MOZIONE.

Viviamo in tempi caldi, nel senso letterale della parola. Ormai anche la nostra provincia è interessata da eventi meteorologici estremi. Mesi di siccità si alternano a piogge torrenziali che causano situazioni di emergenza. Inoltre le temperature sono in aumento. Le estati sono sempre più calde. Stando al Rapporto sul clima Alto Adige 2018, dagli anni ’60 la temperatura nella nostra provincia è aumentata complessivamente di 1,5 gradi centigradi. A Bolzano e Bressanone, dagli anni ’60 la temperatura estiva è addirittura aumentata di 3 gradi. Insomma, la calura estiva nelle città è diventata un problema anche dal punto di vista sanitario, per le persone anziane, ma non solo. Spesso nemmeno nelle ore serali arriva un po’ di refrigerio, dato che le cosiddette “notti tropicali” sono in costante aumento. Questo fenomeno ci accompagnerà nei prossimi anni a causa dei cambiamenti climatici. Questo scenario su larga scala può essere contrastato soltanto con interventi di grande portata. La drastica riduzione delle emissioni di gas serra, la produzione di energia da fonti alternative, ecc., devono entrare a far parte dell’agenda politica.

Parallelamente, è necessario sviluppare programmi che tengano conto della necessità di adattarsi al riscaldamento globale e affrontino questo problema. È necessario far fronte ai disagi che ci attendono e che già si stanno manifestando sia su larga scala che “nel piccolo”.

Un intervento in tal senso è rappresentato dall’inverdimento delle città. Le piante svolgono una funzione rinfrescante sull’ambiente circostante. Inoltre esse migliorano la qualità dell’aria, anche se  questo effetto positivo non funziona in modo così semplice e immediato come spesso si crede. In ogni caso, l’inverdimento dei centri urbani ha un duplice effetto positivo. Se poi consideriamo anche l’aspetto estetico ed emotivo, possiamo parlare di un triplice effetto.

Quando pensiamo al verde, immaginiamo innanzitutto il classico tipo di verde orizzontale: parchi, giardini, prati, boschi, ecc. sono di fondamentale importanza e garantiscono una migliore qualità della vita alla popolazione che usufruisce delle oasi verdi della città. Da questo punto di vista, se si mettono a confronto le principali città europee, si notano subito delle grandi differenze: ad esempio, secondo il World City Culture Forum, più del 45% della superficie di Vienna è costituito da spazi verdi pubblici, mentre Parigi ha meno del 10% di parchi e giardini pubblici e Istanbul solo il 2% (dati del 2013 e 2014).

Nei centri urbani della nostra provincia non mancano gli spazi verdi pubblici. Secondo il piano del verde del Comune di Bolzano, ad esempio, due terzi della superficie del capoluogo sono costituiti da zone verdi che vanno salvaguardate. Infatti la trasformazione dei terreni agricoli in zone edificabili rischia di provocare una crescente impermeabilizzazione del suolo. In breve, ciò significa che gli spazi verdi all’interno della città vanno tutelati e ampliati. Lo stesso vale, in misura analoga, anche per altri grandi Comuni della provincia di Bolzano. Questo perché le valli alpine sono particolarmente esposte alla diffusione degli inquinanti atmosferici. La provincia di Bolzano presenta pertanto un’elevata concentrazione di ossidi di azoto, polveri, monossido di carbonio, ecc. (fonte: Azienda sanitaria dell’Alto Adige). Ciò significa che il verde non è mai abbastanza per mitigare gli effetti nocivi dei gas di scarico in combinazione con le temperature elevate.

Per diffondere il più possibile il verde in città, si possono utilizzare non solo le superfici orizzontali, ma anche quelle verticali. Così è stato fatto a Città del Messico. Questa gigantesca metropoli è da anni alle prese con il traffico, che causa disagi alla popolazione. Per questo motivo, nel 2016, è stato avviato il progetto “Via Verde”. Un architetto ha avuto l’idea di inverdire con piante particolari i pilastri di cemento che sostengono la circonvallazione della città. Queste piante dovrebbero filtrare l’aria e neutralizzare in particolare i gas di scarico. L’obiettivo era quello di inverdire 1.000 pilastri di cemento per una superficie totale di 60.000 metri quadrati. Il progetto è stato attuato e il risultato è stato un miglioramento anche dal punto di vista estetico.

