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COMUNICATO STAMPA

Ogni anno mille giovani lasciano l’Alto Adige: questo è emerso da uno studio presentato recentemente da Stefan Luther, direttore del Servizio Mercato del lavoro, e Philipp Achammer. Una sfida sociopolitica che ha bisogno di risposte e azioni concrete.

L’emigrazione dei giovani ha assunto proporzioni drammatiche: per ogni dieci altoatesini che ricevono una formazione professionale all’estero, otto vi rimangono e solo due rientrano. Questi sono gli ultimi dati dell’Ufficio osservazione mercato del lavoro.

Da anni l’emigrazione dei giovani altoatesini all’estero è motivo di preoccupazione. Il fenomeno è aumentato costantemente negli ultimi dieci anni. Spesso e volentieri, al termine della formazione, si sente dire: “Quando avrò finalmente trovato un buon posto in Alto Adige, altrove avrò già cambiato lavoro tre volte”.

Questo vale soprattutto e purtroppo sempre più spesso per le professioni come medicina, infermieristica e istruzione. Ma non solo: anche le persone laureate in informatica, ingegneria, agronomia o economia vengono assunte lontano. L’elenco è lungo e si allunga ogni anno.

La pubblica amministrazione ha avvertito questa tendenza già una decina di anni fa; in un certo senso, era il termometro della fuga dei cervelli. Ciò ha a che fare con gli ostacoli che le persone devono superare per ottenere un lavoro nella pubblica amministrazione: riconoscimento del titolo di studio, patentino di bilinguismo e concorso. Nel complesso, ci vogliono due anni. Ma due anni sono una mezza eternità per i giovani.

A questa sfida si contrappongono le allettanti offerte di grandi città come Vienna, Monaco o Zurigo. Le/i nostre/i giovani sono ben istruite/i, parlano correntemente tedesco, italiano e inglese. Sono perfettamente adatte/i al mercato del lavoro e vengono corteggiate/i e assunte/i rapidamente con buoni stipendi già al primo incarico.

E l’Alto Adige resta indietro: da una parte salari bassi e affitti salatissimi, dall’altro motivazioni personali e maggiori opportunità di lavoro. La provincia può fare poco in fatto di motivazioni personali e opportunità attraenti delle metropoli, ma può fare molto per quanto riguarda i salari bassi e gli affitti salati.

Da dieci anni a questa parte, le/i dipendenti pubblici sono costretti a tirare la cinghia: mentre masse di denaro vengono investite in strade e funivie, insegnanti, infermieri e addetti alla manutenzione delle strade devono accontentarsi delle briciole. La contrattazione collettiva è stata ritardata per anni, fino ad arrivare a una perdita salariale reale del 20%. Prima delle elezioni, la giunta provinciale sembra voler fare qualche miglioramento, ma non vuole colmare il divario del 20%.

In quanto datore di lavoro di circa 40.000 dipendenti, la Provincia avrebbe potuto stabilire degli standard in termini di salari: buoni salari nel settore pubblico si traducono in buoni salari nel settore privato. Buoni salari nelle scuole e nell’edilizia non avrebbero impedito completamente la fuga dei giovani, ma avrebbero potuto rallentarla.

“Ora la fuga dei cervelli è ufficialmente riconosciuta. Un cambiamento di rotta non si fa da un giorno all’altro, ma di sicuro la rotta deve essere ritracciata: un chiaro aumento dei salari in generale, una politica per alloggi a prezzi accessibili e la promozione di realtà creative come la BASIS di Silandro sono solo alcune idee.”

Bolzano, 30.5.2023

Cons. prov.
Hanspeter Staffler
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba

INTERROGAZIONE SU TEMI DI ATTUALITÀ.

