INTERROGAZIONE

Nei comuni della provincia di Bolzano non è ancora possibile ricevere la carta di identità elettronica, realtà ormai usuale in gran parte del resto d’Italia. Da noi ci sono difficoltà derivanti dall’inserimento delle diverse lingue nel documento, ma si tratta di problemi che dovrebbero essere risolvibili con le moderne tecnologie, un po’ di fantasia e la volontà di offrire anche alla popolazione locale un importante strumento che può diventare veicolo di nuovi servizi e l’eliminazione di inutili pratiche burocratiche.

Per questo motivo si chiede alla giunta provinciale:

  1. Quali sono stati i motivi dell’attuale ritardo nell’introduzione anche nei comuni della provincia di Bolzano della carta di identità elettronica?
  2. Che cosa intende fare la giunta provinciale per offrire in tempi brevi anche alla popolazione dell’Alto Adige questo importante servizio?
  3. Quali passi concreti si sta facendo in questa direzione ed entro quale data indicativamente i comuni della provincia potranno cominciare a fornire alle cittadine e ai cittadini la carta di identità elettronica?
  4. Quali ulteriori servizi civici potranno essere “caricati” e/o offerti tramite la carta di identità elettronica in provincia di Bolzano? Tali servizi verranno subito o ci vorrà ancora tempo, e quanto?

Bolzano, 7 dicembre 2018

Cons. prov.

Riccardo Dello Sbarba

Brigitte Foppa

Hanspeter Staffler

Qui potete scaricare la risposta della giunta.

MOZIONE.

I profughi nel mondo, secondo l’ultimo rapporto dell’UNHCR, l’Alto Commissariato per i Rifugiati delle Nazioni Unite, sono oltre 65 milioni. La maggior parte si concentra nei campi profughi dei paesi vicini, dove la situazione è molto difficile. Per questo molte persone decidono di riprendere il viaggio e a migliaia muoiono nel deserto, nel mare, nelle prigioni dei dittatori o nei lager dei trafficanti.

Per fermare questa assurda strage e garantire il soccorso alle persone che ne hanno il diritto, sarebbe necessario creare corridoi umanitari dai territori a rischio: invece che attendere che le persone arrivino in qualche modo da noi, dovremmo essere noi ad andare a prendere chi davvero è in pericolo là dove si trova, in particolare nei campi profughi intorno alle zone di guerra. Un piccolo passo in questa direzione è stato fatto da diverse organizzazioni religiose ed è importante incoraggiarlo, come già sta facendo il vicino Trentino.

Il 15 dicembre 2015 è stato sottoscritto un accordo tra il Governo italiano e i soggetti promotori, cioè la Comunità di Sant’Egidio, la Federazione delle chiese evangeliche in Italia, l’associazione Papa Giovanni XXIII, la Tavola valdese e i corpi civili di Pace dell’Operazione Colomba.

L’accordo prevede di aprire un canale umanitario straordinario, il primo in assoluto in Europa, e mettere in protezione immediata famiglie di profughi che si trovano in campi profughi assistiti dalle Nazioni Unite in Libano, a poca distanza dal confine siriano, persone registrate e conosciute dall’UNHCR, selezionate in base a diversi criteri, come la durata della loro fuga e la loro particolare vulnerabilità (bambini, persone in gravi condizioni di salute, persone che hanno subito violenze ecc…).

Questa iniziativa di corridoio umanitario aperto dall’Italia prevede in prima fase di applicazione l’arrivo di 2000 persone non solo dal Libano, ma anche da Marocco ed Etiopia. Al dicembre 2018 già 1.400 persone scelte tra quelle che hanno diritto all’asilo sono arrivate in Italia e sono state ospitate in diverse province, tra cui Trento, Reggio Emilia, Torino, Aprilia, Bologna. Soggetti promotori e governo italiano hanno già programmato di prolungare l’iniziativa e di allargarla ad altri territori. I costi sono coperti interamente dallo Stato a partire dal secondo anno di permanenza delle persone accolte, mentre per il primo anno i costi devono essere coperti dai soggetti attuatori.

Il vicino Trentino ci fa capire come il progetto funziona. Finora il Trentino ha accolto diverse famiglie siriane (60 persone circa) che hanno ottenuto un visto umanitario a territorialità limitata rilasciato dall’ambasciata italiana in Libano.

