RiccardoHansLa Giunta Provinciale oggi ha dato l’incarico alla Südtirol Informatik di sviluppare un sistema informatico per la sanità provinciale. Lo scambio di informazioni tra gli ospedali, i distretti sanitari e i medici di base della provincia potrebbe finalmente funzionare senza difficoltà…

Sarebbe anche una splendida notizia, se non fosse per il fatto che misure per garantire una circolazione migliore dei dati di pazienti e ammalati vengono ormai annunciate da 10 anni e ancora niente, purtroppo, è stato portato a compimento. Il trasferimento di importanti dati da Merano a Brunico a oggi non è ancora possibile. Successi parziali, come lo sportello unico per le prenotazioni, non sono sufficienti a mascherare il caos dei diversi sistemi informatici con cui funziona il sistema sanitario sudtirolese. I tentativi lanciati fino a gennaio 2013 sono costati alle casse della Provincia ben 6,2 milioni di Euro. Non ci resta che sperare che la Südtirol Informatik riesca a rimediare a questa scellerata e confusa situazione – naturalmente con costi contenuti e tenendo in considerazione le necessità di pazienti, medici e personale paramedico.

Hans Heiss
Riccardo dello Sbarba

Bolzano, 26. August 2013

 

Dello SbarbaINTERROGAZIONE

La Guardia di finanza di Merano ha appurato che la malga Nolm situata a ca. 1900 metri di altitudine nel comune di S. Pancrazio d’Ultimo è stata trasformata illegalmente, con l’utilizzo di contributi provinciali (concessi per il restauro e ripristino delle malghe sugli alpeggi), in una villa, con un aumento della cubatura, senza nessuno spazio per il ricovero degli animali durante l’alpeggio e con la costruzione di una funivia con stazione a monte e a valle. Così sono state violate norme urbanistiche e vincoli paesaggistici.

Si chiede:

  1. Quando è avvenuta la trasformazione della malga in villa e quali autorizzazione possedeva in quel momento il proprietario?
  2. Chi aveva il compito del controllo a livello comunale e provinciale?
  3. Durante e dopo i lavori, e fino ad aggi, come è potuto succedere che né Comune né Provincia si accorgessero di un cambiamento così radicale di un edificio che per legge deve mantenere la sua vocazione originaria? Dove erano le guardie forestali e lo stesso sindaco?
  4. La Provincia intende far riportare la malga al suo stato originale?
  5. La Provincia intende agire legalmente nei confronti del proprietario della “malga” per l’abuso dei contributi provinciali?
  6. Che cosa intende fare la provincia per appurare i fatti e per far rispettare la legge?

Consiglieri provinciali

Riccardo Dello Sbarba
Hans Heiss

Bolzano, 26 agosto 2013

 

RiccardoLettera aperta al Ministro Del Rio di Riccardo Dello Sbarba

Oggi nella mia posta elettronica ho trovato la replica del Ministro – spedita da una sua segretaria, la dott.ssa Luisa Gabbi – a una mail di un cittadino infuriato dopo aver letto Repubblica (pagine 17: “Alto Adige, la montagna parla solo tedesco”). Ne ho approfittato per dire la mia al Ministro.

Buon giorno dott.ssa Gabbi, e per Suo tramite buon giorno signor ministro Del Rio,

ho ricevuto la vostra replica all’articolo di Repubblica.

Sono Consigliere Regionale del Trentino Alto Adige Südtirol del partito dei Verdi-Grüne-Verc e come può immaginare tengo molto alla convivenza sul nostro territorio. La questione della toponomastica è alimentata artificialmente come conflitto etnico da politici che non hanno migliori argomenti per raccogliere voti. Credo vada applicato il buonsenso e la comprensione reciproca.

Sono stato eletto in una lista interetnica e il mio gruppo consiliare è composto da me, italiano, e il collega Hans Heiss, storico di lingua tedesca. Questo per dirLe che il mio punto di vista non perde mai di vista il punto di vista dell’altro gruppo.

Tuttavia Le posso assicurare che non fa una bella impressione prima sentirsi dire che l’intesa di luglio sul punto toponomastica è “coperta da segreto” e poi dopo un mese dover leggere sui giornali l’elenco di nomi italiani che dovranno essere cancellati.