Del progetto si è parlato molto e in termini positivi nei media. Ma non sono nemmeno mancate le critiche. Ad esempio, il britannico Guardian ha fatto notare che il verde verticale non sostituisce i parchi, i boschi e le aree verdi con la loro funzione ricreativa. Sempre in chiave critica, va inoltre sottolineato che la trasformazione della CO2 in ossigeno è un processo molto complesso, che non tutti i tipi di piante sono in grado di svolgere, come invece sostengono i gestori del progetto “Via Verde”. Questo per dire che il “verde verticale” non deve in alcun modo essere inteso come un sostituto del “verde orizzontale”. Si tratta piuttosto di un ulteriore ausilio che non può e non deve mai sostituirsi al verde primario, cioè agli alberi, ai parchi, ecc.

Anche la provincia di Bolzano potrebbe beneficiare degli effetti positivi che ne derivano: infatti la nostra provincia è attraversata da un’autostrada interregionale e da una superstrada, oltre che da numerose strade statali e da varie altre arterie urbane ad alta densità di traffico. Per questo motivo l’Alto Adige è un territorio che si presta particolarmente bene all’inverdimento verticale. Ne beneficerebbero soprattutto gli abitanti dei centri urbani. Infatti le città risentono in modo particolare dei gas di scarico e delle alte temperature in estate. I Comuni minori sono spesso protetti da boschi e parchi facilmente accessibili, che fungono da zone ricreative. Inoltre, nei paesini e nelle valli ad alta quota il calore non si accumula come nei centri urbani situati a valle. Il verde verticale potrebbe quindi essere una buona soluzione soprattutto per i maggiori centri della provincia.

Per questi motivi il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano incarica la Giunta provinciale

  1. di avviare un progetto pilota che preveda l’inverdimento di pilastri e muri di cemento in prossimità di strade ad alta densità di traffico, sul modello di Città del Messico, in collaborazione con i Comuni interessati di Bolzano, Merano, Bressanone, Vipiteno, Brunico e Laives;
  2. di utilizzare, per l’inverdimento, soprattutto piante adatte a migliorare la qualità dell’aria;

Bolzano, 26/07/2022

Consiglieri provinciali

Brigitte Foppa

Hanspeter Staffler

Riccardo Dello Sbarba

COMUNICATO STAMPA.

L’assestamento di bilancio è gravemente squilibrato: favoriti sono i contributi per l’economia (35 milioni), il turismo (14 milioni), l’agricoltura, la viabilità rurale (70 milioni) e la costruzione di strade e funivie (50 milioni).

La dotazione per l’edilizia abitativa è stata aumentata (23 milioni), il che però corrisponde all’incirca all’attuale tasso di inflazione nel settore edilizio, di conseguenza la costruzione di nuovi alloggi sociali sarà minimale.

Un boccone amaro per il consiglio provinciale è l’aumento del fondo di riserva per la giunta che avrà a disposizione un totale di 250 milioni. Questi flussi di denaro non saranno tracciabili per il consiglio stesso. La destinazione di questi fondi è sconosciuta: sarà lo sviluppo economico, il turismo, la costruzione di strade o anche il sociale?

E ancora una volta, i e le dipendenti pubblici, insegnanti, gli infermieri/e e i dipendenti provinciali e comunali vengono lasciati con a bocca asciutta. Per l’ennesima volta si è persa l’occasione per stanziare fondi per i contratti collettivi.

“Tutto sommato, la tendenza favorevole alle imprese del governo Kompatscher viene proseguita, sanità e sociale sono coperti, ma i e le dipendenti pubblici/che non ricevono alcuna compensazione finanziaria per la perdita di salario reale che hanno subito”, affermano i consiglieri provinciali dei Verdi.

 

BZ, 27.07.2022

Cons. prov.
Hanspeter Staffler
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba

ANFRAGE ZUR SCHRIFTLICHEN BEANTWORTUNG.