Il Consiglio di stato (sentenza N. 03879/2023REG.PROV.COLL. N. 05772/2020 REG.RIC. pubblicata il 18/04/2023) ha annullato la delibera n. 106/2018 in cui la Provincia autorizzava la realizzazione di un nuovo impianto di risalita di 1.310 metri di lunghezza e una nuova pista a Solda, in un’area di 4,47 ettari nel Comune di Stelvio, in pieno Parco Nazionale dello Stelvio, a completamento del grande carosello sciistico “Ortler-Ronda”, tramite la realizzazione di impianti, con una portata di 550 persone all’ora. L’area sciistica, tuttavia, resta prevista nel Piano del Parco, adottato con delibera della Giunta provinciale n. 522 del 26/07/2022.

Si chiede:

  1. Viste la delibera di giunta n. 522 / 2022 che adotta la proposta del Piano e del Regolamento del Parco dello Stelvio e la sentenza del Consiglio di Stato che annulla la delibera n. 106 / 2018, intende la Giunta, come conseguenza della citata sentenza, rivedere la zonizzazione del parco, relativamente alla zona D2 estesa dalla citata delibera 106?
  1. Se sì, quando la proposta di piano del parco sarà nuovamente adottata nella forma rispettosa della sentenza?
  1. Se invece la Giunta non intende modificare la zonizzazione citata, su quali motivazioni sia giuridiche che politiche si basa questa decisione?
  1. Quali sono i prossimi passi che verranno fatti in riferimento ai citati impianti sciistici e chi li farà?

Bolzano 30.05.2023

Cons. prov.

Riccardo Dello Sbarba

Brigitte Foppa

Hanspeter Staffler

 

COMUNICATO STAMPA.

I verdi hanno presentato oggi un altro candidato per le elezioni provinciali. Giulio Angelucci, bolzanino persona conosciuta per il suo lavoro e impegno nel settore ambientale, soprattutto nel campo dei rifiuti. Angelucci si occupa di pianificazione ambientale, seguendo, coordinando e concependo più progetti di riduzione dei rifiuti portati avanti dall’agenzia per l’ambiente. Ha seguito tematiche complesse come l’implementazione di sistemi di monitoraggio ambientale con particolare riferimento alle emissioni di nanopolveri e attualmente è impegnato nell’applicazione a livello locale del pacchetto di economia circolare e nella riformulazione del sistema di gestione provinciale dei rifiuti.

Angelucci porta alla politica il suo bagaglio di competenze tecniche. “Ma anche la consapevolezza che la crisi climatica ci mette, come umanità, davanti a delle scelte coraggiose. La crisi ambientale mostra come il mondo sia un sistema complesso e articolato, dove la tecnologia è in grado di dare solo alcune, seppur importanti, risposte. L’approccio deve essere integrato. È necessario agire su più ambiti,” così Angelucci sul perché della sua candidatura nei Verdi.

Su questi temi Angelucci potrà sicuramente dare il suo contributo programmatico. Lo sintetizza così:

  • Stili di vita:

o   Potenziare l’educazione ambientale nelle scuole, introducendo anche il tema della ecologia interiore, cioè una coscienza ecologica.

o   promuovere campagne di sensibilizzazione su stili di vita consapevole, coinvolgendo anche le associazioni di categoria.

  • Spreco alimentare: Abbiamo un obiettivo comunitario che impone di ridurre del 50% lo spreco alimentare, ma non sappiamo se produciamo 80 o 150 kg/anno di spreco alimentare a persona. Per stabilire una strategia è indispensabile almeno avere il dato di partenza. Lo spreco del resto è fortemente condizionato dalle nostre scelte di vita (consumistiche, di comfort, di posizionamento, ecc.) che vanno quindi ripensate senza tornare a forme necessariamente austere.
  • Fare della provincia di Bolzano un distretto di economia circolare, partendo da alcune filiere. Sappiamo che il campo dell’edilizia è uno di quelli che maggiormente impattano sulla impronta ecologica. E qui è indispensabile concepire edifici ad alte prestazioni energetiche.
  • Rivedere il meccanismo dei finanziamenti anche con la riorganizzazione dei settori storici della tutela dell’ambiente tecnica (il cosiddetto technischer Umweltschutz). I servizi pubblici locali possono spogliarsi dell’aspirazione imprenditoriale nell’idea di copiare i privati cercando l’efficacia ancor prima che l´efficienza, con lo scopo di avere tariffe per i servizi pubblici che siano sostenibili e trasparenti. I finanziamenti pubblici dovranno prioritariamente essere impiegati nelle due grandi emergenze, che sono: la siccità (con interventi di mitigazione) e la transizione energetica.