A parte le reazioni fascistoidi che ci arrivano da persone che non conoscono la situazione, e a parte le esagerazioni dell’articolo di Repubblica (la montagna continuerà a parlare anche italiano) l’elenco delle cancellazioni crea frustrazione e depressione nella popolazione locale di lingua italiana e non crea euforia nel mondo di lingua tedesca, dove per i più la toponomastica non è più un tema e per chi invece ci si è fissato e non molla questa cancellazione è troppo poco.

L’intesa raggiunta non mi pare molto solida. E la questione, ci scommetto, resterà aperta.

Le faccio inoltre anche presente – e tramite Lei al Ministro – una contraddizione che è contenuta nel vostro comunicato e nell’intesa. Scrivete: “…laddove siano riportate in forma monolingue tedesca denominazioni riferite a sentieri, masi, malghe e monti, le medesime denominazioni non si estendono alle località e ai Comuni”.

Dov’è la contraddizione? Le spiego con un esempio. Uno dei comuni dell’alta Val Venosta si chiama Graun, in italiano Curon. E’ molto famoso perché è il comune che fu “spostato” a monte negli anni ’50 quando Edison costruì la enorme diga di Resia, che fece andare sott’acqua il vecchio paese, di cui ora spunta solo il vecchio campanile in mezzo al lago.

Ora, sopra Curon-Graun c’è la “Malga di Curon” che in tedesco si dice “Grauner-Alm”, dove Alm vuol dire malga e quel “er” aggiunto a Graun è il genitivo. “Malga di Curon”, appunto. Stessa cosa per il “Monte di Curon”, più sopra, che in tedesco si chiama “Grauner Berg”.

Ora, secondo l’intesa i toponimi “Malga di Curon” e “Monte di Curon” dovrebbero essere cancellati, restando solo il termine tedesco.

Il primo problema è come la mettiamo col genitivo: si dirà “Monte Grauner” o “Monte Graun”? Ma questa è materia per i grammatici.

Il secondo problema è di coerenza. Poiché il nome “Curon” continuerà a indicare anche in italiano il paese, perché mai questa denominazione non deve essere usata anche negli altri casi in cui ricorre?

Di questo passo in futuro la faccenda potrebbe complicarsi alquanto: abbiamo anche “Seiser Alm”, che in italiano è “Alpe di Siusi”: luogo notissimo in Europa. A qualcuno verrà in mente di proporre un “Alpe di Seis”?

Lo dico per paradosso, ma voglio farLe capire che certe intese sono una cosa a Roma e un’altra se poi calate sul territorio.

Tenga anche conto che le 1.526 denominazioni su cui c’è l’accordo non sono tutti i nomi del Sudtirolo! Quelli saranno 400 mila. Questi 1.526 nomi sono quelli che i carabinieri hanno trovato sui cartelli che erano bilingui e che sono stati sostituiti con cartelli monolingui. Per cui l’accordo sui 1.526 non comporta necessariamente l’accordo sugli altri trecentonovantamila e rotti.

Qui ci vorrebbe una legge, e il Consiglio provinciale ha fatto una legge che però il governo ha impugnato.

Io non ho votato a favore di questa legge, nonostante questo posso dirLe che l’unico punto positivo che c’era nella legge era che non si facevano elenchi di nomi da cancellare o mantenere, ma si diceva: facciamo una cartografia ufficiale della Provincia e fissiamo solo i criteri. Poi la cartografia la fa una commissione tecnica.

Si può discutere (e si è discusso e la Svp si è fatta sfuggire per testardaggine l’occasione per trovare un’intesa storica, di cui c’erano tutte le condizioni, non con Roma, ma tra tutti i gruppi linguistici di questo territorio!) sui criteri, sulla composizione della commissione, sui modi in cui la commissione decide, ma la cosa positiva – lo ripeto – era che era una legge procedurale, che indicava un metodo e non l’elenco dei nomi morti e di quelli sopravvissuti.

Adesso voi da Roma ripartite proprio di lì, dalla lista dei nomi da cancellare e di quelli da mantenere. E noi Consiglieri regionali ce la dobbiamo leggere sui giornali. Mi capirà: non è un bel passo avanti!

Ma questo è sempre il destino degli accordi presi nelle stanze chiuse e lontane, da quattro persone quattro. Non potevate chiedere, che so, magari al Consiglio provinciale, cioè al potere legislativo democraticamente eletto? Non potevate venire a Bolzano e convocarci tutti insieme, tutte le parti politiche, di tutti i gruppi linguistici?

