COMUNICATO STAMPA.
10 anni Legge pari opportunità

Pari opportunità per tutte e tutti. In teoria su questo esiste pieno consenso. Ma perché è così difficile fare passi avanti su istanze concrete come tempo a casa per i papà, un linguaggio rispettoso delle diversità di genere, piena parità per coppie gay e lesbiche, ecc.? Con Anna Heiss, direttrice del gruppo cabarettistico Dekadenz di Bressanone, Marina Della Rocca, antropologa, Cornelia Schöpf, regista e Markus Frei educatore, cercheremo di trovare delle strategie per sfuggire alla palude degli stereotipi, proveremo a dare un nome alle disuguaglianze e a immaginare nuovi scenari. Forse anche queste visioni che potranno trovare spazio in una rielaborazione della legge provinciale per le pari opportunità.
L‘8 marzo 2020 la Legge provinciale “Pari opportunità e per il sostegno delle donne” compie infatti 10 anni. In due incontri precedenti le Donne Verdi, insieme al Gruppo Verde in Consiglio provinciale, hanno iniziato a fare un bilancio e hanno raccolto proposte per migliorare e attualizzare la legge. A ottobre 2019 abbiamo parlato con Luisa Gnecchi, Michela Morandini, Silvia Vogliotti e Silvia Rier di donne e lavoro. A novembre il focus è invece caduto su donne e politica, di cui abbiamo discusso a Merano insieme a Madeleine Rohrer, Marialaura Lorenzini, Ulrike Oberhammer e Sepp Noggler.
Giovedì 30 gennaio 2020 alle ore 19 parleremo infine di Questioni di gender. A Bressanone, presso la Sala Adrian-Egger, insieme a Uli Spitaler (Moderazione), Markus Frei, Anna Heiss, Marina Della Rocca, Cornelia Schöpf e tutte le persone che vorranno contribuire alla discussione.

Uli Spitaler, Donne Verdi
Marlene Pernstich, Co-portavoce Verdi Grüne Vërc
Brigitte Foppa, Consigliera provinciale

COMUNICATO STAMPA

Nel 2020 la Provincia investirà 3,1 milioni nella cooperazione allo sviluppo. Questa la decisione presa oggi dalla Giunta provinciale. Il presidente Kompatscher ha parlato della lunga strada che la cooperazione internazionale ha percorso in Alto Adige. La cosa di cui invece non ha parlato, è quanto sia piccola la somma, da sfiorare il ridicolo, con cui la Provincia finanzia questo settore – o per meglio dire, sulle briciole che vengono lasciate a questo tema del bilancio miliardario del Sudtirolo.
E questo salta agli occhi soprattutto per un motivo: nel programma di governo sottoscritto nel 2018 da Svp e Lega e presentato in Consiglio provinciale da Kompatscher venivano assunti come propri i 17 obbiettivi dell’ONU per lo sviluppo sostenibile: “La Giunta provinciale – disse Kompastscher nel discorso di insediamento – punta a raggiungere gli obiettivi di sostenibilità fissati dalle Nazioni Unite (UN sustainable development goals). Per il perseguimento di tali obiettivi l’Alto Adige si assume responsabilità a livello sovraregionale e internazionale, mediante la partecipazione attiva a progetti di cooperazione e collaborazione allo sviluppo”.
Se però si leggono questi obiettivi Onu per lo sviluppo sostenibile viene da dubitare che la Giunta provinciale li prenda sul serio: l’impressione è che si tratti di vuote parole. Infatti l’ultimo punto degli Obiettivi Onu prevede che per raggiungere lo sviluppo sostenibile ogni paese sviluppato investa lo 0,7% del proprio prodotto interno lordo (PIL) nella cooperazione allo sviluppo, o almeno lo 0,2%. Gli scarsi 3,1 milioni messi a disposizione dalla Giunta per il 2020 rappresentano invece lo 0,013% del nostro PIL, che ammonta a circa 23 miliardi di euro.
E quel che è peggio: in quanto a finanziamenti, l’Alto Adige fa ogni anno un passo indietro. Nel 2016 e nel 2017 infatti la Provincia investì 4 milioni, nel 2018 sono diventati 3,5 milioni e ora si è scesi a 3,1 milioni.
Se l’Alto Adige volesse arrivare “almeno allo 0,2%” dovrebbe mettere a disposizione 46 milioni. “Noi Verdi abbiamo ripetuto più volte che giudicheremo il Presidente Kompatscher dai fatti, non dalle parole. E purtroppo siamo di nuovo delusi: chiacchierare di sviluppo sostenibile e praticarlo realmente restano per ora due universi separati” dichiara il consigliere Riccardo Dello Sbarba.
I Verdi hanno presentato in questa legislatura una proposta di legge sulla cooperazione internazionale affinché la Provincia si impegni seriamente in questo settore mettendo a disposizione i finanziamenti necessari.

Bolzano, 28.01.2020

Cons. prov.
Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa
Hanspeter Staffler

Le elezioni comunali in Emilia-Romagna e Calabria sono chiuse. Salvini aveva delineato questa tornata elettorale come un verdetto sulla coalizione di governo a Roma e quindi anche su sé stesso. L’eventuale sconfitta di Stefano Bonaccini in Emilia-Romagna, roccaforte storica del centro sinistra italiano, avrebbe probabilmente portato alla fine del governo Conte II.

Con buone azioni di governo, una campagna elettorale forte e la mobilitazione della società civile, la coalizione a sostegno di Bonaccini (compresi i nostri colleghi di Europa Verde) è riuscita a convincere la maggioranza delle cittadine e dei cittadini del valore di una politica buona, sostenibile, rivolta al futuro e soprattutto senza paura.

Noi Verdi Grüne Verc ci congratuliamo con Stefano Bonaccini per questo importante successo e gli auguriamo di continuare al meglio il suo mandato. Siamo molto felici anche per le centinaia di migliaia di persone che negli ultimi mesi sono scese in piazza per testimoniare un’Emilia Romagna aperta e tollerante. La vittoria è anche loro!
L’esempio dell’Emilia Romagna dimostra l’importanza della cooperazione e, soprattutto, della coesione delle forze moderate se si vuole contrastare efficacemente il populismo ottuso di Salvini e dei suoi.

In Calabria invece ha vinto come previsto la candidata di centro-destra Jole Santelli
Poco sorprendente è stato anche il risultato del Movimento 5 stelle. Sia in Calabria che in Emilia-Romagna i grillini hanno subito un drastico calo e sono quasi scomparsi.

Questa clamorosa perdita di potere e di consensi del partner di governo più forte a Roma avrà delle ripercussioni importanti nei prossimi mesi nella politica interna italiana. Così, nonostante le notizie positive dall’Emilia-Romagna, il risultato di queste elezioni non sembra essere in grado di tranquillizzare e stabilizzare la coalizione di governo e nuove elezioni non sembrano proprio escluse del tutto.

Felix von Wohlgemuth
Marlene Pernstich

INTERROGAZIONE SU TEMI SI ATTUALITA’.

Con la delibera n. 40 del 21.01.2020 la Giunta provinciale ha approvato il quadro di azioni prioritarie per Natura 2000 per il periodo 2021-2027 con finanziamenti pari a 66,4 milioni di euro. Tra le misure previste molte riguardano come naturale la tutela degli habitat. C’è tuttavia una voce che si riferisce a: “Prevenzione, mitigazione o compensazione di danni provocati da specie protette”. Nella consueta conferenza stampa la Giunta ha parlato esplicitamente di “danni provocati da grandi carnivori”, citando orso e soprattutto lupo. Su circa 9,4 milioni l’anno, per questa voce verranno investiti 3,6 milioni, pari al 38% delle risorse. La prevenzione e il risarcimento dei danni subiti dagli allevatori ad opera di orso e lupo sono misure molto positive, ci chiediamo però se è corretto investire a questo fine risorse destinate ai siti Natura 2000 previsti dalla direttiva Habitat.

Si chiede:

  1. La normativa riguardante i siti Natura 2000 consente di finanziare la “Prevenzione, mitigazione o compensazione di danni provocati da specie protette” come orso e lupo?
  2. Come motiva la Giunta una simile scelta sia scientificamente che giuridicamente?
  3.  I finanziamenti riguarderanno misure di prevenzione, mitigazione o compensazione prese nelle aree Natura 2000 o in tutto il territorio provinciale?
  4. Se i finanziamenti verranno distribuiti su tutto il territorio provinciale, su quale base giuridica potrà avvenire?

Bolzano, 24 gennaio 2020

Cons. prov.
Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa
Hanspeter Staffler

Qui potete scaricare la risposta della giunta.

INTERROGAZIONE SU TEMI SI ATTUALITA’.

Athesia ha accettato l’offerta di Retelit per Brennercom a un prezzo di circa 52 milioni, sulla base di una Enterprise Value di 65 milioni. Questo prezzo è 4 volte superiore alle valutazioni del 2016, quando Brennercom fu scissa in 2 rami, valutati della società Deloitte Italia, nominata dalla Provincia: Brennercom intera fu valutata 36,16 milioni, il 51,7% della Provincia 19,76 milioni (Infranet) e il 48,3% di Athesia 17,5 milioni (Brennercom).

Si chiede:

  1. E’ corretta l’informazione secondo cui nel 2016 il valore totale di Brennercom fu stimato a 36,16 milioni dalla società Deloitte Italia, nominata dalla Provincia, dei quali il 51,7% della Provincia a 19,76 milioni (Infranet) e il 48,3% di Athesia a 17,5 milioni (Brennercom)?
  2. Come avvenne esattamente la transazione tra i due soggetti al momento della realizzazione della scissione? Oltre al suo ramo di azienda la mano pubblica ricevette un conguaglio?
  3. Quanto ha investito la Provincia in Brennercom (considerando ogni genere di apporto di denaro alla società), dalla nascita delal scocietà fino alla al momento della scissione nel 2016?
  4. Come spiega la Provincia la differenza tra il valore stimato nel 2016 per il ramo Brennercom-Athesia e il prezzo a cui Brennercom verrà venduta nel 2020? Nel 2016 la società fu sottovalutata o la Provincia valorizzò male la sua partecipazione?

Bolzano, 23 gennaio 2020

Cons. prov.
Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa
Hanspeter Staffler

Qui potete scaricare la risposta della giunta.

INTERROGAZIONE
Rispondendo alla nostra interrogazione n. 535/19, il Presidente della Giunta ci ha informato che nell’areale dell’aeroporto ben 165.503 m2 (oltre 16,5 ettari) sono di proprietà della società ABD. Tali terreni, continuava la risposta, “sono destinati all’ampliamento del sedime aeroportuale e non possono essere distolti da tale destinazione. (…) La Giunta provinciale aveva disposto di trasferire le aree al Demanio pubblico del Ramo trasporti – Aviazione Civile tramite rogito notarile, alla condizione vincolante che tali aree venissero utilizzate solo per l’operatività dell’aeroporto di Bolzano. Tali aree verrebbero restituite alla Provincia Autonoma di Bolzano, qualora (…) vengano meno le condizioni tecnico od economiche per l’esercizio dell’attività aeroportuale inerente ai voli commerciali”.

