La caserma di Silandro era diventata un luogo di creatività, cultura e lavoro per tante e tanti giovani di tutta la Venosta. Questa notte, con un’operazione a sorpresa, sono iniziati i lavori di abbattimento. In una interrogazione alla Giunta provinciale il Gruppo Verde chiede spiegazioni.

Anfrage zur aktuellen Fragestunde.

Die seit dem Abzug des Heeres leerstehende und unbenutzte Kaserne in Schlanders hat in den letzten Jahren eine positive Entwicklung erfahren. Dank vielseitigen Engagements bot die Kaserne Kreativwerkstätten, Co-Working-Spaces und vielem mehr eine Heimat. Diese Projekte waren nicht nur für Schlanders, sondern für den gesamten Vinschgau ein Gewinn. Nun wurde die Kaserne in einer Nacht-und-Nebelaktion in den frühesten Morgenstunden des 5. Oktober mit Polizeischutz abgerissen. Viele Bürger:innen hat nicht nur der Abriss selbst, sondern auch diese Vorgehensweise geschockt.

Daher richten wir folgende Fragen an die Landesregierung:

  1. Inwiefern gefährdete die Kaserne die „öffentliche Sicherheit“ (siehe Abbruchverfügung)?
  2. Welche Institutionen (Gemeinderat, Landesregierung, Ämter, etc.) waren darüber informiert?
  3. Aus welchem Grund wurde der Abbruch nicht öffentlich kommuniziert?
  4. Aus welchem Grund begannen die Abbrucharbeiten um 4 Uhr morgens?
  5. Aus welchem Grund benötigten die Abbrucharbeiten Polizeischutz?
  6. Aus welchem Grund wurde der Abbruch trotz einer aktuell stattfindenden bauhistorischen Untersuchung und einer Absprache mit dem Bürgermeister verfügt?
  7. Was möchte die Landesregierung angesichts der nicht eingehaltenen Vereinbarung unternehmen?
  8. Gibt es bereits geplante Projekte für das Areal? Wenn ja welche?

 

Bozen, 05.10.2022

Landtagsabgeordnete

Hanspeter Staffler
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba

COMUNICATO STAMPA.

Nella nostra provincia non si è mai vista una cosa simile: mercoledì, nel cuore della notte, le ruspe sono arrivate a Silandro, accompagnate dalla polizia, e hanno demolito l’edificio principale della caserma. La strana procedura indica che il sindaco del comune di Silandro ha voluto mettere tutti davanti al fatto compiuto per far passare senza troppi problemi un enorme progetto immobiliare. Si tratta di uno scandalo incredibile e di una enorme delusione per tutte/i le/i giovani che hanno scoperto l’area delle caserme come luogo di vita e di lavoro per sé e per l’intera Val Venosta.

“Quello che sta accadendo a Silandro in questo momento è uno scandalo. Vorrei sapere chi è responsabile di questa azione terribile”, afferma Hanspeter Staffler dei Verdi, che tre settimane fa ha presentato un’interrogazione alla Giunta provinciale proprio sull’area della caserma. “Forse la giunta provinciale e il comune di Silandro avevano paura di una possibile resistenza e hanno voluto mettere tutti davanti al fatto compiuto nel modo più brutale e inimmaginabile”.

Bolzano, 05/10/2022

Landtagsabgeordnete

Hanspeter Staffler

Brigitte Foppa

Riccardo Dello Sbarba

COMUNICATO STAMPA.

L’Alto Adige attendeva da tempo una riforma del settore abitativo. L’abitazione è diventata la voce più costosa della vita. Molti giovani non possono permettersi di lasciare la casa dei genitori. Le famiglie si indebitano.

Alla luce di questo si aspetta da tempo che la Provincia faccia i compiti nel settore dell’edilizia abitativa. Purtroppo, questo non sta accadendo, almeno in una prospettiva generale. I programmi di costruzione si sono in gran parte arenati. Nell’estate 2022 l’edilizia sociale è stata scorporata e regolamentata in una nuova legge, che non risolverà la situazione, ma semmai la aggraverà.

Anche nel settore dell’edilizia sovvenzionata sono ancora molte le questioni aperte. Ai suoi tempi, l’assessore Tommasini annunciava ogni anno una riforma, che però non si concretizzava mai. Eppure, sarebbe urgente rivedere, ordinare e semplificare la legge sugli alloggi n. 13 del 1998 la quale dopo numerosi emendamenti è diventata terribilmente incomprensibile e impenetrabile. Il compito della riforma si è quindi protratto nell’era Deeg. Esistono infatti varie bozze di riforma, con aspetti anche interessanti e moderni.

Nel frattempo, tutto è cambiato di nuovo. Oggi, lunedì 3.10.2022, su incarico dell’assessora il consigliere Renzler ha portato in commissione legislativa una piccola revisione della legge sugli alloggi. Non si tratta assolutamente di una semplificazione o di una ridefinizione dell’intera materia, ma di alcuni adattamenti alla nuova legge sull’urbanistica. Lo scioglimento del vincolo sociale (dal 2016 limitato a 10 anni, il che non può essere nell’interesse del bene comune) viene facilitato. Verrà istituito un fondo di garanzia per rimborsare i proprietari di casa per eventuali mancati pagamenti (sarebbe meglio aiutare gli inquilini che diventano morosi senza averne colpa). Inoltre, sono state presentate diverse proposte dell’assessora Deeg, che prevedono ulteriori aggiustamenti, tra cui la “forzata” designazione di terreni edificabili per l’edilizia agevolata (cosa che è sicuramente importante. Non a caso è stata fortemente osteggiata dal Consiglio dei Comuni).  Sulla “Lex Anti Vallazza” la maggioranza ha continuato a lavorare e a discutere internamente. E sembra che si sia arrivata anche al conflitto. Alle 15.15 la seduta è stata aggiornata al 18/10.

