universitaet-bozen_ATCome noto, l’Assessore al Bilancio e il relativo dipartimento, si trasferiranno nella parte rimasta vuota del Palazzo provinciale 3 A di piazza Magnago (gli uffici mobilità sono andati alla funivia del Renon) liberando l’attuale sede di piazza Università nr. 3 a Bolzano, di proprietà della Regione e che verrà passata alla Libera Universirtà.

In risposta alla nostra interrogazione 2950/12, nel novembre 2012 l’assessore Mussner ci ha comunicato che per gli uffici dell’assessore Bizzo la Provincia pagava alla Regione la cifra (simbolica) di € 100 all’anno.

In una ulteriore risposta del luglio 2013 a una nostra successiva interrogazione nr. 3550/13 lo stesso Merssner ci comunica ora che per il medesimo edificio di piazza Università “viene versato dal novembre 2012 un affitto di 26.000 euro l’anno”.

Insomma, nel novembre 2012 la Regione avrebbe aumentato di 260 volte l’affitto a carico della Provincia. Dal novembre 2012 ad oggi, agosto 2013, la Provincia invece di pagare 83 euro di affitto, ha pagato 22.600 euro! E così via, fino a quando l’assessorato Bizzo non si trasferirà.

Per quale motivo la Regione ha deciso questo vertiginoso aumento dell’affitto?

La circostanza richiede una spiegazione.

Si chiede:

  1. conferma l’assessore che, per il suddetto edificio di p.zza Università, fino all’ottobre 2012 la Provincia ha pagato alla Regione l’affitto di euro 100 all’anno?
  2. conferma l’assessore che, per lo stesso edificio, dal novembre 2012 la Regione ha portato l’affitto a euro 26.000 all’anno?
  3. quali sono i motivi di questo aumento dell’affitto?
  4. 4. la Provincia si era forse impegnata a liberare l’edificio di piazza università entro una certa data, in modo che fosse trasferito in affitto all’Università, e poi, dato che non ha rispettato l’impegno, la Regione ha fatto scattare l’aumento?
  5. quando è previsto il trasferimento dell’assessorato Bizzo nell’edificio provinciale 3/a, ex mobilità?
  6. da quando l’Università si trasferirà nell’edificio ex-Bizzo? Nei tempi di trasferimento dell’Università c’erano previsioni iniziali che poi hanno dovuto essere modificate visto che la Provincia non aveva ancora liberato l’edificio?
  7. Quanto pagherà di affitto l’Università per lo stesso edificio di piazza Università?
  8. 8. Se l’aumento di affitto dovesse essere dipeso dal fatto che la Provincia non ha liberato entro i tempi concordati l’edificio di piazza università, e se questo ritardo a sua volta fosse causato dal ritardo con cui gli uffici della mobilità sono stati trasferiti alla funivia del Renon, a causa dei noti problemi presentati dagli spazi presso la funivia, non si configurerebbe per la Provincia un danno erariale dovuto a questa catena di ritardi?
  9. In riferimento alla domanda nr. 6, la Provincia intende rifarsi su qualcuno per l’affitto in più pagato alla Regione dal novembre 2012 ad oggi?

Consigliere provinciale

Riccardo Dello Sbarba

Bolzano, 7.8.2013

 

parlamento-montecitorio-camera-jpg-crop_displayIl Senato ha approvato i due emendamenti “made in Südtirol” nel „Decreto del fare“, che dovrà passare ora alla Camera.

Il giudizio dei Verdi è differenziato:

