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COMUNICATO STAMPA.

Le api da miele e le api selvatiche sono indicatori affidabili della qualità dell’ambiente. Dobbiamo tutelarle.

Da anni apicoltori ed ecologisti denunciano le sofferenze e le difficoltà della api. Le monocolture di mele possono offrire cibo in abbondanza nel breve periodo della fioritura, ma nel periodo successivo, sotto le reti antigrandine, le cose si mettono male per questi preziosi insetti. Questo perché non ci sono né aree di compensazione ecologica come siepi, cumuli di pietre o vecchi alberi, né fiori.

I prati di montagna ricchi di specie sono un Eldorado per le api. Vi crescono molte erbe e graminacee e le api vi trovano nettare e polline per tutta l’estate. Tuttavia, il numero di prati di montagna ricchi di specie in Alto Adige diminuisce ogni anno, lo spargimento dei liquami distrugge le piante sensibili e spesso ne derivano prati monocolore di tarassaco. Il liquame è la fine dei prati fioriti e quindi di innumerevoli api e insetti.

Eppure, si potrebbe fare diversamente. Le linee guida AGRIOS per la frutticoltura integrata prevedono misure di compensazione ecologica sul cinque per cento dei terreni agricoli. Il cinque per cento significa un’area di compensazione di 2000 metri quadrati per un’azienda agricola di medie dimensioni di quattro ettari. Sfortunatamente, questo regolamento ragionevole e sensato viene ignorato dalla stragrande maggioranza delle aziende agricole.

Possiamo fare a meno dei liquami sui prati di montagna. Alcune aziende lattiero-casearie sono passate dal letame liquido a quello solido. Con il concime solido compostato, queste aziende proteggono le falde acquifere dai nitrati e i prati fioriti dalla perdita di biodiversità.

“Vogliamo un’agricoltura che promuova le api. Se le api stanno bene, l’ambiente sta bene e se l’ambiente sta bene, le persone stanno bene” afferma Hanspeter Staffler.

La Giornata mondiale delle api, il 20 maggio, è una festa anche per noi umani.

Bolzano, 20/5/2022

 

Cons. prov.
Hanspeter Staffler
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba

COMUNICATO STAMPA

Il Consiglio regionale ha trattato e approvato oggi la mozione co-firmata da Verdi, PD e M5S (primo firmatario Paolo Zanella) per il “Sostegno al Trattato sulla proibizione della Armi nucleari TPNW”.

La guerra scoppiata tra Russia e Ucraina ha fatto tornare di nuovo estremamente attuali i timori per un conflitto su scala mondiale e per il pericolo catastrofico che rappresentano le armi nucleari.

Purtroppo, nonostante gli impegni più e più volte dichiarati da numerosi Stati per un disarmo nucleare totale e globale, negli arsenali di tutto il mondo si trovano ancora oggi circa 13.400 armi nucleari.

Nel 2017 è stato approvato all’ONU il Trattato sulla Proibizione delle Armi nucleari. Il Governo italiano, purtroppo, ancora non lo ha ratificato. Eppure l’adesione al Trattato sarebbe un’azione importante per la promozione del dialogo e della diplomazia e quindi per una pace che non si basi sulla strategia della deterrenza nucleare, ma sul dialogo multilaterale. “Per favorire la pace e il disarmo a livello mondiale, anche un piccolo Consiglio regionale come il nostro può e deve far sentire la sua voce a Roma e nel mondo su questi grandi temi, perché riguardano il presente e il futuro di tutte e tutti. Il disarmo nucleare è un obiettivo che anche l’Italia, che ospita sul proprio suolo ordigni nucleari americani, deve perseguire per costruire la pace” ha commentato Paolo Zanella a fine dibattito.

Il Consiglio regionale del Trentino Alto Adige/Südtirol invita quindi il Governo e il Parlamento italiano ad aderire al Trattato sulla proibizione delle armi nucleari, a portare l’Italia nel consesso degli Stati che si impegnano a favore di un mondo libero da armi nucleari e a partecipare come Stato osservatore alla Prima conferenza degli Stati parte del Trattato che si terrà a breve a Vienna, , come faranno Germania, Norvegia, Svezia e Finlandia, pur essendo stati della NATO o in procinto di diventarlo.

