Staffler

Qui può essere scaricata la risposta della Giunta.

E la nostra replica

Il Gruppo Verde in Consiglio provinciale è venuto a sapere che molte persone e associazioni della Val Venosta sono state contattate da una società lombarda, la „Mobility in Chain srl”, per una indagine sui vantaggi socio-economici di un tunnel sotto lo Stelvio.

Al questionario viene allegato lo “Studio di prefattibilità” del tunnel stesso, in cui accanto al simbolo della Regione Lombardia compare anche quello della Provincia autonoma di Bolzano. In questo modo si ha l’impressione che il progetto viene sostenuto anche dall’Alto Adige.

Questo è l’ultimo passo di una serie di equivoci che adesso vanno chiariti una volta per tutte. Rispondendo a una interrogazione dei Verdi il Presidente Kompatscher ha dichiarato che “per la Provincia di Bolzano l’unica soluzione valida può essere solo un collegamento ferroviario”.

Invece lo studio di prefattibilità elaborato dalla Lombardia ha considerato 7 varianti di tunnel stradale e 6 di tunnel ferroviario per treni-navetta destinati a portare migliaia di auto, bus e camion da una parte all’atra dello Stelvio. Non è una “soluzione ferroviaria”, ma un treno al sevizio del traffico su strada.

Per fare chiarezza sulla posizione della Provincia i Verdi hanno presentato una nuova interrogazione che ricostruisce tutti gli ultimi avvenimenti.

2019 02 15 Tunnel Stelvio

MOZIONE

Il 1° marzo 2019 all’Università di Bolzano si è tenuto un convegno (“Mens(a) sana in corpore sano”) sulla ristorazione collettiva sostenibile che ha riscosso molto successo. Gli esperti hanno sottolineato quanto sia importante utilizzare maggiormente alimenti prodotti in modo sostenibile, proprio nella ristorazione collettiva. Anche il piano d’azione nazionale sul Green Public Procurement (GPP) prevede il rispetto dei criteri ambientali minimi (CAM). L’Italia attualmente è l’unico Paese dell’Unione europea ad aver introdotto in modo vincolante il GPP.

Un’ulteriore norma importante in questo contesto è il Regolamento di esecuzione UE n. 1337/2013 della Commissione che prevede l’indicazione obbligatoria del Paese di origine o di macellazione
per la carne suina, ovina, caprina o di volatili destinata alla vendita.

Anche i consumatori e le consumatrici chiedono sempre più chiarezza in merito alla provenienza degli alimenti, in particolare per la carne. Sempre più persone sanno quanto sono importanti gli alimenti per la propria salute e quella dei loro figli.

Sotto questo punto di vista la ristorazione collettiva svolge un ruolo molto importante. Innanzitutto perché nelle mense si servono i pasti a persone che mangiano nello stesso posto più volte a settimana. Inoltre si tratta di persone che, per ragioni di età o di salute, hanno esigenze e/o sensibilità particolari (bambini, anziani/e, persone malate o bisognose di cura…).

Come è stato evidenziato durante il convegno del 1° marzo 2019, i consumatori e le consumatrici vorrebbero sapere cosa mangiano in mensa. In un sondaggio svolto in una scuola dell’infanzia, la maggior parte dei genitori interpellati ha indicato che vorrebbe sapere cosa mangiano i propri figli. L’interesse riguarda in particolare la provenienza degli alimenti, soprattutto la loro produzione (biologica o no) e la provenienza della carne. Di norma le persone che mangiano in mensa non ricevono informazioni in merito. Il Comune di Bolzano dà il buon esempio in questo senso: nei menù delle mense scolastiche vicino a ogni piatto è indicato quali ingredienti provengono da coltivazioni biologiche e quali dal commercio equosolidale.

Questa pratica andrebbe estesa. Sulla base dell’obbligo di etichettatura i gestori delle mense pubbliche dovrebbero essere tenuti a indicare nei menù la provenienza della carne e gli ingredienti derivanti da agricoltura biologica.

