EDITORIALE.

In una conversazione su Whatsapp, mi hanno chiesto che cosa penso della vicenda del termine “Alto Adige” cancellato da un testo di legge trattato in Consiglio provinciale la settimana scorsa. Al di là delle fake-news che girano sui media, la mia risposta è stata questa: Noi Verdi abbiamo votato contro, perché non è accettabile che le persone di un gruppo linguistico decidano su come le persone dell’altro gruppo vogliano denominare la propria “Heimat”. Può non piacere il termine “Alto Adige”, ma, specie in terra di Tolomei, resta imprescindibile e inviolabile il diritto di ogni gruppo linguistico ad autodeterminare le proprie parole.

L’unica eccezione a questa regola è quando un gruppo si sente offeso dalle parole usate dall’altro. Così gli Inuit hanno chiesto al mondo di non essere più chiamati “eschimesi”. Le persone di origine afro hanno chiesto di non essere più chiamati negri. A un dibattito a Brunico poco tempo fa, si discuteva del termine “Walsch”. Io chiesi di non usare questo termine. Alcuni presenti hanno precisato che loro non lo usano in senso spregiativo. Ho cercato di spiegare che non conta l’intenzione di chi nomina, ma come si sente la persona che con quel termine viene nominata. I miei figli, cresciuti bilingui, quando parlano di sé, mai e poi mai direbbero di essere per una parte “walsch”. Non solo suona male, ma nemmeno gli appartiene. Allo stesso modo mi scandalizzerei se gli italiani dell’Alto Adige-Südtirol iniziassero a chiamare i tedeschi “crucchi” (o wie auch immer). Fa parte della buona convivenza usare buoni nomi.

Il punto è che sulla vicenda “Alto Adige” non si ha un gruppo che nomina un altro, ma un gruppo che nomina (con la sua stessa lingua) il proprio territorio, quindi in qualche modo sé stesso.

E allora, perché i cosiddetti partiti patriottici insistono così tanto sull’uso che gli italiani fanno delle loro stesse parole? Che obiettivo vogliono raggiungere? Che ansia di controllo, di dominio si cela dietro ai tentativi di “rettificare” il corso della storia?

La gravità del fatto della settimana scorsa non è che “d’ora in poi il termine Alto Adige sarà bandito dalle leggi”, come si legge in questi giorni. Questo non è vero. Ma certo è che si è aperta una via per farlo sempre più frequentemente. Mai prima d’ora la SVP aveva ceduto su questo punto. Ed è invece successo, forse neanche per cattiveria o per preciso calcolo politico, che la Volkspartei si è fatta trascinare dalla piccola “Süd-Tiroler Freiheit”. Io penso che sia successo per indifferenza, per negligenza, per noncuranza. Ed è forse quasi peggio, perché significa che ci si è dimenticati dell’altro, dei sentimenti di chi vive in questa terra con gli stessi diritti di sentirvisi a casa.

Un tardivo e coerente episodio di una lunga storia politica di separazione. Ecco dove siamo arrivati: la provocazione dei “patrioti” alla fine ha funzionato perché ci si è dimenticati dell’altro.

C’erano molti modi di trattare il tema. Ci si poteva chiedere quali sono i termini con cui vogliamo denominare la nostra Heimat comune, che è un concetto ben più profondo di “Provincia di Bolzano”. C’era margine per capirsi. Nel proprio cuore nessun tedesco chiama “Autonome Provinz Bozen” il suo “Südtirol”. D’altro canto si poteva anche spiegare perché a qualcuno il termine “Alto Adige” magari ricorda tempi brutti e bui.

Ma negli strilli in Consiglio settimana scorsa non c’era spazio per niente di tutto questo. La spinosa storia che ci accomuna non ha bisogno di urla, di provocazioni, di continui braccio di ferro. Non abbiamo bisogno che gli uni dicano agli altri che parole usare. Abbiamo bisogno di raccontarci la lingua dei nostri cuori. A volte bisbigliano.

