Home2023Marzo (Page 2)

INTERROGAZIONE SU TEMI DI ATTUALITA‘.

In risposta all’interrogazione n. 2383/22 la Giunta ha confermato che il finanziamento pubblico alla funivia di Tires ha coperto il 75% della spesa poiché la funivia è considerata (come moltissime altre) un mezzo di trasporto pubblico locale. Viene da chiedersi: la definizione di mezzo di trasporto pubblico non dovrebbe avere conseguenze anche sull’erogazione del servizio e sulle sue tariffe?

Si chiede dunque:

  1. Quanto costa un biglietto (andata e ritorno) sulla Funivia di Tires?
  2. La Giunta ritiene che questo prezzo sia adatto a un mezzo di trasporto pubblico?
  3. Chi ha fissato questo prezzo? Se non è stata la Provincia, ma il privato, come si spiega questo fatto, visto che il sistema di tariffe per il trasporto pubblico le fissa la Provincia?
  4. In che modo la Giunta vuole garantire che questo mezzo di trasporto pubblico possa essere utilizzato da chi l’ha finanziata (cioè la popolazione altoatesina con le proprie tasse) nel modo più economico possibile?
  5. Ritiene la Giunta di integrare la funivia di Tires – come le altre funivie pubbliche – nel sistema del “Südtirol Pass”? Se no, perché?
  6. Alla luce delle risposte date alle domande precedenti, su che base una funivia come quella di Tires può essere considerata parte del sistema di servizio di trasporto pubblico locale?

 

Bolzano, 13.02.2023

 

Cons. prov.

Riccardo Dello Sbarba

Brigitte Foppa

Hanspeter Staffler

INTERROGAZIONE SU TEMIN DI ATTUALITÀ.

Il Corriere dell’Alto Adige” del 17 febbraio ha riferito del licenziamento del “Direttore delle strategie di gruppo e finanziarie” di Alperia Paolo Vanoni. La vicenda si sarebbe risolta con un accordo tra le parti. Dal giugno 2022 Alperia ha Louis Amort come nuovo direttore generale. Nel novembre 2022 Vanoni aveva ristrutturato il debito Alperia per 1,4 miliardi.

Si chiede alla Giunta provinciale:

  1. Quali sono i motivi della decisione di Alperia di “congedare” Paolo Vanoni? Ci sono stati contrasti o divergenze di opinioni? Ci sono state contestazioni di scelte dall’una o dall’altra parte?
  2. Vanoni verrà sostituito, oppure il suo incarico o ruolo viene abolito?
  3. Per quali debiti è stata fatta la “ristrutturazione” nel novembre 2022? In particolare:
    1. Quanto è debito residuo dall’acquisizione del 40% di SE Hydropower e del 33% di SF Energy (costo: 400 mil.) e del 40% di Hydros e del 42% di Sel Edison (costo: 230 mil.)?
    2. Quanto è debito dovuto ad altre voci e in concreto, da quali voci precisamente deriva questo debito e per quali singoli importi?
    3. Una parte dell’indebitamento di Alperia deriva forse dal combinarsi negativo di contratti futures di vendita, calo della propria produzione e necessità di reperire energia sul mercato per far fronte agli impegni?

 

Cons. prov.

Riccardo Dello Sbarba

Brigitte Foppa

Hanspeter Staffler

INTERROGAZIONE SU TEMI DI ATTUALITÀ.

Il trasporto di merci pericolose sulla ferrovia del Brennero desta preoccupazione e richiede continui interventi dei vigili del fuoco. A metà febbraio 2023, un treno merci carico di prodotti chimici è deragliato alla stazione di Brennero e sono dovuti intervenire i vigili del fuoco di Colle Isarco e Vipiteno. Inoltre, soprattutto nella stagione calda, i vigili del fuoco devono spesso intervenire per le fuoriuscite di sostanze chimiche dai carri di merci pericolose. Ci sembra molto discutibile sia che RFI deleghi questi interventi ai vigili del fuoco locali invece di predisporre una propria task force, sia che non vi sia alcun preavviso del passaggio di tali carri. Sarebbe indispensabile almeno impegnare il Ministero dei Trasporti all’obbligo di segnalazione.