Questo approccio non aumenterebbe solo la trasparenza per i consumatori e le consumatrici ma rafforzerebbe anche l’economia locale poiché verrebbe data visibilità ai prodotti coltivati localmente e potrebbe crearsi una nuova consapevolezza.

Non da ultimo un nuovo tipo di domanda comporterebbe anche un’offerta maggiormente diversificata, con tutti i vantaggi che ne derivano per l’agricoltura locale.

Pertanto il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano incarica la Giunta provinciale

  1. di prendere tutte le misure necessarie affinché i gestori delle mense pubbliche siano tenuti a indicare sui menù gli ingredienti provenienti da agricoltura biologica;
  2. di prendere tutte le misure necessarie affinché i gestori delle mense pubbliche siano tenuti a indicare sui menù gli ingredienti provenienti dal commercio equosolidale;
  3. di prendere tutte le misure necessarie affinché i gestori delle mense pubbliche siano tenuti a indicare sui menù la provenienza della carne utilizzata.

Bolzano, 06.03.2019

Consiglieri provinciali

Brigitte Foppa

Riccardo Dello Sbarba

Hanspeter Staffler

INTERROGAZIONE SU TEMI DI ATTUALITÀ
Il 25 febbraio l’assessore alla Cultura e scuola italiana ha incontrato al Centro Trevi tutte le associazioni e le realtà della educazione permanente e delle biblioteche. A fianco dell’assessore sedevano il direttore della ripartizione Cultura italiana Andolfo, la direttrice Piva e il capogruppo della Lega Vettori, invitato – a dire dell’assessore – “perché siede nella commissione legislativa che si occupa di cultura”.
Si chiede pertanto:

  1. Se Vettori era invitato come membro della 1. commissione, perché l’assessore non ha invitato anche tutte le altre consigliere e consiglieri della stessa commissione, presidente Amhof in testa?
  2. L’assessore si è informato se anche il suo collega di lingua tedesca si porta dietro il capogruppo SVP negli incontri istituzionali? Se sì, qual’è stata la risposta ricevuta?
  3. L’assessore ha dichiarato alla stampa: “Se ho sbagliato ne prendo atto”. Trascorsi diversi giorni, la forma dubitativa “se” va superata. L’assessore ritiene di aver sbagliato o di aver fatto bene? Perché?
  4. Per il futuro come intende comportarsi l’assessore: riportare simili incontri alla dimensione istituzionale, senza alcun esponente politico, o invitarvi la 1. commissione al completo?

Bolzano, 04.03.2019

Cons. prov.
Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa
Hanspeter Staffler

Qui può essere scaricata la risposta da parte della Giunta.

E la nostra replica

In questi mesi contiamo diligentemente quanti passi verso il passato, un passato che si sperava dimenticato, sta facendo la nuova giunta. Con sgomento apprendiamo che la giunta ora vuole mettere in discussione anche il progetto DolomitesVives. Nella parte dedicata ai temi di attualità nella prossima seduta chiederemo chiarimenti in merito agli assessori competenti per mobilità e ambiente.
Nel frattempo, però, ci sembra di capire che nella prossima estate il traffico dovrebbe ricominciare a scorrere indisturbato sui passi dolomitici, da come abbiamo potuto leggere dagli assessori su Rai Südtirol.
E buona notte ai suonatori, ci verrebbe da commentare: addio quindi a calma e godimento del nostro bel paesaggio!
Con il progetto DolomitesVives era stato avviato un esperimento, seppur timido e cauto, per mettere in discussione il flusso di traffico sui passi dolomitici e per provare alcune misure volte alla chiusura dei suddetti passi ai mezzi di trasporto privato. Si poteva già fare un primo bilancio e ci si poteva già immaginare come sarebbero state le Dolomiti senza traffico.
E invece ora, a quanto pare, automobili e motociclette potranno di nuovo transitare liberamente. Anche in Trentino la giunta ha annunciato di voler premere sull’acceleratore – in senso letterale – all’apertura totale dei passi.
Chiediamo alla giunta provinciale di rinnovare al più presto il suo impegno per misure che vadano più decisamente verso l’eliminazione del traffico sui passi dolomitici – invece di avviarsi in direzione contraria.
27/02/2019
Cons. prov. Brigitte Foppa, Riccardo Dello Sbarba, Hanspeter Staffler