“Con le dovute cautele è possibile affermare che la desiderabilità della transizione ecologica ha più possibilità di successo partendo da una dimensione locale, intesa come dimensione comunitaria tangibile, dove è possibile l’identificazione delle persone con la natura circostante. È necessario che ritorniamo al significato profondo delle parole: economia significa gestione dei beni della casa. Non viviamo di economia, viviamo dei frutti della terra, delle materie prime, l’economia ha l’importante compito di gestire bene queste risorse”, conclude Angelucci.

 

Giulio Angelucci – Biografia

Dal 2001 direttore dell’Ufficio Gestione Rifiuti presso l’agenzia per la protezione dell’Ambiente della provincia di Bolzano.

Nella sua lunga attività professionale e istituzionale ha spaziato in più campi, in particolare in quello della riduzione dei rifiuti, con diverse iniziative come le Lavastoviglie mobili il servizio di riparazione delle biciclette, la certificazione Green event, la campagna di sensibilizzazione più o meno rifiuti incentrata sul vuoto a rendere.

Ha coordinato e condotto per diversi anni l’attività di educazione ambientale con progetti come “La merenda ecologica”, la mostra per le scuole “più o meno rifiuti”, “la tigre di carta”.

Si occupa da molti anni di strategia e pianificazione ambientale, ma anche di sistemi tariffari e dei servizi pubblici, nonché di monitoraggio con particolare riferimento alle emissioni di nanopolveri, i cui risultati sono stati presentati ai convegni internazionali che si sono tenuti a Pula (Sardina 2007, 2009), Venezia (2009) e Zurigo (CEM 2007, 2011).

Attualmente è impegnato nell’applicazione del c.d. “pacchetto economia circolare” e nella riformulazione del sistema di governance e di gestione provinciale dei rifiuti.

Ha sempre accompagnato l’attività lavorativa con studi e approfondimenti che sono stati pubblicati in diverse riviste e volumi collettanei. 

INTERROGAZIONE SU TEMI D’ATTUALITÁ

 L’articolo 39 della legge provinciale 9 del 2018 fissa il vincolo per alloggi riservati a residenti. L’articolo 97 fissa le sanzioni per eventuali violazioni.

 Si chiede alla Giunta provinciale:

  1. A chi spetta il controllo del vincolo per residenti previsto dalla LP 9/2018?
  2. Come avviene questo controllo? In particolare, viene fatto un controllo a campione e con quali criteri, sia territoriali che temporali che quantitativi?
  3. Quanti alloggi vincolati per residenti sono stati controllati ogni anno in termini assoluti, e in percentuale rispetto al totale delle abitazioni vincolate, per gli anni intercorsi dalla approvazione della legge nel luglio 2018 fino ad oggi? Si chiede il dato – se possibile – scomposto per comprensori.
  4. Quante violazioni del vincolo per residenti sono state rilevate ogni anno, in termini assoluti, e in percentuale rispetto al totale delle abitazioni controllate, per gli anni intercorsi dalla approvazione della legge nel luglio 2018 fino ad oggi? Si chiede il dato – se possibile – scomposto per comprensori.
  5. I controlli vengono fatti anche su segnalazione? Se sì, le segnalazioni sono arrivate da privati o anche enti pubblici, come i Comuni? Quante segnalazioni sono pervenute, distinguendo per comprensorio, dal luglio 2018 ad oggi? Quante sono arrivate da privati e quante da enti pubblici, specificando da quali enti?

Bolzano 23.05.2023

Cons. prov.