Si chiede alla Giunta provinciale:

  1. Quanti interventi su treni con merci pericolose hanno fatto i vigili del fuoco sulla linea del Brennero dal 2018 a oggi?
  2. Viene comunicato se e quando treni con merci pericolose circoleranno sulla ferrovia del Brennero da nord e da sud?
  3. Si può imporre a RFI e/o agli operatori del trasporto ferroviario l’obbligo di comunicazione per determinate categorie di sostanze chimiche e merci pericolose?

 

Cons. prov.

Riccardo Dello Sbarba

Brigitte Foppa

Hanspeter Staffler

ANFRAGE ZUR AKTUELLEN FRAGESTUNDE.

In den letzten Wochen wurde von den Metereolog:innen auf die drohende Wasserknappheit hingewiesen – der historisch niedrige Wasserstand des Gardasees wurde als Warnung markiert. In diesem Zusammenhang wurde auf den Wasserverbrauch im Tourismus aufmerksam gemacht, ein Thema, dem die grüne Fraktion schon öfters nachgegangen ist. In den Medien kamen Tourismustreibende zu Wort, die dazu auch Stellung bezogen. Beschneiung, Schwimmbäder, Wellness, Duschen – all das und mehr bedeutet viel Energieverbrauch, aber auch viel Wasser. Hier braucht es „Kosten“-wahrheit.

Daher richten wir folgende Fragen an die Landesregierung:

  1. Wie viel Trinkwasser steht Südtirol grundsätzlich zur Verfügung? Wie wird das berechnet?
  2. Welcher Anteil dafür wird vom Tourismus verbraucht? Welche Bereiche im Tourismus werden berücksichtigt?
  3. Von welchem Wasserverbrauch/Tag wird für die ansässige Bevölkerung pro Kopf ausgegangen, von welchem pro Tourist:in?
  4. Wird der Tourismus in den Plänen der Landesregierung für den Fall der Wasserknappheit berücksichtigt? Wie?

Bozen, 20.02.2023

 

Landtagsabgeordnete

Brigitte Foppa

Riccardo Dello Sbarba

Hanspeter Staffler

ANFRGAE ZUR AKTUELLEN FRAGESTUNDE.

In Rasen Antholz geht Besorgnis um, was die Einfahrt ins Antholzer Tal und die Kreuzung nach Olang betrifft. Bei einer Bürger:innen-Versammlung am 27.01.2023 wurde großen (doppelstöckigen) „Lösungen“ eine deutliche Absage erteilt. Das Tal sei gut erschlossen und es brauche keine beschleunigenden Maßnahmen. LR Alfreider war anwesend und signalisierte, dass man gegen den Willen der Bevölkerung keine große Straßeninfrastruktur bauen wolle. Die Planungslage ist aber unklar.

Daher richten wir folgende Fragen an die Landesregierung:

  1. Wie ist der Planungsstand der Straßeninfrastrukturen auf dem Gemeindegebiet von Rasen Antholz?
    1. Wie sieht der Zeitplan diesbezüglich aus (global und auch die einzelnen „Meilensteine“)?
    2. Wie viele Varianten sind derzeit in Planung und wie sind diese mit dem Klimaplan vereinbar?
    3. Wann werden diese den Gemeinderät:innen und auch der Öffentlichkeit kommuniziert?
    4. Welche Anregungen sind hierzu von den Gemeinden Rasen-Antholz und Olang eingegangen?
  2. Werden auch Varianten auf der bestehenden Trassierung geplant? Warum/ warum nicht?
  3. Was sind die Prioritäten der Landesregierung bezüglich der Kreuzungsknoten bzw. der Varianten?
  4. Welche nicht-baulichen Maßnahmen (Fahrplan, Tarifmodus/höhe, Rekrutierung Busfahrer*innen) werden ergriffen, um nachhaltige Mobilität attraktiver zu machen / zu garantieren?
  5. Wie, wann und wie bindend wird dem Willen der Bevölkerung Rechnung getragen?

 

Bozen, 22.02.2023

 

Landtagsabgeordnete

Brigitte Foppa

Riccardo Dello Sbarba

Hanspeter Staffler

ANFRAGE ZUR AKTUELLEN FRAGESTUNDE.