Nel complesso, una giornata deludente. La riforma abitativa in Alto Adige rimane una lunga storia di annunci senza soluzione. Se oggi un appartamento (sovvenzionato) in una casa a schiera situata in un comune di medie dimensioni costa 600.000 Euro, allora molte cose non sono andate come avrebbero dovuto. Vediamo ora come la maggioranza uscirà dal caos che le si è creato dentro un’altra volta.

Bolzano, 03/10/2022

Cons. prov.
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba
Hanspeter Staffler

MOZIONE.

La plastica è un pratico materiale da imballaggio e funge da base per la produzione di contenitori e recipienti di ogni tipo. Ma soprattutto, la plastica rappresenta un grande problema. Gli oceani sono pieni di materiale da imballaggio, le microplastiche sono presenti nelle nostre acque e, di conseguenza, ogni settimana ciascuno e ciascuna di noi ingerisce una quantità di plastica equivalente all’incirca a quella contenuta in una carta di credito (questo dato è stato recentemente confermato da una ricerca condotta in Austria).

Nell’affrontare queste problematiche, la soluzione a cui viene spontaneo pensare è sempre una sola: la parola magica è “riciclaggio”. La legge tedesca sull’economia circolare definisce il riciclaggio come “qualsiasi processo di recupero attraverso il quale i rifiuti vengono rielaborati per realizzare prodotti, materiali o sostanze destinati allo scopo originario o ad altri scopi”. L’obiettivo è quello di rendere i prodotti gettati via nuovamente utilizzabili per il loro scopo originario. Se il prodotto subisce una perdita qualitativa dovuta ai processi ai quali viene sottoposto dopo essere stato gettato via, si parla di “downcycling”. Ciò avviene soprattutto nel caso delle materie plastiche che, anche se sottoposte a processi di riciclaggio, non possono più essere riportate alla loro forma originale.

Nella nostra società il termine “riciclaggio” ha una connotazione positiva, perché suggerisce che si realizzino nuovi prodotti equivalenti utilizzando materiali vecchi ricavati dai rifiuti. In alcuni casi ciò corrisponde alla realtà, ad esempio nel caso della carta, il cui riciclaggio è un processo relativamente semplice. Il riciclo della plastica, tuttavia, presenta delle insidie, che verranno illustrate più avanti. Di fatto il termine “riciclaggio” tranquillizza i consumatori e le consumatrici, suggerendo loro che la bottiglia di plastica acquistata non inquina l’ambiente dopo essere stata gettata, ma “rinasce” come nuova bottiglia di plastica e rimane così in circolazione. Ciò in teoria può sembrare convincente, ma la realtà è un’altra.

I dati degli ultimi anni indicano che solo il 14% della plastica gettata viene raccolta per il riciclo e che solo il 5% della plastica riciclata viene reimmessa nel ciclo (cfr. ad esempio www.mdpi.com/2313- 4321/6/1/12/htm). Si tratta di una percentuale piuttosto esigua, vista l’enorme montagna di plastica che ogni consumatore e consumatrice produce costantemente.

La domanda da porsi è la seguente: che ne è della plastica che non viene riciclata? Essa finisce in gran parte nell’industria, soprattutto nei cementifici, dove viene impiegata come combustibile (https://bit.ly/3AzQBI9). Se prima queste industrie dovevano acquistare a caro prezzo il combustibile di cui avevano bisogno, ora in cambio si sobbarcano il lavoro sporco per la società. Questo fa sì, tra l’altro, che l’industria del cemento sia responsabile dell’8% delle emissioni globali di CO2 – più dei gas serra prodotti dal traffico aereo.

Un’altra percentuale di plastica (tra cui probabilmente anche parte di quella raccolta nei centri di riciclaggio) viene infine bruciata negli inceneritori.

Ma anche il percorso di riciclaggio presenta molti più ostacoli di quanti non si creda. Riciclare la plastica non è così facile come si potrebbe immaginare. La pellicola di plastica, ad esempio, è costituita da diversi strati sottili che non possono essere riciclati. Lo stesso vale per le plastiche miste. Ciò significa che i sacchetti e le pellicole sono prodotti quasi esclusivamente con plastica vergine. Questo dato è preoccupante perché la plastica da imballaggio rappresenta la metà dei rifiuti in plastica a livello mondiale (https://www.mdpi.com/2313- 4321/6/1/12/htm). Il grosso di questi imballaggi è prodotto dall’industria alimentare. Questa circostanza è resa ancora più drammatica dal fatto che, secondo la normativa europea, l’industria alimentare non può utilizzare materiale di imballaggio riciclato, ma solo materiale nuovo (cfr. Regolamento UE n. 10/2011). L’unica eccezione a questa normativa è il polietilene tereftalato (PET).

