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INTERROGAZIONE SU TEMI D’ATTUALITÀ.

Il 16 novembre 2022 una persona transgender si è vista rifiutare le prescrizioni degli esami del sangue e di una ecografia dal medico di medicina generale. Il medico ha rifiutato di prescrivere gli esami richiesti dal paziente e indicati dal medico specialista in endocrinologia perché ritiene che “le terapie ormonali e tutti gli interventi conseguenti” di affermazione di genere non giovevole (sic) alla salute. Ha quindi invitato la persona a rivolgersi a un altro medico. Si precisa che mai è stato richiesto al medico di base di prescrivere terapie ormonali.

Daher richten wir folgende Fragen an die Landesregierung:

  1. Come si posiziona la Giunta Provinciale di fronte a un episodio del genere? Lo ritiene corretto?
  2. La Giunta Provinciale ritiene che un medico possa opporre “obiezione di coscienza” al diritto di affermazione di genere di una persona transgender e al diritto alla sua salute?
  3. Come intende la Giunta Provinciale garantire i diritti e l’accesso alla salute delle persone transgender, anche quelle che si rivolgono a servizi privati o ad altri servizi presenti sul territorio nazionale?
  4. Quali sono le attuali indicazioni (Richtlinien) della Giunta Provinciale e dell’azienda sanitaria provinciale in merito?

 

Bozen, 05.12. 2022

 

Landtagsabgeordnete

Brigitte Foppa

Riccardo Dello Sbarba

Hanspeter Staffler

MOZIONE.

L’Alto Adige è sempre più una terra di biciclette. Turisti e residenti hanno a disposizione un’ampia rete di piste ciclabili. La città di Bolzano è, nonostante numerose criticità, una delle città più “ciclofile” d’Italia. Un sistema capillare di noleggio bici consente di percorrere l’intera provincia su due ruote. Il trasporto della bici in treno è ancora difficile, ma è ugualmente molto popolare.

La bicicletta però non è solo un mezzo eccellente per il tempo libero e lo sport: per numerose persone in Alto Adige è anche un mezzo di trasporto quotidiano. Molti cittadine e cittadini contribuiscono in tal modo alla propria salute e al proprio benessere, e contemporaneamente alla tutela dell’ambiente e alla salvaguardia del clima. Pertanto, bisogna promuovere l’abitudine di recarsi in bicicletta sul luogo di lavoro o di studio. Finora, in Alto Adige non è stato adottato praticamente alcun provvedimento in tal senso. Certo, si è investito molto nella rete ciclabile, ma molto meno nel comfort dei ciclisti e delle cicliste e nella promozione dell’uso quotidiano del mezzo.

Altrove si è fatto molto di più. Dal 2017 la campagna “Cycle-friendly employer certification” (CFE), lanciata in tutta Europa dalla ECF – European Cyclists’ Federation, promuove varie iniziative sulla ciclomobilità nelle aziende. Questo sistema unificato di certificazione per datori di lavoro che sostengono la ciclomobilità introduce uno standard europeo per le imprese a
misura di bicicletta. Con questa certificazione si intendono stimolare le aziende europee a migliorare le condizioni dei lavoratori e delle lavoratrici che usano la bici per recarsi al lavoro.

Oltre agli evidenti vantaggi che una cultura aziendale a favore della ciclomobilità ha sulla salute pubblica e sulla tutela dell’ambiente, se ne riconosce sempre più anche l’utilità per le aziende stesse.
L’uso della bicicletta ha sulla salute effetti senz’altro paragonabili a quelli delle misure di promozione della salute a livello aziendale. Secondo studi internazionali, i programmi aziendali che incentivano il movimento fisico influenzano in modo efficace e positivo sia il benessere generale e psichico, sia la salute dello scheletro e dei muscoli, e hanno un effetto economicamente positivo per l’azienda a motivo delle minori assenze per malattia.

Pertanto, il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano incarica la Giunta provinciale di:

  1. perseguire l’obiettivo di una cultura aziendale a misura di bicicletta e definire i relativi standard;
  2. promuovere le aziende che offrono benefit concreti per chi si reca al lavoro in bicicletta (bici aziendale, rimborso chilometrico ecc.);
  3. prevedere l’erogazione di contributi provinciali per imprese e istituzioni a misura di bicicletta;
  4. introdurre un premio o concorso per l’azienda che più promuove la ciclomobilità in provincia, e/o introdurre un “audit-bici” per la certificazione delle imprese a misura di bicicletta;
  5. intensificare i contatti con le istituzioni di formazione e ricerca per promuovere e sviluppare la ciclomobilità;
  6. sostenere il cicloturismo, anche esentando dalla tassa di soggiorno i turisti che arrivano con la bicicletta;
  7. facilitare e agevolare in maniera sostanziale il trasporto della bicicletta in treno e sull’autobus e offrire soprattutto ai titolari dell’Alto Adige Pass tariffe più economiche per il trasporto della propria bici su singole tratte;
  8. rendere più a misura di bicicletta le strutture pubbliche e le aziende a partecipazione provinciale (prevedendo ad esempio parcheggi coperti per biciclette entro un raggio di 30 m dalla destinazione, fasce orarie obbligatorie più flessibili per cicliste e ciclisti, docce sul posto di lavoro e ricarica elettrica per bici gratuita);
  9. destinare come segno visibile di buona volontà una parte di Piazza Magnago a parcheggio per le biciclette.

Bolzano, 16.12.2022

 

Cons. prov.

Brigitte Foppa

Riccardo Dello Sbarba

Hanspeter Staffler

“Bene!” è stato il mio primo pensiero quando ho saputo che la procura aveva identificato il “mio odiatore”. “Il mio hater”, ovvero l’uomo che due anni fa mi aveva augurato su facebook di essere “presa come si deve da cinque [immigrati] ben dotati”. A quel punto ho sporto denuncia. Questa denuncia ha rischiato di essere archiviata due volte. E per due volte ho fatto ricorso. Anche perché mi era stata indicata una persona che avrebbe potuto corrispondere alle caratteristiche del falso profilo “Bernd Rossin”, da cui proveniva il commento. Ho trasmesso questi sospetti alla polizia postale. Ora questo sospetto è stato confermato e “Bernd Rossin” è stato identificato.

Nel caso ora si arrivi a un procedimento penale sarebbe un passo molto importante nella questione dell'”odio in rete”. Significa che bisogna assumersi la responsabilità delle dichiarazioni che si fanno sui social network, anche sotto falso profilo. Nel mio caso, questo risultato non è tanto importante per me stessa (anche se la soddisfazione c’è, non voglio negarlo), ma soprattutto per tutte quelle persone, soprattutto donne, che vengono insultate e minacciate e che troppo spesso vengono lasciate sole con questa esperienza. Ed è stato questo anche il motivo per cui ho deciso di fare denuncia alla polizia: affinché la società dia un chiaro segnale contro l’odio in rete. E fare così in modo che le parole cattive non rimbombino solo nella mia testa, ma diano vita a una discussione su ciò che dovrebbe essere dicibile e ciò che non dovrebbe esserlo.

Ricordo a tutti coloro che presentano una denuncia che devono sempre chiedere di voler essere avvisati in caso di archiviazione. Altrimenti, il rischio è che non si sappia più nulla dello stato di avanzamento delle indagini da parte della Procura. Ed è anche chiaro che in ogni caso mi presenterò come parte civile, se si dovesse effettivamente arrivare a un processo.

Vorrei ringraziare tutte e tutti coloro che in questi anni hanno contribuito a rendere questo un caso esemplare e a trasformarlo in un appello comune: contro l’odio in rete.

 

Brigitte Foppa, 03.01.2023