Bolzano, 18/5/2022

Cons. regionali

Paolo Zanella
Riccardo Dello Sbarba
Lucia Coppola
Brigitte Foppa
Hanspeter Staffler

COMUNICATO STAMPA.

Dopo l’escursione a Vienna, la 4° commissione si è riunita ieri per proseguire il dibattito sulla riforma della legge che regolamenta l’edilizia sociale.

L’edilizia pubblica e sociale in Alto Adige è attualmente regolata dalla LP n. 13/1998. In più la Legge provinciale 9/2018 “Territorio e paesaggio” contiene importanti norme sull’edilizia, come la destinazione d’uso del suolo edificabile. Mentre la 4° commissione discute la legge IPES, la Giunta sta lavorando a un’ulteriore riforma della legge Territorio e paesaggio, di cui ancora non si sa nulla. “La legge Territorio e paesaggio è una dei pilastri fondamentali per tutta l’edilizia nella nostra provincia – ha commentato Brigitte Foppa in chiusura di dibattito – come facciamo a discutere la legge sull’edilizia pubblica, senza sapere come evolverà la legge portante sull’urbanistica?” e aggiunge facendo un paragone: “sarebbe come decidere sul proprio appartamento, avendo visto solo i piani della cucina e non quelli di tutta la casa. Impossibile decidere così.”.

Che la riforma sia necessaria è un dato di fatto. Trovare un appartamento in affitto in Alto Adige è praticamente impossibile. In provincia di Bolzano esistono al momento 239.000 alloggi, di cui ca. 29.000 sono disabitati (12%). Il 70% del totale è composto da alloggi di proprietà privata, il 6% è di proprietà dell’IPES (13.400), mentre altri 10.200 vengono affittati a canone provinciale convenzionato. E il dato più tremendo: la spesa mensile media per la casa in Alto Adige Südtirol ammonta al 41% di tutte le spese del budget familiare.

La riforma così come presentata dall’assessora Deeg mostra diverse criticità.

  1. Primo fra tutti il grande potere che in futuro verrà dato alla Giunta per regolamentare e determinare i requisiti e i criteri di preferenza per l’assegnazione di abitazioni a canone sociale e a canone sostenibile. Grazie a un emendamento dei Verdi è stato reso possibile il coinvolgimento delle parti sociali e del Consiglio Provinciale.
  2. Il tema del canone d’affitto provinciale per ora è stato ignorato dal dibattito pubblico, eppure secondo noi è uno strumento troppo importante e impattante per essere lasciato alla discussione a porte chiuse della Giunta provinciale. Con una definizione delle tariffe del canone provinciale differenziata rispetto alle zone, si influenza e determina infatti dove le persone andranno a vivere. Per questo è importante farne una riflessione strategica, aperta al dibattito pubblico. Nella legge Deeg però non leggiamo una sola riga al riguardo.
  3. Secondo la nuova legge gli appartamenti IPES saranno dati in affitto per un periodo di tempo limitato e per accederci i vincoli saranno molto più restrittivi (ad esempio le proprietà all’estero dovranno avere prove documentali – questo passo NON è stato cancellato). Questo cambia radicalmente l’impostazione dell’edilizia sociale in Alto Adige e ci chiediamo: secondo l’assessora Deeg quindi l’indigenza è una “condizione temporanea”? Magari! Se fosse davvero così, dovremmo rivedere tutte le politiche sociali e familiari.
  4. Finora, gli appartamenti venivano assegnati a famiglie e persone bisognose; se il loro reddito aumentava, di solito potevano rimanere nell’appartamento, pagando un affitto più alto. Secondo la riforma, in futuro sarà possibile accedere agli alloggi IPES anche per chi ha un reddito meno basso. Questo meccanismo potrebbe anche funzionare, ma solo se si intendesse aumentare il numero di appartamenti, come ci ha insegnato l’esempio di Vienna. Secondo quanto abbiamo visto a Vienna, affinché questo sistema possa funzionare, avremmo bisogno di almeno 55.000 alloggi. Lasciando invece invariata la quantità di appartamenti IPES attualmente esistenti, si rischia una “guerra tra poveri”.

