Home2017 (Page 10)

La nomina di Marco Pappalardo, finora capo della società di marketing IDM, a capo dell’ufficio stampa della Provincia, lascia un retrogusto amaro. E’ infatti davvero molto discutibile che a capo della comunicazione istituzionale della Provincia venga nominata una persona che non è giornalista, e che dunque non ha i requisiti di questa categoria professionale né soggiace ai codici etici cui è sottoposto il „Quarto potere“, ma un esperto di marketing.
Nessuno mette in dubbio la capacità di comunicazione di Marco Pappalardo: ha assunto la direzione di „Alto Adige Marketing“ dopo l’uscita di Christoph Engl 2013 e diretto l’attività di monitoraggio e la cura el mercato turistico – con buoni risultati. D’altra parte la campagna anche da lui curata per promuovere l’aeroporto di Bolzano è clamorosamente fallita.
Che Marco Pappalardo sia in grado gestire una informazione oggettiva sull’Alto Adige e sulle attività della amministrazione provinciale, che soddisfi gli obblighi di obiettività giornalistica e di devere di precisione è più che discutibile. Certamente, una migliore immagine del Sudtirolo, soprattutto a livello nazionale, è urgente. Non sarebbe auspicabile, tuttavia, che l’ufficio stampa provinciale, sotto l’accorta regia di Pappalardo, si trasformasse in una agenzia promozionale della Giunta provinciale. Allora, per sincerità, bisognerebbe cambiare anche il nome dell’agenzia – per esempio in IDM: Informazione Diretta dalla Maggioranza.
Noi Verdi quindi vediamo questa nomina come estremamente problematica e allo stesso tempo come un significativo indebolimento della professione giornalistica a vantaggio degli esperimenti “post-fattuali”.
Hans Heiss, Riccardo Dello Sbarba, Brigitte Foppa,  Consiglieri provinciali
BZ, 21. 3. 2017

Una serata con l’assessora verde del Tirolo Landesrätin Christine Baur, a colloquio con
Chiara Rabini incaricata sui temi della migrazione del Comune di Bolzano
Karl Tragust Sprecher social&green und ehem. Flüchtlingsbeauftragter des Landes
Riccardo Dello Sbarba consigliere provinciale
con racconti di volontari
moderazione: Brigitte Foppa
Kolping BZ, Mi/mer 22.03.17, ore 20:00 Uhr

Am 17. März 2017 wird er 70: Der ehemalige Landtagsabgeordnete der Grünen (nach respektabler SVP-Arbeitnehmer-Vergangenheit), Co-Vorsitzende und EU-Parlamentarier Sepp Kusstatscher. Wir gratulieren!