Jüngst hat die Grüne Fraktion im Landtag eine Anfrage mit dem Titel „Weggeworfene Milchprodukte“ (54-07-2022) gestellt. In der Antwort hat der zuständige Landesrat uns mitgeteilt, dass er hierzu keine Zahlen gebe. In Zeiten, in denen Lebensmittelverschwendung zu einem immer größeren Problem wird, verwundert diese Antwort doch einigermaßen. Noch dazu wo wir in Südtirol ein Gesetz haben, das Lebensmittelverschwendung eindämmen will (LG 2018, Nr. 2) und das laut Aussagen des Landesrates nicht umgesetzt wird.

Daher richten wir folgende Fragen an die Landesregierung:

  1. Besteht das Bestreben, sich um genauere Daten zu den weggeworfenen Milchprodukten in Südtirols Milchhöfen zu bemühen?
    1. Falls ja, in welcher Form, falls nein, warum nicht?
  2. Sind im Zusammenhang mit dem LG 2018, Nr. für die Zukunft Maßnahmen zur Umsetzung geplant?
    1. Falls ja, welche und welchen Zeitrahmen hat man sich gesteckt?

Bozen, 26.07.2022

Landtagsabgeordnete

Brigitte Foppa

Riccardo Dello Sbarba

Hanspeter Staffler

Hier könnt ihr die Antwort der Landesregierung herunterladen.

ANFRAGE ZUR SCHRIFTLICHEN BEANTWORTUNG.

Am Schneeberg zwischen dem Passeier- und dem Ridnauntal wurde in knapp einem Jahrtausend Silber, Blei und Zink abgebaut. Das Gebiet erstreckt sich von Maiern in Ridnaun, durch das Lazzachertal hoch zur Schneebergscharte und hinüber ins Passeier zum Abbaugebiet des Schneeberges mit der Knappensiedlung St. Martin am Schneeberg. Im Jahre 1985 wurde der Bergbau im Schneeberg endgültig eingestellt und auf Beschluss der Südtiroler Landesregierung wurden die Anlagen des gesamten Bergwerkes Schneeberg zum Museum ausgebaut und als Teil des Landesbergbaumuseums der Öffentlichkeit zugänglich gemacht. Berichten zufolge wurden die Aufräumarbeiten am Schneeberg nicht fertiggestellt. So finden sich in den Wiesen beispielsweise Drähte, Seile, Eisenteile oder Ähnliches. Dies ist besonders für die Viehwirtschaft am Schneeberg ein großes Problem, da sich die Kühe an den Drähten verletzen.

Daher richten wir folgende Fragen an die Landesregierung:

  1. Wie sieht die derzeitige Situation am Schneeberg im Bezug auf herumliegende Überreste des aufgelassenen Bergwerks aus? Wir bitten um Auskunft über den Stand der Dinge.
  2. Ist der Südtiroler Landesregierung bewusst, dass er hier ein Problem gibt, und was gedenkt sie dagegen zu unternehmen?
  3. Warum wurden nach Schließung des Bergwerkes die Aufräumarbeiten nicht fertiggestellt? Denkt man dies nachzuholen?
  4. Kommt es aufgrund der Überreste aus dem Bergwerk zu Verletzungen von Mensch und Tier? Wie viel Fälle sind der Landesregierung bekannt?

Bozen, 25.07.2022

Landtagsabgeordnete

Hanspeter Staffler

Brigitte Foppa

Riccardo Dello Sbarba

COMUNICATO STAMPA.

La legge sul “limite ai letti turistici” arriva la prossima settimana in aula. Per noi Verdi è fondamentale la trasparenza e una legge senza eccezioni a gogò e privilegi di lobby. Perché l’obbiettivo è un turismo sostenibile ed equo per ospiti e residenti – e anche per chi di turismo vive! Nulla di più, ma anche nulla di meno.

 

  1. COSA PREVEDE LA LEGGE SCHULER E COSA È SUCCESSO IN 2 COMMISSIONE

Con l’intento di fissare un “Limite massimo” (“Obergrenze”) alla capacità ricettiva del turismo in Alto Adige, la legge presentata da Schuler all’interno dell’Omnibus prevedeva:

Una nuova procedura di autorizzazione per fissare un limite massimo alla capacità ricettiva.

Il limite massimo di posti letto veniva fissato cominciando da ogni singola impresa turistica: o sulla base della licenza, o, a scelta dell’impresa, in base al numero di ospiti effettivamente presenti nella struttura in un giorno a scelta dell’anno-record 2019.