I costi, come detto, sono a carico dei soggetti promotori, nel caso del Trentino della Diocesi, che ha messo a disposizione a titolo gratuito, ad esempio, la struttura di Villa S. Nicolò, nei pressi di Ravina, un tempo residenza estiva dell’Arcivescovo. Le modalità di assistenza sono analoghe a quelle previste per la generalità dei richiedenti protezione internazionale: vitto e alloggio, beni di prima necessità, sostegno psico-socio-sanitario, mediazione linguistico-culturale, orientamento giuridico sulla protezione, corsi di lingua e cultura italiana, percorsi di facilitazione alla vita comunitaria, corsi di formazione al lavoro e al volontariato.

anche la Provincia di Trento ha deciso di fare la sua parte, coprendo finanziariamente i costi dell’assistenza per il primo anno, periodo in cui non interviene lo Stato. Il numero di persone accolte attraverso questo progetto è stato riconosciuto dallo Stato come facente parte della “quota” assegnata al Trentino nell’ambito della distribuzione nazionale delle persone richiedenti asilo. Quindi nessun onere in più, ma una quota di accoglienza gestita nell’ottica dei corridoi umanitari e non dell’assegnazione casuale di persone arrivate con mezzi di fortuna.

Si tratta di una esperienza piccola, ma esemplare di come si può governare il fenomeno dei profughi. Per questo sarebbe importante che anche la Provincia di Bolzano si inserisse in questo progetto e sostenesse chi, dotato delle necessarie garanzie, volesse realizzare anche sul nostro territorio un esperimento di accoglienza di persone provenienti da questo primo “corridoio umanitario” europeo.

Per questo motivo, il Consiglio provinciale

giudica l’iniziativa del “corridoio umanitario” previsto nell’intesa sottoscritta il 15 dicembre 2015 tra il Governo italiano e la Comunità di Sant’Egidio, la Federazione delle chiese evangeliche in Italia, l’associazione Papa Giovanni XXIII, la Tavola valdese e i corpi civili di Pace dell’Operazione Colomba come una buona pratica nell’affrontare in modo positivo il tema dell’accoglienza delle persone richiedenti asilo e auspica la sua prosecuzione oltre il biennio previsto;

e impegna la Giunta provinciale

  1. A verificare se esistano in Alto Adige/Südtirol soggetti interessati a inserirsi in questa iniziativa e, al contempo, a prendere contatto con la Provincia di Trento e con i soggetti promotori dell’iniziativa, come la Comunità di Sant’Egidio, la Federazione delle chiese evangeliche in Italia, l’associazione Papa Giovanni XXIII, la Tavola valdese e i corpi civili di Pace dell’Operazione Colomba, per conoscere i dettagli e le modalità del progetto.
  2. Nel caso la verifica di cui al punto precedente sia positiva, a mettere a disposizione la copertura finanziaria, per il periodo in cui non interviene lo Stato a copertura dei costi, a favore di chi, dotato delle necessarie garanzie che la Giunta provinciale verificherà con attenzione, voglia realizzare anche sul nostro territorio l’accoglienza di persone provenienti da questo primo progetto europeo di “corridoio umanitario” previsto nell’intesa sottoscritta il 15 dicembre 2015 tra il Governo italiano e la Comunità di Sant’Egidio, la Federazione delle chiese evangeliche in Italia, l’associazione Papa Giovanni XXIII, la Tavola valdese e i corpi civili di Pace dell’Operazione Colomba.

Bolzano, 6.12.2018

Cons. prov.

Riccardo Dello Sbarba

Brigitte Foppa

Hanspeter Staffler

MOZIONE

L’Alto Adige è una terra da sempre impegnata nella tutela della natura e della biodiversità. I boschi  e gli alpeggi non servono solo per la silvicoltura e l’agricoltura, ma sono anche luoghi di attrazione paesaggistica per i turisti e la popolazione locale. Le montagne e le valli della nostra provincia costituiscono l’habitat naturale di piante e animali. Molte delle nostre specie animali e vegetali sono però a rischio estinzione. La principale minaccia è rappresentata dalla distruzione degli habitat dovuta ai cambiamenti nell’uso del suolo, in particolare a causa di un’agricoltura sempre più intensiva o del- l’abbandono dell’attività di coltivazione. Stando al- la “Lista Rossa delle specie minacciate in Alto Adige”, 3.064 specie, e quindi all’incirca il 41% di tutte quelle prese in esame, vanno classificate come “a rischio estinzione”.

Questa pubblicazione sulla fauna in pericolo risale al 1994 e negli anni successivi è stata ristampata in edizione limitata. Ma da allora la lista non è mai stata aggiornata. Nel 2006 il Museo di scienze naturali dell’Alto Adige ha stilato un elenco delle piante a rischio di estinzione, ma anche questo ha ormai dieci anni. Come ci è stato confermato dall’Associazione biologi Alto Adige, soprattutto la Lista Rossa delle specie minacciate di estinzione avrebbe urgente bisogno di essere aggiornata.

Nel 2014 il Museo di scienze naturali si è nuova- mente occupato delle specie animali minacciate, creando un portale internet che mostra la distribuzione di oltre 4.000 specie animali e vegetali in provincia di Bolzano. Su questo sito si possono consultare i dati relativi alla loro diffusione, accompagnati da apposite cartine, e imparare a conoscere le varie specie animali e vegetali con le loro caratteristiche (www.florafauna.it).

Il sito internet delle ornitologhe e degli ornitologi italiani (www.ornitho.it) segue un principio analogo. Lì si trovano i dati relativi alla distribuzione di varie specie di uccelli e di altri animali, visualizzati su una cartina geografica. Il sito è stato creato per permettere a chi si occupa di ornitologia per professione, ma anche ai non addetti ai lavori, di inserire nelle cartine le informazioni derivanti dalle osservazioni ornitologiche e caricare le foto degli animali.

Anche le applicazioni destinate all’interazione con gli appassionati del settore riscuotono un crescente successo. Attraverso l’app “OstSeeTiere“, (dedicata agli animali del Mar Baltico) è ad esempio possibile segnalare l’avvistamento di mammiferi marini nel Mar Baltico oppure il ritrovamento delle loro carcasse. Chiunque può accedere a queste informazioni attraverso una cartina interattiva. In questo modo anche i non addetti ai lavori possono contribuire alla tutela di queste specie animali e al loro censimento.

Accanto alla mappatura e alla raccolta dati, ai fini di un’ampia tutela della natura e delle specie è necessario effettuare una continua sensibilizzazione della popolazione nei confronti delle specie minacciate di estinzione. E qui la nostra provincia può vantare una lunga tradizione. I meno giovani ricorderanno i manifesti appesi nei più svariati luoghi pubblici e privati, dai rifugi alpini alle stazioni ferroviarie, dagli ambulatori medici agli atri degli uffici pubblici, dagli istituti di formazione alle scuole, in cui si evidenziava l’importanza della conservazione delle specie. Questi poster contribuivano a imprimere nella mente le immagini e i nomi delle specie animali e vegetali sotto tutela e minacciate di estinzione, e nel contempo si appellavano al senso di responsabilità comune.

Oggi invece temiamo ci sia meno consapevolezza al riguardo. Le giovani generazioni, i turisti e i no- stri nuovi concittadini spesso non conoscono le specie protette, e di conseguenza non sono in grado di distinguerle dalle altre.

Anche se la ripartizione Natura, paesaggio e sviluppo del territorio svolge un ottimo lavoro di sensibilizzazione, proponendo eventi nei centri visite dei parchi naturali dell’Alto Adige e distribuendo materiale didattico, queste campagne si concentrano soprattutto sulle specie animali più conosciute, sui diversi habitat e sulle informazioni specifiche relative ai parchi naturali.

Le informazioni sulle specie animali e vegetali meno conosciute sono invece poche. Per questo motivo sarebbe opportuno potenziare e ampliare l’attività informativa esistente, estendendola anche a coloro che sono meno interessati all’argomento delle specie animali e vegetali minacciate di estinzione, e di conseguenza sono meno sensibili nei confronti del tema della biodiversità. Ma come prima cosa bisogna aggiornare quanto prima l’elenco delle specie animali a rischio estinzione.

Infine le esperte e gli esperti del settore fanno notare che rispetto agli animali esistono molti più dati relativi alle piante ad alto rischio estinzione, e che le istituzioni che effettuano rilevamenti scientifici in ambito naturalistico (come il Museo di scienze naturali ovvero il suo Biodiversity Center, la ripartizione 28, l’ufficio caccia e pesca, l’Istituto per l’ambiente alpino dell’Eurac, il laboratorio biologico della Provincia, la LUB e, occasionalmente, il Centro sperimentale Laimburg e la ripartizione 32) non sono ancora collegate in maniera sufficiente tra di loro. Il ruolo del Museo di scienze naturali in quanto centro per la raccolta dei dati naturalistici andrebbe rafforzato, al fine di garantire continuità nella raccolta e gestione dei dati, e nel contempo un miglior collegamento tra le istituzioni succitate.

Per questi motivi il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano incarica la Giunta provinciale,

  1. di aggiornare la lista delle specie animali minacciate di estinzione, per quanto possibile suddivisa in categorie;
  2. di riproporre, con l’ausilio di manifesti, volantini o altro, le campagne informative incentrate sulle specie animali e vegetali sotto tutela e minacciate di estinzione che si trovano in Alto Adige, aggiornandone il contenuto, la presentazione e gli aspetti legati alla comunicazione;
  3. di integrare il sito web del Museo di scienze naturali dell’Alto Adige (www.florafauna.it), di migliorarne l’accessibilità in rete, di introdurre un’interfaccia interattiva e di creare un’applicazione per il cellulare;
  4. di valutare, insieme agli esperti e alle esperte, lo sviluppo di un’apposita applicazione che consenta di caricare su una cartina accessibile a chiunque i dati, con luogo e foto, delle osservazioni sul campo di specie animali a rischio di estinzione;
  5. di mettere a disposizione e di assicurare in mo- do stabile il personale necessario per svolgere tutte queste attività, al fine di garantire la continuità dell’attività di ricerca e del lavoro in rete.

Bolzano, 6.12.2018

Landtagsabgeordnete

Brigitte Foppa

Riccardo Dello Sbarba

Hanspeter Staffler

La mozione è stata approvata nella seduta del 5.06.2019.

 

La Giornata mondiale del suolo 2018 è di particolare impatto in Alto Adige: in poche altre regioni alpine il suolo è così altamente considerato e altrettanto insidiato. La sua qualità soffre della crescente cementificazione, viene sempre più sigillato con nuove strade e infrastrutture e viene appesantito da metalli pesanti e pesticidi. Le sue funzioni e la sua forza vitale si riducono man mano e in modo inesorabile.

Il cambiamento climatico riporta più che mai al centro la sua funzione protettiva. Solo un suolo sano, recettivo può assorbire forti e intense precipitazioni e ridurre così il pericolo di erosioni e frane. A questo si aggiunge il suo significato per la vegetazione e il suo ruolo di habitat per i microorganismi.

In Alto Adige da tempo si raccomanda una gestione del suolo attenta e parsimoniosa e lo si ripete da 40 anni. Anche se la nuova legge “Territorio e paesaggio” prevede nei suoi obiettivi una riduzione dell’uso di territorio, questo continua a essere minacciato.

Oggi, quando sta per essere elaborato il programma di coalizione e di governo, il suolo e una gestione attenta delle sue risorse devono avere la priorità tra gli obiettivi della prossima giunta. Per la maggioranza si presenta così la sfida di formulare questi obiettivi non più solo in maniera retorica, ma anche di comunicarle con convinzione. La composizione del gruppo di lavoro addetto all’elaborazione dei punti programmatici relativi all’ambiente, all’urbanistica e all’agricoltura, vista la forte presenza delle lobby (es. Bauernbund) ci lascia interdetti – se le questioni dell’utilizzo di suolo verranno trattate principalmente con lo sguardo di un uso a breve termine, allora ce la possiamo scordare in fretta la tutela del suolo.

Una politica del suolo deve uscire dal piano della retorica e degli interessi e deve essere promossa come tema trasversale tra politica e società.
Tutela del suolo e strategie di risparmio e valorizzazione sono elementi base per il futuro. Noi Verdi continueremo a impegnarci per dare ascolto e voce a questi obiettivi fondamentali.

Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba
Hanspeter Staffler

In occasione della Giornata mondiale del suolo, 5 dicembre. 2018

INTERROGAZIONE.

A Bolzano esiste un’area demaniale in via Novacella, all’interno della quale c’è un vecchio edificio inutilizzato dell’Aeronautica militare. Nel gennaio del 2018 fu resa nota la notizia che tale area sarebbe stata presto trasferita dal demanio alla Provincia, e quindi al Comune. Il sindaco Renzo Caramaschi accolse la notizia con grande soddisfazione, poiché da tempo continuava a ricevere lettere e mail, corredate di documentazione fotografica, in cui gli abitanti della zona protestano per lo stato di abbandono della palazzina divenuta ricettacolo di immondizie.
Il comune aveva dichiarato di voler utilizzare l’edificio dell’Aeronautica per metterci la biblioteca di quartiere più un’area verde per i residenti.

Si chiede:

  1. L’area in questione è passata alla Provincia? Se sì, la Provincia l’ha già trasferita al comune?
  2. Se non è ancora passata alla Provincia, a che punto è la questione?
  3. L’area citata è stata mai inserita nell’elenco concordato tra Provincia e Stato di quelle aree militari che possono essere oggetto di passaggio alla Provincia? Se non lo è stata, perché?
  4. Se ci sono difficoltà, di quale tipo?
  5. Quali tempi si prevedono per il passaggio alla Provincia?
  6. E quali tempi si prevedono per il trasferimento al Comune?

Bolzano, 29 novembre 2018

Consiglieri provinciali

Riccardo Dello Sbarba

Brigitte Foppa

Hanspeter Staffler

Qui potete scaricare la risposta della giunta.

INTERROGAZIONE.

Gli impianti di teleriscaldamento della nostra provincia sono in buona parte alimentati con legname: nel 2015 la quantità bruciata sfiorava le 1,5 milioni di metro-stero/anno, il 63% dei quali proveniva dal territorio provinciale e il tragitto medio percorso dal materiale per arrivare dal luogo di produzione agli impianti di destinazione era all’epoca di 60 km.

Si chiede:

Riferendosi all’ultimo anno in cui sono disponibili i dati utili alla risposta:

  1. Quanto legname è stato bruciato nell’anno in totale nei teleriscaldamenti della nostra provincia?
  2. Quali sono le zone di provenienza di tale materiale, distinti per percentuale sul totale del legname utilizzato?
  3. Quanti chilometri ha percorso in media questo materiale per raggiungere il rispettivo impianto di teleriscaldamento?
  4. Qual è il tragitto più lungo in km che percorre il legname che viene da più lontano?
  5. Quanto è lungo in km il tragitto che percorre il legname che proviene da fuori provincia, distinto per aree principali di provenienza?
  6. Quest’anno una grande quantità di legname, purtroppo, si è resa disponibile a causa del disastro del maltempo. Pare ci sia anche un interesse dei vicini austriaci in relazione al loro teleriscaldamento. Vista questa disponibilità di legname, ha pensato la Provincia a utilizzarne una parte per alimentare gli impianti di teleriscaldamento altoatesini?
  7. Se sì, esiste già un progetto, o idee, su quanto legname utilizzare per gli impianti locali e come utilizzarlo?
  8. In particolare, si è pensato a trovare soluzioni per problemi come il deposito, la trasformazione e la conservazione del legname?
  9. Alperia si è interessata a questo legname, oppure è stata sollecitata a interessarsene? Se sì, quali sono i progetti in proposito?

 

Bolzano, 26 novembre 2018

Consiglieri provinciali

Riccardo Dello Sbarba

Brigitte Foppa

Hanspeter Staffler

Qui potete scaricare la risposta della giunta.           

Da un anno i Verdi altoatesini sono stati ammessi nel Partito verde europeo e come tali sono presenti dal 23 al 25 novembre al Congresso che si tiene a Berlino. Brigitte Foppa, Tobias Planer, Riccardo Dello Sbarba, Hanspeter Staffler, Hannah Lazzaretti e Anna Hupel hanno seguito i lavori del congresso che si è concentrato sulle elezioni europee della primavera del 2019,  e nella elezione della coppia di capolista che guideranno i Verdi in tutta Europa. La coppia è composta da Ska Keller e Bas Eickhout.
Tra le oratrici del congresso dei Verdi europei c’era anche la portavoce dei Verdi sudtirolesi Brigitte Foppa, invitata al Podio insieme ad altri e altre esponenti di partiti verdi del continente per trattare i temi del femminismo contenuti nel programma elettorale europeo dei Verdi. Brigitte Foppa ha concentrato il suo intervento soprattutto sul tema della violenza contro le donne, che sta crescendo e – come si è visto di recente in Irlanda – spesso viene minimizzata, quando addirittura non ne viene data la colpa alle stesse donne. Nella discussione al podio sono stati trattati anche i temi della politica sociale, che deve essere indirizzata a che verso la giustizia e l’inclusione.
Durante il congresso si sono svolti anche numerosi colloqui formali ed informali ad esempio con i portavoce dei Verdi europei Reinhard Bütikofer e Monica Frassoni, col coportavoce dei Verdi tedeschi Robert Habeck e tanti altri e altre esponenti dei partiti verdi di altri paesi d’Europa.
Al centro dei colloqui, naturalmente, le elezioni Europee del maggio 2019.

 

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Il tweet del partito verde europeo sul discorso di Brigitte Foppa

Foto di gruppo dei leader europei dei Verdi con al centro Annalena Baerbock

La delegazione altoatesina con  Robert Habeck

La delegazione altoatesina (Anna Hupel, Riccardo Dello Sbarba, Brigitte Foppa, Hanspeter Staffler, Hannah Lazzaretti, Tobias Planer)

INTERROGAZIONE.

Durante l’estate alcune famiglie abitanti in via Macello a Bolzano hanno segnalato alla Provincia un notevole inquinamento acustico derivante dal rumore dei motori lasciati accesi, spesso per intere notti, di locomotive in sosta sui binari della stazione di Bolzano. La circostanza è chiaramente assurda, visto che provoca non solo inquinamento acustico ma anche inutile consumo di energia.

Su richiesta dei confinanti, il 13 settembre 2018 l’ufficio aria e rumore della Provincia ha effettuato una ispezione nel corso della quale veniva accertato che il problema poteva essere facilmente risolto mettendo i treni in “modalità sleeping”. L’ufficio, in una nota del 24 settembre 2018, informava gli interessati che era stato concordato con la direzione provinciale di Trenitalia, in particolare col dott. Roger Hopfinger, il fatto che da allora in poi tutti i treni sarebbero stati messi in modalità sleeping e che per garantire questo la direzione stessa aveva diramato un preciso ordine di servizio.

L’ufficio Aria e Rumore invitava gli interessati a segnalare eventuali violazioni di questo ordine di servizio, annotando data e lasso di tempo in cui i treni venivano lasciati accesi senza modalità sleeping.

Purtroppo ciò è puntualmente accaduto. In diversi giorni e notti successive i treni sono stati lasciati accesi senza che tale modalità fosse stata attivata, producendo quindi un notevole inquinamento acustico.

Ecco alcuni esempi delle segnalazioni che gli interessati hanno fatto pervenire alla direzioni di Trenitalia:

  • Martedì 2 ottobre – due treni fermi e accesi dalle ore 8 circa; uno spostato ‪alle ore 12.30 circa, l’altro rimasto fino alle ore 16 circa;
  • mercoledì 3 ottobre – due treni fermi e accesi dalle ore 8 circa; uno spostato verso le ore 14.00 circa, l’altro ‪alle ore 16.30 era ancora in sosta, rimosso nel periodo fra le 16.30 e le 19.00;
  • giovedì 4 ottobre – due treni fermi e accesi dalle ore 8 circa; ripartiti verso le ore 12.00 circa;
  • venerdì 5 ottobre – un treno fermo e acceso dalle ore 5.30 circa fino alle ore 17.30 circa;
  • sabato 6 ottobre – un treno fermo e acceso dalle ore 5.30 circa almeno fino ‪alle ore 10.30;
  • domenica 7 ottobre – un treno fermo e acceso dalle ore 5.30 fino a sera; ‪dalle 14.30 un altro, lasciato fermo e acceso fino a sera.
  • giovedì 11 ottobre – treno fermo e acceso dalle ore 8.30 circa alle ore 14.30 circa;
  • venerdì 12 ottobre – treno fermo e acceso dalle ore 8.30 circa alle ore 17.30 circa;
  • lunedì 15 ottobre – treno fermo e acceso alle ore 8.30 certamente fino alle ore 17.00. Inoltre i treni sono rimasti accesi tutta la notte, l’ultimo se n’è andato alle ore 6.40, dopo 22 ore di funzionamento ininterrotto.
  • 16 ottobre: treni accesi tutta la notte, l’ultimo è partito alle 6,40 dopo 22 ore di funzionamento.
  • 17-19 ottobre: treni accesi di giorno ma per non più di due ore.
  • Sabato 20 ottobre: treno acceso tutta la notte fino alle 6.40 del 21 ottobre.
  • Venerdì 26 ottobre: motori accesi tutta la notte”.