Wer ihn kennt, weiß um Sepp Kusstatschers Stärken: Begeisterung für seine Themen, Vertrauen in die Umsetzbarkeit von zukunftsträchtigen Ideen (egal, wie sehr auch andere dran zweifeln) und grenzenlose Geduld im Wiederholen guter Argumente. Getragen von Großzügigkeit und Bescheidenheit, Humor und absoluter Zuverlässigkeit als verlässlichen Charaktereigenschaften.
Wir Grüne haben Sepps Optimismus und seinen felsenfesten ökosozialen Humanismus über Jahre aus der Nähe schätzen dürfen und gratulieren ihm nun zum runden Geburtstag und zu seinem prallen Leben, das zu großen Teilen der Öffentlichkeit gewidmet war: Als blutjunger Bürgermeister in Villanders brachte er seine Heimatgemeinde ab 1974 nach vorn, er beseelte die SVP-Arbeitnehmer mit seinen ökosozialen Überzeugungen und vertrat sie 1988 bis 1993 würdig im Landtag.
Als Direktor an der „Hellenstainer“ in Brixen motivierte er ungezählte Schüler und Lehrpersonen, gab der beruflichen Bildung wertvolle Impulse, bis er von seiner Direktion abtrat, um direkt im Amt für Berufsbildung zu arbeiten. Als Vorsitzender der Südtiroler Hochschülerschaft war Kusstatscher bereits früh ein damals noch angefeindeter Verfechter einer Universität in Südtirol.
Mit 56 Jahren startete Sepp unverhofft in seinen zweiten politischen Frühling: nach rasanter Durchwahl in den Südtiroler Landtag auf der Grünen Liste im Herbst 2003 ging er im Mai 2004 in den EU-Wahlkampf und wurde triumphal ins EU-Parlament gewählt. Intensiver Einsatz in den Bereichen Arbeit und Soziales, Transport und Tourismus sicherte ihm herausragenden Ruf – nicht zuletzt als fleißigster EU-Parlamentarier Italiens. Dass er 2009 nicht mehr wieder gewählt wurde, stimmte ihn nicht weiter traurig, zumal es an ehrenamtlichen Aufgaben nicht mangelt: So ist Sepp ein europaweit angesehener Verfechter des Bedingungslosen Grundeinkommens, ein kompromissloser Kritiker des Neoliberalismus und seiner ausbeuterischen Auswüchse. Auch den BBT lehnt er nach wie vor entschieden ab, mit guten Argumenten, die jüngst auch in Bayern Gehör fanden! Und dass der Villanderer ein passioniertes Mitglied des Kultur- und Museumsvereins Villanders ist, spricht für seine Liebe zur engeren Heimat.
Per il mondo italiano del Sudtirolo Sepp ha rappresentato fin dagli anni ’80 la voce alternativa e di speranza che proveniva dall’interno della “balena Svp”, soprattutto per la sua chiara presa di posizione a favore di una università a Bolzano, che per anni, per gli italiani di questa terra, fu il simbolo – anche un po’ mitizzato – dell’apertura al mondo in una nuova autonomia senza paure né pregiudizi. Un’autonomia che scommettesse sulla cultura plurale, libera e multilingue. L’impegno per l’Università affiancò Sepp, agli occhi della parte più avanzata e colta del mondo italiano, affiancò Sepp a personaggi come Paolo Prodi e, prima di lui, Bruno Kessler, cioè i protagonisti dello sviluppo dell’Università di Trento, cui l’idea di un’iniversità a Bolzano avrebbe potuto e dovuto collegarsi. Sepp raccolse l’appello di Prodi e questo non sfuggì alla parte democratica e autonomista della politica altoatesina.
In questo senso Sepp rappresentò per le cittadine e i cittadini di lingua italiana dentro la Svp ciò che Alexander Langer rappresentò fuori: una salutare eresia, una mano tesa, un “benvenuti” detto in sudtirolese, il riconoscimento del diritto di sentirsi a casa per tutti e tutte, indistintamente.
La sua uscita dall’ambito protettivo, ma anche totalizzante e sempre più asfittico della “Sammelpartei”, fu per molte e molti italiani autonomisti il segnale che qualcosa di grande poteva mettersi in moto e cambiare la politica in Sudtirolo. Seguirono anni di intensi colloqui ed incontri, in cui Sepp insieme ad altri e altre (tra cui va ricordata Cristina Kury) era ospite fisso e discuteva appassionatamente in tavoli bolzanini (spesso carbonari) cui partecipavano personalità come Giovanni Salghetti Drioli, Silvano Bassetti, Alberto Stenico, Luisa Gnecchi, Alessandra Zendron e molte altre persone che nel mondo italiano tentavano di costruire un polo democratico, autonomista e interetnico. Non ci fu impresa politica significativa, in quegli anni (dalle elezioni comunali, anche di Bolzano, a quelle per il parlamento italiano) di cui Sepp non fosse interlocutore cercato ed ascoltato dalle più importanti personalità politiche di lingua italiana. L’ingresso nei Verdi fu percepito come una scelta coerente e promettente e Sepp fu premiato anche da tanti voti italiani, soprattutto nelle elezioni europee del 2004.
Privates Glück findet Sepp an der Seite seiner Frau Maria, im Blick auf die Töchter Elisabeth und Verena und ihre Familien, zumal sie seinen Einsatz für das Gemeinwohl mittragen und nachvollziehen.
Wir sind Sepp außerordentlich dankbar für das Gute, das er für die Grünen geleistet hat, nicht nur in seinen parlamentarischen Ämtern, sondern auch als grüner Co-Sprecher 2009-2012.
Sepp Kusstatscher verkörpert in seiner Persönlichkeit die besten Seiten Südtirols: Bodenständigkeit, Weltoffenheit und Verantwortungsbewusstsein. Obwohl er nie das Tiroler Verdienstkreuz erhalten wird, hat er sich um das Land in überreichem Maß verdient gemacht. Dafür schulden nicht allein wir Grüne ihm besonderen Dank, verbunden mit den Wünschen: Ad multos annos, lieber Sepp!
 
