ANFRAGE ZUR AKTUELLEN FRAGESTUNDE.

Laut Medienberichten sollen im Unterland zwischen Neumarkt, Tramin und Kaltern über 9 Hektar Kulturgrund in Industriegebiet umgewandelt werden. Über die Hälfte des Grundes soll an Heinz Peter Hager verkauft werden. Dieser soll dort die Errichtung eines Transport- und Logistikzentrums planen.

Daher richten wir folgende Fragen an die Landesregierung:

1. Wie lässt sich die Flächenumwidmung von Kultur- in Industriegebiet – insofern sie stattfinden wird – mit den Nachhaltigkeitszielen der Landesregierung vereinbaren?
2. Welches Transport- bzw. Logistikunternehmen wird an besagtem Ort angesiedelt werden?
3. Wer sind die interessierten Käufer? Wir bitten um Angabe von Name und Firma.
4. Ist Heinz Peter Hager einer dieser potentiellen Käufer? Falls ja, wie viel vom Grund soll an ihn verkauft werden und zu welchem Zweck?
5. Wie gestalten sich die Verhandlungen mit den Grundbesitzer:innen?
6. Aus welchem Grund werden die Vorhaben rund um die Umwidmung den Bürger:innen nicht transparent kommuniziert?
7. Steht man bei den Verhandlungen im Austausch mit Verbänden wie dem Südtiroler Bauernbund oder dem Heimatpflegeverband und falls ja, wie ist deren Position zur anstehenden Umwidmung?

Bozen, 30.03.2022

Landtagsabgeordnete
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba
Hanspeter Staffler

Qui la risposta dell’assessore.

MOZIONE.

L’idea dei giardini o orti come luoghi di guarigione è un concetto antico. Si trovano tracce di cosiddetti “healing gardens” sin dall’antichità e nelle culture più svariate, dagli antichi egizi, al giardino zen giapponese fino agli orti monastici. Negli Stati Uniti (come in tutti i paesi anglosassoni), in Canada e in Giappone, la Horticultural Therapy viene applicata da più di 40 anni ed è una disciplina scientifica studiata nelle università; è praticata in centri specialistici di fama internazionale, sotto forma di Healing Garden o di Therapy Garden appositamente progettati, e nei reparti degli ospedali più importanti.

Vari studi hanno dimostrato che i giardini hanno molteplici effetti benefici. Il direttore del Center for Health System and Design (Texas, A&M University), Roger Ulrich, ha osservato che la visualizzazione di scene naturali o di elementi della foresta, favorisce il recupero dallo stress evocando sentimenti positivi, riducendo le emozioni negative e i pensieri stressanti. Le ricerche del professor Ulrich hanno dimostrato che pazienti chirurgici che erano a contatto con paesaggi verdi e naturali avevano bisogno di soggiorni post-operatori più brevi, avevano meno bisogno di antidolorifici e presentavano meno complicazioni post-operatorie rispetto invece a pazienti costretti in spazi chiusi. Altre ricerche (Cohen and Weisman, 1991) hanno constatato che i residenti in strutture di cura con un accesso fisico e visivo nella natura hanno più energia rispetto a quelli privi di questa possibilità. La Joint Commission for the Accredition of Hospitals Organization, l’organizzazione non-profit che certifica 21.000 organizzazioni sanitarie e programmi negli Stati Uniti, raccomanda: “I pazienti e i visitatori devono avere la possibilità di connettersi con la natura attraverso spazi verdi accessibili, piante e vista dalla finestra”.

I giardini e gli orti portano dunque benefici psicologici, sociali, emozionali e spirituali per l’essere umano. Stimolano la mobilità, l’esercizio fisico, la curiosità e tutti i sensi, facilitano le interazioni sociali e portano a un miglioramento delle difese immunitarie, contribuendo in molti casi a una migliore efficacia di una eventuale terapia medica.

Ne esistono di varia tipologia: giardini terapeutici, di meditazione e di abilitazione. I giardini terapeutici (Therapeutic Garden), sono spazi multigenerazionali di interazione, di benessere e di socializzazione. Il giardino di meditazione (Ristorative Garden) può essere pubblico o privato e non deve essere necessariamente associato al contesto sanitario. Questi giardini favoriscono un riposo mentale, riducono lo stress, aiutano al recupero emozionale e al potenziamento di energia mentale e fisica. E i giardini di abilitazione (Enabling garden), molto diffusi negli Stati Uniti, sono progettati per varie categorie bambini/e, anziani/e, famiglie con vario grado di disabilità cognitive e fisiche.