Bolzano, 15.10.2019

Brigitte Foppa

Disegno di legge provinciale n. 34/ 19.

Tra le diverse “difese” civiche, in tutti Länder austriaci è istituita anche la Umweltanwaltschaft. Il vicino Land Tirol costituisce per noi l’esempio più vicino come questa importante istituzione può efficacemente funzionare. In Italia però non esiste il quadro legislativo austriaco. Il vicino Trentino ha trovato una soluzione attribuendo alla difesa civica anche la competenza ambientale. La legge sulla difesa civica della Provincia di Trento attribuisce infatti al Difensore civico o alla Difensora civica la materia ambientale. Secondo noi ha senso affidare questo tema alla Difesa civica, perché l’ambiente spesso non ha voce. Dislocare la difesa dell’ambiente in un’istituzione, in cui al centro sono per definizione le ansie e le preoccupazioni di coloro che altrimenti avrebbero scarsa possibilità di essere ascoltati è coerente, un passo indispensabile e che si doveva fare già da tempo.

Ma anche sotto un altro aspetto è appropriato portare le questioni ambientali sotto la tutela della Difesa civica: essere circondati da un ambiente sano e pulito, per le presenti generazioni, ma soprattutto per quelle future, è un diritto civico. Difendere l’ambiente e i suoi diritti vuol dire difendere gli esseri umani e i loro diritti. Il presente disegno di legge vuole riempire questa lacuna.

L’articolo 1 di questo disegno di legge prevede la possibilità da parte del Difensore civico / della Difensora civica di intervenire su richiesta dei diretti interessati (poiché la difesa dell’ambiente richiede l’impegno della cittadina e del cittadino) nei confronti delle istituzioni locali in caso di loro attività od omissioni che possono recare danno all’ambiente o in ogni caso violare norme volte a tutelare l’ambiente. Oltre a questo la Difesa civica ha la possibilità di richiedere informazioni ai diversi soggetti coinvolti in un possibile danno ambientale.

Gli esseri umani non possono vivere se l’ambiente non sopravvive: per questo gli interessi dell’ambiente coincidono con gli interessi delle persone e le competenze sull’ambiente devono andare mano nella mano con quelle della difesa dei diritti delle cittadine e dei cittadini. È ora di smettere di considerare da una parte gli esseri umani, dall’altra la natura come fossero avversari, e di capire che se vogliamo vivere una vita che merita di essere vissuta dobbiamo prenderci cura del nostro ambiente e creare le istituzioni utili per difenderlo.

Un primo passo è quello di estendere le competenze del Difensore civico / della Difensora civica anche alla materia ambientale, affinché i diritti dei cittadini e delle cittadine e i diritti dell’ambiente non vengano messi l’uno contro l’altro.

Bolzano, 15/10/2019

Il presentatore

Consigliere provinciale

Riccardo Dello Sbarba

 

Qui potete scaricare il disegno di legge completo, la documentazione e il Parere del Consiglio dei Comuni.

MOZIONE.

Mozione volta a modificare il procedimento amministrativo per l’autorizzazione di interventi non sostanziali ai sensi della legge sulla tutela del paesaggio.

L’espressione “intervento non sostanziale” è entrata nell’uso delle amministrazioni comunali della nostra provincia e designa una prassi frequente. Gli interventi non sostanziali sono autorizzati dal sindaco o dalla sindaca con una procedura semplificata. In questi casi l’amministrazione comunale diventa l’estensione degli organi provinciali competenti (l’autorità forestale e quella preposta alla tutela dei beni ambientali). Come dice la parola stessa, questi interventi sono percepiti come di poco conto. Stiamo parlando di lavori non troppo importanti per la manutenzione e il risanamento di edifici e di interventi minori nel paesaggio. Questo termine risulta tuttavia fuorviante per quanto riguarda gli interventi non essenziali nel paesaggio.

