HomeDemocraziaDell’odio si parlerà davanti al Giudice.

Dell’odio si parlerà davanti al Giudice.

COMUNICATO STAMPA.

Quando ho aperto i giornali oggi non credevo ai miei occhi. L’uomo che su facebook mi ha augurato di essere violentata da „cinque omaccioni ben dotati” andrà davvero a processo. Per me è un vero e proprio punto di svolta in una lunga storia di odio che ho dovuto vivere negli ultimi anni di mandato in Consiglio provinciale.

In confronto, all’inizio subivo commenti quasi innocui sui miei capelli, sul mio aspetto, su come mi vestivo. Dopo la mia elezione le cose sono peggiorate. Più cresceva la mia notorietà, più violenti diventavano i commenti. Ed erano sempre commenti sessualizzati, sia che decidessero che fossi “scopabile” o meno.

Il culmine è stato raggiunto nel 2017, quando è partito l’ormai nota polemica sul crocifisso. Per me si è trattata della mia prima esperienza di „shitstorm” della mia vita. Dopo alcune notti insonni ho deciso di fare la fuga in avanti e di mettere in discussione la cultura del dibattito che esiste nella nostra terra. Quando una (o uno) legge frasi di questo tipo (piccola selezione)

  • „Per le cose che dice la Foppa andrebbe inchiodata a una croce”
  • “Per favore datele due sberle, a questa!”
  • “Ragazzetta inutile, sei stata votata da degli idioti. Una come te dovrebbe starsene dietro ai fornelli”
  • “Meglio che non si faccia più vedere in pubblico, potrebbe finire male…”
  • „Dovrebbe essere scomunicata. E quando crepa, dovrebbe essere gettata in pasto agli avvoltoi. Non in un cimitero“
  • “Sparacazzate Verde, vai a fare in culo”

… queste parole ti restano dentro e ti „uccidono“. Renderle pubbliche mi ha aiutata a non restare sola con esse. La denuncia che ho presentato alla questura è stata un buco nell’acqua, poiché è stata archiviata, lasciandomi una sensazione molto negativa e una forte delusione.

Quattro anni dopo, nel 2021 è partito un altro shitstorm. Dopo che mi ero schierata per assicurare dei “luoghi sicuri” per persone in fuga dalla guerra in Siria, i toni si sono alzati di nuovo. Tra i molti commenti a me diretti su facebook c’era anche questo, di un certo “Bernd Rossin”:

“La Foppa se la possono prendere in 5, meglio se ben dotati.”

Ho sporto denuncia anche su questo commento, ma questa volta ero più attenta e ho chiesto di essere informata in caso di archiviazione. Ne sono stata messa a conoscenza per ben 2 volte e per 2 volte ho fatto ricorso. Dopo aver fornito alcuni indizi che potevano far identificare chi si nascondesse dietro quel post, finalmente il “signor” Rossin è stato individuato. Da allora il mio odiatore ha un nome. E sembra essere un normalissimo cittadino della nostra provincia.

Ora verrà aperto il processo contro di lui. Se sarà possibile, mi costituirò parte civile. Ho imparato molto questa vicenda e credo che anche l’Alto Adige abbia imparato molto. Soprattutto una cosa: l’odio non è un’opinione. Ora lo diciamo anche che come società.

Brigitte Foppa, 14.09.2023

Author: Prakti

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