La terapia orto-culturale forma professionisti in grado lavorare con gli/le ospiti delle case di cura, con i pazienti degli ospedali, con chi ha subito abusi fisici o con chi ha abusato, con persone con dipendenze da alcol e droghe e tante altre. Purtroppo in Italia questo profilo professionale non è riconosciuto ufficialmente, anche se esistono ormai diversi corsi volti a questo tipo di preparazione. Una fra tutte citiamo la Scuola agraria del Parco di Monza che offre corsi di ortoterapia. Dal 2014 esiste anche una associazione AssIOrt (Associazione Italiana Ortoterapia) costituita da esperti professionisti che da anni collaborano sviluppando i vari aspetti di questo approccio che prevede l’utilizzo di pratiche orticolturali e di giardinaggio come strumenti terapeutico/ri-abilitativi e psicopedagogici. Le attività sono rivolte a persone con disabilità psichica, fisica o con disagio sociale e ad anziani, attraverso convenzioni stipulate con Comuni, Centri Psico Sociali, Centri riabilitativi, Centri Socio Educativi, ASL, Associazioni e Cooperative sociali.

In Italia esistono già diverse esperienze, sia negli ospedali che nelle case per anziani, istituti di cura e riabilitazione. L’Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze, ad esempio, ha inserito l’ortoterapia tra le sue attività. Sul sito della Fondazione Meyer si legge: “Per un bambino ospedalizzato il fatto di poter frequentare un ambiente tattile e olfattivo diverso dal proprio ambiente di cura diventa uno stimolo alla guarigione, un aumento dell’autostima e l’opportunità di soddisfare le spinte creative e di accudimento spesso inespresse nello stato di malattia”.

Anche in provincia di Bolzano troviamo alcune esperienze: ad esempio il Giardino della musica inglobato nel parco della clinica di Martinsbrunn a Merano offre uno spazio verde ricreativo aperto a pazienti e persone in visita e da questi viene molto usato e apprezzato. Sempre a Merano il Centro training professionale (Berufstrainingszentrum) del Burgraviato utilizza le attività ortocolturali per progetti di reinserimento professionale rivolto a persone con disagio psichico.

Purtroppo però, ancora sul territorio italiano non esistono norme, né a livello locale, né provinciale, né nazionale che preveda la creazione e l’implementazione vincolante di spazi verdi, giardini e orti con finalità di cura e miglioramento dello stato di salute dei e delle pazienti negli spazi annessi a ospedali, case di riposo, di cura o riabilitazione. Anche se esistono leggi a livello regionale che normano la creazione di spazi verdi a parco o giardino all’interno di tali strutture di cura, queste non prevedono mai un loro concreto utilizzo come strumenti terapeutici. Se questo avviene, solitamente si tratta di iniziative portate avanti da singole persone, equipe o strutture.

Nemmeno in Provincia di Bolzano esistono norme chiare in merito. La Delibera 18. dicembre 2018, n. 1419 – Residenze per anziani dell’Alto Adige (modificata con delibera n. 806 del 21.09.2021), all’articolo 9 comma 3 dichiara che “La residenza per anziani deve disporre di spazi esterni adeguati alle proprie dimensioni: essi devono essere pianificati e realizzati in modo da consentirne l’utilizzo, almeno parziale, da parte di tutte le persone ospitate, incluse quelle con demenza.” Le direttive edilizie per case di riposo e di degenza, elaborate dalla Provincia nel 2010, però mai approvate, prevedevano all’art. 7 che “per ogni abitante dovrà essere disponibile una superficie a parco verde di circa 20 m²”. La consapevolezza dell’importanza di spazi verdi nelle strutture di cura di vario genere è dunque presente tra gli operatori, le operatrici e nell’amministrazione, ma ancora non esistono indicazioni precise e vincolanti.

