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INTERROGAZIONE

I costi delle bonifiche dei terreni ex Speedline a Bolzano stimati inizialmente dalla ditta Arcadis ad € 3.491.194 sono stati poi quantificati dalla ditta INGEA di Verona in € 5.555.468 (+ € 2.064.274).
In seguito a diversi passaggi di proprietà, i terreni sono ora della Provincia autonoma di Bolzano e la bonifica viene gestita da NOI in quanto “proprietario incolpevole” (vedi risposta dell’assessore a nostra interrogazione n. 299/19) che “ha diritto a rivalersi delle spese nei confronti del responsabile. E in tal senso NOI si è attivata contattando sia Speedline che Aluminia”, individuati come responsabili dell’inquinamento dei terreni.
L’assessore chiarisce anche che le due aziende, Aluminia e Speedline, declinano ogni responsabilità e dunque presumibilmente si rifiutano di coprire i maggiori costi. Una sitiuazione incresciosa. Di solito, per evitare simili situazioni, chi compra inserisce nel contratto d’acquisto una clausola di salvaguardia per garantirsi dall’eventualità di maggiori costi di disinquinamento.

Tutto questo premesso,
Si chiede quindi alla Giunta provinciale:

  1. Al momento dell’acquisto dei terreni da parte della Provincia autonoma di Bolzano, nell’anno 2010, nel contratto di acquisto – che prevedeva anche i costi di bonifica quantificati in € 3.491.194, da scontare dal prezzo complessivo – la Provincia aveva inserito una clausola di salvaguardia che la garantisse dall’eventualità che i costi di bonifica si rivelassero superiori a quanto pattuito?
  2. Se nel contratto di acquisto dei terreni ex Speedline non è stata inserita alcuna clausola di salvaguardia, per quale motivo questo è successo, visto che la Provincia era stata già avvertita fin dagli anni ’80 con lettere delle organizzazioni sindacali di operazioni da parte dell’azienda che potevano provocare gravi inquinamenti dei terreni?
  3.  In altri casi di acquisto di terreni industriali dismessi da parte della Provincia, la Provincia stessa ha previsto clausole o procedure di salvaguardia nell’eventualità che i costi di bonifica si rivelassero superiori al previsto? Se sì, quali erano queste clausole o procedure?
  4.  Perché la Provincia non ha fatto una perizia in proprio dell’inquinamento dei terreni, ma l’ha affidata a una ditta esterna, la Arcadis
  5. Chi ha firmato la perizia di Arcadis che quantificava i costi di bonifica a € 3.491.194 ?
  6.  Chi era il titolare per la provincia di Bolzano (e/o il legale rappresentante, e/o il responsabile operativo sul territorio e/o comunque l’interlocutore per la Provincia, e se più persone ricoprivano questi ruoli si chiede il nominativo di ciascuna) all’epoca in cui Arcadis fece la perizia sull’inquinamento dei terreni ex Speedline?
  7. La ditta Arcadis può essere chiamata a responsabilità nella vicenda della crescita dei costi?

Bolzano, 20 gennaio 2020

Cons. prov.
Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa
Hanspeter Staffler

COMUNICATO STAMPA:

Il Consiglio provinciale ha trattato oggi il disegno di legge n. 3/18 presentato dal Gruppo Verde volto a inserire nella nuova legge provinciale un limite massimo di posti letto nelle strutture recettive. Il dibattito in aula ha confermato che il problema esiste e va affrontato. Ma la maggioranza perde l’occasione di approvare le misure concrete contenute della nostra proposta di legge.

Alcune cifre danno l’immagine della dimensione raggiunta dal turismo in Alto Adige:

  • 7,5 milioni di turisti all’anno sono 13 volte la popolazione residente.
  • 230.000 letti: è come se ogni appartamento disponesse di una stanza per i turisti.
  • 20,4 letti per km2 è la densità turistica più alta di tutto l’arco alpino
  • 33 milioni di pernottamenti sono 65 pernottamenti per abitante all’anno.

È un fenomeno che va guardato e gestito nella sua complessità, per il grande impatto che ha sul paesaggio, sullo sviluppo sociale ed economico e soprattutto sulla vivibilità delle nostre città e dei nostri paesi. Nelle zone ad alta intensità turistica, o nei momenti di maggiore affluenza, un numero sempre maggiore di cittadine e cittadini avverte la difficoltà di vivere e in molti casi si leva la protesta contro l’affollamento, i prezzi delle case, il traffico e l’inquinamento.