  1. Sulle competenze provinciali per regolare il commercio al dettaglio nel verde agricolo e nelle zone produttive diamo un giudizio positivo sull’emendamento suggerito ai parlamentari dal Consorzio dei Comuni, ma con riserva. Positivo perché siamo contrari alla proliferazione di centri commerciali e alla politica con cui Monti ha totalmente liberalizzato il settore, che a lungo termine consegnerà le consumatrici e i consumatori nella mani di poche grandi catene. La nostra riserva riguarda il metodo del blitz in Parlamento nel grande mercato romano delle vacche. Qui ha ragione Francesco Palermo: si tratta del vecchio metodo del „prendi e fuggi“, dell’ottenimento sottobanco di norme „speciali“ per Bolzano, che non solo provoca contro di noi l’ostilità delle Regioni vicine, ma in questo caso ha prodotto una norma „ad Provinciam“ debole giuridicamente ed esposta a prevedibili (e già annunciati) ricorsi. La svolta di stile politico, in direzione del coinvolgimento e della trasparenza, è ancora una promessa non mantenuta dalla Svp e dalla Giunta provinciale.
  2. Sulla deroga concessa alla Provincia in merito alla distanza minima tra edifici siamo invece assolutamente contrari. Si tratta di una norma che premia i costruttori e anche certi progetti della Provincia, come il progettato nuovo palazzo di via Renon per l’assessorato al personale, che viola appunto le regole delle distanze e per questo ha provocato un braccio di ferro della Provincia contro tutti: contro il Comune di Bolzano e contro i tecnici dell’urbanistica. In questo senso di tratta di una norma “ad Palatium”. A farne le spese sono le cittadine e i cittadini dell’Alto Adige, che si vedono sottrarre un diritto sacrosanto riconosciuto a tutti gli altri cittadini della Repubblica: quello di non vedersi costruire un palazzo a meno di 10 metri di distanza dalle proprie finestre e dai propri balconi. La norma sulle distanze minime è una specie di “diritto fondamentale” delle norme che regolano l’edilizia nell’intero Stato italiano, sono contenute in leggi e codice civile e ribadite da numerose sentenze della Corte Costituzionale e difendono il diritto delle persone che hanno una casa a poter respirare, a non vedersi costruire palazzi addosso alla propria facciata e anche a mantenere il valore della propria casa, che si ridurrebbe se venisse soffocata dall’assedio di nuovi palazzoni.

Florian Kronbichler, deputato Verdi-SEL

Riccardo Dello Sbarba e Hans Heiss, consiglieri provinciali

Brigitte Foppa, capolista dei Verdi per le elezioni provinciali 2013

Bolzano, 8 agosto 2013

 

RiccardoIn occasione delle primarie dell’SVP tenutesi nell’aprile 2013, le associazioni turistiche di Naz-Sciavez e Val d’Isarco hanno fatto campagna elettorale per Peter Gasser, sindaco di Naz-Sciavez.

La legge provinciale (N. 9/2012 Art. 5) vieta alle associazioni turistiche qualsiasi tipo di propaganda politica, pena il ritiro dei finanziamenti provinciali.

In aprile, la questione è stata oggetto di diverse interrogazioni alle quali l’assessore Widmann rispose: „Wenn wirklich Wahlkampf betrieben worden ist, dann sind die Beiträge zu streichen“. Nella stessa risposta Widmann assicurò che la vicenda sarebbe stata verificata.

Si chiede:

1. La vicenda è stata verificata? Con quale esito?

2. A seguito di tali verifiche, la Provincia ha deciso di eliminare i finanziamenti alle associazioni citate, o no?

3. Se è stato deciso il taglio, a quanto ammonta?

Consigliere provinciale

Riccardo Dello Sbarba

Bolzano, 8 agosto 2013

 

Il_nuovo_Statuto_di_Autonomia.340x340-75Nessun assolo dell’SVP con in governo Letta: l’annunciato “accordo di Bolzano“ deve essere concordato con i partiti autonomisti.

Nel corso dell’incontro del 1 agosto tenutosi a Roma tra i dirigenti SVP e il ministro Delrio sono state poste le basi per l’incontro tra Durnwalder e Letta preannunciato per oggi 5 agosto a Bolzano. In questa occasione si dovrebbe concretizzare sul piano istituzionale l’accordo tra il governo e la provincia di Bolzano soprattutto per quanto riguarda il patto di stabilità e per concordare delle sicure regole di finanziamento anche in riferimento all’IMU e alla TARES

Ripetiamo con il presente comunicato che sarebbe contro lo spirito dell’autonomia se il presidente Durnwalder e i dirigenti della SVP, proseguendo l’esempio dell’“Accordo di Milano“ del novembre 2009, elaborassero nuove regole in segreto per poi presentarle alla pubblica opinione come cosa ormai fatta. Già nell’incontro del primo agosto sulla toponomastica nessun altro esponente politico sudtirolese presente a Roma al di fuori dell’SVP (Florian Kronbichler o Francesco Palermo) è stato coinvolto nella discussione, così che non sono state fatte presenti altre posizioni se non quelle del partito di governo provinciale.