Brigitte Foppa und Hans Heiss, Co-Vorsitzende/Portavoce Verdi Grüne Vërc
Riccardo Dello Sbarba, LT-Abgeordneter, Consigliere Provinciale
Karl Tragust, Vorsitzender des Grünen Rates/Presidente Coordinamento Provinciale
BZ, 16. 3. 2017

Grazie alle nostre predecessore, a tutte le donne che hanno lottato per i loro diritti, a tutte le femministe, pacifiste, artiste e scienziate, nonne, madri, amiche che ci hanno dato il coraggio di vivere e essere protagoniste della nostra vita. Grazie a tutte loro che hanno conquistato i diritti per tutte noi. Diritti che oggi ci sembrano così ovvi. Grazie per aver sopportato ogni tipo di insulto per aver richiesto un posto alla pari nella nostra società
L’ovvietà di tali diritti è fragile. Le quote rosa vengono continuamente messe in discussione e considerate non indispensabili. Eppure in Italia solo il 20% delle donne sono rappresentate in politica e nelle posizioni dirigenziali del mondo economico. Nelle banche sono solo il 10%. Il ruolo tradizionale della famiglia viene difeso a spada tratta, mentre la maggior parte degli atti di violenza contro le donne avviene proprio dietro le mura di casa.
Pensiamo che le donne abbiano bisogno soprattutto di una cosa: il sostegno di una società, di uomini e donne che vedano in loro il potenziale e non la vittima. E non hanno invece bisogno di una società che le metta “sotto tutela”, prescrivendo loro come debbano vestirsi e a quale ruolo si debbano limitare.
C’è ancora molta strada da fare. Ogni donna gode di diritti inalienabili per cui però deve lottare ogni giorno. E noi lottiamo insieme.

Ulrike Spitaler
Evelyn Gruber Fischnaller
Donne Verdi – Grüne Frauen

08/03/2017

Le proposte dei Verdi per la riforma dello Statuto

La “Convenzione per l’autonomia” discuterà oggi, venerdì 24 febbraio, sul tema della “Tutela delle minoranze”.
Il rappresentante dei Verdi, Riccardo Dello Sbarba, ha depositato una serie di proposte che saranno discusse nella seduta di questa sera all’Eurac.
Dal 1972, anno dello Statuto, molte cose sono cambiate sia nella società che nelle istituzioni. E’ quindi finalmente possibile pensare a una forma più moderna e europea di autonomia.
Noi Verdi, insieme a molte persone della società civile, abbiamo da molto tempo riflettuto ed elaborato proposte sui temi della convivenza, del pluralismo democratico e dei diritti civili. Adesso i tempi sono maturi perché questi desideri e queste richieste che già da tanto arrivano dalla popolazione entrino a far parte del nostro Statuto. In questo modo la politica può adempiere al suo compito di rappresentare la volontà popolare.
ECCO UNA SINTESI DELLE NOSTRE PROPOSTE:
Primo, la società sudtirolese da statica è diventata mobile.
Non c’è solo il fenomeno, rilevante, della migrazione. La scolarità si è innalzata, le donne sono entrate massicciamente nel lavoro, l’economia e le imprese si sono internazionalizzate. La società locale richiede mobilità per funzionare: è il caso sia delle professioni elevate (vedi medici) sia delle mansioni più basse. Chi è giovane studia all’estero, viaggia, va e torna, e spesso si scontra con un sistema che privilegia ancora la stabilità della residenza. Certe rigidità sono diventate anacronistiche. Fare i conti con la mobilità delle persone significa:

  • Riconoscere nello Statuto l’esistenza di nuove comunità minoritarie.
  • Rendere libera almeno la prima dichiarazione linguistica.
  • Ridurre gli anni di residenza per il diritto di voto.

Secondo: i poteri sono passati dallo Stato alla Provincia.
Nel 1972 dominavano ancora Stato e Regione. Lo Statuto ha spostato questi poteri sulla Provincia. E’ il successo dell’autonomia: oggi a tutelare la minoranza linguistica è soprattutto il fatto che la Provincia esercita la piena sovranità sul territorio, e non gli anacronistici sistemi di divisione. Al crescere dei poteri autonomi dovrebbe corrispondere più democrazia, più diritti e più libertà per le persone, oltre la logica del “gruppo”. Alcuni strumenti hanno ormai avuto il loro effetto “riparatore” e possono essere riconsiderati. Va prestato maggior attenzione alla divisione dei poteri indispensabile in democrazia. Per questo motivo:

  • La “proporzionale”, può essere alleggerita superandola ove sia ormai realizzata (salvo la possibilità di ripristinarla in caso di squilibri eccessivi).
  • Almeno la metà dei/delle giudici del TAR deve essere sottratta alla nomina politica e va reclutata con concorso pubblico locale.

