FlashMobVerbesserungsvorschläge für das Kindergartenpersonal.
Gestern standen die Kindergärtnerinnen ein weiteres Mal im Regen vor dem Landtag. Sie protestierten noch einmal gegen die gestiegene Belastung und wiesen auf die Bedeutung des Kindergartens in der Bildungsarbeit und auf ihre eigene Arbeitsleistung hin.
Der Protest der Kindergärtnerinnen, auf den es nun auch einige Reaktionen seitens der Landesregierung gibt, stützt sich unter anderem auch auf das Bildungsgesetz, das heute im Landtag behandelt wird. An ihm hat die grüne Fraktion einige Ansatzpunkte ausfindig gemacht und das Thema des Kindergartens dadurch in die Debatte des Bildungsomnibusgesetzes eingebaut.
Vorher hatten wir in mehreren Landtagsanfragen die Datenlage erhoben und auf das überaus beeindruckende Arbeitspensum aufmerksam gemacht. Die Belastungsgrenze ist erreicht.
Die Vorschläge, die unsere Fraktion heute vorlegt, setzen an grundlegenden Punkten an. Sie werden auch in Zukunft beachtet werden müssen, wenn man nicht mit kleinen Schadensbegrenzungsaktionen einem jahrelang aufgeschobenen Problem beikommen will.
Wir haben zwei Gesetzesänderungen vorbereitet. Sie betreffen:

  1. Die personelle Ausstattung der Gruppen. Das Landesgesetz vom 16. Juli 2008, Nr. 5 besagt, dass jede Kindergartengruppe „eine Kindergärtnerin oder ein Kindergärtner und eine pädagogische Mitarbeiterin oder ein pädagogischer Mitarbeiter“ aufweisen muss. Derzeit wird dieser Passus so ausgelegt, dass die Stelle der Kindergärtnerin und der pädagogischen Mitarbeiterin auch als Teilzeitstelle verstanden werden kann, die nicht durch zusätzliches Personal ausgeglichen werden muss. Das ist eine gravierende Missinterpretation des Gesetzes, die einen großen Anteil an der derzeitigen Belastungssituation hat. Oft befindet sich nur eine einzige Person in der Gruppe mit mehreren Kindern. Das wirft große Probleme auch rechtlicher Natur, etwa in Haftungsfragen auf. Die 2 Stellen müssen daher klar als Vollzeitäquivalente definiert werden.
  2. Die Gruppengröße: Sie soll von 25 auf 20 herabgesetzt werden. Durch die derzeitige Größe der Kindergartenabteilungen mit maximal 25 Kindern wird die Belastungsgrenze des Kindergartenpersonals immer wieder überschritten. Dafür muss in Artikel 6 des Landesgesetzes vom 16. Juli 2008, Nr. 5 die Gruppengröße 25 durch die Maximalgröße 20 ersetzt werden.

Zusätzlich haben wir eine Tagesordnung (Beschlussantrag zum Gesetz) vorgelegt.
Darin werden der Landtag und die Landesregierung mit folgenden Maßnahmen beauftragt:

  1. In einer Landtagsanhörung die Vertretungen des Kindergartens, der Eltern und der Gewerkschaften anzuhören.
  2. Neben Sofortmaßnahmen für das neue Kindergartenjahr im Haushaltsjahr 2017 das Stellenkontingent in den Kindergärten aufzustocken und zwar in einem Maß, das auch tatsächlich Entlastung schafft.
  3. Mit der Verhandlung des Bereichsvertrages für das Kindergartenpersonal unverzüglich zu beginnen.