Dopo diversi anni di intenso lavoro preparatorio, finalmente nell’estate 2018 il Consiglio provinciale ha approvato la nuova legge per la democrazia diretta, partecipazione e formazione politica (Amhof/Foppa/Noggler). Faceva parte delle promesse elettorali del 2013 ed è stata un salto di qualità in materia di partecipazione in Alto Adige, anche se all’ultimo momento la SVP non ha potuto fare a meno di sfalciarne alcune parti.
Già durante il dibattito in Consiglio era emerso come lo stesso Presidente Kompatscher non fosse più d’accordo con le sue stesse promesse. Soprattutto l’articolo 12 (referendum confermativo per le leggi provinciali) sembrava dargli fastidio come una spina.
In vista delle elezioni che si stavano avvicinando però non poteva certo tirarsi indietro, l’imbarazzo sarebbe stato eclatante, e così la legge è passata.
Ora invece che le elezioni sono alle spalle, non si esita un attimo per togliere la partecipazione popolare dall’agenda politica.
Il disegno di legge n. 12/19, primo firmatario Lanz, prevede tra le altre cose che il fastidioso articolo 12 venga cancellato.
Dev’essere proprio una faccenda importante se la SVP concentra le sue forze su questo tema proprio all’inizio della legislatura (è il secondo disegno di legge presentato dalla maggioranza!).
Che cosa ne dobbiamo dedurre? Che la SVP ha paura della democrazia? Crede davvero che le cittadine e i cittadini non abbiano altro a cui pensare che a paralizzare il lavoro del Consiglio e della Giunta? Ha paura che il popolo potrebbe non essere d’accordo con le sue decisioni?
In un modo o nell’altro resta un segnale molto triste ai cittadini e alle cittadine – e un altro passo verso il passato della nuova Giunta.
Annunciamo che, se la proposta di Lanz dovesse essere approvata, proporremo un referendum secondo l’art. 47 dello Statuto d’autonomia. Le sette firme di Consiglieri/e provinciali necessarie alla presentazione sono già garantite dal gruppo Verde, dal Team Köllensperger e dal Movimento 5*.
Per lo meno sulla propria partecipazione i cittadini e le cittadine devono poter dire la loro.

Bolzano, 26/02/2019 – Cons. prov. Brigitte Foppa, Riccardo Dello Sbarba, Hanspeter Staffler

INTERROGAZIONE

La Lombardia sta svolgendo in questi giorni una indagine socio-economica in val Venosta sui vantaggi che potrebbe portare un traforo sotto lo Stelvio. E’ l’ultimo passo di un cammino contrassegnato da troppe ambiguità. La Provincia di Bolzano deve fare chiarezza!

Infatti, mentre in una risposta a una nostra interrogazione il Presidente Kompatscher ha assicurato che “Per la giunta provinciale il disegno futuro è chiaro e cioè la realizzazione di un collegamento ferroviario”, la Lombardia va avanti con uno studio di fattibilità che contempla ben 7 varianti stradali e 6 varianti ferroviarie che tuttavia vengono messe al servizio della strada, con treni navetta per trasportare migliaia di auto, bus e camion da una parte all’altra dello Stelvio. E tutto questo con documenti, azioni ed interventi in cui il simbolo della Provincia autonoma di Bolzano e della sua società STA compaiono accanto a quelli della Regione Lombardia e di Infrastrutture Lombarde, la società pubblica partecipata dalla vicina Regione.