Terzo: in Europa si è affermato un nuovo concetto di tutela delle minoranze.
Esso è fondato sul principio di “libertà di scelta” (vedi la “Convenzione quadro per la protezione delle minoranze nazionali” del 1994). Gli strumenti di tutela (es: scuola in madrelingua) devono essere garantiti, ma ogni persona deve avere la possibilità di scegliere se avvalersene oppure percorrere strade diverse, più confacenti al suo progetto di vita. Il plurilinguismo non è un problema, ma un valore, ed è desiderato da gran parte delle cittadine e dei cittadini. Non esiste un solo metodo, e tutti possono portare buoni frutti. Ma non è più tollerabile che da noi, che ne avremmo tutte le risorse, vengano vietati modelli praticati nel resto d’Europa. Proposte:

  • Dare base statutaria ai metodi innovativi di apprendimento linguistico (già in corso in molte scuole)
  • Garantire l’offerta aggiuntiva di una scuola comune plurilingue per chi la vuole, come progetto non solo di apprendimento linguistico, ma di socializzazione in un “Sudtirolo indiviso”.
  • Rendere possibile un uso più esteso della lingua ladina.

Siamo convinti che queste proposte stanno a cuore a gran parte della popolazione. Nel percorso di riforma della nostra autonomia queste voci non possono essere dimenticate.
Bolzano, venerdì 24 febbraio 2017
Cons. prov.
Riccardo Dello Sbarba, Brigitte Foppa, Hans Heiss
Le proposte di emendamento allo Statuto d’Autonomia:
[gview file=”http://www.verdi.bz.it/wp-content/uploads/2017/02/2017-02-23-Tutela-minoranze-Monderheitenschutz-Vorschläge-Proposte-Riccardo-Dello-Sbarba-1.pdf”]

Diciamo basta alla “valanga di fango”. Serve un sussulto collettivo per il coraggio civile.
Anche in Sudtirolo è arrivato il metodo della “valanga di fango”, del mobbing e dell’umiliazione contro chi la pensa diversamente. I media elettronici moltiplicano l’azione di pochi cyberbulli, galvanizzati forse dai successi che all’estero hanno avuto la volgarità e la menzogna. Ma questa china può avere un solo risultato: la negazione di ogni libertà di pensiero e alla fine la distruzione di tutte le parti in causa.
Per questo, tutti e tutte siamo colpiti/e da questa nuova forma di intolleranza. Ma l’umiliazione e la manipolazione grafica è una nuova forma di abuso che si scatena soprattutto contro il corpo delle donne, con fotomontaggi e insulti pari a vere e brutali violenze (come dimostra la campagna contro la portavoce dei Verdi, Brigitte Foppa).
E’ ora di dire basta. Basta al fango, basta alla violenza, basta all’umiliazione. Basta!
Invitiamo le persone colpite a non rispondere personalmente a questi attacchi, perché queste provocazioni sono fatte apposta per essere moltiplicate in rete.
Al posto delle persone colpite e umiliate dobbiamo essere tutte e tutti noi a reagire, a prendere la parola.
Il coraggio civile deve diventare movimento collettivo e la parola d’ordine deve essere: RISPETTO.
Rispetto per le persone, cultura del dialogo, ascolto, curiosità per le ragioni altrui, cooperazione anche nella diversità delle opinioni, libertà di pensiero.
L’Europa ci ha messo secoli per affermare questi principi. Non possiamo permettere a un pugno di bulli di distruggerli.
Per aderire, scrivere una e-mail (soggetto: RISPETTO) a [email protected]
Zum Unterschreiben eine E-mail (Betreff: RESPEKT)an diese Adresse senden: [email protected].