La Provincia esaminava la richiesta del numero dei letti alla luce dei criteri fissati dalle norme di attuazione alla legge e in base a questi decide sul contingente assegnato ad ogni impresa turistica.

Il limite comunale era dato dalla somma del numero massimo di letti delle imprese turistiche nel comune. Il limite provinciale dalla somma del numero massino di letti per comune.

Attraverso questa procedura veniva assegnato un CONTINGENTE MASSIMO in termini di turisti ospitabili e letti utilizzabili. Entro fine 2022 questo contingente viene trascritto in una nuova licenza.

La 2. Commissione ha bocciato questa proposta col voto dei componenti dell’ala contadina sia della Svp (Locher e Vallazza) che dell’opposizione (Leiter Reber e Faistnauer). La legge approvata dalla commissione prevede semplicemente la compitazione di una statistica su quanti letti ci siano in Sudtirolo e rimanda a un secondo momento la valutazione se e come serva un limite.

 

  1. LA POSIZIONE DEI VERDI E L’EMENDAMENTO CONCORDATO CON SCHULER

Per i Verdi il punto più critico sono le norme di attuazione a cui rimanda la legge: è da queste che dipenderà infatti se il limite sarà efficace ed equo, oppure se – tra ricatti di lobby ed eccezioni a gogò – si avrà una moltiplicazione di letti. Le norme di attuazione non possono essere delegate solo alla Giunta provinciale, chiedendo al consiglio di firmare una cambiale in bianco.

Per questo abbiamo chiesto che venga previsto in legge che le norme di attuazione siano sottoposte al parere obbligatorio del Consiglio provinciale, che consente un dibattito pubblico e trasparente. L’assessore Schuler e l’assessora Hochgruber Kuenzer hanno accettato queste proposte di modifica, ma esse sono state respinte dal voto congiunto della identica Bauernfraktion: Locher, Vallazza, L. Reber E Faistnauer.

IL GRUPPO VERDE HA IMMEDIATAMENTE RIPRESENTATO GLI STESSI EMENDAMENTI PER L’AULA. Vedremo quale sarà la proposta della maggioranza e da qui decideremo il nostro voto.

 

  1. IL RISCHIO: DI DEROGA IN DEROGA, I LETTI SI MOLTIPLICANO

Da quanto anticipato dai media, ma anche da Schuler in commissione, il rischio è che di compromesso in compromesso la legge che doveva fissare un limite massimo ai posti letto si trasformi nel suo opposto: in una legge per la moltiplicazione dei posti letto.

 

ECCO ALCUNE DELLE ECCEZIONI DI CUI SI PARLA:

  1. Vengono riconosciuti tutti i “diritti acquisiti” per la realizzazione di nuovi letti, anche diritti vecchi di anni (non c’è limite) ma mai realizzati: si tratta di 10.000 letti in più, subito!
  2. È prevista la concessione di un “anticipo” di 8.000 nuovi letti da elargire, di cui 7.000 a disposizione dei comuni e 1.000 della Provincia. Da restituire in dieci anni: chi ci crede?
  1. Gli ospiti fino a 14 anni sono esclusi da qualsiasi limite, non vengono neanche contati per il contingente. Qui c’è margine per un’ulteriore “moltiplicazione” dei letti.
  1. È previsto un “regolamento transitorio” che apre le porte a nuove richieste di autorizzazione. Del resto, è già in corso un assalto ai comuni per comunicare l’inizio di nuove attività. In 6 mesi sono spuntati oltre 5.000 letti in più, di cui oltre 4.000 Airbnb, affittacamere e agriturismi (vedi Astat).
  1. Deroghe per gli agriturismi: con le eccezioni prospettate (masi a frutteto e vigneto da 1,5 a 6 ettari e TUTTI i masi di allevamento e foraggio), solo una piccolissima parte degli agriturismi verrà sottoposta al limite.
  1. Centri storici: nessun limite ai letti per gli esercizi ricettivi che si trovano in questi 1024 ettari (ex zone A). E’ scomparsa l’esclusione delle città a “tensione abitativa”, come Bolzano o Merano: tutti liberi anche qui!
  1. Letti dismessi: ci doveva essere un principio di redistribuzione solidale, col 50% che la Provincia avrebbe assegnato alle aree deboli. Adesso pare che solo 5% il vada alla Provincia e il 95% resta nei comuni. Vince la logica del più forte.