Guardando a come si è evoluta la situazione normativa si capisce perché la situazione qui in provincia è del tutto particolare. La legge sulla tutela del paesaggio 25 luglio 1970, n. 16, disciplina la conservazione di paesaggi e siti che hanno caratteristiche di particolare interesse oppure costituiscono un ambiente naturale tipico. Nel 1998 questa legge è stata modificata con l’introduzione del comma 1-bis nell’articolo 8 per stabilire che con regolamento di esecuzione verranno definite le “categorie di lavori che per la loro natura ed entità rappresentano degli interventi non essenziali nel paesaggio”.

Nel relativo decreto del presidente della Provincia n. 33/1998, alle lettere dalla a) alla i) sono elencati gli “interventi non sostanziali ai sensi della legge sulla tutela del paesaggio” che il sindaco o la sindaca può autorizzare con una procedura semplificata.

Andando a guardare nel dettaglio, tra gli interventi elencati se ne trovano molti che sembrano innocui, ma che di fatto costituiscono interventi sostanziali sul paesaggio in quanto comportano una riduzione o persino una perdita della biodiversità. Gli interventi di cui alle lettere b), d), e) ed f) lo mostrano in modo chiaro:

b) movimenti di terra per la posa in opera di condutture qualora l’area occupata durante i lavori non superi la larghezza di 5 m. Qualora trattasi di condutture d’acqua il richiedente deve essere in possesso della concessione per la derivazione d’acqua. All’interno dei parchi naturali deve essere richiesto un parere dell’ufficio provinciale Parchi naturali;”
N.B.: sulla base di questa disposizione si autorizza anche la posa di tubi per drenaggio con cui si prosciugano i prati. Ai sensi dell’art. 16 della legge di tutela della natura (L.P. 6/2010) le zone umide sono però integralmente protette e in Alto Adige sono nel frattempo diventate uno degli habitat maggiormente a rischio.

“d) eposito di materiale di scavo fino a 1.000 m³su una superficie massima fino a 1.000 m², qualora esso non comporti un cambio della destinazione d’uso del terreno;”
N.B.: sulla base di questa disposizione è possibileinterrare piccoli elementi paesaggistici come stagni, mucchi di pietrame, muri a secco, piccolissi mi corsi d’acqua e scarpate, perché una superficie di 1.000 m² può essere alzata di un metro.

“e)strazione di materiale fino a 200 m³ su una superficie massima fino a 500 m², qualora essa non comporti un cambio della destinazione d’uso del terreno;”

“f) pianamenti di superfici a coltivazione agricolaintensiva a quote inferiori a 1600 m sul livello del mare, qualora la superficie non sia complessivamente superiore a 5.000 m² o la pendenza media non sia superiore al 40 per cento, oppure non sia previsto un livellamento superiore a +/- 1 m.”
N.B. sulla base delle disposizioni di cui alle lettere e) ed f) è possibile spianare collinette di piccole e medie dimensioni che si trovano nei prati e spesso sono sezioni aride. Anche le sezioni aride sono considerate meritevoli di tutela nella legge di tutela della natura (L.P. 6/2010), pur “consentendo l’utilizzo ecosostenibile di queste superfici”.

Negli anni tra il 1998 e il 2010 è stato quindi possibile distruggere un numero importante di piccoli e piccolissimi habitat molto preziosi ricorrendo al procedimento per l’autorizzazione di interventi non sostanziali. Si calcola che in questo modo nella provincia di Bolzano siano andate distrutte diverse migliaia di habitat meritevoli di tutela.

Nel 2010 il Consiglio provinciale ha finalmente approvato la legge di tutela della natura che in molti aspettavano da tempo (L.P. 6/2010) in cui si è fissato quali sono gli habitat, le specie animali e le specie vegetali integralmente o parzialmente protetti. Gli habitat elencati in questa legge, come le zone umide e le sezioni aride, si trovano spesso nel verde agricolo (prati e prati alberati). Se si può continuare a destinarli a un utilizzo, non è invece consentito modificarli o persino distruggerli.