Magari in futuro troverete il modo. Io lo spero.

Cordiali saluti,

Riccardo Dello Sbarba
Consigliere regionale/provinciale dei Verdi-Grüne-Verc del Trentino Alto Adige-Südtirol

Grazie alle primarie, la maggior parte della candidate e dei candidati della lista Verde sono state/e decise/i alla fine di giugno: infatti, le 23 persone, che si sono messe in gioco per decidere la testa di lista, hanno confermato la loro disponibilità a continuare l’avventura. Ora arrivano forze nuove: la blogger Silvia Rier di Castelrotto rafforza la squadra verde per le elezioni provinciali di quest’autunno.

Cosmopolita, dalla grande intelligenza, il cuore al posto giusto – e non solo: Silvia Rier, nata nel 1963, è una delle blogger più conosciute e attive su salto.bz. Graffiante e coerente, non poteva passare inosservata tra i Verdi, che ora danno il benvenuto a una signora donna nella loro lista.

“Sarò lieta di dare il mio contributo per una politica più vicina alla gente, per una politica onesta, idealista, diretta e comprensibile. Per questo credo molto nei nuovi media”, dice la nuova candidata. “Per me è molto importante il tema delle donne. Le quote rosa del 50 per cento in politica sono per me una questione di onore e dovere in una società giusta e democratica.” Con Silvia Rier entra nella squadra verde una donna che, in quanto albergatrice, conosce le sfide della vita quotidiana, una sostenitrice della democrazia, della trasparenza e delle pari opportunità, con uno sguardo particolarmente attento alle questioni sociali. Benvenuta Silvia!

Altre candidate e altri candidati verranno annunciate/i a breve.

bronzolo2Centrale a pompaggio di Bronzolo-Aldino – Neppure la SEL Spa ci crede: “Progetto né ragionevole, né redditizio”.

Da quando esiste, la SEL Spa non si è mai lasciata scappare nessun progetto redditizio nel campo dell’energia e – sostenuta dalla Provincia – ha voluto in tutti i modi entrarci. Che ora Provincia e SEL dichiarino di non voler avere nulla a che fare col progetto di centrale a pompaggio tra Aldino e Bronzolo dimostra come questo progetto sia privo di senso.

L’importante notizia è stata comunicata al Gruppo Verde in Consiglio provinciale dall’assessore Mussner, in una risposta redatta dal direttore di Ripartizione Flavio Ruffini e dal direttore dell’Ufficio per la Valutazione dell’Impatto Ambientale Paul Gänsbacher, a una interrogazione da noi presentata in luglio.

Questo il testo della risposta dell’assessore:

Il quadro economico attuale e le previsioni relative alla redditività di tali centrali a pompaggio sono caratterizzate in questo momento da grandi incertezze Noe non solo per quanto riguarda la situazione nazionale ma anche per tutto l’arco alpino. Non esistono, né a livello comunitario, né a livello nazionale stimoli di investimento particolari che possano incentivare la costruzione di simili impianti. Già da anni la SEL Spa segue molto attentamente gli sviluppi sul mercato energetico nazionale e internazionale e si è interessata particolarmente ad analizzare anche la ragionevolezza e la fattibilità di simili progetti in Alto Adige. In seguito a queste analisi e a causa dei motivi sopraccitati, la SEL è sempre arrivata alla conclusione di non partecipare in questo momento a progetti come quello in discussione al Renon, a Bronzolo o ad Aldino.”

Dunque SEL e Provincia confermano i nostri dubbi sulla redditività di una simile centrale che comporta un investimento di 500 milioni di euro. Questi dubbi li avevamo espressi dettagliatamente nella nostra interrogazione.

La centrale comporta inoltre un notevole impatto ambientale: dovrebbe essere totalmente in caverna, con 14 chilometri di tunnel scavati nella montagna, e dovrebbe utilizzare 830.000 m3 di acqua (equivalenti a 830 milioni di litri) che verrebbe prelevata dalla falda, mettendo seriamente a rischio l’equilibrio idrogeologico dell’area interessata.

L’unico vantaggio che la società Iters srl, titolare del progetto, ha promesso ai due comuni è una piccola quota sui ricavi dell’impianto, da divedere in due. Ma se, come dice la Provincia, la redditività di queste centrali è caratterizzata da grandi incertezze”, tutte queste promesse vanno in fumo.