Siamo ancora lontani da una riforma davvero equilibrata e sostenibile. Grazie ai nostri emendamenti le parti sociali hanno ottenuto un maggiore coinvolgimento nell’elaborazione dei criteri d’assegnazione e un:a rappresentante del sindacato più rappresentativo farà parte del Consiglio d’amministrazione dell’IPES.
La legge è stata peggiorata da un emendamento presentato proprio dal consigliere Renzler, che ha insistito sul criterio della proporzionale linguistica per l’assegnazione degli appartamenti IPES. Troviamo siano dei gravi passi indietro. Povertà ed esigenza vengono prima dell’appartenenza linguistica.

Il dibattito proseguirà venerdì mattina.

Bolzano, 17/05/2022

Cons. prov.
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba
Hanspeter Staffler

 

 

 

INTERROGAZIONE SU TEMI D’ATTUALITÀ.

Chi si occupa di integrazione osserva che nella scuola italiana l’offerta di corsi serali per adulti di scuola secondaria di primo grado (fino a conclusione della scuola media) risulta limitata al solo istituto comprensivo Bolzano 3 di Bolzano (per il biennio superiore gli istituti sono 4). La scuola di lingua tedesca, e lo stesso Trentino, hanno un’offerta più ampia e distribuita sul territorio. Offrire corsi in numero adeguato per concludere l’obbligo è un preciso dovere costituzionale.

Si chiede all’assessore alla scuola di lingua italiana:

1. Quanti corsi serali per adulti, in quali istituti e con quanti utenti per corso sono attivi nel presente anno scolastico nella scuola elementare e media di lingua italiana?
2. Negli ultimi 10 anni quanti corsi serali per adulti nella scuola italiana dell’obbligo sono stati istituiti?
3. Con quale procedura avviene l’istituzione di corsi dell’obbligo serali per adulti? Si raccolgono prima le iscrizioni e poi vengono attivati sufficienti corsi, oppure vengono istituiti corsi per un certo numero di utenti e poi si raccolgono iscrizioni finché ci sono posti disponibili?
4. Negli ultimi 10 anni, quante richieste di iscrizione a corsi per adulti nella scuola italiana elementare e media sono state presentate? E sono state tutte soddisfatte con l’attivazione dei relativi corsi?
5. L’assessorato alla scuola italiana, a prescindere dello stretto numero di iscrizioni, ha dati sul potenziale bisogno di corsi serali per adulti nella scuola dell’obbligo? Se si, qual è il quadro?

Bolzano, 16.05.2022

Cons. prov.
Riccardo Dello Sbarba
Brigitte Foppa
Hanspeter Staffler

Qui la risposta  dell’assessore e la domanda aggiuntiva del consigliere Dello Sbarba.

Il 17 maggio, giornata internazionale contro l’omofobia, la bi-, l’inter- e la transfobia (IDAHOBIT), persone di tutto il mondo commemorano il 17 maggio 1990, giorno in cui l’omosessualità è stata finalmente rimossa dal codice di diagnosi ICD-10 dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Da allora, ufficialmente non è più considerata una malattia.

In ben 69 paesi le persone sono ancora perseguite sulla base del loro orientamento sessuale e in 11 Paesi sono addirittura minacciate dalla pena di morte. In molti paesi, le autorità statali sono coinvolte nella repressione, negando loro qualsiasi protezione dall’ostilità e dalla violenza.

Anche se negli ultimi decenni nel nostro Paese sono stati raggiunti molti risultati a livello istituzionale per la protezione e la parità di diritti delle persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuali, nella vita quotidiana si riscontrano tutt’ora discriminazioni e persino aggressioni fisiche.

Purtroppo anche in Alto Adige commenti offensivi, esclusione e negazione dei diritti fondamentali sono ancora all’ordine del giorno e in alcuni ambienti sono persino ritenute “accettabili”.

È quindi compito di ognuno di noi non restare in silenzio di fronte alle discriminazioni, ma prendere una posizione chiara, forte e inequivocabile a favore di una società aperta, tollerante e inclusiva, in modo che la prossima generazione non abbia più bisogno di questi giorni di commemorazione.

Felix von Wohlgemuth

Co-portavoce
Verdi Verdi Vërc

 

 

COMUNICATO STAMPA.