Un episodio verificatosi nel Comune di Valdaora ci mostra che il procedimento di autorizzazione di interventi non sostanziali continua ad essere impiegato nonostante la protezione di cui godono habitat rari e specie vegetali e animali rare. Nel caso che qui citiamo nel 2019 con un’autorizzazione del sindaco sono state definitivamente distrutte due torbiere, denominate “Kranebitten” e “Schwarzes Moor”. Usiamo la parola definitivamente perché già in passato ci sono stati diversi interventi che hanno drenato e spianato le torbiere pezzo per pezzo. Come per miracolo, fino al 2019 era riuscito a salvarsi un fazzoletto di diverse centinaia di m² di questa torbiera in cui vivano rare specie animali e vegetali. Nel giugno 2019 anche questo scampolo è andato definitivamente distrutto con un intervento non sostanziale autorizzato dal sindaco.

Per puro caso questo habitat, classificato come torbiera o meglio torbiera soligena, è stato dettagliatamente documentato con foto prima che avvenisse la distruzione. Sulla base delle specie vegetali rilevate in loco nel maggio 2019 è stato persino possibile classificare la torbiera allora esistente come tipo di habitat n. 7230 “torbiera bassa alcalina” della direttiva Habitat. Questo piccolo residuo di torbiera era quindi protetto ai sensi della legge provinciale di tutela della natura (L.P. 6/2010), ma pure ai sensi della direttiva europea per la conservazione degli habitat. Tuttavia entrambe le normative non sono bastate a proteggere le specie vegetali e animali che lì vivevano, perché autorizzando l’intervento ai sensi del decreto del presidente della Provincia n. 33/1998 in quanto non sostanziale sono state violate la legge provinciale come pure la direttiva europea Habitat.

Da quanto illustrato si deduce che la pratica da anni utilizzata del procedimento per l’autorizzazione di interventi non sostanziali mette a repentaglio l’esistenza di piccoli e piccolissimi habitat prativi, anche all’interno del verde agricolo destinato alla coltivazione intensiva, nonostante questi habitat siano tutelati per legge.

Per questi motivi il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano incarica la Giunta provinciale

  1. di modificare il decreto del presidente della Provincia 6 novembre 1998, n. 33, ridefinendo gli interventi in natura e paesaggio;
  2. di cancellare da detto decreto la lettera b) del comma 1 dell’articolo 1 (movimenti di terra per la posa in opera di condutture qualora l’area occupata durante i lavori non superi la larghezza di 5 m. Qualora trattasi di condutture d’acqua, il richiedente deve essere in possesso della concessione per la derivazione d’acqua. All’interno dei parchi naturali deve essere richiesto un parere dell’ufficio provinciale Parchi naturali);
  3. di cancellare da detto decreto la lettera d) del comma 1 dell’articolo 1 (deposito di materiale di scavo fino a 1.000 m³ su una superficie massima fino a 1.000 m², qualora esso non comporti un cambio della destinazione d’uso del terreno);
  4. di cancellare da detto decreto la lettera e) del comma 1 dell’articolo 1 (estrazione di materiale fino a 200 m³ su una superficie massima fino a 500 m², qualora essa non comporti un cambio della destinazione d’uso del terreno);
  5. di cancellare da detto decreto la lettera f) del comma 1 dell’articolo 1 (spianamenti di superfici a coltivazione agricola intensiva a quote inferiori a 1600 m sul livello del mare, qualora la superficie non sia complessivamente superiore a 5.000 m² o la pendenza media non sia superiore al 40 per cento oppure non sia previsto un livellamento superiore a +/-).

Bolzano, 15.10.2019

f.to consiglieri provinciali

Hanspeter Staffler

Brigitte Foppa

Riccardo Dello Sbarba

 

MOZIONE.

Di fronte a un’emergenza sanitaria ci si rivolge al proprio medico di famiglia o al pronto soccorso di uno degli ospedali dell’Alto Adige, quasi sempre per disturbi di natura fisica. Le situazioni di grave malessere psichico competono ai reparti psichiatrici.