Riccardo Dello Sbarba

Brigitte Foppa

Hanspeter Staffler

INTERROGAZIONE SU TEMI D’ATTUALITÁ

 La città di Bolzano si trova in emergenza abitativa, recenti studi calcolano in diverse migliaia di appartamenti il fabbisogno dei prossimi anni. Per non consumare suolo naturale, si spera nella messa a disposizione di aree già edificate e in particolare delle caserme.

 Si chiede alla Giunta provinciale:

  1. A che punto è la trattativa tra Stato e Provincia sulla cessione delle caserme di Bolzano?
  2. Quali caserme sono oggetto della possibile cessione?
  3. A quanti metri quadri, o ettari, corrisponde la superficie interessata?
  4. Quali sarebbero i termini di un possibile accordo Stato-Provincia?
  5. La Provincia trasferirebbe poi le aree ottenute al Comune? Il trasferimento sarebbe gratuito, o ci sarebbe uno scambio e in questo caso, in quali termini?
  6. Quali tappe sono ancora da percorrere per arrivare a una positiva conclusione della trattativa e quali tempi sono prevedibili per arrivare a una cessione?
  7. Quali caserme resterebbero invece di proprietà dello Stato e a quali reparti sarebbero destinate?

Bolzano 23.05.2023

Cons. prov.

Riccardo Dello Sbarba

Brigitte Foppa

Hanspeter Staffler

INTERROGAZIONE SU TEMI D’ATTUALITÁ

Nell’articolo 39 della legge provinciale 9/2018 i commi 4 e 4 bis regolano i casi in cui alloggi vincolati per residenti vengano lasciati vuoti oltre i termini consentiti (un anno dall’agibilità e 6 mesi da quando si rende libero). In questi casi il proprietario deve darne comunicazione al Comune e è obbligato ad affittare l’alloggio a canone provinciale o all’Ipes o a persone aventi diritto indicate dal Comune. La procedura è disciplinata con regolamento comunale. La recente riforma dell’art. 39 ha rafforzato questa norma.

 Si chiede alla Giunta provinciale:

  1. Quali Comuni si sono dotati del regolamento comunale previsto dall’art. 39 c. 4 bis della LP 9/2018?
  2. Quante comunicazioni di alloggi vincolati per residenti lasciati vuoti oltre i termini di legge sono pervenute ai singoli comuni della provincia dal luglio 2018 ad oggi? Si chiede il dato distinto per comuni.
  3. Quanti alloggi vincolati per residenti, lasciati vuoti oltre i termini di legge, sono stati affittati a canone provinciale a persone aventi diritto indicate dai Comuni della provincia dal luglio 2018 ad oggi? Si chiede il dato distinto per comuni.
  4. Quanti alloggi vincolati per residenti, lasciati vuoti oltre i termini di legge, sono stati affittati a canone provinciale all’IPES dal luglio 2018 ad oggi? Si chiede il dato distinto per comuni.

Bolzano 23.05.2023

Cons. prov.

Riccardo Dello Sbarba

Brigitte Foppa

Hanspeter Staffler

Questa interrogazione è disponibile solo in lingua tedesca.

ANFRAGE ZUR AKTUELLEN FRAGESTUNDE

Vor ca. einem Monat erhielt die Grüne Fraktion die Antwort auf ihre Anfrage zu einer möglichen Potenzierung des Liftes auf die Langkofelscharte. Lange schon gab es Gerüchte, der aktuelle Korblift solle durch einen größeren ersetzt werden. Dies bestätigte auf unsere Anfrage auch Landesrat Alfreider: Es gebe Bestrebungen eine Umlaufbahn zu errichten, „technisch bedingt durch eine leicht abgeänderte Trasse“. Ansonsten wollte der Landesrat jedoch von keinem genauen Projekt was wissen. Nicht einmal einen Monat später liegt plötzlich ein Projekt vor, das die schlimmsten Erwartungen bestätigt. Mehr als verdoppelt würde die Kapazität der Bahn, die Kubatur der Bergstation würde vervierfacht.