 

Se tutte le eccezioni venissero davvero inserite nei regolamenti attuativi, il numero di letti – oggi di 234.420 – rischierebbe di saltare in alto, oltre i 250.000 e forse toccare i 270.000! Per questo le eccezioni e le deroghe ci preoccupano: segnerebbero il fallimento dell’operazione “turismo sostenibile” della giunta provinciale.

 

  1. CONCLUSIONE: SERVE UNA BUONA LEGGE

Noi Verdi siamo stati i primi a proporre la discussione sui pericoli dell’”Eccesso di turismo” in Alto Adige e la necessità di un limite. Per questo non vogliono che questo primo tentativo, pur parziale, fallisca.

Ci siamo impegnati in commissione, e ci impegneremo in aula, per una legge efficace, equa e lungimirante.

 

BZ, 22.07.2022

Cons. prov.

Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa
Hanspeter Staffler

 

Qui la relazione di minoranza.

ANFRAGE ZUR SCHRIFTLICHEN BEANTWORTUNG.

Sonnenenergie zu nutzen ist nicht nur klimafreundlich, sondern auch ein Schritt in Richtung Unabhängigkeit von Öl- und Gaslieferungen. Deshalb testen derzeit Pilotprojekte in Italien und Deutschland die Idee, Photovoltaik-Module zwischen Eisenbahnschienen zu verbauen. Diese Herangehensweise schlägt somit mehrere Fliegen mit einer Klappe: Einerseits dienen die Eisenbahnschienen dadurch nicht mehr nur den Zügen selbst, sondern es kann zugleich Energie aus erneuerbaren Quellen gewonnen werden. Das Besondere daran ist aber, dass keine zusätzlichen Flächen für die Erzeugung von erneuerbaren Energien versiegelt werden müssen. Das ist wichtig, weil die Bodenversiegelung ein großes Problem darstellt und jegliche unnötige Versiegelung vermieden werden soll. Das Verbauen der Photovoltaik-Module an den Eisenbahnschienen würde somit nicht nur einen großen Schritt in Richtung Klimaneutralität bedeuten, sondern durch den Ausbau erneuerbarer Energien auch einen wichtigen Beitrag zur Energieautonomie leisten.

Daher richten wir folgende Fragen an die Landesregierung:

  1. Welche konkreten Initiativen hat die Landesregierung zwecks verstärkter Nutzung von öffentlichen Photovoltaik-Anlagen zur Stromerzeugung in Südtirol bislang gesetzt?
  2. Zu welchen Erkenntnissen ist die Landesregierung im Rahmen des etwaigen Betriebs vorgenannter Anlagen (z.B. Hebung weiterer Potentiale, Skalierbarkeit bestehender Anlagen) gekommen?
  3. Welche Initiativen möchte Die Landesregierung zukünftig setzen?
  4. Wie viel Strom wird zurzeit in Südtirol durch öffentliche Photovoltaikanlagen gewonnen?
    1. Was macht das anteilig an der gesamten Stromproduktion im Land aus?
  5. Wurden bereits Studien o.Ä. zur Erhebung des Ausbau- und/oder Neuinstallationspotentials von öffentlichen PV-Anlagen in Südtirol durchgeführt?
    1. Falls ja, wie groß ist deren Ausbaupotential (umfassend den Verweis, auf welchen Flächen Potential besteht)?
  6. Wurde in der Vergangenheit bereits geprüft, inwieweit das Bahnnetz für die Stromgewinnung mittels Photovoltaikanlagen verwendet werden könnte, und zu welchen Ergebnissen ist man gekommen?

Bozen, 21.07.2022

Landtagsabgeordnete

Brigitte Foppa

Hanspeter Staffler

Riccardo Dello Sbarba

Hier könnt ihr die Antwort der Landesregierung herunterladen.

ANFRAGE ZUR SCHRIFTLICHEN BEANTWORTUNG.