Motivi più che sufficienti per archiviare il progetto e non parlarne più.

Bolzano, 23 agosto 2013

Firmato consiglieri provinciali

Riccardo Dello Sbarba
Hans Heiss

Qui trovate l’interrogazione e la risposta.

AIR ALPS - esposto alla Corte dei Conti - Dello Sbarba e Heiss 002ESPOSTO

L’Air Alps va in liquidazione e i 6 milioni investiti da Provincia e Regione vanno in fumo.

Possibile danno erariale.

I sottoscritti Riccardo Dello Sbarba e Hans Heiss, consiglieri della Provincia autonoma di Bolzano, espongono quanto segue.

Il 20 agosto 2013 i responsabili di Air Alps hanno comunicato ufficialmente la messa in liquidazione della compagnia aerea. E’ un esito ampiamente prevedibile, vista la storia fallimentare di questa società.

Provincia e Regione tra il 2005 e il 2006 (quando Presidente di entrambe le giunte era Luis Durnwalder) vi hanno investito 6 milioni di euro prelevati dalle tasse dei cittadini. La Provincia, tramite STA, investì 4.470.000 € (oggi la partecipazione è del 4,58%); la Regione 1,5 milioni di euro (partecipazione dell’1,8%). A questo denaro vanno aggiunti circa 4 milioni di euro pagati dalla Provincia ad Air Alps dal 2012 al 2013 per il volo Bolzano-Roma.

L’avventura in Air Alps si è rivelata una catastrofe finanziaria per Provincia e Regione. Per scongiurarla noi Verdi per anni abbiamo chiesto con forza – già con una mozione del lontano 2009 (nr. 127: “Uscire subito da Air Alps.”) che i due enti uscissero il prima possibile da questa società, in modo da mettere al riparo il denaro pubblico dalle conseguenze di una probabile messa in liquidazione. Infine due nostre mozioni di analogo contenuto sono state approvate a grande maggioranza dal Consiglio Regionale il 14 maggio 2013 (mozione nr. 54 del 2013) e dal Consiglio Provinciale il 5 giugno 2013 (mozione nr. 643 del 2013).

Non ci risulta che le Giunte provinciale e regionale abbiano dato seguito alle mozioni approvate. Ora Provincia e Regione vedono entrambe andare in fumo il proprio investimento, come socie di una compagnia in liquidazione e rischiano anche di dover contribuire – per la propria quota – al risarcimento dei debitori.

Entrambe le partecipazioni non erano assolutamente giustificate, poiché non vi è alcun pubblico interesse nel gettare denaro pubblico in una compagnia aerea privata e per di più fin dall’inizio fallimentare. Questo denaro dei cittadini e delle cittadine avrebbe potuto essere impiegato molto più utilmente per sostenere le persone più fragili dagli effetti della crisi economica, oppure per sviluppare la ricerca, la cultura, l’innovazione.

Va ricordato che la maggioranza politica provinciale e la Giunta provinciale hanno fatto di tutto per liberarsi dal dovere di evitare partecipazioni che non rientrino nel pubblico interesse. Lo dimostrano le successive modifiche subite dalla legge provinciale nr. 12 del 2007, articolo 1 comma 4, che vietava alla Provincia partecipazioni in società fornitrici di beni che non fossero di pubblico interesse e imponeva alla stessa Provincia l’uscita da tali partecipazioni. La norma interessava ovviamente anche la società Air Alps, compagnia aerea privata (infatti di pubblico interesse è stato dichiarato solo il volo Bolzano-Roma, che tuttavia viene messo a gara e può essere effettuato da qualsiasi compagnia vinca l’appalto, come effettivamente è successo, escludendo Air Alps da qualsiasi servizio su Bolzano). La dismissione doveva avvenire entro due anni, dunque entro il 2009.

Ma proprio nel 2009 la maggioranza politica provinciale, su proposta della Giunta, approva una riforma della legge 12/07 con l’articolo 13 della legge provinciale nr. 41/2009, che stabilisce che l’incompatibilità riguardi solo “le partecipazioni dirette” e così dunque viene “salvata” la partecipazione in Air Alps che la Provincia ha messo in atto non direttamente ma tramite la società STA, che appartiene comunque alla Provincia.

Con questa modifica si aggirano di fatto le norme europee sulla base delle quali era stata promulgata la legge 12/2007.