Altri fattori mettono in evidenza la scarsa efficacia del riciclaggio della plastica e dimostrano come le statistiche possano essere “truccate”. La sola Germania, ad esempio, esporta ogni anno 720.000 tonnellate di rifiuti plastici, soprattutto verso i Paesi del Sud del mondo (https://bit.ly/3CgTD53). La cosa assurda è che in Germania, così come in altri Paesi, la plastica esportata è considerata riciclata. Insieme ad altri fattori, come il downcycling, si ottiene quello che a prima vista sembra essere un tasso di riciclaggio molto più alto. In realtà esistono valide alternative al sistema del riciclaggio: il tipo di imballaggio più ecologico è quello riutilizzabile. Questa è la strada che dovremmo percorrere sempre più spesso.

Infatti, per l’industria la plastica vergine è semplicemente più economica di quella riciclata. Già solo per questo fatto, la plastica riciclata non è competitiva. Il motivo per cui la plastica vergine è così economica è da ricercare nei prezzi bassi dei combustibili fossili: petrolio a basso costo significa plastica a basso costo. Secondo Greenpeace, il 6% della produzione di petrolio confluisce direttamente o indirettamente nella produzione di plastica. Gli esperti e le esperte stimano che nei prossimi 10 anni la plastica diventerà il prodotto più importante per l’industria petrolifera.

Infatti, nonostante l’impegno profuso nel riciclaggio, la produzione di plastica non diminuisce, ma è in costante aumento: secondo i dati forniti dall’associazione di settore “PlasticEurope”, nel 2020 ammontava a 367 milioni di tonnellate (!) e nel 2018 a 359 milioni di tonnellate. L’espansione del settore si basa evidentemente sul presupposto che i combustibili fossili continueranno ad essere a buon mercato.

La conoscenza è sempre stata e continua ad essere la base di ogni cambiamento. Nel campo dello smaltimento delle materie plastiche circolano molte fake news, false supposizioni o semplicemente ignoranza, che disorientano i consumatori e le consumatrici o trasmettono loro un falso senso di sicurezza. Ciò fornisce al mondo politico e alla pubblica amministrazione pretesti per non agire, o li induce ad agire in modo inefficace. Per comprendere meglio le problematiche legate alla plastica, dobbiamo innanzitutto conoscere i fatti. Che cosa significa veramente riciclare la plastica? Quanto è efficace questo processo e quanta plastica riciclata può essere rimessa in circolo e riutilizzata per il suo scopo originario? E ancora: che fine fa la plastica conferita alla raccolta differenziata? Tutti i cittadini e le cittadine della nostra provincia hanno diritto ad avere una risposta a queste domande.

Per questi motivi il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano incarica la Giunta provinciale

  1. di lanciare una campagna informativa su larga scala volta a far conoscere alla popolazione:
  2. che fine fanno i rifiuti in plastica raccolti e destinati al riciclaggio in provincia di Bolzano;
  3. quali dei rifiuti in plastica raccolti e destinati al riciclaggio in provincia di Bolzano vengono effettivamente riciclati, in che modo e dove;
  4. quanti e quali dei rifiuti in plastica raccolti e destinati al riciclaggio in provincia di Bolzano vengono conferiti al termovalorizzatore o alle discariche;
  5. di concepire tale campagna di informazione con particolare attenzione alle istituzioni scolastiche e formative, con la realizzazione di progetti incentrati sui limiti del riciclaggio e sui vantaggi del riutilizzo;
  6. di introdurre un contributo speciale a sostegno degli imballaggi riutilizzabili prodotti in loco e di creare così un incentivo affinché produttrici e produttori locali introducano gli imballaggi riutilizzabili nel loro assortimento;
  7. di verificare, assieme ai principali produttori di vino e bevande nonché assieme alle rappresentanze commerciali, l’opportunità di introdurre un sistema unificato di imballaggi riutilizzabili con bottiglie a rendere.

Bolzano, 21.10.2022

f.to consiglieri provinciali

Brigitte Foppa

Riccardo Dello Sbarba

Hanspeter Staffler

MOZIONE.

Si trovano sui marciapiedi, in riva ai fiumi e laghi, lungo i binari dei treni, sulle strade, intorno alle pensiline degli autobus, sotto le panchine: i mozziconi di sigaretta sono tra gli oggetti che vengono più spesso dispersi nell’ambiente. Secondo uno studio dell’OMS, circa un terzo dei fumatori e delle fumatrici ha l’abitudine di disfarsi delle “cicche” gettandole nell’ambiente: stiamo parlando di qualcosa come 4.500 miliardi (4.500.000.000.000!) di sigarette all’anno in tutto il mondo e di 10 miliardi di mozziconi al giorno. Queste persone spesso non sono consapevoli delle gravi conseguenze di uno smaltimento scorretto dei mozziconi di sigaretta.