In Consiglio provinciale si è discusso oggi di clima. Con due mozioni il Gruppo Verde ha proposto alcuni provvedimenti per accelerare le azioni per raggiungere al più presto gli obiettivi climatici e diminuire le nostre emissioni di CO2. Con un compromesso, la Giunta ha approvato di inserire nel Piano per la protezione del clima la rilevazione del bilancio climatico del settore turistico e di elaborare strategie e misure adeguate per la riduzione delle emissioni di CO2.
La maggioranza SVP-Lega-Forza-Italia ha invece bocciato la mozione per l’ottimizzazione degli impianti di riscaldamento e climatizzazione degli edifici pubblici.
La nostra attenzione per la tutela del clima continua, un passo alla volta.

BZ, 11.05.2022

Cons. prov.
Brigitte Foppa
Hanspeter Staffler
Riccardo Dello Sbarba

BESCHLUSSANTRAG.

La quota di CO2 prodotta in provincia di Bolzano dal settore turistico è elevata: benché allo stato attuale manchino cifre esatte, il Rapporto sul clima 2018 dell’EURAC (p. 33) stima la quota attribuibile alle strutture ricettive intorno al 10% del totale delle emissioni di gas serra. È difficile fare stime precise, ma è probabile che tale quota sia in realtà ben più alta, poiché alle emissioni dirette prodotte dalle strutture turistiche per il riscaldamento, l’illuminazione, la gastronomia, la climatizzazione e il wellness, vanno aggiunte le cifre relative alla “zona grigia” degli spostamenti, del traffico, ecc. Un calcolo approfondito arriverebbe certamente a un valore superiore a quello indicato dal Rapporto sul clima. È quindi evidente che al turismo spetta una fetta di responsabilità per la situazione climatica della nostra provincia.

Le elevate emissioni di CO2 generate dal settore sono dimostrate dalle rilevazioni svolte da un hotel di categoria ****S della nostra provincia, che ha fatto calcolare la propria impronta ecologica. Secondo i calcoli effettuati da un’agenzia per il clima di Monaco di Baviera, le emissioni di biossido di carbonio dell’azienda ammontavano a circa 140 kg per ospite e pernottamento.

Si tratta di un valore estremamente elevato. A titolo di paragone, le circa 7 tonnellate di CO2 emesse annualmente da ogni abitante della provincia di Bolzano corrispondono a un valore giornaliero di circa 20 kg.

Moltiplicando il valore di 140 kg per il totale dei pernottamenti in Alto Adige (33 milioni), risulta che le emissioni di CO2 raggiungono il livello impressionante di 4.620.000 tonnellate. Tali emissioni di CO2, tradotte in numero di ospiti, sulla base di un modesto valore medio di 7,5 t/ospite, equivarrebbero a 616.000 persone in più che vivono in provincia per effetto del turismo – cioè più della popolazione totale della provincia, che è di 533.000 abitanti.

Sebbene questa stima possa apparire azzardata, è probabile che in un hotel a 3 o 4 stelle si producano almeno 20-30 kg di emissioni di CO2 per ospite secondo gli standard svizzeri. Ciò corrisponde comunque a una presenza aggiuntiva di più di 100.000 abitanti in Alto Adige causata dal turismo, senza contare le emissioni “grigie”.

Queste stime mostrano l’urgente necessità di rilevare le emissioni di anidride carbonica generate dal turismo in provincia di Bolzano e di ridurle nell’ottica della strategia climatica della Provincia. E questo è esattamente ciò che il suddetto albergatore è riuscito a fare: grazie a risparmi drastici e alla propria produzione di energia, ha ridotto le emissioni del suo hotel da 140 a 10,8 kg, cioè a circa 1/13.

È urgentemente necessario che le aziende altoatesine, d’ora in avanti, rilevino la propria impronta di CO2 e, sulla base di tali rilevazioni, riducano drasticamente le proprie emissioni di anidride carbonica, assumendosi così la propria responsabilità per la salvaguardia del clima, ottimizzando e riducendo i costi e contribuendo a valorizzare il
nostro territorio come meta turistica.

Occorre calcolare le emissioni di CO2 generate dalla gestione dell’azienda (riscaldamento, elettricità, consumo di acqua, rifiuti, cibo, mobilità, lavanderia). Le emissioni calcolate (unità: quanti kg di CO2 per ospite/pernottamento?) andrebbero inquadrate in “classi di efficienza climatica”. Sulla base di queste classi di efficienza, le aziende con ottimi standard climatici dovrebbero poter raggiungere la neutralità climatica attraverso delle compensazioni (per esempio, per la tutela delle foreste pluviali). In Austria e in Svizzera esistono già diversi modelli che la provincia di Bolzano dovrebbe far propri, in modo da assumere una posizione di primo piano fra le destinazioni attente alla salvaguardia del clima. Un tale cambiamento di strategia attirerebbe anche numerosi ospiti sensibili rispetto alla salvaguardia del clima, che arriverebbero con i mezzi di trasporto pubblici e la mobilità dolce anziché con i SUV e altri mezzi nocivi per il clima.

L’imprenditore turistico sopra menzionato invita a seguire il suo esempio: “La decisione di dotarci di un bilancio del clima ha reso tangibili le nostre aspirazioni e ha rappresentato uno stimolo per noi e il nostro team. La nostra ambizione è quella di migliorare costantemente e naturalmente siamo orgogliosi di constatare che il bilancio migliora di anno in anno. Se in provincia di Bolzano riuscissimo a far sì che tutte le aziende predispongano un bilancio di questo tipo, sono convinto che il settore inizierebbe a mettersi in discussione e diventerebbe automaticamente più sostenibile. Sarebbe un’occasione per riposizionarci come destinazione turistica e attrezzarci per affrontare le sfide future.” Non si può che essere d’accordo con questo incoraggiante appello di un albergatore impegnato.

Per questi motivi il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano incarica la Giunta provinciale

  1. di effettuare una rilevazione dettagliata al fine di stabilire come si compone il bilancio di CO2 del settore turistico in provincia di Bolzano e quali sono i valori medi per ospite da considerare in ogni segmento;
  2. di presentare una strategia volta a ridurre questi valori;
  3. di elaborare delle classi di efficienza climatica per il turismo che fungano da base per la certificazione climatica;
  4. di incentivare il conseguimento di determinate classi di efficienza climatica mediante agevolazioni, ad esempio sull’IMI o sull’IRAP;
  5. di sollecitare le aziende ad assumersi volontariamente, entro un termine congruo, l’impegno di certificare e ridurre sistematicamente il proprio consumo di CO2 entro valori limite ben definiti;
  6. di includere nella strategia di marchio dell’IDM e di altri promotori l’impegno a diventare una destinazione rispettosa del clima, al fine di posizionare l’Alto Adige come provincia all’avanguardia in campo climatico.

Bozen, 19.04.2022

 

Landtagsabgeordnete

Brigitte Foppa

Riccardo Dello Sbarba

Hanspeter Staffler

 

COMUNICATO STAMPA.

Il 2030 si avvicina in fretta e il cambiamento climatico diventa ogni giorno più evidente. Per risparmiare energia e ridurre le emissioni di CO2 possiamo e dobbiamo agire in più ambiti Turismo e amministrazione pubblica possono dare l’esempio. Con due mozioni i Verdi propongono delle misure concrete per migliorare il bilancio climatico del settore turistico e degli edifici pubblici.

Facciamo un bilancio climatico per il settore turistico

Al momento non esistono calcoli completi e affidabili per quanto riguarda il bilancio climatico del settore turistico nella nostra provincia. Secondo il rapporto sul clima del 2018 realizzato dall’Eurac si aggira intorno al 10% del totale delle emissioni di gas serra.

Singoli esempi di aziende turistiche che hanno fatto questi calcoli di propria iniziativa per migliorare il proprio bilancio energetico e climatico portano a pensare che la responsabilità del settore turistico sul bilancio climatico complessivo potrebbe essere ben maggiore. Sono stati calcolati addirittura 140 kg CO2 per ospite al giorno in certi settori turistici. Questo equivale a emissioni 7 volte superiori rispetto a quelli di un abitante “normale” dell’Alto Adige-Südtirol. Un valore enorme! Riconosciamo gli sforzi di molti albergatori. Ce n’è davvero bisogno.