Si chiede:

  1.  I 16,5 ettari di proprietà di ABD sono stati poi effettivamente demanializzati? Se sì, in quale data?
  2. Se non sono stati demanializzati, perché?
  3. Verranno comunque demanializzati e, se sì, in quali tempi?
  4. Oppure, essendo passata ABD ai privati, non verranno più demanializzati?
  5.  Nel caso non vengano demanializzati, di chi resterebbero in proprietà i terreni nel caso “vengano meno le condizioni tecnico od economiche per l’esercizio dell’attività aeroportuale inerente ai voli commerciali”?
  6. Nel caso invece che siano già stati, oppure vengano comunque demanializzati, restano le condizioni indicate nella risposta, cioè che tali aree sono vincolate all’attività di voli commerciali e ove ne vengano meno le condizioni esse sarebbero “restituite alla Provincia di Bolzano”?
  7. Oppure le condizioni sono cambiate, ed essendo ora i terreni di proprietà di ABD, ma ABD essendo di proprietà di privati, i terreni – nel caso vengano meno le condizioni per svolgere attività di voli commerciali – resterebbero di proprietà di ABD?
  8. Se le aree resterebbero (o tornerebbero) di proprietà di ABD anche nel caso che “vengano meno le condizioni tecnico od economiche per l’esercizio dell’attività aeroportuale inerente ai voli commerciali”, che uso ne potrebbe fare ABD?
  9. In particolare, ABD potrebbe/dovrebbe cederli a un eventuale nuovo gestore dell’aeroporto?
  10. Oppure ABD potrebbe/dovrebbe cederli alla Provincia tramite esproprio? E in questo caso la Provincia dovrebbe pagare ad ABD il prezzo di esproprio?

Bolzano, 22 gennaio 2020

Cons. prov.
Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa
Hanspeter Staffler

INTERROGAZIONE SU TEMI SI ATTUALITA’.

I privati che hanno acquistato ABD hanno preso l’impegno di “dare piena attuazione al Masterplan approvato nel 2012 ed alla base dell’istanza per l’affidamento della concessione ventennale presentata dalla Società nel 2011”. Quel Masterplan prevedeva un tempo di attuazione di 20 anni, l’allungamento della pista da m. 1296 a m. 1430 entro i primi due anni, l’obbiettivo di raggiungere entro il 5° anno i 214.000 passeggeri (il triplo di quanto mai raggiunto dall’aeroporto di Bolzano) e i 226.000 passeggeri al 20° anno. Il Masterplan prevedeva l’arco temporale 2013-2032, diviso in due decenni 2013-2022 e 2023-2032. E’ chiaro che quest’ultima periodizzazione va riformulata.

Si chiede:

  1.  Il Masterplan che i privati sono impegnati a realizzare ha ancora una validità di 20 anni?
  2.  Se sì, da quando cominciano i 20 anni di attuazione del Masterplan, e quando finiscono?
  3. Se invece la validità non è più di 20 anni, ma diversa, qual è l’arco temporale di attuazione del Masterplan e da quale anno a quale anno?

Bolzano, 22 gennaio 2020

Cons. prov.
Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa
Hanspeter Staffler

Qui potete scaricare la risposta della giunta.

MOZIONE.

La conciliabilità di famiglia e lavoro in quanto obiettivo delle politiche sociali è ormai sulla bocca di tutti, e giustamente. Infatti, per poter lavorare i genitori devono avere la certezza che i figli siano accuditi in modo adeguato.

In Alto Adige questa certezza c’è solo in parte. Le criticità riguardano l’assistenza alla prima infanzia, l’accudimento dei bambini e delle bambine a inizio e fine giornata e l’assistenza nei mesi estivi, ambiti in cui i genitori sono spesso costretti a trovare soluzioni temporanee e di emergenza.

Ciò comporta uno stress costante sia per i genitori che per i bambini. Se tutto fila liscio, le cose vanno bene, ma basta che vi sia un imprevisto – ad esempio il bimbo che si ammala, la scuola chiusa, l’assenza di un familiare che dà una mano con i bambini – e l’organizzazione faticosamente messa in piedi va a rotoli. Le giornate sono particolarmente difficili da gestire per i genitori che svolgono una professione con turni, o che lavorano d’estate o nel fine settimana.

Ma al giorno d’oggi i ritmi quotidiani sono altrettanto pesanti per i bambini, che si ritrovano a cambiare spesso le modalità di accudimento e che devono continuamente abituarsi a nuove persone di riferimento e nuovi gruppi di coetanei.

Per i bambini e le bambine con entrambi i genitori che lavorano, i mesi più critici sono quelli estivi. In Alto Adige, a parte l’asilo estivo, non ci sono offerte di assistenza su base continua, ma piuttosto svariate iniziative di durata più o meno lunga. La Giunta provinciale aveva dichiaratamente puntato sulla sussidiarietà e sulla responsabilità individuale finanziando in modo mirato le offerte (attività
estive) di strutture formative, cooperative sociali, associazioni ecc. Il settore è in crescita.

Nel 2018 sono stati finanziati quasi 300 progetti in 111 comuni dell’Alto Adige per un totale di più di 8,5 milioni di euro. Entro la fine di febbraio, a volte entro il mese di marzo, i genitori devono iscrivere i propri figli alle diverse attività. “All’inizio dell’estate molti genitori devono completamente riorganizzare la vita quotidiana. La variegata offerta di iniziative estive è un importante e prezioso sostegno
per genitori e bambini: i primi vengono sgravati mentre i secondi possono fare nuove esperienze, stringere nuove amicizie e trascorrere dei bei momenti”, questo è quanto dichiara l’assessora alla famiglia Waltraud Deeg tramite l’ufficio stampa provinciale. Ma c’è anche l’altra faccia della medaglia: un’estate poco rilassante a causa del continuo cambio di ambiente e di ritmo, spesso accompagnati dal rifiuto e dall’opposizione dei bambini.

Lo studio dell’ASTAT sulla famiglia conferma chiaramente questa percezione empirica: il 33% dei genitori dichiara di avere difficoltà a organizzare l’accudimento dei figli durante le vacanze estive, e il 32,2% ha lo stesso problema nei giorni in cui non c’è scuola. Il 31% incontra difficoltà nell’organizzare il trasporto dei figli alle attività del tempo libero, il 26 ovvero 30% per quanto riguarda il portare e andare a prendere i figli a scuola, il 23% in pausa pranzo, il 19% la sera e di notte, il 17% di sabato, di domenica e nei giorni festivi.

L’accudimento dei figli ha un prezzo, che viene pagato per lo più dalle donne. Nel 2016 il 50% delle lavoratrici dipendenti ha optato per un lavoro part-time, contro il 6% degli uomini. Sempre se condo l’ASTAT la carriera lavorativa degli uomini non è praticamente scalfita dal fatto di essere anche genitori, mentre le donne sono più disposte a fare un passo indietro nel lavoro per il bene della famiglia. Come è noto, questa “generosità” si traduce sempre più nella povertà delle donne in vecchiaia, dato che i minori versamenti pensionistici comportano una pensione più bassa.

Il fatto che a Bolzano quattro persone impiegate a tempo parziale su cinque (nel resto della provincia il 53%) abbiano scelto un orario di lavoro ridotto per seguire i figli evidenzia in modo drammatico il peso del problema nelle famiglie.

È quindi necessario che l’intera problematica sia spostata dal livello della singola famiglia e della singola struttura al piano politico così da sviluppare una strategia generale e onnicomprensiva in materia di assistenza ai bambini.

Per questi motivi il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano incarica la Giunta provinciale

  1. di verificare tramite un’indagine conoscitiva quali sono le esigenze delle famiglie per quanto riguarda l’accudimento dei figli e quali sono i pro e i contro delle offerte attuali, in particolare nelle aree rurali e sotto il profilo della continuità logistica e temporale;
  2. di mettere a punto successivamente una strategia concordata tra la Provincia, i Comuni, le scuole – anche dell’infanzia – i gestori privati e le aziende per offrire ai bambini e alle bambine fino a 14 anni un’assistenza completa, continua e differenziata in base all’età;
  3. di tenere conto delle specificità, ad esempio distinguendo tra contesto rurale e urbano, e di provvedere affinché le offerte siano abbordabili per le famiglie;
  4. di elaborare un progetto per il finanziamento di un servizio aziendale di Tagesmutter/Tagesvater per le aziende con orari di lavoro particolari;
  5. di prendere in considerazione la possibilità di concedere un finanziamento straordinario alle aziende che nell’arco di un anno lavorativo vengono incontro ai dipendenti con figli sotto i 14 anni (ad esempio riducendo l’orario di lavoro durante le vacanze).

BZ, 22.01.2020

Consiglieri provinciali
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba
Hanspeter Staffler

 

INTERROGAZIONE
Nel PRU del Waltherpark a Bolzano è prevista la permuta tra l’ex camera di commercio (di proprietà della Provincia) e un nuovo palazzo per uffici provinciali in via Garibaldi (ci risulta al n. 20). Lì dovrebbero andare il Servizio esami di bilinguismo, l’Organismo pagatore e la Agenzia degli appalti, ora ospitati in edifici che passeranno al gruppo Signa in cambio della nuova sede. Tra abbattimento del vecchio e costruzione del nuovo è prevista una fase di passaggio con il trasferimento provvisorio degli uffici provinciali nella torre che sempre il gruppo Signa realizzerà al posto del “buco” di via Alto Adige. Viene però il dubbio che una volta che la “torre” sarà attrezzata ad uffici (come infrastrutture e destinazione d’uso) ben difficilmente la cubatura verrà riconvertita ad altri usi. Quindi c’è la possibilità che la Signa offra gli spazi a uso ufficio, e a chi se non alla Provincia?
Circola a questo proposito l’ipotesi che in via Alto Adige (una volta realizzato il nuovo palazzo in via Garibaldi e trasferiti lì definitivamente gli uffici prima ospitati nell’ex camera di commercio) vengano trasferiti ulteriori uffici provinciali attinenti alle materie dell’economia, in modo da realizzare nella torre di via Alto Adige un nuovo “Palazzo provinciale dell’Economia”. La collocazione a fianco della attuale nuova Camera di Commercio rende credibile l’ipotesi con l’intenzione di costruire nella zona una sorta di “polo economico”.
Quindi nell’area delle proprietà Signa nel quadrilatero via Stazione Via Perathoner via Alto Adige e via Garibaldi sorgerebbero non uno ma due nuovi palazzi della Provincia. E se per il primo c’ègià la permuta definita con l’ex Camera di commercio, per il secondo sarebbe tutto da definire: affitto? Permuta con qualche altro bene Provinciale? Acquisto da parte della Provincia?

Tutto ciò considerato,
Si chiede:

  1. Conferma la Giunta il trasferimento – almeno in un primo momento – degli uffici Servizio esami di bilinguismo, Organismo pagatore e Agenzia degli appalti nella torre Signa di via Alto Adige?
  2. Tale trasferimento sarà provvisorio in attesa del trasferimento definitivo nei nuovi spazi in via Garibaldi, o sarà definitivo?
  3. Se sarà provvisorio, la permanenza degli uffici provinciali in via Alto Adige comporterà una spesa per la Provincia e se sì, quanto è previsto e a che titolo? In particolare, la Provincia pagherà un affitto o un compenso alla Signa per il periodo in cui gli uffici resteranno in via Alto Adige?
  4. Quando è previsto il definitivo trasferimento degli uffici provinciali in via Garibaldi?
  5. Quale dimensione avranno gli spazi occupati da uffici provinciali in via Garibaldi?
  6. Per quanto riguarda la torre di via Alto Adige, esiste una offerta da parte di Signa alla Provincia per sistemare lì altri uffici provinciali? Se sì, quali sono i termini dell’offerta? (metri cubi/quadri offerti, costo, esatta collocazione ecc…)
  7.  Sempre per quanto riguarda la torre di via Alto Adige, esiste da parte della Provincia l’intenzione di trasferire lì suoi uffici? In particolare, esiste l’intenzione di realizzare in quella torre una sorta di “Palazzo provinciale dell’economia”? Se sì, quali sono i contorni essenziali di questo progetto?
  8.  Se la Provincia dovesse utilizzare in tutto o in parte la torre di via Alto Adige, è venuta da Signa la proposta, oppure è stata avanzata dalla Provincia, o comunque sia è valutata l’ipotesi di una possibile permuta con altre proprietà provinciali situate altrove? Se sì, quali sono le proprietà che potrebbero essere prese in considerazione?

Bolzano, 21 gennaio 2020

Cons. prov.

Riccardo Dello Sbarba

Brigitte Foppa

 

Qui potete scaricare la risposta della giuta.

MOZIONE.

Le api e gli insetti sono parte dell’ecosistema

Tutti, anche i bambini, conoscono le api, gli operosi insetti che producono miele! Tutti, anche i bambini, sanno che le api non si limitano a produrre il tanto amato miele, ma che la loro instancabile attività di impollinazione consente un’abbondante produzione di frutti e un buon raccolto.

Molti però non sanno che da noi, oltre alle api da miele, vivono anche centinaia di specie di api selvatiche. Queste api selvatiche sono solitarie e hanno il loro nido nei muri a secco, nelle siepi, nella necromassa o legno morto e nel terreno, dove riescono anche a moltiplicarsi.

Senza che ce ne accorgiamo, svolgono un lavoro incredibile, perché impollinano un numero di fiori equivalente alle loro sorelle più famose, le api da miele. Tuttavia, non conoscendole, distruggiamo ogni giorno i luoghi in cui le api selvatiche si annidano: i muri a secco sono sostituiti da muri in cemento, le siepi vengono sradicate, il legno morto viene rimosso, il terreno viene sigillato e i pesticidi minacciano la loro esistenza.

Lo stesso vale per tutti gli insetti: questi animaletti sono un segno della biodiversità e negli ecosistemi hanno un ruolo importante. In Europa, e sicuramente anche in Alto Adige, la popolazione degli insetti si sta riducendo quantitativamente ma anche qualitativamente. La morìa delle api e degli insetti è un dato scientificamente provato e anche le cause della riduzione sono ormai note.

Senza che ce ne accorgiamo, api e insetti lavorano alacremente

Le api e gli insetti non si limitano a impollinare le nostre piante coltivate favorendo un buon raccolto, ma provvedono pure all’impollinazione della maggior parte delle piante selvatiche, vale a dire della flora locale: senza insetti niente impollinazione, senza impollinazione niente frutti e senza frutti niente crescita. E ciò può anche portare all’estinzione delle piante selvatiche.

Gli insetti rappresentano però anche la base nutrizionale di altre specie animali come i pesci, gli anfibi, gli uccelli e i mammiferi. Se viene a mancare loro l’alimentazione, queste popolazioni si riducono. La drastica riduzione di numerose specie di uccelli è così anche dovuta alla mancanza di insetti per il loro nutrimento.

Gli insetti sono importanti per lo smaltimento di materiale organico, contribuiscono alla fertilità del terreno e tengono sotto controllo gli organismi nocivi. Senza gli insetti arriveremmo a uno sconvolgimento dei processi naturali e gli ecosistemi  andrebbero in crisi.

Le cause della riduzione di api e insetti

All’origine della morìa di insetti vi sono varie cause:

  • la scomparsa di habitat tipici per gli insetti, tra cui per esempio i muri a secco, i mucchi di pietrame, il legno morto oppure i terreni a maggese;
  • la scomparsa di prati magri a utilizzo estensivo e ricchi di fiori nonché di prati umidi e torbiere;
  • la scomparsa di piccoli habitat come prati aridi, giardini rustici, siepi e piccoli corsi d’acqua;
  • la frammentazione in microhabitat che per esempio poi restano isolati in mezzo a zone di agricoltura intensiva;
  • l’utilizzo di pesticidi nelle aree trattate, in quanto risulta tossico per gli insetti utili come le api da miele o quelle selvatiche e i sirfidi;
  • i pesticidi dispersi nelle aree non trattate (effetto deriva) che si ripercuotono negativamente sullo sviluppo delle popolazioni di insetti, per esempio sulle farfalle;
  • l’inquinamento luminoso;
  • il cambiamento climatico.

Anche noi abbiamo il dovere di fare qualcosa
È quindi nostro compito pensare alle api e a tutti gli insetti, proteggere il loro habitat e sostenere la biodiversità. Tutti possiamo contribuire iniziando a casa sul nostro davanzale o balcone, nel nostro giardino oppure nelle attività agricole. La salute e il benessere di api e insetti dipendono da noi!

Gli obiettivi dell’intervento a tutela di api e insetti
I tre obiettivi seguenti sono essenziali per la nostra provincia e dovrebbero essere monitorati con l’ausilio di indicatori:

  1. bisogna preservare gli habitat esistenti che forniscono riparo e nutrimento agli insetti; le misure che portano alla distruzione dell’habitat come l’eccessiva concimazione con liquame oppure gli interventi cosiddetti bagatellari nel paesaggio agricolo vanno rivisti quanto prima; bisogna migliorare le condizioni di vita degli insetti, e soprattutto delle specie inserite nelle Liste Rosse come minacciate di estinzione;
  2. bisogna aumentare la biomassa degli insetti affinché possano svolgere le loro funzioni.

Ambiti di intervento prioritario per la nostra provincia
Sulla base degli obiettivi sopraccitati, per l’Alto Adige si possono individuare cinque ambiti in cui intervenire con priorità. In fase di attuazione ogni singolo ambito può prevedere una o più misure:

  1. tutelare gli habitat degli insetti presenti nel paesaggio agricolo senza scendere a compromessi;
  2. creare nuovi habitat per gli insetti sui balconi, nei giardini, negli spazi pubblici e nel paesaggio agricolo, introducendo anche i relativi incentivi economici;
  3. ridurre ulteriormente l’inquinamento luminoso;
  4. rafforzare, nella nostra provincia, la ricerca sugli insetti, aumentando i relativi finanziamenti;
  5. rafforzare le iniziative di sensibilizzazione e formazione, prevedendo risorse finanziarie a tale scopo.

Proposta di misure sovraordinate per l’intervento a tutela di api e insetti

  • Introdurre norme di legge per una tutela attiva degli habitat di api e insetti e coordinare i contenuti delle leggi sulla tutela della natura, la tutela del paesaggio e l’urbanistica;
  • varare un pacchetto di finanziamenti per una somma equivalente a circa un euro all’anno per ogni abitante, da investire in ricerca, attività di sensibilizzazione e formazione nonché in misure strutturali;
  • ridurre drasticamente l’impiego di pesticidi e l’effetto deriva, e nel contempo sostenere la coltivazione biologica e la graduale ecologizzazione dell’attività agricola;
  • avviare il ripristino degli habitat degli insetti nelle località, nelle zone residenziali, nei giardini, nelle aree pubbliche e nei terreni a maggese;
  • continuare a lavorare per una riduzione dell’inquinamento luminoso e sostenere i Comuni a tal fine;
  • promuovere l’impegno a favore degli insetti in tutti gli ambiti della società.

 

Per questi motivi il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano incarica la Giunta provinciale

  1. di elaborare, entro il 2021, un programma di intervento a tutela di api e insetti;
  2. di introdurre provvedimenti legislativi ai fini di una tutela attiva degli insetti e del loro habitat;
  3. di stanziare fondi aggiuntivi per la ricerca, le attività di sensibilizzazione e formazione nonché per misure strutturali.

BZ, 20.01.2020

Consiglieri provinciali
Hanspeter Staffler
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba