Home2017 (Page 11)

source: http://www.buergernetz.bz.it/vote/landtag2013/pre/downloads/mod12-StimmzetteFacsimile.pdf


Il 16 febbraio la proposta di legge elettorale della svp va in commissione legislativa. I Verdi presenteranno in quella sede 20 emendamenti che riprendono i temi già sollevati nella conferenza stampa della scorsa settimana.

  1. Nessun seggio ladino in più regalato alla svp.
    Se un/ ladino/a non viene eletto direttamente, il ladino o la ladina più votata deve prendere il posto dell’ultimo o ultima eletta della propria lista, non della lista di un altro partito: altrimenti il risultato del voto verrebbe alterato in modo intollerabile.
  2. Un vero limite alle spese elettorali
    Va bene limitarle al massimo di 30.000 per persona, ma questo limite deve essere vero: no alle scappatoie per le “cordate” che possono intestare le spese al partito (senza limiti).
  3. Una volta per tutte, divieto di fare campagna elettorale ad associazioni, sindacati e categorie.
    Abbiamo inserito questo divieto già nella legge regionale (e ne attendiamo la puntuale attuazione), adesso proponiamo di introdurlo anche nella legge provinciale, comprese le sanzioni per chi non lo rispetta.
  4. Facilitare il pluralismo democratico.
    Meno e non più firme per poter presentare una lista (350 invece di 500) e 8 candidature come soglia minima per la validità di una lista (invece di 24).
  5. Spazio alle donne
    Il sostanziale annullamento della quota rosa, contenuto nella legge svp, deve essere cancellato. Almeno un terzo delle effettive candidature deve essere riservato alle donne. È il minimo! Noi andiamo anche più avanti e proponiamo un rafforzamento della presenza femminile anche ai vertici della provincia, con una donne tra i due vicepresidenti (ma ciò garantisce anche gli uomini, il giorno in cui Presidente sarà una donna).

La discussione in commissione legislativa ci dimostrerà quanta modernità sul piano delle regole elettorali si vorrà concedere la nostra provincia.
Cons. prov.
Brigitte Foppa, Riccardo Dello Sbarba, Hans Heiss
14.02.2017

La legge elettorale Svp è figlia legittima di questa legislatura: nessuna novità, poco coraggio, molta amministrazione – e, nascosta tra gli articoli, qualche perfidia