Wir müssen nachhaltiger werden, und das auch beim Essen. Das ist zumindest theoretisch mittlerweile jedem und jeder klar: Weg vom täglichen Fleischkonsum und gewissen tierischen Produkten, hin zu einer pflanzlichen Ernährung. Dies bedeutet nicht, dass alle Menschen Vegetarier:innen werden müssen. Doch an einem bewussteren Umgang mit Fleisch (vielleicht in Form der Rückkehr zum Sonntagsbraten?) und mit Lebensmitteln im allgemeinen führt kein Weg vorbei.

Südtirol hätte ein großes Potenzial, die Bevölkerung mit hochwertigen Lebensmitteln zu versorgen, die vor Ort nach den Prinzipien einer nachhaltigen Landwirtschaft produziert werden. Ziel wäre es, Landwirte zu fördern, welche die nähere Umgebung mit hochwertigen Produkten beliefern, damit lange Transportwege vermieden werden und der Konsument eine 100-prozentige Sicherheit darüber hat, woher die Lebensmittel stammen und wie sie produziert werden. Damit würde auch der Massentierhaltung und der weltweiten Abhängigkeit von Konzernen im Lebensmittelsektor Vorschub geleistet.

Dies setzt die Förderungen von lokalen Produzent:innen voraus. Je mehr hier die „Kleinen“ unterstützt werden, desto mehr beugt man dem (nicht sehr nachhaltigen) Phänomen vor, dass wenige Große den Markt dominieren.

In Südtirol werden kleine Anbieter und Produzentinnen, welche die lokale Versorgung mit qualitativ hochwertigen Produkten aus Südtirol übernehmen könnten, zu wenig unterstützt und die Gesamtkosten für die Produktion, den Vertrieb und das Marketing fallen bei kleinen Anbietern schwer ins Gewicht. In der Vermarktung ihrer Produkte tun sie sich generell schwer.

Das Südtiroler Gütesiegel könnte diesen Produzenten mehr Sichtbarkeit am Markt bieten. Allerdings sind die Qualitätskontrollen teuer und für kleine Produzentinnen nicht erschwinglich. Der Preis für die Kontrollen ist einheitlich geregelt und für alle, ungeachtet ihrer Größe, gleich. Selbiges gilt für das Biosiegel.

Gemüse und Nischenprodukte aus Südtirol wie Kräuter, Getreide, Mais, Microgreens usw. viel mehr als eigenständige Branche mit eigenen Bedürfnissen wahrzunehmen, würde vieles erleichtern.

Zudem braucht es für jene, die einen sanften Weg in der Lebensmittelproduktion einschlagen wollen, gezielte Unterstützung. Denn die Nachhaltigkeit des Essens für unsere Gesundheit ist zu wichtig, um sie nicht gezielt zu fördern. Zudem würde das Image von Südtirol als Qualitätsland (nicht nur für Wein ) generell steigen.

Daher richten wir folgende Fragen an die Landesregierung:

  1. Aus welchem Grund gibt es keine Unterscheidung zwischen kleinen und großen Produzent:innen bei den Preisen für die Kontrollen zu den Südtiroler Qualitätsprodukten mit dem Gütesiegel bzw. mit dem Biosiegel?
    1. Gedenkt man, bei diesen beiden Siegeln eine Preisanpassung für kleine Anbieter:innen vorzunehmen?
    2. Falls ja, wann wird das der Fall sein?
    3. Falls nein, warum nicht?
  2. Entspricht es den Tatsachen, dass Gemüseanbauer:innen gleich viel für Wasser wie für das Abwasser zahlen, im Unterschied zur Viehwirtschaft?
    1. Falls ja, aus welchem Grund?
    2. Falls zutreffend, gedenkt man hier eine Anpassung vorzunehmen?
    3. Falls zutreffend, wann und wenn nein, warum nicht?
  3. Welche Förderungen sieht die Südtiroler Landesverwaltung für kleine Produzent:innen vor für die Produktion, das Marketing, den Verkauf und Vertrieb von Südtiroler Produkten?
  4. Gibt es zusätzliche Förderungen für jene, die einen nachhaltigen Weg gehen (keinen Pflanzenschutz, sortenreines Saatgut, Förderung der Biodiversität, kurze Transportwege usw.)?
  5. Welche Formen der Beratung gibt es für Neustarter:innen?
  6. Welche Maßnahmen setzt das Land, um lokal-regionale Liefer- und Versorgungssysteme zu entwickeln und die bäuerliche Bio-Landwirtschaft zu fördern?
  7. Welche EU-Fördertöpfe und Töpfe aus der Provinz bzw. der Region Trentino-Südtirol gibt es, um die lokalen Kreisläufe zu stärken?