Accanto alle situazioni succitate, esistono per tante altre problematiche che improvvisamente possono colpire le persone di qualsiasi età: stati di panico o d’ansia, pensieri suicidi, crisi legate alle dipendenze e all’astinenza, traumi e stress posttraumatici, mobbing, stati d’animo depressivi, esaurimenti nervosi, escalation di conflitti legati alla coppia, alla famiglia o all’abbandono, aggressività, decessi, ecc.

Spesso in un’emergenza psicologica acuta non si sa a chi rivolgersi. Le strutture di pronto soccorso negli ospedali dispongono di pochi psicologi e psicologhe che, se presenti, sono disponibili solo in determinate ore del giorno. Tuttavia, la percentuale di persone che per queste situazioni (quindi non su indicazione di un medico) si reca al pronto soccorso non è affatto trascurabile.

Per questo motivo in varie città è stato istituito un pronto soccorso psicologico, quale ad esempio ilPronto Soccorso Psicologico (PSP) di Roma, una struttura sociosanitaria per le emergenze psicologiche aperta e liberamente accessibile alle cittadine e ai cittadini quotidianamente e nei fine settimana. Il servizio può essere utilizzato da tutte le persone indipendentemente dal luogo di residenza e senza prenotazione e viene applicata una tariffa inferiore al normale ticket per i servizi sanitari.

Gli esperti e le esperte presenti forniscono unprimo consulto e, a seconda del caso, inviano la persona ai reparti psichiatrici o ad altre strutture. La cosa tuttavia più importante è offrire colloqui facilmente accessibili, che in questi casi sono di primaria importanza.

Proprio nella nostra provincia, dove sono molti icasi di problemi psicologici, per non parlare dei suicidi e delle aggressioni, la necessità di agire appare urgente.

Pertanto il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano incarica la Giunta provinciale

  1. di verificare la necessità e la possibilità di istituire un pronto soccorso psicologico;
  2. di prevedere nelle strutture di pronto soccorso dei principali ospedali la presenza, 24 ore al giorno, di psicologi e psicologhe specializzati, eventualmente anche nel quadro di progetti pilota;
  3. di prevedere la necessità e la possibilità di una presenza continuativa di psicologhe e psicologi anche in altre strutture quali residenze per anziani, centri per lungodegenti, ecc.

Bolzano, 11.10.2019

f.to consiglieri provinciali

Brigitte Foppa

Riccardo Dello Sbarba

Hanspeter Staffler

Disegno di legge provinciale n. 33/19-XVI.

La legge provinciale 10 luglio 2018, n. 9, “Territorio e paesaggio”, ha una grave carenza riguardo ai diritti dei semplici cittadini e cittadine. Un elemento molto importante, che si trovava nella “vecchia” legge urbanistica all’articolo 105, manca ora completamente: quello del ricorso popolare.

Infatti la “vecchia” legge urbanistica (n. 13/1997) prevede che ogni cittadino e cittadina possa presentare ricorso alla Giunta provinciale contro proposte, esecuzione di lavori ecc. in contrasto con le
disposizioni di legge. Quel passaggio era estremamente importante. Permetteva infatti a chi vedesse limitati i propri diritti – p. es. da lavori svolti dai vicini – di ottenere rimedio in un modo relativamente semplice. Era dunque uno strumento importante e soprattutto giusto.

In futuro cittadini e cittadine che vogliano ricorrere contro una concessione edilizia potranno, in pratica, solo più rivolgersi al tribunale. La nuova legge su “Territorio e paesaggio” prevede soltanto che le persone interessate dalle attività edilizie illegittime di terzi possano rivolgersi al sindaco/alla sindaca, che può annullare il relativo atto amministrativo in via di autotutela.

Come risulta però dalla relazione annuale 2018 della difensora civica, negli ultimi anni è diventato sempre più chiaro che una volta emessa la concessione edilizia, sindaci e sindache non procedono a ulteriori verifiche. Agli interessati si suggerisce invece la via giudiziaria.