Mit den Kindergärtnerinnen, die gestern zum zweiten Mal innerhalb eines Monats ihre Stimme erhoben haben, finden wir: So kann es nicht weitergehen. Diese Schlüsselstelle im Bildungsbereich bedarf einer personellen Aufwertung, die Hand in Hand geht mit der großen Innovationsleistung, die in den Kindergärten in den letzten Jahren erbracht wurde. Wir sprechen dem Kindergartenpersonal unsere Solidarität aus und fordern die Landesregierung auf, den Forderungen der Kindergärtnerinnen nach einer generellen Neuregelung in Stellensituation, Betreuungsschlüssel, Gruppengröße, Angleichung an die GrundschullehrerInnen und Bezahlung, nachzukommen.
09.06.2016
L.Abg.
Brigitte Foppa
Hans Heiss
Riccardo Dello Sbarba

HotelTermeMeranCancellata un’anomalia urbanistica: il Consiglio provinciale approva all’unanimità la proposta di legge del Gruppo Verde.
Non era mai successo nella storia del Consiglio provinciale, che una proposta di legge in materia di urbanistica avanzata dall’opposizione venisse approvata dal Consiglio provinciale: si tratta del disegno di legge n. 66/15 „Hotel Terme di Merano“ proposto dal Gruppo Verde.
Il disegno di legge prevede l’eliminazione dell’articolo 128bis della Legge Urbanistica che vincola l’intera area delle Terme di Merano come „zona per impianti pubblici sovracomunali“, quindi di competenza esclusiva della Provincia. Il 128 bis è il residuo di una infelice vicenda, quando la Provincia si era messa perfino a costruire e gestire un Hotel, quello delle Terme. Con pessimi risultati e un enorme spreco di denaro pubblico.
Adesso questa vicenda è finita con la cessione dell’hotel ai privati. Restava però una cosa da fare: restituire tutta l’area al Comune, che per la zona dell’hotel ha già pronta la variazione di destinazione d’uso in „zona per strutture turistiche“, predisposta e fortemente voluta dalla assessora all´urbanistica Madeleine Rohrer e dallo stesso sindaco Rösch.
Presupposto per concludere il cambio di destinazione: l’eliminazione dell’articolo 128bis e la restituzione della competenza al Comune. E’ quel che ha fatto oggi il Consiglio provinciale approvando la legge del Gruppo Verde. Alla legge è stato aggiunto un emendamento, che prevede la sua entrata in vigore a partire dal 1° febbraio 2017, al fine di lasciar concludere alcune procedure di autorizzazione ancora in corso.
Gruppo Verde in Consiglio provinciale.
Qui trovate la relazione accompagnatoria al disegno di legge 66/15

Gruppo Verde in Consiglio provincialeIl Consiglio provinciale ha approvato la mozione verde per un maggiore uso di prodotti biologici nelle mense pubbliche. 
Ecco la parte deliberativa approvata:
Il Consiglio provinciale impegna la Giunta a:
– cambiare i criteri per l’assegnazione dei cotratti di servizio per la gestione delle mense in modo che in futuro vengano considerate le seguenti linee guida:
I prodotti e gli ingredienti devono provenire per la maggior parte da agricoltura/produzione (secondo le attuali direttive europee) e tale parte deve essere distribuita su tutti i pasti e per tutto l’anno scolastico. Qualora sul mercato locale non fossero disponibili sufficienti quantità di prodotti biologici, si dovrà dare la preferenza alle produzioni locali, cosiddetti a km 0;
– vincolare i gestori delle mense all’indicazione esplicita sui menu dei prodotti biologici e della provenienza geografica degli ingredienti usati.
Brigitte Foppa
Hans Heiss
Riccardo Dello Sbarba

Aeroporto: Appello al NO
Anche se in Consiglio provinciale apparteniamo a diversi partiti, in vista del referendum del 12 giugno, 2016 ci pronunciamo insieme contro un ulteriore finanziamento dell’aeroporto di Bolzano.
Il nostro NO al referendum deriva dalla preoccupazione per la salute e l’ambiente in cui vive la popolazione interessata. La minaccia alla loro salute e l’ulteriore sperpero del denaro pubblico sono assolutamente sproporzionati rispetto ai benefici che, secondo gli stessi promotori, porterebbe un ampliamento dell’aeroporto.
Indichiamo solo quattro punti:

1. Cautela nell’utilizzo del denaro pubblico.

Finora già 120 milioni di € sono stati gettatoi nell’aeroporto e nei relativi servizi, e dal 2017 verranno aggiunti € 2,5 milioni (e 2,5 milioni di contributo della Camera di Commercio) fino al 2022, per raggiungere l’obbiettivo di 170.000 passeggeri. Ma non è tutto: oltre ai contributi diretti occorrerà coprire le perdite previste, e a ciò direttamente o indirettamente dovrà pensare la mano pubblica nei prossimi 20 anni, visto che il pareggio è previsto solo al 2035 a patto che si superino i 500.000 passeggeri. La vittoria del “sì” significa dunque investire altre decine di milioni nell’Aeroporto, soldi che servono urgentemente nei settori dell’istruzione (scuole materne), della salute (reparti di maternità), del sociale (famiglia).