Partiamo dal filtro della sigaretta, che spesso viene visto come un innocuo pezzetto di cotone. Con la pioggia i filtri finiscono nelle acque e quindi entrano in contatto con la fauna acquatica. Quest’ultima li ingerisce scambiandoli per cibo. Il mozzicone può causare la morte dell’animale che lo ha ingerito: ad esempio, può farlo letteralmente morire di fame a stomaco pieno, poiché gli ostruisce l’apparato digerente. È quanto emerge dalla risposta fornita dal governo federale tedesco a un’interrogazione presentata al Bundestag dal gruppo parlamentare dei Verdi nel 2019. Oltretutto, i filtri delle sigarette non sono fatti di cotone, ma di acetato di cellulosa, un materiale sintetico difficilmente degradabile. Stando a quanto dichiarato da organizzazioni ambientaliste come il Naturschutzbund Österreich, questi possono impiegare vari decenni per decomporsi. E dire che non c’è nessun motivo per cui i filtri debbano essere realizzati per forza con materiali così nocivi. Già diversi decenni fa, infatti, alcune aziende produttrici di tabacco stavano sperimentando l’impiego di filtri biodegradabili, ma poi non c’è stata la volontà di portare a buon fine queste ricerche. Uno dei motivi è certamente la mancanza di pressioni da parte del legislatore.

Ma ancora più dannosi per l’ambiente sono i residui tossici del tabacco, che comprendono non solo la nicotina, ma anche sostanze come la formaldeide e metalli pesanti come il piombo e l’arsenico. Con la pioggia queste sostanze tossiche penetrano nel suolo e nelle acque: ad esempio, un solo mozzicone di sigaretta gettato a terra ha un impatto negativo su 1.000 litri d’acqua. Secondo le organizzazioni ambientaliste, ciò è a sua volta particolarmente problematico per la fauna acquatica: ad esempio, un mozzicone per litro d’acqua può portare alla morte del 50% dei pesci e della microfauna acquatica. Ma i mozziconi di sigaretta gettati per incuria non sono un problema solo per la fauna. Secondo studi recenti, le sostanze rilasciate dai mozziconi inibiscono addirittura la crescita delle piante.

Se gli effetti del consumo di tabacco sulla salute delle persone sono ampiamente noti, purtroppo si parla invece assai poco dei problemi ambientali causati dai mozziconi e dalle sostanze nocive che essi contengono. Ogni persona che getta distrattamente per strada o nell’ambiente un mozzicone di sigaretta dovrebbe sapere quali ripercussioni ha il suo comportamento sull’ecosistema. Eppure, buttare per terra le sigarette fumate è forse l’ultima forma ancora socialmente tollerata di inciviltà nei confronti dell’ambiente. Questo perché manca tuttora la consapevolezza delle devastanti conseguenze di questo fenomeno.

Per questo motivo, è necessario fare opera di informazione e sensibilizzazione. E chi meglio della pubblica amministrazione è in grado di farlo? Altrove sono già state lanciate campagne di sensibilizzazione contro la cattiva abitudine di gettare a terra i mozziconi di sigaretta. Il Gruppo Verde è convinto che nella maggior parte dei casi l’abbandono dei mozziconi non avvenga per cattiveria o indifferenza, ma semplicemente per scarsa consapevolezza delle conseguenze. Possiamo fare qualcosa per porre rimedio a questa situazione.

Per questi motivi il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano incarica la Giunta provinciale

  1. di avviare una campagna di sensibilizzazione pluriennale a livello provinciale sul problema dei mozziconi di sigaretta abbandonati nell’ambiente, al fine di informare sui loro effetti nocivi per le acque superficiali e sotterranee, la fauna, il suolo, la vegetazione e le persone;
  2. di aumentare il numero di cestini pubblici per rifiuti dotati di posacenere, con l’obiettivo di installare questi ultimi su tutti i cestini pubblici che ancora ne sono sprovvisti;
  3. di aumentare il numero di cestini per rifiuti e di posacenere nei luoghi particolarmente interessati dal problema, come le fermate e le pensiline degli autobus, le stazioni ferroviarie, i parchi pubblici, le aree picnic, i laghi balneabili, le rive dei fiumi, ecc.

Bolzano, 29.09.2022

f.to consiglieri provinciali

Brigitte Foppa

Riccardo Dello Sbarba

Hanspeter Staffler

 

Regola base:
mettere sempre una croce sul simbolo

In queste elezioni, una parte dei/lle parlamentari viene eletta con il sistema maggioritario (collegi uninominali: in ogni collegio vince chi ottiene il maggior numero di voti), mentre gli altri sono eletti con il sistema proporzionale (assegnazione dei seggi in base alla percentuale dei voti). I due sistemi sono interconnessi.
La nostra candidata per il proporzionale è Roberta Rigamonti. Per votare lei, mettete sempre la croce sul simbolo , così Roberta Rigamonti riceverà automaticamente il vostro voto!

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SENATO – Giallo

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WIE WÄHLEN mit spagnolli (Instagram-Beitrag (Quadratisch))

CAMERA – Rosa

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Elide Mussner, candidata alla Camera per il collegio Bolzano-Bassa Atesina e Hans Heiss, candidato al Senato per il collegio Nord-Est per l’alleanza Verdi-Sinistra propongono le loro linee guida.

Il turismo è un fattore importante dell’economia italiana, a cui contribuisce al momento con circa l’8% del PIL. Nel 2019 ha raggiunto 420 milioni di pernottamenti (ma solo 229 milioni nel 2020 a causa della pandemia); occupa quindi il quinto posto nel mondo. I futuri governi italiani, indipendentemente dal loro orientamento, vogliono puntare ancora di più sul turismo e sulle Bellezze dell’Italia.