2022 wurde der Grüne Beschlussantrag „Darstellung der Geschichte der Frauen in Südtirol“ angenommen. Im darauf folgenden Bericht stand, der Rat der Gemeinden sein in einem Schreiben ersucht worden, er möge die Gemeinden auffordern, die Zahl der „Frauen gewidmeten Statuen und Denkmäler […] zu erheben und die gesammelten Erkenntnisse […] dem Frauenbüro zu übermitteln“. Auch könnten im Zuge des Tätigkeitsprogrammes des Landesbeirats für Chancengleichheit 2023 „weitere Forschungsaufträge und/oder mögliche Formen der Darstellung der erfolgten Erhebungen vorgesehen werden“.

Daher richten wir folgende Fragen an die Landesregierung:

  1. Welche Ergebnisse brachte die Aufforderung an den Rat der Gemeinden mit sich, mehr Straßen und Plätze nach Frauen zu benennen?
  2. Gab es seit Genehmigung des Beschlussantrags Straßen, Plätze, Statuen oder Kunstwerke im öffentlichen Raum, welche Frauen gewidmet wurden? Wo befinden sich diese?
  3. Welche „Forschungsaufträge und/oder mögliche Formen der Darstellung“ schlugen sich im diesjährigen Tätigkeitsprogramm des Landesbeirats für Chancengleichheit nieder?
  4. An welchem Punkt der Ausarbeitung befindet sich das „Vademekum“ der Freien Uni Bozen bezüglich „Namen und Biographien von Persönlichkeiten weiblichen Geschlechts“?
    1. Wann ist geplant, das Vademekum den Gemeinden zur Verfügung zu stellen?

 

Bozen, 27.02.2023

 

Landtagsabgeordnete

Brigitte Foppa

Riccardo Dello Sbarba

Hanspeter Staffler

COMUNICATO STAMPA.

Nel corso di questa settimana di Consiglio provinciale il Gruppo Verde anticipa due mozioni di grande attualità:

  1. Alfabetizzazione finanziaria: per un’economia consapevole in una società (più) giusta, per uomini e donne

Quest’anno, in occasione dell’8 marzo, Giornata internazionale per i diritti delle donne, il Gruppo Verde ha deciso di rivolgere l’attenzione all’alfabetizzazione finanziaria. L’alfabetizzazione finanziaria è riconosciuta come una competenza fondamentale per il benessere economico e finanziario e per l’esercizio di una cittadinanza attiva. In generale l’Italia ha un tasso di persone adulte finanziariamente alfabetizzate inferiore alla media. Secondo il Global Financial Literacy Excellence Center solo il 37% della popolazione italiana è in grado di prendere decisioni finanziarie ponderate e informate. (In Paesi del Nord Europa questo tasso può superare il 70%). Nelle donne questa percentuale è ancora più bassa. Paradossalmente sono le donne a occuparsi della gestione economica quotidiana della famiglia, ma per le decisioni a lungo termine preferiscono delegare le decisioni finanziaria, a partire dal conto in banca, completamente al proprio partner, con le inevitabili conseguenze in caso di divorzio, morte o del partner o altri imprevisti.

L’alfabetizzazione finanziaria è estremamente importante, per le singole persone e per il sistema sociale in cui viviamo, per questo va diffusa e rinforzata fin dalla prima infanzia, rivolgendo le attività educative soprattutto verso gruppi a rischio come donne molto giovani, anziane, a basso reddito e piccole imprenditrici. Iniziamo dalla scuola elementare fino all’educazione permanente, affinché sia donne che uomini siano in grado di gestire con consapevolezza le proprie finanze.

  1. Tutela del clima: moratoria sui progetti di innevamento artificiale

Queste settimane di siccità persistente ci fanno capire quanto l’acqua sia preziosa. È ora di fare chiarezza sull’impatto degli impianti di innevamento artificiale sulle risorse idriche ed energetiche. Il fabbisogno di elettricità dei cannoni da neve viene stimato intorno ai 70.000 MWh, che corrispondono al fabbisogno di tutte le famiglie di Merano e Bressanone messe insieme. Per non parlare del fabbisogno idrico per innevare le piste che è passato da ca. 6 milioni di m3 d’acqua del 2012 ai ca. 9 milioni attuali. Purtroppo, non disponiamo ancora di studi sufficienti a poter valutare le conseguenze effettive dell’utilizzo dell’acqua per l’innevamento artificiale sul suo naturale ciclo. Quello che sappiamo è che i bacini per l’innevamento sono estremamente energivori e turbano, in parte anche distruggendoli, gli habitat naturali circostanti.

