Decreto (in)sicurezza, quali conseguenze per noi?
INTERROGAZIONE
A fine novembre il Parlamento ha convertito in legge il Decreto 4 ottobre 2018, n. 113, recante “Disposizioni urgenti in materia di protezione internazionale e immigrazione, sicurezza pubblica ecc…”
La nuova norma peggiora notevolmente il sistema attuale di accoglienza, poiché, tra l’altro:
- abroga, di fatto, il permesso di soggiorno per motivi umanitari e introduce una tipizzazione delle tipologie di tutela complementare che non riconosce l’accesso alle misure di accoglienza;
- non specifica se questi nuovi permessi di soggiorno permettano l’iscrizione obbligatoria al Servizio Sanitario Nazionale (SSN), come invece garantiva il permesso per motivi umanitari;
- riserva l’accoglienza nel sistema SPRAR ai soli titolari di protezione e minori stranieri non accompagnati, escludendo i richiedenti asilo e protezione internazionale e i titolari di protezioni complementari;
- impedisce per i detentori di permesso di soggiorno per richiesta di asilo e protezione internazionale l’iscrizione all’anagrafe dei residenti;
- di fatto, riporta il grosso delle persone richiedenti asilo nei centri di accoglienza straordinaria (CAS) e ridimensiona i centri di accoglienza del sistema SPRAR (Sistema Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati) che nella nostra Provincia sono gestiti dalla fine del 2016 direttamente dalla Comunità comprensoriali in modo diffuso sul territorio con percorsi di integrazione reale ed efficace di piccoli numeri.
I rischi per il sistema di accoglienza costruito con grande fatica nella nostra provincia sono evidenti:
- vengono compromessi i molti sforzi fatti sinora e in particolare negli anni 2017/2018 dal sistema di accoglienza provinciale volti ad un’equa distribuzione sostenibile su tutto il territorio e non solo nella Città di Bolzano come era prima del 2017: il provvedimento nell’immediato favorirà nuovamente la concentrazioni di persone nei CAS, con minori possibilità di percorsi di integrazione e con impatti fortemente negativi per la percezione dei cittadini;
- l’esclusione dai percorsi di integrazione, che adesso le ospitano, aumenterà ulteriormente, specialmente a Bolzano, le persone in strada in condizione di estremo disagio, potenzialmente preda di attività illecite e quindi con ripercussioni in termini di sicurezza;
- è altrettanto prevedibile l’aumento delle persone in condizione di clandestinità esposte alla marginalità estrema.
Per tutti questo motivi il cosiddetto “decreto sicurezza” è stato ribattezzato “decreto insicurezza”, poiché otterrà l’esatto contrario delle intenzioni con cui è stato presentato.
Le associazioni di volontariato e diversi referenti comunali hanno calcolato che, alle attuali 200 persone senzatetto in strada a Bolzano, alcune anche richiedenti protezione internazionale, si aggiungeranno a causa del decreto ulteriori 250 persone prive di assistenza e dimora con conseguente ricaduta sui servizi di bassa soglia e con rischi per la legalità.
L’ANCI nazionale ha stimato in 280 milioni di Euro i costi amministrativi che ricadranno su Servizi Sociali e Sanitari territoriali e dei comuni in conseguenza del decreto, per l’assistenza di quei soggetti vulnerabili, oggi a carico del sistema nazionale.
Tutte queste criticità sono state presentate anche dal Presidente della Provincia Kompatscher nel suo recente incontro col Ministro Salvini, cui va il demerito di aver concepito e voluto il decreto (in)sicurezza.
Si tratta adesso di capire quali conseguenze immediate ci saranno per la nostra provincia a causa di questa pessima normativa.
Per questo motivo, si chiede alla giunta provinciale:
- Quante persone attualmente sono accolte negli Sprar attivati in provincia di Bolzano (si chiede l’elenco e l’ubicazione dei singoli Sprar con il numero di persone corrispondente);
- Che tipo di titolo di soggiorno hanno le persone attualmente accolte negli Sprar attivati in provincia di Bolzano
- Quanti/e operatori/trici lavorano attualmente negli Sprar attivati in provincia di Bolzano;
- Quanti Sprar, dove e per quanti posti sono stati già richiesti e sono ancora in attesa di autorizzazione da parte dello Stato (si chiede l’elenco e l’ubicazione dei singoli futuri Sprar con il numero di persone previsto);
- Quante persone attualmente sono accolte nei CAS attivati in provincia di Bolzano (si chiede l’elenco e l’ubicazione dei singoli CAS con il numero di persone corrispondente);
- Che tipo di titolo di soggiorno hanno le persone attualmente accolte nei CAS attivati in provincia di Bolzano.
- Quanti/e operatori/trici lavorano attualmente nei CAS attivati in provincia di Bolzano;
- Quali saranno le conseguenze del citato Decreto “sicurezza” sul sistema di accoglienza della nostra provincia?
- In particolare, come cambierà la situazione delle persone attualmente accolte nei citati Sprar in conseguenza del Decreto “sicurezza” (resteranno, dovranno uscirne, verranno spostate nei CAS o cosa altro?).
- E come a sua volta cambierà la situazione delle persone attualmente accolte nei citati CAS in conseguenza del Decreto “sicurezza” (resteranno, dovranno uscirne, verranno trasferiti in centri di espulsione o cosa altro?).
- Che cosa ha intenzione di fare, e cosa può fare con le proprie competenze e risorse, la Provincia di Bolzano per ovviare alle conseguenze negative del “Decreto sicurezza”?
- C’è già un piano operativo e una previsione finanziaria per intervenire nel senso della domanda precedente?
Bolzano, 15 dicembre 2018
Cons. prov.
Riccardo Dello Sbarba
Hanspeter Staffler
Brigitte Foppa
Qui potete scaricare la risposta della giunta.