2. La solidarietà con la popolazione coinvolta, contro la minaccia alla sua qualità della vita.

Chi vive e lavora a San Giacomo, Laives, Vadena, Bronzolo, a Bolzano, in Bassa Atesina e nell’Oltradige ha diritto ad una vita decente. L’ampliamento dell’aeroporto comporta un aumento insostenibile delle emissioni inquinanti e del rumore, che aggrava ulteriormente il catrico ambientale già presente. Con gli aerei a reazione previsti rumore e emissioni si innalzeranno bruscamente. . La stessa Agenzia provinciale per l’ambiente ha parlato di “ripercussioni notevoli sull’ambiente in un’area dove il valore limite annuo di ossidi di azoto è stato superato in numerose stazioni di rilevamento”.
Le 180.000 persone che vivono nel bacino di utenza dell’aeroporto, pari a un terzo della popolazione della provincia. Come cittadini e cittadine della nostra autonomia siamo particolarmente obbligati a tutelare ogni tipo di minoranza.

3. Il successo economico fiorisce anche senza l’aeroporto, in questo momento più che mai!

La provincia di Bolzano è una delle regioni più ricche d’Europa, il turismo e i pernottamenti sono in costante crescita, l’esportazione aumenta di anno in anno. Questo sviluppo si deve all’intelligenza e alla diligenza delle nostre aziende e delle/dei loro dipendenti. E’ anche il risultato del nostro paesaggio speciale, della qualità della vita e della nostra posizione nel cuore dell’Europa, che assicura l’accessibilità al nostro territorio. Gli ospiti apprezzano il valore del riposo e del relax nella natura: questo deve essere coltivato, non il turismo mordi e fuggi. Un numero crescente di questi ospiti ci apprezza anche come una regione libera da traffico aeroportuale, per ragioni di riposo, sicurezza e clima.

4. Anche con un “No”, l’aeroporto rimane sotto il controllo della Provincia.

È infondata la preoccupazione che con la vittoria del NO l’aeroporto cadrebbe nelle mani dello stato o dell’ENAC e verrebbe messo a gara europea. Se anche ciò accadesse, si troverebbero ben pochi interessati assumersi i necessari investimenti, senza contributi pubblici. Nessun privato avrebbe il coraggio di investire molti milioni di fronte a un futuro molto incerto.
La realtà comunque è ben diversa: sull’aeroporto la Provincia ha competenza legislativa riconosciuta dalla Costituzione (art. 117) ed ha già emanato leggi e un dettagliato regolamento (Decreto presidente giunta provinciale n. 63 del 2008) con cui viene regolata nel dettaglio la gestione dell’aeroporto, qualsiasi sia il concessionario.
Inoltre, il “piano nazionale degli aeroporti”, in vigore dal 2 gennaio 2016, trasferisce la proprietà dell’aeroporto di Bolzano dallo Stato alla Provincia. La possibilità che in seguito a questo trasferimento la Provincia ottenga anche la competenza esclusiva di erogare la concessione è stata annunciata, in tempi non sospetti, dallo stesso Presidente Kompatscher in una intervista alla Wirtschaftszeitung del 4 settembre 2015 (vedi allegato).
La Provincia dunque non rischia affatto di perdere il controllo dell’aeroporto e potrà ripettare pienamente il risultato del voto nel caso prevalga il NO.
A volte ci sono questioni che hanno un peso maggiore rispetto alle differenze tra i partiti politici. La questione di ulteriore finanziamento per l’aeroporto di Bolzano è una di queste. Per noi un NO al referendum del 12 giugno 2016 significa quattro volte “sì”:
sì alla qualità della vita di Bolzano, dell’Oltradige e della Bassa Atesina;
sì all’uso sensato del denaro pubblico
sì a uno sviluppo sano e sostenibile
sì al pieno controllo democratico dell’area aeroportuale.
Chiediamo ai cittadini e alle cittadine di votare No il 12 maggio, non solo nel proprio interesse, ma soprattiutto per il futuro della nostra terra.
Myriam Atz Tammerle
Walter Blaas
Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa
Hans Heiss
Sven Knoll
Paul Köllensperger
Pius Leitner
Ulli Mair
Andreas Pöder
Helmuth Renzler
Oswald Schiefer
Sigmar Stocker
Bernhard Zimmerhofer