Sarebbe un errore stipulare un accordo così importante, che potrebbe comprendere anche la ridiscussione delle competenze anche in ambito urbanistico e commerciale, esclusivamente a livello governativo tra Roma e Bolzano. Non sarebbe abbastanza solido.

Lo stile dell’era Durnwalder, caratterizzato da segreti e colpi di mano, deve lasciare spazio a una nuova linea di collaborazione e trasparenza, sulla cui base Arno Kompatscher, se vuole rappresentare davvero qualche cosa di nuovo, deve dimostrare la propria credibilità.

Noi Verdi chiediamo di nuovo di essere informati sulle trattative e di avere la possibilità di esprimere la nostra opinione al Presidente Letta, per poter contribuire in maniera costruttiva a questa fase così importante della nostra autonomia.

Hans Heiss
Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa

Bolzano, 5 agosto 2013

 

 

 

B-0132_castelfeder_burganlagen_ruinenDomenica 4 agosto si svolgerà anche quest’anno, tra la Bassa Atesina e la Val di Fiemme, la popolare gara ciclistica de „La vecia ferovia dela Val de’Fiemme – Mountain Bike Race“ che attirerà più di un migliaio di ciclisti e che costituisce ormai da anni un significativo evento sportivo per gli amanti della bicicletta in montagna.A questo fatto positivo purtroppo quest’anno se ne aggiunge uno negativo e cioè che la gara transiterà, per la prima volta, attraverso il biotopo di Castelfeder, dove, proprio in questi mesi, è stata ultimata una nuova pista ciclabile. Una pista da sempre vista con sospetto dagli ambientalisti anche per la sua larghezza che a molti è parsa eccessiva e che ora rende possibile questo transito.

 Domenica quindi più di mille e trecento (!!) ciclisti attraverseranno il biotopo.Ovviamente dovranno sottostare alle numerose limitazioni che quel luogo comporta: niente moto o macchine al seguito, niente sorvoli aerei, nessun passaggio al di fuori del percorso, niente rifiuti gettati a terra.

 Ugualmente pensiamo che l’impatto di mille e trecento ciclisti in gara tra di loro (la corsa, lo ricordiamo, è competitiva) su un biotopo naturale dal fragile e delicato equilibrio sia ugualmente inaccettabile.

Prova ne sia il fatto che nelle NORME DI ATTUAZIONE AL PIANO PAESAGGISTICO del Comune di Montagna, l’articolo 3 prevede, tra gli altri divieti espliciti per il biotopo di Castelfeder, quello di non “ svolgere manifestazioni sportive“.

Né può valere, come escamotage, il fatto che il tracciato della pista sia stato sottratto dal punto di vista urbanistico al biotopo: di fatto una manifestazione organizzata su un tracciato che passa nel biotopo è una manifestazione NEL biotopo.

Del resto se pensiamo al biotopo come un luogo prezioso da sottrarre alla normale attività quotidiana e da preservare così com’è, capiamo come sia indispensabile che concetti come “gara”, “competizione” e “manifestazione sportiva” restino fuori dai suoi confini.

 Per questo chiedo che il Comune di Montagna riconsideri le sue posizioni e che per gli anni a venire si torni al percorso degli altri anni e si lasci al biotopo di Castelfeder quella quiete che gli spetta.

 Brigitte Foppa

image98Con importante presenza politica si è oggi celebrata la messa in funzione del nuovo inceneritore di Bolzano sud. In realtà c’è ben poco da festeggiare. Al massimo possiamo considerare positivo il fatto che il nuovo forno è dotato di una tecnologia più moderna e quindi produrrà, almeno si spera, meno sostanze inquinanti del vecchio impianto – sempre restando ferma l’incognita delle polveri sottili. Nemmeno il raddoppio dei costi di costruzione  aiuta a far sorgere allegria.