Per questo motivo, è un passo indietro il fatto che questo elemento non abbia letteralmente più trovato posto nella nuova legge urbanistica provinciale. Col presente disegno di legge ci si propone
di cambiare tale situazione, introducendo l’articolo 105 della (ancora) vigente legge urbanistica provinciale nella nuova legge “Territorio e paesaggio”, rendendo così quest’ultima più vicina ai cittadini.

Il testo di legge ha un solo articolo, che introduce nella legge urbanistica provinciale (n. 9/2018) un nuovo articolo 102-bis, composto di un unico comma.  L’articolo 102-bis stabilisce che ogni cittadino e cittadina può presentare ricorso alla Giunta provinciale, fin dall’inizio dei lavori, contro qualsiasi attività incompatibile con la legge urbanistica provinciale.

Il presentatore è certo che aggiungere questo articolo alla legge “Territorio e paesaggio” renderà la legge stessa un po’ più giusta.

BZ, 09.10.2019

Consigliere provinciale
Riccardo Dello Sbarba

Qui potete scaricare il disegno di legge completo e il parere del Consiglio dei Comuni.

Questo DdL è stato respinti in commissione e verrà ritrattato in aula.

COMUNICATO STAMPA.

Stimolato dalle mozioni verdi Trasparenza nella ristorazione collettiva e I bambini devono poter giocare in luoghi non contaminati il Consiglio provinciale ha discusso tra ieri e oggi di trasparenza nelle mense e di monitoraggio di pesticidi nei parchi gioco.

Tutti sono d’accordo: la salute è importante, la sostenibilità è auspicabile, il cibo che mangiamo deve essere sano, i luoghi dove giochiamo e viviamo devono essere incontaminati. Sembra quasi ovvio dirlo. Come sembrerebbe ovvio dire che per garantire tutto questo è importante perlomeno sapere cosa mangiamo, perlomeno sapere se i luoghi che frequentiamo siano incontaminati o meno. Eppure non per tutti è così. Secondo la Giunta e la maggioranza in Consiglio provinciale non ci sono problemi, il monitoraggio sporadico della presenza di pesticidi nelle aree pubbliche è sufficiente, dare informazioni sulla provenienza dei prodotti alimentari usati nelle mense non è necessario.

Per noi tutto questo non è comprensibile. Si parla tanto di trasparenza e le nostre mozioni erano l’occasione per dimostrare con quanta serietà venga usata questa parola. Un’occasione sprecata, che sarebbe servita anche a rafforzare la fiducia tra cittadine/i e amministrazione pubblica. E invece la maggioranza ha votato compatta contro le nostre proposte e ha optato per la non-trasparenza. Noi però non molliamo, perché sulla salute pubblica e ambientale non si scherza.

Bolzano, 09.10.2019

Cons.prov.

Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba
Hanspeter Staffler

COMUNICATO STAMPA.

La richiesta era davvero minima: obbligo di indicazione di provenienza dei prodotti alimentari nelle mense pubbliche:

– da agricoltura biologica
– da commercio equo-solidale
– con indicazione del Paese di provenienza per la carne

Ci hanno dato ragione, si è detto in tutte le salse quanto sia importante la sostenibilità. Ma per l’approvazione non è bastato: con 17 a 13 la mozione 76/19 “Trasparenza nella ristorazione collettiva” è stata bocciata.

Consumatrici e consumatori possono restare inconsapevoli su quello che mangiano.
Ma noi non molliamo lo stesso.

Bolzano, 08.10.2019

Cons. prov.
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba
Hanspeter Staffler

INTERROGAZIONE SU TEMI DI ATTUALITÀ.