Il candidato verde stoppa l’avanzata dei Freiheitlichen all’ultimo momento

van-der-bellen auguri VGVCome quattro settimane fa il primo turno, anche il ballottaggio per le elezioni del nuovo Presidente della Repubblica in Austria ha riservato una grossa sorpresa, stavolta molto piacevole: lo spoglio del voto postale (quasi 800.000 schede, il 14% dell’elettorato!) ha catapultato in avanti l’ex portavoce nazionale dei Verdi Alexander Van der Bellen, che partiva da una posizione di svantaggio, e ha così bloccato l’annunciata “marcia trionfale” del candidato dei Liberal-Nazionali Norbert Hofer.
La vittoria di Alexander Van der Bellen è la vittoria dell’equilibrio, della mitezza, dell’umanità, dell’Europa senza confini ed ha un grande significato non solo per l’Austria. Il suo successo potrebbe fungere da freno all‘avanzata delle destre populiste in tutta Europa e dimostra che una decisa mobilitazione di tutte le forze e la grande credibilità di un candidato possono convincere la maggiorparte delle elettrici e degli elettori. Ora il nuovo Presidente avrà il grande compito di sanare la polarizzazione che è venuta alla luce negli ultimi mesi in Austria e di unire la nazione con una politica coerente e pacificatrice. Le sue prime parole dopo l’elezione fanno sperare bene in questo senso.
Per l’Alto Adige-Südtirol l’elezione di Van der Bellen è una vera fortuna. Il nuovo Presidente conosce a fondo e di persona la situazione tirolese e sudtirolese e certamente continuerà nell‘impegno del presidente Fischer per il Brennero come linea di passaggio più che di confine.
Noi Verdi Grüne Vërc siamo felicissimi per l’elezione del nuovo Presidente e gli facciamo i nostri migliori auguri. La vittoria della sua personalità onesta e di grande carisma è un risultato che fa bene all’Austria e ai suoi vicini. È, anche per noi, un faro di incoraggiamento.
23.05.2016
Hans Heiss, Brigitte Foppa, Riccardo Dello Sbarba

Mettiamo in chiaro le cose! Sul futuro dell’aeroporto decidono i cittadini e le cittadine, o no?
terminal flughafenOggi il senatore Berger, alla vecchia maniera, ricorre alla tattica del creare confusione.
Il senatore sostiene che se vince il NO all’ampliamento dell’aeroporto si dovrebbe cercare un nuovo investitore e l’ABD dovrebbe continuare a occuparsi del funzionamento dell’aeroporto. Giustifica così ancora una volta gli investimenti eccessivi e chiaramente inutili finora sostenuti in un aeroporto che è rimasto in deficit e al di sotto di ogni aspettativa.
Ora si butta nel dibattito anche l‘ENAC in qualità di superteste, il quale a detta del senatore anche in caso di un rifiuto da parte della popolazione obbligherebbe la nostra provincia a mantenere in funzione l’aeroporto.
Queste argomentazioni ci stupiscono non poco: stranamente in questo caso sembra che gli ambiti d‘azione dell‘autonomia non valgano quasi nulla, tanto che pare quasi si voglia chiamare Roma in difesa dell’aeroporto.
È stata scritta una legge provinciale sul funzionamento dell‘aeroporto con tanto di condizioni. Questo ci dimostra che possiamo decidere noi i criteri e a questa facoltà ci dobbiamo attenere anche in futuro, argomentando in modo onesto, invece di fomentare paure con scenari di insicurezza.
Il Consiglio provinciale, su iniziativa del Presidente della Provincia, ha posto la decisione definitiva sul futuro dell’aeroporto nelle mani delle cittadine e dei cittadini. Un NO da parte della popolazione significa che la gente non vuole l‘aeroporto in questa forma (e a maggior ragione nemmeno in una forma più grande con ampliamento e aerei più grandi). In questo caso l‘indicazione alla politica sarebbe chiara e compito della Giunta declassare l‘aeroporto, rendendolo poco attraente per un bando.
Rimane infine la domanda del perché si chiede alla popolazione di decidere se in realtà non c‘è alternativa per il futuro dell‘aeroporto. O i cittadini e le cittadine sono stati presi in giro, oppure è in atto un tentativo irragionevole di creare confusione.
Con titoli quali „Sognatori“, „Decisioni di pancia“, „Favola della buona notte“ si continuano a offendere i cittadini e le cittadine e la loro capacità decisionale, mentre allo stesso tempo si richiede una discussione obiettiva. Dura essere più contraddittori.
Gruppo Verde in Consiglio provinciale
Gruppo Verde in Consiglio provinciale

L’ampliamento dell’aeroporto sotto la lente della Convenzione delle Alpi

Flughafen Landebahn Blick Burggrafenamt
Da quando è cominciata la discussione sul progetto di ampliamento dell’aeroporto è stata ripetutamente citata la Convenzione delle Alpi. Le persone critiche verso questo progetto si sono chieste giustamente se questo trattato internazionale consenta o meno l’ulteriore ampliamento dell’aeroporto. Partendo da questo dubbio, il Gruppo Verde in Consiglio provinciale ha chiesto un parere in merito alla CIPRA Austria. Lunedì 8 maggio il “servizio giuridico” della CIPRA ci ha consegnato il proprio parere scritto.

In sintesi, la CIPRA afferma che: “L’impatto complessivo del progetto per l’ampliamento dell’aeroporto appare in ogni caso in forte attrito (in einem starken Spannungsverhältnis) con gli obiettivi del Protocollo trasporti della Convenzione delle Alpi”.

Atri punti confermano i dubbi dei critici dell’ampliamento dell’aeroporto:

  1. Il potenziamento del trasporto aereo è in contraddizione con il principale obiettivo del Protocollo trasporti di diminuire le emissioni dannose e di spostare i trasporti su rotaia.
  2. In base all’articolo 12 del Protocollo trasporti della Convenzione delle Alpi, il potenziamento dell’aeroporto di Bolzano va considerato “significativo” per l’aumento dell’impatto ambientale e acustico e rientra tra quegli interventi che vanno possibilmente evitati o limitati, valutando con attenzione se esistano alternative più ecocompatibili.
  3. Le possibili alternative devono essere analizzate con la stessa accuratezza con cui è stato valutato l’ampliamento dell’aeroporto. Va valutata in primo luogo la possibilità di potenziare i collegamenti via treno con gli aeroporti già esistenti nelle vicinanze e più in generale le possibilità di migliorare la mobilità attraverso il potenziamento del sistema di trasporto pubblico. Questi interventi devono avere la priorità su ogni “significativo ampliamento” dell’aeroporto.
  4. Nella legge provinciale, così come nel piano di sviluppo, non vengono presi in considerazione gli aspetti legati alla tutela dell’ambiente e della salute, come invece previsto dal Protocollo trasporti. Contro possibili rischi per salute e sicurezza, vista anche la posizione topografica particolare, occorre applicare il criterio di precauzione, che impone di intervenire anche in caso di remota possibilità di rischio.
  5. Per progetti infrastrutturali di questo rilievo, il Protocollo trasporti prevede l’obbligo di “verifiche di opportunità”, “valutazioni d’impatto ambientale” e “analisi dei rischi” da effettuale PRIMA dell’approvazione del progetto. Tutte queste verifiche ancora oggi mancano.
  6. Nel Protocollo trasporti valgono i principi della “internalizzazione dei costi” e del “chi inquina paga”: dunque vanno verificati tutti i costi, da quelli ambientali ai danni economici (anche per i privati e l’economia del territorio circostante) e vanno messi a carico di chi usa l’infrastruttura.
  7. Gli Stati confinanti devono essere consultati su simili progetti per i possibili effetti sul loro territorio, in questo caso Austria e Germania; cosa che non è stata fatta.
  8. L’ampliamento dell’aeroporto mette a dura prova anche il rispetto del “Protocollo sul turismo” della Convenzione, che impegna a un turismo sostenibile. Un aumento di turisti di sempre più breve permanenza contrasta con tale obiettivo.

