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COMUNICATO STAMPA.

Gare di bob a Innsbruck – sì a una soluzione ragionevole.  Pista da bob a Cortina – no a un progetto di cemento assurdo e troppo costoso.

Ieri, 26 settembre 2023, si è svolta a Cortina una manifestazione di protesta contro il progetto della pista di bob. Tra le centinaia di persone presenti c’erano anche i Verdi dell’Alto Adige con la capogruppo in Consiglio provinciale Brigitte Foppa, il co-portavoce Felix von Wohlgemuth e la tesoriera Erica Fassa. La delegazione si è fatta un’idea delle infrastrutture previste e dell’atmosfera che si respira sul posto. Già in precedenza, i Verdi dell’Alto Adige hanno fatto da tramite tra i Verdi del Veneto e il sindaco di Innsbruck, Georg Willi, che ha proposto una possibile soluzione per le gare di bob ai Giochi Olimpici del 2026: le gare potrebbero svolgersi a Innsbruck, dove la pista da bob è disponibile.

“La proposta è arrivata a Cortina ed è stata più volte sollecitata dai presenti alla manifestazione”, raccontano Foppa, von Wohlgemuth e Fassa. “Così si potrebbero risparmiare 9/10 dei costi, visto che utilizzare della pista di Innsbruck costerebbe solo circa 12 milioni, mentre costruire un nuovo impianto a Cortina costerà circa 120 milioni. È assurdo”.

La consigliera regionale dei Verdi del Veneto, Cristina Guarda, ricorda che il CIO ha preso una posizione chiara sul fatto che le gare individuali si possano svolgere anche al di fuori delle sedi predisposte. “È assolutamente incomprensibile l’insistenza con cui si vuole realizzare a tutti i costi un progetto così dispendioso ed estremamente impattante che alla fine verrà utilizzato per poche gare e da pochi atleti per poi restare inutilizzato in mezzo al paesaggio. Il Presidente del Veneto Zaia parla di “orgoglio veneto” – visti i costi e le tempistiche ormai superate per la costruzione della pista, più che di orgoglio parleremmo di testardaggine”, dichiarano i Verdi Grüne Verc e chiedono alla Giunta provinciale di Bolzano di sostenere il trasferimento delle gare di bob a Innsbruck e di intervenire presso le autorità competenti.

Brigitte Foppa
Felix von Wohlgemuth
Erica Fassa

COMUNICATO STAMPA.

La demenza è una malattia che coinvolge un’intera famiglia. Quando un membro della famiglia ne viene colpito, la malattia penetra molto rapidamente nell’intero sistema familiare. La vita quotidiana cambia. Il/La partner, la figlia, il figlio, i parenti: l’intero sistema di relazioni della persona colpita deve cambiare. “E tutto accompagnato da molto dolore, senso di perdita, lutto e paura”, ricorda la portavoce del Gruppo Verde e capolista Brigitte Foppa in occasione della Giornata mondiale dell’Alzheimer che si celebra il 20 settembre. Foppa conosce l’argomento per esperienza personale e da anni sostiene tutte le iniziative che contribuiscono a rompere il tabù sulla demenza. “La demenza è qualcosa di cui tutti abbiamo paura. Per molte persone è terribile pensare alla fine della propria vita, soprattutto se poi questa fine dura a lungo ed è accompagnata dalla perdita della propria personalità, come in caso di demenza” dichiara Foppa.

Oltre a portare apertamente il tema nel dibattito pubblico, è urgente mettere in atto misure di sostegno. “Ora che sempre più persone raggiungono un’età avanzata, possiamo aspettarci un aumento dei casi di demenza. Al contempo ci sono sempre meno persone (soprattutto: donne) che possono dedicarsi all’assistenza dei parenti, poiché impegnate sempre più a lungo in altre attività lavorative. A questo scenario ci dobbiamo preparare sistemicamente. Già ora è necessario provvedere a un sostegno concreto per le persone che assistono e accompagnano le persone affette da questa malattia. Hanno bisogno di aiuti flessibili e modulabili, sia dal punto di vista economico che di tempo. Deve essere possibile avere accesso facilmente a dei periodi di sollievo e nessuno deve sentirsi lasciato solo e privo di risorse al fianco di una persona malata di demenza”, aggiunge Foppa.

In occasione della Giornata mondiale dell’Alzheimer, i Verdi lanciano un appello per dare più visibilità alla demenza e alle problematiche a essa collegate, per l’eliminazione dei tabù e per un convinto sostegno politico alle persone e alle famiglie colpite.

 

COMUNICATO STAMPA.

Puntare sulle persone – Partire dalle persone. Lavorare per il futuro. I Verdi lanciano la loro campagna per le elezioni provinciali e invitano le cittadine e i cittadini a partecipare al programma.

Ad aprile i Verdi hanno iniziato a presentare le prime candidature per le elezioni provinciali e il 26 agosto le 17 candidate e i 18 candidati sono stati confermati all’unanimità dall’assemblea provinciale. Il 21 settembre è stata lanciata e presentata la campagna.

“In questa tornata elettorale contano soprattutto le persone. Quindi, ci siamo impegnati a fondo per mettere insieme la migliore lista possibile. E ci siamo riusciti, lo diciamo con orgoglio – ha dichiarato la capolista Brigitte Foppa – raramente abbiamo avuto così tante persone fortemente motivate, competenti e ambiziose sulla nostra lista. La loro presenza, la loro biografia, il loro radicamento nella società sono la prima e più importante parte del programma elettorale”, ha dichiarato la capolista.

Più che in passato, il nucleo centrale della campagna elettorale sono proprio le candidate e i candidati. “Partiamo dalla gente e abbiamo scritto il nostro programma elettorale per la gente. “Deine Zukunft. Per te. Vert fej”, questo slogan vuole condensare questo concetto. Immaginiamo quale futuro vogliono le cittadine e i cittadini dell’Alto Adige e cerchiamo di descriverlo. A partire da un cambiamento climatico necessario e che deve essere alla portata di tutte e tutti”, afferma la squadra di punta della lista Verde.

Il programma elettorale, nella sua versione provvisoria, si concentra sui temi chiave legati al cambiamento climatico (casa, energia, mobilità, cibo) e li collega alle questioni sociali, alla politica familiare, all’istruzione e ai diritti civili. In questi ambiti le questioni aperte e dibattute sono sempre molte. I Verdi vogliono aprire il dibattito con le loro elettrici, elettori e simpatizzanti. Abbiamo così creato uno strumento online (“Vota il programma” dei Verdi”), accessibile a tutti dal 21.09.23 al 01.10.23, dove chiunque voglia può esprimere la propria opinione. IMU, assistenza all’infanzia, agro-fotovoltaico, marketing turistico o biglietto-clima: sono solo alcune delle proposte su cui si può esprimere la propria opinione su “Vota il programma” – e quindi avere voce nel dibattito sui temi verdi. Le candidate e i candidati della lista Verde sperano in una larga partecipazione.

 

COMUNICATO STAMPA.

Noi Verdi prendiamo atto con sorpresa della discussione su un Centro di Permanenza per il Rimpatrio improvvisamente necessario per l’Alto Adige. Il governatore Kompatscher sta saltando sul carro del populismo della Presidente del Consiglio Meloni senza che ce ne sia bisogno e sta cercando di far apparire questa struttura come una necessità per la sicurezza dei cittadini. Nonostante il fatto che innumerevoli esperti in campo migratorio abbiano affermato che questi centri non possono risolvere alcun problema, il governatore non rinuncia a fare campagna elettorale sulle spalle dei più deboli tra i deboli.

Kompatscher sostiene – tra l’altro senza alcuna base giuridica – che in questo centro verrebbero “ospitate” solo persone che hanno commesso reati in Alto Adige. Egli sembra dimenticare che il nostro Stato costituzionale prevede un solo luogo di accoglienza per le persone, indipendentemente dalla loro origine, che sono state penalmente condannate con sentenza passata in giudicato: gli arresti domiciliari o il carcere. Tuttavia, è proprio qui che si evidenziano le gravi mancanze del Governatore, da cui ora cerca di distogliere l’attenzione con la richiesta di un ” Centro di Permanenza per il Rimpatrio Provinciale”.

Da decenni infatti si discute, si progetta e si negozia in merito all’urgente necessità di costruire un nuovo carcere a Bolzano – una nuova struttura che oltre a garantire la capienza necessaria, dovrebbe anche garantire una sistemazione umana per i detenuti e possedere gli strumenti per una effettiva riabilitazione. L’attuale carcere di via Dante a Bolzano non consente l’implementazione di un sistema penitenziario moderno, anzi. A causa della mancanza di posti, i criminali non possono nemmeno essere portati in custodia cautelare, indispensabile per garantire la sicurezza della società. Per non parlare dell’assenza di progetti di reinserimento e prevenzione. Ora sembra addirittura che il governo abbia completamente annullato il progetto di costruzione di un nuovo carcere. Un fallimento su tutta la linea.

È proprio questo fallimento nella realizzazione del nuovo edificio carcerario, così urgentemente necessario per la sicurezza della popolazione altoatesina, che ora si vuole compensare con un centro di espulsione? Un centro in cui le persone senza una condanna definitiva saranno internate per un massimo di 18 mesi, per poi essere nuovamente rilasciate? In pratica, vi finiranno persone il cui unico “reato” è quello di non avere un permesso di soggiorno. Saranno trattenute dall’amministrazione anche se non rappresentano un pericolo per la società. Questa è pura politica simbolica sulle spalle delle persone e non risolve nessuno dei problemi urgenti che la migrazione porta con sé.

Attualmente, abbiamo in provincia centinaia di persone con regolare permesso di soggiorno che, pur lavorando, sono costrette a passare la notte per strada, sotto i ponti o, nel “caso fortunato”, in centri di emergenza; persone che non ricevono il sostegno necessario per l’integrazione. L’attuale sistema di aiuto, tenuto in piedi solo dal cuore e dall’anima di tanti volontari, ha raggiunto da tempo i suoi limiti e la politica si sottrae alle sue responsabilità.

Tuttavia, la campagna elettorale preferisce tacere su questo aspetto.

Felix von Wohlgemuth
Co-Portavoce
Verdi Grüne Vërc

COMUNICATO STAMPA.

Il Consiglio provinciale ha approvato oggi all’unanimità la mozione dei Verdi “Mettere sotto tutela il gruppo del Sassolungo e il Plan de Cunfin”, ponendo così le basi per la tutela di questo territorio. Da molti anni le organizzazioni ambientaliste e le associazioni alpine dell’Alto Adige, nonché i cittadini impegnati delle associazioni Nosc Cunfin, Lia da Mont o Lia per Natura y Usanzes, chiedono la tutela di questo paesaggio unico. La loro preoccupazione era rivolta alle zone di quiete e alle aree di tutela delle acque esistenti, messe in pericolo dagli interessi delle aziende turistiche e delle funivie. Il progetto di una funivia tra il Monte Pana (S. Cristina) e Saltria (Alpe di Siusi) ha messo insieme tutte le forze che per il futuro chiedono zone di quiete e tutelate.
In questi giorni ci sono state delle trattative con la assessora Maria Hochgruber Kuenzer, la portavoce del gruppo SVP Magdalena Amhof e il TeamK che aveva presentato una mozione simile. Il risultato è positivo: nell’ambito dei programmi di sviluppo comunale, attraverso un processo partecipativo la popolazione delle comunità interessate potrà indicare la categoria di tutela per il gruppo Sassolungo e del Plan de Cunfin. “Noi vigileremo affinché il risultato di un tale processo partecipativo venga attuato dalla futura giunta provinciale, senza se e senza ma”, dichiara Hanspeter Staffler. Se diventerà un parco naturale, un sito Natura 2000 o un’altra categoria di tutela dipenderà infatti dall’esito del processo partecipativo e democratico nelle comunità interessate di Ortisei, S. Cristina, Selva e Castelrotto.
“Dopo anni di discussioni contraddittorie, finalmente arriva un segnale che va nella giusta direzione – commentano soddisfatti Staffler, Dello Sbarba e Foppa – i terreni del Confin in Val Gardena sono le ultime zone tranquille di un’area densamente sviluppata e vanno protetti. Lo sosteniamo da anni e ora si va nella giusta direzione”.

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Una delegazione dei Verdi ha fatto oggi (14.8.2023) visita a Maso Zeiler – un progetto di accoglienza di migranti lavoratori gestito da Karin Cirimbelli e Serena Michelini di SOS Bozen nel quartiere di Gries a Bolzano.

La delegazione composta da Brigitte Foppa, Chiara Rabini, Zeno Oberkofler, Giulio Angelucci, Roberta Rigamonti, Andrea Rossi, Giorgia Martinolli, Gerda Gius,  Wally Rungger, Rosina Ruatti ha visitato la struttura con la guida di Karin Cirimbelli che dal 2020 coordina il progetto ‘Living in dignity’ nell’immobile dato in comodato d’uso gratuito dall’imprenditore Frasnelli.

Tra le sfide del progetto che accoglie 24 migranti con contratti di lavoro vi è quella di trovare un’abitazione in affitto, ha sottolineato Karin Cirimbelli, ma il progetto rispetto alla sua idea originaria si è assunto ulteriori compiti collaborando con i servizi del territorio e fornendo supporto e sostegno a persone con vulnerabilità.

Le piccole strutture come Maso Zeiler offrono dignità e un’accoglienza a misura di persona dove i risultati in termini di inclusione possono essere migliori rispetto alle grandi strutture.

Per questo i Verdi promuovono da sempre un sistema per richiedenti asilo e protezione internazionale che sia ordinario e non emergenziale, diffuso su tutto il territorio provinciale e non concentrato solo nelle grandi e sovraffollate strutture cittadine. L’abbandono di migranti in strada crea emarginazione, disagio, malattie, solo tramite progetti di inclusione e prevenzione è possibile far fronte al fenomeno delle migrazioni causato da guerre, estrema povertà e le crisi climatiche.

COMUNICATO STAMPA.

Quando ho aperto i giornali oggi non credevo ai miei occhi. L’uomo che su facebook mi ha augurato di essere violentata da „cinque omaccioni ben dotati” andrà davvero a processo. Per me è un vero e proprio punto di svolta in una lunga storia di odio che ho dovuto vivere negli ultimi anni di mandato in Consiglio provinciale.

In confronto, all’inizio subivo commenti quasi innocui sui miei capelli, sul mio aspetto, su come mi vestivo. Dopo la mia elezione le cose sono peggiorate. Più cresceva la mia notorietà, più violenti diventavano i commenti. Ed erano sempre commenti sessualizzati, sia che decidessero che fossi “scopabile” o meno.

Il culmine è stato raggiunto nel 2017, quando è partito l’ormai nota polemica sul crocifisso. Per me si è trattata della mia prima esperienza di „shitstorm” della mia vita. Dopo alcune notti insonni ho deciso di fare la fuga in avanti e di mettere in discussione la cultura del dibattito che esiste nella nostra terra. Quando una (o uno) legge frasi di questo tipo (piccola selezione)

  • „Per le cose che dice la Foppa andrebbe inchiodata a una croce”
  • “Per favore datele due sberle, a questa!”
  • “Ragazzetta inutile, sei stata votata da degli idioti. Una come te dovrebbe starsene dietro ai fornelli”
  • “Meglio che non si faccia più vedere in pubblico, potrebbe finire male…”
  • „Dovrebbe essere scomunicata. E quando crepa, dovrebbe essere gettata in pasto agli avvoltoi. Non in un cimitero“
  • “Sparacazzate Verde, vai a fare in culo”

… queste parole ti restano dentro e ti „uccidono“. Renderle pubbliche mi ha aiutata a non restare sola con esse. La denuncia che ho presentato alla questura è stata un buco nell’acqua, poiché è stata archiviata, lasciandomi una sensazione molto negativa e una forte delusione.

Quattro anni dopo, nel 2021 è partito un altro shitstorm. Dopo che mi ero schierata per assicurare dei “luoghi sicuri” per persone in fuga dalla guerra in Siria, i toni si sono alzati di nuovo. Tra i molti commenti a me diretti su facebook c’era anche questo, di un certo “Bernd Rossin”:

“La Foppa se la possono prendere in 5, meglio se ben dotati.”

Ho sporto denuncia anche su questo commento, ma questa volta ero più attenta e ho chiesto di essere informata in caso di archiviazione. Ne sono stata messa a conoscenza per ben 2 volte e per 2 volte ho fatto ricorso. Dopo aver fornito alcuni indizi che potevano far identificare chi si nascondesse dietro quel post, finalmente il “signor” Rossin è stato individuato. Da allora il mio odiatore ha un nome. E sembra essere un normalissimo cittadino della nostra provincia.

Ora verrà aperto il processo contro di lui. Se sarà possibile, mi costituirò parte civile. Ho imparato molto questa vicenda e credo che anche l’Alto Adige abbia imparato molto. Soprattutto una cosa: l’odio non è un’opinione. Ora lo diciamo anche che come società.

Brigitte Foppa, 14.09.2023

COMUNICATO STAMPA.

Un ricorso contro le misure di politica del traffico adottate in Tirolo per il momento è stato respinto. Il limite di velocità di 100 km/h rimane in vigore, così come le altre misure (divieto di circolazione di merci pericolose ed ingombranti, divieto di circolazione notturna, sistema di contingentamento). Ma il presidente degli autotrasportatori Baumgartner annuncia che non si arrenderà. Le misure secondo lui devono essere abolite.

“Già in occasione della seduta congiunta delle 3 assemblee legislative Tirolo, Sudtirolo e Trentino abbiamo preso atto che è importante stare sempre allerta. Nella seduta a Riva del Garda dello scorso giugno nessuna delle giunte ha voluto dare segnali chiari sulle politiche dei transiti, al contrario: una mozione dei Verdi in cui chiedevamo di difendere e di applicare il limite dei 100 km/h e le altre misure di riduzione dei transiti anche in Sudtirolo e in Trentino è stata bocciata” racconta la capogruppo in Consiglio provinciale e capolista Brigitte Foppa. “Ciò diventa ancora più grave nel momento in cui il Ministro dei Trasporti Salvini spinge costantemente per l’abolizione delle misure di riduzione delle sostanze inquinanti e della CO2. Il Sudtirolo, la SVP, si piega al partner di coalizione Lega e al suo capo Salvini, a scapito della salute delle persone che vivono lungo l’asse del Brennero” dichiara Foppa.

I Verdi sottolineano l’importanza di sviluppare delle chiare misure di riduzione del traffico transfrontaliero coerenti e sostenibili. Le misure ottenute e già introdotte non devono essere rinnegate. Sarebbe un grave passo indietro, non certo rivolto al futuro.

COMUNICATO STAMPA.

L’Alto Adige è una regione di montagna, in cui da sempre il modo migliore per muoversi sono le proprie gambe. Nel frattempo, le funivie hanno dimostrato la loro validità come mezzo di mobilità. In questo modo molte zone della nostra provincia sono state rese accessibili e collegate al resto del territorio con modalità che non richiedono strade o rotaie.

In progetti come la “Dolomiti Low Emission Zone” la stessa Giunta provinciale promuove questo tipo di impianti.

Nonostante i vantaggi, anche per la tutela del clima, in molte parti del territorio si alzano sempre più spesso le proteste contro la costruzione di nuovi impianti. Facciamo le debite distinzioni.

Modello Funivia del Renon – Impianto come mezzo di trasporto pubblico: SÌ!

Se una funivia vale come mezzo di trasporto pubblico, che i residenti utilizzano quotidianamente con l’AltoAdigePass per recarsi a scuola o al lavoro, in genere viene accettata ed è sostenibile. Un bell’esempio è rappresentato dalla funivia del Renon, usata e apprezzata allo stesso modo da residenti e turisti. E potremmo aggiungere anche altri esempi di questo tipo, che riteniamo vadano assolutamente sostenuti. Non è di questi che vogliamo parlare qui.

“Finti mezzi pubblici”: NO!

Perché il trend che si osserva oggi e verso cui si rivolgono la maggior parte delle critiche è quello che porta alla realizzazione di impianti che non hanno lo scopo di servire al trasporto pubblico locale, ma sono in primo luogo infrastrutture per il turismo. Pur beneficiando di contributi pubblici (che talvolta arrivano al 75 percento!) non rientrano nel circuito del trasporto integrato dell’AltoAdigePass e le tariffe sono spesso molto salate. Un esempio è la funivia Cabrio di Tires: finanziata per il 75% con fondi pubblici (per una somma di 11,3 milioni): il biglietto andata e ritorno è di 22 Euro e il biglietto famiglia di ben 44 Euro. Non proprio accessibile a tutti. Eppure, per potersi definire mezzi di trasporto pubblico, questi impianti dovrebbero applicare le condizioni valevoli per il trasporto integrato e quindi essere accessibili agli utenti dell’AltoAdigePass. In caso contrario non possono chiamarsi tali.

Trasparenza e consenso da parte della popolazione. ASSOLUTAMENTE!

A ciò si aggiunge che negli ultimi tempi il business degli impianti a fune è stato gestito in modo tutt’altro che trasparente e conforme alla normativa. Di nuovo molto chiaro è l’esempio della funivia Cabrio di Tires. L’idea è che la cabinovia vada a sostituire il tanto utilizzato ed economico autobus per il Passo del Niger. Se l’impianto fosse accessibile a prezzi decenti con il SüdtirolPass, si potrebbe ancora capire. Ma costringere le persone a utilizzare un mezzo di trasporto più costoso cancellando tutti gli altri mezzi pubblici alternativi non è né adatto alle famiglie né sostenibile.

Un altro esempio è cabinovia che porta sulla forcella del Sassolungo. Fino a poco tempo fa si pensava di raddoppiare la capacità di portata e di quadruplicare la cubatura delle stazioni a valle e a monte. Per il momento il progetto è stato accantonato, ma in valle le discussioni, i dibattiti e i timori non si sono ancora quietati. Il problema del potenziamento tocca anche altre strutture: se si aumenta la capacità di portata dell’impianto, anche il vicino parcheggio e i rifugi adiacenti risultano subito troppo piccoli. Ma non è accettabile che per impianti più grandi si debbano automaticamente ingrandire anche tutte le infrastrutture limitrofe.

E la lista di esempi di questo tipo potrebbe diventare molto lunga.

La questione principale: Cui bono?

“Molte cittadine e cittadini della nostra provincia vedono con scetticismo i progetti e gli sviluppi delle funivie. Desiderano un trasporto pubblico rispettoso del clima, che alleggerisca i bilanci familiari e sia un’alternativa all’automobile”, afferma la Consigliera provinciale Brigitte Foppa. “Molti impianti di risalita sono finanziati con fondi pubblici, ma non sono disponibili a prezzi accessibili e sono in realtà servizi di collegamento (costosi) per le aree turistiche. È per questo tipo di dinamica che il consenso tra la popolazione cala drasticamente. Qualcosa deve cambiare.”

Foppa è prima firmataria di una mozione che verrà trattata in Consiglio provinciale la settimana prossima. La mozione prevede:

  • di integrare nel sistema dell’AltoAdigePass tutti gli impianti di risalita finanziati con fondi pubblici (per logistica e prezzo!)
  • di sottoporre tutti i nuovi progetti di impianto ad una valutazione della compatibilità climatica
  • di coinvolgere la popolazione dei comuni interessati nell’intero processo per la realizzazione di progetti per impianti di risalita
  • di non realizzare, per i prossimi dieci anni, potenziamenti della capacità di portata di impianti di risalita che a loro volta comporterebbero l’aumento della capacità delle strutture circostanti (parcheggi, rifugi, strade, hotel, ecc.).

Designare il Plan de Cunfin e il Gruppo del Sassolungo come parco naturale e metterli definitivamente sotto tutela

Strettamente legato al tema è l’esempio del collegamento del Plan de Cunfin.

Da molti anni il settore funiviario desidera collegare l’Alpe di Siusi con il Monte Pana sopra S. Cristina tramite una funivia. Sono soprattutto gli operatori turistici di Castelrotto a sperare in un rilancio e a tenere costantemente alta la pressione.

“Questo collegamento a fune taglierebbe il Plan de Cunfin, disturbando e distruggendo in parte un’area unica situata ai piedi del Sassolungo. Si tratta di una zona preziosa che rifornisce S. Cristina di acqua potabile, è un rifugio per animali selvatici e uccelli e in generale una delle ultime zone di quiete nell’area fortemente sviluppata tra la Val Gardena e l’Alpe di Siusi” spiega Hanspeter Staffler.

Molte organizzazioni come Nosc Cunfin, Lia da Mont e Lia per Natura y Usanzes, Alpenverein Südtirol, CAI Alto Adige, Heimatpflegeverband, Vereinigung Südtiroler Biolog:innen, Arbeitsgemeinschaft für Vogelkunde und Vogelschutz Südtirol, Mountain Wilderness e la Climate Action South Tyrol chiedono da tempo che questa area venga messa sotto tutela.

Esistono anche delibere dei Comuni gardenesi che approvano lo status di area protetta per questa zona sensibile. In Val Gardena, attualmente prevale l’opinione che anche l’industria turistica locale dubiti del progetto e che comunque nella popolazione non ci sarebbe consenso.

La noncuranza con cui viene trattato il paesaggio intorno al gruppo del Sassolungo è dimostrata dai lavori di sbancamento effettuati di recente presso la Città dei Sassi sul Passo del Sella o dal progetto di funivia completamente sovradimensionato sul Passo del Sassolungo.

“La messa sotto tutela del Gruppo del Sassolungo con i Piani di Cunfin non è soltanto una necessità ambientale, si tratta anche di tutelare la qualità dell’offerta turistica della zona. Se guardiamo al futuro: cosa vogliamo offrire ai nostri ospiti, un panorama di infrastrutture impattanti o una natura incontaminata? È ora di riconoscere il valore dei luoghi ancora incontaminati e di proteggerli dall’invasione di massa, per l’ambiente, per la nostra economia e per le generazioni future” aggiunge la candidata alle prossime elezioni provinciali Elide Mussner.

È quindi giunto il momento di puntare a uno status di tutela per il gruppo Sassolungo e di coinvolgere la popolazione nel processo decisionale. Nel corso dell’ultima seduta per questa legislatura, il Consiglio provinciale può porre le condizioni per andare nella giusta direzione.

 

Nella foto: Im Foto: Riccardo Dello Sbarba, Elide Mussner, Brigitte Foppa, Heidi Stuffer, Hanspeter Staffler, Karl Heinz Dejori

 

COMUNICATO STAMPA.

Le due capolista dei Verdi prendono posizione in merito al ritorno a scuola e all’assistenza estiva e chiedono meno stress e una migliore gestione del tempo.

Oggi è il primo giorno di lezione, è un giorno speciale. La seconda capolista dei Verdi, Sabine Giunta, ricorda, che “in realtà la scuola è già iniziata da tempo, in realtà oggi i/le bambine e i/le ragazze possono iniziare a frequentare oggi perché la scuola non si è praticamente mai fermata. Comprendere che sarebbe necessario cambiare i ritmi della scuola sarebbe un passo coraggioso, stiamo continuando ad offrire un modello che ha pochi riscontri con la società attuale, i modelli familiari più diffusi, le tipologie lavorative, le ricerche sulle curve di apprendimento.”

La scuola è un luogo che ha bisogno di onestà, di coraggio e autenticità se vuole assolvere ai grandi obiettivi che le sono assegnati: imparare a vivere e lavorare insieme nonostante e grazie alle diversità, imparare  a sviluppare la propria individualità ed i propri talenti.

A scuola c’è bisogno di tempi distesi, di adulti preparati e competenti, in grado di gestire tutte le complesse articolazioni che si presentano giornalmente senza essere vittime di stress e burn out.

“È necessario cambiare modello di contratto e modello di tempo scuola,” riassume Giunta.

 

Con l’inizio della scuola terminano anche le difficoltà delle famiglie per le attività estive dei ragazzi. I genitori conoscono bene il problema di affidare i propri figli a tante associazioni diverse nel giro di poche settimane.

“Il sistema dell’assistenza estiva offerto da tante associazioni con grande impegno ha anche i suoi vantaggi, come sottolinea solitamente la Giunta Provinciale. Ma per le famiglie il sistema estivo tutto spezzettato è un fattore di stress, e in più pesa sui budget familiari.  In occasione dell’inizio delle lezioni vogliamo ricordare ancora una volta che è necessario un cambiamento. Famiglie e bambini hanno bisogno di continuità e certezze. L’offerta estiva deve essere modificata in questa direzione. Pensiamoci adesso e non in primavera” afferma la consigliera provinciale e capolista dei Verdi Brigitte Foppa.

Intanto i Verdi augurano un buon inizio ad alunne e alunni, studentesse e studenti e personale scolastico.

 

Brigitte Foppa

Sabine Giunta