HomeComunicati stampaUn chiaro “no” a un “Centro di Permanenza per il Rimpatrio” alibi in Alto Adige

Un chiaro “no” a un “Centro di Permanenza per il Rimpatrio” alibi in Alto Adige

COMUNICATO STAMPA.

Noi Verdi prendiamo atto con sorpresa della discussione su un Centro di Permanenza per il Rimpatrio improvvisamente necessario per l’Alto Adige. Il governatore Kompatscher sta saltando sul carro del populismo della Presidente del Consiglio Meloni senza che ce ne sia bisogno e sta cercando di far apparire questa struttura come una necessità per la sicurezza dei cittadini. Nonostante il fatto che innumerevoli esperti in campo migratorio abbiano affermato che questi centri non possono risolvere alcun problema, il governatore non rinuncia a fare campagna elettorale sulle spalle dei più deboli tra i deboli.

Kompatscher sostiene – tra l’altro senza alcuna base giuridica – che in questo centro verrebbero “ospitate” solo persone che hanno commesso reati in Alto Adige. Egli sembra dimenticare che il nostro Stato costituzionale prevede un solo luogo di accoglienza per le persone, indipendentemente dalla loro origine, che sono state penalmente condannate con sentenza passata in giudicato: gli arresti domiciliari o il carcere. Tuttavia, è proprio qui che si evidenziano le gravi mancanze del Governatore, da cui ora cerca di distogliere l’attenzione con la richiesta di un ” Centro di Permanenza per il Rimpatrio Provinciale”.

Da decenni infatti si discute, si progetta e si negozia in merito all’urgente necessità di costruire un nuovo carcere a Bolzano – una nuova struttura che oltre a garantire la capienza necessaria, dovrebbe anche garantire una sistemazione umana per i detenuti e possedere gli strumenti per una effettiva riabilitazione. L’attuale carcere di via Dante a Bolzano non consente l’implementazione di un sistema penitenziario moderno, anzi. A causa della mancanza di posti, i criminali non possono nemmeno essere portati in custodia cautelare, indispensabile per garantire la sicurezza della società. Per non parlare dell’assenza di progetti di reinserimento e prevenzione. Ora sembra addirittura che il governo abbia completamente annullato il progetto di costruzione di un nuovo carcere. Un fallimento su tutta la linea.

È proprio questo fallimento nella realizzazione del nuovo edificio carcerario, così urgentemente necessario per la sicurezza della popolazione altoatesina, che ora si vuole compensare con un centro di espulsione? Un centro in cui le persone senza una condanna definitiva saranno internate per un massimo di 18 mesi, per poi essere nuovamente rilasciate? In pratica, vi finiranno persone il cui unico “reato” è quello di non avere un permesso di soggiorno. Saranno trattenute dall’amministrazione anche se non rappresentano un pericolo per la società. Questa è pura politica simbolica sulle spalle delle persone e non risolve nessuno dei problemi urgenti che la migrazione porta con sé.

Attualmente, abbiamo in provincia centinaia di persone con regolare permesso di soggiorno che, pur lavorando, sono costrette a passare la notte per strada, sotto i ponti o, nel “caso fortunato”, in centri di emergenza; persone che non ricevono il sostegno necessario per l’integrazione. L’attuale sistema di aiuto, tenuto in piedi solo dal cuore e dall’anima di tanti volontari, ha raggiunto da tempo i suoi limiti e la politica si sottrae alle sue responsabilità.

Tuttavia, la campagna elettorale preferisce tacere su questo aspetto.

Felix von Wohlgemuth
Co-Portavoce
Verdi Grüne Vërc

Author: Prakti

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