Nel contesto nazionale, il turismo altoatesino è un attore di primo piano, visto che nel 2019, con circa 33,6 milioni di pernottamenti, ha raggiunto il 7,5% del gettito totale italiano. L’Alto Adige viene apprezzato nel contesto italiano – come pioniere nell’offerta e nell’incoming, come punto di riferimento per il turismo di qualità. Ma, molto più che in passato, la nostra provincia dovrebbe anche fare da apripista per un turismo rispettoso del clima e dell’ambiente. È quindi ancora più importante che il turismo sudtirolese crei nuove basi che corrispondano a un futuro rispettoso del clima e fungano da modello. Inoltre, il record del 2019 non è realisticamente ripetibile né auspicabile nel prossimo futuro. Da meno turismo hanno tutti da guadagnare. Ecco sei proposte.

1. Limitare i letti prima di quanto previsto

Il cosiddetto “limite massimo dei letti” adottato di recente viene osservato con attenzione negli ambienti governativi e professionali italiani. Viene addirittura considerato un modello, anche se si tratta fondamentalmente di una finta. Come ha sottolineato Riccardo dello Sbarba, il limite dei posti letto attualmente imposto porterà probabilmente a un aumento di circa 30.000 letti. La lunga frenata fino all’arresto effettivo richiederà diversi anni, ma può essere ridotta. Riducendo il numero di posti letto assegnati dai comuni, rinunciando a un’ulteriore espansione, dato che l’Alto Adige ha la più alta densità di posti letto di ospitalità per chilometro quadrato nella regione alpina. Tutti i soggetti coinvolti in questo ramo economico traggono vantaggio dal “meno”: grazie a minore concorrenza, a minore necessità di manodopera, a una migliore tutela del paesaggio e delle risorse idriche o energetiche, al minore indebitamento.

2. Costi reali

Trasparenza dei costi esterni: il turismo, come i trasporti, è uno dei settori che meglio riesce a esternalizzare i costi interni: gli oneri ambientali come il consumo di suolo, la perdita di biodiversità, l’aumento dei prezzi del mercato immobiliare, la mobilità generata dal turismo non gravano solo sul settore stesso, ma soprattutto sull’ambiente locale. Analogamente agli effetti positivi della creazione di valore, i costi esterni del turismo dovrebbero essere elencati con precisione attraverso una contabilità economica. In questo contesto sarebbe utile anche un confronto con altri settori economici. Un bel compito per la Libera Università o l’EURAC.

3. Certificazione climatica sistematica

Le imprese dovrebbero disporre di uno strumento per rendere chiara la loro impronta climatica e per avviare miglioramenti sistemici. I consumi energetici, le emissioni di CO2 e gli effetti sulla mobilità dovrebbero diventare visibili e comprensibili anche a livello aziendale. Non attraverso un altro mostro burocratico, ma con l’aiuto di un semplice strumento di cui gli eco-alberghi, ad esempio, dispongono già. Le sovvenzioni, classificate in base alle prestazioni climatiche, dovrebbero offrire importanti incentivi per diminuire l’impronta del turismo. Ci sono alberghi sudtirolesi che sono riusciti a ridurre le emissioni di 50/60 kg per ospite e pernottamento al 20%, a circa 10 kg: sono esempi incoraggianti di un’inversione di tendenza necessaria.

4. Il turismo deve entrare in maniera proattiva nella questione della mobilità

Una delle maggiori sfide per la nostra provincia è la situazione del traffico costantemente congestionato. Il turismo non è l’unico colpevole, ma è chiaramente un fattore importante. Secondo uno studio di IDM, solo il 7% degli ospiti decide di arivare in treno, mentre il 90% di tutti gli ospiti arriva in auto. È qui che dobbiamo attivarci, con coerenza e con progetti innovativi. Se ci impegniamo per un turismo sostenibile, non possiamo evitare il problema della mobilità.

La tassa di soggiorno dovrebbe essere aumentata, il surplus dovrebbe essere investito in progetti pilota per la mobilità alternativa. IDM dovrebbe coordinare i progetti. Soprattutto, si dovrebbe affrontare il problema dell'”ultimo miglio”, con un’offerta dinamica di autobus a chiamata e sistemi di car-sharing, che non gioverebbero solo al turismo ma anche alla popolazione locale. E questo è il punto: si tratta di trovare soluzioni che siano attraenti e accessibili a tutti, turisti e abitanti.

5. L’Alto Adige deve diventare una terra di zone turistiche tranquille

L’attuale suddivisione dell’Alto Adige in comuni “fortemente sviluppati” e “sviluppati” dal punto di vista turistico e “aree strutturalmente deboli” si basa fondamentalmente su un modello di crescita. Infatti, sotto la parola chiave “sviluppo”, lo sviluppo quantitativo è considerato la norma, mentre il “sottosviluppo” è considerato un caso problematico che necessita di essere migliorato. Come in precedenza, 55 comuni o parti di comuni in Alto Adige sono considerati “strutturalmente deboli.