L’ultimo esempio attuale: in questi giorni la società lombarda “Mobility in Chain srl” sta contattando diverse persone e associazioni in provincia di Bolzano per una indagine “sugli effetti socioeconomici del nuovo traforo dello Stelvio”. Questa società agisce su incarico di Infrastrutture Lombarde per “condurre una serie di interviste semi-strutturate con stakeholder del territorio” altoatesino.

La base su cui viene condotta l’intervista è lo “Studio di pre-fattibilità”, composto da ben 20 elaborati e 700 pagine, predisposto da Infrastrutture Lombarde col finanziamento di 2 milioni messi a disposizione dalla Provincia di Bolzano (Fondo comuni confinanti). Lo studio viene inviato alle persone contattate prima di fare dell’intervista.

E’ intitolato: “Traforo dello Stelvio, collegamento permanente tra la Val Venosta e l’Alta Valtellina” e si può scaricare qui. 

Esso è stato anche presentato al pubblico a Bormio e a Malles (dicembre 2017) con una presentazione che riportava sul frontespizio le sigle di Regione Lombardia, Infrastrutture Lombarde, Provincia autonoma di Bolzano e la società provinciale altoatesina STA.

Ecco il frontespizio della presentazione:

Chi dunque in Alto Adige riceve questo materiale per poi essere intervistato si convince che il progetto sia condiviso anche dalla Provincia di Bolzano e che in esso possa anche rientrare un traforo stradale, o un traforo ferroviario con treno navetta al servizio del traffico su strada.

Nello studio le 7 varianti di tunnel stradale vengono presentate con ricchezza di dettagli. Tuttavia, la soluzione presentata come più interessante è quella di un traforo per un treno-navetta con auto bus e camion al seguito e si fa capire che su questa potrebbero convergere sia la Lombardia che il Sudtirolo. Esso potrebbe essere presentato come un ecologico “tunnel ferroviario”, accettabile per la Provincia di Bolzano. Ma si tratterebbe di un inganno: trasportando auto bus e camion il treno-navetta servirà, attirerà e moltiplicherà il traffico su gomma!

Come modelli per lo Stelvio, lo studio cita i due servizi di treno navetta già operativi in Svizzera, quello tra Iselle e Brigl (Semplione) e quello del Vereina.

Questi sistemi hanno la possibilità di trasportare diversi tipi di veicolo su gomma, compresi i mezzi pesanti, con una capacità notevole: al Sempione per esempio sono stati 1,2 milioni i mezzi trasportati via treno-navetta nell’anno 2015.

Anche per lo Stelvio lo studio di pre-fattibilità prevede ingenti volumi di traffico: con la possibilità di un viaggio ogni 35-40 minuti, nel momento della sua piena operatività vengono valutati 7500 passeggeri al giorno di cui 3500 con veicolo su gomma al seguito.

E’ evidente che questa soluzione, che lo studio chiama “ferrovia bimodale con veicoli al seguito”, è solo apparentemente una soluzione ferroviaria. In realtà di tratta di un treno al servizio dei mezzi su strada, che aprirebbe un canale per il traffico privato su gomma tra le due regioni, realizzando nei fatti quel “corridoio Milano-Ulm” che diverse lobby economiche lombarde propongono da anni.

La conseguenza di tale “Traforo ferroviario” sarebbe l’aumento del traffico di auto e camion sia in Valtellina che in tutta la Venosta: scese dal treno le auto continuano il viaggio su strada in entrambi i versanti, da e verso la Germania e l’Austria e da e verso la Lombardia e oltre, verso le coste del mare ligure-toscano.

Anche dal punto di vista turistico è da dubitare che il traforo possa portare benefici al Sudtirolo: sarebbe la Valtellina, coi suoi prezzi più bassi, a sottrarre clientela turistica al Sudtirolo e non viceversa!

Ecco dunque gli effetti del Traforo dello Stelvio: la Venosta riceve più traffico e perde turisti !