Riccardo Dello Sbarba
Cristina Kury
Hans Heiss
Maria Laura Lorenzini
Karl Tragust
Madeleine Rohrer
Florian Kronbichler
Evelyn Gruber-Fischnaller
Sepp Kusstatscher
Ulrike Spitaler
Markus Frei
Corinna Lorenzi
Erica Fassa
Jacopo Fo
Maria Hochgruber-Kuenzer
Veronika Stirner
Oktavia Brugger
Luisa Gnecchi
Martin M. Lintner
Reinhard Demetz
Paul Renner
Francesco Palermo
Reinhard Bütikofer
Monica Frassoni
Mar Garcia Sanz
Liliana Di Fede
Nadia Mazzardis
Hans Karl Peterlini
Benno Simma
Gerhard Mumelter
Tila Mair
Aldo Mazza
Günther Götsch
Selma Mahlknecht
Kurt Gritsch
Maria Kußtatscher
Tobias (Tobe) Planer
Michil Costa
Stephan Ortner
Waltraud Mittich
Martin Sanin
Ulrike Oberhammer
Franca Toffol
Michela Morandini
Eva Lichtenberger
Andreas „Rufus“ Geier
Geena B. (Barbara Trenti)
Reinhold Giovanett
Hannes Rechenmacher
Elisabeth Gasser
Christine Losso
Evi Mittersteiner
Luis Spath
Harald Knoflach
Patrizia Trincanato
Giorgio Zanvettor
Adriana Cattaruzza
Elisabeth Ladinser
Hanspeter Staffler
Elisabeth Tauber
Franco Nones
Marcella Pirrone
Ivo Carli
Franco Bernard
Cornelia Dell’Eva
Marco Mariotti
Matteo Borzaga
Norbert Lantschner
Susanne Elsen
Edi Rabini
Nicol Mastella
Thomas Kager
Martin Fink
Elmar Perkmann
Greta Klotz
Cristian Olivo
Felix von Wohlgemuth
Barbara Rottensteiner
Roman Zanon
Albert Willeit
Hanno Mayr
Rosina Ruatti
Annalisa Corrado
Christoph Moar
Carla Leverato
Cäcilia Wegscheider
Johanna Donà
Mauro De Pascalis
Adolf Engl
Chiara Rabini
Linda Perlaska
Heinrich Tischler
Luca Di Biasio
Violetta Plotegher
Loredana Motta
Evi Ferrarini
Silvia Camin
Gerda Gius
Sieghard Gostner
Massimiliano Galli
Damian Foppa
Helene Seppi
Heidi Hintner
Ingrid Windisch
Armin Mutschlechner
Peter Foppa
Christian Troger
Raffaela Vanzetta
Hubert Frasnelli
Elisabeth Thaler
Elda Letrari Cimadom
Marion Maier
Daniele Azzolini
Anita Rossi
Helmuth Moroder
Paolo Zenatti
Renate Folie
Matthias Oertel
Eva Cescutti
Marco Dalbosco
Josef Pfattner
Luca Giovanni Di Bartolomeo
Cornelia Brugger
Renate Mumelter
Gregor Beikircher
Ingrid Karlegger
Brigitta Haas
Simone Wasserer
Sabina Frei
Gabriella Job
Gernot Gruber
Ingrid Franzelin
Martina Goller
Ingrid Spitaler
Armin Moser
Andrea Tomasi
Francesca Penner
Salvatore Cavallo
Dorothea Daum
Elena Farruggia
Franz Egger
Theolinde Völser
Gianfranco Idini
Thomas Hanifle
Simon Constantini
Lukas Roland Döcker
Andrea Maffei
Roberta Rigamonti
Heidi Egger
Wolfgang Oberparleiter
Claudia Knering
Franz Hillebrand
Erich Foppa
Giulia Galera
Johannes Fragner-Unterpertinger
Iris Zelger
Nadja Schuster
Catja Monteleoni
Herta Foppa
Thomas Rainer
Flavia Basili
Walter Colombi
Katharina Erlacher
Claudio Volcan
Edith Zanotti
Arno Teutsch
Michael Bockhorni
Sigrid Ohnewein
Monica Margoni
Walther Clementi
Cecilia Stefanelli
Tiziana Pippa
Lisa Beqiri
Liana Scarano
Giorgio De Vuono
Irene Hell
Günther Patscheider
Klaudia Resch
Monika Mallojer
Helga Mock
Marlene Huber
Michael Keitsch
Alberto Stenico
Benedikt Sauer
Alberto Clò
Sonja Prinoth
Florian Thaler
Hanspaul Holzmann
Elisabeth Kußtatscher
Alessia Michela Politi
Karl Trojer
Manuela Tessaro
Toni Ladurner
Prisca Prugger
Nikolaus Mayr
Fabiano Mornatta
Laura Senesi
Elisabeth Tribus
Roberta Mattei
Pia Profanter
Martin Rederlechner
Johanna Böhm
Inge Pircher
Alessandra Marrocolo
Erwin Demichiel
Oswald Eisenstecken
Urban Nothdurfter
Ingrid Runggaldier
Melitta Pitschl
Franco Mugliari
Cristina Masera
Anna Hupel
Serena Rauzi
Judith Gögele
Benedetta De Marte
Angela Paradiso
Silvia de Martino
Eva Burger
Günther Andergassen
Helmut Bachmayer
Markus Moling
Nazario Zambaldi
Anna Rastner
Barbara Gruber-Fischnaller
Edith Ploner
Heidi Kaufmann
Ida Lanbacher
Paola Claut
Marta von Wohlgemuth
Emilio Insolvibile
Martin Aufderklamm
Erica Corbellini
Verena Frei
Hanspeter Niederkofler
Marlene Pernstich
Alexandra von Hellberg
Antonella Mueck
Christine Baur
Sabine Gruber
Christoph Franceschini
Petra Veneri
Rossella Finato
Federico Splendore
Arianna Knering
Arturo Knering
Andrea Rossi
Federica Franchi
Christoph March
Massimiliano Galbignani
Claudia Gamper
Roberta Lazzarotto
Josef Untermarzoner
Mattia Pavani
Jacopo Zannini
Ruth Gschleier
Martha Canestrini
Lukas Raffl
Marita Gasteiger
Ingrid Felipe
Dominik Plangger
Andreas Hilpold
Christine Foppa
Marita Gasteiger
Jonas Galli
Mathilde Galli
Roberto Copercini
Roberto Castorina
Katharina Hersel
Roberto Schiavo
Germana Nitz
Marlies Lüdtke
Franz Moling
Kircher Christoph
Enrico Lillo
Barbara Gruber
Daniela Mück
Friedrich Augscheller
Martha Stecher
Waltraud Lun
Cristina Herz
Klaus Lafogler
Wolfgang Obwexer
Micki Gruber
Jutta Wieser
Maximilian Lösch
Monika Delvai Hilber
Wilma Runggaldier
Marlene Messner
Lydia Scherer
Maria Sparber
Francesca Schir
Daniel Chizzali
Anita Strauß
Manfred Andergassen
Sandra Moszner
Andrea Dürr
Stefano Maio
Ivo Passler
Georg Peintner
Ulrike Schwarz
Oswald Mayr
Fanni Fazekas
Hansjörg Dell’Antonio
Katharina von Unterrichter
Rosmarie Burgmann
Heinz Senoner
Erika Hofstätter
Christine Stufferin
Martha Kob Thurner
David Augscheller
Verena Hafner
Maria Anegg
Rolanda Tschugguel
Margareth Fink
Doris Goller
Gerhard Kapeller
Anton Auer
Deborah Gruber
Marina Rossi
Marialuisa Bassi
Lorenzo Fritz
Kurt Duschek
Annamaria Saviolo
Walter Baumgartner
Guido Margheri
Maria Anegg
Chiara Calò
Elisabetta Giusti
Luca Capuano
Muriel Senoner
Klaus Vontavon
Wolfgang Prader
Wolfgang Mayr
Marco Angelucci
Karin Bachmann
Petra Werth
Marlies Gasser
Georg Leimstädtner
Reinhard Lazzeri
Markus Egger
Daniel Chizzali
Katherina Longariva
Nadja Thoma
Magdalena Amonn
Oskar Messner
Lorenzo Sola
Alexander Schiebel
Michael Ausserhofer
Christian Mair
Robert Hochgruber
Petra Malfertheiner
Alfred Frei
Helga Vieider
Hildegard Antholzer
Elisa Pavone
Franca Marchetto
Maria Paola Asson
Brigitte Gritsch
Marmsoler Ingrid
Alessandro Gabanella
Kurt Josef Knapp
Markus Pichler
Jutta Kusstatscher
Angelika Ebner Kollmann
Sabine Kasslatter Mur
Erwin Mayr
Maria Reichhalter
Paolo Bill Valente
Norbert Zenleser
Ivo Maier
Brigitte Thurner
Evi Brigl
Willi Schenk
Gottfried Kühebacher
Franz Unterhofer
Kurt Villgrater
Anna Villgrater
Erna Demichiel
Evi Pircher
Margot Franzelin
Annelies Gruber
Luisa Kirchler
Johanna Pallhuber
Xhuljana Durmishi
Lisa Settari
Sebastian Kurz
Christine Messner
Rudi Irsara
Johanna Schmiedhofer Ganthaaler
Enrico De Paoli
Toni Frei
Alex Castellano
Johann Gruber
Markus Feichter
Reinhard Bachmann
Ulrich Gutweniger
Astrid Schònweger
Ursula Lüfter
Erika Rinner
Nirvana  Pedrazza
Margarethe Egger
Edith Moroder
Raimond Acajo
Hans Knapp
Silvia Moser
Bruno Montali
Barbara Wielander
Markus Prader
Dominik Prader
Iris Prader
Daniel L. Gunsch
Lucia Olivotto
Veronika Gruber
Ricardo Angelini
Helga Wallnöfer
Michael Hilpold
Luigi Mariotti
Brigitte Mair
Claudia Schrott
Irene Zanvettor
Florian Romagna
Hans Schmieder
Daniele Di Lucrezia
Judith Edler
Kilian Widmann
Herta Daldos
Erika Oberpertinger
Ulrich Stofner
Barbara Pichler
Uwe Staffler
Isidor Trompedeller
Laura Polonioli
Sergio Camin
Rosmarie Spornberger
Cristina Belloni
Werner Unterhauser
Maria Hofer
Fiorella Menini
Erwin Pfeifer
Roland Lang
Günther Pallaver
Alexander Bauer
Franz Fill
Berta Linter
Ruth Gibitz
Melitta Santer
Günter Röggla
Anna Romagna
Annalisa Pasqualotto
Karl Dallinger
Antje Messerschmidt
Leidlieb Pfattner
Laura Papadopoli
Irma von Guggenberg
Karl Lunger
Alfred Pineider
Cristina Sani
Helene Dorner
Gianna Dessì
Josef Vieider
Gianpaolo Franchi
Fliri Carmen
Christof Freiberger
Martin Daniel
Civetta Fabrizio
Giulio Donazzan
Leopold Steurer
Barbara Denicolò
Christina Niederkofler – Cont
Gilberto Cavalli
Paolo Talamoni
Norbert Dejori
Florian Mayr
Franca De Pasquale
Elide Mussner Pizzinini
Benedetto Dordi
Lia Nadalet
Helmut Bologna
Carmen Steiner
Jutta Staffler
Christine Baumgartner
Felicita Pedevilla
Johanna Cassar
Matthäus Kircher
Marialuise Wallnöfer
Ida Prinoth
Evi Mayer
Stefanie Unterweger
Martina Zambelli
Ulli (Ulrike) Egger
Martha Kob
Verena Buratti
Silke Raffeiner
Sara Bazzanella
Kurt Klotz
Stefano Giusti
Margot Paoli
Helene Huber

Sul coordinamento tra sanità e sociale accolte due proposte dei Verdi

Dopo le agitazioni notturne, i lavori della IV Commissione legislativa si sono improvvisamente rasserenati e tra le 13 e le 16 sono state approvate le due leggi di riforma sanitaria (n. 118 e n. 119).
La montagna ha partorito un topolino burocratico e centralizzato: divisa al proprio interno tra interessi contrastanti, la maggioranza, in particolare la Svp, non è stata in grado di proporre la “grande riforma” che aveva promesso. Nei testi approvati, soprattutto in quello sulla “Struttura organizzativa del servizio sanitario provinciale” (n. 119), c’è poco sui bisogni e i problemi dei e delle pazienti. La tanto decantata “assistenza sul territorio” è ridotta a un articoletto di 15 righe, le due leggi non prevedono alcun nuovo investimento (di solito indispensabile per cambiare qualcosa) e il settore resta regolato da due diverse leggi, la 119/17 e la 7/2001. La Giunta provinciale non ha avuto neppure la forza di proporre un testo unificato per la sanità.
A dominare tutta la struttura della sanità sarà un onnipotente direttore generale, che fa tutte le nomine in tutti i settori e prende tutte le decisioni. A questa centralizzazione fa da debole contrappeso la sopravvivenza dei direttori di comprensorio, mentre la nuova “Unità centrale di governo clinico”, col suo direttore/direttrice e col “Collegio per il governo clinico”, crea una diarchia nel settore sanitario e contende il ruolo al direttore/direttrice sanitaria. Il risultato è un appesantimento della struttura, con ruoli sovrapposti e confusi.
Con oltre 30 proposte di modifica i Verdi hanno tentato alleggerire la struttura della sanità attraverso un sistema a tre colonne: sanità, assistenza e amministrazione.
Il direttore generale avrebbe fatto solo le nomine dei vertici aziendali, ma poi chi dirige la sanità avrebbe nominato e diretto la sanità e altrettanto sarebbe successo nel settore dell’assistenza.
In questo modo sanità e assistenza avrebbero goduto di piena autonomia e responsabilità. La maggioranza ha respinto questo modello, pur ammettendo che inizialmente esso fosse quello considerato più razionale.
In aula ripresenteremo queste proposte, per garantire almeno un maggior peso di sanità es assistenza nelle decisioni del direttore generale. Su alcune, se riformulate, l’assessora Stocker ha manifestato la sua disponibilità.
Due emendamenti proposti dai Verdi sono invece stati approvati dalla commissione in tema di valorizzazione del territorio e coordinamento tra sanità e sociale.
Grazie al primo emendamento, nella “Conferenza dei presidenti delle comunità comprensoriali” ci saranno anche due dirigenti dei servizi sociali comprensoriali, più il direttore della ASSB di Bolzano.
Grazie al secondo emendamento, sarà obbligatorio coordinare la programmazione sanitaria e quella sociale a livello provinciale.
Sull’annosa questione degli “ospedali con due sedi”, i Verdi hanno presentato un emendamento che prevedeva di garantire, entro questo schema, pari dignità, equilibrato sviluppo e decisioni condivise tra le due sedi, in modo da garantire la qualità e la continuità di entrambe, con attenzione particolare alle sedi minori (Silandro, San Candido e Vipiteno). L’emendamento verrà riproposto in aula.
Bolzano, 21.02.2017
Riccardo Dello Sbarba
Rappresentante del Gruppo Verde nella IV Commissione Legislativa