Poiché nei punti caldi della Val Pusteria, della Ladinia, dello Sciliar, del Burgraviato e dell’Oltradige la decrescita sembra difficile da realizzare, altre aree dovrebbero essere maggiormente protette e sperimentare delle alternative. I comuni piccoli e strutturalmente deboli non dovrebbero vedere il loro “sotto-turismo” come un deficit, ma anche come un guadagno in termini di qualità della vita e come un incentivo a concentrarsi su altri settori.

6. Creare prospettive sostenibili attraverso processi partecipativi

Il turismo ha una grande responsabilità sociale, un settore che ha un forte impatto diretto e indiretto sulla qualità della vita della popolazione locale. È proprio per questo che non avremo un turismo sostenibile se non riusciremo a coinvolgere la popolazione locale nei processi decisionali del futuro. Il turismo deve uscire dalla visione egocentrica delle lobby e deve avere il coraggio di mettersi in gioco per prendere decisioni strategiche in collaborazione e dialogo con la popolazione locale. L’esempio dei Campionati mondiali di sci in Val Gardena è un caso negativo di processo decisionale non democratico. Le lobby decidono e la popolazione non ha diritto di voto. C’è un urgente bisogno di processi partecipativi che permettano alla popolazione di contribuire attivamente allo sviluppo del turismo.

La necessità di un’azione decisa e lungimirante è tanto più necessaria in quanto la crisi climatica sta già esercitando una pressione sull’attrattiva della regione alpina, in particolare dell’Alto Adige. In futuro, le regioni alpine meridionali diventeranno più che mai le “località estive d’Europa” iperfrequentate, se non si prenderanno le dovute precauzioni.

Il turismo è un settore importante e rimarrà tale, ma ha bisogno di regole che lo rendano sopportabile e sostenibile, nel senso che il settore deve adattarsi alla biodiversità, alla ricchezza del paesaggio e ai limiti dell’Alto Adige-Südtirol

L’esposto alla Corte dei Conti fa riferimento da un lato ai compensi eccessivi (20.000 Euro per un’ora di relazione o per l’introduzione a un intervento) elargiti per un evento organizzato dalla Provincia; dall’altro non si comprende come relazioni e interventi come quelli tenuti durante i “sustainability days” non rientrino tra le “iniziative di formazione e aggiornamento e altre iniziative analoghe organizzate dalla Provincia” (Titolo della delibera n. 39 del 26.01.2021) e quindi non siano soggette a quelle direttive.

BZ, 21.09.2022

Die Unterfertigten Brigitte Foppa, Riccardo Dello Sbarba und Hanspeter Staffler, Landtagsabgeordnete der Grünen Fraktion im Südtiroler Landtag, machen folgende Eingabe an den Rechnungshof:

Vom 06.-09.09.2022 haben in der Messe Bozen die Tage der Nachhaltigkeit stattgefunden. Sie wurden vom Land Südtirol als Kongress bzw. Plattform zum Thema Nachhaltigkeit ins Leben gerufen.

Ziele der Veranstaltung laut Homepage waren folgende:

#1: Schaffung einer Plattform für den Austausch zwischen Politik, Wissenschaft, Wirtschaft, Verbänden und Zivilgesellschaft 

#2: Nachhaltige Entwicklung einem breiten Publikum, insbesondere der Jugend, zugänglich machen 

#3: Ausarbeitung eines Empfehlungspapiers zur Unterstützung zukünftiger politischer Entscheidungen innerhalb der vier Schwerpunktthemen

 

Die Landesregierung war bei den Tagen der Nachhaltigkeit stark präsent: Das Detailprogramm ist online nicht mehr abrufbar, aber im PDF der Programmübersicht (Anlage 4) scheinen insgesamt mindestens 10 Teilveranstaltungen auf, an denen Vertreter:innen der Landesregierung anwesend waren.

Im Besonderen hat sich der Landeshauptmann mit dem Thema befasst und die Tage der Nachhaltigkeit genutzt, um in den Medien dazu präsent zu sein. Es hat also eine starke Identifizierung der Landesregierung mit den „sustainability days“ gegeben.

Internationale und lokale Referent:innen waren als Anziehungspunkte für die Veranstaltung gedacht. Im Nachfeld der „sustainability days“ hat die Grüne Fraktion eine Landtagsanfrage (Aktuelle Fragestunde im September 2022/26-09-22) (Anlage 1) gemacht, in der abgefragt wurde, wie hoch die Honorare der Referent:innen waren. Die Antwort (Anlage 2) ergab folgende Ergebnisse:

 

 Name  Honorar (€; exkl.)
 Diehl Katja  € 6.500,00
 Jeschke Sabina  € 22.000,00
 Balmann Alfons  € 2.500,00
 Arens-Azevedo Ulrike  € 700,00
 Storm Laura  € 5.000,00
 Goodall Jane  € 20.000,00
 Donno de Daniela  € 20.000,00
 Bradbrook Gail  € 1.200,00
 Mori Giovanni  € 500,00
 Grcheva Leonora  € 1.000,00
 Cecchini Chiara  € 1.000,00
 Engle Robert Fry  € 0,00
 Putzer Alex  € 1.450,00
 Pörtner Hans-Otto  € 2.000,00
 Braguzzi Paolo  € 1.500,00
 Aghaji Daze  € 2.200,00
 Riahi Keywan  € 2.000,00
 Hogan Clover  € 15.000,00
Hofmann David € 150,00
Bayley Sophie € 1.875,00
Seneviratne Sonia € 2.000,00
Wallace Wells David $ 22.000,00 

(= € 21.938,39, Stand 21.09.2022)

Oberkofler Zeno € 250,00
Brecelj Majda € 250,00

 

Diese vom Land gezahlte Honorare sind per se hoch: Jane Goodall hat z.B. laut Programm 1 Stunde gesprochen und dafür 20.000 Euro erhalten, Daniela di Donno erhielt dasselbe Honorar (20.000 Euro), um die Einführung für das Referat von Goodall zu halten). Sie liegen aber vor allem weit über den Höchstsätzen, die das Land den eigenen Ämtern und geförderten Agenturen oder Weiterbildungseinrichtungen auferlegt. Diese Höchstsätze werden mit Beschluss der Landesregierung festgelegt und periodisch aktualisiert. Man findet sie auf der Website des Amtes für Weiterbildung.

Die Sätze fußen auf dem Beschluss der Landesregierung Nr. 39 vom 26/01/2021 (Anlage 3) und sehen vor, dass 110 Euro pro Stunde für Referententätigkeit, max. 400 Euro für Referent:innen und Dozent:innen für eine gesamte Veranstaltung gezahlt werden können. Eine Erhöhung um 50% ist möglich, „für Initiativen mit hochspezialisierten Inhalten und Themen oder für Initiativen zulässig, die an bestimmte Zielgruppen, z.B. Führungskräfte, gerichtet sind. Die Erhöhung muss durch das curriculum vitae (z.B. hochspezialisierte oder auf nationaler oder internationaler Ebene anerkannte, renommierte externe Experten/Expertinnen) oder durch die berufliche Erfahrung, die angegebenen Referenzen oder eine Spezialausbildung gerechtfertigt sein“.

Diesem Widerspruch – also warum sich die Landesregierung nicht an ihre eigenen Höchstsätze halten muss – sind wir in der genannten Landtagsanfrage nachgegangen. Die Antwort der Landesregierung ist einigermaßen verwunderlich: „Die angesprochenen Honorarrichtlinien beziehen sich auf Aus-, Fort- und Weiterbildungsinitiativen. Die Sustainability Days verstehen sich nicht als Aus-, Fort- oder Weiterbildungsinitiative, sondern als internationale Austausch-Plattform für Wissenschaft, Politik und Stakeholders zur Förderung von nachhaltigen Lösungen im ländlichen Raum. Der auf dieser Ebene stattfindende Wissenstransfer unterliegt internationalen Preisstandards.“ (Anlage 2)

Es wird also damit argumentiert, dass dies kein Kongress, keine Tagung, keine Weiterbildungsveranstaltung gewesen sei. Dazu ist zu sagen, dass in der Praxis der Landesverwaltung grundsätzlich die Höchstsätze gelten, auch für Veranstaltungen, die nicht im engsten Sinne Weiterbildungsveranstaltungen sind, sondern Tagungen, Vernetzungstreffen etc.

Die Eingabe an den Rechnungshof macht also einerseits auf die überzogenen Honorare (20.000 Euro für 1 Stunde bzw. Einführung zu einem Referat) für eine vom Land organisierte Veranstaltung aufmerksam; zum Zweiten ist es nicht nachvollziehbar, dass Referate, wie sie bei den „sustainability days“ gehalten wurden, nicht unter „Bildungs- und ähnliche Initiativen, die vom Land organisiert werden“ (Titel des Beschlusses Nr. 39 vom 26.01.2021) fallen sollen und somit nicht den Richtlinien unterliegen.

Die Unterfertigten ersuchen um Benachrichtigung über den Fortgang eventueller Ermittlungen.

Anlagen:

Bozen, 21.09.2022

Cons. Prov.
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba
Hanspeter Staffler

Le candidate di Verdi e Sinistra alle politiche 2022 Roberta Rigamonti e Marlene Messner hanno parlato oggi di lavoro e sociale. Sia Roberta Rigamonti, capolista del listino proporzionale regionale alla Camera che Marlene Messner, Candidata al Senato nel collegio uninominale di Merano – Venosta si impegnano da sempre per più giustizia sociale e per un mondo del lavoro che non lascia indietro nessuno.

Nella conferenza stampa di oggi hanno raccontato le loro posizioni su questi temi e hanno spiegato che cosa faranno se verranno elette il 25 settembre.

Per Roberta Rigamonti (49 anni, giurista e vicepresidente della Federazione per il sociale e la Sanità) è chiaro dove si trovano le principali criticità del nostro sistema sociale.

“In Italia le persone in assoluta povertà sono 4,6 milioni di cui 1,4 milioni sono minori, una donna su due non lavora, 3 milioni di giovani non studiano né lavorano, l’invecchiamento della popolazione è sempre più rapido e il tasso di natalità è tra i più bassi al mondo. Investiamo solo lo 0,7% del Pil in servizi sociali territoriali ma prevediamo di aumentare fino al 2% del Pil la spesa militare. È ora di cambiare e di fare scelte politiche nette e coraggiose di prevenzione e programmazione. Basta parlare di emergenza.

Il primo grande tema da affrontare è quello del lavoro. Lavoro, diseguaglianze e clima sono tre cose che stanno insieme.
Da troppi anni in Italia il lavoro è offeso e maltrattato. Noi crediamo debba invece tornare al centro di tutte le scelte della politica. L’obiettivo è garantire a tutte e tutti un reddito degno, ma anche condizioni che consentano ogni giorno, insieme al tempo per il riposo e per la libertà personale, un tempo per la manutenzione e la cura degli ambienti e delle relazioni, superando il modello sessista della divisione dei compiti.

Occorrono investimenti per garantire il diritto a una vita dignitosa, autodeterminata, delle persone più fragili della nostra comunità e di tutti e tutte. Abbattere le barriere architettoniche e sensoriali è solo un primo passo. I servizi di sostegno scolastico devono essere potenziati e in generale le persone disabili devono avere diritto a costruire la propria esistenza in autonomia. Di fondamentale importanza è anche il riconoscimento legale della figura del caregiver convivente, familiare e non, che permetta concrete tutele economiche e previdenziali.

Quello che oggi succede ad altre persone domani potrebbe riguardare noi o i nostri cari, per questo dobbiamo creare tutti insieme un mondo inclusivo, senza barriere fisiche o mentali, rispettoso di ogni diversità e pronto a realizzare condizioni di consapevolezza, autonomia e indipendenza.

Una società attenta al clima ed ai più fragili è un posto migliore per tutti!”.

Marlene Messner (57 anni, direttrice dell’Associazione dei musei e a lungo direttrice di Urania Meran) concorda e ribadisce le priorità sui temi sociali.

“Considerando la carenza di manodopera qualificata in Alto Adige e in tutta Italia e l’elevata disoccupazione giovanile (nel resto d’Italia) è necessaria una massiccia offensiva formativa. In questo modo, possiamo formare i giovani – con e senza background migratorio – a diventare badanti, artigiane/i, lavoratori e lavoratrici specializzati, ecc. attraverso l’insegnamento della lingua e una compatta formazione specializzata.

È urgente offrire alle persone che hanno trovato rifugio nel nostro Paese un’alternativa all’illegalità e al lavoro nero. Non si tratta solo di una necessità economica, ma di una questione di diritti umani e di dignità.

Abolire il lavoro precario: In Italia, 8 nuovi contratti di lavoro su 10 sono a tempo determinato. Studenti e studentesse devono accettare stage mal pagati o non pagati. Le/i giovani con un’alta formazione lasciano il Paese o non vi ritornano più una volta terminati gli studi. Questo comporta un danno enorme per l’economia, l’innovazione e la salvaguardia delle pensioni. Chiediamo quindi un salario minimo di 10 € e alloggi a prezzi accessibili.

Noi dell’Alleanza Verdi Sinistra ci impegniamo a garantire che nessuno sia svantaggiato a causa del proprio sesso. È così estremamente importante aumentare il tasso di occupazione femminile in Italia. Il 42% delle donne tra i 30 e i 69 anni non ha un lavoro. Sono soprattutto le donne che provengono da contesti economici precari a lasciare il lavoro dopo la nascita del figlio. Le conseguenze sono devastanti: nessuna pensione, povertà, mancanza di autonomia e anche meno manodopera qualificata per la nostra economia.

Chiediamo quindi l’ampliamento delle strutture per l’infanzia, un ministero per le pari opportunità, stessa retribuzione per lo stesso tipo di lavoro e un congedo parentale di 4 mesi per entrambi i genitori.”

Roberta Rigamonti e Marlene Messner, due bellissime candidature, due donne di grande spessore, pronte a portare impegno ed entusiasmo nel nuovo Parlamento italiano. La partita è aperta e il 25 settembre ogni voto potrà fare la differenza!

INTERROGAZIONE SU TEMI D’ATTUALITÀ.

Mercoledì 14 settembre il Presidente di Autobrennero Hartmann Reichhalter ha presentato in Consiglio provinciale la proposta di PPP per la concessione cinquantennale di A22. Il PPP si basa su una previsione di aumento del traffico nei cinquant’anni (2023-2072) tra il 14% e il 20% a seconda degli scenari. Tre giorni dopo, sabato 17 settembre, durante una manifestazione di protesta anti-traffico a Colle Isarco, l’europarlamentare Herbert Dorfmann ha affermato di disporre di prognosi che prevedono un aumento del 50% del traffico su A22 nei prossimi 10 anni. Si tratta di stime notevolmente divergenti che richiedono una spiegazione.

Si chiede alla Giunta provinciale:

  1. Come spiega la Giunta provinciale la differenza eclatante tra le previsioni presentate da Reichhalter e quelle citate da Dorfmann?
  2. Dispone la Giunta provinciale delle previsioni citate da Dorfmann? Qual è la fonte di tali previsioni e su quali dati e calcoli si fondano?
  3. Su quali dati e calcoli si fondano invece le previsioni contenute nel PPP di Autobrennero Spa presentate da Reichhalter? In che cosa differiscono da quelle di Dorfmann?
  4. Tra le previsioni presentate da Reichhalter e quelle dichiarate da Dorfmann, secondo la Giunta provinciale a quali bisogna credere?

Bolzano, 19.09.2022

Cons. prov.
Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa
Hanspeter Staffler