Va ricordato inoltre che nel 2010, quando la difficoltà di Air Alps era già chiara e la crisi fu evitata in extremis dall’ingresso della società Welcome Air, mentre gli investitori altoatesini (una cordata di imprenditori locali) vendettero le loro quote alla Welcom Air, i soli soggetti che non cedettero alcuna quota (e quella era forse l’ultima occasione per liberarsene senza perdere tutto il capitale) furono proprio la Provincia di Bolzano e la Regione Trentino-Alto Adige- Südtirol. Un’inerzia irragionevole (mentre i privati locali si mettono in salvo!) che ha certamente bisogno di spiegazioni!

Per tutti questi motivi,

i sottoscritti consiglieri provinciali invitano codesta Procura regionale presso la Corte dei Conti ad accertare se nel sopra descritto caso si sia verificato un danno erariale e se ci siano gli estremi per procedere di conseguenza.

I sottoscritti chiedono di essere informati sugli eventuali sviluppi degli accertamenti che codesta Procura vorrà intraprendere.

Con distinti saluti, i consiglieri provinciali

Riccardo Dello Sbarba
Hans Heiss

Bolzano, 22.08.2013

 

 

Insieme per una società più equa: candidate e candidati per le elezioni provinciali incontrano le Donne Verdi

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Riconoscere e comprendere il punto di vista delle donne – per questo, e su richiesta bilaterale, si sono riuniti/e in questi giorni uomini e donne verdi, per discutere più approfonditamente sui temi femminili di cui il gruppo di lavoro delle Donne Verdi si occupa da oltre 10 anni.

Le Donne verdi si impegnano per una gestione attenta e sensibile del patrimonio naturale, per garantire pari opportunità a uomini e donne nella società e per migliorare la qualità della vita in ogni aspetto. Le Donne Verdi hanno elaborato richieste e misure basandosi sul loro manifesto politico e ne hanno discusso intensamente con le candidate e i candidati.

Particolarmente interessante è stato la discussione sulle richieste che riguardano l’economia, il lavoro e la qualità di vita: le Donne Verdi vedono questi concetti non come separati, ma come una unità – si tratta semplicemente del tempo della vita e di come impiegarlo. Bisogna iniziare dai datori e dalle datrici di lavoro e dalle piccole strutture organizzate sul territorio, poiché entrambe hanno una funzione decisiva.

Le priorità sono:

  • Condividere esperienze di vita: aumentare la possibilità di lavorare part-time per donne e uomini nel corso dei primi 3 anni di vita del bambino (75/75 invece che 50/100)
  • Promuovere la partecipazione: permettere gradualmente l’Audit Famiglia&Lavoro anche nelle aziende, applicarlo obbligatoriamente presso tutti gli enti pubblici e nelle commissioni politiche (consigli comunali, consiglio provinciale…)
  • Incoraggiare la sostenibilità: va promossa l’economia della condivisione attraverso progetti pilota (ad esempio prevedendo orti comunitari nell’edilizia)
  • Rompere l’isolamento: tramite l’istituzione in tutti i centri abitati di spazi gratuiti e autogestiti per favorire incontri e riunioni.

Siamo convinte che queste misure avranno un impatto positivo sulle persone e sull’economia, in quanto la qualità sia dei prodotti che dei servizi in generale sarà più alta e il tempo verrà vissuto in modo più libero e autodeterminato. Si tratta di un approccio sostenibile che ha come obiettivo modalità di lavoro più eque e un vivere comunitario sensato. “Le questioni di cui ci occupiamo riguardano tutti e tutte”, così concludono Evelyn Gruber-Fischnaller e Brigitte Foppa. “Come tali, le idee e le richieste delle Donne Verdi saranno inserite nel programma di lavoro per i prossimi anni.”

Evelyn Gruber Fischnaller, co-portavoce dei Verdi donne
Brigitte Foppa, capolista alle elezioni provinciali 2013

Air-Alps_artikelBoxNonostante il fallimento fosse annunciato, la Giunta Provinciale e la Giunta Regionale non hanno mai attuato la mozione dei Verdi – approvata a grande maggioranza dai due Consigli – per uscire immediatamente dalla fallimentare compagnia aerea. E ora Provincia e Regione vedono andare in fumo i 6 milioni investiti e rischiano anche di dover contribuire al risarcimento dei debitori. Un caso di cui deve occuparsi la Corte dei Conti!