Daher richten wir folgende Fragen an die Landesregierung:

  1. Seit wann hat die Landesregierung Kenntnis vom oben beschriebenen Projekt?
  2. Wie bewerten die zuständigen Landesräte das Projekt?
  3. Wann wird entschieden, ob und in welcher Form das Projekt genehmigt wird? Wie ist der genaue Vorgehens-Iter?
  4. Gehört das Gröderntal zu jenen touristischen Gebieten, die mehr (Tages)Tourist:innen benötigen? Wir ersuchen um eine Bewertung der Landesregierung.
  5. In welches Unterkapitel des Klimaplans fügt sich eine Potenzierung des Korbliftes ein? Wir ersuchen um eine Stellungnahme in Bezug auf die Nachhaltigkeit.

Bozen, 22.05.2023

Landtagsabgeordnete

Brigitte Foppa

Riccardo Dello Sbarba

Hanspeter Staffler

 

COMUNICATO STAMPA.

Nella parte orientale dell’Alto Adige grandi progetti sono in pieno fermento. Olimpiadi, rotatorie, circuiti sciistici, interventi infrastrutturali. Tuttavia, stanno suscitando sempre più resistenze da parte della popolazione. In Val Pusteria si sente il bisogno di porre dei limiti e di indicare i limiti di ciò che è sopportabile per la gente e il territorio. Per le elezioni provinciali 2023 i Verdi sono riusciti a conquistare la figura simbolica dell’attuale resistenza. Lunedì 22 maggio a Brunico, Katja Renzler di Rasun Anterselva ha presentato la sua candidatura. Erano presenti anche la capolista Brigitte Foppa, la candidata ladina Elide Mussner e il consigliere comunale di Brunico Hanspeter Niederkofler, che in qualità di riconosciuto esperto di mobilità e compagno di tante battaglie dei Verdi sarà anche lui in lista per il Consiglio provinciale.

La scrittrice e insegnante Katja Renzler, originaria di Rasun, si è fatta conoscere soprattutto per la sua opposizione alla rotatoria a due piani all’ingresso della valle di Anterselva. La scrittrice spiega così la sua candidatura: “Mi candido per i Verdi alle elezioni provinciali perché ho capito che è un ragionamento fallace dire: “Tanto è tutto già deciso!” – perché vale sempre la pena porsi delle domande e riflettere”. Alla domanda quali siano le sue priorità, soprattutto per la Val Pusteria, Renzler risponde:

“1) Turismo: il turismo ci ha portato molta prosperità. In termini quantitativi, tuttavia, abbiamo ormai raggiunto il limite di ciò che è tollerabile per le persone e per la natura. Pertanto, in futuro sarà importante gestire con cura le risorse naturali, così preziose, della Val Pusteria. Ciò deve essere fatto in modo da mantenere l’attuale benessere per la popolazione e le basi naturali della vita per tutti. Ciò non è compatibile con un aumento costante del turismo. Facciamo quindi leva sui nostri punti di forza e promuoviamo attivamente una diversa qualità del turismo, a favore di soggiorni più lunghi combinati con una mobilità rispettosa dell’ambiente. Poniamo l’accento strategico su attività ricreative rispettose della natura e a basso consumo di risorse. Coordiniamo in maniera mirata l’integrazione sostenibile del turismo regionale all’interno del circuito economico locale, per essere in grado di operare in modo più resiliente rispetto alle crisi e per poter operare in modo sostenibile, rispettando quindi la verità dei costi. Non svendiamoci!