Fino a che la società ABD era proprietà pubblica della Provincia, i costi de servizi antincendio all’aeroporto di Bolzano erano posti a carico della Provincia. Con la cessione di ABD ai privati, tale regime gratuito dovrebbe cessare e i servizi antincendio dovrebbero essere messi a carico della società privata di gestione ABD Holding. Ricordiamo che per questo servizio nel periodo 1999-2014 la Provincia ha avuto costi per € 20.061.144. Il costo annuale del 2014 fu di € 1.470.607.

Si chiede pertanto:

  1. Con la cessione di ABD ai privati, come viene regolata la questione dei servizi antincendio? Da chi verranno svolti? I costi saranno ancora a carico della Provincia, oppure messi a carico della società privata di gestione aeroportuale?
  2. Se verranno ancora messi a carico della Provincia, in base a quale normativa? Non era scritto nel bando di gara che tali servizi passavano a carico della società di gestione?
  3. Se invece saranno a carico dei privati, da quanto ciò è avvenuto o avverrà?
  4. A quanto sono ammontate negli anni 2015, 2016, 2017 e 2018 le spese annuali a carico della Provincia per garantire il servizio antincendio all’aeroporto di Bolzano?

Bolzano, 26/09/2019

Consiglieri provinciali
Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa
Hanspeter Staffler

Qui potete scaricare la risposta della Giunta. E la nostra replica.

COMUNICATO STAMPA: AGENDA VERDE

Clima e … salute!

“This is all wrong” ha detto Greta Thunberg al vertice dell‘ONU a New York – mettendo così in discussione definitivamente l’attuale sistema e concezione del mondo. La tutela del clima deve essere l’obiettivo e l’impegno più importante di ogni politica, lo gridano milioni di giovani che manifestano ogni venerdì nel mondo.
Noi li prendiamo sul serio. Anche nel piccolo raggio d’azione della Provincia di Bolzano è possibile dare un contributo alla tutela del clima. Provvedimenti amici del clima devono essere positivi anche per la vita e per le persone e avere così degli effetti positivi anche sulla salute.
Due temi che uniscono tutela per il clima e la salute verranno trattati dal Consiglio provinciale questa settimana. E si riferiscono ad ambiti d’azione specifici, in cui possono essere attuate delle misure chiare e concrete. Sono aree d’azione chiave per la tutela del clima e della salute.

1 – Campo d’azione – mense

Le mense pubbliche e non svolgono un ruolo importante nella vita quotidiana. Qui vengono cucinate pietanze per molte persone e quindi vengono utilizzati alimenti in gran quantità. La tipologia degli alimenti, la provenienza, la modalità di preparazione e la composizione fanno la differenza per quanto riguarda l’impronta ecologica e delle emissioni di CO2. Gli esperti sottolineano quanto sia importante, soprattutto nella ristorazione collettiva, aumentare l’uso di alimenti prodotti in modo sostenibile. I consumatori e le consumatrici desiderano sapere che cosa vanno a mangiare in mensa. Nella pratica invece si viene a sapere molto poco se non proprio nulla. A cambiare questa situazione punta la mozione “Trasparenza nella ristorazione collettiva”.
Sulla base dell’obbligo di etichetta da parte della UE, le mense pubbliche devono essere sollecitate a inserire nel menu la provenienza della carne offerta e quali degli ingredienti utilizzati provengano da agricoltura biologica o dal mercato equosolidale.
Questo va a vantaggio delle consumatrici e die consumatori che sanno così che cosa stanno mangiando, ma allo stesso tempo contribuisce a rafforzare l’economia locale, poiché i prodotti a km 0 vengono resi visibili. In questo modo può crescere una diversa e più profonda consapevolezza.
Non da ultimo, una richiesta diversa condizionerebbe anche a l’offerta che diventerebbe più differenziata con vantaggi non da poco per l’agricoltura locale.