Nella nostra proposta veniva proposto di reintrodurre anche nella nuova legge urbanistica il numero massimo di letti fissato nella vecchia legge. Inoltre, veniva fissato un termine di durata dei programmi di sviluppo turistico, con un termine oltre il quale i posti letto non realizzati decadono. Infine, venivano cancellate le troppe deroghe e eccezioni ai criteri che la nuova legge urbanistica pone allo sviluppo di nuove zone turistiche, o all’ampliamento di alberghi, poiché le deroghe vanificano le regole e anche la parità di trattamento.

La maggioranza ha bocciato il disegno di legge dei Verdi, ma il dibattito è solo all’inizio. Il Presidente e la Giunta si dichiarano consapevoli della situazione e disposti a elaborare dei criteri per gestire lo sviluppo turistico. I segnali però finora non sono incoraggianti: in un solo anno sono state presentate 50 proposte per nuove zone turistiche o per ampliamento di quelle esistenti, che comporterebbero la cementificazione di oltre 35 ettari di aree verdi, pari a 50 campi di calcio! La Giunta stessa discute su uno stop, ma al contempo proprio quest’anno sono stati eliminati quei limiti al traffico sui passi dolomitici sperimentati negli anni scorsi, in molte località turistiche affitti e prezzi delle case sono ormai insostenibili per famiglie e giovani, le strade sono bloccate dal traffico e i mezzi pubblici sono sovraffollati. “In molte località, soprattutto in determinate stagioni dell’anno, i disagi hanno da tempo superato i benefici e la politica deve dare risposte credibili e rivolte al futuro” commenta il primo firmatario della proposta di legge Riccardo Dello Sbarba.

Noi continueremo a battere il ferro e a ricordare gli impegni di sostenibilità che il Presidente e la Giunta continuano a decantare.

COMUNICATO STAMPA.
La mobilità accessibile per tutte e tutti senza barriere unisce maggioranza e opposizione. Con 31 sì su 31 il Consiglio approva all’unanimità la mozione Verde „Mobilità semplice. Per un trasporto pubblico facilmente accessibile” cofirmata dal capogruppo SVP Gerhard Lanz nella versione emendata della parte deliberante (clicca qui). La Giunta non ha voluto vincolarsi alle proposte concrete riportate nella mozione originale (clicca qui), ma ha accettato di tenerle in considerazione, iniziando con un censimento delle situazioni problematiche e che impediscono una mobilità indipendente per tutte e tutti.
Per accorgersi delle tante barriere che circondano la nostra vita e che impediscono la nostra libertà di movimento non serve per forza essere disabili da sempre o per sempre. Basta un incidente anche banale che ci blocca un piede per due settimane, un’operazione a un occhio che ci riduce anche temporaneamente la vista, avere un bimbo e doversi muovere con un passeggino con i mezzi pubblici, basta la vecchiaia, che prima o poi riguarderà tutte e tutti, e che ci porterà a fare i conti con i gradini insormontabili di autobus e treni, con annunci malamente udibili, scale ripide per accedere ai binari, ecc.
Il tema riguarda tutte e tutti, muoversi liberamente e con facilità è un diritto fondamentale, a cui dobbiamo dare risposte.
Per ora il nostro catalogo di provvedimenti per rendere veramente possibile una mobilità libera e indipendente per tutte e tutti resta valido e a disposizione della giunta. Noi non molliamo.

Bolzano, Bozen, 15/01/2020

Cons. prov.
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba
Hanspeter Staffler