 

Tutto ciò considerato, il Consiglio provinciale impegna la Giunta provinciale:

  1. A inserire nelle normative edilizie per strutture pubbliche di cura e riabilitazione una superficie minima per ogni ospite e/o paziente all’aperto adibita a parco, giardino o orto e accessibile a pazienti, ospiti, degenti e persone in visita.
  2. A promuovere e/o sostenere all’interno di ospedali, case di riposo, di cura e di riabilitazione interessati progetti in cui venga utilizzata l’orticoltura come strumento terapeutico aggiuntivo che affianchi le regolari terapie mediche previste. Tali progetti dovranno essere monitorati per la raccolta di dati e risultati.
  3. A valutare insieme alle strutture formative idonee lo sviluppo di un percorso di studi in ortoterapia.

Bolzano, 30.03.2022

Cons. prov.

Brigitte Foppa

Riccardo Dello Sbarba

Hanspeter Staffler

ANFRAGE ZUR AKTUELLEN FRAGESTUNDE.

Laut Grundsatzbeschluss der Landesregierung vom 08.03.2022 (s. Medienberichte vom 11.03.2022) soll an der Kreuzung in Eppan Weinstraße/Mendelpassstraße eine Unterführung mit darüber liegendem Kreisverkehr (mit 5 Ausfahrten) errichtet werden. Kostenpunkt: voraussichtlich 10,5 Mio. Euro. Es stellt sich die Frage der Sinnhaftigkeit dieser Straßenbaumaßnahme, vor allem angesichts der Tatsache, dass es viel dringlichere Verbesserungen anderer Kreuzungen entlang der Südtiroler Weinstraße im Gemeindegebiet Eppan bräuchte.

Daher richten wir folgende Fragen an die Südtiroler Landesregierung

  1. Was ist der Stand der Dinge in dieser Angelegenheit?
  2. Worauf stützt sich dieses Vorhaben? Insbesondere: Warum will man ein Gewerbegebiet unterführen, wo doch so viele Wohngebiete an großen und lauten Straßen auf Erleichterung warten?
  3. Welche Vorteile sieht die Landesregierung? Gibt es wirtschaftliche Nachteile für die angrenzenden Betriebe?
  4. Warum entscheidet man sich bei so vielen Gefahrenstellen auf der Strecke zwischen der genannten Kreuzung und der Kreuzung mit der MEBO, gerade für diese Unterführung?
  5. Wie und wann werden die anderen Gefahrenpunkte angegangen?

BZ, 29.03.2022

Landtagsabgeordnete
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba
Hanspeter Staffler

Qui la risposta dell’assessore.

COMUNICATO STAMPA.

I continui scandali all’interno della SVP stanno danneggiando gravemente la reputazione del Consiglio provinciale e della politica stessa. Invece di prendere solo alcune misure esemplari contro singole persone in nome del “business as usual” e nel tentativo di preservare il proprio potere, costi quel che costi, il presidente dovrebbe ora mostrare le sue capacità di leadership. Assumere ora il ruolo di vittima significherebbe danneggiare duramente la figura stessa di presidente come guida della provincia.

A noi preme solo una cosa: la nostra provincia ha bisogno di una giunta capace di governare e sappia offrire soluzioni ai problemi della gente, dagli aumenti estremi dei prezzi di energia e carburante, all’accoglienza dei rifugiati e alla pandemia. Non è tempo di fare giochetti, di assessori senza deleghe e nemmeno tempo di ingrandire la Giunta provinciale cercando di stabilire nuovi equilibri nel partito o simili. Abbiamo bisogno di un chiarimento su tutti gli avvenimenti che si sono susseguiti e che hanno dato veri e propri scossoni alla Giunta e alla politica: dagli eventi che circondano i bandi per il trasporto pubblico e lo scandalo SAD, alle donazioni del partito. Questi eventi sono chiaramente incompatibili con la definizione di “Giunta in grado di governare”, perché i due partiti di governo SVP e Lega e i loro gruppi consiliari sono così divisi al loro interno che non riescono più a stare insieme.

Quindi la soluzione può essere solo una: nuove elezioni, immediatamente.

 

Firmato dai Gruppi in Consiglio provinciale:

Gezeichnet: die Fraktionen des Südtiroler Landtags:

Team K

Verdi Grüne Vërc

Südtiroler Freiheit

Die Freiheitlichen

Movimento 5 stelle

Enzian

Perspektiven für Südtirol

Fratelli d’Italia

PD

CONFERENZA STAMPA Riforma IPES – DOCUMENTAZIONE.