2 – Campo d’azione – cortili e parchi gioco

Da molti anni ci si mobilita in Alto Adige/Südtirol contro la contaminazione da pesticidi nei luoghi dove giocano le bambine e i bambini. E a ragione. Nel 2012 sono state ritrovate in quantità consistenti derive di 9 diversi fitofarmaci nell’erba vicino alla scuola elementare di Tarces. Alcune delle sostanze diventano particolarmente nocive soprattutto in combinazione con altre, soprattutto su organismi in fase di sviluppo e che per via di un peso corporeo ridotto sono molto più sensibili rispetto alle persone adulte.
Come Gruppo Verde avevamo reagito e nel 2013 abbiamo presentato una mozione che prevedeva il monitoraggio periodico sui pesticidi nei cortili scolastici. All‘epoca la proposta era stata bocciata.
Ora uno studio pubblicato su „Environmental Sciences Europe“ ci porta nuovi dati. La ricerca ha rilevato quanto aree pubbliche confinanti con superfici adibite a produzione agricola siano colpite da accumuli di pesticidi. Per lo studio sono stati scelti a campione 71 parchi gioco pubblici in Val Venosta e in Bassa Atesina e qui sono stati analizzati dei campioni di erba su cui sono stati ricercati 315 pesticidi.
Il risultato più importante: i parchi gioco della Val Venosta sono quelli in cui i pesticidi venivano rilevati più spesso, mentre quelli della Bassa Atesina sono quelli in cui è stata riscontrata la concentrazione più alta. E: la concentrazione di pesticidi rilevata è più alta quanto più i frutteti sono vicini ai parchi gioco.
Sulla base di questi studi e delle direttive europee, in Alto Adige sussiste un’urgente necessità di azione. Molti edifici scolastici e parchi gioco si trovano nelle strette vicinanze di frutteti coltivati con modalità intensive e irrorati di pesticidi. Le paure e le preoccupazioni di tanti genitori non vanno ignorate.
Perciò la mozione “I bambini devono poter giocare in luoghi non contaminati” propone di attivare un monitoraggio periodico e regolare di cortili e parchi gioco per controllare la presenza di pesticidi, soprattutto in località in cui questi siti sono gioco forza molto vicini a coltivazioni intensive.
Meno pesticidi in frutteti e vigneti e più agricoltura biologica sarebbero già delle misure importanti e mirate contro il cambiamento climatico, perché l’agricoltura biologica crea suoli più ricchi di humus e questi sono ottimi immagazzinatori di CO2.

 

Allegati:

Mozione: Trasparenza nella ristorazione collettiva

Mozione: I bambini devono poter giocare in luoghi non contaminati

Fonti legislative

Appello PAN (Pesticide Action Network) Europe 

Tabella: Costi mense per Comuni

Bolzano, 08/10/2019

Cons. prov.

Brigitte Foppa
Hanspeter Staffler
Riccardo Dello Sbarba

COMUNICATO STAMPA.

Chi ottiene asilo politico in Europa, perché vittima di persecuzione politica nel proprio Paese di origine, gode dei diritti di un/a libero/a cittadino/a. Tutti gli Stati democratici e le loro forze di polizia lo sanno. Eppure in Italia e nello specifico qui in Alto Adige sembra se ne siano dimenticati. Per fortuna ora Adnan Ö., cittadino curdo-tedesco che dal 1997 vive come rifugiato politico in Germania e lì lavora come psicoterapeuta, è stato liberato ma, come lui stesso racconta, per dieci giorni è stato messo in isolamento nel carcere di Bolzano e per altrettanti è stato tenuto agli arresti domiciliari. Solo l’intervento delle autorità tedesche ha fatto sì che la polizia italiana ignorasse il mandato d’arresto dell’interpol attivato in modo illegittimo dalle autorità turche e liberasse Adnan Ö.
Noi Verdi Grüne Verc condanniamo con forza un tale abuso di potere. I diritti umani vanno sempre rispettati. Quando ci sono di mezzo convenzioni internazionali e violazioni di diritti e libertà fondamentali riconosciute da tutti gli Stati democratici l’attenzione deve essere ancora più forte. Uno Stato democratico come l’Italia non si può permettere azioni di questo tipo.

Bolzano, 07.10.2019

Cons. prov.
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba
Hanspeter Staffler