INTERROGAZIONE
La competenza sul cantiere del nuovo ospedale di Bolzano è passata a fine 2019 dall’assessore Bessone (Edilizia) all’assessore Widmann (Sanità). Uno dei motivi del passaggio è stato quello della scarsità di personale che caratterizzava l’unità “Incarico speciale Ospedale di Bolzano”: lo stesso assessore Bessone aveva assicurato che così “il dipartimento Sanità potrà mettere a disposizione più personale” per portare a termine questo incarico. Ora si scopre che questo aumento di personale non avverrà con risorse interne alla ripartizione sanità, ma col ricorso a professionisti esterni. In sostanza, la gestione del mega cantiere per le nuove parti dell’Ospedale di Bolzano viene esternalizzata e privatizzata. La ricerca di mercato per l’affidamento a terzi del servizio è stata lanciata il 19 dicembre 2019 e dovrebbe essere conclusa nel momento in cui questa interrogazione riceverà una risposta.
Il bando di gara è il nr. 468/2019 ed ha come oggetto: “Indagine di mercato mediante avviso pubblico per l’individuazione degli operatori economici da invitare alla procedura negoziata per l’affidamento del servizio di supporto amministrativo e organizzativo al responsabile unico del procedimento per l’espletamento delle procedure amministrative di affidamento e di gestione dei contratti dell’Incarico speciale Ospedale Bolzano”. L’incarico ha come base d’asta 210 mila euro all’anno più Iva.
Si cerca un soggetto professionale che fornisca tre professionisti nelle discipline ingegneria, giurisprudenza e scienze dell’amministrazione (i tre professionisti dovranno coprire almeno due di queste discipline) e questi potranno essere presenti in ogni momento presso gli uffici dell’Incarico speciale Ospedale di Bolzano: quindi avremo consulenti privati che opereranno all’interno di uffici pubblici provinciali.
Questo pool privato avrà ampi poteri di gestione, fino a poter affidare incarichi diretti per l’esecuzione dei lavori (tranne quelli che per le loro dimensioni devono essere messi a gara), il controllo della loro esecuzione e la liquidazione dei compensi.
Infatti, la descrizione dell’incarico è la seguente:
“Servizio di supporto amministrativo e organizzativo al responsabile unico del procedimento per l’espletamento delle procedure di affidamento non ad evidenza pubblica e nelle procedure di gestione amministrativa dei rapporti contrattuali con appaltatori e fornitori dell’Incarico speciale Ospedale di Bolzano.
Il servizio si articola nelle seguenti prestazioni:
1. affidamento degli incarichi agli operatori economici per lavori, forniture e servizi (escluse le procedure ad evidenza pubblica),
2. affidamento degli incarichi a tecnici liberi professionisti ed esperti (escluse le procedure ad evidenza pubblica),
3. concorsi di idee e progettazione,
4. assistenza e affiancamento operativo del Rup (responsabile unico del procedimento), nella stipulazione dei contratti per lavori, forniture e servizi per l’incarico speciale,
5. attività di segreteria e verbalizzazione con riguardo alle procedure di affidamento e ai concorsi di cui ai numeri 1, 2 e 3,
6. assistenza e affiancamento operativo del Rup nella vidimazione e liquidazione delle note onorario dei tecnici liberi professionisti ed esperti,
7. assistenza e affiancamento operativo del Rup nella verifica e liquidazione delle fatture per lavori, forniture e servizi nonché provvedimenti per l’inventariazione dei beni mobili degli edifici,
8. assistenza e affiancamento operativo del Rup nella soluzione di questioni amministrative e provvedimenti connessi dalla stipulazione del contratto fino al collaudo finale, autorizzazione al subappalto, atti aggiuntivi, cessione di credito, trattamento delle riserve, accordo bonario, risoluzione del contratto, svincolo delle fideiussioni ecc…
Le prestazioni elencate si intendono esemplificative e non esaustive”.

Come si vede, importantissimi e delicate funzioni amministrative, come affidamenti di incarichi, verifiche e liquidazione di parcelle, che coinvolgeranno numerosissimi operatori economici, professionisti, imprese, esperti ecc.…, cioè funzioni in cui è da garantire la massima indipendenza e imparzialità, vengono affidate a un gruppo di privati professionisti.
Per reclutare queste persone, vengono indicati criteri che restringono molto la possibile platea: infatti il soggetto che fornisce questi tre professionisti, laureati nelle materie indicate, deve aver eseguito, negli ultimi tre anni, servizi analoghi a quello del bando di gara per un importo non inferiore a € 120.000 a favore di enti tenuti ad osservare la normativa in materia di contratti pubblici, di cui almeno la metà (pari a € 60.000) deve essere stato svolto a favore di enti pubblici aventi sede nella Provincia autonoma di Bolzano dove è obbligatorio l’uso congiunto della lingua italiana e tedesca, nonché aver avuto, sempre negli ultimi tre anni, un organico medio annuo non inferiore a sei persone, pari al doppio del personale richiesto per l’incarico.
Viene da chiedersi quante sono le società che hanno questi requisiti, se sono in numero sufficiente da garantire concorrenzialità nella gara e possibilità di ampia scelta da parte dell’ente pubblico, oppure che i soggetti dotati di idonei requisiti siano molto pochi, o magari uno solo, al che la gara si trasformerebbe in una pura formalità. Del resto, nello stesso bando questa possibilità non viene esclusa, poiché vi si legge che “La procedura verrà avviata anche in presenza di una sola manifestazione di interesse”!
Per la scelta, inoltre, la Provincia si riserva la possibilità di decidere in base a un criterio molto generico: “”Prima della stipula del contratto il RUP accerterà in ogni caso la capacità effettiva dell’operatore economico alla prestazione ineccepibile del servizio in oggetto in entrambe le lingue ufficiali della Provincia”. In basi a quali criteri si possa considerare “ineccepibile” la prestazione, non è detto e dunque si aprono sensibili margini di discrezionalità.
Nel settore della sanità l’assessore Widmann sembra dunque aver impresso una forte spinta verso la privatizzazione. Infatti, oltre a risolvere il problema dei tempi di attesa con le convenzioni con le cliniche private, si procede a esternalizzare funzioni propriamente pubbliche come il cantiere dell’Ospedale di Bolzano, in perfetta continuità con il precedente ricorso alla consulenza esterna decisa dalla Asl per la riorganizzazione delle sette sale operatorie negli ospedali di Bolzano, Bressanone, Brunico e Merano. E meraviglia che una amministrazione provinciale con migliaia di dipendenti si senta costretta ad affidarsi a consulenti esterni per alcune attività amministrative. Non è superfluo ricordare infatti che la normativa in materia prevede che la pubblica amministrazione possa ricorrere e incarichi esterni solo nel caso che non abbia al suo interno le competenze necessarie per farvi fronte: la Provincia non dispone forse di sufficienti professionisti nelle materie come ingegneria, giurisprudenza (!) o scienza dell’amministrazione (!!)?