Apriamogli la porta!
Il nostro sostegno all’iniziativa del senatore Palermo.

Francesco Palermo ha portato in questi giorni in Senato una richiesta storica dei Verdi, cioè la possibilità di offrire nelle scuole anche classi plurilingui.
Alla proposta molto cauta e ponderata del senatore Palermo, il Sudtirolo conservatore ha reagito subito con un atteggiamento difensivo e di rifiuto, dipingendo nuovamente uno scenario minaccioso verso il disfacimento della minoranza tedesca.
Particolarmente sconcertante in questa occasione è l’atteggiamento della SVP. Ancora sabato scorso alla conferenza della Consulta provinciale dei genitori, l’assessore Achammer si è espresso a favore di un Alto Adige plurilingue. Ora invece ci si chiude di nuovo a riccio contro la libertà di scelta delle famiglie, ormai sempre più richiesta.
Lo stesso atteggiamento lo abbiamo potuto constatare quando nel 2016 abbiamo discusso in commissione legislativa il nostro disegno di legge provinciale sulla scuola plurilingue*. Allora la nostra proposta è stata bocciata con la motivazione che non si voleva creare una corsia preferenziale.
Ci spiace vedere che il Sudtirolo governativo sia pietrificato dalla paura nei confronti dei partiti di destra e si barrichi contro una strada richiesta a gran voce da più parti e ormai provata e riconosciuta in molti altri Paesi. Il coraggio e la volontà della giunta a provare nuove strade sono ora alla prova del nove.
La modernità e l’apertura mentale collegate a questa strada sarebbero urgentemente necessarie per la nostra provincia, anche per poter utilizzare al meglio la nostra ricchezza interiore. Sull’uscio di casa abbiamo la possibilità del plurilinguismo e della padronanza di più lingue. È proprio lì, a portata di mano. Lasciamola entrare.
Cons. prov.
Brigitte Foppa, Riccardo Dello Sbarba, Hans Heiss
21.02.2017
*”Grazie” all’assurdo regolamento interno del Consiglio provinciale, anche questo nostro disegno di legge non riuscirà a essere trattato in aula, poiché di iniziativa della minoranza.

Il Parlamento Europeo ha approvato ieri l’Accordo economico e commerciale globale (CETA) con il Canada. I parlamentari verdi hanno votato contro l’accordo di libero scambio perché in questi termini affossa i valori basilari di una economia ecologica, sociale e democratica.
D’altra parte, l’accordo commerciale con il Canada, partner transatlantico affidabile, avrebbe un grande potenziale e sarebbe potuto essere un buon esempio per altri accordi simili, liberi dal protezionismo, ma rivolti a condizioni eque per tutti i soggetti coinvolti.
CETA e altri accordi di libero scambio come il TTIP con gli USA non riguardano solo burocrati ed esperti, ma toccano profondamente cittadini e cittadine di tutta Europa, poiché riguardano i loro diritti di consumatori e consumatrici. Così un’iniziativa popolare diffusa in tutta Europa ha raccolto già tre milioni di firme contro il CETA.
La lotta contro il CETA non è però ancora conclusa. Nelle prossime settimane si esprimeranno in proposito i parlamenti regionali e nazionali. Le voci contrarie continueranno a esprimersi e a fare pressione per pretendere dei cambiamenti. Nel migliore dei casi, l’accordo verrà ridiscusso.
Cons. prov.
Brigitte Foppa, Riccardo Dello Sbarba, Hans Heiss
16.02.2017