I tracciati del traforo attraversano aree protette e aree del Parco nazionale dello StelvioCi sono poi i problemi ecologici e finanziari. Infatti:

  • si prevede che i cantieri durino 10 anni
  • vi sarebbero da 1,5 milioni a 2,5 milioni di mc di materiale di scavo per il quale vanno trovate aree di lavorazione e deposito
  • i costi di costruzione dichiarati oscillano tra 1 e 1,3 miliardi di € (ma si sa che alla fine sono sempre maggiori)
  • i costi annuali di esercizio oscillano tra i 4,5 milioni di € (tunnel stradale) e i 5,8 milioni di € (ferrovia).

Lo studio di pre-fattibilità dimostra dunque che vi sono mille motivi i per dire stop a un progetto a cui il Sudtirolo è stato trascinato dalla Lombardia attraverso l’accordo sui “Fondi per i comuni di confine”. Questi fondi, che vengono messi a disposizione dalla Provincia di Bolzano, non possono essere spesi per un progetto che danneggia il nostro territorio a cominciare dalla Val Venosta! E non servono ulteriori analisi socio-economiche, con questionari che sembra abbiano lo scopo di creare in Venosta un consenso a un progetto che consenso non ne ha.

Per questi motivi, si chiede alla Giunta provinciale:

  1. La Provincia di Bolzano collabora al citato sondaggio della società “Mobility in Chain srl” in corso in Val Venosta, con interviste a diversi stakeholder sul nostro territorio? O almeno, la Giunta provinciale ne è stata informata e se sì, da chi?
  2. Se non collabora e neppure è stata informata, ritiene la Giunta provinciale accettabile che la Lombardia svolga simili azioni senza coordinarsi con Bolzano, pur presentandosi con una documentazione che porta il simbolo della Provincia stessa?
  3. La Giunta provinciale conosce l’elenco dei soggetti, singoli o associasti, che vengono contattati da “Mobility in Chain srl”? Se sì, quali sono? Se no, intende chiedere informazioni e poi risponderci su questo punto in un secondo momento?
  4. La Giunta provinciale conosce le domande e le metodologie di questo sondaggio? Se sì, pensa che siano oggettive o siano volte a creare un’opinione favorevole al progetto in Val Venosta? Se invece la Giunta provinciale non conosce domande e metodologie, intende chiedere informazioni per farsi un’opinione in merito e poi risponderci su questo punto in un secondo momento?
  5. Lo studio di pre-fattibilità di Infrastrutture Lombarde ha preso in considerazioni tre tipologie di traforo sotto lo Stelvio: quello stradale, quello ferroviario con navetta per auto bus e camion al seguito e quello ferroviario per soli passeggeri. Alla luce dei risultati dello studio, ritiene la Giunta provinciale che sia matura una scelta tra continuare in questo progetto o abbandonarlo del tutto?
  6. Se la Giunta provinciale intende andare avanti e iniziare con lo studio di fattibilità vero e proprio, la Giunta provinciale ritiene opportuno mantenere aperta la verifica su tutte e tre le tipologie (traforo stradale, ferroviario con navetta per auto bus e camion al seguito e ferroviario per soli passeggeri) oppure interverrà presso Regione Lombardia per esigere l’eliminazione delle tipologie da lei non condivisibili? Se sì, quali tipologie, delle tre citate, la Giunta provinciale chiederà di escludere?
  7. Se la Giunta provinciale consentisse alla Lombardia di andare avanti sottoponendo a studio di fattibilità tutte e tre le tipologie, strada compresa, come si concilia questo con la volontà espressa dal Presidente Kompatscher anche nella sua risposta alla nostra interrogazione, secondo cui “Per la giunta provinciale il disegno futuro è chiaro e cioè la realizzazione di un collegamento ferroviario”?
  8. Per “collegamento ferroviario” la Giunta provinciale intende un treno per soli passeggeri o anche un treno navetta con trasporto di auto, bus e treni nel notevole numero ipotizzato dallo studio di pre-fattibilità?
  9. Non ritiene la Giunta provinciale che un treno navetta per auto bus e camion si configuri nei fatti come un collegamento ferroviario a totale servizio della strada, con la conseguenza di un aumento del traffico in Val Venosta e il rischio della realizzazione di quel corridoio Milano-Ulm che la popolazione e le istituzioni locali della Venosta hanno sempre escluso?
  10. Quali benefici per la val Venosta e l’intera provincia di Bolzano si attende la Giunta dal progetto di Traforo sotto lo Stelvio nelle opzioni indicate nelle risposte alle domande n. 7, 8 e 9?
  11. Non ritiene la Giunta provinciale che per il nostro territorio gli svantaggi di un traforo sotto lo Stelvio superino di molto i vantaggi e che dunque sia opportuno che la Provincia di Bolzano comunichi alla Lombardia che per noi questo progetto debba essere abbandonato?
  12. Nel programma di governo Lega-Svp è scritto che bisogna “rafforzare la collaborazione con tutte le regioni limitrofe, in particolare con il Veneto e la Lombardia e il Cantone dei Grigioni”: questo traforo sotto lo Stelvio è forse parte di questa “collaborazione”?

Bolzano, 20 febbraio 2019

Cons. prov.

Riccardo Dello Sbarba

Brigitte Foppa

Hanspeter Staffler

Qui potete scaricare la risposta della giunta.

Nella seduta straordinaria del coordinamento provinciale dei Verdi , lunedí 18 febbraio 2019, é stato deciso di sostenere il progetto proposto dal Partito Verde Europeo per le prossime elezioni europee. I Verdi europei stanno cercando di affrontare le elezioni riunendo sotto il patrocinio del proprio simbolo i partiti eco-sociali in Italia, per poter efficacemente battersi per la tutela del clima e la svolta ecologica. Accanto alla Federazione dei Verdi italiani sostengono questo progetto anche “Italia In Comune” del sindaco di Parma Federico Pizzarotti e i Verdi del Sudtirolo.

I Verdi del Sudtirolo da quasi due anni sono membri del Partito Verde Europeo e mantengono stretti contatti con i Verdi del centro e nord Europa. “Questa é l´unica logica decisione – dice Tobias Planer, coportavoce dei verdi sudtirolesi – poiché come parte dei Verdi europei noi da un lato abbiamo una sorta di impegno familiare nei loro confronti e dall´altra parte siamo anche noi interessati allo sviluppo di una robusta forza verde in Italia”.

Il progetto dei Verdi insieme a “Italia In Comune” é dunque in pista e invitiamo tutte le forze pro-europee della provincia di Bolzano di unirsi in questo progetto.

Le vergognose esternazioni del Consigliere Comunale Kevin Masocco sulla “DJ figa da violentare” hanno giustamente suscitato una tempesta di proteste e sono, come è ovvio, da condannare severamente.
Ma ritengo importante contestualizzare l’episodio.
Perché la vicenda di Masocco non è un caso isolato, né un’eccezione; Masocco, insomma, non è una “mela marcia” in un cesto di frutti intatti.
Al contrario, Masocco è la conseguenza logica, il prodotto naturale di un certo modo di condurre il dibattito pubblico.
Il lavoro preparatorio già avviato da Berlusconi e condotto adesso da Salvini porta dritto al messaggio audio di Masocco.
La brutalizzazione e l’imbarbarimento dei rapporti sociali si sono fatti largo, un passo alla volta, anche qui, in Alto Adige e spesso, purtroppo, con la silenziosa presa d’atto della società civile.
Pensiamo a Sergio Armanini, che nel 2014 reagì all’intervista della giornalista Silvia Fabbi con questa elegante proposta: “perchè non le mettiamo un burka e la facciamo andare in Nigeria?? forse dopo il centesimo stupro si sveglierà….”
Pensiamo alle aggressioni dei consiglieri comunali della Lega contro l’assessora Lorenzini, la cui faccia hanno addirittura fatto stampare su finte banconote da 500 Euro, per incolparla della sua presunta „vena dissipatoria“ (anche se non era lei la responsabile dei lavori pubblici!)
Pensiamo anche, nello stesso contesto, al post del dis-Onorevole Maturi che incita alla gogna pubblica sempre la stessa assessora perché presente a una manifestazione “invece di spalare neve” (competenza peraltro ancora dell’assessore ai lavori pubblici).
È importante tenerlo presente questo, perché spiega bene come funziona alla perfezione la costruzione del capro espiatorio. E in questo caso un’assessora verde è molto, molto più attaccabile di un assessore SVP.
Il sessismo funziona sempre.
Così come il razzismo.
Su questo punto, ovviamente si potrebbero scrivere dei romanzi interi, ma vorrei riportare solo un piccolo aneddoto, fresco di Consiglio provinciale.
Questa è la risposta, di pochi giorni fa, della vicepresidente del Consiglio, Rita Mattei che risponde alle domande degli studenti della winter-school dell’Eurac sulla questione della immigrazione in Alto Adige, affermando, tra l’altro: “i richiedenti asilo che giorno e notte stanno a fare niente mentre le persone normali non sanno come arrivare alla fine del mese”.
Suona quasi innocuo ma contiene quella grave quanto opinabile suddivisione delle persone in “normali” e “non normali”. Suddivisione che nella storia dell’umanità ha sempre portato molto dolore (ma insieme, e lo sappiamo bene, anche consenso e adesione).
Dunque pare evidente che Kevin Masocco non è un „errore nel sistema“, ma un fedele rappresentante del “sistema Lega”.
Dire quello che la normale decenza suggerisce di non dire, suddividere il mondo in giusto e sbagliato, assegnare etichette di normalità e anormalità, dare addosso ai più deboli, rendere ridicole le donne e strumentalizzare il loro corpo.
Tutto questo non è il retaggio estemporaneo di un singolo ragazzotto, forse un po’ ubriaco, di sicuro non troppo sveglio.
Tutto questo rientra organicamente nel progetto vincente di un partito che festeggia un successo dopo l’altro.
Certo che dobbiamo protestare contro Kevin Masocco e le stupidaggini violente che dice.
Ma non dimentichiamo da dove vengono Masocco e le sue volgarità.
Purtroppo Kevin non è una singola mela marcia.

 

Un commento personale di Brigitte Foppa

DISEGNO DI LEGGE PROVINCIALE n. 11/19

Modifica della legge provinciale 15 aprile 2016, n. 8

Nella nostra provincia, così come in tutta Europa, l’impiego di pesticidi chimici sintetici nell’agricoltura intensiva è sempre più spesso oggetto di critiche. Infatti l’applicazione dei pesticidi non rimane circoscritta ai terreni agricoli trattati, ma tende a sconfinare in aree destinate all’agricoltura biologica, in zone sensibili come parchi giochi o giardini pubblici, in piccoli specchi d’acqua, in habitat seminaturali come prati asciutti, prati umidi o i margini boschivi.

La deriva dei pesticidi chimici sintetici provoca una drastica riduzione dell’entomofauna (vedi ad esempio la morìa delle api), che a sua volta ha un impatto negativo sulle popolazioni di volatili, anfibi e pesci. Nel complesso c’è ragione di ritenere che l’uso di pesticidi chimici di sintesi in Europa, in Italia e in provincia di Bolzano sia direttamente o indirettamente responsabile della perdita di biodiversità.

Recentemente, oltre al problema della perdita di biodiversità, sono anche emersi interrogativi sulla salute della popolazione nelle zone in cui si praticano forme di agricoltura intensiva, perché la deriva e le correnti termiche trasportano le piccole particelle di pesticidi (aerosol) ben oltre le aree bersaglio fino a raggiungere gli insediamenti abitati.

Qui trovate il  disegno di legge e la  relazionein forma completa.

Bozen, 15.02.2019

Consigliere provinciale
Hanspeter Staffler

Il disegno di legge è stato respinto in commissione il 23.04.2019 e verrà ridiscusso in aula.