Ieri i responsabili di Air Alps hanno comunicato ufficialmente la messa in liquidazione della compagnia aerea. E’ un esito ampiamente prevedibile, vista la storia fallimentare di questa società.

Provincia e Regione tra il 2005 e il 2006 (quando Presidente di entrambe le giunte era Luis Durnwalder) vi hanno investito 6 milioni di euro prelevati dalle tasse dei cittadini. La Provincia, tramite STA, investì 4.470.000 € (oggi la partecipazione è del 4,58%); la Regione 1,5 milioni di euro (partecipazione dell’1,8%). A questo denaro vanno aggiunti circa 4 milioni di euro pagati dalla Provincia ad Air Alps dal 2012 al 2013 per il volo Bolzano-Roma.

L’avventura in Air Alps si è rivelata una catastrofe finanziaria per Provincia e Regione. Per scongiurarla noi Verdi per anni abbiamo chiesto con forza che i due enti uscissero il prima possibile da questa società, in modo da mettere al riparo il denaro pubblico dalle conseguenze di una probabile messa in liquidazione. La nostra richiesta, tradotta in due mozioni, è stata infine approvata a grande maggioranza dal Consiglio Regionale il 14 maggio 2013 e dal Consiglio Provinciale il 5 giugno 2013.

Non ci risulta che le Giunte provinciale e regionale abbiano dato seguito alle mozioni approvate. Ora Provincia e Regione vedono entrambe andare in fumo il proprio investimento, come socie di una compagnia in liquidazione e rischiano anche di dover contribuire – per la propria quota – al risarcimento dei debitori.

Il Gruppo Verde in Consiglio provinciale ha già presentato in merito due interrogazioni (in Regione e Provincia, in allegato) e invierà nelle prossime ore una segnalazione alla Corte dei Conti su questa vicenda che indubbiamente costituisce un danno patrimoniale per i due enti, causato da scelte politiche miopi di chi li amministrava.

Entrambe le partecipazioni, infatti, non erano assolutamente giustificate, poiché non vi è alcun pubblico interesse nel gettare denaro pubblico in una compagnia aerea privata e per di più fin dall’inizio fallimentare. Questo denaro dei cittadini e delle cittadine avrebbe potuto essere impiegato molto più utilmente per sostenere le persone più fragili dagli effetti della crisi economica, oppure per sviluppare la ricerca, la cultura, l’innovazione.

Interrogazione Air Alps in liquidazione: la Provincia ne è uscita?

Consiglieri provinciali

Riccardo Dello Sbarba
Hans Heiss

Bolzano, 21 agosto 2013

OLYMPUS DIGITAL CAMERAI responsabili della società Air Alps ne hanno annunciato la liquidazione. Un esito ampiamente prevedibile. La Provincia vi ha investito 4,5 milioni di euro (partecipazione dell’4,58%).

L’avventura in Air Alps si è rivelata una catastrofe finanziaria per la Provincia. Per scongiurarla noi Verdi per anni abbiamo chiesto con forza che l’ente uscisse il prima possibile da questa società, in modo da mettere al riparo il denaro pubblico dalle conseguenze di una probabile messa in liquidazione. La nostra richiesta, tradotta in mozione, è stata infine approvata a grande maggioranza dal Consiglio provinciale il 5 giugno 2013.

Non ci risulta che la Giunta provinciale abbia dato seguito alla mozione approvata. Ora la Provincia vede andare in fumo il proprio investimento e rischia anche di dover contribuire – per la propria quota – al risarcimento dei debitori.

Si chiede:

  1. La Provincia è uscita da Air Alps?
  2. Se no, per quale motivo la Giunta provinciale non ha dato seguito alla mozione in questo senso approvata dal Consiglio provinciale?
  3. Nel processo di liquidazione, che fine fanno i 4,5 milioni di euro investiti dalla Provincia? La Giunta ha intrapreso i passi necessari per recuperarne almeno una parte?
  4. Nel processo di liquidazione, la Provincia rischia di essere coinvolta per la propria quota nel pagamento di eventuali danni, o fornitori, o creditori?
  5. Che cosa intende fare a questo punto la Provincia per tutelare i propri interessi e il denaro dei cittadini?

Consiglieri provinciali

Riccardo Dello Sbarba
Hans Heiss

Bolzano, 21 agosto 2013