Ma la cattiva notizia resta anzitutto il fatto che il nuovo impianto è troppo grande. Tarato su 135.000 t/anno (sono ca. 15 tonnellate all’ora!!), la “produzione” attuale di rifiuto residuo in Alto Adige (ca. 100.000 t) non basta per alimentare il forno. Inoltre proprio in questi giorni si sta iniziando finalmente con il nuovo sistema di raccolta del residuo a Bolzano – dove abita 1 quinto della popolazione della provincia – che dovrebbe abbassare la quota di residuo nel complessivo dei rifiuti. Resta quindi aperta la domanda: Ma cosa si brucerà nel nuovo inceneritore?

Un ulteriore problema è data dalla rete non completata (o meglio mai del tutto iniziata) di teleriscaldamento. Finora solo i quartieri Casanova, Semirurali e Zona Produttiva sono allacciati al teleriscaldamento. Il calore dell’impianto perciò andrà perso nell’aria ancora per parecchi anni.

Il rimprovero più marcato però è quello della sbagliata strategia di politica dei rifiuti che sta dietro all’inceneritore. Mentre in Europa è iniziato l’orientamento verso la “Strategia Rifiuti Zero” (v. anche l’omonima proposta di legge di iniziativa popolare in Italia, da noi sostenuto), il nuovo, grande inceneritore di Bolzano va nella direzione opposta. Dove si inceneriscono i rifiuti, lo stimolo verso la raccolta differenziata logicamente resta scarso.

L’alternativa esisterebbe. Sarebbe un programma di politica dei rifiuti che applica ovunque il principio “chi inquina paga”, che promuove tutte le aziende ed inziative volte al riciclo ed al riuso e che spinge i comuni a produrre meno residuo possibile. Queste sarebbero i pilastri di una politica dei rifiuti degna di una provincia che ama definirsi “green”.

 

Brigitte Foppa

 

„Si potrebbe dire: siamo tutti della stessa opinione.“ Così Klaus Egger, portavoce del gruppo „verdECOnomia – Grüne Wirtschaft“ dei Verdi-Grüne-Vёrc, riassume, con una vena di ironia, i primi incontri con le associazioni di categoria. Aggiunge però la domanda: „Allora perché i cambiamenti non li vediamo?“

La settimana scorsa i rappresentanti dei Verdi-Grüne-Vёrc hanno incontrato alcuni importanti comitati delle associazioni di categoria (mentre settimana prossima toccherà ai sindacati conoscere il nuovo gruppo dei Verdi-Grüne-Vёrc).

A tutti gli incontri i partecipanti condividevano alcune idee di fondo: che le piccole imprese, le aziende a conduzione familiare, sono il motore economico, non solo nel nostro paese ma in tutta Europa, e vanno rafforzate; che la burocrazia è uno dei grossi freni dello sviluppo; che bisogna puntare sull’innovazione e sui circuiti regionali.

“Cooperazione, lavoro in rete e sostegno reciproco erano concetti estranei all’area economica fino a pochi anni fa”, dicevano i rappresentanti dell’ economia. Sembrava che ognuno dovesse avere tutto e che il vicino fosse considerato solo un concorrente e mai un alleato. Una certa colpa per questo sviluppo lo aveva sicuramente anche il sistema dei contributi a pioggia della provincia  – così si intuiva tra le righe nelle affermazioni delle associazioni di categoria.

“Una crisi può sempre essere anche un’occasione, se la si sa prender nel modo giusto. La consapevolezza che la crescita solo quantitativa non ci darà futuro, sembra essere entrata anche nelle stanze delle associazioni di categoria. La grande domanda però rimane, cioè se le strutture incrostate, non solo nella politica ma anche nel mondo dell’economia, diano il necessario spazio ai cambiamenti”, così il commento Klaus Egger.

Klaus Egger
portavoce del gruppo „verdECOnomia – Grüne Wirtschaft“
+39 339 6219025
Verdi-Grüne-Vёrc

bronzolo2Al Presidente del Consiglio provinciale di Bolzano.