Per questa carenza di informazioni, coerentemente con gli obiettivi climatici che la Giunta provinciale continua a sbandierare, chiediamo di sospendere i nuovi progetti di ulteriori impianti e bacini per l’innevamento artificiale e di fare realizzare degli studi esaurienti sulle conseguenze effettive su natura, ambiente e ciclo dell’acqua. Siccità e prosciugamento delle sorgenti non potrebbero essere campanelli d’allarme più chiari.

 

BZ, 06.03.2023

 

MOZIONE.

La crisi climatica ha raggiunto la nostra provincia: caldo record, fenomeni atmosferici anomali, tempeste spaventose, boschi stressati, proliferazione massiccia del bostrico, siccità e carenza idrica. La causa di questi fenomeni sono decenni di consumi energetici illimitati e le conseguenti enormi emissioni di gas serra.

Nell’estate 2021, l’UE ha adottato la “Normativa europea sul clima[1]”, che prevede di ridurre le emissioni del 55%, rispetto al 1990, entro il 2030. L’obiettivo è quello di raggiungere la neutralità climatica in tutta l’UE entro il 2050. Il percorso di riduzione prevede un abbassamento lineare dei gas serra entro il 2050.

Per raggiungere questo obiettivo, è necessario combinare diverse tecnologie e ridurre di fatto i consumi energetici. L’attuale sistema economico basato sulla crescita richiede sempre maggiori
quantitativi di energia, mentre d’altro canto è necessario individuare potenziali di risparmio sia dal punto di vista economico che da quello climatico. Fino a quando l’Alto Adige non sarà impegnato al 100% su questo percorso, in base a un calcolo puramente matematico sarebbe opportuno non prevedere ulteriori progetti di crescita energivori.

Quello dell'”innevamento tecnico” è un settore che consuma ingenti quantità di energia e risorse e che finora ha fatto notizia occasionalmente – e in termini negativi – con riferimento alla tutela della natura[2], riuscendo tuttavia a rimanere tranquillamente nell’ombra per quanto riguarda l’impatto sul ciclo idrico e il fabbisogno energetico. L’industria turistica altoatesina non solo ha un’impronta ecologica molto superiore alla media, ma consuma anche grandi quantità di acqua[3], di paesaggio[4] e di energia.

In Alto Adige il fabbisogno di elettricità degli impianti di risalita e dei cannoni da neve è stimato in 165.000 MWh{5] all’anno, che corrispondono al consumo di tutte le famiglie delle città di Bolzano, Merano e Bressanone insieme. Da un punto di vista socio-politico è quindi del tutto fuorviante che la Giunta provinciale esorti i cittadini a risparmiare corrente quando si lavano i denti se contemporaneamente approva progetti di crescita energivori quali gli impianti di risalita, gli invasi[6] e i cannoni da neve.

Fabbisogno idrico

Negli ultimi anni il fabbisogno idrico per innevare le piste è molto aumentato: mentre nel 2012/2013 si trattava di circa 6,1 milioni di metri cubi d’acqua, ora sono già tra gli 8 e i 10 milioni di metri cubi. Attualmente per l’innevamento delle piste da sci sono autorizzati addirittura 12,6 milioni di metri cubi d’acqua{7] , che viene prelevata dal ciclo idrico e rilasciata in un momento successivo oppure in un altro luogo. A seconda del bacino da cui viene prelevata l’acqua, le conseguenze possono essere più o meno negative, ma ci sono degli elementi che suggeriscono che l’utilizzo dell’acqua per l’innevamento artificiale può provocare criticità idriche.[8] Gli studi in merito sono ancora troppo pochi.

Il fabbisogno energetico per l’innevamento

Il fabbisogno energetico medio degli impianti di risalita e dei cannoni da neve ammonta a 165.000 Mwh annui (con riferimento agli ultimi sei anni). Di questi, i soli cannoni da neve consumano circa 70.000 MWh, pari all’energia di cui necessitano le famiglie di Merano e Bressanone! Ciò significa che con ogni bacino di innevamento nuovo o ampliato aumenta il fabbisogno di elettricità: per ogni metro cubo di acqua si stima che servano 7,5 kWh.