E’ dal lontano 2001 che il Consiglio provinciale avrebbe dovuto prendere sul serio i propri poteri e approvare una legge elettorale per l’Alto Adige. Dal 2001 infatti i due Consigli provinciali non sono più “articolazioni del Consiglio regionale”, ma è il Consiglio regionale che è “costituito dai due Consigli provinciali”: e così anche la competenza sulle regole della loro elezione sono passate dalla Regione alle due Province.
Il Trentino ne ha tratto subito le conseguenze e si è dato un sistema elettorale provinciale nuovo, che ha ritenuto più adeguato alle proprie esigenze, come l’elezione diretta del governatore e la formazione di coalizioni intorno a chi si candida come Presidente.
Il Sudtirolo, al contrario, nonostante la pretesa di essere “la provincia più autonoma d’Italia”, non è mai riuscito ad approvare una propria legge elettorale provinciale e così, per ben tre legislature, ha dovuto “resuscitare” una legge regionale ormai abrogata, la n. 7, che risale al 1983.
Lo ha fatto ogni volta approvando in fretta e furia, a pochi mesi dalle elezioni, una “leggina tecnica”, dopo che i tentativi ripetuti di una legge organica erano stati affondati dalle divisioni interne alla SVP.
Il 2018 doveva essere la volta buona. Sepp Noggler, che in occasione della modifica della legge elettorale per il Comune di Bolzano si è presentato come “l’inventore del minimo comun denominatore”, ha guidato i lavori per una nuova legge provinciale.
Adesso l’abbiamo davanti, e più che “comune”, la legge sembra proprio “minima”.
Positivo: resta il sistema proporzionale.
L’idea di eleggere direttamente ilPresidente della Provincia è fallita sia per la contrarietà dell’opposizione che per i dubbi dentro la stessa Svp. Anche noi Verdi ci eravamo dichiarati contrari, perché non riteniamo che la figura del Presidente, in una situazione come l’Alto Adige in cui è già troppo forte, debba essere ulteriormente rafforzata.
In Trentino possiamo già vedere bene come un Presidente eletto direttamente può ricattare tutta la sua maggioranza e mettere le diverse correnti una contro l’altra. Non crediamo alla filosofia dell’”uomo forte”, ma alla necessità di introdurre nella politica provinciale più democrazia, più partecipazione e più cultura del dialogo.
Pertanto, la decisione di mantenere il sistema proporzionale è positiva – a meno che non sia compromessa in futuro dalla “legge ladina” che ha già passato la prima lettura in Parlamento, a favore di correzioni maggioritarie.
Restando nel presente, nel testo attuale si nascondono alcune cose inaccettabili:
1. Il trucco col seggio ladino.
I presentatori si giustificano con l’esigenza statutaria di riservare almeno un seggio per una persona dichiarata ladina. Ma la legge Svp prevede che se nessun ladino o ladina è eletta con seggio pieno, allora entri il candidato o candidata ladina con il maggior numero di preferenze al posto non dell’ultima persona della sua lista, ma al posto dell’ultima persona eletta tra tutte le liste, quindi probabilmente a carico di un’altra lista diversa dalla sua. In concreto: visto che la Svp è quel partito con i risultati di preferenza più alti, la persona ladina che passerà sarà certamente quella della Svp togliendo il seggio a una delle altre liste minori, certamente di opposizione e molto probabilmente di lingua italiana. Insomma, con il “trucco del seggio ladino” la Svp si aggiudica un seggio in più che non le spetta sottraendolo a un partito concorrente e così falsificando il risultato elettorale e la volontà popolare. Da non dimenticare: se un caso simile si fosse verificato nell’attuale legislatura, la Svp avrebbe avuto probabilmente la maggioranza dei seggi (pur avendo il 45% dei voti)!
2. Diventa più difficile presentare una lista.
Evidentemente per la SVP oggi c’è troppa democrazia e pluralismo in provincia. Solo così si spiega la regione per cui, come numero minimo di candidature perché una lista sia valida, si debba passare da  tre persone (che era effettivamente poco) addirittura a 24 (ventiquattro!). In tempi in cui è molto difficile per ogni partito trovare candidati, questa è davvero una penalizzazione inutile e senza senso. Per liste espressione di minoranze o di nuova formazione potrebbe essere impossibile trovare un numero sufficiente di persone – a meno che non mettano in lista intere famiglie.
Inoltre, non si capisce perché venga ulteriormente aumentato (da 400 a 500) il numero di firma necessarie alla presentazione, ovviamente solo per nuove liste o per chi compete con un simbolo nuovo o modificato. Anche questa è una persecuzione contro il “piccolo” e il “nuovo”.
3. Per le donne si restringono di nuovo gli spazi.
Mentre in Europa la presenza delle donne in politica è vista come un arricchimento e di conseguenza viene promossa, in Alto Adige con questa legge elettorale si fa un passo indietro. La norma che garantiva a ogni genere almeno 1/3 dei posti viene abolita, sostituita dalla previsione – davvero diabolica, perché suona simile, ma ne è la negazione – che nessun genere dovrebbe occupare più di 2/3 dei seggi disponibili nella lista. Ciò significa che, in teoria, è possibile presentare una lista di 23 uomini e 1 donna. Certi partiti saranno felici: finalmente non dovranno più fare  fatica per trovare donne candidate!
4. Mancato l’obbiettivo di limitare realmente le spese elettorali.
A prima vista, la riduzione del limite massimo per le spese elettorali a 30.000 Euro è un miglioramento. Ma poiché sono state mantenute tutte le scappatoie dell’ultima legge elettorale (n ° 5 dell’8 maggio 2013), la misura ha un’efficacia limitata. Inoltre per le “cordate” la cui pubblicità è pagata dal partito non è previsto alcun limite. Le donazioni devono essere rendicontate solo se superano i 5.000 euro. E per chi trasgredisce, (o non rendiconta) è prevista una multa pari a due volte la somma in eccesso. Conclusione: chi ha abbastanza soldi potrà permetterselo.
5. Meglio incompatibile che ineleggibile.
La legislatura 2008-2013 aveva conosciuto più di un caso di ineleggibilità e così i presentatori della legge hanno voluto mettere a posto le cose. Un riordino serviva, ma qui si è sistematicamente trasformato le ineleggibilità in incompatibilità: alcune funzioni devono essere abbandonate solo se una persona viene eletta. Nello specifico, si tratta di vertici di società che hanno importanti contratti o appalti con la Provincia, di società che ricevono incarichi permanenti dalla Provincia, di vertici di società con partecipazione maggioritaria provinciale e dei consulenti di tutte queste società.
Curiosità a margine: In futuro, chi siede nel Consiglio di Stato diventa eleggibile, mentre il “city manager” di Bolzano è ineleggibile.
A dir la verità, un passo avanti positivo nella legge c’è: la possibilità di presentarsi con il cognome del compagno o della compagna, esteso alle unioni civili.
Nel complesso, tuttavia, questa legge elettorale è una tipica figlia di questa legislatura. C’è poco di nuovo. Si è persa l’occasione per facilitare la partecipazione democratica (ad esempio riducendo le pratiche richieste per presentare una lista o facilitando la raccolta delle firme) o per arricchire la vita democratica, (per esempio consentendo il voto disgiunto, o il cosiddetto “cumulo di preferenze”).
Con l’introduzione del passo sui ladini e l’annacquamento della quota di genere non solo non vi è alcun progresso, ma un enorme passo indietro.
È la vecchia musica: per il rinnovamento il tempo non arriva mai. Soprattutto quando c’è il potere da mantenere.
 