Già bocciato prima sul Renon e poi a Laives, il progetto di una centrale elettrica a pompaggio privata rispunta ora a Bronzolo ed Aldino.

Con una novità: l’acqua per alimentarla verrà prelevata non dal fiume, ma dalla falda sotterranea che serve anche acquedotti e pozzi. Si tratta di un gigantesco prelievo di 830.000 metri cubi d’acqua, che metterà a forte rischio l’equilibrio idrogeologico di un’area che ha già problemi di approvvigionamento.

Il prelievo dalla falda invece che dal fiume potrebbe cambiare molto sul tipo di concessione da rilasciare e sui canoni da pagare: la centrale sarà equiparata a un pozzo, anche se gigantesco, invece che a una concessione idroelettrica, e verrà sottoposta dunque ai canoni tipici dei pozzi e non a quelli, molto più onerosi per il concessionario, e molto più convenienti per l’ente pubblico, delle concessioni idroelettriche? In più, la concessione per un prelievo dalla falda è soggetta a vincoli minori o maggiori di quelle idroelettriche? E’ forse per questo che si è scelto di prelevare acqua dalla falda e non dal fiume?

Altro problema, il materiale di scavo. La montagna verrà perforata per diversi chilometri per realizzare serbatoi e sala turbine in galleria. Il primo progetto prevedeva 2 tunnel di 7,5 km e di 113 m2 di sezione. Se il profilo è circolare, il diametro è di 12 m. In confronto, una canna BBT ha diametro 8,1 m, Gottardo 7,7 m.

I promotori hanno fatto capire anche di essere disposti a variare il progetto (quattro è cinque gallerie più corte, bacini sotterranei a spirale invece che dritti ecc…) ma i volumi complessivi dovrebbero restare gli stessi.

Dunque verrà estratta un’enorme quantità di materiale, probabilmente porfido, che ha anche un valore di mercato (nelle presentazioni pubbliche si è parlato di un valore di circa 5 milioni di euro, e di acquirenti già interessati ad acquistare il materiale). Nella fase di costruzione dunque, più che una centrale avremo una vera e propria cava, con valore economico.

Per il BBT la soluzione è stata realizzare una cava di ghiaia per la lavorazione del materiale estratto: la cava è stata messa in gara e ne sono venuti i relativi introiti anche per l’ente pubblico che ha emanato la concessione per la cava stessa. Ma in questo caso che senso ha che i promotori del progetto facciano dichiarazioni come se la cava appartenesse già a loro?

Bisogna capire a questo punto che tipo di regime di concessione e di autorizzazione regolerà sia il prelievo dell’acqua, sia quello della roccia.

Tutto ciò premesso,

si chiede:

  • SULL’ESTRAZIONE DELLA ROCCIA:
  1. L’estrazione della roccia, operazione necessaria per realizzare la centrale e i serbatoi in caverna, configurerà il cantiere, per alcuni anni, come una grande cava: sarà necessaria una specifica concessione per lo scavo, lo stoccaggio e l’utilizzo della roccia?
  2. Qual è la durata di queste eventuali concessioni?
  3. A chi appartiene il materiale estratto e chi potrà venderlo sul mercato?
  4. A chi andranno i proventi della vendita del materiale estratto?
  5. Quale beneficio avrà la mano pubblica da questi lavori di estrazione?
  6. Quali sarebbero le risposte alle domande da 1 a 5 se, invece di una centrale in caverna, si trattasse “solo” di una cava?
  7. Non c’è il rischio che i promotori realizzino almeno nei primi anni una “cava di fatto”, con relativi proventi, senza sottostare alle condizione proprie di una cava?
  8. Sarà trovata una soluzione come quella adottata per il BBT? Nei particolari, come funziona la “soluzione BBT”? Chi gestisce la gara? La BBT SE ha diritti sulla cava? Quanto frutta la cava alle casse pubbliche?
  • SUL PRELIEVO DELL’ACQUA:
  1. A quale tipo di concessione è sottoposta la possibilità per un privato di prelevare l’acqua dalla falda per utilizzarla per alimentare una centrale a pompaggio?
  2. Qual è la durata di questa eventuale concessione?
  3. Come viene data questa concessione, a quale soggetto pubblico va richiesta e attraverso quale procedura? (si prega anche di citare la legislazione di riferimento).
  4. A quali limiti quantitativi (orario, giornaliero, annuale o di qualsiasi altro tipo) è sottoposto questo tipo di prelievo?
  5. In particolare, a quale tra i 16 tipi di utenza fissati dalla Provincia (vedi: http://www.provincia.bz.it/agenzia-ambiente/acqua/canoni-derivazione-acqua.asp) appartiene un prelievo di questo genere?
  6. A quali canoni e altre eventuali imposte o tasse o tributi è sottoposto un impianto di questo genere?
  7. Quali sarebbero le risposte alle domande da 8 a 14 se, invece di prelevare l’acqua in falda, la centrale derivasse l’acqua dal fiume Adige?

