HomeComunicati stampaIl “mio hater” ha un nome

Il “mio hater” ha un nome

“Bene!” è stato il mio primo pensiero quando ho saputo che la procura aveva identificato il “mio odiatore”. “Il mio hater”, ovvero l’uomo che due anni fa mi aveva augurato su facebook di essere “presa come si deve da cinque [immigrati] ben dotati”. A quel punto ho sporto denuncia. Questa denuncia ha rischiato di essere archiviata due volte. E per due volte ho fatto ricorso. Anche perché mi era stata indicata una persona che avrebbe potuto corrispondere alle caratteristiche del falso profilo “Bernd Rossin”, da cui proveniva il commento. Ho trasmesso questi sospetti alla polizia postale. Ora questo sospetto è stato confermato e “Bernd Rossin” è stato identificato.

Nel caso ora si arrivi a un procedimento penale sarebbe un passo molto importante nella questione dell'”odio in rete”. Significa che bisogna assumersi la responsabilità delle dichiarazioni che si fanno sui social network, anche sotto falso profilo. Nel mio caso, questo risultato non è tanto importante per me stessa (anche se la soddisfazione c’è, non voglio negarlo), ma soprattutto per tutte quelle persone, soprattutto donne, che vengono insultate e minacciate e che troppo spesso vengono lasciate sole con questa esperienza. Ed è stato questo anche il motivo per cui ho deciso di fare denuncia alla polizia: affinché la società dia un chiaro segnale contro l’odio in rete. E fare così in modo che le parole cattive non rimbombino solo nella mia testa, ma diano vita a una discussione su ciò che dovrebbe essere dicibile e ciò che non dovrebbe esserlo.

Ricordo a tutti coloro che presentano una denuncia che devono sempre chiedere di voler essere avvisati in caso di archiviazione. Altrimenti, il rischio è che non si sappia più nulla dello stato di avanzamento delle indagini da parte della Procura. Ed è anche chiaro che in ogni caso mi presenterò come parte civile, se si dovesse effettivamente arrivare a un processo.

Vorrei ringraziare tutte e tutti coloro che in questi anni hanno contribuito a rendere questo un caso esemplare e a trasformarlo in un appello comune: contro l’odio in rete.

 

Brigitte Foppa, 03.01.2023

 

Author: Heidi

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