Esempio: attualmente i quattro bacini di innevamento Codes (Badia), Moosweiher (Catselrotto), Ciadinat (Selva di Val Gardena) e Seceda (S. Cristina) sono in fase di approvazione. Il loro volume
totale di stoccaggio è di circa 170.000 metri cubi, per un consumo annuo di 1.300 MWh. Quando questi quattro bacini nel 2023 entreranno in funzione, il loro consumo energetico corrisponderà a
quello delle famiglie di un paese altoatesino di 1.300 abitanti (Andriano, Barbiano, Cermes, Perca o Senales).

I progetti di crescita energivori impediranno la svolta energetica

Da un decennio il fabbisogno energetico per le operazioni di innevamento artificiale è in crescita, e ogni nuova concessione idrica – così come ogni nuovo invaso – fanno impennare il consumo di elettricità del settore turistico. Contemporaneamente, però, è anche necessario sostituire le energie fossili con l’elettricità. Questo salto di qualità non sarà possibile se si continua a investire in progetti di crescita come i bacini di innevamento e gli impianti di risalita.

I bacini di innevamento non sono solo energivori, ma turbano o distruggono anche gli habitat naturali circostanti. Inoltre, il loro impatto sul naturale ciclo dell’acqua non è ancora stato sufficientemente approfondito sul piano scientifico. Sembrerebbe che la costruzione di bacini di innevamento a quote più alte abbia determinato il prosciugamento delle sorgenti. L’acqua viene prelevata dal fianco della montagna, il livello dell’acqua scende e le sorgenti si prosciugano.

Pertanto, la realizzazione di invasi così come l’assegnazione di concessioni idriche per l’innevamento artificiale dovrebbero essere sospese fino al 2030. Contemporaneamente è necessario effettuare un monitoraggio su come l’Alto Adige stia perseguendo gli obiettivi di riduzione dei gas serra del 2030 e del 2050 attraverso la riduzione dei consumi e la combinazione delle tecnologie.

Per questi motivi, il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano incarica la Giunta provinciale:

  1. di commissionare degli studi per esaminare gli effetti dell’innevamento artificiale sul ciclo idrico naturale;
  2. di commissionare degli studi per analizzare il consumo di elettricità e di energia dell’innevamento artificiale;
  3. di deliberare una moratoria sull’innevamento artificiale delle piste, in modo che non vengano realizzati ulteriori invasi e non vengano concesse nuove concessioni idriche fino a quando
    non saranno disponibili gli studi di cui ai punti 1 e 2.

Bozen, 17.11.2022

 

Consiglieri provinciali

Hanspeter Staffler

Brigitte Foppa

Riccardo Dello Sbarba

 

[1] Verordnung (EU) 2021/1119 des Europäischen Parlaments und des Rates vom 30. Juni 2021 zur Schaffung des Rahmens für die Verwirklichung der Klimaneutralität und zur Änderung der Verordnungen (EG) Nr. 401/2009 und (EU) 2018/1999 („Europäisches Klimagesetz“).

[2] Lorenz, R., Hedrén, M., Kellenberger, R.T., Madl, J. & P.M. Schlüter (2020): Die bunten Brunellen vom Puflatsch in Südtirol – ein bedrohtes Naturwunder.- J. Eur. Orch. 52 (2-4): 249-278.

[3] Gesamtplan für die Nutzung der öffentlichen Gewässer. Teil 1, Seite 70.

[4] Pistenfläche 2022: 4.389 Hektar siehe Anfrage zur aktuellen Fragestunde der Grünen Fraktion Nr. 40-10-22-04.10.22: Let it snow… wieviel Aufwand für unseren Schnee?

[5] Beobachtungsstelle für nachhaltigen Tourismus Südtirol (STOST). Erster Jahreszwischenbericht, 2018, Eurach Research, Bozen.

[6] Landtagsanfrage Nr. 2201-22: Wasserspeicher für Beschneiung

[7] Aktuelle Fragestunde Nr. 40-10-22-04.10.22: Let ist snow …. Wieviel Aufwand für unseren Schnee?

[8] Beobachtungsstelle für nachhaltigen Tourismus Südtirol (STOST). Erster Jahreszwischenbericht, 2018, Eurach Research, Bozen.

MOZIONE.

