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Senzatetto: serve un piano per sostenere i comuni e il volontariato

MOZIONE.

Come ogni inverno, anche nel 2019/2020 si è riproposto il dramma delle persone senza dimora che vivono per strada. Il problema è particolarmente acuto nei centri maggiori e soprattutto nel capoluogo Bolzano, dove si riversa la maggior parte dei senza fissa dimora. Il fenomeno ha assunto anno dopo anno dimensioni crescenti.
A fine novembre, come indicato nella Relazione al Consiglio comunale di Bolzano, dalla Referente per i richiedenti asilo, circa 450 persone erano accolte nelle strutture per senza fissa dimora esistenti sul territorio del comune capoluogo. Nonostante questo, erano in lista d’attesa per un ricovero notturno o sul territorio, circa altre 120 persone senza fissa dimora.

Il profilo di queste persone è variegato: senza tetto, anche autoctoni, richiedenti asilo “fuori quota”, ex richiedenti asilo che hanno ricevuto diniego di protezione e sono in fase di ricorso, ma anche persone che hanno ricevuto una protezione umanitaria o l’asilo, ma hanno dovuto lasciare i centri di prima accoglienza senza trovare altra soluzione abitativa, fino a persone che lavorano regolarmente, oppure frequentano corsi di formazione, ma non riescono a trovare (o pagare) un alloggio, o persone con permesso di soggiorno scaduto che non possono rinnovarlo perché non possono indicare un domicilio.

Tra le persone senza dimora sono comparse a più riprese numerose famiglie con bambini.
La situazione ha portato il Comune di Bolzano a incrementare a dicembre 2019 di ulteriori 54 posti l’offerta per senzatetto in particolare per migranti lavoratori e per donne e bambini.

Nonostante ormai il fenomeno sia ampiamente prevedibile, con la sua acutizzazione nei periodi freddi, esiste ancora una gestione emergenziale con una situazione non completamente coperta dalle istituzioni e a cui il volontariato e il settore privato si è sentito in dovere di far fronte.

In questo autunno, ad esempio, per accogliere le persone che non trovavano altrimenti posto, nella città di Bolzano l’imprenditore Heiner Oberrauch ha messo di nuovo a disposizione un palazzo di sua proprietà in via Carducci che ospita fino a marzo 45 persone.

Con gli ultimi interventi del Comune di Bolzano e del settore privato e del volontariato la lista di attesa si è un po’ ridotta, ma rimangono persone in strada e servono misure definitive per un passaggio da una gestione emergenziale ad una gestione ordinaria.

Per quanto riguarda l’impegno della società civile, la Casa di via Carducci funziona grazie al lavoro di numerose persone volontarie, che svolgono il loro compito senza copertura assicurativa, assumendosi per intero la responsabilità di quanto eventualmente possa accadere e operando senza sostegno pubblico. Queste persone vanno ringraziate e meritano di più da una provincia che ha un forte sistema sociale.

Trovare soluzioni abitative e impedire che la gente resti per strada e sotto i ponti è d’altra parte un interesse pubblico di tutta la società.
Lo stato di senza dimora è infatti particolarmente drammatico, non solo perché espone le persone a gravi rischi per la loro salute e la loro sicurezza, ma anche perché – come ci insegnano i tanti progetti “housing first” attuati in diversi paesi del nord Europa – l’alloggio è la premessa indispensabile per aver un primo domicilio, per cercare un lavoro, per presentare domanda di protezione, per richiedere in prospettiva la residenza, per rinnovare i permessi di soggiorno, per ricevere regolari documenti di identità, per essere intercettati dai servizi pubblici, per essere inseriti nelle reti di integrazione.

Sappiamo che la competenza sui senzatetto spetta ai comuni, ma – per le dimensioni assunte dal fenomeno – i comuni non possono essere lasciati soli. Anche perché il crescente numero delle persone senza dimora è alimentato anche dall’uscita di tante persone dai centri di accoglienza provinciali (per scadenza del periodo o a causa delle recenti restrizioni nella politica di accoglienza), che finiscono per strada.
Occorre quindi una maggiore cooperazione Stato-Provincia-Comuni, un sostegno, un coordinamento delle azioni. Occorre un vero e proprio piano sostenibile per uscire dalla logica emergenziale.

Per questo motivo, Il consiglio della Provincia autonoma di Bolzano incarica la Giunta provinciale provvedere a quanto segue:

  1. A definire insieme ai Comuni interessati, in collaborazione con le organizzazioni di volontariato e con il Commissariato del Governo, un piano provinciale sostenibile per affrontare la situazione dei senza dimora presenti sul territorio dell’Alto Adige.
  2. A mettere a disposizione le risorse finanziarie e amministrative per attuare il piano concordato, offrendo ai comuni il sostegno di cui hanno bisogno, individuando anche gli opportuni canali di finanziamento.
  3. A sostenere le persone che operano nel volontariato per il soccorso delle persone senza dimora, come nel caso dell’edificio di Via Carducci a Bolzano. A queste persone volontarie va garantita una protezione, una copertura assicurativa e, se da loro richiesto, una formazione adeguata. Per i volontari va individuato per il futuro un luogo adatto dove potersi riunire e offrire i sevizi a chi vive in strada (coperte, altro materiale, sostegno per la ricerca casa lavoro…).
  4. Ad attuare programmi in collaborazione con i Comuni per la ricerca di soluzioni abitative rivolte alle persone che stanno per uscire dai centri di accoglienza con titolo di protezione, o comunque che abbiano una attività lavorativa, ma non un alloggio.
  5. A richiedere allo Stato e al Commissariato del Governo l’immissione in quota dei richiedenti asilo e famiglie attualmente “fuori quota”, al fine di liberare posti nei centri di bassa soglia per senzatetto ed “emergenza freddo” allestiti dai Comuni.
  6. Per le persone che devono lasciare i Centri di Accoglienza Straordinaria (CAS), ad attivare meccanismi di passaggio ai centri per senzatetto in accordo con i Comuni.

Bolzano, 19/12/2019

Cons. prov.
Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa
Hanspeter Staffler

Author: Heidi

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