2) Attrattività del mercato del lavoro: soprattutto nelle zone rurali, è necessario recuperare il ritardo in termini di conciliazione tra lavoro di cura non retribuito e lavoro retribuito; ciò crea grandi disuguaglianze sociali. Attraverso la creazione di nuovi modelli di assistenza e di orario di lavoro, nonché il trasferimento di alcune attività in home-office, la conciliazione tra lavoro di cura e lavoro retribuito può diventare più tangibile nel prossimo futuro di quanto non lo sia stata finora, ma richiede una promozione strategica attiva da parte della politica. L’attrattiva di una località rurale come la Val Pusteria deve essere sostenuta non da ultimo da una politica salariale che garantisca innanzitutto alle persone che lavorano una vita autonoma senza essere costretti a emigrare all’estero e senza dover supplicare. E che permetta al contempo di partecipare attivamente a processi socialmente importanti (lavoro di cura, impegno politico e sociale, ecc.) indipendentemente da sesso, età e classe sociale. A livello provinciale, è importante elevare sensibilmente lo status delle professioni “sociali” per ridurre le divisioni sul mercato del lavoro e il relativo divario di reddito. I premi Nobel per l’economia hanno scoperto che la società nel suo complesso trae beneficio da politiche salariali più eque, cioè più oneste. E, vista l’elevata quota di investimenti nel bilancio provinciale: investiamo nelle persone, non nel cemento!

3) Nell’ambito della mobilità, è stato dimostrato che vale la pena rendere più attraente il trasporto pubblico locale attraverso misure promozionali mirate. Un’estensione graduale della linea ferroviaria della Pusteria a due corsie consentirebbe al trasporto ferroviario di assorbire una parte ancora maggiore del traffico individuale. Un miglioramento salariale delle professioni all’interno del trasporto pubblico renderebbe più attraenti i posti di lavoro, ridurrebbe il numero di cancellazioni delle corse e consentirebbe un’ulteriore espansione degli orari. Anche l’ampliamento e la manutenzione costante della rete di piste ciclabili e la realizzazione di parcheggi per biciclette adeguati devono essere un obiettivo prioritario. Per tutti i grandi progetti, cioè anche per le circonvallazioni locali e gli ampliamenti degli incroci, il processo di pianificazione dovrebbe prevedere fin dalla fase iniziale l’obbligo di un’informazione puntuale e della effettiva partecipazione della popolazione interessata. La Val Pusteria non merita di essere invasa da sempre più traffico (si vede l’imminente ristrutturazione del ponte Lueg e del ponte Europa), motivo per cui i grandi progetti di costruzione di strade dovrebbero essere esaminati criticamente – parola chiave “traffico indotto”. Tutto questo anche a causa delle sfide climatiche, dei cambiamenti demografici e del mercato del lavoro che ci attendono nel prossimo futuro”.

L’appello di Renzler alle elettrici e agli elettori: “Dobbiamo essere consapevoli che le decisioni che prendiamo oggi riguarderanno e colpiranno tutte le generazioni future molto più di quanto non riguarderanno noi – si tratta di un’opportunità storica. Cogliamola!”.

MOZIONE

Le Dolomiti sono tra i paesaggi naturali più belli e imponenti del mondo. Questo è probabilmente uno dei motivi per cui le Dolomiti e la popolazione locale sono sempre più sotto pressione. In particolare, il turismo di massa e i suoi effetti, tra cui soprattutto il traffico motorizzato, stanno facendo sentire tutto il loro peso. Non per niente la popolazione comincia a dire che “ora basta!” Secondo una ricerca del settimanale ff (n. 18/2023), nel 2023 si potrebbe raggiungere la cifra quasi incredibile di 9 milioni di visitatori. Finora il record assoluto si è verificato nel 2022 con 7,9 milioni di arrivi. Per gestire meglio la presenza di un numero così elevato di persone non c’è altro modo che definire regole chiare.

Un problema che ne consegue, e che ci viene segnalato anno dopo anno, è l’inquinamento acustico lungo le strade percorse da questa massa di persone, di residenti e fornitori. Soprattutto i/le confinanti delle strade più frequentate per le escursioni si lamentano per la guida ad alta velocità, il rombo dei motori, le forti accelerazioni e le frenate improvvise dei veicoli. La popolazione locale risente da anni di questo inquinamento acustico. In caso di reclami viene rilevato il livello sonoro, soprattutto nei centri abitati, dove il valore soglia è di 50 decibel. Ma nei centri abitati l’inquinamento acustico causato da automobili o motocicli non costituisce quasi mai un problema a motivo del limite di velocità, generalmente rispettato, di 50 km/h. Sulle strade, in particolare su quelle dei passi, dove la velocità è molto maggiore che nei centri abitati, le rilevazioni sono piuttosto rare.

Negli ultimi anni si è spesso discusso di progetti per proteggere le montagne e la popolazione, e dei problemi dell’eccesso di traffico. La problematica è ormai riconosciuta e descritta. Tuttavia, non si è finora riusciti a trovare soluzioni concrete per migliorare rapidamente la situazione. Un altro tentativo di soluzione è il recente progetto “Dolomiti Low Emission Zone”. Molte delle misure che s’intende adottare saranno però applicate solo a partire dal prossimo anno. Il potenziamento del trasporto pubblico e il limite di velocità di 60 km/h sono un buon inizio, anche se bisogna tener conto delle succitate violazioni dei limiti di velocità fuori dai centri abitati – poiché un limite di velocità è efficace solo nella misura in cui lo si fa rispettare. Se il limite di 60 km/h non viene regolarmente controllato, in base all’esperienza molte persone non lo rispetteranno. Nel complesso, però, siamo favorevoli a queste misure.

Allo stesso tempo, ci auguriamo che il progetto vada rapidamente avanti. Infatti, in un incontro con le amministrazioni locali, il dipartimento mobilità ha loro comunicato che sono esse stesse responsabili dell’elaborazione dettagliata del programma. A quanto ci è stato riferito, non si è finora realizzata alcuna collaborazione. Ma il tempo stringe e il previsto gruppo di lavoro deve procedere con urgenza, coinvolgendo anche i Comuni di Funes, Badia e San Martino in Badia, affinché le misure si applichino anche al passo Valparola e al passo delle Erbe.

Probabilmente, purtroppo, l’inquinamento acustico non scomparirà. E soprattutto in considerazione del numero crescente di arrivi, va tutelato il diritto della popolazione alla salute e alla tranquillità.

Per anni, come possibile soluzione, si è ipotizzato di vietare alle moto l’accesso a determinate strade. Così si è fatto nel distretto tirolese di Reutte, che nel 2020 ha vietato la circolazione delle moto con rumorosità maggiore di 95 dB. Il divieto è stato prorogato negli anni successivi compreso il 2023. Si potrebbe seguire tale esempio, emanando una norma simile per le strade particolarmente frequentate da motociclisti e motocicliste. Questo perché l’Alto Adige si rivolge esplicitamente ai motociclisti e alle motocicliste dei Paesi limitrofi, che a loro volta pubblicizzano la nostra provincia come una grande “esperienza” di motociclismo. Nel giugno 2022 il gruppo consiliare verde ha presentato un’interrogazione su temi d’attualità su tali discutibili strategie pubblicitarie (n. 4/7/2022). Se si considera quel che succede sulle strade altoatesine di montagna (ma non solo) nei fine settimana estivi, appare chiaro che attrarre in modo mirato turisti e turiste in moto è la via completamente sbagliata. Oltre a por fine alle sovvenzioni a iniziative di sport motoristici come previsto dal Piano clima, bisogna anche dichiarare che non si farà più pubblicità per attrarre turisti e turiste in moto.

Le moto sono solo l’elemento più rumoroso nell’enorme segmento del trasporto individuale a motore “con retroterra turistico”. Anche le valanghe di auto che entrano nelle valli al mattino e ne escono la sera sono immagini quotidiane dell’alta stagione. Al mattino turisti e turiste giornalieri lasciano i loro domicili nella regione scelta e ne visitano le località più interessanti, che sono ormai congestionate. In tali località il problema ha ormai dimensioni da poter essere affrontato solo con una rigorosa regolamentazione, e, in alcuni casi, a lungo termine non si potranno evitare le quote giornaliere. L’esempio da seguire è quello del lago di Braies.

Il turismo ha una parte importante nella prosperità dell’Alto Adige, e noi vogliamo che continui ad averla. Ciò richiede il consenso e la collaborazione della popolazione: diversamente, l’ospitalità che caratterizza la nostra provincia è a rischio. L’inquinamento acustico e ambientale deve quindi essere limitato. La Provincia dispone degli strumenti necessari: dobbiamo servircene.

Il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano incarica pertanto la Giunta provinciale:

  1. d’istituire immediatamente il gruppo di lavoro “Passi”, previsto dal progetto Dolomiti Low Emission Zone, con le amministrazioni locali di Arabba, Selva di val Gardena, Corvara, Canazei, Badia, San Martino in Badia e Funes, affinché le misure possano aver effetto il prima possibile
  2. di vietare nei mesi estivi (da maggio a ottobre) l’accesso di moto particolarmente rumorose (a partire da 95 dB di rumore da ferme) a tutte le strade dolomitiche e di valico;
  3. di rinunciare esplicitamente a campagne turistiche incentrate sull’attrarre motociclisti e motocicliste, e di non concedere finanziamenti pubblici di qualsiasi tipo per tali campagne;
  4. di potenziare fortemente i controlli della velocità e del rumore sulle strade di valico nei mesi estivi;
  5. di elaborare un programma per il contingentamento del turismo (giornaliero), che preveda che solo un certo numero di veicoli a motore possa entrare nelle località di maggior interesse turistico, precisamente definite (esentando i/le residenti e chiunque debba utilizzare le strade per lavoro);
  6. . di elaborare un programma per contenere il turismo giornaliero con veicolo proprio, coinvolgendo il settore turistico, il marketing, il trasporto pubblico, i Comuni e le associazioni ambientaliste.

Bolzano, 19.05.2023

f.to consiglieri provinciali

Brigitte Foppa

Riccardo Dello Sbarba

Hanspeter Staffler

COMUNICATO STAMPA.

Il 20 maggio si celebra la Giornata mondiale delle api e anche in Sudtirolo, oltre alle laboriose api mellifere, esistono oltre 500 specie di api selvatiche, che insieme forniscono alle nostre colture e alle piante selvatiche un’inestimabile opera di impollinazione. Le api sono quindi veri e propri insetti benefici.

Ma le api selvatiche e le api mellifere sono molto più di questo: sono rivelatori di inquinamento ambientale. Le tossine ambientali, come i pesticidi, colpiscono tutte le api. Mentre quando le colonie di api mellifere si indeboliscono o addirittura muoiono la cosa viene notata e denunciata dagli apicoltori, la moria di api selvatiche indotta dai pesticidi avviene in sordina e spesso inosservata.

Secondo le statistiche dell’ISPRA, l’Alto Adige ha un tasso di mortalità delle colonie di api insolitamente alto rispetto al resto dell’Italia. E anche le popolazioni di api selvatiche stanno diminuendo drasticamente da anni. Fatto che viene notato solo dagli esperti.

Cosa possiamo fare contro la mortalità delle api? La frutticoltura intensiva dovrebbe creare il cinque per cento di aree di compensazione ecologica sulle zone coltivate (come indicato nelle linee guida AGRIOS) e ridurre l’uso di pesticidi, nei giardini di casa dovremmo creare un angolo selvatico dove possano crescere erbe e arbusti, e sui balconi sono utili i cosiddetti “hotel degli insetti”.

“Se agiamo insieme, grandi aziende agricole e singole/i cittadine/i, possiamo fare molto per le api, siano esse selvatiche o mellifere”, afferma Hanspeter Staffler.

In questa legislatura, il Gruppo Verde ha pubblicato un opuscolo con delle indicazioni molto chiare e concrete su cosa possiamo fare per le api, gli insetti e per andare con decisione verso una svolta ecologica. La potete scaricare qui. 

Bolzano, 20.5.2023

Cons. prov.
Hanspeter Staffler
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba