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MOZIONE.

Il 10 % della popolazione europea è esposto a un significativo inquinamento acustico dovuto al traffico ferroviario, in particolare quello merci. Il rumore compisce soprattutto le persone che vivono in prossimità delle linee ferroviarie.

Anche in Alto Adige-Südtirol, lungo tutto l’asse del Brennero, il rumore causato dal traffico ferroviario rappresenta uno dei principali danni per la salute soprattutto nelle zone densamente abitate. Le misurazioni del rumore lungo il tratto Salorno – Brennero evidenziano notevoli superamenti dei valori limite, soprattutto nelle ore notturne, poiché di notte viaggia un maggior numero di treni merci, che sono più rumorosi dei treni passeggeri.

Finora RFI, responsabile italiana della rete ferroviaria, ha concentrato i suoi interventi nella costruzione di barriere anti rumore. Con un protocollo di intesa Provincia-RFI sono state finanziate e realizzate barriere anti rumore in alcuni tratti limitati della linea ferroviaria.

Tuttavia, con le barriere non viene affrontata la sorgente principale del rumore, che è causato dal contratto ruota-rotaia e dal sistema frenante. È ormai assodato che la riduzione del rumore presenta il miglior rapporto costi-benefici quando è realizzata alla fonte, ovvero laddove il rumore è prodotto. Per esempio, la sostituzione dei freni a ceppi in ghisa con freni a ceppi costituiti da materiali compositi può consentire riduzioni del rumore fino a 10 dB.

Per questo motivo è fondamentale incoraggiare e favorire l’ammodernamento dei carri ferroviari con tecnologie a bassa rumorosità.

Ma oltre alla salute, presto anche l’economia verrà danneggiata dal grave ritardo accumulato dall’Italia nel creare una flotta di carri ferroviari a ridotto impatto acustico. Infatti, il Parlamento della Germania ha promulgato il 20 luglio 2017 una legge per la protezione da rumore provocato da ferrovie (Schienenlärmschutzgesetz vom 20. Juli 2017 – BGBl. I S. 2804). Detta legge è entrata in vigore il 29 luglio 2017 e all’articolo 3 prevede che dal giorno 13 dicembre 2020 sulla rete ferroviaria nel territorio tedesco non possono circolare carri ferroviari merci che non dispongono di una certificazione di corrispondenza al Regolamento (UE) Nr. 1304/2014 della Commissione del 26 novembre 2014 riguardo le specifiche tecniche per l’interoperabilità del settore “mezzi di trasporto-rumore” e a numerose altre normative europee (modifica della decisione 2008/232/EG e sospensione della delibera 2011/229/EU – Gazzetta ufficiale dell’Unione europea L 356 del 12.12.2014, pag. 421 – o della delibera 2011/229/EU della Commissione del 4 aprile 2011 riguardo le specifiche tecniche per l’interoperabilità del settore “mezzi di trasporto-rumore” del sistema ferroviario convenzionale trans europeo – Gazzetta ufficiale dell’Unione europea L 99 del 13 aprile 2011, pag. 1).

La posizione geografica della Germania rende necessario un adeguamento dei carri ferroviari merci che transitano al valico del Brennero in quanto la quasi totalità delle destinazioni si trova in Germania o deve transitare attraverso la Germania per raggiungerla. Senza questa certificazione, dal dicembre 2020 il traffico merci su rotaia attraverso il Brennero verso la Germania potrebbe subire gravi restrizioni, vanificando in gran parte anche l’obbiettivo del trasferimento del traffico pesante dalla strada alla ferrovia.

La Provincia di Bolzano non può restare spettatrice di questa situazione. Per tutelare l’ambiente e la salute delle popolazioni e per incentivare una economia sostenibile la Provincia deve attivarsi per spingere l’Italia a creare una flotta di carri ferroviari a basso impatto ambientale. Strumenti e finanziamenti ci sono e li mete a disposizione l’Europa.

Dal giugno 2015 è infatti in vigore il “Regolamento di esecuzione UE 2015/429 della Commissione del 13 marzo 2015, recante le modalità di applicazione dell’imposizione di canoni per il costo degli effetti acustici”.

Tale Regolamento invita gli stati membri ad adottare un sistema di incentivi per le imprese ferroviarie che utilizzano carri silenziosi, o ammodernano carri già in uso per ridurne la rumorosità, e un sistema di penalizzazioni per le imprese che invece utilizzano carri o treni a rumorosità elevata. Il Regolamento definisce precisamente criteri e entità sia delle penalizzazioni che degli incentivi: in sostanza, si tratta di un sistema di “bonus-malus” che aumenta i pedaggi per l’uso delle reti ferroviarie alle imprese che usano treni rumorosi e utilizza il ricavato per incentivare l’ammodernamento del parco ferroviario e per premiare le imprese che usano treni silenziosi. Le maggiorazioni tariffarie per i treni rumorosi possono essere commisurate alla “sensibilità delle tratte” (per esempio tratte ferroviarie in valli di montagna) e densità della popolazione dei territori interessati. Il tutto secondo il principio della verità dei costi e del “chi inquina paga”.