“Financial literacy” si può tradurre in italiano con “educazione finanziaria”. Il termine descrive la capacità di gestire adeguatamente i propri affari finanziari: cosa si sa delle diverse forme di risparmio e d’investimento, quanto si è consapevoli delle proprie finanze, se si è in grado di tenerle sotto controllo e di vivere bene con esse. In definitiva, si tratta della capacità o meno di cittadini e cittadine di prendere decisioni autonome e ponderate sulle questioni finanziarie.

La cosiddetta educazione finanziaria è di fondamentale importanza non solo per ogni persona ma anche per l’intera economia di una regione. Secondo l’Organizzazione per la cooperazione e lo
sviluppo economico (OCSE), quando la cittadinanza è ben informata sulle questioni economiche la qualità dei servizi finanziari e la crescita economica aumentano. In tempi d’instabilità e vulnerabilità finanziaria è molto importante, soprattutto riguardo alle pensioni, che cittadini e cittadine siano in grado di prendere decisioni consapevoli, per non doversi affidare completamente alla previdenza pubblica o alle offerte più o meno allettanti del mercato.

Secondo il Global Financial Literacy Excellence Center (GFLEC), l’Italia ha un tasso di persone adulte finanziariamente alfabetizzate inferiore alla media: circa il 37% della popolazione adulta del nostro Paese è in grado di prendere decisioni finanziarie ponderate e informate. Per contro, Paesi come Norvegia, Danimarca e Svezia hanno un tasso di educazione finanziaria del 71%.

Tuttavia, tracciare un limite tra chi ha una buona istruzione finanziaria e chi ne è carente non è così facile. Secondo l’OCSE, diversi fattori vi hanno un ruolo importante e s’influenzano a vicenda: ad esempio, tra i giovanissimi e gli anziani c’è una grande percentuale di persone senza una buona educazione finanziaria. Allo stesso modo il retroterra migratorio, l’istruzione, il reddito e il luogo di residenza (urbano o rurale) hanno un ruolo non trascurabile riguardo alle conoscenze in materia finanziaria.

Donne ed educazione finanziaria

C’è inoltre una grande differenza tra i sessi: rispetto agli uomini, le donne sono meno consapevoli delle proprie possibilità e della propria situazione finanziaria. Sempre secondo l’OCSE la prima ragione è demografica: le donne vivono più a lungo degli uomini. A ciò si aggiunge che guadagnano meno, e anche per questo ci sono diverse ragioni: spesso le donne lavorano a tempo parziale, e alla fine del ciclo lavorativo devono fare i conti con anni in cui non hanno lavorato affatto. Spesso, poi, svolgono lavori meno retribuiti, e alla fine della vita lavorativa hanno una pensione significativamente più bassa rispetto agli uomini. In conclusione, le donne hanno meno soldi e se ne occupano meno: una combinazione fatale.

Tuttavia, un punto molto importante è anche il seguente: le ragazze vengono ancora introdotte in modo diverso al tema del denaro – meno o per niente rispetto ai ragazzi. Ciò spesso le porta ad
avere una minore fiducia in sé stesse in questo ambito. La Florence School of Banking and Finance sostiene quanto segue: “Women know more about finance than they think they do” (Le donne ne
sanno di finanza più di quanto pensano). Questa minore fiducia in sé stesse rende ragazze e giovani donne meno propense ad accostarsi al tema rispetto ai coetanei maschi. Lo suggeriscono anche
i risultati dell’indagine PISA del 2018 riguardo all’educazione finanziaria in Alto Adige: i ragazzi sono infatti andati meglio delle ragazze. Nel complesso, sull’istruzione finanziaria le studentesse e
gli studenti altoatesini si sono classificati nella fascia centrale, e precisamente con risultati “significativamente inferiori a quelli della media OCSE” (vedi lo studio dell’IRE “La financial literacy dei
quindicenni in Alto Adige”).

Paradoxerweise sind es auf der anderen Seite im Familienalltag sehr oft die Paradossalmente, invece, nella vita quotidiana sono molto spesso le donne a gestire gran parte delle finanze familiari: fanno la spesa, sanno di cos’hanno bisogno i figli, quali investimenti sono necessari ecc. Eppure, nel mondo circa il 58% delle donne affida le decisioni finanziarie a lungo termine completamente al proprio partner, con le relative conseguenze. È quanto emerge da uno studio del 2019 dello UBS Global Wealth Management. A ciò si aggiungono altri danni collaterali, tutti riconducibili a una scarsa fiducia in sé stesse nell’ambito finanziario. Diversi studi suggeriscono che le donne negoziano la loro retribuzione in modo diverso, per non dire peggiore, rispetto agli uomini. Inoltre, c’è
un altro fatto allarmante: secondo Il Sole 24 ore, circa il 30% delle donne italiane non ha un proprio conto corrente. Questo comporta inevitabili problemi in caso di separazione, di morte del partner o in altre circostanze impreviste. Le donne si trovano improvvisamente a dover navigare in un mondo finanziario che prima evitavano, e rischiano di non saper prendere buone decisioni per sé stesse e le proprie famiglie.

Ma neanche la società e l’economia possono svilupparsi bene, ed è difficile che il benessere possa essere distribuito equamente, se parti decisive della popolazione sono riluttanti a occuparsi di denaro o non se ne occupano affatto, e dipendono da altri nelle loro decisioni.

In altre parole: l’educazione finanziaria è estremamente importante non solo per l’individuo ma anche per il sistema sociale ed economico in cui vive.

Per questo motivo è necessaria un’educazione finanziaria capillare fin dall’infanzia, e un’attenzione mirata ai gruppi che sono esclusi da questo ambito o se ne autoescludono. Altri Paesi ci mostrano da dove iniziare. Uno dei motivi per cui Paesi come la Svezia se la cavano oggi relativamente bene in questo ambito è il valore che attribuiscono all’educazione finanziaria fin dall’infanzia.

L’OCSE raccomanda inoltre di offrire programmi di formazione finanziaria (di base e avanzata) rivolti esplicitamente alle donne. Particolare attenzione va data ad alcuni “sottogruppi” – donne molto giovani e anziane, donne a basso reddito e piccole imprenditrici.

Seguiamo quindi i buoni esempi, per una società più equa e per un’economia sana, che tragga vantaggio dall’educazione finanziaria di base dei suoi cittadini e cittadine.

Pertanto, il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano incarica la Giunta provinciale:

  1. d’integrare, nel curriculum della facoltà di scienze della formazione primaria, l’insegnamento di didattica della matematica e delle scienze naturali includendovi l’ambito dell’educazione finanziaria (financial literacy);
  2. d’introdurre ovvero estendere l’ambito dell’educazione finanziaria nelle indicazioni provinciali per le scuole elementari e medie;
  3. di estendere l’ambito dell’educazione finanziaria nei programmi di formazione e aggiornamento per insegnanti;
  4. di prendere contatto con le organizzazioni e i comitati per l’educazione permanente al fine di rafforzare – nei programmi dei corsi e nelle iniziative di formazione e aggiornamento in loco, anche con un’offerta specifica per le donne – l’ambito dell’educazione finanziaria e i seguenti temi: prestiti, debiti, risparmio, previdenza per la vecchiaia, forme d’investimento, assicurazioni e sicurezza finanziaria.

 

Bozen, 17.02.2023

Consiglieri provinciali
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba
Hanspeter Staffler

La parte deliberativa è stata emendata e poi approvata come segue. La Giunta viene così incaricata:

  •  Punto 2: “di attribuire maggiore importanza – con riferimento alla delibera n. 244/2020 della Giunta provinciale – all’educazione finanziaria nell’insegnamento
    della matematica nelle scuole elementari, medie e superiori.”
  • Punto 4: di prendere contatto con le organizzazioni e i comitati per l’educazione permanente al fine di rafforzare – nei programmi dei corsi e nelle iniziative di formazione e aggiornamento in loco – l’ambito dell’educazione finanziaria e i seguenti temi: prestiti, debiti, risparmio, previdenza per la vecchiaia, forme d’investimento, assicurazioni e sicurezza finanziaria.

COMUNICATO STAMPA.

Ci sono professioni di cui si parla molto e altre di cui non si parla quasi mai. Le segreterie delle scuole appartengono a queste ultime. Le mozioni sul personale non docente presentate  qualche mese fa in Consiglio provinciale dalle consigliere Foppa e Rieder sono state respinte. Brigitte Foppa ha poi visitato la segreteria di una scuola per farsi un’idea delle condizioni di lavoro. Si trattava della segreteria di un distretto scolastico in lingua italiana. Le/i sei dipendenti hanno parlato volentieri della loro routine quotidiana, che loro stesse/i percepiscono come per lo più sottoesposta.

Gestiscono una realtà piuttosto complessa: una scuola media e diverse scuole primarie, tra cui una situata in un altro comune; più di 100 insegnanti, con continui trasferimenti; diverse centinaia di alunni e i loro genitori, molti dei quali con un background migratorio. A causa dell’autonomia delle scuole, i compiti sono aumentati a dismisura.

Motore della scuola senza riconoscimenti.

Di fatto se una segreteria smette di funzionare bene, tutta la scuola smette di funzionare. Eppure, i salari sono molto bassi, essendo molte collaboratrici in part-time e/o del 4° livello funzionale.

Il lavoro in una scuola ha parecchia “stagionalità”: in certi momenti dell’anno (ad esempio ad inizio anno scolastico) senza ore straordinarie collasserebbe tutto. Ma gli straordinari non vengono retribuiti. Per chi lavora in part-time gli straordinari non sono proprio previsti. Essendo gli orari di lavoro rigidi e legati all’apertura delle scuole, è anche difficile o impossibile recuperare le ore fatte in più. “Le collaboratrici fanno del vero e proprio volontariato! E questo essendo un 4° livello! È davvero inaccettabile”, commenta la consigliera Foppa.

A questo si aggiunge che attualmente molte segreterie si trovano sotto organico e non ci sono graduatorie a cui attingere. Così le segreterie si devono occupare anche del reclutamento del personale, cosa che invece spetterebbe all’ufficio personale della provincia. “Tra l’altro non ci sono neanche dei criteri per cui sono assegnati determinati numeri di organico alle scuole. Se una scuola si ingrandisce, il personale della segreteria non viene aumentato di conseguenza. E a questo si aggiunge il fatto che in caso di malattia, le collaboratrici non vengono sostituite. Semplicemente le altre devono occuparsi anche del lavoro di chi è assente”, racconta la coordinatrice della segreteria.

Digitalizzazione che rende tutto più complicato

I programmi per la gestione di assenze e altre faccende amministrative dovrebbero facilitare la vita delle persone – e anche di una segreteria. Di fatto però queste sono obbligate a tenere attivo anche il sistema cartaceo perché i programmi non sono interconnessi con quelli delle altre scuole e con quelli dell’amministrazione provinciale, per non parlare di quelli delle scuole di altre regioni. “I plichi che abbiamo visto negli armadi della segreteria sono stati impressionanti e raccontano di un doppio lavoro assurdo e senza senso”, così il commento della consigliera.

PNRR: tanti soldi ma nessuna regia

E ora arrivano anche tanti soldi dai fondi del PNRR. Centinaia di migliaia di euro che le scuole devono investire in tempi brevissimi per la digitalizzazione e (alle superiori) contro l’abbandono scolastico.  Ma le modalità di spesa e rendicontazione sono totalmente diverse da quelle ordinarie di una scuola e le segreterie non ricevono formazione e sostegno. Nessuno ha ancora messo loro a disposizione qualcuno che si occupi di consulenza e coordinamento di questa mole enorme di lavoro, che le segreterie devono sbrigare tra orari di ricevimento, assistenza agli insegnati e normale “casino” quotidiano.

Anche per la gestione “normale” delle questioni le segreterie lamentano la mancanza di un supporto giuridico centrale. Ognuna/o deve fare da sé e scoprire le vie migliori, ma spesso muovendosi su terreni giuridici e amministrativi difficili e insidiosi. “Abbiamo visto una realtà di tanto impegno e un grande carico lavorativo, ma che spesso all’esterno e dalle sfere alte della politica non viene percepita. Sarebbe ora di riconoscere maggiormente il lavoro nelle segreterie scolastiche. Aggiornare i criteri di assegnazione dell’organico, pagare gli straordinari, facilitare la progressione nelle carriere e istituire uno sportello centrale di consulenza giuridica sarebbero i primi passi urgenti per dare il giusto valore a chi tiene in piedi l’organizzazione nelle nostre scuole”, afferma la consigliera Foppa al termine della sua visita.

***