L’urgenza del tema ci porta a esortare la giunta ad attivarsi per avere al più presto un quadro preciso sulle emissioni nocive per il clima da parte del settore turistico, in modo da poter sviluppare, in collaborazione anche con le aziende, delle strategie adeguate per la loro riduzione.

Miglioriamo l’efficienza degli impianti di riscaldamento e climatizzazione degli edifici pubblici

Il patrimonio edilizio in provincia di Bolzano è responsabile di ca. il 27% delle emissioni di gas serra. Si stima che esistano più di 2000 edifici pubblici, tra cui uffici, ospedali, case di riposo, biblioteche, caserme dei vigili del fuoco, musei, municipi, scuole, con notevole potenziale di risparmio di gas serra. Secondo quanto stabilito dal nuovo piano per il clima elaborato dalla giunta, entro il 2026 solo il 5% degli edifici pubblici sarà sottoposto a risanamento energetico. I tempi quindi per il risanamento complessivo del patrimonio edilizio pubblico si prospettano molto lunghi e noi non ce lo possiamo permettere.

Pur continuando in una prospettiva di risanamento complessivo, riteniamo si debba procedere anche con interventi più rapidi, ma altrettanto importanti, come il miglioramento dell’efficienza energetica degli impianti di riscaldamento e di climatizzazione degli edifici pubblici. Questi sono infatti per la gran parte regolati male e quindi inefficienti. Controllare e ottimizzare al più presto l’efficienza energetica di questi impianti sarebbe un’operazione efficace, a costi contenuti e che andrebbe nella giusta direzione.

Bolzano, 10.5.2022

Cons. prov.
Brigitte Foppa
Hanspeter Staffler
Riccardo Dello Sbarba

 

ANFRAGE ZUR AKTUELLEN FRAGESTELLUNG.

Für das Jahr 2022 sind die Kriterien für Förderungen im Bereich Energieeffizienz und erneuerbare Energie eingetroffen. An und für sich eine gute Sache. Doch schauen bei diesen Förderungen jene durch die Finger, die sich beispielsweise schon vor Jahren eine Photovoltaikanlage installieren haben lassen und damals nicht die Möglichkeit hatten, zusätzlich dazu eine Speicheranlage anzubringen. Denn die Kriterien für Beiträge sehen explizit vor: „Photovoltaikanlage und Speicherbatterie müssen gleichzeitig installiert werden“. Im Zuge der Beiträge jene zu bestrafen, die schon vor Jahren die Notwendigkeit erkannt haben, auf alternative Formen umzusatteln, wird weder der Logik dieser Förderungen noch dem Klimaschutz gerecht.

Daher richten wir folgende Fragen an die Landesregierung:

  1. Aus welchem Grund hat sich die Landesregierung dazu entschieden, Photovoltaikanlage und Speicherbatterie müssten gleichzeitig installiert werden?
  2. Gedenkt man, diese Lücke zu korrigieren und falls ja, wann und in welcher Form?

Bozen, 02.05.2022

 

Landtagsabgeordnete

Brigitte Foppa

Riccardo Dello Sbarba

Hanspeter Staffler

Hier könnt ihr die Antwort der Landesregierung nachlesen.

ANFRAGE ZUR AKTUELLEN FRAGESTUNDE.

In Margreid gibt es seit geraumer Zeit eine provisorische Bushaltestelle neben dem Friedhof, die aus diversen Gründen für die Nutzer:innen der Öffis nicht seht günstig ist. Unter anderem ist das Ein- und Aussteigen an dieser Stelle nicht ungefährlich. Die definitive Bushaltestelle ist auch schon gebaut und wurde lediglich noch nicht in Betrieb genommen. Auf Nachfragen in der Gemeinde konnten Interessierte nicht herausfinden, wann diese Bushaltestelle in Betrieb genommen werden wird.

Daher richten wir folgende Fragen an die Landesregierung:

1. Aus welchen Gründen verzögert sich die Inbetriebnahme definitiven der Bushaltestelle in Margreid an der Ampel?
2. Wann wird die definitive Bushaltestelle in Betrieb genommen werden?

Bozen, 27.04.2022

Landtagsabgeordnete
Brigitte Foppa
Riccardo Dello Sbarba
Hanspeter Staffler

Hier könnt ihr die Antwort der Landesregierung nachlesen.