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Disegno di legge provinciale n. 33/19-XVI.

La legge provinciale 10 luglio 2018, n. 9, “Territorio e paesaggio”, ha una grave carenza riguardo ai diritti dei semplici cittadini e cittadine. Un elemento molto importante, che si trovava nella “vecchia” legge urbanistica all’articolo 105, manca ora completamente: quello del ricorso popolare.

Infatti la “vecchia” legge urbanistica (n. 13/1997) prevede che ogni cittadino e cittadina possa presentare ricorso alla Giunta provinciale contro proposte, esecuzione di lavori ecc. in contrasto con le
disposizioni di legge. Quel passaggio era estremamente importante. Permetteva infatti a chi vedesse limitati i propri diritti – p. es. da lavori svolti dai vicini – di ottenere rimedio in un modo relativamente semplice. Era dunque uno strumento importante e soprattutto giusto.

In futuro cittadini e cittadine che vogliano ricorrere contro una concessione edilizia potranno, in pratica, solo più rivolgersi al tribunale. La nuova legge su “Territorio e paesaggio” prevede soltanto che le persone interessate dalle attività edilizie illegittime di terzi possano rivolgersi al sindaco/alla sindaca, che può annullare il relativo atto amministrativo in via di autotutela.

Come risulta però dalla relazione annuale 2018 della difensora civica, negli ultimi anni è diventato sempre più chiaro che una volta emessa la concessione edilizia, sindaci e sindache non procedono a ulteriori verifiche. Agli interessati si suggerisce invece la via giudiziaria.

Per questo motivo, è un passo indietro il fatto che questo elemento non abbia letteralmente più trovato posto nella nuova legge urbanistica provinciale. Col presente disegno di legge ci si propone
di cambiare tale situazione, introducendo l’articolo 105 della (ancora) vigente legge urbanistica provinciale nella nuova legge “Territorio e paesaggio”, rendendo così quest’ultima più vicina ai cittadini.

Il testo di legge ha un solo articolo, che introduce nella legge urbanistica provinciale (n. 9/2018) un nuovo articolo 102-bis, composto di un unico comma.  L’articolo 102-bis stabilisce che ogni cittadino e cittadina può presentare ricorso alla Giunta provinciale, fin dall’inizio dei lavori, contro qualsiasi attività incompatibile con la legge urbanistica provinciale.

Il presentatore è certo che aggiungere questo articolo alla legge “Territorio e paesaggio” renderà la legge stessa un po’ più giusta.

BZ, 09.10.2019

Consigliere provinciale
Riccardo Dello Sbarba

Qui potete scaricare il disegno di legge completo e il parere del Consiglio dei Comuni.

Questo DdL è stato respinti in commissione e verrà ritrattato in aula.

COMUNICATO STAMPA.

Stimolato dalle mozioni verdi Trasparenza nella ristorazione collettiva e I bambini devono poter giocare in luoghi non contaminati il Consiglio provinciale ha discusso tra ieri e oggi di trasparenza nelle mense e di monitoraggio di pesticidi nei parchi gioco.

Tutti sono d’accordo: la salute è importante, la sostenibilità è auspicabile, il cibo che mangiamo deve essere sano, i luoghi dove giochiamo e viviamo devono essere incontaminati. Sembra quasi ovvio dirlo. Come sembrerebbe ovvio dire che per garantire tutto questo è importante perlomeno sapere cosa mangiamo, perlomeno sapere se i luoghi che frequentiamo siano incontaminati o meno. Eppure non per tutti è così. Secondo la Giunta e la maggioranza in Consiglio provinciale non ci sono problemi, il monitoraggio sporadico della presenza di pesticidi nelle aree pubbliche è sufficiente, dare informazioni sulla provenienza dei prodotti alimentari usati nelle mense non è necessario.

Per noi tutto questo non è comprensibile. Si parla tanto di trasparenza e le nostre mozioni erano l’occasione per dimostrare con quanta serietà venga usata questa parola. Un’occasione sprecata, che sarebbe servita anche a rafforzare la fiducia tra cittadine/i e amministrazione pubblica. E invece la maggioranza ha votato compatta contro le nostre proposte e ha optato per la non-trasparenza. Noi però non molliamo, perché sulla salute pubblica e ambientale non si scherza.

Bolzano, 09.10.2019

Cons.prov.

Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba
Hanspeter Staffler

COMUNICATO STAMPA.

La richiesta era davvero minima: obbligo di indicazione di provenienza dei prodotti alimentari nelle mense pubbliche:

– da agricoltura biologica
– da commercio equo-solidale
– con indicazione del Paese di provenienza per la carne

Ci hanno dato ragione, si è detto in tutte le salse quanto sia importante la sostenibilità. Ma per l’approvazione non è bastato: con 17 a 13 la mozione 76/19 “Trasparenza nella ristorazione collettiva” è stata bocciata.

Consumatrici e consumatori possono restare inconsapevoli su quello che mangiano.
Ma noi non molliamo lo stesso.

Bolzano, 08.10.2019

Cons. prov.
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba
Hanspeter Staffler

INTERROGAZIONE SU TEMI DI ATTUALITÀ.

Fino a che la società ABD era proprietà pubblica della Provincia, i costi de servizi antincendio all’aeroporto di Bolzano erano posti a carico della Provincia. Con la cessione di ABD ai privati, tale regime gratuito dovrebbe cessare e i servizi antincendio dovrebbero essere messi a carico della società privata di gestione ABD Holding. Ricordiamo che per questo servizio nel periodo 1999-2014 la Provincia ha avuto costi per € 20.061.144. Il costo annuale del 2014 fu di € 1.470.607.

Si chiede pertanto:

  1. Con la cessione di ABD ai privati, come viene regolata la questione dei servizi antincendio? Da chi verranno svolti? I costi saranno ancora a carico della Provincia, oppure messi a carico della società privata di gestione aeroportuale?
  2. Se verranno ancora messi a carico della Provincia, in base a quale normativa? Non era scritto nel bando di gara che tali servizi passavano a carico della società di gestione?
  3. Se invece saranno a carico dei privati, da quanto ciò è avvenuto o avverrà?
  4. A quanto sono ammontate negli anni 2015, 2016, 2017 e 2018 le spese annuali a carico della Provincia per garantire il servizio antincendio all’aeroporto di Bolzano?

Bolzano, 26/09/2019

Consiglieri provinciali
Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa
Hanspeter Staffler

Qui potete scaricare la risposta della Giunta. E la nostra replica.

COMUNICATO STAMPA: AGENDA VERDE

Clima e … salute!

“This is all wrong” ha detto Greta Thunberg al vertice dell‘ONU a New York – mettendo così in discussione definitivamente l’attuale sistema e concezione del mondo. La tutela del clima deve essere l’obiettivo e l’impegno più importante di ogni politica, lo gridano milioni di giovani che manifestano ogni venerdì nel mondo.
Noi li prendiamo sul serio. Anche nel piccolo raggio d’azione della Provincia di Bolzano è possibile dare un contributo alla tutela del clima. Provvedimenti amici del clima devono essere positivi anche per la vita e per le persone e avere così degli effetti positivi anche sulla salute.
Due temi che uniscono tutela per il clima e la salute verranno trattati dal Consiglio provinciale questa settimana. E si riferiscono ad ambiti d’azione specifici, in cui possono essere attuate delle misure chiare e concrete. Sono aree d’azione chiave per la tutela del clima e della salute.

1 – Campo d’azione – mense

Le mense pubbliche e non svolgono un ruolo importante nella vita quotidiana. Qui vengono cucinate pietanze per molte persone e quindi vengono utilizzati alimenti in gran quantità. La tipologia degli alimenti, la provenienza, la modalità di preparazione e la composizione fanno la differenza per quanto riguarda l’impronta ecologica e delle emissioni di CO2. Gli esperti sottolineano quanto sia importante, soprattutto nella ristorazione collettiva, aumentare l’uso di alimenti prodotti in modo sostenibile. I consumatori e le consumatrici desiderano sapere che cosa vanno a mangiare in mensa. Nella pratica invece si viene a sapere molto poco se non proprio nulla. A cambiare questa situazione punta la mozione “Trasparenza nella ristorazione collettiva”.
Sulla base dell’obbligo di etichetta da parte della UE, le mense pubbliche devono essere sollecitate a inserire nel menu la provenienza della carne offerta e quali degli ingredienti utilizzati provengano da agricoltura biologica o dal mercato equosolidale.
Questo va a vantaggio delle consumatrici e die consumatori che sanno così che cosa stanno mangiando, ma allo stesso tempo contribuisce a rafforzare l’economia locale, poiché i prodotti a km 0 vengono resi visibili. In questo modo può crescere una diversa e più profonda consapevolezza.
Non da ultimo, una richiesta diversa condizionerebbe anche a l’offerta che diventerebbe più differenziata con vantaggi non da poco per l’agricoltura locale.

2 – Campo d’azione – cortili e parchi gioco

Da molti anni ci si mobilita in Alto Adige/Südtirol contro la contaminazione da pesticidi nei luoghi dove giocano le bambine e i bambini. E a ragione. Nel 2012 sono state ritrovate in quantità consistenti derive di 9 diversi fitofarmaci nell’erba vicino alla scuola elementare di Tarces. Alcune delle sostanze diventano particolarmente nocive soprattutto in combinazione con altre, soprattutto su organismi in fase di sviluppo e che per via di un peso corporeo ridotto sono molto più sensibili rispetto alle persone adulte.
Come Gruppo Verde avevamo reagito e nel 2013 abbiamo presentato una mozione che prevedeva il monitoraggio periodico sui pesticidi nei cortili scolastici. All‘epoca la proposta era stata bocciata.
Ora uno studio pubblicato su „Environmental Sciences Europe“ ci porta nuovi dati. La ricerca ha rilevato quanto aree pubbliche confinanti con superfici adibite a produzione agricola siano colpite da accumuli di pesticidi. Per lo studio sono stati scelti a campione 71 parchi gioco pubblici in Val Venosta e in Bassa Atesina e qui sono stati analizzati dei campioni di erba su cui sono stati ricercati 315 pesticidi.
Il risultato più importante: i parchi gioco della Val Venosta sono quelli in cui i pesticidi venivano rilevati più spesso, mentre quelli della Bassa Atesina sono quelli in cui è stata riscontrata la concentrazione più alta. E: la concentrazione di pesticidi rilevata è più alta quanto più i frutteti sono vicini ai parchi gioco.
Sulla base di questi studi e delle direttive europee, in Alto Adige sussiste un’urgente necessità di azione. Molti edifici scolastici e parchi gioco si trovano nelle strette vicinanze di frutteti coltivati con modalità intensive e irrorati di pesticidi. Le paure e le preoccupazioni di tanti genitori non vanno ignorate.
Perciò la mozione “I bambini devono poter giocare in luoghi non contaminati” propone di attivare un monitoraggio periodico e regolare di cortili e parchi gioco per controllare la presenza di pesticidi, soprattutto in località in cui questi siti sono gioco forza molto vicini a coltivazioni intensive.
Meno pesticidi in frutteti e vigneti e più agricoltura biologica sarebbero già delle misure importanti e mirate contro il cambiamento climatico, perché l’agricoltura biologica crea suoli più ricchi di humus e questi sono ottimi immagazzinatori di CO2.

 

Allegati:

Mozione: Trasparenza nella ristorazione collettiva

Mozione: I bambini devono poter giocare in luoghi non contaminati

Fonti legislative

Appello PAN (Pesticide Action Network) Europe 

Tabella: Costi mense per Comuni

Bolzano, 08/10/2019

Cons. prov.

Brigitte Foppa
Hanspeter Staffler
Riccardo Dello Sbarba

COMUNICATO STAMPA.

Chi ottiene asilo politico in Europa, perché vittima di persecuzione politica nel proprio Paese di origine, gode dei diritti di un/a libero/a cittadino/a. Tutti gli Stati democratici e le loro forze di polizia lo sanno. Eppure in Italia e nello specifico qui in Alto Adige sembra se ne siano dimenticati. Per fortuna ora Adnan Ö., cittadino curdo-tedesco che dal 1997 vive come rifugiato politico in Germania e lì lavora come psicoterapeuta, è stato liberato ma, come lui stesso racconta, per dieci giorni è stato messo in isolamento nel carcere di Bolzano e per altrettanti è stato tenuto agli arresti domiciliari. Solo l’intervento delle autorità tedesche ha fatto sì che la polizia italiana ignorasse il mandato d’arresto dell’interpol attivato in modo illegittimo dalle autorità turche e liberasse Adnan Ö.
Noi Verdi Grüne Verc condanniamo con forza un tale abuso di potere. I diritti umani vanno sempre rispettati. Quando ci sono di mezzo convenzioni internazionali e violazioni di diritti e libertà fondamentali riconosciute da tutti gli Stati democratici l’attenzione deve essere ancora più forte. Uno Stato democratico come l’Italia non si può permettere azioni di questo tipo.

Bolzano, 07.10.2019

Cons. prov.
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba
Hanspeter Staffler

Noi Verdi Grüne Verc ci occupiamo da tempo con il fenomeno dell‘“Overtourism” in Alto Adige/Südtirol e sappiamo che c’è solo un modo di affrontarlo: analizzare la situazione in maniera dettagliata per poter poi trovare le misure adeguate per uno sviluppo moderato. E questo abbiamo fatto, e Hans Heiss è stato il nostro indiscusso esperto negli ultimi anni, abbiamo osservato con attenzione e poi riassunto in 10 punti le nostre idee per uno sviluppo turistico da cui sia ospiti che residenti possano trarre vantaggio.

1 – Mantenere il limite massimo di posti letto a 229.088

Un limite massimo per i posti letto è importante, soprattutto per un territorio turistico come l’Alto Adige. Non dobbiamo dimenticare che le persone che decidono di passare le ferie da noi lo fanno soprattutto per la quiete e il ristoro che sperano di trovare tra le montagne. Quando però il turismo diventa di massa, la tranquillità sull’Alpe di Siusi diventa un sogno e Ötzi una meta quasi irraggiungibile in cima a code chilometriche. I Verdi sono per mantenere un limite massimo di posti letto a 229.088 letti. La nuova legge urbanistica che vorrebbe toglierlo non è futuribile. I Verdi hanno presentato un disegno di legge per mantenerlo. La commissione legislativa lo ha bocciato, ora aspettiamo il dibattito in aula. 

2 – Definire una densità turistica massima per ogni Comune

Alcune zone dell’Alto Adige sono particolarmente amate da turisti e turiste di tutto il mondo e questo non può che farci piacere. Nessuno vorrebbe spostare le Tre cime o l’Ortler da qualche altra parte. Allo stesso tempo, però, mentre alcuni siti presentano una densità turistica a dir poco elevata, altri soffrono di presenze piuttosto magre. Un territorio piccolo come l’Alto Adige/Südtirol può ampliare il ventaglio dell’offerta. Per questo i Verdi propongono di definire per ogni comune quanti posti letto possono essere consentiti per km2.

3 – Limitare il numero dei grandi alberghi

Grandi aziende che operano nelle categorie più alte del settore sono necessarie, ma sono anche pericolose perché sotto la pressione della loro concorrenza le piccole aziende familiari tipiche dell’Alto Adige soffrono. Le aziende più grandi attuano sempre più spesso il dumping dei prezzi e incidono negativamente con le loro volumetrie su paesaggio e ambiente. I Verdi propongono di limitare con cautela il numero dei grandi alberghi per ogni Comune, per favorire le aziende più piccole a gestione familiare.

4 – Investire nelle basse stagioni: l’anno ha 12 mesi

In Alto Adige il 63% dei pernottamenti avviene nel semestre estivo, in quello invernale il 37%. In estate poi c’è un gran numero di presenze turistiche giornaliere e in inverno il picco natalizio. Dobbiamo cambiare qualcosa: la ridistribuzione deve essere fatta anche dal punto di vista stagionale. I Verdi propongono di rinforzare le presenze su mesi e stagioni per ora molto tranquille, per esempio quella autunnale. Un’idea potrebbe essere quella di investire nel turismo congressuale: è novembre il mese principe per conferenze e congressi.

5 – Creare collegamenti diretti a lunga distanza con il treno

Non succede solo in alta stagione: code chilometriche bloccano regolarmente non solo l’autostrada, ma anche strade statali e interne. Esistono per fortuna dei mezzi ecosostenibili, rispettosi dell’ambiente alternativi all’automobile. Affinché turisti e turiste arrivino con il treno i Verdi propongono di impegnarsi per attivare dei collegamenti diretti a lunga percorrenza con Berlino, Amburgo, Milano. E così contrastare l’uso di energie fossili nell’ambito della mobilità e del turismo.

6 – Sviluppare una mobilità ecosostenibile nelle destinazioni turistiche

Una volta arrivati in treno, si apre il problema su come arrivare nella località di destinazione scelta per le vacanze. I Verdi propongono di sviluppare, parallelamente all’offerta ferroviaria, un servizio di car-sharing con automobili elettriche e un servizio di shuttle per il trasporto di persone e valige. Auto e bici elettriche devono diventare un’offerta standard degli hotel più grandi e delle associazioni turistiche. Obiettivo: l’aumento entro il 2025 degli arrivi in treno del 20% e del 30-35% entro il 2030.

7 – Sostenere le Valli per il clima

Secondo dati forniti dal WWF turisti e turiste contribuiscono con il 5% di emissioni serra al surriscaldamento terrestre. E la tendenza è in crescita. La nostra provincia ha bisogno di un turismo amico del clima come un nuovo marchio di qualità che diventi attrazione come il paesaggio e il gusto alpino-mediterraneo. Per farlo, i Verdi propongono di sostenere miratamente le “Valli per il clima”. Sono valli in cui il settore turistico, le aziende e la vita già si muovono o intendono muoversi con modalità climasostenibili. Val di Funes, Val Martello e Vallelunga possono essere apripista, in prima fila per promuovere il marchio di qualità dell’Alto Adige. I Villaggi dell’Alpinismo come Mazia e Lungiarü lo stanno già facendo.

8 – Incentivare il passaggio all’agricoltura biologica: l’ospite preferisce il bio

La richiesta di prodotti biologici, di origine controllata e a km 0 continua a crescere. Ma l’offerta zoppica e non riesce a soddisfarla. Aziende alberghiere e non devono essere messe nella condizione di poter soddisfare le richieste dei clienti. I Verdi propongono di rinforzare gli incentivi per permettere il passaggio alla coltivazione biologica. La svolta bio parte anche dal turismo.

9 – Limitare lo stress: l’ospite è sacro, ma anche chi vive qui

Perché gli ospiti non “inizino a puzzare”, le loro richieste e i bisogni delle persone residenti devono essere considerati in maniera equilibrata. Pensiamo agli orari per la quiete o a eventi da proporre anche al di fuori della stagione turistica. I Verdi propongono di tematizzare regolarmente, e così limitare, lo stress turistico sopportato dai residenti, tramite consultazioni, o Consigli dei cittadini e delle cittadine (Bürgerräte) o altre forme di partecipazione.

10 – Contingentare l’accesso agli hotspot: una ricetta base

Alcune località turistiche più note, a volte famose in tutto il mondo anche grazie ai social media, sono ormai letteralmente prese d’assalto da masse di turisti. A volte sono turisti/e di passaggio che si recano in automobile fino a punti panoramici per fare una foto e poi ripartire. Questo tipo di turismo di massa mordi e fuggi infastidisce la popolazione locale, che subisce a volte una vera e propria invasione, e mette a dura prova gli equilibri ambientali di zone spesso di grande rilevanza naturalistica. I Verdi propongono di contingentare gli accessi con mezzi privati a queste località hotspot, istituendo dei limiti sia numerici che temporali. Solo un numero massimo di mezzi potrebbe così accedere e solo entro determinati orari.

COMUNICATO STAMPA.

Le competenze primarie sull’ordinamento dell’amministrazione provinciale e del suo personale è una delle conquiste più importanti dello Statuto d‘autonomia. I padri e le madri dell’Autonomia lo sapevano anche troppo bene che l’Autonomia sarebbe potuta durare a lungo solo con una amministrazione indipendente tanto quanto la nostra economia e la nostra cultura. Perché l’amministrazione pubblica è la spina dorsale dell’autonomia.

Se è vero che Roma voleva impugnare la legge di aggiustamento di bilancio a causa di un articolo sul contratto collettivo intercompartimentale BÜKV, allora la Giunta ha perso l’occasione di ricordare al Consiglio dei Ministri la nostra situazione giuridico-politica basata sull’autonomia. Un attacco frontale al nostro Statuto di autonomia. “Se questa versione passa, in futuro Roma potrebbe avere gioco facile e la nostra Autonomia perdere pericolosamente forza” – commenta Hanspeter Staffler.
Lo Statuto di autonomia, l‘Accordo di Milano, il patto di stabilità confermano la competenza primaria sul contratto collettivo del pubblico impiego (BÜKV) e danno mano libera alla Giunta per la distribuzione delle risorse finenziarie. Questa libertà va gestita bene e se è necessario va difesa. Poiché però la Giunta ha fatto tanta resistenza e solo dopo le proteste e un lungo dibattito in Consiglio provinciale ha acconsentito a mettere a disposizione i fondi per il personale dell’amministrazione pubblica, l’opposizione romana sembra esserle stranamente “provvidenziale”.

Per la concessione della A22 il Presidente Kompatscher va e viene da Roma più volte alla settimana. Allo stesso modo sarebbe importante se ci mettesse lo stesso impegno per le dipendenti e i dipendenti del pubblico impiego.

 

Bolzano, 02.10.2019

Landtagsabgeordnete
Hanspeter Staffler
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba

MOZIONE.

Fin dalla sua “Relazione sull’attività 2014” la Difensora Civica Dott.ssa Gabriele Morandell ha sottolineato un problema legato alla normativa vigente relativa alla dichiarazione di appartenenza o aggregazione al gruppo linguistico.
La Difensora Civica riferisce di ricevere spesso lamentele per il fatto che i cittadini e le cittadine devono attendere 18 mesi prima che la loro dichiarazione di appartenenza al gruppo linguistico diventi valida. Il problema sorge per tutte le persone di età superiore ai 18 anni che non fanno la dichiarazione entro un anno dal raggiungimento della maggiore età e sono quindi escluse dalla partecipazione ai suddetti concorsi. Una piccola disattenzione ha quindi “conseguenze tanto drastiche per i progetti futuri dei giovani adulti coinvolti.” Si tratta di parole molto chiare della Difensora Civica che dovrebbero spingere la politica ad agire per eliminare queste anacronistiche penalizzazioni.
Esse trovano origine nella norma di attuazione sulla dichiarazione linguistica, cioè nel Dpr 752 del 1976 nel testo vigente, frutto di diverse riformulazioni. Tali riformulazioni sono state necessarie – è bene ricordarlo – per allineare le regole del censimento linguistico alle norme europee sulla tutale dei dati personali, che stabiliscono che la raccolta di tali dati sensibili (e l’appartenenza linguistica è uno di questi) avvenga in forma proporzionale allo scopo. Applicate al censimento linguistico, tali norme hanno imposto di superare l’obbligo della “dichiarazione a tappeto per tutti”, introducendo il principio che si deve dichiarare in modo nominativo solo chi ne ha affettivo bisogno per gli usi previsti dalla legge (proporzionale).
L’ultima riforma ha dunque reso anonima la dichiarazione fatta da tutti i cittadini e le cittadine ai fini puramente statistici e invece totalmente facoltativa la dichiarazione nominativa, che rilascia solo chi ne ha bisogno. Ma quando si può sapere di averne davvero bisogno? In coerenza coi principi fissati dalla norma riformata, ogni persona avrebbe diritto di decidere liberamente se e soprattutto quando rilasciare la propria dichiarazione linguistica, senza subire penalizzazioni. Ma così non è: l’articolo 20/ter del Dpr 752/1976 prevede che la dichiarazione nominativa si possa rilasciare una volta compiuti i 18 anni entro un anno. Se una persona lascia passare questo termine, essa sarà “punita” con una attesa di 18 mesi prima che la sua dichiarazione diventi efficace.
Non è giusto – come ammonisce la Difensora Civica – che spesso per una semplice dimenticanza (cosa che accade di frequente negli anni degli studi universitari), tante giovani persone vengano poi “punite” con un anno e mezzo di sospensione quando decidono di dichiararsi e così perdano importanti occasioni per il proprio progetto di vita. In questo modo una misura volta a combattere l’opportunismo di qualcuno (contro cui neppure l’attuale norma garantisce al 100%) provoca un’ingiustizia molto più grande a un numero molto maggiore di giovani persone “innocenti”.
Almeno la prima dichiarazione linguistica dovrebbe essere libera e la persona dovrebbe avere il diritto di scegliere liberamente il momento per dichiararsi la prima volta, senza subire penalizzazioni di sorta. Questa riforma corrisponderebbe meglio allo spirito della nuova norma di attuazione che prevede che la dichiarazione di appartenenza linguistica venga fatta solo da chi ne ha effettivo bisogno: cioè presuppone che ciascuna persona abbia il diritto di fare tale dichiarazione (almeno la prima volta) solo quando tale bisogno effettivo si presenta.
La normativa attuale spinge invece a dichiararsi a prescindere dal bisogno, anzi a priori e in assenza di tale bisogno, per il timore di poter subire svantaggi nell’eventualità che tale bisogno in futuro si presenti.

Tutto ciò considerato, il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano impegna la Giunta provinciale:

  1. A proporre alla Commissione dei 6 una modifica dell’articolo 20/ter del Dpr 752/1976, in modo tale che almeno la prima dichiarazione di appartenenza al gruppo linguistico possa essere resa nel momento liberamente scelto da ogni persona e, una volta resa, sia immediatamente efficace.
  2. A invitare i rappresentanti eletti dal Consiglio provinciale nella Commissione dei Sei ad attivarsi affinché l’articolo 20/ter del Dpr 752/1976 venga modificato in modo che la prima dichiarazione di appartenenza al gruppo linguistico possa essere resa nel momento liberamente scelto da ogni persona e, una volta resa, sia immediatamente efficace.

Bolzano, 30/09/2019

Consiglieri provinciali
Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa
Hanspeter Staffler

I sondaggi e l’atmosfera positiva delle ultime settimane sono stati confermati. I Verdi tornano in parlamento con un risultato fantastico. Con questo magnifico risultato i nostri amici e le nostre amiche verdi in Austria hanno dimostrato che i grandi quesiti ecologici e sociali di questo momento storico necessitano proprio delle risposte verdi.

Infatti sono proprio i voti delle elettrici e degli elettori giovani ad aver permesso un risultato elettorale che si riallaccia ai successi dei Verdi austriaci prima del 2018.

Sarà ora compito del team intorno a Werner Kogler l’affermare i temi ecologici di salvaguardia del clima e giustizia sociale nella nuova legislatura. Un compito onorevole che i molti nuovi deputati assolveranno con entusiasmo e convinzione.

E noi siamo felici con loro.

Congratulazioni, Grüne Österreichs!

I Verdi dell’Alto Adige Südtirol