Come si vede, l’ordine di servizio per i treni in modalità sleeping non viene rispettato.

Per questo motivo si chiede alla giunta provinciale:

  1. Che cosa intende fare la Provincia, in particolare nei confronti della direzione di Trenitalia, affinché cessi definitivamente l’insopportabile e inutile inquinamento acustico ai danni degli abitanti di via Macello, derivante dall’abitudine di lasciare treni accesi in deposito privi di modalità sleeping.
  2. Se la Provincia intende verificare con i propri uffici direttamente con proprie strumentazioni il grado e la frequenza dell’ inquinamento acustico nell’area segnalata, in violazione dell’ordine di servizio citato.
  3. Se è possibile per la Provincia sanzionare direttamente questi comportamenti scorretti, e nel caso con quali sanzioni e nei confronti di chi.
  4. Se è possibile chiedere alla direzione di Trenitalia se intende a sua volta sanzionare questi comportamenti scorretti – e nel caso con quali sanzioni e nei confronti di chi.

Bolzano, 15 novembre 2018

Cons. prov.

Riccardo Dello Sbarba

Hanspeter Staffler

Brigitte Foppa

Qui puoi scaricare la risposta delle Giunta e l’allegato alla risposta.

È incredile constatare come la ormai passata Giunta provinciale abbia aspettato l’ultimo giorno prima del giuramento del nuovo Consiglio provinciale per approvare una delibera così importante come quella del bando per la vendita della società di gestione dell’aeroporto inclusa la possibilità di allungare la pista di decollo. È chiaro che questa mossa è stata preparata da tempo e viene lanciata proprio in questa fase di passaggio con grande sorpresa e contrarietà di tutte le cittadine e i cittadini che a gran voce si sono espressi contro l’ampliamento dell’aeroporto.

 

Il Gruppo Verde si esprime con decisione contro questa decisione irrispettosa e chiede alla Giunta di ritirarla. Per il Gruppo Verde l’allungamento della pista d’atterraggio non è in nessun caso accettabile.

 

Cons. prov.

Hanspeter Staffler

Brigitte Foppa

Riccardo Dello Sbarba

Tobias Planer e Brigitte Foppa hanno rappresentato i Verdi nell’incontro con Arno Kompatscher e Philipp Achammer. Il clima era aperto, amichevole e disteso.

Noi abbiamo sottolineato che la Svp è di fronte a una decisione storica e che i Verdi sono disponibili ad assumersi le proprie responsabilità. Con Riccardo Dello Sbarba abbiamo nel nostro gruppo il consigliere italiano più votato e i Verdi sono cresciuti nell’elettorato di lingua italiana. La delegazione Svp ha riconosciuto questo dato di fatto, così come la nostra caratteristica di forza Interetnica, unica nel panorama politico provinciale. Base per una eventuale collaborazione sono i valori dell’autonomia, dell’appartenenza all’Europa e della convivenza tra i gruppi linguistici.

Come era già accaduto nei colloqui preliminari di cinque anni fa, è emerso chiaramente che una convergenza sui contenuti appare possibile. Su temi come la scuola o l’urbanistica restano comunque aspetti da chiarire.

Per noi è comunque importante rilevare che da molte cittadine e cittadini, anche oltre il nostro tradizionale elettorato, noi Verdi siamo considerati una concreta alternativa a un governo con la Lega e che in questo spirito siamo disponibili a un ulteriore approfondimento programmatico.

Un ultimo punto affrontato nell’incontro è stato la prima seduta del consiglio provinciale del 14 novembre e la proposta Svp di eleggere una presidenza provvisoria, per avere più tempo per costruire la maggioranza politica. La nostra proposta è stata di coinvolgere nella formazione della presidenza provvisoria le cinque più importanti forze politiche del consiglio, previo un accordo da trovarsi in una seduta di capigruppo. Un piccolo esempio di un necessario nuovo modo di fare politica in questa complessa legislatura.

 

Bozen/Bolzano, 03.11.2018

Brigitte Foppa und Tobias Planer, Co-Landesvorsitzende/co-portavoce Verdi Grüne Vërc