La „Legge IPES” (DDL 104/21 – “Edilizia residenziale pubblica e sociale” e modifiche della legge provinciale del 17 dicembre 1998, n. 13, “Ordinamento dell’edilizia abitativa agevolata”) – che cos’è, cosa comporta, quali gli aspetti problematici

L’edilizia pubblica e sociale in Alto Adige è attualmente regolata dalla LP n. 13/1998. In più la Legge provinciale 9/2018 “Territorio e paesaggio”) contiene importanti norme sull’edilizia, come la destinazione d’uso del suolo edificabile.

Da almeno otto anni, la Giunta provinciale parla di una necessaria riforma della casa in Alto Adige. I primi anni l’assessore Tommasini prometteva regolarmente la riforma per l’anno successivo; dal 2019 il testimone della promessa è passato all’assessora Deeg che ha continuato la tradizione.

Che la riforma sia necessaria lo conferma la percezione generale. Trovare un appartamento in affitto è praticamente impossibile. Solo le persone benestanti si possono permettere l’acquisto di un appartamento. Le famiglie spendono un impressionante 41*% delle spese familiari per coprire le spese legate all’abitare. Negli ultimi 20 anni questo valore è cresciuto dell’11%. E vista la crisi energetica potrebbe essere cresciuto ulteriormente.

In Alto Adige esistono al momento 239.000 alloggi, di cui ca. 29.000 sono disabitati (12%). Sul problema delle case vuote è in corso attualmente l’aumento dell’IMI.

Gli appartamenti di proprietà privata costituiscono una parte molto consistente: 70% sono di proprietà privata, nel resto d’Italia sono il 68%.

Gli appartamenti in affitto sono divisi nelle seguenti tipologie (dati Ripartizione Costruire e abitare):

13.400 proprietà dell‘IPES (26% di tutti gli appartamenti in affitto e 6% di tutti gli alloggi dell’Alto Adige)

2.000 altre proprietà pubbliche (Comuni, ecc.)

10.200 vengono affittati a canone provinciale convenzionato

25.350 affittati da privati

N.B. La nuova legge provinciale si occupa SOLO di questi 13.426 alloggi IPES. Tutti gli altri – e così anche la problematica generale dei costi troppo elevati in Alto Adige – non vengono trattati.

Con un’operazione “chirurgica” dalla vecchia legge sull’edilizia abitativa vengono:

  • Eliminati e in parte sostituiti nella nuova legge con articoli molto più generici 23 articoli completi, più 4 pezzi;
  • Eliminati altri 35 articoli e sostituiti con regolamenti d‘attuazione.
  1. Da legge a delibera di Giunta

Questo è già il primo, grande(!) punto critico: mentre l’edilizia sociale e l’affitto sociale sono attualmente regolati in larga misura da chiare norme di legge, in futuro sarà puramente nelle mani della Giunta provinciale decidere se, come e quando le norme saranno cambiate. La cosa è davvero molto problematica, proprio per un tema come l’abitare che ha effetti esistenziali e a lungo termine. Basti pensare a chi vorrebbe pianificare e formare una famiglia.

Il cuore del DDL è l’articolo 13, comma 1 che recita: “Con regolamento di esecuzione vengono determinati i requisiti e i criteri di preferenza per l’assegnazione di abitazioni in locazione a canone sociale e a canone sostenibile nonché per l’ammissione nelle case albergo (…)” Si potrebbe dire che in questo comma è racchiuso lo spirito della legge: in futuro decide tutto la Giunta.

  1. Il canone d’affitto provinciale: questo sconosciuto

Questo è particolarmente importante per quanto riguarda il canone d’affitto provinciale. Secondo le nostre informazioni, questo affitto sarà diverso nelle varie località dell’Alto Adige e terrà conto dei costi reali di costruzione. Si intende anche fare delle differenze all’interno della stessa località. Per esempio, nel centro di Bolzano si potrebbe applicare un affitto provinciale più alto rispetto alla periferia. In una località più lontana un canone più basso rispetto a un capoluogo. Per esempio, si è parlato di aumentare il prezzo a Bolzano da 7,02 euro/mq a 9,51, e di abbassarlo in una località strutturalmente debole da 6,77 euro/mq a 5,55.

Ma tutto questo è basato solo su riflessioni informali e speculative. Non c’è infatti una sola riga al riguardo nel disegno di legge. Quindi le discussioni in merito non avranno luogo in Consiglio provinciale, ma negli uffici della Giunta provinciale. A porte chiuse, si può supporre.

  1. Nuova architettura di allocazione IPES

Mentre in passato gli appartamenti IPES erano fondamentalmente assegnati a coloro che avevano bisogno di aiuto sociale, in futuro i percorsi per l’assegnazione saranno 2:

  • Alloggi a canone sociale
  • Alloggi a canone sostenibile (= canone provinciale di locazione che viene rielaborato, vedi sopra)

Finora, gli appartamenti venivano assegnati a famiglie e persone bisognose; se il loro reddito aumentava, di solito potevano rimanere nell’appartamento, ma pagando un affitto più alto.

In futuro sarà possibile accedere agli alloggi IPES anche per chi ha un reddito meno basso, poiché una quota di appartamenti verrà riservata per il canone sostenibile. Questo meccanismo può funzionare – ma non se il numero di appartamenti resta lo stesso e al contempo viene esteso a un nuovo gruppo di destinatari (quelli che pagano il canone sostenibile). Il rischio è che “bisognosi” e “un po’ meno bisognosi” si contendano gli alloggi. Troviamo che il sistema introdotto con il DDL possa funzionare solo se verranno creati ulteriori alloggi. Per funzionare dunque questa legge avrebbe bisogno di un rilancio di programmi per l’edilizia pubblica. Invece la nuova Legge “Territorio e paesaggio” ha ristretto questi spazi nella ripartizione delle nuove zone edilizie, concedendo maggiori spazi all’edilizia privata. Nuovi programmi di costruzione, a nostro avviso, dovranno essere anche rispettosi dell’ambiente, del clima e del paesaggio.

Anche questo settore, questa importante vite di regolazione, ça va sans dire, viene solo accennato nel DDL e sarà regolato da un regolamento d’attuazione. Consultare il Consiglio provinciale sembra essere cosa poco gradita.

  1. Un giro di vite

L’edilizia abitativa pubblica e sovvenzionata degli ultimi 50 anni in Alto Adige aveva un grande obiettivo: permettere a più sudtirolesi possibile di avere una casa di proprietà. Implicitamente c’era una strategia parallela per coloro non avrebbero mai potuto permetterselo, nonostante tutti i sussidi: veniva loro fornita una sorta di “casa in affitto per la vita”, l’appartamento IPES. Questa prassi viene ora terminata dall’assessore al sociale Deeg. In futuro, gli appartamenti IPES, come tutti gli altri appartamenti, saranno dati in affitto per un periodo di tempo limitato; la Giunta provinciale deciderà la durata massima e le condizioni per eventuali proroghe. Se il limite di reddito viene superato, il contratto verrà revocato.

Le proprietà all’estero devono avere prove documentali. Le associazioni per la tutela degli inquilini fanno presente che la cosa in alcuni Paesi non è di fatto possibile.

È comprensibile che la Giunta voglia rendere più dinamica la situazione di IPES. Tuttavia, questo approccio si basa su un presupposto dell’assessora provinciale, che secondo noi dovrebbe essere messo in discussione, secondo il quale l’indigenza sia una “condizione temporanea”. Sarebbe bello se fosse così. Oppure: affinché questo diventi realtà, tutta la politica sociale e familiare dovrebbe essere rivista in quella prospettiva. Il fatto che la povertà abbia un limite di tempo non è automatico. Quello che ci manca qui è un piano d’azione contro l’impoverimento.

  1. Altri punti critici in sintesi
  • Il consiglio d’amministrazione viene ridotto, da 5 a 3 persone e la rappresentanza dei sindacati non è più assicurata per legge. In generale, la consultazione delle parti sociali non è proprio tema nella legge (> i nostri emendamenti).
  • Il consiglio di vigilanza è presente nella legge, ma non viene specificato come questo sia composto.
  • La compravendita di immobili è una questione molto delicata e può anche aprire gravi derive speculative. Fino a ora, la questione dell’acquisto era regolata precisamente dalla legge. Da ora in poi ci sarà solo una decisione della Giunta provinciale. Come minimo, secondo noi, dovrà deve essere garantita trasparenza assoluta per quanto riguarda gli acquisti e le vendite. (> Emendamento)
  1. Il buono alla fine

Il disegno di legge include anche alcuni approcci positivi, come gli alloggi per i lavoratori, il co-housing e altri modelli innovativi di alloggio, così come progetti di convivenza e il lavoro di quartiere. Di nuovo, anche in questo caso si tratta solo di “menzioni”, ma che cosa si intenda con questi termini lo sapremo solo alla luce delle delibere di Giunta.

  1. Sono possibili dei miglioramenti?

Sì. Dato che è prevedibile sarà possibile l’introduzione nel DDL di cambiamenti importanti, è tanto più importante che i regolamenti d’attuazione vengano elaborati ed emessi dopo la consultazione e con il consenso delle parti sociali.
Per i regolamenti d’attuazione centrali si dovrebbe anche richiedere il parere della commissione legislativa competente. Questa modalità è stata proposta dai Verdi anche per la legge “Territorio e paesaggio”, e in un caso è stata anche accolta. Il questo modo al legislatore resta un residuo di parola.
Una maggiore trasparenza e più accessibilità alle operazioni immobiliari dell’IPES sono un approccio contro la deriva speculativa.
In futuro, deve essere messo in atto un programma di costruzione di alloggi di larga portata, rispettoso dell’ambiente e delle risorse, per evitare un nuovo impoverimento dovuto alla perdita di alloggi.

E poi resta da vedere come evolveranno gli alloggi pubblici e sovvenzionati restanti. Se e quando gli alloggi diventeranno davvero “accessibili” in Alto Adige rimane una questione irrisolta.

Qui potete vedere i grifici mostrati durante la conferenza stampa.

Bolzano, 28.03.2022

Cons. prov.
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba
Hanspeter Staffler

INTERROGAZIONE SU TEMI DI ATTUALITÀ.

Dal rapporto del 21 ottobre 2019 redatto dalla stazione forestale di Egna risulta nero su bianco che i lavori di scavo della cava di S. Floriano di Egna hanno oltrepassato i confini del Parco del Monte Corno, area di tutela Natura 2000, per almeno 720 m2 in direzione sud, violando così sia la normativa provinciale che le norme di tutela del Parco che la stessa autorizzazione della cava. Intanto giace in Provincia la richiesta della società concessionaria di una proroga di 8 anni della cava stessa.

Si chiede:

  1. Quali misure ha preso la Provincia dopo l’accertamento fatto dalla forestale nel 2019 di questa violazione? Quali provvedimenti sono stati presi e quali sanzioni sono state irrogate?
  2. La violazione dei confini è una ragione per non prolungare la concessione, che scade il 7 settembre 2022?
  3. La Giunta ha deciso sulla domanda di proroga per altri 8 anni della concessione presentata dalla società San Floriano Srl? Se sì, che cosa ha deciso? Se no, entro quando intende farlo?

Bolzano, 25.03.2022

Cons. prov.
Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa
Hanspeter Staffler

Qui la risposta dell`assessore.

INTERROGAZIONE SU TEMI D’ATTUALITÀ.

Si chiede alla Giunta provinciale:

  1. E’ vero che la funivia Tires-Malga Frommer, così come realizzata, presenta difformità rispetto al progetto presentato? Se sì, quali sono queste difformità?
  2. Se è stata realizzata una cubatura maggiore rispetto al progetto, di quanto è maggiore questa cubatura (in termini assoluti e percentuali) e in quali parti dell’opera è stata realizzata?
  3. Tali difformità sono sanabili? Se sì, in base a quale normativa e a quali condizioni?
  4. Se invece le difformità non sono sanabili, quali sono le misure che devono essere prese? Quali obblighi hanno gli enti pubblici e quali la “Tierser Seilbahn AG”, proprietaria dell’opera?
  5. L’opera è stata finanziata per il 75% dalla Provincia con 13 milioni di euro su una spesa ammessa di 15,8 milioni. Poiché nella domanda per la liquidazione del contributo si deve dichiarare “che i relativi lavori sono stati eseguiti conformemente al progetto allegato alla relativa richiesta di finanziamento”, l’accertata difformità comporta che la società ha dichiarato qualcosa che non corrisponde al vero ed ha come conseguenza la revoca del finanziamento?