Bozen, 30.06.2022

Landtagsabgeordnete

Brigitte Foppa

Riccardo Dello Sbarba

Hanspeter Staffler

Hier könnt hier die Antwort der Landesregierung nachlesen.

ANFRAGE ZUR SCHRIFTLICHEN BEANTWORTUNG.

Auch die russischen Gaslieferungen für Italien werden knapper. Nun haben wir gerade das meteorologische Glück des Sommers auf unserer Seite, doch auch dieser wird einmal zu Ende gehen. Die Erstellung eines Notfallplans ist von äußerer Wichtigkeit und Dringlichkeit.

Daher richten wir folgende Fragen an die Landesregierung:

  1. Wie ist es um die Südtiroler Energiereserven bestellt? Wie knapp werden diese in den kommenden Monaten?
  2. Wie viel russisches Gas wurde nach Südtirol importiert und wie wird dieses künftig ersetzt werden?
  3. Hat die Südtiroler Landesregierung einen Notfallplan für eine eventuelle Energiekrise im kommenden Winter? Wie sieht dieser aus?
  4. Wird die Landesregierung eigene Verhandlungen für die Deckung der Energie im kommenden Winter anstrengen? Wenn ja, mit wem und in welchem Ausmaß?
  5. Wird Südtirol vom staatlichen Energienotfallplan komplett mitgedeckt sein?

Bozen, 15.07.2022

Landtagsabgeordnete

Brigitte Foppa

Riccardo Dello Sbarba

Hanspeter Staffler

Hier könnt ihr die Antwort und die Anlagen dazu nachlesen.

ANFRAGE ZUR SCHRIFTLICHEN BEANTWORTUNG.

Riguardo al megaprogetto della A22 all’uscita di Egna, presentato recentemente a una assemblea cittadina a Termeno, i Verdi hanno presentato una seconda interrogazione. L’ampliamento del parcheggio, con possibilità di pernottamento per 100 camion, pensato e progettato senza il confronto e il coinvolgimento della popolazione dei comuni vicini, fa sorgere tanti dubbi e domande.

In Tramin fand jüngst eine Bürgerversammlung statt, bei der die Anwesenden über die Pläne der A22 im Unterland unterrichtet werden sollten. Unterrichtet scheint das passende Wort, denn bei der Versammlung schien bereits alles entschieden: In Neumarkt soll ein Fernlasterparkplatz samt Unterkünften für 100 LKW gebaut werden. Dieser ist bereits im Projekt für das Erlangen einer Konzession eingetragen. Die Grüne Fraktion im Landtag hatte jüngst eine Anfrage dazu gemacht. Die Landesregierung „wusste“ interessanterweise „nichts“ über das Mega-Projekt, über das andererseits in einer Anfrage der Freiheitlichen ausführlich Auskunft erteilt wird.

Zusätzlich soll auch die so genannte „dynamische dritte Spur“ zwischen Verona und Bozen eingerichtet werden. Darüber hinaus soll zwischen Bozen und Brenner eine „intensive Digitalisierung“ stattfinden. Die dynamische dritte Spur ist nichts anderes als die (temporäre) Freigabe des Pannenstreifens für den Verkehr.

Gerechtfertigt wird das alles mit …der „Nachhaltigkeit“ samt UN-Nachhaltigkeitszielen. Nun muss die vielbeschworene Nachhaltigkeit in den letzten Jahren für doch einiges herhalten. Dass die Potenzierung des Autoverkehrs (!) samt Riesenbauprojekte für Fernlaster nun aber auch unter das Dach der Nachhaltigkeit einziehen, ist wirklich bemerkenswert.