Tutto ciò premesso,
Si chiede quindi alla Giunta provinciale:

  1. La Provincia sa quanti “operatori economici” siano in grado di rispondere ai criteri richiesti dal bando nr. 468/2019 e in particolare: “Disporre di tre professionisti nelle materie indicate, aver eseguito, negli ultimi tre anni, servizi analoghi a quello del bando di gara per un importo non inferiore a € 120.000 a favore di enti tenuti ad osservare la normativa in materia di contratti pubblici, di cui almeno la metà (pari a € 60.000) deve essere stato svolto a favore di enti pubblici aventi sede nella Provincia autonoma di Bolzano dove è obbligatorio l’uso congiunto della lingua italiana e tedesca, nonché aver avuto, sempre negli ultimi tre anni, un organico medio annuo non inferiore a sei persone, pari al doppio del personale richiesto per l’incarico?
  2. Se la Provincia non riesce a rispondere all’intera domanda n. 1, sa almeno indicare quanti “operatori economici” abbiano negli ultimi tre anni eseguito servizi analoghi a quelli richiesti dal bando a favore di enti pubblici aventi sede nella Provincia autonoma di Bolzano per un importo di almeno € 60.000?
  3.  Quanti “operatori economici” hanno risposto al bando n. 468/2019?
  4. Come è avvenuta la scelta dell’operatore che ha vinto la gara? In base a quali criteri è stata fatta questa scelta?
  5. Come può dimostrare la Provincia – ove per esempio fosse chiamata a rispondere davanti alla Corte dei conti – di essere stata costretta a ricorrere a un incarico esterno perché non disponeva di risorse analoghe di personale al suo interno? La Provincia non dispone forse di sufficienti professionisti nelle materie come ingegneria e soprattutto giurisprudenza e scienza dell’amministrazione?

Bolzano, 13.01.2019

Cons. prov.
Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa
Hanspeter Staffler

 

Qui potete scaricare la risposta della giunta.

CONFERENZA STAMPA.

Avere un tetto sopra la testa. Potersi muovere. Sono veramente diritti di base fondamentali, no? La nostra prosperosa provincia ha un’estesa rete di protezione e di aiuto per situazioni difficili. Alcune determinate situazioni non vengono però ancora intercettate in modo adeguato. Su due di queste criticità vogliamo discutere in Consiglio provinciale nella seduta di gennaio 2020, in cui vogliamo anche proporre alcune soluzioni in forma di mozione.

Mozione n. 200/19: Mobilità semplice. Per un trasporto pubblico facilmente accessibile!

Dal 2015 l’Alto Adige ha una legge provinciale per persone con disabilità (legge provinciale del 14 luglio 2015, n. 7) che recepisce in molti punti la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità. Un aspetto molto importante della quotidianità delle persone diversamente abili è la mobilità. Nella legge provinciale viene anche stabilito che verranno prese delle misure efficaci per una mobilità autonoma attraverso il trasporto per raggiungere sedi di studio e di lavoro, l’accesso privo di barriere architettoniche ai mezzi pubblici, i servizi di accompagnamento e gli incentivi. Nel convegno dell’Osservatorio provinciale sui diritti delle persone con disabilità, nell’ottobre 2019, è emerso che molti di questi obiettivi ambiziosi e all’avanguardia non sono ancora stati raggiunti. Nella loro quotidianità molte persone con disabilità di vario genere devono tuttora fare i conti con numerose barriere che continuano a sussistere, cosa che limita o persino ostacola il loro diritto a muoversi in piena autonomia. Le persone devono riuscire a spostarsi senza bisogno di aiuto: questo deve essere il nostro obiettivo principale. In caso contrario le persone con disabilità continueranno a dipendere dalla disponibilità degli accompagnatori che sopperiscono alla mancanza di servizi. Deve essere comunque chiaro che la “carenza” non va attribuita alle persone, bensì ai servizi.

Tra le altre cose, le persone con disabilità ci fanno notare che

  • gli annunci negli autobus risultano spesso incomprensibili;
  • mancano i segnali acustici e visivi e che questi andrebbero ripetuti;
  • in molti posti continuano a mancare le rampe di accesso per le sedie a rotelle;
  • gli sportelli nelle stazioni sono troppo alti per chi si muove in sedia a rotelle;
  • per muoversi in alcune stazioni o per salire su alcuni treni (di Trenitalia) è necessario un preavviso di 12 ore;
  • nei bagni pubblici, ove esistenti, spesso si trovano ancora barriere che li rendono inaccessibili;
  • nel trasporto pubblico locale capita spesso di incontrare personale che dimostra chiaramente di non aver ricevuto alcuna formazione per rapportarsi a persone con disabilità;
  • per muoversi nel loro tempo libero devono ricorrere ai servizi di trasporto privato che in genere sono piuttosto cari;
  • gli orari e le informazioni dei servizi pubblici sono difficilmente comprensibili e/o leggibili, soprattutto per le persone con difficoltà di apprendimento;
  • in alcune stazioni della nostra provincia si trovano ancora barriere architettoniche (vedi per esempio la stazione di Vipiteno);
  • le persone con difficoltà di apprendimento hanno bisogno di iniziative di allenamento funzionale.

Tutte queste problematiche, che comunque rappresentano solo una piccola parte delle difficoltà che devono affrontare quotidianamente le persone con disabilità (ma non solo, basti pensare alle persone anziane, ai genitori con carrozzina ecc.), ci mostrano che bisogna intervenire con maggiore decisione.

La mozione del Gruppo Verde punta così sulle seguenti proposte:

  1. Tutta la segnaletica deve essere realizzata secondo il principio della sollecitazione di almeno due dei tre sensi vista, udito, e tatto. In questo modo molte più persone possono essere informate correttamente su fermate, ritardi, ecc.
  2. Attrezzare tutti gli autobus con pedane di accesso e rendere tutte le stazioni prive di barriere.
  3. rendere possibile l’accesso ai treni di Trenitalia e alle stazioni anche senza preavviso;
  4. sensibilizzare maggiormente le autiste e gli autisti del trasporto pubblico locale per quanto riguarda le esigenze delle persone con diverse disabilità;
  5. rendere possibile un servizio di trasporto privato a prezzi accessibili;
  6. fornire in lingua facile gli orari e tutte le informazioni concernenti il trasporto pubblico locale;
  7. sviluppare inoltre un’applicazione che fornisca, in lingua facile, le informazioni sulla mobilità e sia adeguata alle esigenze delle persone ipovedenti;
  8. mettere a disposizione la “eurokey” nelle toilette delle stazioni e delle fermate dell’Alto Adige.

Qui trovate la mozione completa e la versione in linguaggio facile tradotta dell’ufficio “okay” della Lebenshilfe.

 

Mozione n. 217/19: Senzatetto: serve un piano per sostenere i comuni e il volontariato.

Anche questo inverno si è riproposto il dramma di tante persone che vivono e dormono per strada, soprattutto nel capoluogo.

A novembre 2019 Bolzano accoglieva in strutture 450 persone ma altre 120 erano ancora per strada. Tra loro, senza tetto autoctoni, richiedenti asilo, persone che lavorano o che hanno ottenuto la protezione umanitaria, ma non riescono a trovare casa. Ci sono perfino famiglie con bambini piccoli.

A dicembre il comune di Bolzano ha aggiunto 54 posti nell’emergenza freddo e l’imprenditore Oberrauch ha messo a disposizione un palazzo con 45 posti, gestito da volontari che devono farsi carico in proprio di oneri e responsabilità.

Oltre tutto, L’emergenza freddo garantisce un livello minimo di assistenza: le persone entrano la sera tardi e devono uscire la mattina presto. E dove vanno per tutto il giorno al freddo? Di questo nessuno si cura.

Vivere senza dimora significa essere esposti a rischi per la salute e la sicurezza e non potersi costruire una normale esistenza. In diversi paesi nel Nord Europa sono attivi progetti di “housing first” che puntano a procurare prima di tutto un tetto per le persone a rischio e metterle così nella condizione di inserirsi nel tessuto sociale.

La competenza sui senzatetto è dei Comuni, ma questi non possono essere lasciati soli. Il Gruppo Verde in Consiglio provinciale chiede che anche la Provincia faccia la sua parte con 6 misure per affrontare il problema oltre l’emergenza: predisporre con i Comuni un piano provinciale per le persone senza dimora e finanziarlo adeguatamente, sostenere e tutelare le persone volontarie, progettare soluzioni abitative per chi lascia i centri di accoglienza con titolo di protezione o per chi pur lavorando non trova un alloggio, spingere sullo Stato per l’inserimento nei CAS dei richiedenti asilo ancora “fuori quota”.

Qui trovate la mozione completa.

Bolzano, 10/01/2020

 

Cons. prov.
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba
Hanspeter Staffler

In un comunicato dell’ufficio stampa della giunta abbiamo letto ieri che la Provincia ha aderito alla rete statale delle Pubbliche Amministrazioni Anti Discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere RE.A.DY.
Un segnale molto positivo secondo i Verdi, un passo nella giusta direzione per garantire a tutte e tutti la piena libertà di vivere il proprio orientamento e la propria identità sessuale senza paura. Alcuni Comuni, anche grazie all’impegno continuo die Verdi, sono già da tempo parte di questa rete. E finalmente ha seguito l’esempio anche la giunta provinciale.
Ora però leggiamo nella versione italiana del comunicato che si tratta solo di un’adesione simbolica. Ma questa rete vive di azioni concrete e non di misere dichiarazioni d’intenti.
Questa piccola, ma sottile differenza tra le due versioni dello stesso comunicato ci mostra nuovamente la discrepanza tra i due partner di governo. Ci si riconosce chiaramente la firma omofobica della Lega, che si oppone a un’adesione formale e vera alla rete. Lo ha ammesso lo stesso Vettorato dicendo che non volevano essere coinvolti in progetti gender o nulla di simile.
I Verdi Grüne Verc chiedono ora delucidazioni su come debba essere interpretata la presunta “adesione” da parte della Provincia alla rete contro le discriminazioni RE.A.DY.: si tratta di una mossa da alibi politico? O la Provincia si schiera davvero, non solo con le parole ma anche con i fatti, contro l’omofobia e le discriminazioni?

Felix von Wohlgemuth
Marlene Pernstich

COMUNICATO STAMPA.

Da quanto apprendiamo dai media, i nuovi proprietari di ABD iniziano subito con i preparativi per l’ampliamento dell’aeroporto di Bolzano.
Come temevamo e pensavamo si sta verificando quella opzione che la gente della conca di Bolzano e della Bassa Atesina proprio non voleva. Non ci stancheremo mai di ripetere: il NO emerso dalla consultazione popolare del 2016 era un NO a tutto il progetto di sviluppo del presidente Kompatscher, compreso l’aumento del numero di passeggeri, quindi un chiaro NO al rafforzamento dello scalo. Lo abbiamo ricordato al presidente anche durante il dibattito sul bilancio a dicembre.
All’inizio dell’anno, il presidente ha affermato che non è necessario avere i Verdi al governo per fare politica ambientale. “Ora si vede quanto annacquata sia la tinta verde di cui si tinge la giunta provinciale”, commenta Brigitte Foppa, capogruppo verde in Consiglio provinciale.
Camminano su ghiaccio molto sottile. La Corte dei Conti ha aperto un fascicolo sulla vendita della società aeroportuale. E la parte meridionale dell’Alto Adige, proprio in vista delle elezioni comunali, guarderà con attenzione a San Giacomo e valuterà senza remore la solidità delle promesse di sostenibilità tanto decantate dal presidente Kompatscher.

Bolzano, 08.01.2020

Cons.prov.
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba
Hanspeter Staffler