Bolzano, 24.03.2022

Cons. prov.
Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa
Hanspeter Staffler

Qui la risposta dell’assessore.

ANFRAGE ZUR AKTUELLEN FRAGESTUNDE.

Seit Monaten warten wir auf Regen, der nicht kommt. Die Aussichten sind durch Erderwärmung und Klimawandel düster. Bereits jetzt sind Landesteile von Wassernotstand betroffen. Wenn Wasser knapp wird, muss man sich mit dem Thema Wasserreserven befassen. Und es werden Prioritäten zum Verbrauch gesetzt werden müssen.

Daher richten wir folgende Fragen an die Landesregierung:

1. Wie lange werden Südtirols Wasserreserven bei anhaltender Trockenheit noch ausreichen?
2. Wie ist die strategische Vorgangsweise im Falle von Wasserknappheit?
3. Wie teilt sich der Wasserverbrauch aktuell auf?
4. Wie viele Schwimmbäder – öffentlich, privat und hierbei nochmal gesondert im Tourismusbereich – gibt es in Südtirol?
5. Im Falle einer Wasserknappheit, in welchen Bereichen wird es als erstes zu Rationierungen kommen?

Bozen, 24.03.2022

Landtagsabgeordnete
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba
Hanspeter Staffler

Hier könnt ihr die Antwort nachlesen.

ANFRAGE ZUR SCHRIFTLICHEN BEANTWORTUNG.

Berichten zufolge ist die Seilbahn in Tiers von St. Zyprian auf die Frommer Alm 20 % größer „geraten“ als ursprünglich vorgesehen. Zu gut 75 % wurde das Projekt mit öffentlichen Geldern finanziert.

Daher richten wir folgende Fragen an die Landesregierung:

  1. Wir bitten um eine detaillierte Rekonstruktion der Geschehnisse, die zu dieser Fehlplanung führen konnten!
  2. Wie viele Beiträge hat das Projekt erhalten bzw. wird es noch erhalten?
  3. Was geschieht mit den öffentlichen Beiträgen für das Projekt?
    1. Wurden sie bereits vollständig ausbezahlt?
    2. Falls nein, wann werden sie ausbezahlt werden?
  4. Erfährt die Beitragshöhe bzw.-gewährung durch diesen Vorfall eine Änderung?

Bozen, 24.03.2022

Landtagsabgeordnete

Brigitte Foppa

Riccardo Dello Sbarba

Hanspeter Staffler

Hier könnt ihr die Antwort der Landesregierung lesen.

ANFRAGE ZUR AKTUELLEN FRAGESTUNDE.

Die derzeitige Bauschuttrecyclinganlage (Grundparzellen 4447, 4448 und 4449/1 der KG Eppan) soll auf Grundstücken mit aktueller urbanistischer Widmung „Wald“ mit besonderer landschaftlicher Bindung „Bannzone“ betrieben werden. Zudem verhandle die Gemeinde Eppan mit dem Land, um die diese Anlage baldmöglichst in die Zone Pillhof zu verlegen. Es heißt, dass einen Grundtausch zwischen Land und Betreiber der Anlage vorgesehen ist und am Ende könnte eine neue Anlage am ehemaligen Pulverlager (Militärareal) in Unterrain/Pillhof entstehen. Man befürchtet zudem, dass dann am neuen Standort auch ein Schotterabbau angedacht ist.

Daher richten wir folgende Fragen an die Landesregierung:

1. Stimmt dieser Sachverhalt?
2. Was ist der Stand der Dinge zu den Verhandlungen rund um den genannten Grundstücktausch? Wer ist involviert und wer führt diese Verhandlungen? Was ist genau der Gegenstand?
3. Gibt es bereits eine Schätzung für das dortige Militärareal und wann ist dessen Übergang an das Land geplant? Gibt es bereits ein Projekt für dieses Areal? Wenn ja, was besagt dieses?
4. Wie kann verhindert werden, dass künftig im genannten Areal (Pulverlager) nach Abtretung an private Betreiber und insbesondere auch auf den angrenzenden Flächen, Schotter abgebaut wird?

Bozen, 23.03.2022

Landtagsabgeordnete
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba
Hanspeter Staffler

Hier könnt ihr die Antwort dazu lesen.