Daher richten wir folgende Fragen an die Landesregierung:

  1. Wie nimmt die Landesregierung zum geplanten Parkplatz für 100 Fernlaster in Neumarkt/Tramin Stellung?
  2. Wie rechtfertigt man die Planung eines solchen Mega-Projektes ohne die Einbeziehung der Bevölkerung und deren unmittelbaren Vertreter:innen, der Gemeinderät:innen der Gemeinden Neumarkt, Tramin und Auer?
  3. An welchem Punkt ist die Planung des Projektes?
  4. Wie wird das Projekt finanziert?
  5. Gibt es bereits einen Finanzierungsplan?
  6. Wann und für welchen Zeitraum wird die „dynamische dritte Spur“ zwischen Verona und Bozen in Betrieb genommen?
  7. Wie genau passt die dynamische dritte Spur in die Strategie der Nachhaltigkeit? Wir bitten um eine detaillierte Begründung mit Bezugnahme auf die Nachhaltigkeitsziele und insbesondere des Ziels der Reduzierung des motorisierten Verkehrs.
  8. Was sieht die „intensive Digitalisierung“ der A22 zwischen Bozen und Brenner konkret vor?
  9. Wurden Umweltverbände zu den Plänen des Parkplatzes konsultiert? Wie stufen diese die Nachhaltigkeit des Projektes ein?
  10. Wieso gab die Landesregierung gegenüber der Grünen Fraktion an, vom Projekt nichts zu wissen (siehe Aktuelle Anfrage der Grünen Fraktion Nr. 10 / Mai 2022) während der Fraktion der Freiheitlichen bereitwillig Auskunft erteilt wurde (Anfrage 2082/2022)?

Bozen, 14.07.2022

Landtagsabgeordnete

Brigitte Foppa

Riccardo Dello Sbarba

Hanspeter Staffler

COMUNICATO STAMPA.

Pochi giorni fa ci è arrivata la risposta sul traffico nelle circonvallazioni in Bassa Atesina. Dopo la diminuzione drastica del 2020 dovuta a covid e lockdown i dati sono tornati ai livelli del 2019. Come sosteniamo da sempre, le circonvallazioni non producono un calo del traffico, lo spostano soltanto. Per diminuire il traffico urgono altre strategie e decisioni coraggiose.

Le circonvallazioni non sono la panacea del traffico e dell’inquinamento. Danno un sollievo immediato per i centri abitati, ma i dati dimostrano che spostare il traffico non significa ridurlo. Anzi, ogni nuova circonvallazione ha fatto aumentare il numero dei passaggi di automobili. Lo rilevano chiaramente i dati che ci sono arrivati grazie a una nostra interrogazione. Dal 2013, anno in cui hanno aperto le varianti, a Ora e Laives, il traffico ha subito un aumento costante, fino al lockdown del 2020. Ora il ritmo è tornato a pieno regime e i dati sono risaliti allo status quo del 2019.

Nuove strade portano a più traffico, più traffico significa più inquinamento e più pericolo per la salute pubblica. Nella seduta di Consiglio provinciale a fine giugno è stata approvata all’unanimità la mozione verde per portare in Consiglio i risultati di uno studio sulla correlazione tra salute e inquinamento sull’asse del Brennero. Questo passo serve per pensare a delle misure concrete. Noi Verdi Grüne Verc sosteniamo che le cose devono cambiare più in fretta!

Se la Giunta punta sul serio a una svolta sostenibile della nostra provincia, diminuire il traffico di auto e camion deve diventare una priorità. “È anni, ormai quasi decenni, che chiediamo di passare dalle parole ai fatti. Le proposte ci sono, mancano solo decisioni coraggiose” afferma Brigitte Foppa prima firmataria dell’interrogazione. A livello transregionale, insieme a Trentino e Tirolo sono già state approvate diverse misure proposte dal Gruppo Verde, che però fino a ora sono rimaste lettera morta. Alcuni esempi: una strategia comune per l’asse del Brennero, l’inserimento della borsa dei transiti alpini, abbassare decisamente i limiti di velocità, trasferire su rotaia il traffico delle merci.

Se questa Giunta vuole puntare sulla sostenibilità noi Verdi siamo a favore, basta che non siano però solo parole vuote.

Bolzano, 13/07/2022

Cons. prov.
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba
Hanspeter Staffler

Qui trovate due grafici con il volume di traffico dal 2002 al 2022 in Bassa Atesina – con e senza la A22.