Questo sistema è molto adatto alle caratteristiche della linea ferroviaria del Brennero, sia nelle condizioni attuali, sia soprattutto in vista dell’aumento dei transiti merci con la realizzazione del progetto di potenziamento delle capacità della ferrovia.

A questo “Regolamento”, tra l’altro, è connesso anche il “Regolamento UE n. 1316/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce il meccanismo per collegare l’Europa” (CEF: Connecting Europa Facilities), che istituisce un fondo per finanziare la modernizzazione di vagoni ferroviari. Attingendo a questo fondo la Germania ha già risanato metà dei suoi vagoni circolanti e non è un caso che, forte di questa situazione, proprio la Germania dal 2020 non farà più transitare carri ferroviari che non corrispondono a caratteristiche dibasso impatto acustico.

Risulta invece che fino a poco tempo fa Trenitalia, che ha 15.000 vagoni circolanti, non avesse neppure fatto domanda e a tutt’oggi non risulta sufficientemente impegnata in questa direzione.

Tutto ciò considerato,

Il consiglio della Provincia autonoma di Bolzano impegna la Giunta provinciale:

  • Ad assumere come obbiettivo fondamentale della Provincia la lotta al rumore da traffico ferroviario attraverso la modernizzazione e il risanamento dei vagoni che transitano lungo l’asse ferroviario del Brennero e delle altre tratte che attraversano il nostro territorio.
  • In particolare a intervenire con tutti i mezzi a propria disposizione e in tutte le sedi in cui la Provincia è presente:
  1. Affinché lo Stato e il Governo italiano si impegnino al massimo per attuare rapidamente il “Regolamento di esecuzione UE 2015/429 della Commissione del 13 marzo 2015, recante le modalità di applicazione dell’imposizione di canoni per il costo degli effetti acustici”, introducendo anche sul territorio della Penisola il sistema di incentivazione per le imprese ferroviarie che utilizzano carri e treni a bassa rumorosità, anche ammodernando la flotta esistente, e di penalizzazione delle imprese che invece utilizzano ancora carri a rumorosità elevata.
  2. Affinché RFI, come gestore della rete, applichi quanto previsto dal citato il “Regolamento di esecuzione UE 2015/429 della Commissione del 13 marzo 2015”, implementando anche in Italia il sistema di incentivazione e penalizzazione contro il rumore ferroviario, stipulando se necessario intese e convenzioni con le Regioni e le Province autonome, in particolare la Provincia di Bolzano e la Regione Trentino Alto Adige Südtirol.
  3. Affinché Trenitalia, come maggiore impresa a partecipazione pubblica del trasporto ferroviario in Italia (80% dei vagoni circolanti) avvii un programma di risanamento acustico della propria flotta di vagoni ferroviari, attingendo anche ai finanziamenti previsti dal “Regolamento UE n. 1316/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce il meccanismo per collegare l’Europa”.
  4. Affinché la Conferenza Stato-Regioni e Province autonome si faccia parte attiva presso il Governo, RFI e Trenitalia, per ottenere che ciascuno per le proprie competenze diano attuazione a quanto previsto dal “Regolamento di esecuzione UE 2015/429 della Commissione del 13 marzo 2015” e dal “Regolamento UE n. 1316/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce il meccanismo per collegare l’Europa”.
  5. Affinché Rail Traction Company Spa ( RTC) e Brennero Trasporto Rotaia Spa (STR), società controllate da Autobrennero Spa che operano nel settore ferroviario, ciascuna per le proprie funzioni e nei propri programmi, contribuiscano col massimo impegno a rispettare loro stesse e perché sia rispettato dai propri partner e clienti quanto previsto dal “Regolamento di esecuzione UE 2015/429 della Commissione del 13 marzo 2015” e dal “Regolamento UE n. 1316/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce il meccanismo per collegare l’Europa”.

Bolzano, 14.08.2019

Cons. prov.

Riccardo Dello Sbarba

Brigitte Foppa

Hanspeter Staffler

INTERROGAZIONE.

Da tanti anni la popolazione di Bronzolo chiede una circonvallazione in galleria che tolga il traffico dal paese. L’opera è diventata più necessaria ancora dopo la realizzazione dei tunnel di circonvallazione tra Bolzano e Laives e soprattutto verso sud a Ora, la cui conseguenza è un notevole aumento del traffico, anche pesante, sulla statale preferita da molti all’autostrada perché veloce e gratuita.

Ciò dimostra che è vero il principio per cui nuova strada chiama nuovo traffico: la soluzione migliore sarebbe stata quella di misure di limitazione del traffico, per esempio il divieto del traffico pesante sulla statale. Le varie giunte provinciali però hanno progettato per la Bassa Atesina un sistema di varianti e circonvallazioni per “fluidificare” il traffico e portarlo fuori dai paesi, realizzando in sostanza una sorta di superstrada da Bolzano verso sud. La popolazione di Bronzolo, dunque, ha visto costruire le varie circonvallazioni a nord e soprattutto a sud del paese, ma per Bronzolo l’opera non è stata realizzata e il traffico passa ancora dal vecchio tracciato, continua a dividere il paese, inquinare e assordare.

Attualmente infatti nel territorio del comune di Bronzolo, nell’area attraversata dalla statale, soprattutto di notte vengono regolarmente superati i limiti massimi accettabili per il rumore e ciò sta in contraddizione con l’impegno della Provincia a tutelare la salute come dichiarato nel piano di azione per il risanamento acustico (delibera n. 1395 del 18 dicembre 2018).

Un anno fa furono raccolte quasi 500 firme per chiedere la variante in galleria anche per Bronzolo, chiedendo dunque alla Provincia di completare il suo stesso progetto e mantenere le promesse.

Per questo motivo, a giugno la popolazione di Bronzolo e la stessa amministrazione comunale si sono stupiti e poi sono stati delusi dallo scoprire che l’urgenza dell’opera è stata declassificata con la conseguenza che i tempi di realizzazione sono spostati a dopo il 2024, senza nemmeno avere certezze su che cosa si intende con la dizione: “appalto presumibile a partire dal 2024”.

È quanto la giunta provinciale ha deciso l’11 giugno 2019 con la delibera n. 472, che contiene l’ordine di priorità delle opere stradali e il loro finanziamento nel quadriennio 2019-2013. La “Variante Bronzolo-Laives” è l’opera n. 120 e classificata come “D2” nell’ordine delle priorità, che significa nel gruppo delle ultime da realizzare, senza tempi precisi e oltre il quadriennio di programmazione degli interventi. Per Bronzolo è come un “arrivederci a mai”.

In questo caso si può parlare tra l’altro di “de-classificazione”, poiché poco più di un anno prima, nella delibera precedente n. 170 del 27 febbraio 2018, la stessa giunta provinciale aveva invece portato l’opera a “priorità A2”, cioè in cima alla lista, tra quelle opere il cui appalto doveva partire nell’anno 2019.

Non solo: nello stesso “DEF” (documento di economia e finanza) della Provincia, approvato con delibera 522 del 25 giugno 2019, (quindi solo 14 giorni dopo la delibera 472 di “de-classificazione”!) alle pagine 284 e 285 l’opera veniva ancora menzionata tra i progetti rilevanti del periodo 2019-2023 ma dal testo non è così chiaro se si intende la sua realizzazione, oppure la semplice progettazione. Sembra che DEF e delibera siano state scritte a distanza di 14 giorni l’una dall’altro da due mani, da due assessori, da due giunte diverse! Qui le cose vanno chiarite.

Un’altra cosa da chiarire sono gli espropri dei terreni necessari all’opera. Ci risulta che il decreto di esproprio sia dell’ottobre 2018 e che il 70% degli espropri sia già stato pagato. La cosa non è di poco conto, poiché ci risulta anche che una volta pagato il 70% degli espropri, la normativa vigente prevede che il cantiere debba essere aperto entro massimo 36 mesi.

Per questo motivo si chiede alla Giunta provinciale:

  1. Che significato ha la citazione della circonvallazione di Bronzolo alle pagine 284 e 285 del DEF: si intende che l’opera deve essere realizzata nel periodo 2019-2023, oppure che cosa?
  2. Comunque sia: la classificazione dell’opera come “D2” fatta nella delibera 472/2019 è la decisione che fa testo? Se sì, quali sono le ragioni per cui un’opera classificata “A2” nel 2018 viene declassificata a “D2” nel 2019? Si richiede una esauriente spiegazione di tutti i motivi di questa riduzione drastica del grado di urgenza e dell’arretramento nel crono programma di lavori.
  3. È vero che il decreto di esproprio dei terreni è stato emanato nell’ottobre 2018?
  4. È vero che almeno il 70% degli espropri è stato già pagato? E in quali date esattamente è avvenuto ciò?
  5. È vero che la normativa vigente prevede che se sono stati liquidati il 70% degli espropri, la realizzazione dell’opera deve cominciare entro 36 mesi?
  6. Se sono vere le affermazioni fatte nelle tre domande precedenti, la Provincia non dovrebbe avviare il cantiere nel 2021 o nel 2022? Prevedere l’appalto a dopo il 2024 non viola la normativa?
  7. Intende la giunta provinciale rivedere la classificazione D2 assegnata all’opera e prevedere tempi più rapidi per appalto e lavori?
  8. È al corrente la Provincia che attualmente a Bronzolo, nell’area attraversata dalla statale, di notte vengono regolarmente superati i limiti massimi accettabili per il rumore?
  9. Gli uffici provinciali competenti hanno eseguito rilievi sul rumore causato dalla statale 12 nel comune di Bronzolo? Quando sono stati fatti i rilievi più recenti e con quali risultati? Se non sono stati eseguiti in zona rilievi sul rumore negli ultimi due anni, intende la Giunta dare mandato agli uffici competenti di eseguirli, per poi comunicare i risultati al comune e alla popolazione?
  10. Poiché la Provincia nel piano di azione per il risanamento acustico (delibera n. 1395 del 18 dicembre 2018) ha preso il solenne impegno di tutelare la salute della popolazione, intende la giunta provinciale decidere misure che liberino in tempi brevi il paese dal traffico di transito e dal rumore da esso causato (come il divieto ai camion in transito di utilizzare la statale, o divieti almeno notturni o per fasce orarie, o altro)? Se sì, quali misure e in quali tempi? Se no, perché?

Bolzano, 8 agosto 2019

Cons. prov.

Riccardo Dello Sbarba

Brigitte Foppa

Hanspeter Staffler

Qui potete scaricare la risposta della giunta. 

La Quarta commissione legislativa del Consiglio provinciale guidata dalla SVP ha bocciato oggi il disegno di legge dei Verdi “Tutela del clima, limitazione del traffico aereo e trasferimento alla Provincia dell’aeroporto di Bolzano”. La proposta di legge prevedeva di rilevare la proprietà dell’aeroporto secondo il decreto statale n. 201/2015 e nel caso di concessione dell’azienda a privati, di limitare il traffico aereo, di non prolungare la pista e di costituire un comitato d’intesa che coordinasse e sorvegliasse le attività dell’aeroporto.

“Il nostro disegno di legge dà reale esecuzione alla volontà della popolazione espressa con il referendum del 2016” dichiara Riccardo Dello Sbarba (oggi assente per motivi di salute). Il risultato del voto da parte del gruppo SVP lascia in un certo modo perplessi, visto che Locher, Renzler e Vallazza in una prima fase della trattazione si erano espressi chiaramente a favore. Ieri il partito deve essere intervenuto con chiaro piglio disciplinare – seguendo la linea delle dichiarazioni degli ultimi giorni da parte del Presidente Kompatscher. È evidente infatti che ripetere ostinatamente che con la vendita dell’aeroporto si dà seguito „punto per punto“ (Kompatscher) al risultato referendario del 2016 è solo una tattica difensiva. Il Presidente sa benissimo che il 70% della popolazione ha votato no non solo per dire no al finanziamento pubblico, ma per dire no a tutto il suo progetto di sviluppo – compreso il numero di passeggeri, i tempi di volo e la classificazione dell’aeroporto. E anche se Kompatscher negli ultimi giorni se l’è presa con i Verdi, noi continueremo a dire che il risultato di una consultazione popolare si può manipolare oppure ridimensionare, ma che questo tipo di operazione può avere effetti enormi sulla credibilità politica di una giunta.

“La strategia delle SVP per il futuro ci appare ad ogni modo misera, improvvisata e ingenua”, così la componente della commissione Brigitte Foppa. Si vuole cercare il dialogo con gli acquirenti privati. “Ma nessun privato rinuncerebbe alle opzioni acquistate per fare un affare in perdita. Per noi della Bassa Atesina e della conca bolzanina non è una soluzione”, continua Foppa. Particolarmente interessante è il cambiamento radicale della posizione degli esponenti SVP in commissione legislativa. “Partiti da tigri, atterrati da scendiletto” – questo vecchio detto politico sembra essere particolarmente calzante per i “ribelli di un giorno” della Volkspartei.

Risultato della votazione: 3 sì (Foppa, Nicolini, Ploner), 4 no (Ladurner, Vallazza, Locher, Renzler).

Bolzano, 23.07.2019

Cons. Prov.
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba
Hanspeter Staffler

INTERROGAZIONE.

I mezzi pubblici sono un investimento sempre più importante per la Provincia per garantire alle cittadine e ai cittadini una mobilità sostenibile e per un contributo sempre più forte alla tutela per il clima. Garantire trasporti dignitosi, efficienti e secondo gli standard più moderni è uno degli obiettivi principali che il servizio pubblico dovrebbe porsi.

Si chiede alla Giunta:

  1. Quanto ha investito la Provincia negli ultimi 10 anni in mezzi pubblici? Quanto sui mezzi su rotaia e quanto invece su quelli su gomma? Si chiede una differenziazione per anno.
  2. Quanti sono stati gli investimenti a favore della SASA e quanti a favore della SAD? Quanti di questi finanziamenti erano destinati all’acquisto di nuovi autobus? Si chiede anche una differenziazione per anno.
  3. Quanti autobus sono stati acquistati negli ultimi cinque anni? Si chiede una differenziazione per anno.
  4. Quante vetture in circolazione per il trasporto pubblico della provincia hanno più di 5 anni? Esiste un piano di sostituzione delle autovetture più obsolete per i prossimi 5 anni? Se sì, come ed entro quali tempi si intende attuarlo? Se no, perché?
  5. Quanti autobus attualmente in circolazione sono dotati di un sistema a trazione di tipo sostenibile (metano, elettrico, ibrido, ecc.)? In quali zone sono attualmente in circolazione?

Bolzano, 24.06.2019

Cons. Prov.

Hanspeter Staffler

Brigitte Foppa

Riccardo Dello Sbarba

Qui potete scaricare la risposta della Giunta e l’allegato.

INTERROGAZIONE SU TEMI DI ATTUALITÀ.

Per cedere a privati le proprie quote nella società ABD la Provincia nel bando di gara ha richiesto un prezzo di 3,8 milioni di euro. La cordata che si è aggiudicata la gara ha offerto 4 milioni di euro. Nel bilancio 2017 di ABD si legge che la società è in possesso di beni per un valore di 34.939.322 €, un patrimonio netto di 35.155.797 € e 5.766.221 € in liquidità, di cui 4,8 milioni in banca. In sostanza, chi paga 4 milioni per acquisire ABD si può ripagare subito la spesa con la liquidità disponibile, e gli restano ancora quasi due milioni di € in liquidità. Sulla base di questi dati molti osservatori hanno giudicato l’intera operazione come “un regalo ai privati, purché qualcuno si prenda l’aeroporto”.

Si chiede pertanto:

  1. Il prezzo di 3,8 milioni di € messo dalla Provincia a base della gara per la cessione del 100% delle quote di ABD è adeguato al valore della società, visti i dati di bilancio e le disponibilità patrimoniali e liquide della società ABD? In base a che cosa e con quali calcoli di stima si è arrivati a fissare quel prezzo?
  2. Quali garanzie ha la Giunta provinciale, o ritiene di avere, di non essere un domani chiamata a rispondere di danno erariale per aver chiesto un prezzo così basso per una società con i citati valori sia patrimoniali che liquidi?

Bolzano, 24.04.2019

Cons. prov.
Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa
Hanspeter Staffler

Qui puoi scaricare la risposta della Giunta.

E la nostra replica

La 4° Commissione legislativa del Consiglio provinciale ha deciso oggi di continuare la trattazione della legge presentata dal Gruppo Verde che prevede la drastica limitazione del traffico aereo, la provincializzazione dell’aeroporto, l’istituzione di un “comitato d’intesa” che coinvolga i comuni interessati e l’interruzione di ogni finanziamento pubblico al traffico aereo.
Arrivati a un passo dalla provincializzazione, anche molti colleghi della Svp e tutta l’opposizione hanno condiviso punti fondamentali:

  1. che il referendum del 2016 ha bocciato non solo il finanziamento pubblico ma anche lo sviluppo dell’aeroporto, con l’allungamento della pista, e che bisogna impedire che tale sviluppo venga ora fatto dai privati;
  2. che occorre quindi una legge con cui la Provincia regoli esattamente che cosa può o non può fare il futuro gestore;
  3. che la possibilità di passare l’aeroporto alla provincia (prevista dal DPR n. 201 del 2015) va attuata con decisione.

Questi punti erano contenuti anche nel parere del Consiglio dei Comuni.
Grazie a questo largo consenso su punti fondamentali, la commissione ha deciso di continuare il confronto sul disegno di legge nelle prossime settimane, per chiarire alcune questioni giuridiche e cercare di arrivare a un testo condiviso.
Noi Verdi siamo molto soddisfatti e speriamo che si arrivi finalmente a una legge che rispetti in pieno la volontà popolare del referendum del 2016.

INTERROGAZIONE SU TEMI DI ATTUALITÀ.

Da anni la Regione Veneto e la società di gestione dell’A31 spingono perché la Valdastico sia prolungata a nord fino a sfociare in A22. Da sempre le province di Trento e Bolzano e le associazioni ambientaliste si oppongono a questo progetto che porterebbe un nuovo fiume di traffico dalle aree di Padova-Ferrara e Venezia-Udine in un’Autobrennero che al limite di sopportazione, bypassando tra l’altro l’interporto di Verona, decisivo per la politica di trasferimento su rotaia.
Il progetto del prolungamento a nord della Valdastico è diventato di stretta attualità dopo l’improvviso annuncio dalla nuova giunta provinciale del Trentino, che ha espresso parere favorevole a un tracciato di 41 km con innesto in A22 al casello di Rovereto Sud.

Si chiede pertanto alla Giunta provinciale:

  1. Quale sia la sua posizione su questa proposta di prolungamento della Valdastico con innesto a Rovereto Sud.
  2. Se la posizione della Giunta provinciale resta assolutamente contraria come in passato, che cosa intende fare la Giunta per far valere nel modo più efficace possibile l’opposizione del Sudtirolo a questa opera che aggraverà enormemente il problema del traffico e dell’inquinamento sull’A22 soprattutto nel tratto che attraversa la nostra provincia.

Bolzano, 06.03.2019

Cons. prov.
Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa
Hanspeter Staffler

Qui si può scaricare la risposta della Giunta.

E la nostra replica

 

INTERROGAZIONE

La Lombardia sta svolgendo in questi giorni una indagine socio-economica in val Venosta sui vantaggi che potrebbe portare un traforo sotto lo Stelvio. E’ l’ultimo passo di un cammino contrassegnato da troppe ambiguità. La Provincia di Bolzano deve fare chiarezza!

Infatti, mentre in una risposta a una nostra interrogazione il Presidente Kompatscher ha assicurato che “Per la giunta provinciale il disegno futuro è chiaro e cioè la realizzazione di un collegamento ferroviario”, la Lombardia va avanti con uno studio di fattibilità che contempla ben 7 varianti stradali e 6 varianti ferroviarie che tuttavia vengono messe al servizio della strada, con treni navetta per trasportare migliaia di auto, bus e camion da una parte all’altra dello Stelvio. E tutto questo con documenti, azioni ed interventi in cui il simbolo della Provincia autonoma di Bolzano e della sua società STA compaiono accanto a quelli della Regione Lombardia e di Infrastrutture Lombarde, la società pubblica partecipata dalla vicina Regione.

L’ultimo esempio attuale: in questi giorni la società lombarda “Mobility in Chain srl” sta contattando diverse persone e associazioni in provincia di Bolzano per una indagine “sugli effetti socioeconomici del nuovo traforo dello Stelvio”. Questa società agisce su incarico di Infrastrutture Lombarde per “condurre una serie di interviste semi-strutturate con stakeholder del territorio” altoatesino.

La base su cui viene condotta l’intervista è lo “Studio di pre-fattibilità”, composto da ben 20 elaborati e 700 pagine, predisposto da Infrastrutture Lombarde col finanziamento di 2 milioni messi a disposizione dalla Provincia di Bolzano (Fondo comuni confinanti). Lo studio viene inviato alle persone contattate prima di fare dell’intervista.

E’ intitolato: “Traforo dello Stelvio, collegamento permanente tra la Val Venosta e l’Alta Valtellina” e si può scaricare qui. 

Esso è stato anche presentato al pubblico a Bormio e a Malles (dicembre 2017) con una presentazione che riportava sul frontespizio le sigle di Regione Lombardia, Infrastrutture Lombarde, Provincia autonoma di Bolzano e la società provinciale altoatesina STA.

Ecco il frontespizio della presentazione:

Chi dunque in Alto Adige riceve questo materiale per poi essere intervistato si convince che il progetto sia condiviso anche dalla Provincia di Bolzano e che in esso possa anche rientrare un traforo stradale, o un traforo ferroviario con treno navetta al servizio del traffico su strada.

Nello studio le 7 varianti di tunnel stradale vengono presentate con ricchezza di dettagli. Tuttavia, la soluzione presentata come più interessante è quella di un traforo per un treno-navetta con auto bus e camion al seguito e si fa capire che su questa potrebbero convergere sia la Lombardia che il Sudtirolo. Esso potrebbe essere presentato come un ecologico “tunnel ferroviario”, accettabile per la Provincia di Bolzano. Ma si tratterebbe di un inganno: trasportando auto bus e camion il treno-navetta servirà, attirerà e moltiplicherà il traffico su gomma!

Come modelli per lo Stelvio, lo studio cita i due servizi di treno navetta già operativi in Svizzera, quello tra Iselle e Brigl (Semplione) e quello del Vereina.

Questi sistemi hanno la possibilità di trasportare diversi tipi di veicolo su gomma, compresi i mezzi pesanti, con una capacità notevole: al Sempione per esempio sono stati 1,2 milioni i mezzi trasportati via treno-navetta nell’anno 2015.

Anche per lo Stelvio lo studio di pre-fattibilità prevede ingenti volumi di traffico: con la possibilità di un viaggio ogni 35-40 minuti, nel momento della sua piena operatività vengono valutati 7500 passeggeri al giorno di cui 3500 con veicolo su gomma al seguito.

E’ evidente che questa soluzione, che lo studio chiama “ferrovia bimodale con veicoli al seguito”, è solo apparentemente una soluzione ferroviaria. In realtà di tratta di un treno al servizio dei mezzi su strada, che aprirebbe un canale per il traffico privato su gomma tra le due regioni, realizzando nei fatti quel “corridoio Milano-Ulm” che diverse lobby economiche lombarde propongono da anni.

La conseguenza di tale “Traforo ferroviario” sarebbe l’aumento del traffico di auto e camion sia in Valtellina che in tutta la Venosta: scese dal treno le auto continuano il viaggio su strada in entrambi i versanti, da e verso la Germania e l’Austria e da e verso la Lombardia e oltre, verso le coste del mare ligure-toscano.

Anche dal punto di vista turistico è da dubitare che il traforo possa portare benefici al Sudtirolo: sarebbe la Valtellina, coi suoi prezzi più bassi, a sottrarre clientela turistica al Sudtirolo e non viceversa!

Ecco dunque gli effetti del Traforo dello Stelvio: la Venosta riceve più traffico e perde turisti !

I tracciati del traforo attraversano aree protette e aree del Parco nazionale dello StelvioCi sono poi i problemi ecologici e finanziari. Infatti:

  • si prevede che i cantieri durino 10 anni
  • vi sarebbero da 1,5 milioni a 2,5 milioni di mc di materiale di scavo per il quale vanno trovate aree di lavorazione e deposito
  • i costi di costruzione dichiarati oscillano tra 1 e 1,3 miliardi di € (ma si sa che alla fine sono sempre maggiori)
  • i costi annuali di esercizio oscillano tra i 4,5 milioni di € (tunnel stradale) e i 5,8 milioni di € (ferrovia).

Lo studio di pre-fattibilità dimostra dunque che vi sono mille motivi i per dire stop a un progetto a cui il Sudtirolo è stato trascinato dalla Lombardia attraverso l’accordo sui “Fondi per i comuni di confine”. Questi fondi, che vengono messi a disposizione dalla Provincia di Bolzano, non possono essere spesi per un progetto che danneggia il nostro territorio a cominciare dalla Val Venosta! E non servono ulteriori analisi socio-economiche, con questionari che sembra abbiano lo scopo di creare in Venosta un consenso a un progetto che consenso non ne ha.

Per questi motivi, si chiede alla Giunta provinciale:

  1. La Provincia di Bolzano collabora al citato sondaggio della società “Mobility in Chain srl” in corso in Val Venosta, con interviste a diversi stakeholder sul nostro territorio? O almeno, la Giunta provinciale ne è stata informata e se sì, da chi?
  2. Se non collabora e neppure è stata informata, ritiene la Giunta provinciale accettabile che la Lombardia svolga simili azioni senza coordinarsi con Bolzano, pur presentandosi con una documentazione che porta il simbolo della Provincia stessa?
  3. La Giunta provinciale conosce l’elenco dei soggetti, singoli o associasti, che vengono contattati da “Mobility in Chain srl”? Se sì, quali sono? Se no, intende chiedere informazioni e poi risponderci su questo punto in un secondo momento?
  4. La Giunta provinciale conosce le domande e le metodologie di questo sondaggio? Se sì, pensa che siano oggettive o siano volte a creare un’opinione favorevole al progetto in Val Venosta? Se invece la Giunta provinciale non conosce domande e metodologie, intende chiedere informazioni per farsi un’opinione in merito e poi risponderci su questo punto in un secondo momento?
  5. Lo studio di pre-fattibilità di Infrastrutture Lombarde ha preso in considerazioni tre tipologie di traforo sotto lo Stelvio: quello stradale, quello ferroviario con navetta per auto bus e camion al seguito e quello ferroviario per soli passeggeri. Alla luce dei risultati dello studio, ritiene la Giunta provinciale che sia matura una scelta tra continuare in questo progetto o abbandonarlo del tutto?
  6. Se la Giunta provinciale intende andare avanti e iniziare con lo studio di fattibilità vero e proprio, la Giunta provinciale ritiene opportuno mantenere aperta la verifica su tutte e tre le tipologie (traforo stradale, ferroviario con navetta per auto bus e camion al seguito e ferroviario per soli passeggeri) oppure interverrà presso Regione Lombardia per esigere l’eliminazione delle tipologie da lei non condivisibili? Se sì, quali tipologie, delle tre citate, la Giunta provinciale chiederà di escludere?
  7. Se la Giunta provinciale consentisse alla Lombardia di andare avanti sottoponendo a studio di fattibilità tutte e tre le tipologie, strada compresa, come si concilia questo con la volontà espressa dal Presidente Kompatscher anche nella sua risposta alla nostra interrogazione, secondo cui “Per la giunta provinciale il disegno futuro è chiaro e cioè la realizzazione di un collegamento ferroviario”?
  8. Per “collegamento ferroviario” la Giunta provinciale intende un treno per soli passeggeri o anche un treno navetta con trasporto di auto, bus e treni nel notevole numero ipotizzato dallo studio di pre-fattibilità?
  9. Non ritiene la Giunta provinciale che un treno navetta per auto bus e camion si configuri nei fatti come un collegamento ferroviario a totale servizio della strada, con la conseguenza di un aumento del traffico in Val Venosta e il rischio della realizzazione di quel corridoio Milano-Ulm che la popolazione e le istituzioni locali della Venosta hanno sempre escluso?
  10. Quali benefici per la val Venosta e l’intera provincia di Bolzano si attende la Giunta dal progetto di Traforo sotto lo Stelvio nelle opzioni indicate nelle risposte alle domande n. 7, 8 e 9?
  11. Non ritiene la Giunta provinciale che per il nostro territorio gli svantaggi di un traforo sotto lo Stelvio superino di molto i vantaggi e che dunque sia opportuno che la Provincia di Bolzano comunichi alla Lombardia che per noi questo progetto debba essere abbandonato?
  12. Nel programma di governo Lega-Svp è scritto che bisogna “rafforzare la collaborazione con tutte le regioni limitrofe, in particolare con il Veneto e la Lombardia e il Cantone dei Grigioni”: questo traforo sotto lo Stelvio è forse parte di questa “collaborazione”?

Bolzano, 20 febbraio 2019

Cons. prov.

Riccardo Dello Sbarba

Brigitte Foppa

Hanspeter Staffler

Qui potete scaricare la risposta della giunta.

INTERROGAZIONE

Su segnalazione di persone che da anni seguono l’evoluzione del progetto del Tunnel di Base del Brennero

si chiede alla giunta provinciale:

  1. La Provincia ha investito, e/o ha in programma di investire fino alla conclusione del progetto, direttamente o indirettamente, proprie risorse finanziarie nella progettazione, realizzazione e/o nelle misure di accompagnamento del Tunnel di Base del Brennero?
  2. Se sì, si chiede per ogni investimento: la data, l’ammontare, la finalità.
  3. In particolare, si chiede se corrisponde al vero che la Provincia paghi con fondi propri i costi dell’utilizzo delle aree di cantiere ai proprietari delle aree stesse.
  4. Se quanto esposto alla domanda 3 corrisponde al vero, si chiede per ogni area o parte di essa: quanto la Provincia paga e/o prevede di pagare in totale e in relazione alla dimensione dell’area e parte di essa, il periodo di durata di tali pagamenti, il nome dei singoli proprietari che ricevono i singoli pagamenti indicati.
  5. Nel progetto originario si prevedeva anche una finestra che sboccava nella valle di Vizze, poi cancellata in seguito alle proteste della popolazione e alla modifica del progetto. Si chiede se corrisponda al vero che le somme per l’utilizzo delle future aree di cantiere fossero in tutto i in parte già state anticipate ai proprietari.
  6. Se quanto esposto alla domanda 5 corrisponde al vero, si chiede l’ammontare esatto delle somme pagate e il nome dei beneficiari.
  7. Si chiede inoltre, sempre riferito al caso della val di Vizze di cui al punto 5, se dopo la cancellazione della finestra prevista e del relativo cantiere, la Provincia ha richiesto la restituzione delle suddette somme e se esse siano state restituite effettivamente. Se non sono state richieste indietro, oppure non sono state restituite, si chiede le ragioni di tutto questo.

Bolzano, 10 gennaio 2019

Cons. prov.

Riccardo Dello Sbarba

Hanspeter Staffler

Brigitte Foppa

Qui potete scaricare la risposta della giunta.