Tutte queste valutazioni mancano sia nella legge sull’aeroporto, sia nel “progetto di sviluppo”, che partono unicamente dall’esigenza di “far funzionare” economicamente la struttura.
La Convenzione delle Alpi è un trattato internazionale entrato nella legislazione dei singoli Stati che l’hanno ratificato. In Italia il protocollo trasporti è entrato in vigore il 7 maggio 2013. Il rispetto di impegni e obiettivi della Convenzione delle Alpi riguarda anche la Provincia di Bolzano, in quanto parte di uno Stato firmatario e dell’Unione europea.
Per questo, chiediamo alla Giunta Provinciale di integrare le valutazioni richieste dal Protocollo Trasporti nella futura Valutazione di Impatto Ambientale e di tenere conto di tutto questo anche nelle procedure previste dopo la consultazione popolare del 12 giugno.
Invero sarebbe stato molto meglio agire fin dall’inizio nel pieno rispetto della Convenzione delle Alpi. Solo attraverso la quotidiana applicazione dei principi di questo fondamentale trattato per la tutela dell’area alpina e di chi ci abita, l’Alto Adige potrà meritarsi davvero il titolo di “Regione del clima”.
Bolzano, 10.05.2016
Gruppo Verde in Consiglio provinciale
Il parere della CIPRA Austria:
[gview file=”http://www.verdi.bz.it/wp-content/uploads/2016/05/Endversion_StellungnahmeRSS_FlughafenBozen_12042016.pdf”]

Il vittimismo di Ulli Mair è del tutto spropositato.
prissianIl fatto che la Provincia cerchi alloggi per altri 700 richiedenti asilo, ha fatto infuriare la consigliera dei Freiheitlichen Ulli Mair, la quale accusa la giunta di „bypassare“ la popolazione piazzando profughi sotto casa a loro insaputa.
Anche se noi Verdi non siamo i difensori d’ufficio del lavoro della giunta e dell‘assessora Martha Stocker, ricordiamo che i 1000 richiedenti asilo e profughi attualmente accolti sono un numero esiguo e che dopo una prima reazione scettica sono stati accolti molto bene dalla popolazione locale. Altri 700 richiedenti asilo nel corso del 2016 li possiamo reggere, soprattutto se paragonati ai numeri del Land Tirolo che ne deve gestire ca. 7000.
Anche il riferimento alla situazione particolare dell‘Alto Adige/Südtirol con i tre gruppi linguistici è un argomento molto debole: l‘Alto Adige con la presenza di più culture non è un „territorio menomato“ bisognoso di particolare indulgenza, ma una regione consapevole tra le più benestanti in Europa. Se anche in Italia, come criterio per la distribuzione, si prendesse in considerazione la capacità economica oltre che il numero della popolazione (come viene fatto in Austria o in Germania) sarebbero ben altre le cifre di persone da accogliere con cui dovremmo confrontarci.
Ulli Mair sa poi meglio di tutti che la convivenza di più gruppi linguistici non è uno svantaggio, ma un valore aggiunto.
La nostra provincia e le persone che vi abitano non devono essere sovraccaricate nella loro disponibilità all‘accoglienza, ma soprattutto non devono essere mandate in un panico ingiustificato. L‘accoglienza dei profughi ha sì bisogno di una gestione migliore e di una visione più a lungo raggio, ma le grida d‘allarme della destra tedesca non vi danno alcun contributo.
05.05.2016
Brigitte Foppa e Hans Heiss, co-portavoce Verdi Grüne Vërc

Willi Hagl Foppa DelloSbarba Heiss

Georg Willi, Sigi Hagl, Brigitte Foppa, Hans Heiss, Riccardo Dello Sbarba


Rappresentanti politici dei Verdi da Germania, Austria e Italia dicono un chiaro e univoco NO alla chiusura del Passo del Brennero. “Chi chiude il confine al Brennero spacca l’Europa, poiché non esiste altro luogo più simbolico per uno sviluppo unitario europeo qual è il collegamento Nord-Sud attraverso le Alpi” hanno sostenuto giovedì al Brenero Brigitte Foppa, Hans Heiss, Riccardo Dello Sbarba insieme ai portavoce dei Verdi bavaresi e tirolesi Sigi Hagl e Georg Willi. L’incontro transfrontaliero è avvenuto in seguito a una riunione con il sindaco del Comune di Brennero Franz Kompatscher il quale ha spiegato loro gli ultimi sviluppi della situazione.
Grüne Delegation mit BM Kompatscher

La delegazione verde dei tre Stati con Franz Kompatscher, il sindaco del comune di Brennero.


L’Austria si prepara ad avviare controlli accurati lungo il confine per mettere un freno al flusso dei profughi. Se a tal scopo verrà eretta anche una recinzione è una questione ancora aperta. I Verdi altoatesini, tirolesi e bavaresi criticano le intenzioni austriache espresse finora in una dichiarazione comune. Chiedono una soluzione europea con centri di prima accoglienza posizionati negli Stati periferici dell’UE e un sistema di distribuzione equilibrato e solidale dei richiedenti asilo in tutta Europa.
Nel documento viene sottolineato anche il valore economico e sociale dei confini aperti. La libertà di circolazione di cittadini, cittadine, merci, servizi e capitali, da libertà basilare per l’UE è diventato concetto base per tutte le persone. In più un’intera generazione è cresciuta ormai senza conoscere confini. “Un ritorno ai controlli di frontiera, alla chiusura o addirittura a recinzioni sarebbe un passo indietro agli occhi di tutti/e i/le giovani adulti/e che hanno conosciuto solo un’Europa aperta, e anche agli occhi di tutte le altre persone.”
05.05.2016
Brigitte Foppa e Hans Heiss, Coportavoce Verdi Grüne Vërc

Approvata all’unanimità la proposta di legge provinciale del Gruppo Verde. Ora serve una rapida approvazione in Consiglio.

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Von Imalipusram – Eigenes Werk, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=14771436


Non era mai successo nella storia del Consiglio provinciale, che una proposta di legge in materia di urbanistica avanzata dall’opposizione venisse approvata anche dalla maggioranza. E’ successo oggi nella 2a Commissione legislativa, dove è stato approvato all’unanimità il disegno di legge n. 66/15 „Hotel Terme di Merano“ proposto dal Gruppo Verde.
Il disegno di legge, come ha spiegato il presentatore Riccardo Dello Sbarba, prevede l’eliminazione dell’articolo 128bis della Legge Urbanistica che vincola l’intera area delle Terme di Merano come „zona per impianti pubblici sovracomunali“, quindi di competenza esclusiva della Provincia.
Il 128 bis è il residuo di una infelice vicenda, quando la Provincia si era messa perfino a costruire e gestire un Hotel, quello delle Terme. Con pessimi risultati e un enorme spreco di denaro pubblico.
Adesso questa vicenda è finita con la cessione dell’hotel ai privati. Restava però una cosa da fare: restituire tutta l’area al Comune, che per la zona dell’hotel ha già pronta la variazione di destinazione d’uso in „zona per strutture turistiche“, predisposta e fortemente voluta dalla assessora all´urbanistica Madeleine Rohrer e dallo stesso sindaco Rösch.
Presupposto per concludere il cambio di destinazione: l’eliminazione dell’articolo 128bis e la restituzione della competenza al Comune. E’ quel che ha fatto oggi la 2a Commissione Legislativa, approvando la legge del Gruppo Verde.
Ora il disegno di legge 66/15 passa all’aula. Auspichiamo che i tempi di trattazione di questo disegno di legge di un solo articolo vengano anticipati in modo che la legge possa entrare in vigore prima dell’estate.
Bolzano, 27.04.2016
Gruppo Verde in Consiglio provinciale.
Il disegno di legge 66/15 con la relazione del presentatore