 

Consiglieri provinciali

Riccardo Dello Sbarba
Hans Heiss

Bolzano, 16 luglio 2013

aereoportoAl Presidente del Consiglio provinciale di Bolzano

Per realizzare il progetto di allungamento della pista dell’aeroporto occorre spostare la condotta di gas della SNAM che attraversa l’area dove interessata per proseguire poi dal lato est delòla valle e dirigersi verso la Pusteria. Dalla risposta alla nostra interrogazione nr. 18/Juni/2013 su temi di attualità risulta che i lavori costeranno circa 1,6 milioni e saranno effettuati direttamente da Snam su incarico di ABD Spa. La SNAM di solito non comincia i lavori se prima l’ente che fa questa richiesta non versa i fondi necessari a coprire il costo dei lavori.

Si chiede:

  1. 1. Sono stati anticipati e versati i fondi necessari per spostare il gasdotto Snam che attraversa la pista?
  2. 2. Se sì, quanto è stato versato finora e da chi? E quanto resta da versare?
  3. 3. Se no, quando è previsto il versamento e chi lo effettuerà?

Firmato Consiglieri

Riccardo Dello Sbarba
Hans Heiss

Bolzano, 17 luglio 2013

 

 

 

logo_ueIn seguito alla situazione di grave emergenza che si è verificata nel settore dei finanziamenti europei a progetti FSE, per i quali un’ispezione della CE ha rilevato “gravi criticità” e comunicato la sospensione dei pagamenti, la Giunta provinciale ha incaricato con delibera nr. 983 la società T&D di Bologna di eseguire un controllo a campione su 30 procedure FSE per verificare la loro conformità alla normativa europea e “l’individuazione di eventuali importi indebitamente certificati” e oltre a questo controllare e chiudere altri “60 progetti conclusi che non erano a suo tempo stati gestiti da parte dei beneficiari in accordo con le disposizioni e sui quali, in seguito ad un primo controllo della documentazione rendicontale, sono state verificate incongruenze tali da richiedere competenze tecniche e giuridiche che esulano da quelle ordinarie”.

Risulterebbe tuttavia che la stessa società T&D abbia già lavorato in passato a diversi progetti FSE in provincia di Bolzano e dunque sia stata in qualche modo cliente dell’FSE altoatesino.

Tenendo conto che il “vademecum FSE” impone la “terzietà dei revisori contabili”,

si chiede:

  • La società T&D ha già lavorato in passato, a titolo qualsiasi, per progetti FSE in provincia di Bolzano? Se sì, si chiede di elencare:
  1. i progetti
  2. i beneficiari
  3. la data
  4. il ruolo di T&D nel progetto
  5. il compenso pagato a T&D
  • Se la T&D ha già lavorato ion passato per progetti FSE in provincia di Bolzano, può garantire la “terzietà” richiesta dalla CE per la revisione contabile dei progetti FSE nell’incarico affidatogli dalla giunta provinciale con delibera nr. 983/2013?

Consiglieri provinciali

Riccardo Dello Sbarba
Hans Heiss

Bolzano, 17 luglio 2013