10.02.2017
Cons. prov.
Brigitte Foppa, Hans Heiss, Riccardo Dello Sbarba

Nella seduta del 9 febbraio 2017 il Consiglio provinciale ha approvato alcune proposte verdi per sostenere le aziende a misura di bicicletta.
La giunta si impegna quindi a:

  • perseguire l’obiettivo di una cultura aziendale a misura di bicicletta
  • intensificare i contatti con le istituzioni di formazione e ricerca per promuovere e sviluppare la mobilità in bicicletta
  • facilitare e promuovere il trasporto con bici al seguito in treno e in autobus
  • rendere (più) a misura di bicicletta le strutture pubbliche e le aziende a partecipazione provinciale

La maggioranza non ha invece approvato i seguenti punti:

  • considerare l’istituzione di agevolazioni fiscali (ad es. IRAP) per le aziende che comprovino d’aver avviato un progetto in questo senso;
  • concedere, in aggiunta o in alternativa al punto precedente, contributi provinciali alle aziende e istituzioni che promuovono l’uso della bicicletta;
  • di svolgere, nell’ambito della mobilità verde o di progetti simili, opera di promozione e informazione per le aziende, e opera di sensibilizzazione per i soggetti interessati e la popolazione;
  • di introdurre un premio o concorso per l’azienda che più promuove la mobilità a pedali in provincia, e/o di istituire un organo preposto a rilasciare questo tipo di certificazione;
  • di sostenere il cicloturismo anche esentando dalla tassa sul turismo i turisti che arrivano con la bicicletta;
  • di destinare nuovamente, nella ristrutturazione di piazza Silvius Magnago, una parte della superficie a parcheggio per biciclette come segno visibile di questo orientamento.

Allegata la mozione completa, così come presentata.

Attivisti/e digitali ed interessati/e di Bolzano, Trento, Verona e Milano si sono incontrati lo scorso weekend nel “Monastero del Bene Comune” di Sezano per approfondire il tema della “Conoscenza nell’era digitale”.

Il “colloquio invernale” del Gruppo Verde “Sostenibilità Digitale” ha visto la partecipazione di attivisti del progetto “sportello open” di Trento, della “Officina S3 per la decrescita digitale” di Sommacampagna, della cooperativa sociale “Galileo Onlus” di Verona e dell’associazione “Monastero del Bene Comune” di Sezano (VR). Insieme a ca 30 partecipanti sono stati affrontati aspetti pratici e teorici della “conoscenza nell’era digitale”, si sono confrontate esperienze e progettate nuove iniziative. Partendo da esperienze varie e pluriennali intorno al digitale (“trashware”, “linux installation parties”, “guerilla digitale”, “matematica dolce”) e progetti dell’economia dei beni comuni, è emerso un largo consenso sul fatto che “la conoscenza” anche nelle sue forme e modalità di diffusione digitali costituisce un bene comune dell’umanità.

Ne consegue la fondamentale importanza di avere garanzie di libero accesso al sapere nella forma di contenuti e formati liberi.

Mario Agostinelli (“Il mondo ai tempi dei quanti”) ha illustrato le connessioni tra mondo reale, dati digitali e fisica quantistica. La velocità incontrollata dei processi digitali entra in conflitto con la lentezza biologica della vita con conseguenze gravi per la qualità della vita, il mondo del lavoro e la politica.

I partecipanti svilupperanno le loro iniziative comuni in occasione del “Colloquio digitale di primavera” che tratterà di “L’importanza di standard digitali aperti” e verrà fatto a Bolzano

Altri risultati del colloquio invernale riguardano la “Scuola dei beni comuni” che si svolge da anni a Sezano, e che inserirà nel suo curriculum il “Vivere insieme il digitale”.

A Bolzano partirà tra breve uno “sportello digitale” con il Linux User Group (LUGBZ).

Attivisti/e digitali ed interessati/e di Bolzano, Trento, Verona e Milano si sono incontrati lo scorso weekend nel „Monastero del Bene Comune“ di Sezano per approfondire il tema della „Conoscenza nell’era digitale“.

Il „colloquio invernale“ del Gruppo Verde „Sostenibilità Digitale“ ha visto la partecipazione di attivisti del progetto „sportello open“ di Trento, della „Officina S3 per la decrescita digitale“ di Sommacampagna, della cooperativa sociale „Galileo Onlus“ di Verona e dell’associazione „Monastero del Bene Comune“ di Sezano (VR). Insieme a ca 30 partecipanti sono stati affrontati aspetti pratici e teorici della „conoscenza nell’era digitale“, si sono confrontate esperienze e progettate nuove iniziative.
Partendo da esperienze varie e pluriennali intorno al digitale („trashware“, „linux installation parties“, „guerilla digitale“, matematica dolce“…) e progetti dell’economia dei beni comuni, è emerso un largo consenso sul fatto che „la conoscenza“ anche nelle sue forme e modalità di diffusione digitali costituisce un bene comune dell’umanità.

Ne consegue la fondamentale importanza di avere garanzie di libero accesso al sapere nella forma di contenuti e formati liberi.

Mario Agostinelli („Il mondo ai tempi dei quanti“) ha illustrato le connessioni tra mondo reale, dati digitali e fisica quantistica. La velocità incontrollata dei processi digitali entra in conflitto con la lentezza biologica della vita con conseguenze gravi per la qualità della vita, il mondo del lavoro e la politica.

I partecipanti svilupperanno le loro iniziative comuni in occasione del Colloquio digitale di primavera“ che tratterà di L’importanza di standard digitali aperti“ e verrà fatto a Bolzano

Altri risultati del colloquio invernale riguardano la „Scuola dei beni comuni“ che si svolge da anni a Sezano, e che inserirà nel suo curriculum il „Vivere insieme il digitale“.

A Bolzano partirà tra breve uno „sportello digitale“ con il Linux User Group (LUGBZ).

I Verdi Bolzanini esprimono piena solidarietà al Sindaco Renzo Caramaschi e condannano con fermezza l‘incursione e le indicibili affermazioni di alcuni esponenti della destra sudtirolese, esternazioni prive di qualsiasi fondamento, offensive, atte solo a creare un atmosfera di esasperazione.

I Verdi invitano tutti gli attori politici ad abbassare drasticamente i toni e ad evitare inutili quanto dannose e offensive provocazioni.

Chiedono che la rielaborazione storico-scientifica, che in città ha già portato a considerevoli successi come ad es. al Museo nel Monumento alla Vittoria, visitato da oltre 80.000 persone, premiato nel 2016 a livello europeo e realizzato anche grazie al grande impegno dell’allora assessora Verde Patrizia Trincanato, venga intensificata e perseguita con coraggio e nuova determinazione. Per non lasciare spazio a interpretazioni fuorvianti della storia della città e della sua popolazione.

I Verdi si impegnano per una politica del dialogo schietto e onesto, del rispetto reciproco e della lungimiranza che mira ad una convivenza costruttiva e vivace di tutte le componenti della comunità cittadina, comunità che guarda con coscienza del proprio passato e con fiducia al quotidiano e al proprio futuro.

facebook_v25
Noi Verdi Grüne Vërc ci impegniamo per i diritti delle persone e della natura.
A volte combattiamo contro i mulini a vento e non abbiamo paura di remare controcorrente. Le difficoltà non ci abbattono, anzi, ci rendono più forti nel perseguire i nostri obiettivi.
Ma per procedere abbiamo bisogno anche del vento a favore, quello che ci arriva dai nostri sostenitori e dalle nostre sostenitrici. Chi frequenta i nostri eventi, chi partecipa ai nostri gruppi di lavoro e nei Comuni, chi ci contatta per critiche e buone idee ci infonde coraggio e voglia di fare.
Per andare avanti, passo dopo passo, i Verdi hanno bisogno anche del tuo supporto: iscriviti e partecipa!
Quota annuale: 30€ Quota annuale studenti: 15€
Qui trovi tutte le informazioni utili, abbiamo bisogno di sostegno.
Qui trovi i coordinamenti bancarie del Partito Verdi Grüne Vërc:
Banca Popolare Filiale 050/Bolzano/Via Leonardo da Vinci
NC 2029352
BIC BPAAIT2B050
IBAN: IT60 X058 5611 6010 5057 2029 352