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INTERROGAZIONE.

A maggio 2020 il Deputato Vittorio Sgarbi si è trattenuto in Alto Adige. Accanto alle sue solite provocazioni e ai soliti insulti, ha detto anche la sua riguardo all’assessore Bessone. In un video si vede Bessone ridere compiaciuto, mentre l‘“onorevole“ lo definisce “grande chiavatore”.

In seguito alla visita una giovane giornalista ha criticato l’episodio e le esternazioni di Sgarbi su un mezzo di informazione online. E anche su questo Sgarbi ha detto la sua, insultando a più riprese l’autrice dell’articolo.

Ciò considerato chiediamo alla Giunta provinciale, in particolar modo al Presidente Kompatscher e all’assessore Bessone:

  1. Che posizione avete rispetto alle dichiarazioni di Vittorio Sgarbi?
  2. È accettabile per la Giunta avere un assessore che si lascia definire in pubblico “grande chiavatore”?
  3. L’assessore Bessone ha intenzione di distanziarsi da tali dichiarazioni?

BZ, 08.06.2020

Cons. prov.
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba
Hanspeter Staffler

COMUNICATO STAMPA.

Leggiamo sui media che al Lago di Caldaro sta succedendo quello che abbiamo sempre temuto e denunciato. L’accesso pubblico al lago è stato chiuso “per evitare gli affollamenti di massa”. Invece gli accessi a pagamento sono stati aperti.
Qual è la situazione?
L’accesso libero alle acque del lago è possibile solo grazie a una misera scaletta che porta dal porto nel lago. Il passaggio è stato sempre tenuto molto piccolo per renderlo meno attrattivo possibile. Così per i bagnanti e gli ospiti era più semplice servirsi delle strutture a pagamento. Nei primi giorni dopo la fine del lockdown, il piccolo spazio intorno a questo accesso pubblico si è riempito in un attimo di bagnanti – e così è stato chiuso con grande rapidità per eccessivo assembramento. Che ora però venga dato il via libera all’apertura degli accessi a pagamento è un’amara ironia.
Perché da sempre noi Verdi e i/le rappresentanti della Dorfliste Kaltern Caldaro chiediamo che l’accesso libero al lago venga ampliato e che vengano aggiunti altri passaggi per raggiungere l’acqua. Purtroppo, sempre senza successo, nonostante il Consiglio provinciale si sia espresso a favore della nostra proposta. Per tale proposta facciamo riferimento alla Legge di tutela della natura, la quale nell’art. 2 (Diritto al godimento della natura ed alla ricreazione) prevede che: “Chiunque ha diritto al godimento delle bellezze naturali e alla ricreazione nell’ambiente naturale”.
Questo dovrebbe valere anche per il nostro lago più grande, anche in tempi di Covid. Non può succedere che a causa del Corona-virus, il diritto a godere della natura spetti ora solo a coloro che se lo possono permettere.

Montagna, Caldaro, 08.06.2020

Brigitte Foppa, Consigliera provinciale delle Bassa Atesina
Marlene Pernstich, Co-portavoce die Verdi Grüne Vërc e Consigliera comunale di Caldaro

MOZIONE.

La mobilità è sempre stata una sfida, anche in tempi senza pandemia. In tutto il mondo le persone devono quotidianamente spostarsi da un punto A a un punto B. Che sia per andare al lavoro o a scuola oppure nel tempo libero, siamo sempre in movimento. Ai problemi logistici nelle grandi città, negli agglomerati urbani e nelle zone industriali si aggiungono sfide dal punto di vista urbanistico e ambientale: prima dell’emergenza coronavirus tutti concordavano (sebbene molte volte solo in linea teorica) sul fatto che il trasporto pubblico fosse da preferire rispetto alla mobilità con mezzi privati. Ove possibile autobus e treno avrebbero dovuto sostituire la propria  automobile.

Poi è arrivata l’emergenza che ha cambiato le carte in tavola. In molti luoghi il trasporto pubblico locale sta riprendendo solo a rilento e con limitazioni. Un esempio famoso sono i bus rossi e a due piani di Londra. Se in tempi “normali” viaggiando a piena capacità vi trovavano posto 85 utenti, dall’inizio dell’emergenza questi autobus non possono trasportare più di 15 persone. In tutto il mondo potremmo trovare centinaia di esempi simili. Tutto ciò comporta delle conseguenze: è  probabile che adesso molti pendolari per lavoro che non possono o vogliono più prendere i mezzi pubblici si sposteranno con la propria automobile. Possiamo immaginare gli effetti catastrofici che questo potrebbe avere per l’ambiente e per il traffico cittadino, ma non solo.

La via per uscire da questa emergenza dovrebbe quindi in ogni caso avere modalità che rispettano il clima e l’ambiente.

Con la bicicletta

Il “bonus bici” previsto da Stato e Provincia è utile in quanto si incoraggiano le cittadine e i cittadini a cambiare le proprie abitudini passando alla bicicletta. La bici elettrica costituirà un ottimo compromesso per molti di coloro che hanno meno ambizioni sportive, per cui bisogna concedere incentivi anche per questo tipo di mezzo. Ciò vale in modo particolare per le bici elettriche usate, le bici trasformate in elettriche, quelle elettriche con parti riciclate e le bici di recupero. Queste biciclette sono ai primi posti nelle graduatorie per quanto riguarda l’ambiente, perché accanto al fatto di essere un mezzo di locomozione sostenibile comportano anche un risparmio di risorse. Inoltre gravano in misura minore sulle casse familiari. Negli incentivi di prossima approvazione non si tiene ancora conto delle bici elettriche usate, delle bici trasformate in elettriche, delle bici elettriche con parti riciclate e delle bici di recupero. E invece sono proprio queste categorie che andrebbero incentivate in quanto in tempi di emergenza coronavirus (oppure soprattutto vista l’emergenza) consentono un utilizzo del-le risorse attento all’ambiente.

A piedi

Il modo più semplice, economico e sano di spostarsi è andare a piedi. Nonostante ciò, i pedoni sono “l’ultima ruota del carro” e la mobilità pedonale è all’ultimo posto della gerarchia dei mezzi di locomozione. Questo si vede a cominciare dallo spazio messo loro a disposizione oppure dalla durata del verde lampeggiante per i pedoni che si accorcia sempre più. Anche i marciapiedi stretti, sui quali spesso si parcheggia pure, sono un chiaro segnale della scarsa importanza che hanno le e gli utenti della strada che si muovono a piedi. E adesso, dove il rispetto della distanza di sicurezza di 1 metro (ovvero di 2 metri) e il distanziamento fisico sono diventati parte della nostra  quotidianità, molti se ne saranno resi conto.

Secondo lo studio “Geht doch”, pubblicato nel 2018 in Germania dall’Agenzia federale dell’ambiente, il 27% delle cittadine e dei cittadini si muove a piedi. A Bolzano andare a piedi è da sempre il modo preferito di spostamento. Il 29% degli abitanti del capoluogo di provincia va a piedi e non si merita certo di essere relegato ai margini della viabilità.

Un primo passo per dare ai pedoni l’importanza che va attribuita a questi utenti della strada nella gestione della mobilità è svolgere una verifica del traffico pedonale. Le cittadine e i cittadini, l’amministrazione e i responsabili politici valutano la situazione del traffico pedonale nell’ambito di un processo partecipativo, in cui si analizzano i punti forti e quelli deboli e si elaborano proposte di miglioramento per rendere gli spostamenti a piedi più attrattivi.

L’emergenza coronavirus ci ha mostrato che per promuovere la mobilità ciclabile e quella pedonale non servono misure dispendiose in termini di tempo, grandi lavori e ingenti mezzi finanziari. Molte regioni hanno già elaborato progetti di rapida attuazione. Un esempio da citare è Bruxelles, dove chi va in bici o a piedi ha la precedenza, e questo sulla strada, che è a sua completa disposizione, e con il traffico motorizzato limitato a 20 km/h. Così
diventa anche più facile rispettare la distanza di sicurezza attualmente necessaria.

Esempi di questo tipo sono incoraggianti e ci dimostrano che proprio adesso è possibile reinventarci molte cose. Abbiamo l’occasione unica di ridefinire le nostre abitudini, i nostri comportamenti e la nostra mobilità. Le nuove generazioni ci ringrazieranno.

Il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano incarica quindi la Giunta provinciale:

  1. di incentivare la riparazione di biciclette e l’acquisto dell’usato oltre all’acquisto di bici nuove;
  2. di prevedere un contributo speciale per la trasformazione di biciclette in bici elettriche e cargo bike elettriche, cumulabile con altri contributi;
  3. di attuare un progetto di monitoraggio del traffico pedonale in collaborazione con Comuni pilota;
  4. di testare, sempre in collaborazione con Comuni pilota che si dichiarano disponibili, l’introduzione di vie ciclabili e pedonali

 

Consiglieri provinciali
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba

Hanspeter Staffler

COMUNICATO STAMPA.

I diritti sono stati oggi al centro della Prima commissione legislativa. All’ordine del giorno quattro disegni di legge, tre dei Verdi e uno del Presidente Noggler sugli organi di garanzia (Centro antidiscriminazioni, Garante per i detenuti, Consigliera di parità, Difesa civica e Difesa dell’infanzia). In più i Verdi Grüne Vërc ne presentavano uno per il diritto allo studio degli studenti universitari provenienti da fuori UE.

La protesta di ieri delle associazioni antirazziste contro il disegno di legge Noggler ha avuto successo: la Commissione ha deciso di sospendere la trattazione per convocare audizioni con la società civile e con gli organi di garanzia interessati dalla riforma. Noi Verdi Grüne Vërc siamo soddisfatti della decisione di ridare la parola alle associazioni antirazziste e continueremo con i nostri disegni di legge a proporre un Centro antidiscriminazioni degno di questo nome, l’istituzione anche a Bolzano dell’autorità garante per i detenuti, la tutela dei diritti delle persone in condizioni di non piena libertà (ospedali, case di riposo, ecc.) e di allargare le competenze della difesa civica anche ai danni ambientali.

In seguito, la Commissione, su indicazione dell’assessore Achammer, ha bocciato il nostro disegno di legge con cui toglievamo l’obbligo di un anno di residenza, previsto per gli/le studenti universitari provenienti da fuori UE, per poter accedere ai benefici del diritto allo studio. Un ostacolo legato alla residenza non esiste in nessun altro ateneo. Questo vincolo è ingiusto e paradossalmente ostacola l’internazionalizzazione dell’unibz. Eppure fin dagli inizi l’unibz ha avuto come missione proprio quella di essere un ateneo internazionale che richiamasse studenti da tutto il mondo…
Il nostro impegno non si ferma. Vedremo cosa ne dirà l’aula.

BZ, 04/06/2020